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Autore: killian44peeta    24/04/2017    0 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Will

Riprendemmo il cammino molto rapidamente, con ritmo abbastanza spedito.

L'aria profumava di sale e il rumore dell' acqua che andava a incontrare il terreno e gli scogli, trasportando con se conchiglie colorate e sabbia, era parecchio rilassante, mi permetteva di rilasciare tutta la tensione che non smetteva di aleggiarmi dentro da quando mi ero svegliato.

La spiaggia ancora non era sparita ma pareva sul punto di esserlo, verso mezzogiorno, si vedevano delle case da lontano.

"Quindi quella é la città Rhenn?" mi chiesi, guardandola.

Vidi Silver indicarla a Morgan con un sorriso allegro.

Pareva proprio una bambina sotto a molti aspetti, bastavano poche ore per capirlo.

Con Guy sembrava quasi una sanguisuga, non gli si staccava di dosso nemmeno se la obbligavano, con Task c'erano i dispetti, scherzi e litigi, con Diana c'erano spesso battute di scherno a spese del rosso che lo facevano infuriare ancora di piú, con Nemes, boh, sembravano starsi simpatiche, Morgan era di parte e io... non le davo molta confidenza.

Me la sarei vista bene con le treccine e il viso un po' piú da bambina di sei o sette anni, se non meno poi.

Di certo non di una quattordicenne.

Questo suo carattere non mi dava fastidio di per sé, ma in certi momenti proprio mi irritava.

-Tenebroso, devi rispondere a delle nuove domande, quindi usa i segnali che ti avevo dato la volta scorsa-

Guy sospiró e sembró quasi dire : -D'accordo, se proprio devo...-

-Tua madre e tuo padre erano, o sono, carini con te?-

Lui non diede alcun tipo di risposta

-Dove abitavi? A Finneon?-

Scosse il capo, facendo un espressione del tipo : -Ritenta e sarai più fortunata-

Ridacchiai, sorridendo

- A Golden?-

No

-A ... Fenrir?-

No

-Indizio per favore!-

Virgil ci pensó su, poi fece una rapida 'A' con il linguaggio muto

-A...Asterione?-

Lui scosse ancora la testa

-Amberlin?-

E finalmente Guy annuí, con un lieve sospiro

-Perché non mi hai risposto prima? Non vuoi dirmelo?-

-E per quale motivo? Non ti piace parlarne?-

-Oh... Sei andato via da casa tua per qualche motivo preciso?-

Annuí ancora, ma in modo molto meno deciso, come se temesse di lasciarselo scappare.

Diana si aggiunse al discorso-Un motivo derivato dai tuoi genitori?-

Ancora una volta non diede alcuna risposta, quasi temesse di rivelarlo e di mostrare la motivazione.

Tacquero, lui con lo sguardo altrove, loro probabilmente arrendendosi al fatto che sui suoi genitori non avrebbe mai detto niente, sia con i gesti sia, se gli sarebbe mai tornata, con la voce.

Sembró che quel silenzio fosse eterno, poi Silver sorrise in modo assurdamente buffo e sfacciato -Ti sei mai innamorato?-

Se Guy avesse avuto qualcosa in bocca, tipo dell' acqua, a questa domanda avrebbe sicuramente sputato.

Lui si mise le mani sui fianchi con uno sguardo del tipo: -E questo cosa diavolo c'entra con tutto il resto? - sbuffó, con il viso ancora completamente rosso dall' imbarazzo e diede una leggera patacca in testa all'Acqua, che si mise a ridere sguaiatamente.

Il Buio sospiró di nuovo, con gli occhi alzati al cielo.

Avanzammo per quelle che probabilmente furono cinque o sei ore, eravamo stanchi e anche abbastanza affamati.

Sentivo il mio stomaco quasi maledirmi dalla fame, brontolando intensamente e incessante.

Quando raggiungemmo Rhenn, fui sorpreso di notare delle case altissime, con vicino quelli che parevano piccoli garage, senza neanche un giardino ma con qualche piccolo rimasuglio di sabbia per le strade.

Attraversammo il marciapiede dell' entrata con tranquillità, non essendoci anima viva e non potei non rimanere colpito dalla forma delle mattonelle sotto di noi, erano tantissimi cerchi, sistemati come un mosaico, alcune delle quali nere, altre grigie e altre ancora bianche, sembrava il pelo di un dalmata gigante, steso per tutta la città.

Man mano che avanzavamo, il numero di persone presenti aumentava visibilmente, alcune spuntavano fuori dalle case con quelle che sembravano borse da mercato, altri percorrevano normalmente la strada, chiacchierando rumorosamente, quasi volessero far sapere a tutti quello che dicevano.

Avanzavamo a ritmo abbastanza rapido, ed eravamo a buon punto del percorso quando iniziai ad ascoltare veramente di cosa parlassero le persone.

Mi resi conto ad un tratto che tutti parlavano della stessa cosa, era un discorso che a tutti noi era fin troppo chiaro.

Stavano parlando del ritorno degli Elementi nella terra di Athlas.

Parlavano di noi.

Eravamo nominati talmente tanto spesso dalle bocche altrue che mi veniva quasi il timore che sapessero.

Che fossero a conoscenza del fatto che eravamo qui, ad ascoltarli.

Perlopiù ogni volta che nominavano Aria o Vento mi veniva da girarmi per fissare chi aveva parlato, solo per essere sicuro che non mi indicasse.

-Parlano tutti di noi- dissi, con una certa agitazione, sussurrando per non farmi sentire dalle altre persone.

-Sí, é fantastico- esultó allegramente Silver, con un espressione estasiata, come quella di un affamato davanti ad un negozio di torte.

-Non tanto- ribatté Task, contrariato, rotando gli occhi

-La tua opinione non mi interessa, puoi tenertela- sbottó Irhina -Tu sei così negativo in certi casi che le tue idee sono migliori se non le dici-

-Se, se, certe stupidate le puoi dire solo tu-

-Silver, non puoi impedire a qualcuno di dire la propria idea su un fatto- dissi io, alzando il sopracciglio

-Sarà anche così ma io non voglio sentirgli dire sempre qualcosa di contrario, mi scoccia e parecchio-

-Diciamo che Task potrebbe tentare di non andare sempre contro le tue opinioni, ma tu devi lasciarlo esprimere almeno un po'- disse Diana

-Non possa cambiare una mia idea, cavolo e soprattutto non ne ho voglia- sbottó lui, incrociando le braccia e scuotendo la testa a diniego

Lo sguardo del Buio sembrava dire due cose all' unisono : -Oh no, ci risiamo, di nuovo a discutere- e -Non fareste meglio a stare zitti una maledettissima volta?!-

-Senti Fuocherello, tu sei quello di cui mi importa meno, quindi, se eviti di controbattere ogni cosa che dico, mi faresti un piacere-

Lui assottiglió lo sguardo, assumendo un espressione talmente seria da stendere chiuque, ma soprattutto divenne quasi freddo.

L' Elemento del Fuoco... freddo.

Una cosa innaturale e strana che fece mutare perfino l' espressione di Silver.

Lui, con un atteggiamento tagliente e distaccato, le lanció un ultimo sguardo di sufficienza prima di voltare la testa completamente da un'altra parte.

-Come vuoi- ribatté, seccato

Morgan guardava i due, quasi mortificato dalla piega che stava prendendo il rapporto tra gli opposti.

Cadde un silenzio assoluto e pesante, interrotto solo dal chiacchierare degli abitanti di questa cittadina che pareva quasi di sfondo.

Mentre avanzavamo, seguivamo i discorsi delle tantissime persone presenti, continuavano a chiamarci, lodandoci.

Ognuno di noi faceva un espressione diversa a seconda delle sensazioni e dei sentimenti che provava a sentirsi nominare.

Cercai di decifrarle, ma alla fine mi arresi e iniziai a vagare tra i pensieri che mi passavano per la testa.

La tonalità di azzurro del cielo sembrava essere stata dipinta, il celeste era ben mischiato e immaginai di volare nel vasto immenso per toccarlo.

I miei capelli erano blu, ma se li avessi avuti appena un po' più chiari mi sarei potuto mimetizzare tra esso, dipingendo anche il mio stesso corpo.

Raggiungemmo le bancarelle dopo poco,erano tante, molto vicine tra loro, ciascuna di una fattura e di un colore diverso dall' altra.

Alcune erano perlopiù di un materiale decisamente inadatto al proprio ruolo.

Come avremmo preso del cibo, rubandolo, con esse così attaccate e appiccicate?

Questo proprio era un mistero a cui avrei voluto ottenere una risposta plausibile.

Ci interrogammo tra noi per trovare una rapida idea, ma di idee ne avevamo ben poche ed erano inutili per questo genere di cose.

Passammo davanti ad un bellissimo salume dall' aspetto invitante e delizioso.

Non potevamo prenderlo, era troppo grande, il commerciante avrebbe notato subito la sua mancanza, ma quello affianco era adatto.

E ad un tratto Morgan ebbe un idea, che eseguimmo subito dopo.

Mi preparai, a me aveva assegnato la parte del ladro.

Silver avrebbe distratto il commerciante e, a coppie, Diana e Nemes da una parte e Guy e Task dall' altra, avrebbero fatto in modo che quelle affianco non notassero il furto.

Morgan sarebbe stato dietro di noi, a osservare i passanti e a bloccar loro la visuale.

Dovevo essere rapido e deciso, niente indecisione o saremmo stati spacciati.

Avrei potuto nascondere tutto il cibo abbastanza facilmente.

-Che tipo di salume é quello ? Sono stata in diverse città ma non ne ho visto mai uno come il suo, signore- domandó non con troppa innocenza l'Acqua

Il commerciante rispose e presto fu assaltato da tutte le domande di provenienza, di qualità e di scadenza dei diversi cibi posizionati alla bell'e meglio sulla bancarella.

Mentre il mercante, orgoglioso di mostrare le sue conoscenze, si apprestava a parlare della gran bontà della gorgonzola stagionata e della carne di maiale, presi il prosciutto che avevo davanti e con gesto rilassato, come se mi mettessi le mani sui fianchi, me lo feci scivolare dentro ad un sacchetto che avevamo da poco recuperato in un'altra bancarella, con la stessa velocità presi il formaggio di capra e lo feci sparire immediatamente nella stessa maniera rapida.

Una salsiccia e un salame seguirono lo stesso destino degli altri due.

Avevo preso abbastanza roba e, Silver, per non dare sospetti di alcun tipo, continuó a chiedere varie cose, mentre, lentamente, gli altri cinque fingevano di andarsene, quasi fosse stato solo un caso che fossero stati lí vicino a noi.

Era stato un piano abbastanza ingegnoso per essere stato inventato così, su due piedi.

E dovetti anche ammettere a me stesso che Irhina era veramente brava a trovare argomenti di conversazione sul cibo.

Alla fine lo ringraziammo e ce la filammo via il più velocemente possibile.

Non avevo tentato di prendere nient'altro, ma forse avrei dovuto, c'era talmente tanta roba buona che forse avrei dovuto, era stato un vero peccato.

Reincontrammo gli altri a pochi metri da dove eravamo stati e riprendemmo a camminare, mettendoci in bocca pezzi di cibo a turni.

Quando finimmo non eravamo molto soddisfatti, ma almeno non avevamo più così tanta fame, cosa piú che positiva.
Prima di uscire dalla città, prendemmo anche dei vestiti di ricambio e un arco molto piccolo con delle frecce.

Avanzammo fino alla fine della città e poi iniziammo a percorrere la strada che ci divideva dalla città di Nirvana.

Ci spingemmo ad avanzare il più possibile, poi, arrivata sera, ci fermammo all' ombra di un albero, a terra.

Dormimmo, o almeno, facemmo qualcosa di simile al dormire, ci riposammo gli occhi e le gambe stanche, sapendo di avere sopra di noi solo il cielo, e ci usammo tra noi come cuscini di appoggio.

Io ero seduto, con Nemes appoggiata a me da una parte e Silver dall' altra, a cui ero appoggiato io e che era attaccata al Tenebroso, dall' altra parte di lui c'era Diana e subito dopo Task, Morgan era dall' altra parte di Kleo.

La mattina dopo riprendemmo tranquillamente il cammino, che si estese fino a pomeriggio tardo.

Avevamo cacciato qualche animale, tra cui due conigli dall' aspetto sano e robusto ed una lepre molto giovane.

Mi fece molto piacere cibarmi di qualcosa di piú sostanzioso che occupasse maggior spazio rispetto a quello di cui c'eravamo nutriti il giorno prima, il brontolio e il fuoco ardente nel mio stomaco si spensero ai primi morsi.

Il sollievo mi attraversó la mente e il petto in un modo che non mi sarei mai aspettato.

Camminammo con passo altrettanto svelto e la giornata si estese e sparí rapidamente, quasi fulminea.

Ci furono pochissimi discorsi e, con una luna ben alta nel cielo, scivolammo nel sonno fino alla mattina seguente, che appena inizió fece ricominciare le lunghe camminate.

Piú avanzavamo e piú gli alberi diminuivano, fino al punto in cui ce n'era uno ogni tanto.

Riuscimmo a velocizzare il passo a tal punto che nel giro di poche ore, vidi le propaggini della città che avevamo cercato.

Nirvana.

Il quartier generale dei banditi era davanti a noi.

Sembrava una città sfarzosa giá da lontano, si intravedevano torri e case alte e... un castello, infondo ad essa, imponente come pochi.

Piú ci avvicinavamo e piú mi convincevo che, vestiti in questo modo, non saremmo passati affatto inosservati.

Soprattutto all' entrata ne fui ancora più convinto, persone semplici passavano per le strade con smoking e camice bianche, o, per le donne, vestiti lunghi e eleganti.

Per un attimo mi chiesi se andassero anche a letto in questo modo e, chissà, forse avevano pure le lenzuola di seta.

Beh, adesso capivo dove mettessero i profitti della vendita degli schiavi, nei vestiti, ovviamente.

-E ora?-

-Si vede che ho sempre evitato di osservare questo posto, non credevo che fossero arrivati a tanto- disse Morgan, innervosito.

Neanche lui prevedeva una cosa simile...

Altro che passare inosservati, sarebbe stato come andare davanti ad un assassino armato, alzare le mani e dirgli :'accoltellami'

Qualcosa dovevamo pur fare però, e l' idea di tornare indietro non era di certo molto gradita.

Non sapevamo nemmeno tanto bene dove avessero cacciato la nostra roba, l'unica cosa che potevamo fare era seguire il naso di Morgan e attraversare i vicoletti meno frequentati tra tutti.

Aspettammo in silenzio, andando a voti per decidere se entrare oppure trovare un altra soluzione 
-Chi vota per restare qui alzi la mano-

Si alzarono la mia, quella di Task e quella di Silver 
-Dici di sì per Gylnis, eh? - chiese Diana, ridacchiando

-Oh, sta zitta- sbottó il Fuoco-Sto votando sí perché ormai siamo qui, che senso ha tornare indietro dopo tutta la strada che abbiamo fatto per arrivarci?-

-Ammettilo che tieni a quella pegaso-

-Ne farei anche a meno- borbottó -É per Hurricane al massimo, di certo non per Gylnis-

-Beh, allora anche io voto sí- disse Diana

-Quattro per il sí e tre per il no-

-Ci andiamo quindi- dissi, tra il sollevato e l' incerto

-Sí, ma dobbiamo fare molta attenzione a nasconderci per bene-

Annuimmo tutti, anche se Nemes e Guy erano ben poco convinti di questa scelta, si vedeva da mezzo metro che quel posto non ispirava a nessuno dei due.

Alla fine, seguendo Morgan che avanzava tra le strade piccole e strette, probabilmente spinto ad avanzare dal fiuto, ci spingemmo ad avanzare nella città.
 

  
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