“There she goes”

Mi sostengo a stento.
I miei piedi, congelati dal tocco con la superficie di questo squallido tetto, bruciano come avessi camminato su bracieri ardenti da questa mattina.
Questo è il momento della giornata che più preferisco, il momento in cui posso godermi la mia Marinette senza alcun ostacolo o distrazione.
E' il momento in cui il sole tramonta e lei vive i suoi ultimi attimi di quotidianità prima di chiudere gli occhi e ricaricare le batterie per il giorno seguente.
Nonostante avessi passato delle ore molto impegnative tra criminali ed akuma*, non esiste stanchezza che possa farmi rinunciare a questi miei pochi minuti in paradiso.

Ed eccola che arriva: con il tuo abbigliamento molto comfy, l'asciugamano legato a turbante sulla testa ed un solo ciuffo di capelli blu che esce sul lato destro del viso tutto rosso, accaldato dal calore della doccia.
Il balconcino, collegato alla stanza al piano di sotto tramite una botola in legno, è il luogo dove la mia Lady sceglie ogni giorno di concludere la sua giornata pensando a chi sa chi.
La ringhiera sulla quale poggia delicatamente i suoi gomiti è sempre di un grigio metallico fresco, come se venisse verniciata periodicamente.
Quell'edificio ha sempre un non so che di diverso (in positivo, intendiamoci), un diverso che probabilmente risalta ai miei occhi perché sono consapevole del fatto che quell'ambiente rispecchia pienamente ciò che è la mia Marinette.
Arredato con un bonsai, un vaso di rose rosse, una sdraio, delle luci colorate ed un tavolino da tè, quel piccolo terrazzo rende le abitazioni circostanti meno tristi e più luminose.

Dalla superficie una piccola macchiolina rossa si libra nell'aria: Tikki.
Raggiunge con un moto ondeggiante la sua padroncina e le si posa a ¾ davanti, come in attesa di qualche lamentela di routine. Marinette, come per sua abitudine, le sbuffa ed ammira il cielo stellato esausta ed incompleta.
Questo è ciò che arriva apparentemente dal suo comportamento, ma in realtà so ben poco di quello che affligge la mia coccinella.
Se solo sapesse che io, Adrien, sono in realtà il suo tanto detestato Chat Noir, non ho idea di come potrebbe reagire, ed è per questo che lascio a me stesso il beneficio del dubbio, accontentandomi di viverla da lontano, senza correre il rischio di perderla veramente.
Spesso fantastico su chi possa essere il suo tipo ideale, e spesso mi convinco anche di avvicinarmici un po', poi torno con i piedi per terra e penso che forse un motivo per il quale lei mi ignori, sia da compagno di classe, sia da supereroe, c'è.
Sono ormai mesi che ho scoperto la sua identità, grazie al suo inconfondibile miraculous* ed alla presenza della minuta Tikki, che ogni tanto esce dalla sua borsa per rimediare qualche biscotto.
Spesse volte mi sento alquanto stupido nello stare fermo qui, a guardarla, senza tornare indietro, ma senza fare nemmeno un passo avanti. Nonostante tutto, questa monotona tranquillità priva di colpi di scena mi piace, o almeno mi da una sicurezza.

Le cade il turbante a terra ed i capelli umidi si liberano.
Trema per qualche secondo, forse per il freddo del vento sulla testa ancora bagnata.
Lancia un ultimo sguardo al paesaggio notturno, mentre Tikki la sprona rumorosamente a rientrare per evitare di prendere un malanno. Improvvisamente guarda da questa parte.
Mi nascondo in maniera talmente veloce ed istantanea da non rendermi conto del movimento.
Probabilmente non ha nemmeno avuto modo di accorgersene a causa della distanza, ma sono scattato comunque per la paura di rovinare tutto.
Sporgo piano la testa e non c'è più, vedo solo la porticina di legno chiudersi lentamente.
Marinette è andata a dormire. Mi avrà notato? Il mio pulsante cuore spera di sì, il mio cervello metodicamente no.
La giornata finisce qui anche per me, mi alzo in piedi e mi incammino verso le scale antincendio che mi conducono ogni volta qui sopra senza rischiare di essere beccato.
“Forza Plagg, datti una mossa! Altrimenti puoi anche scordarti il camembert*!” esclamo scocciato per incitare il mio kwami* ad essere meno pigro e più reattivo.
“Abbiamo finito di stalkerare Ladybug per oggi?”, risponde Plagg in tono sarcastico mentre fluttua assonato verso di me.
“Sì, per oggi.”, rispondo serio.
Mi volto giusto un secondo per assicurarmi che le luci della cameretta di Marinette siano spente.
“Sogni d'oro My Lady”, sussurro come se potesse realmente sentirmi.
Ci allontaniamo furtivi nel pieno della notte, anche noi verso casa, con la consapevolezza che domani dovrò assicurarmi del fatto che lei non mi abbia notato, ancora una volta.




*Camembert: formaggio francese amato da Plagg
*Akuma: mostri falena generati da Papillon (il cattivo della serie)
*Kwami: partner del supereroe che permette a questi di trasformarsi (Plagg è un gatto nero, mentre Tikki una coccinella)
*Miraculous: accessorio attraverso il quale avviene la trasformazione




Salve popolo di EFP!
Questa per me dovrà essere una nuova presentazione, più che un ritorno, visto che sto scrivendo e pubblicando di nuovo dopo quasi sette anni (sono assente dal 2010/2011 più o meno).
Sono tornata con tematiche toltamente diverse, avendo cambiato alcuni dei miei interessi, ovviamente senza guardare con astio alle pubblicazioni passate!
Spero che questa nuova serie attiri la vostra attenzione e che allieti la vostra lettura!

Con tutto l'affetto del mondo,

Martina