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Autore: ParoleNelCuore02    24/04/2017    1 recensioni
E se Sasori e Deidara riuscissero a costruire ciò che loro due non hanno mai avuto? Due terremoti a cui badare e tanto, tanto amore.
Piccoli momenti di vita auto-conclusivi.
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[Dal testo]
[...]Deidara accarezzò i capelli di entrambi [i piccoli] e poi si specchiò negli occhi cremisi del marito.
«Buonanotte.» gli sussurrò Sasori, mentre i titoli di coda [del film] illuminavano la stanza con bagliori variopinti.
[...] loro due e i loro bambini. Non avrebbero voluto nulla di diverso neppure tra un migliaio di anni.
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*Attenzione: lievissimi accenni mpreg!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Sorpresa | Coppie: Sasori/Deidara
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Tra mariti gelosi, castelli di sabbia e amorevoli salvataggi


Un venticello leggero risvegliò Sasori dal torpore del sonno. L'aria fresca del mattino soffiava dalla finestra della camera, lasciata aperta la sera prima per rinfrescare l'ambiente.
Il rosso sbatté piano le palpebre per riuscire a mettere a fuoco lo spazio circostante. Appena la sua vista registrò lo spettacolo meraviglioso che gli stava di fronte, a pochi centimetri dal suo viso, non poté fare a meno di sorridere: suo marito era sdraiato accanto a lui, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta.
L'uomo accarezzò piano quei fili biondi, beandosi della visione angelica del viso di Deidara. Sasori amava quei momenti: quelli in cui poteva vedere l'altro così...spensierato, con quell'innocenza fanciullesca dipinta sul volto che spesso, durante il giorno, veniva oscurata da preoccupazioni e doveri.
C'era una cosa, però, che il rosso amava ancora di più del volto di suo marito ed era una cosa di cui iniziava a sentire una terribile mancanza. Per rimediare si sporse leggermente e depositò il fantasma di un bacio su quelle labbra rosse terribilmente invitanti.
«Buongiorno, Amore» bisbigliò.
Il biondo si mosse e Sasori poté finalmente tuffarsi nel suo personale pezzo di cielo e tornare a respirare. E quando Deidara sorrise, quel cielo brillò, per poi oscurarsi un momento per permettergli di ricambiare il bacio.
«Buongiorno a te» sussurrò, ma solo dopo che il sapore delle labbra di Sasori era tornato a colmare le sue.
L'altro continuò ad accarezzargli i capelli, mentre Deidara si stringeva a lui, beandosi del silenzio e della pace che regnava in casa nelle prime ore del giorno.
«MARE! MARE! MARE!» urlò una vocetta eccitata.
Pace e silenzio? Come non detto.
Una chioma bionda comparve dalla porta e saltò sul lettone, continuando ad urlettare a raffica quell'unica parola.
Deidara provò a nascondersi sotto le coperte, per sfuggire a quella peste, mentre Sasori ridacchiava cercando di tirarlo fuori e contemporaneamente di non far cadere sua figlia dal letto.
Poco dopo un'altra piccola peste si unì alla sorella. «Male!» esclamò Mattia, con quel suo modo adorabile di pronunciare la r.
Il piccolo provò anche lui a salire sul materasso, con decisamente poco successo, quindi Deidara fu costretto ad uscire dal suo rifugio per aiutarlo.
A quel punto il lettone era stato invaso da due bimbi scatenati che pretendevano la loro giornata in spiaggia con davvero mooolta poca insistenza.
Il biondo guardò il marito con un broncio -che Sasori definì adorabile- per la sessione di coccole appena persa e il rosso non poté fare altro che baciarlo con un sorriso e dirottare i bambini in un'altra stanza con la scusa di: «Andiamo a prendere i costumi!».


Una piacevole brezza marina soffiava tra gli ombrelloni, dando sollievo ai poveri bagnanti che rischiavano di sciogliersi sotto il sole estivo.
Sasori sbuffò, scrollando l'asciugamano dalla sabbia che si era accumulata sopra.
«Dannata sabbia...» borbottò.
Qualcuno si avvicinò da dietro e gli prese la salvietta dalla mani.
«Così finisci per buttarti tutta la sabbia addosso.» lo riprese dolcemente Deidara.
Il biondo si mise col vento alle spalle e scrollò il telo, stendendolo poi sulla sdraio. Avevano preso un ombrellone in prima fila, per poter controllare meglio i bambini che giocavano a riva.
La giornata era bella, con un cielo senza nuvole; solo il mare era un po' mosso, increspato da qualche onda.
«Mi potresti spalmare la crema sulla schiena, per favore.» gli chiese Deidara «Se non metto un po' si protezione rischio di diventare un'aragosta....».
«Bleah, no!» gli rispose Sasori disgustato «Se ti metto le crema poi mi rimane appiccicata tutta la sabbia.» concluse irremovibile, mentre si sdraiava all'ombra.
Deidara rimase senza parole per un momento, non aspettandosi quella reazione, ma poi sul suo viso comparve un sorriso pericoloso che, per sua sfortuna, Sasori non vide.
«Sai,» cominciò il biondo con finto disinteresse «hai ragione: la sabbia è proprio fastidiosa, però a me la crema serve davvero...» fece una pausa ad affetto, sbirciando di sottecchi suo marito, per studiarne la reazione. «Forse dovrei chiedere a qual bagnino laggiù...» continuò. Sasori a quel punto si irrigidì. «Dopotutto il suo compito è proteggermi, giusto?» chiese retorico il biondo, continuando la sua farsa «E a me il sole fa proprio male... Sì, credo che andrò da lui a farmi mettere la crema.».
Il biondo a quel punto frugò nella sacca alla ricerca del tubetto, ma non fece a tempo a tirarlo fuori che una ferrea presa glielo strappò di mano.
«Dà qua.» disse Sasori perentorio «Quel bagnino non sarà neppure in grado di allacciarsi le scarpe. Meglio che faccia io.».
Deidara allora si morse il labbro per nascondere il sorriso vittorioso che gli stava nascendo.
Il rosso iniziò a spalmare la crema con un leggero massaggio, senza però smettere di borbottare insulti rivolti al povero ignaro bagnino.
A quel punto Deidara non riuscì più a trattenersi e ridacchiò sommessamente, per poi voltarsi a guardare suo marito con occhi pieni di Ti amo.
«Amore,» disse il biondo «perché non ti giri a guardare il nostro bagnino.» lo invitò.
Con riluttanza, Sasori si voltò e sgranò gli occhi: la postazione di avvistamento era occupata da... una ragazza. Sì, carina, ma decisamente non il genere di Deidara.
«Quindi...tu...cosa?» balbettò confuso, tornando a guardare il biondo.
Deidara ridacchiò, per poi voltarsi del tutto e sedersi sulla sdraio senza mai staccare gli occhi dalle iridi cremisi di suo marito.
«Amore, tu sei il mio mondo.» esordì serio «Tu e quelle due creature siete tutta la mia vita e l'unico uomo di cui puoi essere geloso è Mattia.» concluse osservando con un sorriso il figlio che raccoglieva conchiglie sul bagnasciuga.
Sasori lo fissò un momento, per poi fiondarsi sulle sue labbra, spinto dal solo bisogno di annullare le distanze.


«Credi sia il caso di richiamare i bambini?» mormorò Deidara con il naso affondato nella maglietta di Sasori che stava usando come cuscino.
Il rosso si tirò a sedere e portò gli occhiali da sole sulla testa. Guardò per qualche minuto Chiara e Mattia che riempivano un secchiello di sabbia per fare l'ultima torre del loro castello.
«Nah, mancano ancora le mura. Credo che la fortezza sarà pronta all'assalto del "gigante Mattia" solo tra una mezz'oretta.».
Deidara lo affiancò, osservando la costruzione di sabbia con un pizzico di orgoglio. «Tu dici?» chiese pensieroso il biondo, immaginandosi suo figlio saltare felice sulle rovine di quel povero castello. Dopodiché sorrise guardando il marito. «Sono bellissimi, vero?» - «Sì, lo sono» confermò Sasori, perdendosi in quei piccoli pezzi di cielo che brillavano di gioia.


A Mattia era piaciuta tanto quella giornata al mare: aveva fatto il bagno con papà Saso, mangiato il ghiacciolo che gli aveva comprato papà Tei e raccolto tante conchiglie con Chiara.
Poi aveva iniziato a fare il castello di sabbia con lei, ma lui era piccolo, quindi la aiutava solo a fare le torri e a mettere le conchiglie.
Adesso lei stava facendo il fiume che gira sempre intorno ai castelli e Mattia non capisce perché non se ne va da qualche altra parte: a lui fa sempre male la testa quando fa il girotondo. Boh!
Guarda nel setaccio, ma le conchiglie e i sassolini colorati sono finiti, perché li ha già messi tutti sulle torri e quindi si sta annoiando.
Ad un tratto vede l'annaffiatoio rosso lì vicino, così decide che se Chiara fa il fiume, lui può metterci l'acqua!
Prende il giocattolo e corre verso la riva. Quando l'acqua gli arriva alle ginocchia si abbassa per poterne prendere un po', ma le onde muovono tutta la sabbia e l'acqua è tutta scura. Lui vuole che il suo fiume sia azzurro, non marrone!
Mattia si guarda intorno e vede che poco più avanti, giusto due o tre passi, l'acqua è tutta blu e azzurra. Il bimbo batte le mani felice, perché quello è proprio il colore che vuole che abbia il suo fiume.
Un passo. Due passi. Tre pas... Ma dov'è la sabbia?

Il fondale sparisce e l'acqua diventa troppo alta per lui che non sa ancora nuotare.
E così, con un urletto terrorizzato, Mattia cade e affonda in quel blu che sembra infinito.


Un urlo. Un urlo che conosceva fin troppo bene. Un urlo che ricollegò a capelli cremisi e a due occhi identici ai suoi.
Poi un nome. «MATTIA!» gridò Chiara terrorizzata.
Deidara sentì le sue gambe muoversi prima ancora di aver dato il comando al cervello. Arrivò accanto a sua figlia e la prese per le spalle.
«Chiara, dov'è tuo fratello?» le chiese cercando di essere il più tranquillo possibile per non spaventarla ulteriormente. Sasori era accanto a lui.
La bambina pianse indicando l'acqua e disse qualcosa sull'annaffiatoio e il fossato del castello di sabbia.
Sasori posò una mano sul braccio del marito e gli rivolse uno sguardo carico di andrà tutto bene... te lo riporto... stai tranquillo.
Durò un attimo e poi corse, tuffandosi nella buca dove avevano visto sparire Mattia.
Deidara osservò ogni centimetro della superficie dell'acqua, mentre stringeva a sé Chiara, come se avesse paura di vedere svanire anche lei. I secondi sembravano non passare mai.
Cinque... dieci... quindici...
E poi due teste rispuntarono. Sasori teneva in braccio Mattia che non voleva saperne di aprire gli occhi.
Corse verso la spiaggia e lo depositò sul bagnasciuga. Deidara gli fece appoggiare la testa sulle sue ginocchia e gli accarezzò i capelli gocciolanti, mentre guardava Sasori che sorrise per tranquillizzarlo.
«Ehi, Fagiolino...» sussurrò Chiara, seduta lì accanto. Il bimbo aprì gli occhi tossendo e sputando un po' d'acqua. Quando si mise a sedere si guardò intorno, per poi buttarsi in lacrime tra le braccia di papà Dei che lo strinse forte.
«Shh, amore.» lo cullò Deidara «È tutto finito. Shh...». Quando il bambino si smise di singhiozzare, lo fece staccare dal suo collo e lo guardò: le guance erano rosse e gli occhietti gonfi di lacrime. Gli diede un bacino sul naso. «Ehi Funghetto, perché non dai un bacio a papà Saso che ti è venuto a prendere?» gli propose.
Il bimbo si staccò dal collo del papà, per poi fiondarsi su quello dell'altro e riempirlo di baci. Chiara lo avvolse come un salame nell'asciugamano e lo abbracciò forte forte.
«Torniamo a casa, va bene?» suggerì Deidara, mentre si incamminava verso l'ombrellone. Lui stesso rivestì Mattia e poi lo prese in braccio, deciso a non mollarlo più.



Deidara era in piedi, al buio, lo sguardo fisso verso quel lettino dove, infagottato nelle coperte, dormiva una della cose più importanti della sua vita. Gli tremavano le mani e nella sua testa vedeva solo una distesa d'acqua che inghiottiva suo figlio per sempre.
Poi un tocco gli fece spalancare gli occhi. Delle dita gli sfiorarono il braccio e si intrecciarono alle sue. La mano smise di tremare e il suo intero corpo cedette.
Come un automa si fece guidare fuori da quella stanza e poi nel corridoio, fino alla camera matrimoniale. La porta si chiuse alle sue spalle e lui si abbandonò completamente a Sasori che lo inglobò tra le sue braccia. Rimasero così, con Deidara che tremava e Sasori che gli accarezzava i capelli, le labbra poggiate contro la sua fronte.
«È al sicuro, amore, tranquillo.» sussurrò Sasori «Niente potrà mai fargli del male. È al sicuro...Siete al sicuro.» e detto questo, suggellò il tutto con un bacio carico di tutti i sentimenti di quella giornata e di tante promesse per il futuro.
Solo a quel punto Deidara si tranquillizzò. Si mise a letto e appoggiò la testa sul petto di suo marito ascoltando il battito regolare che risuonava sotto la pelle.
Sicuro che, finché quel cuore avesse continuato a battere, niente avrebbe potuto toccare la loro piccola e bellissima famiglia.




  
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