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Autore: icydarcystormy26    01/05/2017    3 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“COME SAREBBE A DIRE SCAPPATA?!” chiese Darcy furibonda.
Lei, la sorella e la figlia si trovavano nella camera di Darcy. La strega dell’oscurità era seduta sul suo letto, mentre Stormy ed Abigail erano in piedi accanto il letto.
“Beh…è scappata, è fuggita, si è allontanata dal castello senza dire niente a nessuno…” iniziò Stormy allargando le mani come stesse dicendo una cosa ovvia.
“Avevo capito, Stormy! Ma come diavolo ha fatto?! E tu non hai preso alcuna precauzione per impedirglielo?!” chiese Darcy sempre più arrabbiata.
“Certo che le avevo prese” disse Stormy incrociando le braccia. “Avevo fatto mettere delle guardie ad ogni uscita e avevo fatto sigillare le finestre dall’esterno…ma ho lasciato aperta quella del mio studio”.
“E tu, sapendo che la finestra era aperta, non hai chiuso a chiave la porta?!” chiese Darcy che iniziava davvero ad agitarsi.
“Ero andata solo a prendere un bicchiere d’acqua, cosa sarebbe potuto succedere in quei due minuti?” chiese timidamente Stormy.
“Cosa sarebbe potuto succedere?!” urlò Darcy. Subito dopo, fece un profondo respiro. “Hai mandato qualcuno a cercarla?”.
“Certo che ho mandato qualcuno a cercarla” rispose Stormy. “Sarei andata io personalmente, ma qualcuno deve pur rimanere a palazzo”.
“Ok, ma io non mi fido delle guardie, hanno già dimostrato la loro incompetenza” disse Darcy incrociando le braccia e assumendo un’espressione pensierosa.
“Potrei andare anche io” propose Abigail.
“No Aby, non te lo permetto” disse Darcy.
“Ma mamma, vorresti dirmi che ti fidi più delle guardie che di me?” chiese Abigail indicandosi con entrambe le mani.
“Certo che no, solo non vorrei stare in pena anche per te” rispose Darcy. “Senti, vai da Rudolf e informati su come procedono le ricerche”.
“Va bene” disse Abigail delusa uscendo dalla stanza.
“Ora” disse Darcy non appena lei e la sorella furono sole. “Mi spieghi perché diavolo glielo hai detto?”.
“Non potevamo continuare a nasconderglielo e poi…credevo che avrebbe capito” si giustificò Stormy.
“Cosa avrebbe dovuto capire?! A volte proprio sono io a non capire te” disse Darcy mettendosi una mano sulla fronte.
“Non avremmo certo potuto dirglielo all’inizio, non si sarebbe certo avvicinata a noi, ora che siamo più legate credevo che…” disse Stormy, venendo interrotta dalla sorella.
“Avrà sicuramente capito il motivo per cui non glielo hai detto prima, ma sicuramente non avrà avuto comprensione per il gesto che abbiamo fatto! E perché mai avrebbe dovuto, poi!” disse Darcy esasperata.
“Lo so, contavo di parlarle e magari dimostrarle di meritare il suo perdono, non avevo pensato che sarebbe potuta scappare” disse Stormy.
“Ascolta, sono stanca, è meglio finirla qui” disse Darcy scuotendo la testa. “Piuttosto pensa ad occuparti del palazzo e soprattutto della sua ricerca”.
Stormy preferì non ribattere ed uscì dalla stanza.
***
Celeste si fermò e si sedette su di un blocco di marmo, ubicato su una sorta di scogliera. Le gambe erano immerse nell’acqua; il mare sembrava dare sollievo alle gambe stanche e doloranti per il lungo percorso fatto. Per essere meno visibile aveva preferito camminare invece che volare ed ora era esausta. Intorno a lei il mare cristallino si estendeva in tutta la sua vastità; ogni tanto dalla sua piatta superficie, dovuta alla quasi totale assenza di vento, spuntavano delle code di sirene mentre all’orizzonte si poteva scorgere il palazzo reale in tutta la sua grandezza.
Accanto alla ragazza si trovava una sacca di stoffa marroncina al cui interno c’erano la lettera che Icy aveva scritto per Celeste, una fialetta contenente un po’ del sangue di Darcy, che Celeste aveva preso da quello per le analisi, e una maglia azzurra, appartenuta ad Icy. L’idea di Celeste era di attuare comunque il suo incantesimo e di riportare sua madre in vita, poi le cose si sarebbero sistemate da sole. O almeno era ciò che sperava Celeste ma in ogni caso non poteva permettersi di fallire; non aveva pensato ad un piano B.
***
Stormy era seduta dietro la sua scrivania; aveva il gomito del braccio sinistro appoggiato sulla scrivania e la testa appoggiata sulla mano dello stesso braccio. Aveva invece l’altra mano appoggiata sulla scrivania e continuava a muovere le dita nervosamente; avrebbe avuto tante cose da fare, ma non riusciva a pensare ad altro che non a dove potesse trovarsi Celeste.
Aveva mandato Abigail a chiedere informazioni sulle ricerche di sua nipote, ma ancora non arrivava ad informarla, ma ormai l’attesa iniziava a farle pensare che fosse successo qualcosa di brutto a sua nipote e presto sarebbe impazzita.
Proprio in quel momento Abigail entrò nella stanza per poi richiudersi immediatamente la porta alle spalle.
“Sorvolerò il fatto che sei entrata senza bussare solo perché voglio sapere cosa ti hanno detto” disse Stromy alzandosi e appoggiando entrambe le mani sulla scrivania.
“Sono stati inviati dei soldati da tutte le basi del pianeta, ma non c’è nessuna novità” disse Abigail incrociando le braccia e abbassando lo sguardo.
Stormy sospirò girandosi verso il lato opposto.
“Stai tranquilla zia, la troveremo” disse Abigail cercando di mostrarsi ottimista. “In fondo da qualche parte deve pur essere”.
“Certo, ma potrebbe essere ovunque nell’universo, come faccio a trovarla?!” chiese Stromy girandosi verso Abigail. “Non avrei dovuto dirglielo, non ho fatto altro che rovinare tutto”.
“Non dire così” disse Abigail. “Prima o poi l’avrebbe scoperto…”.
“No, non l’avrebbe scoperto!” disse Stormy enfatizzando le sue parole con dei gesti. “Non avrebbe mai potuto farlo! Se io non gliel’avessi detto ora lei sarebbe qui al sicuro e sarebbe ancora felice, cosa che purtroppo non è successa”.
“Forse non avrebbe potuto scoprirlo, ma il fatto che sia stata tu a dirglielo potrebbe essere una conferma per lei del fatto che le tue intenzioni con lei sono sincere” disse Abigail alzando le spalle.
“O forse del fatto che volevo farla soffrire” disse Stromy abbassando lo sguardo. “E’ stata tutta colpa mia Aby, tua madre aveva ragione”.
“Va bene zia, forse è così, ma piangersi addosso non servirà a nulla” disse Abigail.
“Non ho affatto intenzione di piangermi addosso, infatti” disse Stormy incrociando le braccia.
“Eppure non mi sembra di vedere chissà quali svolte. Non riusciremo mai a trovare Celeste in questo modo, o almeno non in poco tempo e lei potrebbe approfittarne per andare su chissà quale altro pianeta o magari Menlok l’ha appena catturata” disse Abigail alzando le braccia.
“Credi che non lo sappia, Abigail?! Purtroppo questo è l’unico metodo di ricerca che posso utilizzare dato che io non posso allontanarmi dal palazzo” disse Stormy aggirando la scrivania e mettendosi davanti alla nipote. “Darcy potrebbe concentrarsi e cercare la sua posizione, ma… ah, non so che fare” disse poi posandosi una mano sulla fronte.
“Perché allora non mandi me a cercarla?” chiese Abigail.
“E una persona in più che differenza potrebbe mai fare?” chiese Stormy.
“Prova a pensarci; Celeste mi ha dimostrato di essere molto furba, mentre invece le guardie hanno dimostrato di farsi abbindolare anche da una patata, di conseguenza lei potrebbe tranquillamente trovarsi in una delle zone più controllate e riuscire ad ingannare le guardie per non farsi vedere. Se invece andassi io magari uscirebbe allo scoperto e riuscirei a convincerla a tornare con me” spiegò Abigail, convinta di riuscire a convincere la zia.
“Non stai valutando il problema più evidente” disse Stormy alzando un sopracciglio.
“Cioè?” chiese Abigail confusa.
“Cioè il fatto che io non ti lascerei mai andare” rispose Stormy.
“Ma perché?” chiese Abigail.
“Potrei darti decine di motivazioni valide” disse Stormy. “La prima che mi viene in mente è che c’è Menlok in giro; sono già in pensiero per Celeste, non voglio dovermi preoccupare anche per te”.
“Ma io starò attenta” protestò Abigail.
“La seconda motivazione che mi viene in mente è che poco fa tua madre ti ha espressamente vietato di andarci” disse poi Stromy.
“E tu non dirle che sono andata” disse Abigail come stesse dicendo una cosa ovvia.
“Io non posso lasciarti andare, Aby” disse Stormy abbassando il tono di voce come se qualcuno potesse sentire il loro dialogo.
“Zia ti prego, sono preoccupata quanto te per Celeste, tu non puoi andare a cercarla ma io invece si” la supplicò Abigail.
“Se tua madre scoprisse che ti ho lasciata andare a cercare Celeste si strapperebbe le flebo dalle braccia e mi salterebbe addosso, questo come minimo” disse Stormy. “Non puoi chiedermi di mentirle sulla posizione di sua figlia, per non parlare poi del fatto che è già arrabbiata nera con me”.
“Ma tu sei la zia migliore del mondo, tu saresti disposta a coprire la tua nipotina per un po’” disse Abigail congiungendo le mani.
“Si, è vero, sono la zia migliore del mondo, è proprio per questo che non voglio lasciarti andare” disse Stromy. “Potrebbe essere pericoloso”.
“Se si fosse trattato di me non ti saresti fatta problemi a mandare Celeste a cercarmi” disse Abigail incrociando le braccia.
“Questo non è vero” disse Stormy mettendosi le mani sui fianchi.
“Non pensi che sia quello che in questo momento sta pensando Celeste?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
Stormy la guardò per qualche secondo pensando a cosa fare.
“Devi contattarmi e dirmi esattamente dove ti trovi ogni due ore, anzi, ogni ora, anzi no, ogni mezzora” disse Stormy puntando il dito verso la nipote.
“Si, lo sapevo che ti avrei convinta” disse Abigail esultando.
“Già, sei peggio di tua madre…” disse Stromy scuotendo la testa.
“Si, e ne vado fiera. Ora però vado” disse Abigail correndo fuori dalla stanza.
“Fai attenzione!” urlò Stormy sperando che la nipote potesse sentirla.
***
Celeste si chinò e con una fialetta raccolse un po’ dell’acqua del mare di Andros. Non era stato molto difficile per lei arrivare lì, sua zia aveva decisamente ragione; le sue “amiche” fate non avevano un briciolo di cervello, o almeno non abbastanza da erigere barriere protettive decenti, eppure la loro potenza sarebbe dovuta essere più o meno pari a quella delle sue zie. Non appena ebbe finito di riempire la fialetta, decise di riempirne anche un’altra, per sicurezza.
“Ehi, ragazzina” disse un uomo alle spalle di Celeste. “Non puoi stare qui”.
Celeste si girò e vide un uomo con una specie di armatura e un elmo dorati e una specie di lancia in mano. Dedusse che doveva trattarsi di una guardia reale o qualcosa di simile.
“Quest’area è un possedimento reale, è protetta da una barriera magica, come hai fatto ad oltrepassarla?” chiese la guardia.
“Beh, era talmente debole, anche un neonato sarebbe riuscito ad oltrepassarla” rispose Celeste incrociando le braccia ed alzando un sopracciglio.
“Sei un essere magico quindi?” chiese ancora l’uomo.
“Fai un po’ tu” rispose Celeste. “Ora scusami, ma ho delle cose da fare”.
“Cosa sono quelle fialette?” disse indicando i due piccoli contenitori di vetro che Celeste aveva in mano.
“L’hai detto tu stesso, delle fialette” disse Celeste allargando le braccia come stesse dicendo un’ovvietà.
“Non scherzare con me, ragazzina. Sei per caso una strega? Scommetto che lì dentro c’erano delle sostanze nocive che hai liberato nel mare!” disse la guardia mettendosi in posizione d’attacco.
“Caspita, datti una calmata” disse Celeste con noncuranza. “Si, sono una strega, ma le altre cose che hai detto non sono vere… e poi non vedi che sono piene?”.
“Forse però dentro a quelle fialette c’è un qualche tipo di veleno” disse la guardia avvicinandosi lentamente.
“Ma che hai al posto del cervello, barbabietole? Si vede lontano un miglio che è acqua” disse Celeste.
“Ok ragazzina, ne ho abbastanza di te, ora tu mi segui fino al palazzo reale, lì sarai al cospetto della regina e vedremo se avrai ancora voglia di fare la spiritosa” disse la guardia avvicinandosi a Celeste. La ragazza cercò di allontanarsi, ma con uno scatto la guardia le afferrò un braccio. Tirò fuori dalla sua cintura uno spray; lo avvicinò a Celeste e le spruzzò il contenuto sul viso, facendoglielo inalare e facendola svenire.
***
Stormy entrò nella camera di Celeste. Abigail era andata a cercarla, ma pensò che cercando qualche indizio su dove potesse essere andata la nipote avrebbe potuto indirizzare Abigail verso una strada corretta.
Iniziò a guardare nella libreria ma non trovò nulla di interessante. Poi guardò nell’armadio, ma gli esiti furono li stessi. In seguito guardò nei cassetti del comodino che si trovava accanto al letto. Aprì il primo cassetto ma trovò al suo interno solo dei fogli e delle penne. Aprì il secondo e iniziò a frugare al sua interno; sembrava non ci fosse nulla di importante, finché non notò un diarietto nero. Sfogliò velocemente le sue pagine e notò che molte erano scritte e la calligrafia era sempre le stessa; quella di Celeste. Pensò che avrebbe potuto dare un’occhiata veloce, infondo al suo interno potevano trovarsi indizi cruciali per trovare Celeste. Iniziò pian piano a leggere la prima pagina e i ricordi iniziarono ad affiorarle.
La piccola Celeste stava disegnando, sdraiata sul pavimento della sua stanza. Aveva rubato il foglio e la matita ad Abigail, ma non sembrava essersene accorta dato che aveva molti fogli e matite. A Celeste piaceva un sacco disegnare, la aiutava a svagarsi, ma le sue zie, proprio per quel motivo, non volevano che lei disegnasse. Per questo motivo, Celeste faceva molta attenzione a non farsi scoprire.
In quel momento, si incominciò a sentire un rumore di passi provenire da fuori. Qualcuno si stava dirigendo verso la sua camera, dal tipo di suono che emettevano i passi si poteva intuire che la persona che stava camminando indossava delle scarpe col tacco. A quel punto era chiaro che si potesse trattare di sole due persone: Darcy o Stormy. Ma Celeste ormai riusciva a distinguere i passi delle sue zie; quelli che sentiva erano molto decisi e c’era un intervallo molto breve fra un passo e l’altro. Si trattava senza ombra di dubbio della camminata di Stormy.
La bambina decise immediatamente di nascondere “le prove” sotto il cuscino del suo letto per non farsi punire. Subito dopo Stormy entrò nella stanza. Celeste si alzò subito in piedi guardando la zia, come aspettando un suo ordine.
“Vedo che hai messo in ordine questa topaia” disse Stormy girando il dito per indicare tutta la camera.
“Certo zia, come avevi chiesto” disse Celeste abbassando la testa in maniera sottomessa.
“E noto anche che qualcuno qui ha disobbedito” disse Stormy notando una parte del foglio che spuntava da sotto il cuscino. “Mi sembrava di essere stata molto chiara!” disse poi incrociando le braccia e piegando il busto in modo da avvicinare il suo avviso a quello della bambina, che sentendo le zia urlare e vedendola avvicinarsi, sussultò.
“M-mi dispiace molto zia… i-io…” cercò di dire Celeste con sguardo basso, ma la zia le afferrò una manciata di capelli e li tirò, costringendola ad alzare la testa.
“Chiudi quella bocca! Oggi non ho davvero tempo per le tue stupide scuse! Ascolta, l’unico motivo che mi ha spinta a venire qui è che oggi sarebbe stato il compleanno di tua madre, che a causa tua non potrà essere festeggiato, ma solo commemorato” disse Stormy con una punta di disprezzo e rimettendosi in posizione eretta.
“Oh…io, cioè, mi dispiace molto…” disse Celeste abbassando lo sguardo. “A-anche io ne soffro comunque…”.
“Scusa puoi ripetere? Perché temo di non aver capito bene!” disse Stormy riuscendo perfettamente nello scopo di intimidire la nipote, che nonostante questo però, non sembrò demordere.
“Ho-ho detto che ne soffro anche io… era la mia mamma…” disse Celeste dondolandosi da una gamba all’altra.
“TU ne soffri?! TU?!” chiese Stormy mettendosi le mani sui fianchi e abbassandosi di nuovo all’altezza della nipote. “Hai anche il coraggio di dire questo?! Ero venuta qui per farti scrivere una lettera di scuse a tua madre, non avrebbe potuto leggerla, ma almeno facendola ti saresti resa conto di ciò che hai fatto… ma sai una cosa? Con te non ci sono davvero speranze!”.
La bambina indietreggiò fino a trovarsi con le spalle contro una parete.
“I-io… mi dispiace zia…” disse Celeste mentre gli occhi le si facevano umidi.
“Basta! Non è possibile che tu scoppi a piangere per ogni cosa! Ora te lo do io un motivo per piangere!” disse Stormy avvicinandosi minacciosamente alla nipote.
Celeste iniziò a tremare; la piccola aveva così tanta paura che si fece la pipì addosso.
“Ma non ti vergogni?” chiese Stormy incrociando le braccia e guardando la nipote con un ghigno sul viso.
Stormy scosse la testa per cercare di rimuovere quei ricordi dalla sua mente, inutilmente. Quel ricordo era stato un colpo basso, e non poté fare a meno di pensare che per Celeste doveva essere stato molto peggio. Ma non era il momento di deprimersi, era il momento di agire e non era certo commiserando Celeste che l’avrebbe aiutata a tornare a casa, al sicuro.
Decise di andare direttamente all’ultima pagina scritta; in verità non sapeva come mai non ci fosse andata dall’inizio, forse aveva cercato inconsciamente di punirsi per ciò che aveva fatto alla nipote.
Leggendo l’ultima pagina, Stormy notò che Celeste parlava di un incantesimo, ma non spiegava nulla sulla sua utilità, ma parlava di dover cercare un qualcosa su Andros, quindi dedusse che potesse essere andata lì, anche se non capiva in che modo quell’incantesimo avrebbe potuto aiutarla a ricominciare, come diceva Celeste nella pagina di diario.
***
Abigail, nel frattempo, si era allontanata notevolmente dal palazzo. Conosceva bene il modo di ragionare della cugina; probabilmente non si sarebbe alzata in volo e non si sarebbe teletrasportata per non rendere più facile il rilevamento della sua posizione. Di conseguenza, volando, avrebbe potuto avere una visuale più completa e si sarebbe potuta muovere più velocemente rispetto a Celeste e avrebbe potuto raggiungerla.
Non riusciva a pensare che Celeste, letteralmente la sua unica amica, potesse uscire dalla sua vita. Sin da piccola aveva sempre cercato di avvicinarsi alla cugina, un po’ per la pena che provava nei suoi confronti, un po’ per la sua stessa voglia di avere un’amica.
“Abigail? Ti avevo detto di contattarmi ogni mezzora, accidenti! Mi stavo preoccupando”.
“Scusa zia, me ne ero dimenticata. Come mai mi hai contattato?”.
“Intendi oltre a sapere se quell’incosciente di mia nipote è ancora viva? Volevo provare a dirti di ritornare a palazzo, ormai la tua ricerca è inutile”.
“Perché? Hanno trovato Celeste?”.
“No, semplicemente ho ragione di credere che sia su Andros”.
“Ma certo, Andros, come ho fatto a non pensarci?” pensò Abigail, dimenticandosi del fatto che fosse nel mezzo di una conversazione telepatica con sua zia e che lei potesse sentire i suoi pensieri.
“Perché? Perché mai avresti dovuto immaginare che si trovasse su Andros?”.
“Beh, perché… Perché Celeste dice sempre che vorrebbe andare su Andros per le… lastre di ghiaccio che… si formano d’inverno sul mare”.
“Abigail, non dire in giro che mi hai avuta come insegnante…”
“Ok, ma visto che credi che sia su Andros posso andare a cercarla”.
“No Abigail, ti ho detto di tornare qui. Farti prendere parte alle ricerche qui, dove conosci bene il luogo e i suoi pericoli è una cosa, ma di andare in un luogo a te completamente sconosciuto non se ne parla”.
“Ma dai zia, non sarà poi così pericoloso”.
“Abigail, ho detto di…”.
“Perfetto zia, io vado!”.
Dopo la conversazione con sua zia, Abigail virò a destra, così da raggiungere l’Obelisco del Corvo, un obelisco fatto costruire da sua madre e da sua zia come portale per i mondi. Ogni “girone” fungeva da portale per un mondo, per questo era molto alto.
Arrivata davanti l’obelisco, si alzò in volo per poterlo osservare meglio, fino a trovare il girone che le serviva. Una volta trovato quello per Andros, riconoscibile dalle conchiglie e dall’effige della famiglia reale terrestre e acquatica, ci si posò sopra e, dopo aver pronunciato il nome del pianeta, il suo corpo sembrò sciogliersi e diventare tutt’uno con la pietra.
***
Celeste si risvegliò, ma quando aprì gli occhi non riuscì a vedere nulla. Si rese conto che l’aria sembrava mancarle e che qualcuno la stava tenendo per le braccia e la stava trascinando. Cercò istintivamente di ribellarsi.
“Sta ferma streghetta, altrimenti ti stringo quel sacco attorno al collo e ti faccio morire d’asfissia” disse una voce maschile strattonandola e riprendendo a trascinarla. Ad un certo punto le sembrò che il suo “rapitore” avesse aperto una porta, finché non la gettò in malo modo per terra. La ragazza cercò subito di alzarsi, ma l’uomo la fermò lasciandola in ginocchio e togliendole di scatto il sacco che le impediva di vedere. La ragazza si trovò in una stanza molto grande, le pareti erano chiare con delle rifiniture colorate. Da quel che sapeva sul mondo di Andros, quello poteva essere solo il palazzo reale. In quel momento si rese conto di trovarsi nella sala del trono, cosa che dedusse dalla presenza di due troni dorati a qualche metro da lei. Su di uno era presente una donna di colore; aveva i capelli castano scuro e ricci e li avevi raccolti in un’acconciatura elaborata e i suoi occhi erano grandi e color oceano.
Al suo fianco, un uomo che sembrava avere più o meno la sua stessa età; aveva i capelli tagliati corti, di un colore a metà tra il grigio e il blu. Aveva sul volto un’espressione dura ma allo stesso tempo strafottente, troppo anche per essere il re.
“Una giovane strega, presumo” disse Aisha incrociando le braccia e appoggiando la schiena allo schienale del trono.
“Sua maestà la fidanzata dell’Universo Magico, presumo” rispose Celeste tenendo testa alla fata.
“Che insolente, come osi?!” disse Aisha sporgendosi dal trono e posando con forza la mani sui braccioli. Poi sospirò. “E’ inutile discutere con te, tanto voi riuscireste a sputare veleno in qualsiasi circostanza”.
“Pregiudizi del genere sulle streghe? Meno male che è lei ad essere la buona” disse Celeste alzandosi in piedi.
“Non mi sembrava di averti detto di poterti alzare” disse Aisha accigliandosi. “Comunque, il mio “pregiudizio” non era certo indirizzato alle streghe”.
“Ah no? E a chi? Alle belle ragazze albine?” disse Celeste passandosi una mano tra i capelli.
“Sei proprio identica a lei” disse Aisha scuotendo la testa.
“Come scusa?” chiese Celeste posandosi le mani sui fianchi.
Aisha si alzò in piedi e si diresse a passo lento verso Celeste.
“Beh, il tuo aspetto, ma soprattutto la tua sfrontataggine ti precedono” disse Aisha quando le fu proprio di fronte. “Credimi, saranno passati tanti anni, ma riconoscerei quei lineamenti anche fra vent’anni”.
“Si vede così tanto?” chiese Celeste alzando un sopracciglio. “Non immagini che complimento tu mi abbia appena fatto”.
“Immagino” disse Aisha. “Ma purtroppo questa volta non ti ha giovato un granché dato che mi ha permesso di riconoscerti subito”.
“Dovrei spaventarmi perché la regina delle gambe aperte mi minaccia?” chiese Celeste incrociando le braccia e sorridendo con aria di sfida.
“Come ti permetti, ragazzina?!” disse l’uomo seduto sull’altro trono, che nel frattempo aveva assistito alla scena.
“So difendermi da sola, Nex” lo ammonì Aisha. “Come ti chiami ragazzina?”.
“Celeste” disse la ragazza.
“Bene Celeste, sappi che ne dovresti avere di paura nei miei confronti, sappi che io e le Winx abbiamo sconfitto tua madre e le tue zie una marea di volte” disse Aisha.
“Lo so, e so anche che mentre voi avete passato questi anni a festeggiare, sposarvi, mettere su famiglia e fare le reginette della Dimensione Magica, le tue nemiche si sono tenute attive con allenamenti quotidiani e con dei veri e propri scontri” disse Celeste.
“Questo è ciò che credi tu” disse Aisha alzando un sopracciglio. “Noi Winx saremo anche fuori allenamento, ma abbiamo passato questi ultimi anni, oltre a goderci la vita dato che ce lo meritavamo, a cercare le Trix, di conseguenza credo che tu oggi mi sarai molto utile”.
“Perché? Vuoi uccidermi così da avere la tua vendetta?” chiese Celeste incrociando le braccia.
“Non sono un mostro, non ucciderei mai un’innocente” disse Aisha avvicinandosi ulteriormente a Celeste. “Ma se io ti stropicciassi un pochino attirerei la tua dolce mammina qui, giusto?”.
“Non credo che mia madre verrà qui” disse Celeste con sguardo impassibile.
“Fammi indovinare, non è neanche in grado di provare affetto verso sua figlia, dico bene?” chiese Aisha.
“Non è così” disse Celeste iniziando ad arrabbiarsi. “Semplicemente al momento si trova in tutt’altra parte dell’universo, sai, doveri a cui deve adempire e da cui non scappa, ma cosa puoi capirne tu…”.
“Allora dovrò essere dura, così tanto che dovrà correre qui anche dal pianeta più lontano da Andros che esista” disse Aisha afferrando un braccio della ragazza.
***
Stormy aveva cercato di comunicare con Abigail un sacco di volte, non riuscendoci aveva provato a rintracciarla, ma invano.
“Zia, scusami, ma non riuscivo a comunicare con te a causa del teletrasporto su Andr…”.
“TORNA IMMEDIATAMENTE QUI O NON RIUSCIRAI DAVVERO A COMUNICARE, MA PER UN MESE!!!”.
“Ma io…”.
“NON HO FINITO! MI SPIEGHI PERCHE’ DIAVOLO TI SEI RESA INRITRACCIABILE?!”.
“Beh, non volevo essere trovata da te… mi hai addestrata bene”.
“Ora per piacere torna qui”.
“Ma ora sono qui e anzi, credo di aver visto qualcosa di sospetto”.
“Non mi importa se sei già lì, devi tornare. Comunque, cosa intendi con qualcosa di sospetto?”.
“Ho visto una guardia entrare nel palazzo con una ragazza svenuta tra le braccia. Aveva una specie di sacco sulla testa, ma ne uscivano dei capelli argentei e il fisico mi è sembrato quello di Celeste”.
“Ho capito, tu torna immediatamente qui, andrò io su Andros a controllare”.
“Vedo dalla finestra che è Celeste”.
“Spostati subito di lì”.
“Aisha le ha afferrato un braccio, credo che voglia farle del male… zia vieni qui! Fai presto!”.
“Che succede? Abigail?”.
La comunicazione terminò. Doveva essere successo qualcosa.
Stormy si alzò dalla scrivania e, uscita dalla stanza, chiamò a pieni polmoni un suo servo.
“Mi dica, mia signora” disse il servo abbassando il capo.
“Vai in sala riunioni e avvisa che tutte le attività di oggi sono annullate” disse Stormy incamminandosi per un corridoio a passo svelto.
“Mi permetta, mia signora, ma mi sono sembrati tutti piuttosto nervosi” disse il servo seguendo Stormy.
“Dì loro che è una questione familiare estremamente importante. E già che ci sei, chiedi anche al medico se può prescrivere a mia sorella un sonnifero o qualcosa per farla dormire, ne ha bisogno” disse Stormy separandosi definitivamente dal servo.
“Questa volta te la faccio pagare, fatina dei miei stivali” sussurrò Stormy smaterializzandosi.
***
Aisha e Celeste erano all’esterno del castello. Aisha aveva legato la ragazza ad un palo.
“E adesso?” chiese Celeste.
“E adesso ci divertiamo” rispose Aisha. “Ora, io non amo la violenza e cercherò di evitarla. Ti farò delle domande; se tu collaborerai non ti farò nulla, se invece non lo farai…beh, temo che ti troverai qualche livido a forma di frusta”.
“Meno male che sei poco violenta” commentò Celeste mentre cercava di sistemarsi in modo più comodo.
“Smettila di farmi perdere tempo e iniziamo” disse Aisha incrociando le braccia. “Come prima domanda, tua madre e le tue zie, suppongo siano ancora insieme, sono forse a capo di qualche pianeta?”.
“Possibile” rispose Celeste.
“Te la valuterò come risposta collaborativa” disse Aisha sospirando.
“Wow, non credevo che fossi così compassionevole” la prese in giro Celeste.
“Va bene, su quale pianeta vivete?” chiese ancora Aisha.
“Tira fuori la frusta” disse Celeste abbandonando la sua posa rigida. Aisha seguì immediatamente il consiglio della ragazza e scoccò una frustata sulla gamba destra di Celeste.
In quel momento, una guardia uscì dal castello, tenendo e strattonando Abigail.
“Ce n’è un’altra” disse la guardia lanciando letteralmente Abigail ai piedi di Aisha.
“Che modi” commentò Abigail alzandosi sulle ginocchia e pulendosi la maglia. “Scommetto che non ce l’hai una fidanzata”.
“Ma tu guarda, da quel che vedo la ghiacciolina non è l’unica ad essersi data da fare” disse Aisha guardando Abigail. “Devo aspettarmi forse una qualche specie di bambino-tempesta da un momento all’altro?”.
“Fai la spiritosa, presto arriverà nostra zia” disse Abigail alzandosi in piedi.
“Vostra zia? Suppongo Stormy. Le vostri madri continuano ad utilizzarla come schiava?” chiese retoricamente Aisha. “In ogni caso, questo è assolutamente ciò che voglio, ma visto che ne arriverà una sola, continuo a farvi domande, chissà che tu ti mostri più ragionevole”.
Con un gesto della mano, Aisha creò delle corde di Morfix che si strinsero attorno ad Abigail.
“Ti farò la stessa domanda che ho fatto a tua cugina: su quale pianeta abitate?” chiese Aisha.
“Su un pianeta che non è questo” rispose Abigail impassibile. Di risposta, Aisha le schiocchò una frustata sul braccio.
“Non credevo che le fate fossero così violente” disse Abigail.
“In genere non lo sono, ma da quel che vedo voi vi stavate aggirando per il mio pianeta e, cosa che posso capire dalle vostre risposte poco collaborative, non avete buone intenzioni” rispose Aisha.
***
Stormy era apparsa davanti l’obelisco precedentemente utilizzato da Abigail. Sarebbe voluta sparire direttamente su Andros, ma la barriera di sicurezza piazzata attorno al pianeta glielo impediva.
Una voce maschile colse improvvisamente la strega delle tempeste.
“Speravo di trovarti, ma no credevo che l'avrei fatto qui”.
“Derek!”. La strega si girò e si lanciò letteralmente verso il compagno, facendo cadere entrambi al suolo.
“Stormy, non dovresti fare questi movimenti” disse Derek cercando di mettere il busto in posizione eretta.
“Mi sei mancato moltissimo” disse Stormy per poi baciarlo con foga.
“Anche voi a me” disse Derek sorridendo e posando le mani sul ventre della strega, trovandolo più prominente di quanto ricordasse.
“Avrei tante cosa da dirti, ma… non so davvero da dove cominciare” disse Stormy.
“Forse dovremmo cominciare alzandoci” disse Derek alzandosi con in braccio Stormy.
“Ho capito, rimandiamo a dopo” disse Stormy aggrappandosi con le braccia al collo dello stregone e guardandolo sorridendo.
“Ho tante cose da spiegarti, ma non credo che questo sia il posto giusto” disse Derek guardandosi intorno. “A proposito, come mai sei qui, nel bel mezzo della foresta?”.
“È vero, Andros! Le ragazze!” disse Stormy liberandosi dalla presa di Derek ed avvicinandosi al portale di pietra.
“Temo di non capire” disse Derek mettendosi una mano dietro la testa.
“Celeste è scappata ed è andata su Andros per un motivo che non mi è ancora chiaro e quella decelebrata di sua cugina l'ha seguita. Ha detto che Celeste era con Aisha, ma poi credo che le sia successo qualcosa” spiegò Stormy iniziando a salire i “gradini” dell'obelisco fino ad arrivare a quello di Andros.
“E stai andando lì da sola?” chiese Derek.
“Avevo dato per scontato che mi avresti seguita” disse Stormy girandosi verso il compagno.
“Certo che vengo con te” disse Derek raggiungendo Stormy. “Ma in realtà mi riferivo a Darcy… insomma, non viene con te?”.
“Te lo spiego dopo” disse Stormy per poi pronunciare la formula e sparire insieme a Derek.
***
“Cely, come usciamo da questa situazione?” disse telepaticamente Abigail.
“Non lo so, magari potremmo attaccarla insieme sfruttando il fattore sorpresa”.
“Non credo sia una buona idea. Una volta ho provato a combattere con la zia mentre utilizzava realmente tutta la sua potenza e non riuscivo neanche ad avvicinarmi senza essere colpita; considerando che dovrebbero essere più o meno allo stesso livello non credo che avremmo qualche possibilità di farcela”.
“E allora come facciamo?”.
“L'avevo chiesto io a te”.
“Beh, non mi vengono in mente piani”.
“Dai, sei tu l’ideatrice di piani nel nostro duo”.
“Beh… hai provato a contattare la zia?”.
“Ci ho provato ma sembra che sia impossibile comunicare con qualcuno al di fuori di questo pianeta”.
“La fata è stata intelligente, ma non abbastanza da impedire a noi due di comunicare”.
“Ok, non ci serve più un piano”.
“Come mai?”. Celeste si girò verso Abigail con aria interrogativa.
“Sono riuscita a comunicare con la zia”.
“Ma scusa come hai fatto?”.
“A quanto pare sono appena arrivati su Andros”.
“Arrivati chi?”.
“Lei e lo zio Derek…non mi ha detto altro, credo che ora dovremo solo aspettare”.
“Ok, ma dovremmo allenarci nel ragionare sotto pressione”. Con questa frase, Celeste chiuse la comunicazione telepatica.
“Ehi, ragazze, volete decidervi a rispondere?” chiese Aisha. “Le Trix hanno per caso avuto altri pargoli?”.
“Non sono cose che possono esserti utili” disse Celeste.
“Allora perché non me lo dite?” considerò Aisha.
“Perché non sono cose che ti riguardano sgualdrina…” disse Abigail.
A quel punto, Aisha scoccò una frustata ad entrambe.
***
“Io la uccido!” disse Stormy cercando di alzarsi ma venendo subito bloccata da Derek.
I due erano appostati dietro una roccia, osservando le mosse della regina di Andros.
“Devi essere paziente Stormy” le disse Derek.
“Paziente? Quella fatina dei miei stivali le sta frustando!” disse Stormy.
“Lo so, ma molto probabilmente il suo intento è proprio questo; vuole farvi arrabbiare così che andiate a salvare le ragazze, uscendo però allo scoperto” disse Derek.
“Cosa importa?! Io posso sconfiggerla!” disse Stormy stringendo i pugni.
“Ovvio tesoro, ma non credi che sia meglio cercare di non combattere dopo tutto ciò che ti è successo?” considerò Derek.
“Va bene, hai ragione, ma cosa dovrei fare? Non posso mica restare a guardare!” disse Stormy.
“Aspettiamo qui, comunichiamo con loro e cerchiamo il momento giusto e il modo per farle arrivare qui, dopodiché torneremo al portale e torneremo a casa” propose Derek.
“Può funzionare, ma come facciamo a liberarle a farle arrivare qui senza che lei se ne accorga?” chiese Stormy.
“Tua nipote Abigail potrebbe creare una copia di se stessa e una di Celeste qui dove siamo noi, poi potrebbero fare un incantesimo per scambiarsi con le copie trovarsi quindi qui” disse Derek.
“Da quando sei così bravo a ideare piani?” chiese Stormy alzando un sopracciglio.
“Il soggiorno da Menlok è stato terribile, ma allo stesso tempo ho in un certo senso allenato la mente” rispose Derek.
“E nel farlo ti si sono accorciato i capelli?” lo prese in giro Stormy.
“Menlok me li ha tagliati…ma a proposito di Menlok, come hai fatto a sapere che ero io e non il mio clone?” chiese Derek.
“Quando ti ho abbracciato ho fatto un incantesimo di riconoscimento… se non fossi stato tu ti avrei folgorato” disse Stormy con naturalezza.
“E comunque nel nostro duo sono sempre stato io la mente” disse Derek.
“È tantissimo tempo che non agiamo noi due insieme” constatò Stormy.
“Lo so” disse Derek. “Ma ora non è il momento, dobbiamo salvare le ragazze”.
“Oh certo, le ragazze” disse Stormy fidandosi nella direzione si Celeste ed Abigail.
“Aby, contatto te perché non so se Celeste mi risponderebbe, ascolta, abbiamo un piano. Se riesci, crea una copia di te e di Celeste, ma devi ubicarle qui”.
“Va bene, ma poi cosa facciamo?”.
“Dopo farai un incantesimo per scambiarvi con i cloni. Dopodiché ce ne andremo”.
“Ok zia, ma non so se riuscirò”.
***
Abigail cercò di fare come le aveva detto Stormy, ma appena iniziò a concentrarsi Aisha perse la pazienza.
“E va bene!” disse. “Ora sono stanca! Dato che non collaborate, dovrò utilizzarli come esca facendovi solo male, dato che le domande non servono a nulla”.
La fata iniziò a frustare a turno le due ragazze, sempre con più forza.
***
“Posso ucciderla ora?!” chiese Stormy voltandosi di scatto verso Derek.
“Si, va bene. Ma fai atten…” disse Derek, non riuscendo a finire la frase dato che Stormy si fiondò verso la fata.
“Stormy, aspetta!” disse Derek alzandosi in volo e seguendo Stormy.
“NON TOCCARLE, PALLONE GONFIATO!”. Stormy arrivò prendendo di sorpresa Aisha ed afferrandola per il colletto.
“In qualche modo dovevo attratti, stregaccia” disse Aisha stringendo i polsi della strega.
“SONO DELLE RAGAZZINE, RAZZA DI IDIOTA” disse Stormy lanciando di peso la fata verso il suolo.
Nel frattempo, Derek con un incantesimo liberò Celeste ed Abigail, che subito si alzarono in piedi e iniziarono a massaggiarsi i polsi.
“Io cerco di trascinare via la zia così che non si faccia del male, voi rimanete qui” disse Derek per poi alzarsi in volo e dirigersi a gran velocità verso il combattimento.
“Ho aspettato anni, ma finalmente potrò tirarti quei capelli ricci uno a uno” disse Aisha lanciando del morfix contro Stormy, avvolgendola e poi tirandola verso il suolo.
Il morfix si dissolse, ma Stormy, ancora stordita, non si rialzò. Aisha approfittò subito della situazione preparando una sfera morfix da lanciarle contro, ma quando lo fece un alto muro fatto di roccia si levò dal terreno proteggendo la strega dal colpo. Derek si posò subito dopo accanto alla compagna e l’aiutò ad alzarsi.
“Grazie Derek, ce la faccio” disse Stormy staccandosi dalla presa del compagno. “Sono anni che aspetto di fulminarle il cervello”.
“Beh potrai aspettare un altro po’ allora” disse Derek mentre Aisha sorvolava e lanciava un nuovo attacco verso Stormy. La strega questa volta si fece trovare pronta e schivò l’attacco per poi alzarsi lievemente da terra e lanciare un fulmine contro la fata.
“Cosa intendi dire?” chiese poi Stormy al compagno, mentre schivava un attacco di Aisha e creava un tornado da lanciarle.
“Parte dei tuoi poteri non può essere utilizzata adesso, serve per la creazione dei poteri dei gemelli, non puoi affrontare lo scontro adesso” disse Derek mentre all’attacco di Stormy aggiungeva un suo raggio d’energia, così da tener occupata Aisha per un po’.
“A volte vorrei che fossi meno apprensivo” disse Stormy mentre aumentava la potenza del suo tornado, che riuscì finalmente a catturare Aisha e a farla roteare vorticosamente finché non venne sballottata fuori, schiantandosi al suolo.
“Approfittiamone, andiamo” disse Derek prendendo Stormy per un braccio e portandola verso Abigail.
“Celeste?” chiese Stormy guardandosi intorno.
“Beh, è andata via…” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa.
“Come sarebbe a dire è andata via?” chiese Stormy arrabbiandosi. “E tu non l’hai fermata?”,
“Ci ho provato, ma è sparita nel nulla mentre parlavo” disse Abigail. “Comunque dobbiamo tornare a casa, ma madre mi ha contattata e mi ha chiesto di andare da lei”.
“Ma non possiamo lasciare Celeste qui” disse Stormy allargando le braccia, mentre alle sue spalle Derek cercava di parare i colpi che Aisha, ripresasi, aveva iniziato a lanciare contro la strega delle tempeste.
“Non credo che sia rimasta su Andros” disse Abigail.
“E cosa te lo fa pensare? Abigail, voi due mi state nascondendo qualcosa” disse Stormy incrociando le braccia.
“Non per interrompere il vostro discorso, ma non credete che sarebbe meglio parlarne in un altro momento e magari non qui?” chiese Derek mentre parava un attacco di Aisha.
“A casa ne parliamo” disse Stormy per poi girarsi di scatto verso Aisha e lanciarle contro un fulmine che la fece allontanare di qualche metro. La strega allargò le braccia e teletrasportò tutti davanti l’obelisco.
“Sei sicura che Celeste non sia su Andros” chiese Stormy.
“Non credo che sarebbe mai rimasta su questo pianeta dopo quello che è successo” disse Abigail.
Stormy sospirò abbassando lo sguardo. Derek le posò una mano sulla spalla.
“Ma cos’è successo tra voi?” sussurrò Derek.
“Te lo spiego a casa, ora andiamo” disse Stormy accarezzando la mano che Derek aveva poggiato sulla sua spalla.
***
Abigail entrò nella camera di Darcy.
“Tesoro, certo che ce ne hai messo di tempo” disse Darcy cercando di mettersi seduta. Abigail aiutò la madre sistemandole un cuscino dietro la schiena.
“Scusa mamma, come mai mi hai chiamata?” chiese Abigail.
“Perché volevo stare un po’ con te, no?” disse Darcy alzando le spalle.
“Davvero? Mi sembravi preoccupata” disse Abigail sedendosi sulla sedia posta accanto il letto.
“Avevo avuto un lieve malore, ma mi hanno fatto un’iniezione e mi è passato tutto” disse Darcy cercando di apparire serena.
“Non mi sembra che questa cura ti stia giovando molto” disse Abigail osservando la madre con sguardo preoccupato.
“Aby, la cura è appena iniziata, cosa pretendi?” disse Darcy prendendo una mano della figlia.
“Quando saprai i risultati delle tue analisi?” chiese Abigail.
“Dovrebbero essere pronte per domani mattina” rispose Darcy.
“Allora domani mattina sarò qui” disse Abigail con sicurezza.
“Se dovessi farlo sul serio pretenderei che la stessa puntualità e serietà per tutte le mie lezioni” disse Darcy prendendosi gioco della figlia.
“Oh… facciamo che me lo dici quando arrivo?” chiese Abigail insicura.
“Faresti questo pur di non doverti svegliare presto?” chiese Darcy sbalordita.
“Certo che no… solo non tutte le mattine” disse Abigail sorridendo timidamente.
“Farò finta di non aver sentito” disse Darcy gettando la testa all’indietro. Abigail si sporse in avanti per abbracciare la madre, che ricambiò posandole un bacio sulla nuca.
“Ma fa strano vederti così affettuosa” scherzò Abigail.
***
Stormy era seduta sul suo letto. Avrebbe dovuto parlare con Abigail su ciò che sapeva su Celeste, ma la nipote si era subito recata dalla madre e probabilmente sarebbe rimasta lì a lungo. Non riusciva a sopportare ciò che stava accadendo; Celeste si sentiva di nuovo come prima, si era illusa di poter cambiare vita e invece le era appena stato tirato un tiro mancino. Ma la cosa peggiore era che a farlo era stata lei. La causa di tutte le sofferenze e le agonie della nipote, la figlia della sua amata sorellona, era sempre stata lei. Dopo aver visto da vicino la sofferenza della ragazza, si era ripromessa che mai più l’avrebbe fatta soffrire, anzi, l’avrebbe protetta da ogni tipo di sofferenza. Aveva cercato anche di convincere Darcy; era stata dura, ma alla fine alla strega dell’oscurità era bastato passare un po’ di tempo con la nipote per capire quanto quella ragazza fosse simile e quale grande occasione di “riavere la sorella” stavano sprecando.
Ma non aveva rispettato la promessa; l’aveva fatta soffrire un’altra volta, ma questa volta quella ragazza tanto timida e impaurita dalle zie, forse grazie al tempo che aveva passato sentendosi libera e accettata, si era per la prima volta ribellata e aveva avuto la forza di reagire e scappare. Ma Stormy sapeva quanto potesse essere crudele il mondo; non sarebbe potuta resistere a lungo lì fuori, specialmente con quel mostro di Menlok in giro.
“Ehi, mi faccio rapire due minuti e tu mi diventi così pensierosa?” disse Derek sedendosi accanto a Stormy.
“Sono sempre stata ansiosa” disse Stormy appoggiando la testa sulla spalla del compagno.
“Si, ma lo dimostravi in altro modo… tipo distruggendo qualche ettaro di foresta o creandomi dei solchi con le unghie nelle braccia, mentre dormiamo” disse Derek per cercare di sdrammatizzare un po’.
“Non erano poi così grandi quei solchi… comunque non posso non pensarci, è una cosa grave” disse Stormy.
“Le guardie la stanno ancora cercando?” chiese Derek.
“Si, ho dato ordine di continuare. Ho anche mandato delle guardie su altri pianeti… è una mossa rischiosa, ma non posso trascurare nessun luogo” disse Stormy.
“Beh, se ci sono persone che la stanno cercando non c’è bisogno di tormentarti così, non velocizzerai le ricerche ma non farai altro che accumulare stress” disse Derek avvolgendole le braccia intorno ai fianchi.
“Quasi quasi chiamo Menlok e gli chiedo di rapirti di nuovo” disse Stormy girandosi verso il compagno.
“Non è che ci sei tu dietro questa storia?” disse Derek mentre Stormy riappoggiava la testa sulla sua spalla.
“Possibile” rispose Stormy mentre si sistemava meglio e appoggiava la mano sul petto dello stregone.
“Mi sei mancato Derek” sussurrò poi.
“Anche tu” rispose Derek. “E mi era mancato anche il tuo pancino” disse poi accarezzandole il ventre leggermente rigonfio.
“Ma non avevo mica la pancia prima” disse Stormy alzando lo sguardo verso quello dello stregone.
“Questi sono solo dettagli” disse Derek aumentando la stretta con cui teneva Stormy, facendola sentire al sicuro. Una sensazione che la strega poteva finalmente riprovare.
 
 
 
 
Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh!!! *si abbassa per schivare un cammello che le arriva addosso*
Bene, dopo aver fatto la mia solita normalissima entrata, possiamo iniziare.
Cosa ne pensate del capitolo? Lo so, è arrivato LEGGERMENTE in ritardo, ma ho avuto dei problemi tecnici e personali… ma comunque sono qui! Contenti?! No? Certo che potevate mostrarlo un po’ più di entusiasmo…
Comunque, è tutto per oggi, e… il 4 è il mio compleanno. Così, giusto per essere al centro dell’attenzione e dare informazioni che non vi interessano minimamente.

Bye bye,
Icydarcystormy
                                                                                                                                                                                             
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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