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Autore: TheManiae    27/04/2017    1 recensioni
Un evento del tutto insignificante alla maggior parte delle persone metterà in contatto due mondi estremamente lontani, ma vicini.
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Questa storia non ha un particolare senso logico e nemmeno legami con altre storie.
E' nata per sfizio e fantasia momentanea.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi alzai con l'incessante suono della sveglia che mi martellava le orecchie. 
Come sempre mi preparai e feci una colazione leggera, per poi correre giù per le scale.
Quando uscii dalla porta, sentii un odore di bruciato, e voltandomi vidi delle piccole fiamme danzare tra l'erba in mezzo alle radici di un'albero che sorgeva davanti alla casa. 
Subito lo pestai col piede per spegnerlo, e, una volta estinto, vidi che tra le piante bruciacchiate stava un mozzicone di sigaretta. Lo presi e iniziai a imprecare contro colui o colei che l'aveva lanciato, anche se non sapevo chi fosse. Poi me ne andai. 
Alla sera tornai a casa correndo sotto la pioggia battente. Non avevo l'ombrello. 
Rientrai fradicio, e, dopo una doccia calda e una cena rapida, andai a riposare. 
Chiusi gli occhi e mi addormentai, accompagnato dal suono dell'acqua che scivolava tra le tegole. 




Spalancai gli occhi e mi alzai di scatto. Ansimavo e tremavo, coperto di sudore e col cuore che martellava nel petto come se dovesse esplodere. Posai una mano sul petto e cercai calmarmi con lunghi respiri. 
Una corrente gelida mi fece rabbrividire. La finestra era aperta. 
Mi alzai per richiuderla, chiedendomi il perché si fosse aperta, ma le mie domande furono interrotte da quello che vidi. 
Sull'albero, nascosta dietro le fronde che salutavano, stava un'ombra più scura della notte che la circondava. Era quasi impossibile delinearne l'esatta forma, eccetto per gli occhi: due lumi pallidi nel buio. 
Non mi mossi, e nemmeno quell'essere. Ci fissammo per interminabili momenti, mentre la mia vista si abituava all'oscurità, e vidi che stava appoggiato di fianco a un grosso ramo. Lentamente notai un corpo snello e agile dagli arti scuri e sottili. 
Iniziai a pensare fosse una specie di statua o scultura modellata nel legno dalla mia immaginazione, ma all'improvviso quella si mosse. Si alzò dal suo giaciglio e si sporse verso di me. 
Arretrai sorpreso e leggermente spaventato, inciampando sul bordo del mio letto e cadendo sul materasso.
Cercai di rialzarmi, ma fui bloccato. L'essere era stato veloce e silenzioso, e ora stava a cavalcioni su di me, col viso a pochi centimetri dal mio, fissandomi con occhi simili a cristalli azzurri. Il profumo di fiori sbocciati mi invase i sensi. 
La pelle era color erba pallida, con una lunga chioma di foglie e rami sottili, con un fiore viola tra di essi, e le labbra delicate, disegnate in un tenero sorriso, erano scure. Mi teneva fermo con mani marroni e ruvide, simili a corteccia, ma la presa era dolce e il volto mi trasmetteva sicurezza e gentilezza. 
Mi lasciò le braccia, ma non mi mossi. Sentivo che quella creatura celestiale rivestita di foglie non mi avrebbe fatto del male. 
Con delicatezza mi accarezzò una guancia, fissandomi con una luce gentile negli occhi. Lentamente avvicinò il suo volto al mio aprendo di poco la bocca, e sulle prime ebbi il pensiero che mi avrebbe morso con zanne nascoste.
Ma non accadde.
Invece mi baciò sulla fronte, e una sensazione di pace interiore mi invase il corpo. Poi tutto divenne nero, e l'ultima cosa che vidi fu il suo dolce viso che mi sorrideva.




La mattina seguente, la luce accecante del sole mi investì in pieno, svegliandomi.
Sulle prime non capii nemmeno chi fossi, ma, rapidi come fulmini, i ricordi tornarono vividi come appena accaduti.
Mi alzai di scatto e guardai la finestra. Era chiusa dall'interno, e nella stanza non c'erano segni particolari. L'odore di primavera era assente.
E' stato solo un sogno, pensai tra me e me.
Mentre mi preparavo per una nuova giornata però, notai una cosa fuori dalla finestra. 
Uno dei rami dell'albero pendeva verso di me, e sulla punta era posato un fiore. Un fiore dai petali viola. 
Non seppi mai cosa successe quella notte d'estate. 
So solo che da quel momento non guardai più la natura come prima. 
E ancora oggi, quando guardo fuori dalla finestra di sera, col buio, mi sembra di vedere un volto sorridente che mi saluta. 





 
Angolo Maniae
Il senso pratico di questa storia?
Non saprei.
Ho solo seguito l'immaginazione.
Spero sia una piacevole lettura leggera per qualcuno.
La Follia mi scorre nelle vene


 
   
 
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