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Autore: aui_everdeen_love    01/05/2017    2 recensioni
La sua figura snella e sinuosa era illuminata dai fasci dei proiettori rossi e brillanti del locale.
La sua pelle candida sembrava assorbire tutta la poca luce a disposizione, facendo così sembrare il proprietario un diamante in mezzo a dei sassi comuni e di poco valore.
Stripper AU!·DaichixSuga con accenni KurooxKenma e HinataxKageyama
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Shochu e lustrini




La sua figura snella e sinuosa era illuminata dai fasci dei proiettori rossi e brillanti del locale.

La sua pelle candida sembrava assorbire tutta la poca luce a disposizione, facendo così sembrare il proprietario un diamante in mezzo a dei sassi comuni e di poco valore.

E Daichi ne era follemente, infinitamente attratto: non riusciva proprio a non guardare quel ragazzo dai capelli argentei e dagli occhi color miele che stava ballando di fronte a lui, sul quel palco per niente raccomandabile e su una canzone che sapeva di sesso e di alcool.

Il costume succinto, pieno di frange e lustrini dai mille colori, poi, rendeva quel ragazzo ancora più interessante.

“Ottima scelta, Sawamura” la voce di un ragazzo lo fece trasalire, facendolo così uscire dallo stato di trance in cui era.

“Kuroo. Mi hai fatto spaventare.” la voce apparteneva a uno degli amici con cui era arrivato al locale, circa un’ora prima.

“Bhe, non ti trovavo e mi sono preoccupato. Ti ho cercato per un sacco di tempo…sei stato tutto il tempo qua, non è vero?” disse quello, girandosi ad osservare il ragazzo che stava ancora ballando sul palco “Non male, Sawamura. Vedo che hai dei buoni gusti.” Kuroo ghignò quando, nella penombra, vide le gote e le orecchie dell’altro colorarsi di un pudico ed imbarazzato rosso.

In quel momento, un ragazzino dai capelli biondi tinti, Daichi riuscì anche a vedere la ricrescita castana, vestito con un body bianco avvolto da uno scialle trasparente, passò vicino a loro, trasportando un vassoio che reggeva diversi bicchieri colmi di alcool colorato.

“Allora ti lascio. Vado a divertirmi” Tetsurou si passò le dita tra il groviglio di capelli che aveva in testa, cercando di darsi una sistemata, per poi seguire il finto biondo.

Daichi tornò a guardare il palco per scoprire, con orrore, che il ragazzo dai capelli argentei era sparito.

Al suo posto c’era un rossino incredibilmente basso, coperto solamente da una tutina fatta da calza a rete nera e un paio di mutande color petrolio, che ballava con un’intensità tale da far girare verso di lui molti dei presenti.

Era…magnetico.

“Di sicuro sa come farsi desiderare” ridacchiò Sawamura, notando con quanta bramosia un ragazzo dallo sguardo glaciale lo stava squadrando.

“Stavi dicendo qualcosa?” Daichi, spaventato ed imbarazzato che qualcuno lo avesse sentito parlare da solo, si voltò di scatto.

Il ragazzo dai capelli argentei era lì, seduto sullo sgabello vicino a quello su cui era lui, con le gambe accavallate, mentre sorseggiava qualche strano alcolico dalla cannuccia verde lime.

Daichi lo trovò estremamente provocatorio, seducente, bellissimo.

“Hinata è un ottimo ballerino. Quando balla nessuno riesce a staccargli gli occhi da dosso.” il ragazzo rivolse la propria attenzione verso il palco dove il rosso aveva appena finito la propria esibizione e si stava dirigendo verso le “quinte”, lanciando occhiate da sopra la spalla allo spilungone dallo sguardo glaciale.

Daichi ingoiò un enorme boccone d’aria e, presa l’iniziativa, si voltò nella direzione dell’altro.

“I-io, ecco, sono Daichi Sawamura. Ho t-trovato la tua esibizione molto bella, ecco.” Daichi sentiva le proprie guance colorarsi lentamente di quell’imbarazzante rosso che, in pochi secondi, avrebbe preso anche il possesso delle orecchie.

“Io sono Sugawara Koushi.” disse quello, ammiccando nella sua direzione “Chiamami Suga”

Sugawara. Sugawara Koushi. Suga.

A Daichi quel nome fece venire i brividi sulle braccia e quella schiena, lo elettrizzò di più di una scossa presa direttamente da un fulmine.

“Allora, Sawamura Daichi, non bevi?” chiese Koushi, notando che l’altro non aveva niente di alcolico tra le mani “Rimedio subito, allora” Sugawara gli fece un veloce occhiolino, per poi alzarsi dallo sgabello e scomparire dalla vista dell’altro in uno scintillio colorato.

Daichi guardò il palco dove, in quel momento, un frivolo ragazzo acconciato come un pavone stava ballando su dei tacchi vertiginosi, servendosi anche della pertica metallica che stava in mezzo alla pista di legno.

“Lui è Oikawa Tooru.” Suga era tornato e reggeva un bicchiere colmo di un liquido trasparente, con due cannucce arancioni che fendevano la bevanda.

Il ragazzo si sedette sullo sgabello, accavallando nuovamente le gambe sottili.

Daichi si chiese come sarebbe stato accarezzarle, quelle gambe, se la sua pelle fosse morbida come sembrava e che sensazioni avrebbe provato mentre i propri polpastrelli la percorrevano tutta.

“Daichi…tutto bene?” Koushi aveva la mano candida appoggiata sul suo braccio e il ragazzo non poté fare a meno di arrossire per l’ennesima volta.

“Uhm, sì sì, tutto bene” Daichi si chinò verso la cannuccia e, posateci sopra le labbra, tirò un sorso.

Shochu: il suo gusto zuccherato e fresco lo rendeva riconoscibile ovunque.

Sawamura sollevò lo sguardo dal liquido trasparente per trovarsi il viso dell’altro a pochi centimetri dal suo: Suga era, infatti, chinato sull’altra cannuccia e lo stava scrutando da sotto le lunghe ciglia scure, con la testa inclinata e lo sguardo magnetico.

Sugawara si staccò dal tubicino di plastica e, con le labbra umide e scintillanti, gli si avvicinò pericolosamente.

Daichi ingoiò un enorme boccone d’aria.

Pochi secondi dopo si stava baciando: il bruno sentiva il sapore dell’alcool nella sua bocca e il profumo fruttato di Koushi che, prepotentemente, lo avvolgeva come una coperta di lana; le loro lingue che si rincorrevano e danzavano come in un ballo e i loro corpi vicini.

Daichi non avrebbe mai voluto smettere.

 

La luce filtrava gentilmente dalle tende tirate, illuminando leggermente l’appartamento che, fino a pochi minuti prima, era stato completamente immerso nel buio della notte.

Sawamura, svegliato da un bacio delicato del sole, si ritrovò circondato da un dolce profumo di fiori e la parte del letto che, di solito, non usava leggermente calda.

I ricordi della notte prima gli balzarono in mente tutti d’un colpo: i baci nel locale, la corsa alla macchina, le stelle, i capelli chiari di Sugawara che risplendevano alla luce lunare, i risolini imbarazzati mentre l’auto sfrecciava verso la casa del bruno, il sesso…

Daichi balzò a sedere di scatto, completamente sveglio e con il viso caldo e rosso.

Incominciò a percorrere freneticamente tutta la stanza, misurandola a grandi passi.

Il ragazzo si fermò una quindicina di minuti dopo, quando accidentalmente notò un foglietto sulla sua scrivania: era un pezzo di carta stropicciato su cui vi era scritto un numero di telefono e un nome con una penna rossa.

Daichi sorrise.

 

 

 

Ehilà buona gente.

Questo, lo devo ammettere, è stato un esperimento: non sono pratica con il genere “a luci rosse” e, siccome mi era venuta l’ispirazione, ho voluto provare usando Daichi e Suga come cavie.

Spero che non sia uscita fuori una completa schifezza…fatemi sapere cosa ne pensate o se avete trovato errori (mi scusi per gli orrori ortografici che potreste trovare).

Ah, un’ultima cosa: il Shochu è un alcolico giapponese prodotto dalla fermentazione di riso, patata dolce, grano o canna da zucchero, ha un contenuto alcolico di circa 20-40%; può essere usato come base per altri liquori, può essere consumato puro oppure mescolato ad altre bevande: con acqua e ghiaccio, tè, succhi di frutta, soda e così via. Siccome non l’ho mai provato, ho completamente inventato sul gusto…se qualcuno di voi fosse più esperto di me, mi faccia sapere se ho completamente spagliato.

Grazie ancora per esser arrivati fin qua.

Zao

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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