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Autore: telesette    29/04/2017    1 recensioni
Cerys An Craite, regina delle Isole di Skellige, si ritrova nelle mire di un gruppo di assassini al soldo di un misterioso mandante. Secondo Ermellino il druido, la proposta di matrimonio del giovane Jarl Eruik O'Bain potrebbe spazzare via i dissensi e garantire alla sovrana un forte peso politico su tutti i suoi nemici. Tuttavia Hjalmar, fratello di Cerys, preferisce chiedere l'aiuto di Geralt e Ciri per indagare e scoprire chi desidera la morte di sua sorella...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ciri, Geralt di Rivia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La nave di Hjalmar non incontrò tempeste né difficoltà durante il viaggio. Geralt e Ciri trascorrevano gran parte del tempo allenandosi e duellando sul ponte. Di solito era Geralt a vincere ma, pur con un certo stupore da parte di questi, non era raro che Ciri finisse per disarmarlo con una mossa a sorpresa. Le loro differenze di abilità, col tempo, si erano notevolmente affievolite e ora la giovane discendente di Lara Dorren non era certo meno abile dello strigo.

- Due su tre - esclamò Ciri raggiante, dopo aver disarmato Geralt per la seconda volta. - Stai perdendo colpi, paparino!
- Non ti montare troppo la testa - brontolò Geralt, cercando malamente di nascondere il comprensibile disappunto. - Hai ancora molto da imparare, ragazzaccia!
- Scusa, non eri tu a dire che "bisogna saper perdere con stile"... Hai cambiato idea, per caso?

Geralt non rispose.
Semplicemente si limitò a raccogliere l'arma dal ponte e, dopo averne strofinato leggermente la lama con un panno, la rinfoderò sulla schiena e si appoggiò contro la balaustra senza proferire alcunché. Hjalmar gli si avvicinò sorridendo, guardandosi bene dal punzecchiarlo, ma non poté proprio nascondere la sua ammirazione per Ciri.

- L'allieva ha superato il maestro - osservò Hjalmar.
- Hm - grugnì Geralt con un cenno di assenso.
- Non mi sembri molto contento!
- Lo sono - ammise Geralt sottovoce, guardandolo con una smorfia. - Il fatto è che, ogni volta che perdeva, Ciri non faceva altro che allontanarsi sbuffando e brontolando... Ora che le cose sono cambiate, come posso negarle questa soddisfazione?

Hjalmar rise sguaiatamente.

- E' meravigliosa, sul serio - sospirò l'uomo di Skellige, ammirando estasiato le sue movenze e la grazia con la quale ella piroettava sul ponte facendo roteare la spada alla luce del sole. - E' diventata ancora più bella, per quanto sembri impossibile, non sembra neppure di questo mondo!
- In un certo senso, è proprio così - mormorò Geralt. - Difficile dire a quale mondo appartenga una persona che vi viaggia attraverso!
- Difficile a credersi - commentò Hjalmar. - Da piccolo, ogni volta che rimanevo in silenzio sul ponte delle navi, ero convinto che niente potesse essere altrettanto grande e sconfinato quanto il mare aperto... Ma suppongo che, per Ciri, questo sia come una goccia d'acqua dentro una scatola!
- Probabilmente!
- Sarebbe bello poterle parlare liberamente, come quando eravamo bambini, solo che... Beh, è cambiata adesso!
- Solo nell'aspetto - precisò Geralt. - I caratteri non cambiano, te lo assicuro!
- Aye, non era quello che intendevo...

Hjalmar abbassò lo sguardo, incapace di guardare Geralt negli occhi.
Il Witcher intuì al volo il senso.

- Oh, capisco!
- E' buffo, quando si è bambini, chi se ne importa se sei maschio o femmina? Voglio dire, prendi me e Ciri per esempio: abbiamo trascorso l'infanzia insieme a picchiarci, ad azzuffarci e a divertirci senza fare distinzioni sul sesso; non sapevamo neppure cosa significasse, eppoi un giorno tutt'a un tratto...
- Tutt'a un tratto, i bambini crescono!
- Aye... E così diventa tutto più complicato, cazzo!
- E' così complicato, dirle apertamente che ti piace?

Hjalmar sollevò il capo, guardando Geralt con espressione dannatamente seria.

- Non è "dirglielo" il problema, bensì quello che potrebbe rispondere!

Geralt gli batté una leggera pacca sulla schiena.

- Benvenuto nel mondo delle donne, giovane An Craite - fece il Witcher con evidente sarcasmo. - I giganti mangiatori di uomini e le tempeste sono niente, in confronto a questo!
- Grazie - ribatté l'altro seccato. - Ora sì che mi sento tranquillo!
- Cambiando argomento - Geralt si fece anch'egli più serio. - Che mi puoi dire della situazione attuale?
- Poco, purtroppo: gli assassini sono tuttora nei sotterranei di Kaer Trolde, in attesa di essere interrogati, ma non c'è verso di cavargli di bocca una sola parola; Cerys è costretta a muoversi sempre con una scorta nutrita di guardie, benché ciò non le vada affatto a genio; ed Ermellino trascorre le sue giornate sulla scogliera, nella parte più alta dell'isola, interrogando l'Oracolo nella speranza di una previsione sul futuro che ci attende!
- Ah, immagino!
- Geralt, devo avvertirti fin da subito: Cerys non è al corrente del vostro arrivo a Skellige, non ritiene sia giusto coinvolgere nessuno al di fuori delle isole!
- Me lo aspettavo - annuì Geralt. - Cerys non è tipo da chiedere aiuto espressamente, è troppo orgogliosa per farlo, come suo padre... Da lui ha ereditato molto, soprattutto la testardaggine!
- Aye, una volta arrivati, dovremo prima chiedere udienza e sperare che lei accetti di riceverci... So che ti sembrerà assurdo ma, una volta giunti a destinazione, potreste trovare la cosa oltremodo ridicola!
- Non più della corte reale di Vizima, fidati - si affrettò a puntualizzare Geralt. - Vi sono usanze sul continente che voi di Skellige non riuscireste mai a comprendere senza mettervi a ridere!
- Sul serio, per esempio?

Geralt tacque, pensando amaramente a quando il gran ciambellano di Emhyr Van Emreis lo aveva praticamente "costretto" ad indossare uno scomodissimo farsetto e ad eseguire un ancor più ridicolo inchino per salutare convenientemente Sua Maestà... Il solo pensiero gli faceva storcere il naso, anche a distanza di anni.

- Lasciamo perdere - mormorò. - Prepariamoci ad attraccare in porto, piuttosto!

Come a conferma delle sue parole, infatti, il profilo frastagliato delle case e dei tetti adiacenti la parte nord della costa di Ard Skellig comparve improvvisamente all'orizzonte.
Hjalmar lanciò un ordine a Folan e Vigi, i quali si affrettarono ad eseguire le manovre di attracco, e pochi minuti dopo la Sirena dei Ghiacci ammainò le vele ed entrò in porto sventolando il vessillo degli An Craite sulla cima dell'albero maestro.

***

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***

Come previsto da Hjalmar, l'arrivo di Geralt e Ciri a Kaer Trolde non fu annunciato con particolare accoglienza.
Sua Maestà Cerys fu chiaramente felice di rivedere i suoi amici dopo tanto tempo ma, a causa delle eccessive misure di sicurezza, Hjalmar e i due Witcher dovettero prima fare i conti con uno sbarramento di almeno centoquaranta uomini del clan An Craite che gli sbarrarono il passo come se fossero criminali. Il capitano della guardia, un nerboruto uomo di Skellige di nome Krog, si era infatti messo in testa che fossero tre impostori e minacciò di sbatterli tutti e tre nelle segrete della fortezza.
Prima che Hjalmar potesse fare o dire  qualcosa però, il pugno di Geralt aveva già messo a tacere l'arroganza di Krog, mandando quest'ultimo steso sul pavimento pancia all'aria.
Fortuna volle che Cerys, sentendo la confusione provenire dall'ingresso principale, ordinò che si facesse chiarezza e, una volta che ebbe riconosciuto l'inconfondibile sagoma del Witcher che l'aveva aiutata a Spikeroog tempo fa, non perse tempo nel costringere gli uomini a deporre le armi e a dimenticare seduta stante l'increscioso incidente.

- Non ti smentisci mai, vero Witcher? - sentenziò Cerys con una smorfia.

Geralt allargò le braccia, come a volersi scusare, allorché la regina lo abbracciò con una calorosa risata e gli stampò un leggero bacio sulla guancia.

- Cosa vi porta a Kaer Trolde?
- Beh, ecco sorella... - esalò Hjalmar, grattandosi la nuca nervosamente. - Veramente, sono stato io a chiedergli di venire!

Subito il sorriso di Cerys scomparve.

- Mi sembrava di essere stata chiara con te, fratello - esclamò adirata. - L'attuale situazione riguarda noi delle isole, e nessun altro!
- Suvvìa, neppure i vecchi amici ? - provò a sdrammatizzare Geralt.
- Geralt, per favore - ribatté Cerys. - Non si tratta di un capriccio, bensì di una questione molto seria: se i membri degli altri clan vedono che chiediamo aiuto ai nostri alleati del continente, perderemmo anche il rispetto e la fiducia di chi ci sostiene... Non voglio sembrarvi ingrata, o peggio ancora irriconoscente, ma la situazione è più complicata di quanto possiate immaginare!
- Certo ma...
- No Geralt, niente "ma" - tagliò corto Cerys, senza ammettere alcuna replica. - La vostra presenza è assai gradita, in qualità di ospiti beninteso, ma devo chiedervi di astenervi da qualsiasi indagine!
- Cerys, per favore, metti da parte la tua testardaggine, almeno per una volta - obiettò Hjalmar.
- Con te parlerò più tardi, Hjalmar, non credere di passarla liscia questa volta!
- Al diavolo il budello del Kraken! Sei anche più testarda di nostro padre, se solo non fossi così...
- Continueremo più tardi, ho detto - tagliò corto Cerys autoritaria. - E forse, per inculcarti qualcosa in zucca, dovrò davvero cominciare ad usare il martello, visto che è l'unico linguaggio che sembri in grado di comprendere!

Cerys e Hjalmar si scambiarono una reciproca occhiata in cagnesco.
Geralt non poté fare a meno di sorridere. Dall'epoca dell'incoronazione, i due fratelli An Craite non erano cambiati nemmeno un po': erano sempre due adorabili teste dure, degni l'uno dell'altra, con lo stesso sangue bollente di Crach che gli scorreva nelle vene.

- Geralt - sussurrò Ciri, non appena Cerys e suo fratello scomparvero litigando lungo il corridoio. - Cosa pensi che dovremmo fare?
- Hjalmar sostiene che i sicari al piano di sotto non si sbottonano nemmeno sotto tortura, il che è tipico degli uomini di qui - rifletté il Witcher. - Ciononostante, al punto in cui siamo, ritengo lo stesso sia il caso di fargli una visitina!
- Stavo per proportelo io, andiamo!

Ciò detto, i due si avviarono a passo deciso verso la porta che conduceva alle segrete della fortezza. 

continua )...

   
 
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