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Autore: La Setta Aster    24/04/2017    1 recensioni
Su un pianeta dove la legge è dettata dalla mano più veloce ad estrarre un revolver laser... Un gruppo di coraggiosi eroi affronta il deserto marziano in cerca di vendetta, denaro, donne, denaro, dinamite termica, denaro, e per finire: DENARO! Scopriranno loro stessi cavalcando cavalli elettrici dalla regione di Cydonia alla città di Ma'Adim, facendo esplodere tutto ciò che non gli va a genio.
La Krypteia productions è orgogliosa di presentare...
...John Malkovich, Shia LaBeuf, Zoe Saldana...
C'ERA UNA VOLTA SU MARTE
Genere: Azione, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quali erano state le parole di Mark, durante la festa di liberazione di Suq?

“non c’è tempo: il mezzodì ormai è giunto, ma abbiamo un pomeriggio per fare ancora qualcosa per la nostra causa:” Cobra, Mat e Blacky ascoltavano attenti “c’è un treno che passa a pochi chilometri da qui, seguendo i binari gravitazionali che costeggiano il Canyon” mostrò loro un ologramma del mezzo e del suo itinerario “voglio che ve ne impossessiate o che lo distruggiate”

“che cosa trasporta?” domandò Cobra.

“armi” rispose Stirling “dopo il vostro colpo a Yakhim, Ma’Adim ha richiesto armi e truppe dalla Terra. Mentre voi pensate al treno, noi prepariamo l’attacco allo spazioporto di Pyreus, da dove arrivano i rifornimenti per l’esercito degli Earthlings”

E così fu: Cobra, indossando dei nuovi occhiali da sole in stile steampunk tondi, capitanava la sua squadra, sfrecciando a bordo della sua Dakota, con fierezza e uno strano solco lungo il viso, come una specie di sorriso. Alle sue spalle, a bordo di anonime moto gravitazionali, lo seguivano l’audace Mat, Blacky detta “L’Angelo Nero di Cydonia”, e l’agguerrita Robin, coi capelli rubizzi che sferzavano il vento. Il turbine rosso preannunciava l’arrivo dei “Cavalieri di Cydonia”, come li si donava chiamare. Questo il pilota del treno lo sapeva, per questo ordinò di armarsi e di prepararsi alla battaglia. I soldati presero posizione: quattro sul tetto di ogni vagone, pronti a fare fuoco. Ma l’inarrestabile cavalcata dei nostri eroi non avrebbe sentito ragioni: quel treno sarebbe caduto. Il verme d’acciaio scivolava nel deserto, fluttuando su rotaie d’argento, sfruttando il magnetismo. Mancavano diversi chilometri al Canyon, poi lo avrebbe costeggiato fino a Ma’Adim. Sebbene in movimento, Mat non ebbe difficoltà a centrare tre delle quattro sentinelle che sorvegliavano l’ultimo vagone. Quando il terzo volò giù dal treno strillando come si sentiva fare solo nei vecchi film, fu dato l’ordine di ritirarsi all’interno del treno. Così, senza bisogno di rallentare né fermarsi, Cobra accostò di fianco ad una rampa posta come chiusura del treno. Senza difficoltà alcuna, i quattro cavalieri dell’apocalisse furono sulla rampa. Blacky sapeva cosa fare: col suo raggio, protetto dal guanto, tagliò i cardini della porta di ferro, poi Mat la sfondò con un calcio, subito prima che Cobra e Robin facessero irruzione sparando a raffica. Erano una catena di montaggio della morte, questo probabilmente era il l’appellativo con il quale erano noti presso le truppe degli Earthlings. Non fu difficile conquistare il primo vagone, ma per il secondo non avrebbero usato la stessa strategia. Pareva esserci una tale sintonia, tra i quattro, una tale intesa, che senza nemmeno consultarsi capirono qual era la mossa da fare: si arrampicarono lungo i fianchi del secondo vagone, sfondando le finestre ed entrando col fuoco spianato, facendo strage di chiunque vi fosse all’interno. Per il terzo vagone, invece, sbucarono dai boccaporti superiori, passando dal tetto del vagone. Nemmeno in quel caso ci fu una resistenza capace di creare problemi ai nostri eroi. Quasi per farsi beffe dei soldati Earthlings, quando giunsero al vagone della cucina, lasciarono in vita il cuoco e lo costrinsero a cucinar loro un buon pasto, con l’attenta supervisione di Robin, che si accertava che nel cibo non ci fosse qualche tipo di veleno. Comunque sia, fecero assaggiare le pietanze al cuoco, prima. Dopo aver scaraventato il cuoco fuori bordo avvolto – anzi, legato – in un materasso morbido, si sedettero comodamente ad un tavolo, il più elegante, a fianco ad un finestrino, e presero a mangiare e bere, atteggiandosi come principi.

“signori, debbo proprio convenire che i nostri nobili avversari sono stati alquanto deludenti” commentò Cobra, imitando l’accento e il tono di un nobile terrestre.

“suvvia, collega, questo pranzo è offerto dagli Earthlings, dovremmo ringraziargli e lasciare la mancia” disse Blacky “la mancia” ripeté, mostrando una candelotto di dinamite.

Robin scoppiò a ridere, e bevve un altro sorso di vino rosso “devo ammettere che con voi ci si diverte! Non avrei mai creduto di ridere tanto durante una battaglia”

“vieni più spesso con noi, allora!” la invitò Mat.

Lo avesse detto solo pochi giorni prima, Blacky lo avrebbe fulminato con lo sguardo, ma ora invece ne sarebbe stata felice.

“ormai sei parte della squadra, Robin, non ti liberi di noi!” ammiccò la ragazza ambrata.

Un gruppo di Earthlings, a quel punto, sfondò una porta e fece irruzione nel vagone ristorante, sperando di liberarsi dei Cavalieri di Cydonia. Nemmeno si riuscì a capire chi cadde per mano di chi: tutti furono messi fuori gioco in un turbinio di laser. Cobra nemmeno smise di bere, né si alzò: fece fuoco dondolandosi sulla sedia e bevendo il suo scotch. Conclusa la sparatoria, con la massima calma proseguirono. Il prossimo vagone vedeva una mitragliatrice a fare da guardia sul tetto. Era ben protetta da altri soldati e da un campo di forze, una cupola che lasciava uscire i proiettili laser, ma non li lasciava entrare. Ma nessuno si preoccupava di badare all’interno del vagone.

“poveri scemi!” disse Mat, mentre apriva la porta agli altri.

Cobra entrò per primo, ringraziandolo cordialmente abbassandosi il cappello e sorridendogli come se fosse la più famosa dama del più rinomato bordello di Ma’Adim. Blacky fece un inchino da perfetta principessa. Robin, invece, si posò due dita sulle labbra, le baciò, e poi soffiò quel bacio verso il ragazzo, che rimase piacevolmente rimbambito. Entrarono indisturbati, e giunsero perfettamente sotto al campo di forza, dove una gentilissima grata consentiva persino di mirare con diligente cura ai gioielli di famiglia del malcapitato mitragliere. Cobra preparò il colpo e puntò, ma Blacky gli fermò la mano. Il pistolero temette subito che la ragazza avesse riconosciuto in lui un vecchio amico: questo avrebbe senz’altro rovinato una bella giornata passata a sparare e scherzare tra amici, come non gli capitava da … Anzi, mai gli era capitato! Non si era mai divertito tanto, e pensò che era meglio tardi che mai. I suoi timori si trasformarono in una risata maligna, quando la ragazza mostrò che il generatore del campo di forza era proprio di fianco al mitragliere, ed era raggiungibile attraverso la grata. Cobra capì immediatamente le intenzioni della sadica fanciulla dalla pelle color mogano. Facendo il massimo silenzio, fece passare un dito bionico – dopo essersi levata il guanto – attraverso una delle fessure, dopodiché lo allungò come fosse un cannocchiale telescopico. Si mordeva la punta della lingua con le labbra, facendole fare capolino fuori dalla bocca come una timida marmotta squamosa dalla sua tana nelle praterie di erba arancione, più a nord. Un filo laser fuoriuscì dall’estremità del dito bionico di Blacky, subito seguito da un risolino ritenuto.

“sì!” esclamò tra i denti, ridendo.

Era il momento: Cobra uscì alla scoperto con le mani in alto, senza le sue pistole.

“mi arrendo” disse, salendo sul tetto del vagone “sono stanco di fuggire e di uccidere”

Dagli Earthlings giunse una risata “mi dispiace, ma la tua testa vale troppo!” disse il mitragliere. Fece fuoco subito dopo, ma non avrebbe mai potuto immaginare che Blacky avesse invertito la direzionalità dello scudo, trattenendo i proiettili in uscita, e lasciando passare quelli in entrata: l’intero campo di forze si trasformò in una accecante trottola di laser, pareva l’interno di una discoteca! Quando Blacky disattivò del tutto il campo di forza, del mitragliere non rimase che un cumulo di cenere bene ordinato. Nel frattempo, Robin e Mat avevano eliminato gli altri soldati. La loro avanzata proseguì senza intoppi finché non poterono esclamare “il prossimo vagone è la locomotiva!”.

Ricordava vagamente i vecchi vagoni terrestri in uso nell’antichità, e si parla del diciannovesimo secolo, praticamente l’età della pietra! Posto sul muso, aveva una grossa costruzione a delta in acciaio, dalla quale spuntavano aculei appuntiti, e occorreva per falciare persone, veicoli, rocce, grosse statue in bronzo di qualche dittatore… insomma, tutto ciò che si trovasse a portata. Al posto del camino, vi era un mortaio di forma del tutto simile a quella dei suddetti camini.

I nostri eroi erano tutti radunati davanti al portello della locomotiva. Cobra urlò “esci, macchinista, tu non c’entri niente con questa storia, ti diamo la possibilità di fuggire!”

Dall’interno, si udì una voce profonda e cavernosa “se vuoi le cose fatte bene, fattele da solo”. Dopo queste parole, un gran frastuono e il suono di pesanti passi preannunciavano … Beh, nulla di buono.

ANGOLO DEI REGISTI:
Dopo una interminabile assenza, la Setta torna, e vi porta in treno insieme ai nostri eroi, Cobra, Blacky, Mat e, ultima arrivata ma non ultima, la rossa Robin! Ridendo e sterminando, i Cavalieri di Cydonia (questo capitolo è da leggere rigorosamente ascoltando Knights of Cydonia dei MUSE! ndHanck) si fanno strada attraverso le difese del treno, fino a giungere alla locomotiva.

Nella prossima puntata: 

“e va bene, la giornata non è ancora finita, e purtroppo non ci pagano ad ore, quindi fate andare i culetti, gente!” spronò Cobra.
 
  
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