Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Prettybene9816    28/04/2017    0 recensioni
E' il sequel di "Professore, scusi posso amarla?"
Se non avete letto il libro precedente ,non cambia nulla perchè i protagonisti sono diversi, ma per capire meglio il passato e le identità di questi nuovi personaggi, è consigliato di leggerlo.
Farid.
Farid punto e basta, è cosi' che si fa chiamare..non vuole che nessuno sappia il suo cognome, perchè lui stesso rifiuta quel cognome.
Ha vissuto e ha vissuto fin troppo per essere un uomo di soli 24 anni.
Per non pensarci ,si sfoga nel calcio e riesce a diventare ben presto un calciatore di fama mondiale,ma questo non gli basta .
Lui è sbagliato e anche la sua vita è sbagliata ed è maledettamente attratto dal peccato, perchè il peccato non si rifiuta mai.
Una caratteristica di lui?
Non ha paura di morire, ha paura di vivere.
*****************************************
Kemal.
Kemal Cortada.
Un rifiuto umano si soprannominava.
Cresciuto da terroristi che hanno sempre voluto da lui la violenza.
La sovrana violenza.
Dopo trent'anni ritrova suo fratello e finalmente viene a scoprire tutta la verità ma..lui è Kemal.
Il Kemal che è cresciuto nel male e che non conosce altro.
Una caratteristica di lui?
Convive con la solitudine e ama la sua gatta Luna.
Irrazionalità, piacere,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vivit et Vivet. Vivi e lascia vivere. KEMAL ' S POV: "Il mare? Non l'ho mai visto di presenza ma sembra bello sui libri di geografia " dico mettendo una mano sotto il mento. "Come no? È bellissimo! Al convento ci andavamo durante la sessione estiva. Una volta ogni tre settimane, il martedì. Non ci facevamo il bagno ma potevamo camminare sulla riva. Non hai idea! È bellissimo! È...è immenso! È blu ma allo stesso tempo verde. Diventa anche bianco quando le onde arrivano ai nostri piedi. È fresco e ti dà pace. Ha un suono tutto suo e..." "Caspita..Questo mare ti ha proprio dato alla testa" dico ridendo mentre sfoglio il mio libro di geografia. Il professore è in ritardo di quindici minuti e intanto mi ha ordinato di ripassare la lezione del giorno. Il dove farlo non me lo ha specificato quindi mi sono catapultato qui. "Dammi qua" dice nuvola prendendo il mio libro. "Cosa devi ripassare? " chiede lei sfogliando le pagine con frenesia. "Tu sai leggere?"chiedo alzando un sopracciglio. "Certo che si, tonto..Al convento studiavamo dieci ore al giorno."dice lei fermandosi ad osservare una pagina. "Che guardi?"chiedo sporgendomi. "No ehm..Nulla " dice lei imbarazzandosi e sfogliando sempre più veloce le pagine. Le riprendo il libro e ritorno alla pagina che stava osservando. " Ti piace?"Le chiedo mostrandole la casa in cima alla montagna Lei annuisce con la testa e mordicchiandosi il labbro,mormora "Non sembra che stia toccando il cielo?" Sorrido. Strappo la pagina e gliela consegno. "No no..cosa fai? Lui si arrabbiarà con te e.." "Ti faccio una promessa " dico posandole il foglio fra le mani. "Un giorno quando scapperemo da qui e io sarò ricco, comprerò quella casa e ci andremo a vivere insieme " Lei aggrotta le sopracciglia scioccata mentre io ridacchio per la sua espressione e baciandole la voglia, mi rialzo. "Devo scappare. Appena ho finito, vengo " dico raggiungendo la porta. Mi giro per chiudere la porta e la vedo ancora scioccata. È adorabile con quei occhioni verdi. Le faccio l'occhiolino e corro per le scale. Raggiungo la cima e girando a destra, percorro il corridoio per poi entrare alla quinta porta a destra. "Buon pomeriggio Kemal" dice il professore calvo con la barba grigia ispida mentre picchietta la superficie in mogano del tavolo col suo solito sigaro in bocca. Arriccio il naso per il forte odore del sigaro e dico "Stavo ripassando e ho perso la cognizione del tempo. Mi scusi,non ricapiterà più " Lui mi guarda con un sopracciglio alzato e sembra che se la sia bevuta. Mi vado ad accomodare di fronte a lui ma neanche il tempo di battere ciglio che lui mi afferra dalle mani, il libro e dice "Vediamo se hai ripassato come hai detto.." Apre il libro e fa subito una smorfia di disgusto. Abbasso lo sguardo per capire e mi raggelo nel vedere che ha di fronte a sé la parte del libro, dove io ho appena strappato il foglio. "Sono sacri i libri! Il sapere è sacro! Questo è una vergogna! Tu sei una grandissima vergogna!"grida facendomi deglutire dallo spavento. Batte il libro violentemente sul tavolo e grida "Con un insolente come te ci vogliono solo le cattive! " Spalanco gli occhi terrorizzato da quello che potrebbe fare mentre all'improvviso sentiamo dei passi dietro di noi. "Che succede?" Dice una voce severa. Omar.. "Kemal ha strappato il libro! Io non ho alcuna intenzione di proseguire! Questo è troppo! È indecente! " Omar mi guarda incerto e chiede "Figliolo è vero quello che dice?" Annuisco con la testa spaventato. Forse lui può.. "Ne faccia pagare le conseguenze "dice Omar al professore senza battere ciglio. Il professore annuisce con la testa e afferrando il suo bastone lungo almeno 80 centimetri ,fa per alzarlo su di me ma io scappo da Omar e farfuglio "Io..Ti prego. Non lo farò più solo..." "Fa l'uomo!"grida Omar facendomi cadere a terra. Lo guardo deluso mentre una forte bastonata alla schiena, mi porta ad urlare di dolore. Non ho neanche il tempo di reagire che me ne assesta un secondo, un terzo,un quarto, un quinto, un sesto, un settimo.. "Basta!"grido contercendomi dal dolore. Lui non la smette e continua a picchiarmi sulle braccia e sulle mani. "Insolente! Ribattere tuo padre! Come ti sei permesso? "Grida il professore assestato una bastonata sulla pancia. Mi piego in due esausto e aspetto un altro colpo ma non sento più niente. "La tua vera punizione oggi è quella di non avere una giornata di sapere quindi vattene! Ora! " Respiro affannosamente per riprendermi e cerco di rialzarmi piano piano, ma lui mi afferra e mi butta fuori dalla stanza. "E rifletti su quello che hai fatto!"grida lasciandomi solo fuori dalla porta. Mi aggrappo allo stipite della porta e gemo per il dolore. È insopportabile. Mi rialzo con immensa fatica e mi dirigo verso le prigionie. So che Omar verrà a controllare in camera mia, so che quando non mi troverà ,sarò carne per i suoi denti, so l'enorme rischio che sto correndo ma devo vederla. Ho bisogno di un suo sorriso. Faccio le scale avvinghiato alla ringhiera e arrivo al piano terra. Vago per le varie celle finché arrivo alla cella più bella. La apro ed entro. È a terra ,accovacciata su se stessa e sembra stia dormendo. Avanzo piano ma lei sentendo i miei passi,scatta come una molla. "Ehi..scusami se ti ho svegliata "mormoro. Lei spalanca i suoi occhioni e mi osserva inorridita. È bellissima perdio. "Che..che ti hanno fatto?"chiede lei alzandosi e correndo da me. "Non è nulla tranquilla "dico dolcemente. "No..stai mentendo. Sei tutto rosso! Cosa.." "Shh.."mormoro abbracciandola. Fa male ovunque ma n'è valsa la pena. Lei mi stringe come nel leggermi il pensiero e mormora sul mio petto "Come stai.." "Meglio piccola " dico staccandomi e accarezzandole il viso. "Non mi dirai cosa ti è successo, vero?"chiede lei triste. Sembra un cerbiatto. Un bellissimo cerbiatto. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ "Stupida imbranata.."borbotto dirigendomi verso il bagno. Come si fa a non accorgersi della casa che si allaga da ore? Entro in bagno e posso dire addio alle mie scarpe. Mi muovo in quel lago e raggiungo il tubo che sembra essere il problema di tutto. Mi abbasso per controllare e vedo metà tubo rotto e l'acqua che scorre per l'apertura rotta. L'unica soluzione è tagliare la parte rotta e coprire l'apertura col cemento. Mi rialzo per uscire dal bagno ma spunta Melisa con una vestaglia verde acqua di seta che la copre e dice "Posso chiamare qualcun altro,non devi disturbarti" "Mi hai già disturbato" dico scuotendo la testa. Esco dal bagno e borbotto "Poi chi vorresti chiamare?" "Un idraulico "dice lei seguendomi. La guardo sorpreso e chiedo "All'una di notte?" "Beh..Gli idraulici di oggi sono persone molto efficienti a.." "A stuprare ragazze mezze nude all'una di notte. Lascia stare.." Vado verso la porta e dico "Prendo delle cose e risalgo.. tu intanto.." "Si..?"chiede in attesa di ordini. La osservo nelle sue gambe chilometriche e toniche e dico "Non fare nulla.." "Nulla?" "Nulla" confermo uscendo di casa. MELISA ' S POV; "Non mi dirai cosa ti è successo,vero?" Chiedo preoccupata. Lui mi stringe più forte e incominciando a lasciarmi baci umidi sulla spalla, mormora "Hai ancora quel foglio che ti ho dato?" "Cosa?"chiedo non capendo. "Il foglio con la casa che tocca il cielo" Mi spiega lui mettendomi una ciocca ribelle dietro l'orecchio. "Ah quello..Si! "Dico sorridendo. "Promettimi che lo terrai per sempre con te e..." Mi prende il viso a coppe e mormora "Promettimi che una volta fuori di qua, andrai a viverci insieme a me" "Ma è troppo in alto.."mormoro triste. "Non importa. Un giorno sarà nostra. Ora prometti nuvola " Adoro quando mi chiama nuvola. Alzo lo sguardo e sorridendo,dico "Promesso" ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ "Ora penserà che io sia una totale imbranata.." borbotto indossando degli stivali. La situazione è critica per le mie pantofoline. Mi rialzo dal letto e rafforzo il nodo della mia vestaglia di seta. Per fortuna il salone regnava di buio quindi non avrà mai notato la mia voglia. Mi scosto la vestaglia sulla spalla e applico un po' di fondotinta di sicurezza sulla voglia. Non deve vederla nessuno. Nessun altro. All'improvviso bussano alla porta. "Arrivo!"squittisco riposando di tutta fretta il fondotinta e correndo verso la porta. Nel farlo però ho rischiato di sbattere contro la porta del corridoio e cadere scivolando.. "Ehi.."mormoro col fiatone spalancando la porta. Gli rivolgo un grande sorriso ma di un sorriso da parte sua neanche la traccia.. Forse proprio in questo momento gli do ragione ,se mi odia. "Il cemento? "Chiedo osservando il sacco appoggiato ai piedi del divano. Aspetto che Kemal mi dia qualche spiegazione ma si limita a versare della polvere di cemento su un secchio e dell'acqua per poi amalgamarla con manualità. "Vuoi che ti aiuti in qualche maniera?"chiedo mordicchiandomi le unghia. Lui continua ad ignorarmi ma io non mollo e richiedo più forte "Vuoi che ti aiuti?" "Hai già fatto troppo" dice severo Kemal lanciandomi un bruttissimo sguardo. Era meglio se chiamavo un idraulico.. "Ti faccio un caffè?" Chiedo cercando di ricominciare col piede giusto. "No" "Ehm..Un tè? "Ritento. "No " dice rialzandosi col secchio pieno. "Una camomilla?" "No" "Un infuso di.." "Ok, chiariamo una cosa. Non voglio niente da te. Voglio solo ritornare a dormire quindi fammi aggiustare il tubo in santa pace e non parlarmi. Grazie " sbotta entrando in bagno. E ora che ho fatto?! Cercavo di essere una brava governante di casa! Mi torturo le unghia e decido di entrare anch'io in bagno. Lo vedo che studia il tubo e guarda concentrato il punto rotto. "Che vuoi fare?"chiedo raggiungendolo. Lui sobbalza non aspettandosi di trovarmi esattamente dietro di lui e dice "Ancora tu.." Certo è casa mia! Mi mordo l'interno guancia per non rispondergli male e richiedo "Quindi a cosa serve il cemento?" "Secondo te a cosa può servire il cemento?"Mi chiede seccato mentre tira verso fuori la parte rotta del tubo. Che faccia tosta.. "Beh serve a tante cose..ma penso che nel tuo caso possa servire a sigillare il..oddio!"grido correndo verso il tubo. Kemal ha tolto la parte rotta del tubo e dall'apertura incomincia a scorrere il triplo dell'acqua precedente. Anche Kemal si fionda a tappare il buco, ma l'acqua è troppo potente. "Una pezza! Sbrigati!"grida tappando temporaneamente con entrambe le mani l'apertura del tubo. Annuisco con foga e saltellando nell'acqua come una mongoloide, corro in cucina. Afferro di fretta tutte le pezze e asciugamani possibili e ricorro verso il bagno. "Ecco!"grido tirandogli tutto ma.. Il tutto cade nell'acqua perché non avevo calcolato che Kemal avesse le mani occupate a tappare l'apertura.. Che imbranata dio.. "Scusami! Io non..non ricordavo che tu.." "Muoviti!"grida Kemal facendo più pressione all'apertura che sembra voler scoppiare da un momento all'altro.. "Si, certo io..Io vado subito a..." "Melisa cazzo !"sbraita Kemal. Sobbalzo per lo spavento e ritornando a saltellare nell'acqua ,corro verso camera mia. Le pezze e gli asciugamani sono andati..ok, ora che faccio? "Merda perché tutte a me?!"mormoro frugando nell'armadio. "Asciugamani asciugamani.."ripeto come un mantra sperando con tutta me stessa che spuntino davanti ai miei occhi, ma ovviamente nulla.. "Melisa!!"grida Kemal facendomi saltare in aria. Ok ok tutto sotto controllo. Afferro dei miei pigiama di lana e inizio a correre come un'anatra che sa di essere servita nel cenone di Natale. Un po' come la fine che farò io quando Kemal avrà tappato con qualcosa il tubo e avrà le mani libere per strangolare me. "Non ho trovato altro!"grido saltando nell'acqua per raggiungerlo. Lui fa fatica a tappare l'apertura e ringhiando afferra i miei pigiami per poi spingerli contro l'apertura. Rip pigiamoni. Cade a terra sfinito e respira affannosamente per riprendere fiato. "Vuoi che ti faccia una camomilla con dello..." "Sta zitta"Sbotta fulminandomi con lo sguardo. Mi zittisco di scatto e deglutisco. Cercavo ancora di fare la brava governante che si prende cura dell'ospite.. "Scusami io..A volte mi rincretinisco e faccio e dico cose stupide e avventate" mormoro a testa china. "L'ho notato" mormora lui poggiando la testa contro la parete di mattonelle viola. Abbassa il volto e osserva la sua canottiera completamente zuppa d'acqua.. Si rialza sospirando e si leva da sopra la canottiera con un movimento fluido. Ohh...mormoro dentro di me. Ha dei pettorali e degli addominali scolpiti, bicipiti ben in evidenza , le vene gonfie per tutte le braccia e una V che s'interrompe bruscamente per via dei pantaloni blu. Ha delle cicatrici sulla schiena e un cerotto enorme sul fianco per non parlare delle spalle muscolose che sembrano poter sopportare qualunque peso.. Corpi del genere solo negli spot pubblicitari o nelle vetrine dei negozi ho visto.. Richiudo la bocca accorgendomi di avere la gola secca e mi schiarisco la voce per darmi un contegno. Ho visto mille volte il corpo statuario di Adil ma Kemal.. Kemal sembra gridare "guardatemi quanto dannatamente sono sexy". Deglutisco a disagio e svio lo sguardo da Kemal.. È già abbastanza incavolato con me, se mi becca sbavargli davanti, mi tirerà il tubo rotto in faccia. "Potresti passarmi quella paletta?"chiede improvvisamente facendomi scattare. "Si, certo " dico afferrando la paletta e passandogliela. Per un microsecondo le nostre mani si sfiorano e io sento subito milioni di brividi scorrermi per tutto il colpo con prepotenza. Boccheggio per la situazione e decido di uscire dalla stanza . "Oh mio dio " sussurro appiattendomi contro la porta della cucina. In che guaio mi sono andata a cacciare! Mi scrollo dalla porta e respiro a fondo. Ora Melisa Demir devi calmarti e non pensarci più. Chiudo gli occhi con la speranza di essermi sognato tutto ma nell'aprire gli occhi ,noto che è tutto uguale. "Melisa, tu non sei così! Non sbavi come una vacca in calore davanti a un ammasso di muscoli e..vabbe, dai ammettiamelo ha anche un gran bel culo ma tu non sei così! Tu sei una ragazza sana di principi e..oh mio dio non gli ho visto il pacco! Oddio Melisa smettila di blaterare e scordatelo di guardargli il pacco, perché tu non sei quel genere di.." "Scusami, mi servirebbero delle pagine di giornale..."Sento mormorare alle mie spalle. Oh dio. Ditemi che sto sognando. Ditemi che il pavimento si aprirà e mi risucchierà dentro. Ditemi che è solo un brutto incubo e che Kemal non ha sentito assolutamente nulla. Vi prego. Mi giro lentamente e lo vedo con quel ammasso di arte al posto del corpo e una macchia di cemento sulla guancia.. È tutto vero quindi.. Deglutisco ancora sotto shock e abbasso lo sguardo al suo pacco. Oh ma ce l'ha abbastanza.. Non ci credo Melisa! Gli stai fissando il pacco! Ma che ti è saltato in testa? Tu non sei interessata a fissare quelle parti ai maschi! Oh dio gli stai ancora fissando il pacco! Distogli lo sguardo! Subito! Cazzo adesso! "Se mi dici dove posso trovarli, posso prenderli io così ci sbrighiamo"dice Kemal coprendosi con le mani il pacco. Oh dio. Ha notato che lo stavo fissando lì! Come fai ora a guardarlo in faccia? Come?! Scuoto la testa piena di pensieri e facendo un grande respiro, mi ricompongo. Pensa ad Adil..Pensa ad Adil.. "No no scusami, vado a prenderteli subito" farfuglio correndo in salone . Stupida idiota. Guarda che hai combinato! Afferro il giornale e tentata di sbattermelo in faccia, corro in cucina. "Ecco..l'ho comprato stamattina quindi.." "Non importa" dice Kemal prendendo il giornale in mano e superandomi per ritornare in bagno. Annuisco con la testa e lascio che mi superi. Mi mordo l'interno guancia e non resistendo, giro il collo per poi fissargli il sedere. È alto e sodo.. Sembra scolpito anche quello..porca miseria fa concorrenza al David di Michelangelo. Lui all'improvviso si gira per svoltare in bagno, ma nel farlo prima getta un'occhiata dietro di sé e mi becca a fare la guardona.. Cazzo ! "Mi sto facendo una camomilla, sicuro che tu non ne voglia un po'?"chiedo cercando di arrampicarmi sugli specchi. "No, grazie " risponde lui per poi scuotere la testa ed entrare in bagno ma.. Il sorriso compiaciuto che ha fatto prima di entrare, non me lo sono perso. Sorrido anch'io e mi appoggio ai fornelli. Sono diventata pazza. Forse veramente con della camomilla, mi posso calmare.. Mi faccio una camomilla veloce e la accompagno con delle fette biscottate. Metto la tazza arancione a lavare una volta finito e vado in camera. Durante la camomilla ho avuto modo di pensare in maniera razionale e ho optato per dare una mia maglietta a Kemal affinché si copra e di conseguenza faccia calmare i miei ormoni impazziti. C'è da dire che c'è anche il ciclo che ha contribuito a scombussolarmi. Trovo una maglietta di Adil che tiene qui nei momenti in cui mi viene a far visita e decide di rimanere a dormire e con passo deciso, entro in bagno. È messo seduto per terra, l'acqua non c'è più miracolosamente ed è impegnato a finire di spalmare il cemento sul tubo. "Ehi..Ho pensato che ti potesse servire una maglietta di cambio "dico avvicinandomi a lui. Lui mi guarda aggrottando le sopracciglia ma afferrando la maglietta, se la infila. "Ah ti sta!"dico felice. Kemal si limita ad annuire e finisce di cementare il tubo. "Così non dovresti correre altri rischi di allagamento "dice lui rialzandosi dopo un po'. "Certo..Sempre che io non sia sbadata e lasci il rubinetto aperto "dico ridendo ma alzando lo sguardo, noto Kemal che mi guarda serio.. Forse la battuta non gli è piaciuta.. "Ovviamente non succederà perché io starò attenta"dico sorridendo. Lui continua a guardarmi severo ma all'improvviso si sblocca e chiede "Come mai hai una maglietta maschile nell'armadio ?" "Ah ma non è mia!"dico indicando la maglietta. "Allora di chi?" "Di.." Gli dico la verità o no? "Del mio fidanzato. Sai a volte si ferma a farmi compagnia..che dolce" Perfetto. "Ma io non ho mai visto un ragazzo salire a parte Adil " dice Kemal incrociando le braccia. "Ehm..lavora all'ospedale. Ha dei turni pazzi" butto lì. "Capisco.."dice Kemal osservando.. La mia spalla? Volgo subito lo sguardo sulla spalla e noto che la vestaglia è scesa svelando la mia spalla nuda. Controllo che la voglia non si veda ed emetto un sospiro di sollievo nel notare che è completamente ricoperta dal fondotinta. Alzo la vestaglia affinché mi ricopra e ritorno a sorridere a Kemal che ha notato subito il mio disagio.. "Ehm..Posso chiederti una domanda?"chiedo cambiando argomento. "Dipende " Mi schiarisco la voce e con coraggio chiedo "Come ti sei procurato le cicatrici sulla schiena? " Lui mi osserva attento ma poi distoglie lo sguardo e si abbassa per raccogliere i suoi attrezzi. "Non..non mi hai risposto " Gli faccio notare. "Volevi fare una domanda? L'hai fatta " dice lui continuando a buttare tutto sul suo secchio capiente. "Ma io volevo una risposta "dico insistendo. Lui sospira stufo ma alla fine risponde "Non ho avuto una bella infanzia. Molto più diversa dalla tua " "Dalla mia?" Chiedo confusa. "Si. Immagino che sarai sempre stata coccolata e viziata dai tuoi genitori " dice lui finendo di raccogliere gli attrezzi all'interno del secchio. "Come fai a dirlo?"chiedo. "Solo una bambina viziata ha un comportamento come il tuo" "Come il mio?" "Si" "Beh tu non mi conosci " dico un po' alterata. "E tu non conosci me quindi piantala di farmi domande" dice afferrando il secchio e uscendo dal bagno. Rimango impalata finché mi do una smossa e raggiungendolo, dico "Io non volevo..." "Tu non vuoi mai nulla e.." Si gira improvvisamente e mi guarda mentre io lo fisso sgranando gli occhi "Smettila di guardami con quei cazzo di occhi da cerbiatto!"Grida per poi uscire fuori di casa e sbattere la porta con violenza.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Prettybene9816