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Autore: Never_alone20206    24/04/2017    5 recensioni
Rin Yoshida, ragazza ventenne, orfana e sorella di due fratelli pasticcioni, passa la sua vita a lavorare come cameriera per arrivare a fine mese. Cosa succederà quando un giorno, nel ristorante in cui lavora, si presenta Sesshomaru Taisho, uno degli uomini più ricchi del Giappone, che durante un'appuntamento con Kagura Yamamoto, organizzato dalla madre, dichiara di essere già impegnato con lei e la bacia ?
Rin si ritroverà costretta ad accettare la proposta di Izayoi Taisho, madre di Sesshomaru, di ammagliare e sposare il figlio in cambio di denaro per suo fratello maggiore, il quale rischia di essere ucciso a causa dei debiti.
Tratto dal prologo:
Ho la sensazione di aver preso un palo in pieno e che questo sia uno dei miei tanti sogni che riguardano Taisho, senza, ovviamente, la parte erotica.
Aspettate, da quando ci frequentavamo? E perché si stava alzando? E perché si sta avvicinando? E perché mi stava prendendo il viso fra le sue fantastiche mani? E perché il suo volto privo di imperfezioni era così vicino al mio? E perché l'uomo più desiderato di tutto il Giappone mi stava baciando?
Cosa diavolo stava succedendo?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Signor Akio, ve l’ho già detto. Ci dia ancora due giorni”
“Yoshida, mi sono stufato, ogni mese è sempre la stessa storia”

Questa non era altro che la solita conversazione di fine mese. Vi starete domandando il perché e il significato di ''sempre la stessa storia”. E come biasimarvi? Io stessa avevo smesso di comprendere la situazione in cui mi trovavo, ormai, da mesi. Il signor Akio non era che il proprietario dell’alloggio abitato da me e dai miei due fratelli. Ci eravamo trasferiti un anno fa, dopo la morte di nostra madre. Ad sincera, ma proprio sincera, la vita che stavo conducendo in questo momento era lontana da quella che desideravo. Non mi sarei mai aspettata di lasciare i miei studi a favore del lavoro. Nonostante io non sia la più grande, ero sempre stata l'unica a portare soldi in casa. Non mi ero nemmeno mai aspettata di faticare per arrivare a fine mese e sentire, di conseguenza, sempre le stesse lamentele. Ma eccomi qua, in ritardo a lavoro, mentre mi ritrovo a discutere con il signor Akio.

“ Come se non bastasse vedo ogni giorno quel furfante e scansafatiche di tuo fratello a giocare a quei stupidi giochi d’azzardo”

Portarmi una mano verso la fronte diventò, da tempo, un gesto involontario per mostrare il mio imbarazzo. Nonostante Haru fosse il maggiore, finiva sempre per cacciarsi nei guai. E indovinate a chi toccava tirarlo fuori ? Ovviamente alla povera sottoscritta.

“Signor Akio, mi dispiace tanto. Oggi parlerò col capo e gli chiederò di anticiparmi una parte di stipendio “

Sputai tutte le parole velocemente e iniziai a correre per prendere il pullman, rischiai anche di perdere la vita nel frattempo. Essere maldestra faceva parte dei miei pregi, praticamente, da quando ero nata.

“Sei avvisata Yoshida, ti lascio due giorni. Non di più “

Ero sicura il signor Harada mi avrebbe uccisa questa volta, essere licenziata sarebbe stato il minimo. Correre con i tacchi  in confronto alle discussioni con il signor Akio era diventato un gioco da ragazzi. Cavolo ,cavolo,CAVOLO! Il pullman stava arrivando. Stavo perdendo l'unico mezzo che avrebbe potuto assicurarmi la salvezza. Essere licenziata equivaleva a non pagare l'affitto.
Dai Rin, ancora un po', corri.

“Sì ,i-io ...ci sono “

Le mie parole furono sputate fuori in un sibilo, rilasciai un lungo sospiro mentre mi appoggiavo con una mano alle porte appena aperte e l'altra sul ginocchio sinistro.

“Yoshida, anche oggi di corsa?“

Guardai com gentilezza Zero, l'autista del quartiere.

“Come al solito “

Dopo essere riuscita a salire gli scalini senza morire, mi accomodai sulla prima che riuscì a vedere. Questa giornata mi sapeva di disastro.

***************

“Sei in ritardo di nuovo Yoshida, che dovrei fare con te ? “

Il mio sforzo si dimostrò inutile. Harada si stava arrabbiando di nuovo e adesso la sua vena sulla fronte rischiava di scoppiare solo e unicamente per colpa mia.

“Mi dispiace, non succederà più”

Potevo giurare di aver visto del fumo uscire dalle sue narici, la mia immaginazione era sempre stata inquietante, ma questa volta mi stupì. Mi invitò con un cenno a cambiarmi, anche oggi me l’ero scampata per un pelo. I camerini erano vuoti e freddi. Appena finì di indossare il grembiule mi affrettai a farmi una bella coda lasciando, però, qualche ciuffo qua e là a ricadermi lungo il volto.
Prima di uscire dalla stanza mi guardai allo specchio, non potevo fare a meno di notare la mia somiglianza con un polipo. Appena chiusa la porta percepì un'aura maligna dietro di me che mi fece rimanere intirizzita.

“Rin ,ma dove ti sei cacciata fino ad adesso? Mi dovevi aiutare a preparare il tavolo per il cliente speciale”

Mi voltai a rallentatore trovandomi di fronte una piccola e minuta Natsume con un'espressione alterata e rossa. Solitamente aveva un aspetto angelico, anche se, in questo momento, potevo giurare che quelle a posto capelli fossero serpi. Lei fu la prima persona in assoluto che io avevo conosciuto in questo ristorante, la prima con con la quale ero riuscita a comunicare e a stringere amicizia.

“Scusami Natsume, ho litigato per l'ennesima volta con il signor Akio “

Sospirai scocciata.

“Ancora il vecchio ? Ma quando si opera quella verruca e quel neo colmo di peli ? “

La sua espressione disgustata mi fece quasi ridere, ma preferì evitare.

“Evitiamo questo argomento, è nauseante”

“Bene, allora finisci di portare le posate e i bicchieri, mancano solo questi”

Mi indicò la porta e io iniziai a darmi da fare. La sala era piena come al suo solito. Questo voleva direi che avrei dovuto, necessariamente, ma citare di rompere o distruggere qualsiasi oggetto. Lo speravo con tutta me stessa.
Portai il carrello che Natsume mi aveva consegnato amorevolmente attimi prima prestando attenzione anche al minimo spostamento d'aria. Sul tavolo trovai un vino eccessivamente caro che, magari vendendo un organo, sarei riuscita a permettermi. A quanto pare il nostro "cliente speciale" era qualcuno di molto importante, altrimenti non mi spiegavo l’agitazione della mia collega.

“Pssstt...ehi tu”

Mi guardai attorno spaventata, intenta a comprendere l'origine di quel sussurro, non trovandoci però nessuno. Oh Kami! Ora sentivo pure le voci.

“Ehi tu, ragazzina “

Mi sentì chiamare di nuovo. Okey, o stavo morendo o avevo ingerito qualcosa di scaduto sta mattina a colazione .

“Per tutti i santi, sono qua “

Finalmente riuscì a comprendere che la fonte di quella voce fosse una persona fatta di carne e di ossa.
Si trattava precisamente di una donna seduta a due tavoli dalla finestra. E non di una qualsiasi donna! Ma di Izayoi Taisho, madre del stimato Sesshomaru Taisho, nonché uno degli uomini più ricchi del intero Giappone. Grazie alle mie capacità da stalker l’avevo riconosciuta, direi, in fretta. Sesshomaru Taisho era stato nominato l'uomo più bello e desiderato di tutto il paese, inoltre era ben noto quanto amasse divertirsi, in particolare con le modelle. Nonostante i suoi venticinque anni non si era mai mostrato insieme ad "una fidanzata" ufficiale.

“M-mi dica “

Mi ritrovai a proferire ogni sillaba come se fossi stata appena risvegliata da un sogno.

“Ascoltami bene “

Aveva metà viso celato dietro al menù e uno sguardo, assottigliato, che faceva paura.

“Mio figlio sta per arrivare, desidero che questo pranzo proceda al meglio, intesi? E' molto importante. Devo fidanzarlo e, se qualcosa dovesse andare storto, tu perderai il tuo posto di lavoro”

Non ebbi neanche il tempo di rispondere, fui interrotta molto prima da  un’agitata Natsume.

“Rin, muoviti, sono arrivati”

Ero leggermente scossa, in uno stato di visibile  di confusione. Da ubriaca me la sarei cavata decisamente meglio. Natsume, notando la mia fulminea trasformazione in un’ameba, mi spostò di lato, finendo di apparecchiare.
Izayoi Taisho mi stava ignorando come se la conversazione avuta prima fosse stata solo il frutto della mia immaginazione. Sbaglio o si trovava qua per spiare il figlio? Però ... era così bella. Il viso pallido dotato di lineamenti fini incorniciato da lunghi e neri capelli mi metteva quasi a disagio per la sua dolcezza apparente. Gli occhi del medesimo colore avevano un taglio felino, mentre le labbra rosse e carnose sembravano essere in sintonia con il naso fine e all'insù. Per non parlare delle folte ciglia.

“Benvenuti signorino Taisho e signorina Yamamoto “

Mi ritrovai catapultata nella realtà grazie alla deliziosa e tesa voce di Nastume, che non faceva altro che strozzarmi con lo sguardo. Dopo un piccolo inchino mi ritirai in cucina, imbarazzata. Immersa forse un po' troppo nei miei pensieri, avevo trascurato l'arrivo del mio amato.
Dopo la colora accoglienza di Natusme decisi di portare lo stappa bottiglie. Da vicino, era ancora più bello. 

I capelli così lunghi e marmorei sembravano seta, mente i suoi occhi dorati mi parevano oro puro. Non riuscì a non fissami sulle sue meravigliose labbra, così morbide a guardarle, così sensuali, così ... smettila Rin! Muovi il sedere e vai ad aprire quella bottiglia.
Tutte le persone attorno mantenevano gli occhi fissi sulla sua figura, o meglio, tutte le donne ad essere precisa.

“Bene, io mi ritiro per portare i piatti. Rin, versa del vino “

Oh, avrei versato volentieri del vino, ma in testa a quella vipera della Yamamoto. Erano varie settimane che si stimava una relazione fra i due, ma io non riuscivo ad accettarlo. LUI ERA MIO . I miei poster in camera lo dimostravano.

“Beh Sesshomaru, che ne pensi della nostra presupposta relazione?”

Non riuscì fare a meno di attendere la risposta a mia volta. Versai lentamente il vino, curiosa di sapere di più.

“Nulla “

La risposta secca mi fece salire un brivido lungo la schiena. La sua voce era così...fredda. Non esprimeva alcuna emozione. Se avessi avuto gli occhi chiusi avrei immaginato di trovarmi vicino ad un ghiacciaio.
Lo scrutai per due secondi, giusto il tempo per osservare la sua posizione sulla sedia. Braccia incrociate al petto e sguardo annoiato. Indossava un paio di pantaloni grigi e una maglia bianca che mettevano in mostra il fisico da Adone che si ritrovava.

“Direi che possiamo rendere felici tutti “

Il sorriso malizioso di Kagura Yamamoto mi irritò più del dovuto.

 “Ovviamente, a meno che tu non abbia già qualcuno”

In entrambi i casi io sarei rimasta sempre, è solo, con dei bellissimi poster attaccati all’armadio.

“In realtà sì”

La saliva quasi mi andò di traverso, Kagura stava per perdere i sensi, credo per la sorpresa e Izayoi sicuramente stava bestemmiando. 

“Chi ? “

Notai l’arrivo di Natsume di lato a me, mi stava osservando preoccupata. Ecco, forse ero troppo partecipe in questa conversazione.

“Rin tesoro, aspettavo un tuo saluto, non stare in disparte “

Le parole del playboy mi risuonarono nel timpano manco fossero una videocassetta rotta.

“CHE COSA?”
...

...

...

...

Tralasciando il coro delle due donne, stavo assolutamente per svenire, e non era a causa di un calo di zuccheri.
SESSHOMARU TAISHO, IL DIO DEL SESSO, AVEVA APPENA DETTO CHE SI STAVA FREQUENTANDO CON ME!!!
Improvvisamente ebbi la sensazione di aver preso un palo in pieno e che questo fosse uno dei miei soliti sogni erotici su Taisho. Aspettate...da quanto è che ci frequentavamo? E perché si stava alzando? E perché si stava avvicinando? E perché mi stava prendendo il viso fra le sue fantastiche mani? E perché il suo volto privo di imperfezioni era così vicino al mio ? E perché l'uomo più desiderato di tutto il Giappone mi stava baciando ? 
Cosa diavolo stava succedendo ?


Angolo autore : Irroratemi con le vostre recensioni, voi che avete avuto la pazienza per leggere un capitolo del genere. Eh niente, ho provato a correggere un po’ il capitolo e fortunatamente mi sembra più decente. Kissini a tutti voi che mi seguite, vi ringrazio molto.

   
 
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