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Autore: killian44peeta    29/04/2017    0 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Will

Avanzavamo quasi a tentoni, a passi stanchi, da più di venti, trenta minuti di fila, senza quella che sembrasse una reale meta.

Sentivo il fango di una pozza che mi macchiava i pantaloni e rabbrividii, quando mi accorsi che aveva un qualcosa di gelido e decisamente surreale.

L'aria si era fatta piú fredda nel giro di quelle che a me parvero un ora o due, quando ci fermammo davanti ad un negozio dai vetri oscurati e dall' aspetto decisamente diverso da quelli che avevamo visto fino a poco prima, pareva che attorno ad esso ci aleggiasse un atmosfera un po' da brivido.

Non ci trovavo nulla di rassicurante e perlopiù la freschezza che era giunta a tutt'un tratto sembrava provenire proprio da lí.

-Perché ci siamo fermati?- sussurró Task, guardandosi attorno con parecchia tensione.

-Già, perché?- domandai a mia volta a disagio

Quel negozio aveva un aspetto che proprio non mi ispirava molto, non facevo che pensare al fatto che era meglio allontanarsi da lí il prima possibile e il restare era quasi indesiderato, escluso, se soltanto Morgan non si fosse bloccato lí, come un lupo davanti ad una preda.

-Penso che sia qui-

-Come mai? Senti la traccia del nostro odore?-

-Sí, esattamente, il vostro odore é presente anche qui e penso che nessuno possa averlo se non ha almeno un vostro vestito, vi pare?-

Annuimmo in silenzio ma non riuscivammo a deciderci ad entrare.

Quest'aria, davvero, mi infastidiva parecchio, non era come la solita brezza pomeridiana, un po' fresca e un po' frenetica.

No.

Si espandeva qualcos'altro sotto di essa, non capivo solo che cosa potesse essere, non deltutto almeno.

Ma ormai il capire non sembrava mai essere facile, le domande erano fin troppe per i miei gusti.

Mi strinsi la giacca addosso e serrai i denti mentre mi sentivo attraversare, il vento gelido filtrava dal punto bagnato della stoffa dei pantaloni rattoppiti.

Mi costrinsi a non biascicare la mia paura e quel senso di incertezza che in modo scostante mi scuoteva come una foglia in balia alla corrente di un uragano.

Quando notai che anche gli altri provavano quello che sentivo io, mi sentii quasi sollevato.

Nessuno di noi si azzardava ad entrare.

Apparentemente sembrava anche che nessuno di noi si sarebbe mosso da quella postazione se non per andarsene.

Ma dovevamo farlo e ció mi spaventava terribilmente.

I primi a decidersi furono Morgan e Guy.

Il Buio mandó giú un groppo di saliva che sembrava esserglisi bloccato giú per la gola, incupendosi terribilmente, e prima di muoversi vide Morgan fare il primo passo verso quel negozio.

Mi aspettavo quasi che accadesse qualcosa di negativo e strano, ma non ci fu nulla, nulla  successe.

Virgil, seguendo il nostro protettore, inizió e concluse ininterrottamente il suo cammino, fino ad arrivare davanti alla porta del negozio.

Afferrò, con gesto fluido e carico di disprezzo, la maniglia della porta, ma invece di aggredirla con nervosismo, la fece abbassare lentamente e con delicatezza, per poi spingere la porta facendola cigolare rumorosamente.

I cardini della porta scricchiolarono quasi, seguiti dal campanellio leggero dell' incontro della porta con esso.

Aperta completamente la porta, guardó noi e all' interno, poi ci si intrufoló, seguito a ruota dal guardiano che gli era rimasto affianco, Silver entró subito dopo, accellerando il passo, dopo di ció fecero la stessa cosa Diana e Task, io chiusi la fila e spinsi la porta fino a serrarla.

Quando essa toccó contro la chiusura, ci fu un altro scampanellio leggero che mi fece voltare di scatto.

Con il cuore accellerato, dopo qualche secondo, a fissare davanti e non dietro di me.

Il negozio era più grande di quanto potessi anche solo minimamente immaginare e pareva piú un magazzino di oggetti antiquariati.

Per poco, quando fissai a sinistra, non mi presi un colpo.

C'era un grande orso su due zampe, fortunatamente imbalsamato, con le zanne e gli artigli ben visibili.

Aveva un aspetto molto minaccioso e aggressivo.

Appena accanto c'era la testa di un alce, appesa a mo' di trofeo e uno stemma con un aquila della stessa grandezza di una targhetta di identità.

A destra c'erano dei mobili intagliati in legno.

Più avanzavo, più vedevo nuove cose: vestiti, sacche, libri, cornici...

Proprio davanti a noi c'erano un mucchio di scartoffie tutte ammassate e dall' odore di muffa, con un colore tra il giallo e il cenereo.

Visualizzai anche una tendina con dei gigli ricamati e quadri, sculture, mattonelle in ceramica, vasi ovali e ben decorati, divani baldanzosi, arpe, pianoforti a coda, archi, liuti, stoffe antiche e sfilacciate sui bordi, tappeti pieni di polvere...

Al lato di uno scaffale v'era una foto con il vetro rotto e delle perline sparse di una collana.

Avevano un colore tendente al grigio, poco lucide e che, al minimo movimento, ruotavano per dividersi tra loro.

Intravidi anche una lampada e qualcosa che attiró la mia attenzione quasi subito, un carillon a forma di scrigno, con uno smeraldo incastonato sopra ad una delle facce laterali, dentro ad esso c'era un piccolo cerchio incastrato in una lametta sottile.

Somigliava alla forma di una chiave, ficcata bruscamente dentro a quello scrigno dai colori e dalle sfumature dorate.

Ci volle un po' prima che staccassi lo sguardo da esso per spostarlo poi verso una scala che sprofondava al di sotto del pavimento su cui camminavamo, come per toccare le profondità, anche se chiusa da una porta di metallo con delle catene che impedivano l' accesso a chi non possedeva l' oggetto che l' avrebbe aperta.

Notai una scrivania a tutt'un tratto, con una figura sedutavi dietro.

Era una donna dai capelli grigi, la cui pelle era piena di rughe che parevano ragnatele e sembravano sul punto di sbriciolarsi.

Aveva un leggero 'tick' all' occhio sinistro e al collo, che faceva rumori sordi e schiocchi secchi che somigliavano a fratture, tanto che sembrava che gli si sarebbe rotto l' osso completamente da un momento all' altro.

Percorremmo silenziosamente la poca strada che ci distanziava da lei.

Uno dei suoi occhi era di vetro, ed era quello ticchettante, di un giallo spento, l' altro era verde e somigliava a quello di un felino.

Indossava una giacca elegante dalla tonalità fuxia, un foulard rosa confetto, una stretta gonna a tubo e una maglia che poteva tranquillamente soffocarla, non le si addicevano molto, sembrava quasi che che avessero sistemato una testa su un corpo sbagliato per esso.

Ci scrutava come se fossimo venuti da un altro mondo.

-Non siete del posto, signori - apostrofó con un tono irritante e gracchiante, a dir poco raspante e fastidioso, con un accento sulla 'i' piuttosto bizzarro.

-No, infatti- disse soltanto Morgan, con delicatezza ed educazione, non tralasciando alcun tipo di insicurezza.

-Desiderate qualcosa?-

Mi guardai attorno un altra volta prima di tornare a guardare la donna anziana.

Per ora non avevo visto nulla di nostro.

-Siamo solo di passaggio, questo negozio ci aveva incuriosito...-

Un sorriso che pareva più una smorfia, affioró sulle labbra della donna -E ha fatto bene ad incuriosirvi- rispose maliziosamente-É un negozio diverso da altri-

-Lo abbiamo notato-

-Allora curiosate un altro po', se volete, fatelo pure, ma non fate troppo rumore, ne sono infastidita parecchio-

Noi la fissammo per un altra manciata di secondi poi ci riunimmo a cerchio.

-Ci dividiamo due a due?- chiesi

-Siamo dispari- sbottó Nemes

-Sí, ma io valgo per due- sorrise Morgan -Concordo con il piano di Will, i gruppi saranno di due a due, Guy con Silver, Task con Nemes e Will... tu con Diana, d'accordo?-

Non mi chiesi il motivo di questo abbinamento, era facile da prevedere, i più esperti con i novellini.

Non fu nemmeno discussa la decisione presa, annuimmo e ci dividemmo nei gruppi prestabiliti.

Quando Diana mi si affiancó, fu il momento di scegliere la direzione da prendere.

Ci guardammo intorno.

-Andiamo di lá?- puntai il dito verso una specie di corridoio prodotto da degli alti scaffali che quasi raggiungevano il soffitto.

Diana annuí accondiscendente, poi lo percorremmo in silenzio, in modo quasi felpato, fino a raggiungerlo ed a attraversarlo.

Tra gli scaffali vi erano delle statuette, dei medicinali, probabilmente scaduti, dei fiori ancora bagnati, delle gabbie per uccelli e topi, alcune trappole dall' aspetto molto pericoloso ...

E una briglia di cavallo, l'avevo già vista intorno al muso di Hurricane.

La presi, pochi attimi primi che sentissi un urlo squarciare il silenzio.

Non identificai chi fosse finché non notai la nota secca e allo stesso tempo dolce della voce.

Era Nemes ad aver gridato.

Non era affatto una cosa positiva.

Io e Diana ci allarmammo subito e scattammo, ancora indecisi su che direzione prendere.

Non riuscivamo a prendere una decisione.

Destra? Sinistra?

Sentimmo un altro rumore, pareva che si fosse rotto qualcosa ed era esattamente alla nostra destra.

Iniziammo a correre velocemente verso il rumore improvviso e ci trovammo difronte a Task che aveva preso a correre davanti a sé, lasciando cadere un vaso, probabilmente prendendoci contro.

-Oh, Task, Task !- urló Diana

Il Fuoco si giró appena, continuando a correre all' incontrario, con un espressione allarmata quasi quanto le nostre.

-Dov'è Nemes?-

Fece per aprir bocca ma poi la richiuse, facendoci segno di seguirlo direttamente, con un veloce gesto della mano.

Non doveva essere con lei?

Non era il momento di domande e spiegazioni, perció decisi di seguirlo e basta, a passo rapido.

Ci volle più o meno qualche minuto prima che la raggiungessimo.

Era sdraiata, svenuta, probabilmente stordita.

Apparte noi Elementi non c'era nessuno se non la vecchia, a meno che non fosse giunto qualcuno, ma era improbabile, del tutto improbabile, non c'era stato alcuno scampanellio.

-Perché non sei rimasto con lei?- sbottó Diana

-Me l' ha detto lei! Mi ha quasi cacciato!-

-Come?-

-Ha detto che aveva visto qualcosa ma che non aveva notato che fosse suo finché non se l'era ricordato-ribatté-É stata la vecchia vero?-

-Probabile- disse lei -É l' unica che era qui oltre a noi, l' unica che ha potuto osservare le nostre posizioni-

-Sí, ha visto che direzione prendevamo...- continuai io

-Guy e Silver!- scattarono insieme Task e Diana, saltando quasi in aria

-E Morgan!- dissi

-Dobbiamo cercarli-

-Ma non possiamo lasciare qui Nemes...-

-Me la carico io sulle spalle, io l' ho lasciata, mia la responsabilità-

Task afferrò un braccio di Kleo e poi prese anche l'altro, con delicatezza, la tiró leggermente su, ma prima che potesse metterla sulle spalle, lei si riprese.

Il suo sguardo rimase su Task con un espressione alimentata da emozioni difficili da identificare.

I suoi occhi sembravano percorrergli il viso e studiarlo.

-Stai meglio?- chiese il Fuoco

-Sí... credo- balbettó lei

Task le porse un oggetto, era una collanina che aveva un bellissimo medaglione dorato, decorato da ghirigori semplici.

Lei osservó l' oggetto, studiandolo con attenzione, poi aprí il medaglione.

Scorsi la foto di una bambina dai capelli marroni corti, dalle stesse fattezze dell' Elemento della Terra, sia per lineamenti, sia per espressione.

Non lo ringrazió, chiuse soltanto la mano intorno alla collana e la strinse, per poi indossarla e annuire semplicemente.

-Te la senti di correre?- chiese il Fuoco

-Sí, sto bene- affermó, accennando un sorriso debole

-Sicura?-

Lei annuí un ultima volta, con piú decisione e convinzione.

-Bene, non perdiamoci in chiacchiere-

Incominciammo tutti a correre, più veloci che potevamo.

A volte, durante la corsa sfrenata, cadeva qualche oggetto e rischiavamo di scivolare, ma il nostro ritmo era comunque regolare.

Così regolare che sembrava fossimo un tutt'uno.

Quando trovammo Silver e Guy, non calmi ma quasi, anche se mezzi intenti a correre pure loro, li tempestammo di domande.

-State bene?-

-Sí, voi?-

-Noi bene, a parte forse Nemes che é stata colpita...-

-Io sto bene, davvero, ma non tocca a noi quattro ricevere le domande, no? Ci siamo riuniti prima di trovare voi, il momento delle domande é per entrambi voi due-

-Non avete notato nulla di sospetto?- chiesi, sorvolando il commento finale di Nemes che mi innervosí parecchio anche se non lo diedi a vedere.

-No, tutto ok- insistette Silver, Guy fece un cenno con la testa per dare il suo assenso.

-Piuttosto, Nemes, ti ha aggredito la vecchia?-

-Sí, lei-

-Dalla vecchia...- disse Silver, con un tono leggermente stranito.

-Sí, ma... sembrava piú alta-

-Come 'più alta'?-

-Più alta!- esclamó lei, con tono disperato-Più alta e massiccia, con uno sguardo strano e non con l'aspetto di una normale anziana-

-Quanto era alta?- chiesi in un lieve sussurro

-Beh... sembrava molto, molto alta, più me la trovavo davanti e più sembrava innalzarsi, ma forse era una mia impressione visto che stavo per svenire-

-Non penso- sembró dire Guy, con una leggera scossa di capo, mischiato al disappunto che si leggeva nei suoi occhi.

-Nemmeno io- disse Diana, quasi avesse compreso -Solo una volta ho visto una figura alzarsi di altezza... e quello che ne é stato totalmente testimone é Will-

Mi paralizzai completamente, avendo improvvisamente il flash back di quel momento, che mi albergó nella testa, ancora una volta.

-Sí- concordó Task

-Era uno Spettro- dissi in un sussurro, con un brivido che prendeva a salirmi e a scendermi per la schiena.

-Come troviamo Morgan adesso?- chiesi

-Forse lui ha sentito l' odore dello Spettro e percepisce che il nostro é piú lontano, solo...- Nemes si interruppe

-Cosa?- chiesi io

-Mi chiedo come mai sia riuscito a stordirmi... se era uno Spettro non avrebbe dovuto riuscirci, e poi perché solo stordirmi? Perché non ha tentato di uccidermi e basta?-

-Aveva un altro piano- sussurró Diana

-E che tipo di piano é secondo voi?- chiese ancora con un tono di voce incerto, quasi stesse facendo due più due ma non fosse sicura del risultato 
-Qualcosa che implichi noi- ragionó Silver

-Già... e Morgan non saprebbe molto dello Spettro, avrebbe sentito solo il suo odore per un attimo, poi una volta assunta la forma di chi voleva lo avrebbe fatto sparire-

Lo Spettro aveva preso la forma di uno di noi.

Il problema era uno solo... chi? Di chi aveva preso la forma? 

Non di me di certo, me ne sarei accorto.

Di Diana forse no, era praticamente impossibile, era stata affianco a me tutto il tempo!

O era Task, o Silver, o Guy.

Ad un tratto mi chiesi cosa mi facesse escludere Nemes dalla lista dei sospettati e capii che non c'era alcun motivo di farlo.

Era strano, ma mi accorsi che era perfino piú prevedibile.

"Lo Spettro cerca di convincerci, fingendo di essere Nemes, di essere stata solo stordita, svelando il fatto che uno di noi potrebbe essere lui, l'assalitore, sviandoci, facendoci credere di non essere assolutamente lui perché é quello che ha messo i dubbi su un piatto d'argento, serviti e ben mostrati per confonderci ancora di piú"

-Ciascuno di noi deve dire qualcosa di lui di molto profondo e che almeno uno sa- feci una pausa -Piú lo sanno meglio é, chi dice le cose piú conosciute o poco profonde, potrebbe essere uno dei colpevoli- lanciai un veloce sguardo a Diana e la vidi annuire.

-E io?- sembró dire Virgil

-Tu usi il linguaggio muto-

-Non penso che mi aiuteranno molto- mimó, lettera per lettera, con espressione già stufa

-Uh! Così posso farti tutte le domande che voglio, Guy- Silver gli prese il braccio e il Buio la cacció con uno scossone

-Ok. Chi inizia?-

-Andiamo a lettere- optó Diana

-Nel senso... ABCD?- domandó Nemes guardandola stranita

-Beh, ognuno di noi conta in tutto la somma delle iniziali delle proprie lettere-

-La somma?-

-A vale uno, B a due, C a tre... eccetera eccetera-

-Ma io sono svantaggiato, ho quattro lettere da contare- sbottó Task contrariato

-Scegli uno dei tuoi secondi nomi-

-Ok. Bene. D'accordo-

Ci volle un bel po' di tempo per riuscire a fare tutto il calcolo e rimanemmo in silenzio per qualche minuto di fila

-Il mio fa ventisei, D più C più S, ovvero quattro piú tre piú diciannove-

-Sessantasei, avendo due W che valevano ventiquattro ciascuna e la R che é  dieci... il mio é stato un conto enorme, sai che roba-

-Il mio é ventotto se non si conta la J-

-Quarantatre- mimó Nightshadow

-Ventinove- Nemes fece una rapida pausa - N piú K piú D ovvero quattordici più undici piú quattro-

Silver non rispose, era intenta, o almeno pareva intenta, a calcolare.

-Il tuo qual'é?- chiese Diana

La ragazza divenne tutta rossa in faccia, ma non sapevo dire se fosse per imbarazzo o per qualcos'altro che non sapevo se fosse quello che interpretavo -Non sono molto brava in matematica- disse piano

-Silver...- sussurrai

Si susseguirono parecchi secondi di silenzio.

-Su, non é difficile, la S vale diciannove, le altre le sai, anche se fai il conto con le dita va bene comunque, non ti prendiamo mica in giro- continuai, cautamente

Il silenzio aleggiava sovrano, tenebrosamente, e il viso le si faceva sempre più rosso.

Quando, sotto il nostro sguardo attonito, inizió a sembrarci piú alta, facemmo un passo all' indietro.

-Un piano eccellente, Diana- disse Task

Concordai pienamente.

Diana aveva centrato nel segno, l' aveva smascherato.

Nessuno Spettro sapeva il nostro secondo nome a meno che non lo scoprisse in qualche modo.

E noi non avevamo assolutamente pronunziato il secondo nome di Silver.

Quello del gioco era stato soltanto un pretesto.

Si alzava sempre di più e sembrava aver raggiunto ormai i due metri, altri flash back iniziarono a disturbare la mia mente.

Ancora mi chiedevo dove fosse il mio vero fratello... ma ora mi veniva piuttosto da chiedermi...: "dov'è la vera Silver? "

Aveva ancora le sue sembianze ma era talmente alta da mettermi i brividi.

Non sembrava naturale vederla a quell'altezza.

Quando si tramutó del tutto, mi accorsi che era parecchio diverso da quello che aveva assunto la forma di Zein, non era un comune Spettro.

Aveva il mantello nero, sí, ma dentro ad esso sembrava esserci un intero universo, era come se brillasse.

Aveva bevuto il sangue di unicorno, per questo era riuscito tranquillamente a colpire Nemes.

Era piú forte, tutti i suoi punti di forza erano stati rafforzati... piú forte di esseri che non sapevamo già  come distruggere.

Eravamo in guai seri stavolta.

Avremmo dovuto capire come distruggerli, e al piú presto possibile.

  
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