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Autore: Elly_46    25/04/2017    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Silente fosse stanco delle continue lotte tra grifondoro e serperverde e decidesse come punizione di far scambiare di casa due ragazze ? Cosa succederebbe se il principe delle serpi passasse più tempo a contatto con una Weasley ? Soprattutto,se hanno già una guerra tutta loro in corso. La storia inizia dopo la fine della II guerra magica,unica differenza,Silente non è morto. Paring: DracoxGinny
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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<< Tu – sbraitò Draco non appena i suoi occhi si incrociarono con quelli del biondo a pochi metri di distanza da lui – che diavolo ci fai qui ? >>
<< Draco, è un sacco che non ci si vede >> rispose l’altro con un ghigno divertito.
<< Avrei preferito non vederti mai più >> disse ancora il serpeverde facendo per saltargli addosso, ma Pansy apparve in quel momento fermandolo di colpo, andando a mettersi tra i due.
<< Dra, no >> disse la mora. Lui la guardò corrucciato. Fece per riaprire bocca, ma la voce di Harry si sovrappose alla sua. Pansy si voltò, vedendo il moro fissarla attonito e arrabbiato, Ginny a pochi passi di distanza con una mano alla bocca per la scena a cui stava assistendo. Blaise sembrava incantato, come se qualcuno gli avesse tirato una sberla.
<< Pans >> disse di nuovo Draco tremando di rabbia, ma lei scosse nuovamente il capo facendo un passo indietro in direzione di Sebastian.
 
 
 
 

 

 

La notte prima . . .
 

<< Perché sei qui ? >> chiese lei in un sussurro, l’aria della notte che l’attanagliava, quasi una sottile ed invisibile forza che le bloccava il respiro stringendole lentamente la gola.
<< Sai bene perché sono qui. Manca un mese, un piccolo mese e poi andremo via insieme >> rispose lui sorridendole.
<< Credevo che l’accordo fosse saltato >> disse ancora lei. Lui le sorrise nuovamente, era strano. Non lo ricordava affatto così tranquillo. Le sembrò che il castello attorno a loro ruotasse, tanto era la sensazione che la stava invadendo.
<< Ne io ne mio padre abbiamo mai accennato al voler cambiare idea. Non puoi immaginare quanto abbia aspettato questo momento >> disse Sebastian.
<< Non eri qui. Non sei venuto due anni fa e non ti sei fatto sentire, sei semplicemente sparito. >> ribeccò lei amara voltandosi a guardare fuori. Di colpo l’aria divenne rarefatta e una sferzata gelida le tagliò il viso, si voltò di scatto. Lui era lì, a meno di venti centimetri da lei. L’istinto la portò ad indietreggiare di un passo, ma lui prontamente riguadagnò la distanza.
<< Mi sei mancata così tanto. Questi quattro anni sono stati una tortura per me, il pensiero di non poterti vedere mi dilaniava di continuo >> le sussurrò direttamente in volto. Lei spalancò gli occhi, un po’ per le parole, un po’ per la vicinanza di colpo accentuata da ciò che le stava dicendo.
<< Dovrei crederti ? Le tue parole sono veleno >> rispose lei impuntandosi e piantando gli occhi scuri in quelli chiarissimi di lui. Il vento continuava a soffiare, un’aria singolare che quella notte si stava creando pian piano. Lo vide sorridere divertito dalle sue parole, senza scomporsi minimamente. Per la seconda volta quella notte lui le parve diverso. Il vecchio Sebastian avrebbe reagito immediatamente a quella sua affermazione, e nemmeno in modo tanto gentile. Il ragazzo che ora si ritrovava dinnanzi era diverso. Uguale e differente al tempo stesso. Più pacato, più tranquillo, più controllato. Sembrava divertito da lei e dalle sue reazioni, per nulla infastidito. Si tolse il mantello di dosso rivelando un completo scuro come la notte, si intonava per quanto diverso ai suoi capelli biondissimi. Gettò il tutto in terra sistemandosi e passandosi una mano tra i capelli, a quel gesto lei rabbrividì leggermente, non sapendo se fosse a causa sua o a causa di quello strano vento che aveva preso vita tra loro.
<< Non ti sto mentendo, Penny. Mi sei mancata da impazzire e se non mi sono fatto sentire è stato solo per non creare ulteriore scompiglio in tutto ciò che stava accadendo qui. Ti assicuro che non avrei mai potuto lasciar perdere il patto, men che meno te. Lo sai quanto io tenga a te, Pen, è sempre stato così >> disse risoluto il biondo portandosi ancora più vicino. Pansy sentì il cuore sobbalzare a quel movimento così strano eppure ricercato.
<< Hai perso il diritto di chiamarmi in quel modo molto tempo fa >> disse lei glaciale, e lui come al solito scosse il capo con un sorriso.
<< Io devo chiederti scusa. Ho sbagliato, ho fatto un casino quattro anni fa e credimi, se ti dico che tutto quello che vorrei sarebbe cambiare ciò che ho fatto. Avrei voluto fosse successo in modo diverso da ciò che è stato, ma ero troppo geloso per poterlo capire lucidamente. Se potessi sarebbe l’unica cosa che cambierei perché sono stato un mostro, ma tutto quello che abbiamo avuto non lo cambierai mai, per nulla al mondo, perché tu sei importante per me >> continuò Sebastian. Stavolta il cuore non rimbombava per il riflesso, stavolta lo stava facendo di sua spontanea volontà e in maniera incontrollata. Cercò di respirare con calma, ma non ci riusciva, nemmeno i suoi polmoni la stavano ascoltando in quel momento.
<< Stai sul serio dicendo che ti dispiace ? >> chiese ancora lei incredula, di colpo sentiva un groppo in gola, come se non avesse aspettato altro che quelle parole da quel dannato giorno.
<< Certo che mi dispiace. Non smetterò un solo giorno di dirti quanto mi spiaccia. Ho passato gli ultimi quattro anni a darmi dell’idiota e del mostro di continuo, tutto per quello che ti avevo fatto. Io non volevo essere così, ma tu…morgana, tu mi mandi fuori controllo, Penny. Mi incendi anima e corpo e non te ne rendi nemmeno conto. Io farei qualsiasi cosa per te >> e in un secondo fu a un millimetro da lei, con la mano tra i suoi capelli e la fronte contro quella della mora. A Pansy mancò il respiro, e quell’ondata di disgusto che avrebbe dovuto muoverla fin da quando l’aveva visto pochi minuti prima non aveva intenzione di farsi viva. Sentì un brivido perforarle la schiena come mai prima d’ora, e non era per paura. Per la prima volta non provava disagio a una distanza così ravvicinata con qualcuno. Con Harry ci aveva impiegato giorni, perché con Sebastian non sembrava servire ? Perché non sentiva la necessità di staccarsi immediatamente da lui ?
<< Okay – sussurrò senza fiato – accetto le tue scuse >> disse piano scostandosi per riprendere aria. Vide il ragazzo sorridere con una strana felicità in volto. Quasi sorpreso, come se non si aspettasse fosse così semplice, e a dirla tutta, nemmeno lei si aspettava di perdonarlo così in fretta. Forse in parte dovuto al fatto che ci era passata sopra col passare degli anni, aveva imparato a conviverci e le scuse di lui avevano solo messo fine al capitolo di quella storia.
<< Mi perdoni ? >> chiese infatti lui incredulo.
<< Sono passati anni, sono andata oltre, sono diventata più forte. Non è una ferita che si può cancellare, non guarirà mai completamente. Ho imparato a conviverci, sapendo che avrei dovuto farlo per sempre. Ma accetto le tue scuse, vogliono dire che hai capito, che hai avuto il coraggio di dirmelo >> disse lei cercando di guardarlo il meno possibile, ma il sorriso che nacque sul volto del biondo fu difficile da ignorare. Quel sorriso l’aveva sempre mandata in subbuglio, fin dalla prima volta che lo aveva incontrato quando aveva poco più di sei anni. I capelli di riccioli biondi che ora erano spettinati e più corti, gli occhi azzurrissimi come i principi delle fiabe. A quel tempo avevano fatto il suo effetto. Era così diverso da Harry, in ogni sua sfaccettatura era completamente differente.  
<< Ti ringrazio per darmi questa opportunità – fece il biondo, poi il suo sguardo cambiò nuovamente. Mise le mani nelle tasche e si voltò verso il giardino. I suoi capelli che sembravano ancora più chiari, quasi bianchi alla luce della luna. – Ho sentito, o meglio, mi è giunta voce che tu stia con Harry Potter >>  buttò lì quell’affermazione come fosse la cosa più normale del mondo, ma non lo era. Non lo era davvero. Non per uno come lui.
<< Io…noi, ecco. Si, sto con lui >> cercò di dire la mora tirando un sonoro sospiro, ma il sorriso amaro che fece il biondo le parve strano, forse un po’ troppo. Sembrava quasi triste, e provò lei stessa una tristezza mai sentita. Quelle iridi azzurre le stavano facendo provare cose che avrebbe dovuto evitare e non sentire affatto. Un’aria così triste e spenta non l’aveva mai vista negli occhi di nessuno prima d’ora.
<< Non ti mentirò, Pansy, non l’ho mai fatto. Anche quando sbagliavo non ti ho mai mentito. Sai perché sono qui, lo so io e lo sai anche tu. Sono venuto perché noi due siamo stati promessi fin da bambini, sono venuto perché è il nostro destino stare assieme. Io sono qui perché voglio te, Penny. Ho sempre e solo voluto te >> disse Sebastian scrollando le spalle.
<< Lo so che non mi hai mai mentito, e questo lo apprezzo, nonostante tutto. Ma io, io sto con Harry adesso. Credevo che il patto non avesse più alcun valore e io . . . >>
<< E tu hai pensato bene di poter stare con chi ti pareva. Certo, tra tutti l’eroe del mondo magico, non c’è che dire. Posso capire, sai ? Lui è il mago più potente in circolazione attualmente, è l’eroe, è quello che tutti approverebbero, il ragazzo perfetto. Io sono solo il mostro che ti ha fatto del male, quello che ti ha ferito, quello che dovresti odiare. Il punto è che…tu sei stata promessa a me, non a lui >> concluse lui per lei.
<< Non volevo dire questo – ribeccò Pansy provando rabbia per la prima volta da quando lo aveva visto quella notte – non ho pensato di fare ciò che mi pareva, Sebastian. E’ successo e basta. Sei sparito per quattro anni, quattro fottuti anni. Credevi potessi prevedere il futuro ? So benissimo che io e lui non centriamo niente l’uno con l’altro, ma è successo e non posso ignorarlo >>
<< Io sono qui per te. Perché voglio te, Penny, scordati che io me ne vada senza aver lottato. Le promesse le ho sempre ritenute un’enorme cavolata, nate solo per puro interesse. Ma quando ti ho visto la prima volta la mia concezione di tutto ciò è completamente cambiata. Perché ti ho vista e ho capito che con o senza promessa tu saresti stata perfetta per me. Quindi mi spiace, ma io non me ne vado >> disse lui deciso e piantando gli occhi chiari in quelli di lei. Pansy deglutì a quello sguardo, sembrava così deciso e convinto che niente avrebbe potuto smuoverlo dalla sua decisione.
<< Io lo amo, Seb – disse la mora guardandolo negli occhi e cercando di farglielo capire – non pensavo nemmeno di provare certe cose, ma lui è . . .  >> Sebastian sembrò provare quasi dolore nel sentirla parlare. Come se qualcuno continuasse a pungerlo con un puntaspilli e non ci fosse nessuno ad occuparsi delle sue ferite.
<< Lui è quello sbagliato, Pen. Lui non fa per te. Siete opposti, siete fondamentalmente diversi, venite da mondi diversi. Credete in cose diverse, avete tradizioni differenti. Ci sono cose che lui non capirà mai di te e che tu non capirai mai di lui. Lui vorrà una famigliola felice, quella che non ha mai avuto. Con la moglie che lo aspetta a casa quando ritorna dal lavoro e una manciata di marmocchi intorno. Ma questo non è abbastanza per te, perché tu non hai mai voluto questo, tu non hai mai creduto in questo. Tu sei quella che voleva conquistare il mondo e cambiarlo, sei quella che non voleva la famigliola felice. Sei ancora la stessa persona che mi ha detto che voleva andare via e girare il mondo ? La stessa che voleva farlo con me ? La stessa persona che non vedeva l’ora di finire la scuola per poter raggiungermi e fare ciò che volevamo ? Sei la stessa persona che mi ha detto che saremmo stati io e lei per sempre ? Che insieme avremmo abbattuto ogni muro ? Sei ancora tu ? >> le disse lui tutto d’un fiato. Pansy spalancò gli occhi, la gola secca e le parole che non volevano uscire. Era ancora la stessa persona di prima ? Quella persona che aveva giurato di non tradire mai, per nessuno al mondo ? Era davvero ancora lei ? O Harry Potter l’aveva cambiata fino al punto da non riconoscersi ?
<< Io non lo so più chi sono >> sussurrò al vento, di colpo sconvolta e sopraffatta da tutte quelle emozioni che le stavano crollando addosso. Si sentiva come se avesse appena ricevuto una sberla da qualcuno che la stava finalmente svegliando dopo mesi.
<< La Penny che conosco io, quella per cui ho perso la testa è quella persona. Quella che mi ha promesso tutte quelle cose, quella che ha giurato a me che non sarebbe mai cambiata, mai. Per nessuno, tantomeno per un ragazzo, anche se ero io. La Penny che io ho amato, che io amo è quella stessa persona che preferirebbe scomparire piuttosto che annullare se stessa, quello in cui crede, quello che vuole, i suoi sogni per qualcun altro >> disse Sebastian guardandola negli occhi e agganciandoli ai suoi. Pansy sembrò provare una fitta al cuore che le fece portare una mano al petto. Di colpo sembrò che qualcuno le avesse rovesciato una secchiata d’acqua gelida addosso. Come aveva potuto dimenticare quelle cose ? I suoi sogni, il suo voler essere libera e indipendente da tutti e da tutto. Il suo voler girare il mondo, vedere i posti, conoscerlo. Il suo esser così cinica, il suo essere così complicata per certi versi. Il non voler rinunciare a se stessa, a quello che era per nessuno al mondo. Eppure ? Era bastato Harry Potter per farle dimenticare tutto quello ? Per farle dimenticare chi era ? Com’era potuto accadere ? Lei amava se stessa e il suo essere fatta in quel modo. Annullarsi per qualcun altro, non c’era cosa che più odiava al mondo, eppure lei stessa ne era vittima in quel momento. Con Harry non sarebbe stata più se stessa, questo era certo. Stava cambiando per certi versi, ma era quello che voleva ? Cambiare e vivere per sempre con lui ? No. Non voleva quel tipo di vita, lei non voleva legami, non voleva una famiglia, non voleva essere ritenuta proprietà di qualcuno. Chi diavolo stava diventando ? Non si conosceva più nemmeno lei. Stava rinnegando se stessa per qualcun altro. Stava tradendo se stessa.
<< Io non voglio essere così >> sussurrò di nuovo con le lacrime agli occhi. Sebastian la guardò annuendo e fece per dire qualcosa, ma lei lo precedette abbracciandolo di colpo. Il biondo si irrigidì non aspettandosi quella svolta improvvisa.
<< Stai bene ? >> le chiese all’orecchio ricambiando l’abbraccio.
<< Credo di si, e per la cronaca. Sono sempre la stessa persona >> disse Pansy voltandosi a guardare fuori.
<< Cos’hai deciso ? Io non me ne vado senza lottare >> disse ancora il biondo.
<< Devo pensare per un po’. Dammi tempo >> disse lei.
<< Non farmi aspettare in eterno >> concluse lui dandole un bacio sulla fronte e scomparendo di colpo, così come era apparso.
 
 
 
 




Presente  . . . .
 



<< Che diavolo succede ? >> chiese ancora Draco abbastanza alterato.
<< Non devi saltargli al collo >> rispose Pansy come se avesse a che fare con un bambino.
<< Allora sarà meglio che ti spieghi subito >> continuò la serpe inviperita. Ginny a quel punto si riscosse dal resto del gruppo ancora stranito e si avvicinò al biondo prendendogli la mano.
<< Dra, calmati >> gli disse. Sebastian li fissò incuriosito.
<< E’ la tua ragazza ? >> chiese al biondo, ma Draco lo incendiò all’istante portando una mano attorno alla vita di Ginny e stringendo lievemente.
<< Si, e non sono affari tuoi. Te lo chiedo di nuovo, che diavolo ci fai qui ? >>
<< Non sono affari tuoi >> ribeccò Sebastian.
<< Io sono Ginevra, ma tutti mi chiamano Ginny >> disse a quel punto la rossa facendo congelare Draco sul posto che si irrigidì immediatamente. Sebastian parve invece divertito dalla cosa e le rivolse un sorriso sinceramente colpito.
<< Sebastian Lewis >> rispose garbato.
<< Non ci hai risposto, Sebastian. Cosa vuoi ? >> si intromise a quel punto la voce di Blaise che era stato silenzioso tutto il tempo. Le sue parole tagliavano l’aria come vetro.
<< Blaise – fece il biondo – come ho già detto, riguarda me e Penny >> disse ancora. Harry strinse i pugni a quel soprannome. Come diavolo osava ? Dopo quello che le aveva fatto ? E perché cavolo lei lo aveva difeso da Draco.
<< Credo che siano affari miei, sai ? >> disse a quel punto il moro. Pansy gelò all’istante. Non sapeva nemmeno lei come comportarsi.
<< Harry  . . . >> provò, ma lui la interruppe.
<< Niente Harry. Voglio delle spiegazioni, ora >> ringhiò di rabbia.
<< Quindi sei tu Harry Potter ? – buttò lì il ragazzo biondissimo – non c’è che dire, Penny. Hai gusti molto differenti tra loro >> disse riferendosi ovviamente a quanto Harry fosse diverso da lui. Capelli neri, occhi verdi. Più diverso non poteva trovarlo.
<< Lo sai che non centra nulla questo >> ribeccò lei.
<< Sarà, ma io voglio i fatti. E alla fine di questo mese tu verrai via con me >> disse Sebastian voltandosi verso di lei e causandole un mini infarto.
<< Lei con te non verrà proprio da nessuna parte >> ringhiò il moro.
<< Pans, ti giuro che potrei ucciderti >> disse Draco, mentre Ginny cercava di tenerlo buono.
<< Io non obbligo proprio nessuno, Potter – ridacchiò Sebastian – lei verrà con me perché sarà lei a volerlo. Perché per quanto tu ti possa impegnare, io la conoscerò sempre meglio di te, e so esattamente cosa vuole >>
<< Tu, io giuro che. . >> cominciò Harry, ma la voce della mora lo frenò.
<< Seb, no >> disse solo Pansy.
<< Solo perché me lo chiedi tu, Penny >> sorrise lui.
<< Non sei d’aiuto >> disse ancora la mora riferendosi al soprannome.
<< Chi ha mai detto di voler essere d’aiuto ? – alzò un sopracciglio il biondo – ad ogni modo ci vediamo più tardi >> le disse sparendo poi di colpo un’altra volta.
<< Ma come ha fatto ? Non ci si può smaterializzare qui >> disse Hermione, aprendo bocca per la prima volta da quando era arrivata.
<< Silente gliel’ha concesso >> rispose Pansy.
<< Aspetta….chi altro sa che lui è qui ? >> chiese la riccia.
<< Noi, Silente e i professori. Starà qui per questo mese >> disse ancora lei. Draco continuava a guardarla come fosse di colpo ammattita, e forse lo era davvero.
<< Perché è qui ? E perché deve restarci tutto il mese ? >> chiese appunto il biondo.
<< Lo sai perché è qui >> rispose lei.
<< Quando lo hai incontrato ? >> chiese invece Blaise.
<< Questa notte >>
<< E’ per questo che sei sparita ? Eri con lui ? >> urlò Harry facendo intimorire persino Ginny. Non lo aveva mai visto così.
<< Ho parlato con lui stanotte, si >> disse Pansy. Harry fece una risata isterica e si passò le mani tra i capelli come impazzito.
<< Sei fuori di testa per caso ? >> urlò ancora, e quando vide la faccia seria della mora rise ancora di più.
<< Non sono sicura di voler intraprendere questo discorso >> disse la mora affilando lo sguardo con i suoi occhi scuri.
<< Ma davvero ? Tu sei la mia ragazza, o forse te ne sei dimenticata ? Ieri mi hai detto che mi ami e ora rispunta quel tizio e tu non sembri minimamente turbata. Come dovrei sentirmi ? >> disse il moro stringendo i pugni. Pansy si morse il labbro non sapendo come rispondere. Fu Ron, con sorpresa di tutti a distrarli dalla situazione farfugliando qualcosa sulla colazione e lasciando così i due da soli liberi di scontrarsi.   Al rosso la situazione non piaceva, affatto.
 
 
 
 
 
 
 
 



<< Perché cavolo ti sei presentata a lui come fosse la cosa più normale del mondo ? >> disse Draco a Ginny non appena entrarono nella camera di quest’ultimo.
<< Cosa ? >> gli chiese lei confusa non capendo a cosa si stesse riferendo.
<< Perché diavolo hai detto il tuo nome a Sebastian ? >> urlò ringhiando, lei sbattè le palpebre e sbuffò appena facendolo accigliare ancora di più.
<< Non serve a nulla essere scontrosi come te. Lui è qui, non piace a nessuno per ciò che ha fatto a Pansy, ma lui questo non lo sa. E’ il nostro vantaggio su di lui, no ? >> disse la rossa scrollando le spalle. Di colpo si ritrovò Draco addosso che la stava baciando con tutta l’anima in corpo.
<< Lo sai che ti amo, vero ? >> chiese con un ghigno che non prometteva nulla di buono.
<< Si, ma oggi non me lo avevi ancora detto >> ribeccò lei mettendo un finto broncio.
<< Ti amo >> le disse lui con serietà guardandola negli occhi.
<< Lo so, e ti amo anch’io >> rispose Ginny baciandolo di nuovo e portandolo piano al divanetto dinnanzi al camino spento di inizio maggio.
<< Sei un fottuto genio, Weasley >> ridacchiò ancora pensando alla furbizia della sua ragazza. Aveva individuato un vantaggio a cui nessuno di loro aveva minimamente pensato.
<< Ho imparato dal migliore >> rispose lei scrollando le spalle.
<< Se mi aduli così non ti farò smettere mai, sappilo >> rise il biondo.


<< Perché Pansy non sembrava turbata mentre parlava con lui ? >> chiese poi Ginny e Draco si staccò dal suo collo emettendo un sospiro.
<< Onestamente ? Non ne ho idea. Credo che abbiano parlato molto, a quanto ho capito lei non è più tornata da Potter dopo. Pansy è forte, ha lottato da sempre con questa storia, è andata avanti sapendo di doverci convivere e che avvilirsi o autodistruggersi non serve a niente. Lui era strano, diverso per certi versi e credo che lo abbia notato anche lei. Forse lui le ha chiesto scusa, non lo so. Ma continuo a non interpretare tutto. Devo parlare con lei >> disse il biondo.
<< Credi che lo abbia perdonato ? >> chiese la rossa poggiando il capo sul petto del serpeverde.
<< Riuscire a perdonare qualcuno che ci ha fatto così male sembra impossibile, eppure è un dono raro. E’ una questione delicata, Gin, e io non ne ho più parlato con Pansy da quel giorno, come lei mi aveva chiesto di fare. Se penso che l’abbia fatto dopo quel che ho visto oggi ? Si, credo di si >> rispose lui con un profondo respiro.
<< Io penso una cosa, ma ho paura di dirla ad alta voce perché poi si avvererebbe >> disse Ginny con una risata amara.
<< Cosa ? >>
<< Sai chi può perdonare qualcosa del genere dopo tutto questo tempo ? >>
<< Chi ? >> chiese Draco inarcando un sopracciglio e non capendo dove vuole arrivare la ragazza.
<< Qualcuno che ama >> disse Ginny.
<< Non può, non potrebbe mai  . . . >> disse Draco scuotendo il capo incredulo.
<< Lei ama Harry, ma una parte di lei ama anche Sebastian, e forse se ne sta rendendo conto solo ora, una parte di lei assopita che si sta svegliando >> sussurrò l’ex grifona.
<< Amare lui è come amare il diavolo >> sbottò il biondo alzandosi.
<< Allora ognuno di noi ha il suo diavolo da amare, Draco >> disse con fermezza la rossa.
<< Perché dici questo ? >> chiese di colpo fermandosi. Incrociò gli occhi azzurri di lei quasi intuendo le successive parole, e si morse la lingua per non parlare, sebbene lo volesse.
<< Perché per quanto sia una cosa deplorevole, per quanto sbagliata, ognuno di noi ama qualcuno talmente tanto da potergli perdonare ogni cosa, Draco. Che ci piaccia o meno siamo umani, e questo è umano >> disse Ginny andandogli vicino.
<< E’ sbagliato >> rispose lui.
<< Lo è. Ma non dovremmo giudicare perché ci vuole coraggio a far accettare a noi stessi una cosa così, è la storia più vecchia de mondo, il legame tra vittima e carnefice da condannare. Ma è questo che ci rende umani. Io amo te in un modo così intenso da sapere che sei tu il mio diavolo. Ti perdonerei qualsiasi cosa >> continuò lei mettendogli una mano sulla guancia. Lui seguì con il viso il movimento di quella mano e poi gliela prese tra le sue conducendola al letto a baldacchino al centro della stanza. La fece stendere per poi salire su di lei sovrastandola.
<< Devi essere pazza per amarmi così, ma io ti amo allo stesso modo e non posso giudicarti >> disse Draco.
<< Non si può amare se non si è un po’ pazzi >> rispose lei prima di incontrare le labbra del biondo che scesero piano; iniziando un lungo viaggio a partire dal suo collo e scendendo sempre più giù man mano che scendevano i vestiti.
 
 
 
 
 
 
 






<< Io ho cercato di venirti incontro, ho cercato di assecondarti e di rispettare i tuoi spazi, di non pesarti. E tu ? Tu sparisci con lui >> disse ancora Harry incredulo.
<< Non sono sparita con lui, me lo sono semplicemente ritrovata davanti >> urlò lei. Perché diavolo non capiva ?
<< Certo, e invece di andare via, di venire da me ti sei fermata lì a parlare con lui per fare due chiacchiere come foste amici di vecchia data. Tutto normale non c’è che dire. Ma ti senti quando parli ? >> disse ancora lui fuori di se.
<< Non è così che è andata. Avrei voluto vedere te al posto mio. Non puoi metterti nei miei panni per un solo cavolo di secondo e capire come mi sia sentita nel trovarmelo dinnanzi ? >> disse lei esasperata. Erano ore che discutevano e non trovavano una fine.
<< Al posto tuo sarei fuggito a gambe levate, ecco che diamine avrei fatto, non sarei rimasto lì senza alcun apparente motivo >>
<< Quindi è questo il tuo piano ? Scappare a gambe levate ? E’ così che hai fatto con Voldemort ? Sei fuggito ? >> rise lei amara.
<< Stai mischiando cose che non centrano. Io non scappo a differenza tua, qua stiamo parlando di altro, dannazione. Come hai potuto avvicinarti a lui dopo tutto quello che ti ha fatto ? >> sbraitò ancora il moro.
<< Sono rimasta lì paralizzata e immobile nel vederlo. Non lo vedevo da quattro anni, Harry. Scusami tanto se sono rimasta bloccata nel vedermelo apparire davanti in piena notte >> disse alzando le mani al cielo.
<< Perché non sei venuta subito da me ? Perché ti ho dovuto trovare con lui stamattina in corridoio ? Cosa c’è ? Ti sei divertita con lui tutta la notte ? >> urlò ancora prima di rendersi conto delle parole che gli erano uscite fuori di colpo. Pansy dinnanzi a lui deglutì, irrigidì i muscoli e strinse i pugni.
<< Direi che hai reso perfettamente l’idea di ciò che pensi di me, grazie per averlo detto ora >> disse gelida e fece per girarsi, ma il moro la bloccò afferrandole un braccio e facendola voltare verso di lui.
<< Aspetta, non volevo dire quel…>>
<< Invece sei stato chiarissimo, hai ragione, non so proprio come io abbia potuto pensare di poter stare con te senza doverci scannare almeno quattro volte al giorno. Scusami, ma mi hai davvero ferita  >> fece amara mordendosi il labbro.  
<< Non puoi paragonare le cose, quello che hai fatto è stato assurdo anche per te >> disse Harry cercando di farle capire il suo punto di vista.
<< Se solo tu mi lasciassi spiegare . . . >> provò, ma lui la bloccò nuovamente.
<< Maledizione, Pansy. Ti ha violentata e tu sei stata li a parlare con lui e stamattina l’hai persino difeso da Draco. Cosa diavolo dovrei pensare ? >> ringhiò Harry.
<< Lo so benissimo cosa mi ha fatto – urlò lei con le lacrime agli occhi per quelle parole così dure da essere digerite, urlate in faccia proprio da lui – e so benissimo da sola come comportarmi con lui. Se solo tu mi ascoltassi per cinque dannati minuti sapresti che non me la sono spassata con lui come credi tu. Mi ha chiesto scusa, e io ho accettato le sue scuse. E questo non fa di me una persona debole o orribile che cerca attenzioni anche in cose disperate, fa di me una persona forte che ha imparato a convivere con una cosa brutta che le è capitata, una persona che ha capito che la vita non si ferma solo perché qualcuno che amavi ti ha fatto del male, e che saper perdonare a volte è l’unica ragione che ci fa andare avanti. Io sono così e sono orgogliosa di me stessa e di ciò che ho fatto, non ho bisogno di essere protetta o che qualcuno mi ricordi in continuazione cosa mi è successo perché non mi serve, perché adesso sto bene >>. Harry lasciò andare il suo braccio come scottato da quelle parole. Lo aveva folgorato, non l’aveva mai vista così determinata, e soprattutto, tra tutti un piccolo particolare l’aveva colto e il cuore gli stava martellando come impazzito. Non poteva averlo detto davvero, no ? Sarebbe da pazzi. E lui non voleva crederci.
<< Qualcuno che ami ? Tu lo amavi ? >> chiese lui incredulo. Pansy spalancò gli occhi. Lo aveva detto sul serio ? Si morse il labbro quasi a farlo sanguinare, gli occhi di Harry erano lucidi di incredulità e smarrimento. Uno strano sentimento le stava scorrendo di colpo nelle vene, qualcosa che non aveva mai provato prima, qualcosa di pungente come un ago.
<< Lo amavi ? >> chiese di nuovo in un sussurro, tanto lento quanto deciso e pesante da farla sobbalzare come spinta da una forza invisibile.
<< Si, io lo amavo e lui mi ha fatto del male perché non lo aveva capito. Io lo amavo e lui mi ha spezzato il cuore così tanto che ricomporlo è stato quasi impossibile >> disse lei mentre una lacrima le scivolò via dagli occhi scuri. Piangere, non lo faceva da anni. Forse per la prima volta stava piangendo davvero, forse perché aveva detto ad alta voce quello che aveva tenuto in un frammento di cuore fino a quel momento. Realizzarlo di colpo era troppo, persino per una come lei, che di colpi ne aveva avuti infiniti. La sensazione pungente sparì all’improvviso e la pesantezza che portava nel cuore da anni si dissolse come neve al sole, il cuore più leggero di poco prima.
<< Ho bisogno di stare solo >> disse Harry in un sussurro quasi impercepibile che le fece scuotere il capo con entrambe le guance bagnate. Un singhiozzo le sfuggì dalle labbra e lui si voltò strizzando gli occhi, voleva fermarlo, ma nessuna parola sembrava voler uscire dalle sue labbra. Lo vide allontanarsi con passo veloce, deciso, lontano da lei. Quando la figura di Harry sparì nel buio del corridoio, lei si lasciò cadere con la schiena lungo la parete fredda di pietra e si portò le gambe al petto continuando a stringerle, come se potesse lasciargli il segno in qualche modo. Alzò il volto al cielo e gli occhi scuri parvero illuminarsi di una luce diversa, solo, non sapeva se fosse rinascita o rassegnazione.
 
 
 
 
 
 
 
 






<< Pansy, andiamo, qualcosa devi mangiare. Quanto hai perso ? Cinque chili ? >> cercò di smuoverla Luna per l’ennesima volta. La mora scosse di nuovo il capo imperterrita. La bionda emise allora l’ennesimo sospiro che fece accigliare Hermione e Ginny che si avvicinarono alle due e si sedettero accanto a loro. Erano nei giardini del castello, vicino al lago nero. Il sole iniziava ad essere più caldo di giorno in giorno come a segnare che l’estate stava arrivando, e con essa la fine della scuola. Era passata una settimana dall’arrivo di Sebastian, una settimana dalla sua litigata con Harry, con il quale non parlava da allora. Le cose si erano praticamente rotte, non si vedevano, non si parlavano, cambiavano strada quando si incrociavano, e per la prima volta in vita sua aveva pianto, ma pianto davvero.
<< Pans, devi mangiare, Luna ha ragione >> disse Ginny mettendole una mano sulla spalla. La mora allora alzò gli occhi sulle tre, e leggendo l’espressione preoccupata di tutte decise di mangiare facendo nascere loro un sorriso spontaneo.
<< Non hai più parlato con Harry ? >> chiese cauta Ginny.
<< No. Non credo gli importi più qualcosa. Bel modo di amare qualcuno, alla prima difficoltà sparisce >> disse amara la mora.
<< Non è così, Pans. E’ solo molto turbato da tutto questo, non sa nemmeno lui come doversi comportare. E’ un animale in gabbia, non sta tranquillo un attimo e a Ron stanno per saltare i nervi. E’ come se fosse costantemente su un filo >> si intromise Hermione.
<< Beh, a me sembra piuttosto tranquillo >> rise amara riferendosi al fatto che un paio di giorni prima lo aveva visto parlare con Cho Chang in un corridoio. Merlino, se l’aveva ferita.
<< Di cosa parli ? >> chiese Luna stranita, ma lei scosse la testa.
<< Nulla, tanto alla fine ti feriscono tutti e basta >> disse Pansy. Hermione la osservò dispiaciuta non sapendo davvero cosa poter dire.
<< Sebastian ? Non si è più fatto vivo ? >> chiese a quel punto Ginny.
<< Credo abbia degli affari da sbrigare ma dubito che sparisca. Sono quasi sicura che a breve ricomparirà >> disse l’ex serpe.
<< Cos’hai intenzione di fare ? >> provò a chiedere cauta Hermione, ma la mora scrollò le spalle.
<< Non lo so. Di sicuro non posso fermare la mia vita solo perché Harry non ha il coraggio di affrontare le cose o ha troppa paura di me, o paura del mio passato >>
<< Stai pensando di seguire Sebastian ? >> chiese Luna scrutandola.
<< Forse >>
<< Ne sei sicura ? Voglio dire, lui  . . .  >> iniziò Hermione, ma Pansy scosse il capo.
<< Non cercare di capirmi, Herm. La mia testa è un cubo di rubik, ne usciresti a pezzi >> rispose Pansy bloccandola sul nascere.
<< Pensi sia cambiato ? >> chiese invece Ginny.
<< Cambiato ? Lui è diverso in certi modi, ma è sempre lui. Penso che cambi il nostro modo di vedere le persone, ma cambiare noi stessi è quasi impossibile. Non penso sia cambiato, penso sia cresciuto. Non era così, quello che ha fatto, non lo so. Penso che a volte non ci siano spiegazioni razionali quando si fanno certe cose >> disse semplicemente la mora e la rossa annuì. Hermione prese un sospiro sedendosi e cambiando discorso facendo nascere un sorriso sul volto di Pansy.
<< Mi prometti solo una cosa ? >> disse poi ancora Ginny. Pansy la osservò curiosa e annuì.
<< Qualsiasi decisione tu prenderai, io sarò dalla tua parte. Ma voglio che tu scelga perché lo vuoi davvero >> disse lei, e la mora sorrise annuendo e abbracciandola di colpo sorprendendo Ginny che sapeva benissimo quanto l’amica fosse restia a quel tipo di contatti. La strinse un po’ di più tirando nell’abbraccio anche Hermione e Luna e chiedendosi come quella storia sarebbe andata a finire.
 
 
 
 
 
 
 





<< Ehi >>. La sua voce la riportò all’attenzione. Era talmente concentrata sul fissare l’orizzonte che non lo aveva nemmeno visto arrivare. Si voltò verso di lui e lo guardò attentamente. Sembrava ancora più alto, complice il fatto che lei era seduta su quella roccia in basso.
<< Ehi >> gli rispose piano riportando l’attenzione in direzione della foresta proibita. Il biondo ridacchiò a quel suo atteggiamento e le si sedette vicino poggiando le mani sulla roccia e voltandosi a guardarla.
<< Allora ? Come ti senti ? >> le chiese.
<< Uno schifo >> ridacchiò lei poggiando poi il capo sulla sua spalla.
<< Già, credo sia normale >> rispose lui.
<< La tua ragazza oggi mi ha costretto a mangiare. Quando si mette qualcosa in testa è pericolosa >> buttò li Pansy.
<< Oh, non dirlo a me. A volte ho paura anch’io, ma non dirglielo >> ridacchiò Draco fintamente serio. Si voltò di nuovo a guardarla cercando di capire qualcosa dal suo sguardo, ma evidentemente le sue parole erano bastate, stava davvero uno schifo.
<< Non dirò niente >> disse lei solenne.
<< Non voglio obbligarti a parlarne, ma ti chiedo solo di capire anche il suo punto di vista. Se fosse Ginny reagirei esattamente come Potter >> disse poi Draco. Pansy annuì.
<< Lo so. Ma anche lui deve capire me e non credo che ci riuscirà mai, vedrà sempre il mio passato, sempre qualcosa di sbagliato nel mio modo di ragionare che per lui sarà troppo >> rispose la mora scrollando le spalle. Draco emise un sospiro e annuì consapevole anche di questo. Era tutto un tale casino.  
<< Amare qualcuno vuol dire anche scendere a compromessi con quella persona. Devi imparare a conoscerla e a capirla, ma per farlo devi dargli tempo, serve tempo ad entrambi >> disse Draco con calma.
<< Sul serio ? Perché non mi sembra che tra te e Ginny le cose siano state difficili >> sbuffò lei divertita.
<< Perché non lo abbiamo dato a vedere. Ci sono ancora cose che non capiamo bene l’uno dell’altro, ma è quello il bello in un rapporto, scoprire l’altra persona giorno dopo giorno. Ne parliamo in privato quando qualcosa non va, ma non vuol dire che lo diciamo a tutti. A lei ad esempio da fastidio quando non capisco che qualcuna ci prova, e a me da fastidio quando a volte si dedica talmente tanto agli altri da dimenticarsi di se stessa >> spiegò il biondo.
<< Se lo fa è perché è buona e ha un cuore enorme, e tu come diavolo fai a non capire che ci stanno provando ? >> si accigliò la mora.
<< Perché è vero, sono criptiche, sai ? E comunque lo so che ha un cuore enorme, e la amo anche per questo, ma a volte deve ricordarsi che c’è anche lei >>
<< Lo fa, ma pensa prima a te soprattutto >>
<< Lo so. Amo il fatto che sotto quel cuore ci sia anche un’anima grintosa e da vera serpe stratega >> ridacchiò il biondo.
<< E’ bello ? >> chiese poi Pansy sollevando il capo dalla spalla dell’amico e guardandolo.
<< Che cosa ? >>
<< Vivere così, giorno per giorno >> specificò la grifona.
<< Si, lo è. Addormentarsi e svegliarsi con la stessa persona tanto da renderti finalmente l’idea di cosa sia il per sempre. Il per sempre non è un concetto astratto, è concreto. E’ scegliere ogni giorno, siamo noi che lo creiamo. Devi solo scegliere e capire che è il momento >> disse Draco.
<< Tu l’hai sentito ? Che era il momento, intendo >> sussurrò lei.
<< Alla festa di Natale, è lì che ho capito tutto. Ho sentito chiaramente che qualcosa stava cambiando, che non stavo più pensando al domani, o da lì a una settimana, stavo pensando a come sarei stato tra dieci quindici anni. La risposta è stata semplice, Ginny. Averla con me ogni giorno, giorno dopo giorno >> disse il biondo con un sorriso. Pansy parve rifletterci un po’ prima di annuire con un sospiro.
<< Io voglio viaggiare, voglio vedere il mondo, conoscerlo. Voglio fare qualcosa di grande nella mia vita, e non voglio fermarmi qui. Fermarmi dalla mia corsa e dover inseguire qualcun altro. Avere una famiglia, dei figli, non è la mia vita, Draco, non lo è mai stata. Non sono io che voglio questo. E non posso obbligare qualcun altro alle mie scelte e di conseguenza non voglio essere obbligata alle scelte di qualcun altro >> disse Pansy osservando il biondo che annuì. Draco sospirò pesantemente, sembrava cercasse le parole che continuavano a sfuggirgli di bocca, o addirittura dagli stessi pensieri.
<< Non vuoi questa vita o hai paura di viverla ? >> gli chiese lui, semplice, diretto proprio come lui.
<< Come ? >> chiese lei sbattendo le palpebre.
<< Ti ho chiesto se la tua è solo paura, paura di vivere una vita che ti farebbe felice o se invece davvero sei sempre la stessa persona che vuole vivere alla giornata facendo quello che più sente ? >> chiese nuovamente Draco.
<< Perché me lo chiedi ? Sembra quasi che disprezzi il mio pensiero >> disse Pansy con un sorriso amaro.
<< Non è disprezzo. Cerco solo di capire se sei rimasta tu o se invece sei cresciuta arrivando alla conclusione che non puoi vivere la tua vita da sola e hai solo paura di doverla vivere con qualcuno >>
<< Ho sempre voluto questa vita perché è così difficile da capire ? >> sbottò lei esasperata e incredula che tra tutti proprio Draco pareva andarle contro.
<< Io ti voglio bene, Pans. Non voglio che tra dieci anni tu venga qui e mi dica che hai sbagliato tutto e che ti penti della scelta che farai ora >> disse ancora il biondo rivolgendole un’occhiata che valeva più di mille parole.
<< Non me ne pentirò >> disse lei sicura.
<< Come fai a dirlo ? Puoi fare le cose vuoi con Harry, non è scritto da nessuna parte che lui non ti segua o che tu debba stare alle sue regole. Parlagli, capitevi >> la riscosse il biondo per l’ennesima volta.
<< Siamo come il bianco e il nero. Lui vuole fare l’auror, starà via per tre anni per frequentare il suo corso tornando solo in estate. Appena avrà finito vorrà sistemarsi, se non già ora. Lui non ha avuto una famiglia, Dra, è più che logico che ne voglia una. Chi sono io per impedirglielo ? >> disse Pansy scuotendo il capo.
<< Ti arrendi così ? La Pansy che conosco io non lo farebbe. Avete avuto una discussione, e allora ? Le abbiamo tutti ogni giorno, Pan, non è ne la prima ne l’ultima. Non puoi fermarti qui e soprattutto potete, dovete, trovare un accordo. Tutte le donne sono fissate con l’abito bianco non dirmi che non ci hai mai pensato nemmeno una volta >> disse ancora Draco cercando di smuoverla.
<< No, non ci ho mai pensato. L’ho fatto, forse, fino ai quattordici anni, poi è cambiata la mia visione delle cose >> spiegò lei.
<< Non lasciare che qualcosa così ti cambi, lo hai sognato, puoi averlo. Devi solo volerlo, Pans. Potete averlo entrambi >> le disse ancora. Lei annuì scostandosi i capelli da un solo lato. Draco emise un sospiro sapendo che in quella testa mora c’era una vera e propria guerra magica. Si chinò scompigliandole i capelli e abbracciandola, mentre lei ricambiava con un sorriso leggero. Dopo di che la lasciò andare e si voltò per incamminarsi verso il castello.
 
 
 
 
 
 
 



<< Dovresti sul serio parlarle, amico >> gli disse Ron con cautela e con un sospiro. La situazione stava sul serio andando troppo in frantumi.
<< Perché cavolo dovevo innamorarmi di lei ? C’è mai qualcosa di semplice nella mia vita ? >> sbottò Harry più nervoso di prima.
<< L’amore fa schifo – disse il rosso ricevendo un’occhiataccia – voglio dire, all’inizio. All’inizio fa schifo poi va meglio >>
<< Già, non credo valga lo stesso per me >> disse ancora il moro passandosi una mano in viso.
 
 
 
 
 






<< Non hai una bella cera >> disse il biondo osservandola bene.
<< Lo so benissimo, e non è una cosa carina da dire a una ragazza >> sbottò Pansy.
<< Per me sei sempre bellissima >> disse Sebastian con un occhiolino divertito che nonostante tutto parve riscuoterla.
<< Non provarci. Ti conosco, e comunque, come mai sei sparito per giorni ? >> chiese poi.
<< Avevo un impegno per le aziende di mio padre. Tutto sotto controllo. Ti sono mancato ? Ho visto che Potter non era a cena stasera, problemi con lui ? >> chiese il biondo.
<< Non dovresti fingerti dispiaciuto, sai ? Non è che qualcuno ti creda >> disse Pansy scuotendo il capo fintamente divertita.
<< Non mi importa di lui, mi importa di te. E se ti ferisce o  . . .  >>
<< E’ strano che me lo dica tu tra tutti >>
<< Non posso certo dire che mi spiaccia che qualcosa non va con lui, sarebbe da ipocrita e non lo sono >>
<< No, direi di no. Abbiamo discusso, tutto qui >> disse Pansy.
<< Perché ? >>
<< Gli ho detto una cosa che non sapevo nemmeno io, o che forse non volevo ammettere >> disse lei.
<< Cosa ? >> chiese il biondo scrutandola meglio.
<< Gli ho detto che quando tu mi hai ferito io ti amavo, ero innamorata di te e tu mi hai spezzato il cuore >> ammise lei voltandosi a guardarlo e leggendo nel suo sguardo stupore e incredulità.
<< Tu mi amavi ? Perché non me lo hai mai detto ? >> chiese lui osservandola e avvicinandosi piano.
<< Perché mi hai ferita, mi hai davvero ferita e io non sono il tipo che esterna le emozioni, eppure ti amavo >> disse Pansy con un sospiro.
<< E ora ? >> chiese lui con un groppo in gola.
<< Io amo Harry, adesso. Ti ho amato, è vero. Ma mi hai spezzato il cuore >> disse lei chiudendo gli occhi un istate.

 
 
 
 
 
 







Allora . . . primissima cosa voglio scusarmi come sempre per il ritardo, ma l’università mi risucchia, mi spiace molto. Detto ciò, prima che vi scagliate contro Pansy, sappiate che la difenderò fino alla morte perché tengo molto a lei in questa storia in quanto le ho trasmesso il mio carattere, quindi ora penserete che sono pazza, ma vabbè, io la difendo lo stesso, e vi chiedo per quanto possibile di capire bene i suoi pensieri. Detto ciò, devo scappare perché è l’una del mattino sono a dir poco distrutta. Un bacio a tutti, grazie come sempre per la pazienza che mi dimostrate, alla prossima, prima che posso,
Elly

  
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