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Autore: Classicboy    23/04/2017    12 recensioni
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Sono passati alcuni anni da quando Percy Jackson e i suoi compagni hanno sconfitto Gea e da quando Apollo è rientrato pienamente in possesso del suo status divino, e tutto sull'Olimpo scorre nella più completa tranquillità.
Ma una nuova minaccia si profila all'orizzonte.
Medea, la strega della Colchide, è tornata!
Grazie ai suoi perfidi incantesimi la maga non solo ha reso inoffensivi i figli più potenti delle divinità dell'Olimpo, ma ha anche rapito la divinità dei giuramenti, la dea Stige, e così facendo ha ghiacciato l'omonimo fiume. I progetti di Medea sono chiari: assorbire l'essenza divina di Stige per divenire a sua volta una dea.
Ma nuovi eroi si profilano all'orizzonte, pronti a fermare i piani della perfida strega e liberare la divinità fluviale. Tutto ciò in 5 giorni, entro l'equinozzio di primavera.
Ma saranno all'altezza del compito? Riusciranno questi giovani semidei a farsi strada in un modo dove un giuramento oramai non significa più nulla? Saranno in grado di mettere da parte le reciproche antipatie e a salvare il mondo?
...
[STORIA INTERROTTA CAUSA MANCANZA ISPIRAZIONE E MOTIVAZIONE, MI DISPIACE DAVVERO, SPERO UN GIORNO DI RIUSCIRE A CONTINUARLA, SCUSATEMI!]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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PROLOGO: UNA NUOVA, VECCHIA, MINACCIA

 

Sembrava una giornata normale sull'Olimpo, una come le altre. Le Muse accordavano i loro strumenti, le divinità minori passeggiavano tranquille per le vie della città, spiriti della natura offrivano nettare a individui assetati.

Eppure, nella sala del trono, il re degli dei era inquieto.

Zeus non sapeva il perché del suo stato d'animo, eppure sentiva dentro di sé che c'era qualcosa che non andava. Si alzò in piedi e prese a misurare a grandi passi la sala rimuginando tra sé e sé. Erano anni ormai che Gea era stata sconfitta, e dalla sua scomparsa, a parte un paio di episodi che avevano visto coinvolto suo figlio Apollo, non c'erano più state gravi minacce all'Olimpo.

Ma non si poteva dire, anche perché presto sarebbe stato l'equinozio di primavera, il momento del consiglio degli dei, il momento in cui una fazione tra bene e male poteva scavalcare l'altra e prendere potere.

Si rimise seduto sul trono e si massaggiò le tempie.

In quel momento entrò nella sala Era, che vedendo il marito in quella situazione gli si avvicinò preoccupata. Era vero che i loro rapporti non erano stati sempre rosa e fiori, però lei era la dea del matrimonio e amava Zeus, e pertanto lo avrebbe sempre sostenuto.

“Cosa c'è che non va, mio signore?” gli domandò sedendosi sul bracciolo e posando una mano sul braccio del dio.

Lui fece uno svolgiato gesto della mano: “Nulla. Solo un po' di ansia, una sensazione. Ma forse è dovuto solo alla stanchezza...”

Era si morse il labbro, preoccupata. Non volevo dirglielo, ma anche lei da un paio di giorni a questa parte avvertiva come la presenza di una minaccia incombente.

Fece per aprire bocca, quando l'intero palazzo prese a tremare. Era una scossa profonda, che risaliva dalle viscere della terra e che distuggeva tutto. Le ninfe prese a gridare, gli dei imbracciarono le armi più vicine come a volersi difendere da un nemico invisibile, gli spiriti dei venti si dissolsero per poi riformarsi confusi come non mai.

Zeus si alzò e prese a guardarsi attorno allarmato. Era lo raggiunse e si strinse a lui, mantendo comunque un'espressione fiera e combattiva.

Dopo pochi minuti il terremoto si spense. Persino da quell'altezza le due divinità sentivanogli allarmi degli aggeggi mortali.

“Zeus... cos'è stato?” domandò la dea a mezza voce, intmorita.

“Non lo so, ma qualunque cosa fosse non prometteva niente di buono”

In quel momento si materiallizò in un lampo d'oro Ermes, il messaggero degli dei. Aveva un'aria trafelata e i ricci scompigliati.

“Mio signore, ha percepito il terremoto?!” domandò.

“Ovvio, è arrivato fin quassù. Che notizie mi porti dal mondo mortale, Ermes?”

“Mio signore, il terremoto è stato percepito in tutto il paese. Non si è capito bene da dove abbia avuto inizio, fatto sta che si è trasmesso a macchia d'olio. Inoltre c'è la possibilità che si sia diffuso anche nel resto dei continenti”
Zeus impallidì, prima di domandare: “Danni?”

Il messaggero tirò fuori il caduceo sotto forma di Smartphone e prese a scorrere il display: “Non troppo, per fortuna. Dei feriti, alcuni problemi in un paio di fabbriche, ma nulla di serio. Poi...”

In quel momento ci fu un secondo lampo e comparve un'agitata Demetra.

“Zeus! Devi fare qualcosa!” urlò in direzione del fratello.

“Che intendi?” domandò il dio del cielo.

“Il terremoto! Tutte le mie povere piante! Quello stupido terremoto ha ucciso alcune di loro, e rovinato altre!”
In un altro lampo comparve Dioniso: “Concordo con la vecchia. Anche le mie povere viti sono state danneggiate. Quello non era un terremoto naturale”

“E allora? Cosa pensate che possa fare?” chiese seccato il dio.

“Punisci il colpevole, no?!” strillò isterica Demetra.

“Non sappiamo chi sia” le ricordò Zeus.

“Oh, ma andiamo vecchio. È ovvio chi sia stato”

“Davvero?”

Il dio del vino annuì: “Ma certo! Chi è il dio dei terremoti? Sveglia: a causarlo è stato il vecchio baraba d'alghe!”

“Mi spiace contraddirti, ma io non centro niente” intervenne una nuova voce.

In un lampo blu fece la sua comparsa Poseidone preoccupato.

“Si da il caso che io non sappia assolutamente nulla di quel terremoto, che ha anche danneggiato parte del mio regno. Varie zone di mare sono state rovinate. Inoltre fratello sono qui per avvisarti di un fatto - si voltò a guardare Zeus - Il terremoto si è trasmesso anche al di là dell'oceano, e ha coinvolto anche Europa, Africa, Asia e Australia. Chiunque lo abbia provocato dispone di un potere immenso”

“Oppure non è stato causato volontariamente”

Nell'ennesimo lampo di energia, stavolta argento, comparve Atena.

“Oh bene, ci mancava solo la cervellona” borbottò il dio del mare indispettito.

Atena lo ignorò, prima di tornare a rivolgersi a Zeus: “Padre, ho riflettuto su quanto è appena accaduto, e non credo che questo terremoto sia stato voluto”

“Che intendi dire, Atena?”

“L'unica creatura talmente potente da poter creare un terremoto globale sarebbe Gea, ma come tutti sappiamo è stata, forunatamente, sconfitta anni fa. Pertanto l'unica altra spiegazione è che sia accaduto un evento di una portata talmente grande da scuotere l'universo sin nelle sue fondamenta”

Non appena ebbe finito di parlare ci fu un altro lampo e comparve stavolta Apollo. Ma era diverso dal solito: non aveva i vestiti impeccabili né i capelli perfetti e il suo volto era stravolto. Nei suoi occhi brillava una luce spaventata.

“È terribile! - urlò in preda al panico - Ho avuto una visione, una visione funesta di ditruzione e rovina”

Zeus si alzò allarmato: “Spiegati meglio, figlio mio”

Apollo respirò a fondo cercando di calmarsi mentre gli altri gli offrivano una coppa di nettare: “Non so di preciso cosa fosse, era un'immagine nebulosa, però ho percepito una grave minaccia, qualcosa di.... di... imparagonabile, una minaccia nuova”

L'intero gruppo di divinità fu scosso da un brivido.

Una minaccia nuova... Non i titani, non i giganti e nemmeno Gea. Qualcosa che non avevano mai affrontato e che poteva servirsi di poteri così grandi... cosa poteva essere?
In quel momento ci fu un lampo nero e nella sala fece la sua comparsa Ade.

Tutti sapevano che il dio non si presentava mai a palazzo a meno che non fosse successo qualcosa di davvero grave.

Zeus lo osservò serio e con un cenno lo invitò a parlare.

Ade abbassò la testa e con voce tremante rivelò la tremenda notizia: “Qualcuno ha rapito Stige”

Un silenzio sbigottito si impadronì della sala.

“Non è possibile...” mormorò Zeus prima di correre in direzione del braciere più vicino. Nella sua mano comparve una coppa piena d'acqua che verso sulle fiamme creando del vapore ed un piccolo arcobaleno: “Iride, mostrami l'oltretomba e lo Stige”

L'attimo dopo comparve una visione innaturale. Nella nebbia appparvero le desolate spiagge degli inferi, però c'era qualcosa che non andava. Dov'era il rumore dell'acqua contro le rive? I lamenti delle anime? Perché era tutto illuminato da una luce diversa, più chiara?

Semplice: lo Stige si era gelato. Le acque del fiume infernale erano diventate di ghiaccio nero, la spuma grigia era immobile, gli oggetti e i rimpianti dell'umanità erano congelati in quella raccapricciante distesa nera.

Ecco cos'era stato quel terremoto, ecco cosa lo aveva causato. Qulalcuno, il nemico profetizzato da Apollo, aveva rapito la divinità dei giuramenti e a causa di questo aveva fatto congelare un luogo antico quanto il tempo, un luogo potente che viveva nel mondo mortale, in quello degli inferi e persino nel Tartaro.

“Chi ha osato?” domandò a mezza voce il re degli dei mentre si guardava attorno, come per vedere se qualcuno degli altri dei fosse colpevole di un fatto tanto grave.

In quel momento una risata cristallina e un po' folle invase la stanza, un risata femminile, acuta, una risata che fece tremare tutti gli dei presenti.

Si voltarono e videro ferma nella penombra una donna, un po' avanti negli anni, ma molto bella, con l'incarnato tipico delle popolazioni mediorientali che vivono sul Mar Nero, i capelli neri come l'ebano acconciati in una treccia complicata e antica, gioielli le ornavano i bracci e un vestito elegante le fasciava il corpo snello.

I presenti non ci misero molto a riconoscerla... e a imbaracciare le loro armi. Zues la saetta, Poseidone il tridente, Atena la lancia, Apollo l'arco, Demetra la spada.

“Medea” ringhiò la dea della sagezza.

La strega si esibì in un inchino provocatorio: “Miei signori, è un piacere per vedervi”

“Come hai fatto a comparire qui?!” le domandò Dioniso.

L'antica principessa si limitò a fare un gesto con la mano e la sua intera immagine tremolò: “Io non sono davvero qui, questa è una mia proiezione psichica”

“Pensavamo fossi morta anni fa, che fossi tornata negli inferi a subire la punizione che ti era dovuta”

“E invece sono sopravvissuta”

Un silenzio teso si fece largo nella sala.

“Cosa vuoi?” domandò alla fine Era facendo un passo avanti.

Medea si limitò a sorridere: “Non l'avete ancora capito? Sono stata io a rapire Stige”

Un mormorio si diffuse tra gli dei.

“E perché ti saresti presentata qui allora?”

“Semplice, vi voglio offrire uno scambio” riveloò la strega.

“Non trattiamo coi pazzi e con gli assassini” ringhiò Ermes.

Medea lo fulminò: “Ascolta almeno le mie richieste prima, dio dei ladri. Ecco cosa vi propongo: o io vi restituisco Stige e voi in cambio mi rendete immortale...”

“MAI!” fu la risposta generale.

“Oppure io assorbirò la sua essenza e diverrò la nuova dea dei giuramenti” rivelò con una scintilla folle Medea.

Un silenzio incredulo si impadronì degli dei.

“Ah! - ruppè il silenzio Ade - Questo non è possible. Non puoi rubare un essenza divina”

“Certo che posso... se possiedo un incantesimo del libro di Toth”

Gli dei rimasero a bocca aperta: “Come...?”

“Tempo fa - raccontò Medea - Incontrai il fantasma di uno stregone egizio. Mi disse di chiamarsi Setne e di essere in possesso di un potente libro di incantesimi. Visto che entrambi eravamo accomunati da un odio viscerale verso i nostri dei e dal fatto che avremmo adoperato tutto il grande potere a nostra disposizione pur di diventare onnipotenti, mi feced dare un'occhiata a quel libro e io ne presi giù alcuni appunti. Ed ora dopo anni, sono finalmente riuscita ad ottenere l'incantesimo per assorbire l'essenza di una divinità minore. Ed eccomi qui a proporvi il patto: o rendete le cose facili e mi rendete una divinità seduta stante e nessuno farà del male a Stige, oppure mi rendete le cose difficili e io la assorbirò”

Un silenzio sbigottito avvolse la sala.

Alla fine fu Apollo a parlare: “Ma noi disponiamo di validi eroi, useremo loro per trovarti e sconfiggerti. Abbiamo persino i sette della profezia”

“Ne siete sicuri? - domandò con un sorriso crudele Medea - Io darei un'occhiata al Campo Giove se fossi in voi”

Allarmato Zeus si fiondò verso il braciere e chiamò di nuovo Iride.

“Mostrami il Campo Giove” quasi urlò il signore del cielo.

Nella nebbia apparve l'immagine dei campi intorno a San Franciso, un'immagine di quiete e calma. Non pareva esserci nulla che non andava. Però in quel momento si vide una nuvola avanzare verso la città. Solo che non era una nuvola. Era un gigantesco ammasso di polvere d'argento, che man mano si faceva sempre più vicino.

“Ma cosa...”

“È una mistura speciale, lo ricavata prendendo un po dei capelli di Medusa” rivelò Medea con un sorriso spettrale.

Mano a mano gli dei realizzarono cosa ciò significasse.

“No, Percy!” urlò Poseidone scattando in avanti come se così potesse aiutare il figlio che da anni viveva con la sua famiglia a Nuova Roma.

Ma non poteva fare nulla. La polvere man mano invase le strade. Non si sentirono urla, ma quando la letale pozione se ne andò tutto fu accolto da un silenzio irreale.

Con un groppo alla gola Zeus ingrandì l'immagine di una delle strade, e tutti gli dei si ritrassero inorriditi di fronte alla visione che si parò loro dinnanzi agli occhi: statue. Statue di pietra di tutte le forme e dimensioni, che raffiguravano donne e uomini, vecchi e bambini, cani e gatti, ogni singolo essere vivente, e ciascuno di essi era scolpito nei minimi particolari.

Ma sapevano tutti benissimo che non si trattava di semplici statue: quelle erano persone in carne e ossa, pietrificate dal crudele sortilegio di Medea.

In quel momento un urlo roco risuonò nella sala, e prima che la strega potesse rendersene conto una lancia la trapassò.

L'immagine scomparve, salvo poi riapparire poco distante, un sorriso strafottente sul volto, diretto verso Atena. Il braccio della dea era ancora teso verso dove aveva lanciato la sua arma, uno sguardo di rabbia e odio puro sul volto solitamente altero.

“Mia signora - la canzonà la donna - Non è da lei perdere così il controllo. Un comportamento del genere me lo sarei aspettato da Poseidone, o da Ade. Non di certo da...”

“Restituiscimi subito mia figlia, strega!” urlò infuriata la divinità.

“No, e anzi, penso che sia giunto il momento per me di togliere il disturbo. Vi do tempo 6 giorni, fino all'equinozio di primavera, per farmi sapere la vostra risposta per quanto riguarda la mia offerta. Se rifiuterete, allora sappiate che per allora anche il mio incantesimo sarà pronto, e Stige morirà. Vi invito a riflettere saggiamente e a fondo sulla mia proposta”

“Abbiamo sempre il Campo Mezzosangue! Ti fermeranno loro!” ruggì Demetra.

Medea sorrise crudele: “Non credo proprio, ho inviato anche a loro una sorpresina. Purtroppo avevo finito l'essenza dei capelli di Medusa, pertanto mi sono dovuta accontentare, ma sappiate che senza i loro eroi più potenti i vostri amati discendenti greci andranno incontro alla loro rovina. Scegliete: la salvezza dei vostri figli o la vostra? Vi invito a mostrare ancora una volta il vostro egoismo, dei dell'Olimpo” e scomparve con una risata stridula.

Le divinità rimasero in silenzio, alla fine fu Dioniso a parlare: “Forza, che stiamo aspettando? Chiamiamo a raccolta qualche nostro semidio e fermiamola, no?!”

Zeus si buttò a sedere sul trono, la testa tra le mani: “Non possiamo, l'hai sentita? Se mandiamo i nostri figli più potenti tutti gli altri moriranno”

“E con ciò? Da quando ti interessa così tanto la tua discendenza, vecchio? Tra l'altro non ci sono nemmeno figli tuoi tra di loro”

“Negli ultimi anni sono cambiate molte cose, Dioniso. Percy Jackson ci ha insegnato molto” mormorò soltanto il re degli dei, salvo poi alzarsi e andare risoluto verso l'uscita.

“Che stai facendo, fratello?” domandò Poseidone.

“Non lo so, ho bisogno di fare qualcosa, non riesco a stare fermo dopo che Jason è stato... stato...”

“Aspetta, padre!” lo richiamò Atena.

Il dio si fermò e si voltò a guardarla. Si vedeva che anche lei era scossa dopo ciò che era successo alla sua figlia prediletta, ma nonostante tutto aveva comunque ripreso subito il suo tipico sangue freddo, e aveva probabilmente già elaborato una strategia.

“Cosa ci suggerisci di fare, Atena?” le domandò il re degli dei, sperando che l'altra avesse un piano.

“Medea ha commesso un grave errore nella sua strategia. Lei stessa ci ha detto che non possiamo inviare eroi potenti contro di lei, però persone di livello, per così dire, medio? Non ci ha precluso completamente ogni via di offesa, ce l'ha solo limitata”
“E tu credi che un gruppo di semidei di secondo livello possano fermare quella pazza?” chiese incredulo Poseidone.

Atena si voltò a fissarlo, un sorriso furbo sulla bocca: “Anche il più forte dei predatori deve arrendersi di fronte ad un branco di lupi. Ricordati sempre, zio: è l'unione che fa la forza. E guard'a caso io ho già in mente qualcuno che potremmo chiamare in nostro aiuto...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Egregio popolo del fandom di Pjo: sono tornato!

Ma non vi preoccupate, il mio ritorno non è come quello di Medea all'interno di questa storia, ma più... piacevole, (o almeno lo spero XD ).

Ho voglia di mettermi alla prova, e ciò mi ha portato a scrivere questa: la mia prima (e probabilmente unica) interattiva.

Parlando della storia di per sé: sin dal primo libro di Eroi dell'Olimpo la fine di Medea mi ha intrigato. Nessuno ha detto di averla davvero vista morire, e sappiamo tutti quanto quella strega sia potente e astuta, da qui l'ispirazione di fare di lei l'antagonista per i nostri nuovi eroi. Ad un certo punto Medea cita Setne, uno degli avversari più temibili della saga “The Kane Chronicles” sempre di Rick Riordan. Mi sembrava carino inserirlo, ho pensato “ehi, sono entrambi maghi, sono entrambi anime fuggite dal mondo dei morti, sono entrambi dei killer sociopatici, cosa ne nascerebbe da un incontro tra i due?”.

Per l'idea di Stige è una cosa che mi è nata non appena ho saputa dell'esistenza di questa dea.

Ma passiamo all'interattiva di per sé: ci sono alcune regole che vi vorrei chiedere di rispettare nel caso in cui mi vogliate inviare un OC:

 

1) Vietati figli dei tre pezzi grossi (Zeus, Ade e Poseidone);

2) Vietati i figli di dei che non possono averne, e cioè vietati discendenti di Artemide, Estia e Era;

3) Non siate ricercati nella parentela divina! Mantenetevi sugli dei che si sa avere figli al campo Mezzosangue, e cioè gli altri 8 dei maggiori, Ecate, Tiche, Nemesi, Ipnos, Nike ecc ecc. Non mi venite fuori con cose come figli di Borea o di Nix o simili, vedete voi;

4) Non fatemi, ovviamente, semidei perfetti, ma non fatemeli nemmeno più sfigati di Edipo, per favore. Della serie: va bene essere sfortunati, ma anche alla sfiga c'è un limite. Inoltre rischierebbero di essere leggermente parodistici se li fate di quelli troppo “mai 'na gioia”. Inoltre cercate di non essere troppo scontati;

5) No figli di divinità romane o Cacciatrici, solo figli di dei greci.

 

Queste sono le regole.

Mi servono, per ora, 2 semidei maschi e 3 femmine, inoltre non prenderò figli o figlie di Atena, in quanto non c'è l'ho fatta e ho inserito nella trama anche un mio OC che è, appunto, figlio della dea della saggezza. Ma non vi preoccupate, non sarà il protagonista unico della storia, ma condividerà il palcoscenico con i vostri, come è giusto che sia.

Sappiate che apprezzero qualunque personaggio mi manderete, inoltre c'è la possibilità che qualche personaggio scartato inizialmente comparirà nel corso della storia come comparsa o simile, e spero che non ve la prenderete nel caso in cui non scelga i vostri personaggi. Grazie mille.
Potete mandarmi l'adesione alla storia o con una recensione o su messaggio privato. Le schede mandatemele tramite mesaggio privato, grazie.

Ora le schede personaggio:

 

Nome:

Cognome:

Soprannome (se ce l'ha):

Sesso:

Età (tra 15 e 19 anni):

Orientamento sessuale:

Aspetto:

Carattere:

Parente divino:
Genitore mortale:

Rapporti con entrambi i propri genitori:

Storia:

Arma (se la possiede):

Poteri (se ne possiede qualcuno in particolare):

Difetti:

Paure:

Cose amate e odiate:

Altro (se volete aggiungere ancora qualcosa):

 

 

Non so come sarà l'aggiornamento di questa storia e spero inoltre di riuscire a portarla a termine. Conto molto sul vostro sostegno.

Vi aspetto con ansia nel prossimo capitolo gente, bye!!!!!

   
 
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