Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Fox2_Fox    24/04/2017    4 recensioni
«È così triste.» la voce di L gli arriva forte alle orecchie, troppo forte. Light sussulta. «Tra poco dovremo dirci addio.»
***
Un what if?/missing moment un po' depresso del dialogo post-tetto dell'episodio 25, "Silenzio".
Perché tutti, almeno una volta, ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se quel maledetto telefonino non avesse squillato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ghiaccio secco

Essendo la mia prima storia con contenuti semi-espliciti ogni critica è ben accetta, quindi, se vi va, mandatemi anche un messaggio privato semplice semplice, giusto per aiutarmi a migliorare.
Detto questo, buona lettura!
***

Era come se l’aria fosse pregna di quei fulmini che illuminavano il cielo grigio di quel giorno. Quello stesso cielo che piangeva, in quel momento. Piangeva gocce calde fatte d’acqua vischiosa. Piangeva gocce amare, come se sapesse di tutte le parole non dette che vi erano tra i due, come se sapesse dei sussurri che si erano scambiati nelle notti buie e silenziose, come se sapesse dei sospiri che avevano condiviso, di tutti i momenti in cui si erano cercati l’uno con l’altro, spaventati dall’oscurità che li circondava e soffocava come una morsa d’acciaio.
Si guardavano e i fulmini saettavano dagli occhi di Ryuzaki a quelli di Light.
Hanno amato il contatto della pelle dell’altro e ne hanno goduto finché hanno potuto, ma ora pare che tra loro, oltre alle scintille che lentamente stanno morendo, sia rimasto solo ghiaccio. Ghiaccio secco, talmente freddo da scottare la pelle degli uomini mortali, talmente freddo da scottarli e talmente freddo da riempire l’aria di un gas tossico quasi come le scintille che una volta brillavano intense quando si sfioravano.
Piccole perle d’acqua cadono sulla pelle di Light, quella pelle che Ryuzaki si è impegnato tanto ad asciugare.
«Sei ancora bagnato.»
Il moro si china, l’asciugamano nella mano destra, e carezza il viso del corvino con questo, per asciugarlo, si ripete, solo per asciugarlo. No, non sta cercando un ultimo contatto con lui, con la pelle del suo viso che, durante quelle notti proibite, si è divertito a baciare e vezzeggiare. No, non sta cercando di dimostrare a Ryuzaki, e a sé stesso, che tra di loro c’è ancora qualcosa, oltre al ghiaccio.
Esita solo un momento per poi ritrarre il braccio. L alza lo sguardo su di lui, solo per un momento. Si sono ridotti così, ormai, a scambiarsi momenti fugaci e cercare appigli di falsa gioia.
«Grazie, Light.»
Nessuna risposta.
Il corvino torna a dedicarsi con impegno al suo lavoro mentre tra loro regna il silenzio più assoluto, e Light lo guarda. Guarda le sua mani leste muoversi, guarda i suoi polpastrelli morbidi affondargli nella carne come hanno già fatto tante volte, guarda la pelle bianca di Ryuzaki che sfiora la sua, solo un poco più scura, e desidera che quel momento non finisca mai, che il tempo si dilati all’infinito e continui a ritorcersi su sé stesso e desidera di poter restare bloccato per sempre nell’eternità di quell’attimo in cui nulla esiste oltre a loro due.

«È così triste.» la voce di L gli arriva forte alle orecchie, troppo forte. Light sussulta. «Tra poco dovremo dirci addio.» Light chiude gli occhi, come incapace di guardarlo, schiude le labbra senza riuscire però ad emettere un suono.
Poi piega il capo in avanti e con le dita affusolate solleva il capo di L. Vuole solo guardarlo, guardarlo negli occhi e perdervisi dentro, guardarlo negli occhi e dimenticare il mondo. È il corvino a sporgersi in avanti quel tanto che basta per far sfiorare i loro nasi e combaciare le loro labbra.
Contatto.
Quella è l’unica cosa a cui Light riesce a pensare. Al contatto tra le loro labbra gelide e bagnate dalla pioggia.
Light lo bacia e lo attira verso di sé poiché è quasi certo che l’altro abbia preso l’iniziativa solo per il disperato bisogno che leggeva nei suoi occhi.
Ryuzaki è così freddo, così distante, così vuoto in quel momento che Light non riesce ad impedire che una grossa lacrima salata sfugga ai suoi occhi appannati e vada a rigargli il viso già umido di pioggia.
E Light non sa come, ma Ryuzaki pare accorgersene. Si protende contro di lui, con slancio e, per un attimo, a Light pare che la scintilla si stia rianimando. Schiude le labbra accogliendo il calore del compagno, scacciando il freddo e permettendo al ghiaccio di rompersi, per l’ultima volta.
L gli è sopra, e Light lo attira a sé per i capelli e, mentre se lo stringe addosso, mentre si scambiano baci appassionati lì dove tutti potrebbero vederli, spera egoisticamente di riuscire a rubargli l’anima e infonderla nel proprio essere, solo per averlo sempre accanto, solo per impedirgli di abbandonarlo per sempre, solo per negare il futuro crudele che lui stesso, in quanto Dio, ha creato per loro.
Si strofinano l’uno contro l’altro e i palmi di Ryuzaki scorrono lungo i fianchi di Light, solo la maglia zuppa a separarli dalla pelle. E i baci diventano morsi mentre i corpi dei due aderiscono e si incastrano come pezzi di un puzzle perfetto.
E il contatto tra le loro bocche si rompe, anche se per poco, quando Light ribalta le posizioni finendo sopra il corvino che, stretto tra le scale e il suo peggior nemico, guarda il soffitto a volta con occhi vuoti, spenti e perduti, l’anima spezzata mentre questo gli allarga le cosce e va ad inserirsi proprio nel mezzo aspettandosi, senza nemmeno saperlo, che queste gli si richiudano intorno ai fianchi snelli, ed è esattamente quello che accade.
Il moro si getta sulla pelle bianca del corvino e la morde e la succhia sperando che quei lividi e quei morsi possano restare sul corpo dell’altro per tutta l’eternità. L lo attira verso il suo collo, stringendoselo addosso per i capelli, le palpebre che vanno ad abbassarsi e a coprire gli occhi pieni di vuoto.
Light gli si strofina contro spingendolo a perdere ogni controllo, ogni inibizione, ogni briciola di quel rispetto che L aveva preservato dalla distruzione da quando si erano baciati per la prima volta.
Annullato.
Annullati.
Non più due uomini, né due nemici, solo due animali che si cercano prima di uccidersi.

«Light» geme Ryuzaki. L’altro ringhia contro la pelle del suo petto e gli stringe la carne tra i denti strappandogli un lamento. «Light, ti prego, fermati.»
Il moro alza lo sguardo, di scatto, e cerca gli occhi del compagno, che però sono ancora puntati sul soffitto a volta in cerca delle stelle.
«Light dimmi… dimmi che non è stato un gioco.» sussurra, sollevando le palpebre senza però guardarlo, come se temesse di leggergli la risposta nello sguardo.
Light lo fissa, le labbra schiuse dalla sorpresa, gli occhi che temono di incontrare i suoi, ma che allo stesso tempo lo desiderano tanto ardentemente da fargli male.
Ryuzaki un… gioco?
Lo era stato, all’inizio. All’inizio, quando si era fatto beffe di lui in tv, quando aveva ucciso tutti quei criminali lasciando messaggi inutili per il solo gusto di farlo ammattire, quando si erano inseguiti a vicenda senza mai riuscire a trovarsi. Quello era stato l’inizio e, sì, quello era stato un gioco, una partita a scacchi che avrebbe visto un cadavere come premio finale.
Ma era passato così tanto tempo da allora.
Adesso non era più l’inizio.
Il gioco era cambiato, le regole erano mutate insieme a loro e si erano infrante quando si erano baciati per la prima volta, quando Light aveva esplorato con le dita gli antri dell’altro, quando gli aveva accarezzato la schiena sudata e aveva goduto dei gemiti trattenuti e delle urla strozzate.
Ryuzaki era cambiato.
Light era cambiato, si era lasciato cambiare.
Tutto ora era diverso.

«Dimmi che non sono stato un gioco.»
No, non era più un gioco, non avrebbe potuto esserlo, non avrebbe potuto spingersi così avanti per una partita a scacchi.
Non avrebbe potuto mettere anche il suo cuore, nella scatola dei premi.
Da quando i loro sguardi si erano incrociati, da quando il cuore di Light aveva saltato un battito mentre gli occhi neri come pece di L lo studiavano, da quel momento non era più stato un gioco.
«Sì, Ryuzaki.»
È solo un sussurro, e poi il moro si getta nuovamente sulle labbra dell’altro.
«Nulla se non un gioco.»

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Fox2_Fox