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Autore: Lena Mason    02/05/2017    10 recensioni
La Guerra ha visto la Shinsengumi sfaldarsi ed i suoi componenti morire sotto i colpi di fucile e cannone. Hijikata Toshizō ha combattuto con onore anche contro Kazama Chikage che riconoscendone il valore gli ha dato un nuovo nome da oni: Hakuouki. I due combattenti giacciono sotto i ciliegi in fiore mentre una donna piange la scomparsa dell’uomo che amava. È davvero questa la fine che due combattenti si meritano?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chikage Kazama, Chizuru Yukimura, Hajime Saitou, Nuovo personaggio, Toshizou Hijikata
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sedicesimo

 


Le tre donne vennero accompagnate dall’oni fino all’ingresso della residenza Chikage : si trovarono davanti a un palazzo in stile giapponese che si sviluppava su tre piani, i cui tetti spioventi erano di un colore marrone, mentre le pareti erano chiare.

Intorno al palazzo vi erano un giardino immenso con alberi di ciliegio, spogli per via della stagione, aceri, azalee e nespoli.

Alla loro destra vi era un lago sopra il quale passava un ponte che conduceva ad un’altra parte dei giardini.

L’oni che le accompagnava fece loro strada e le condusse per i magnifici corridoi del palazzo: Miyako si ritrovò a pensare divertita che se avesse accettato la proposta di Yuichi di tre anni prima ora quei luoghi le sarebbero stati famigliari.

Gli shoji che celavano le stanze alla loro destra, poiché si trovavano ancora sul corridoio esterno, erano di fine carta decorata in maniera splendida.

I disegni raffiguravano per lo più fiori, ma in alcuni si potevano scorgere piccoli animali quali conigli e volpi.

Persino Miyako non poteva che rimanere impressionata dalla magnificenza di quel luogo, quasi da dimenticare chi avrebbe incontrato da di lì a poco.

Si fermarono davanti ad un grande Shoji a due ante e l’oni fece loro segno di attendere.

Miyako si inginocchiò alle spalle di Osen e Kimigiku, sentendosi improvvisamente inadeguata ad un luogo come quello.

Alle loro spalle passavano alcune delle serve del palazzo ed erano tutte molto più belle e meglio vestite di lei.

Il nervosismo che l’aveva abbandonata poco prima, tornò a farsi sentire prepotentemente e le iniziarono a sudare le mani.

Si guardò febbrilmente intorno aspettandosi di veder spuntare Chikage o Yuichi da qualche parte: non voleva incontrarli, non in quel momento per lo meno.

L’oni che le aveva scortate uscì dalla sala e fece cenno ad Osen e Kimigiku di entrare.

«Non ti preoccupare, Miyako-chan. È normale che facciano entrare prima noi, poiché ci conoscono» la rassicurò Osen, intuendo che la ragazza fosse particolarmente nervosa.

Le due donne entrarono nella sala, lasciando Miyako da sola con l’oni che sembrava muto poiché non aveva spiccicato nemmeno una parola, ma si esprimeva a gesti.

Alzando lo sguardo lo trovò ad osservarla e poté giurare di averlo visto ghignare: probabilmente era convinto che uno scricciolo come lei, paragonata alla sua mole pressoché imponente, non poteva davvero essere la kunoichi di cui tutti parlavano con timore.

Sentendo dei movimenti da dietro lo shoji, vide una figura avvicinarsi e aprirlo: Kimigiku le sorrideva al di là della porta e le fece un cenno.

Miyako avanzò lentamente senza alzarsi dalla posizione di rispetto e, dopo aver varcato la soglia, la richiuse alle sue spalle, rimanendo in ginocchio con la testa bassa.

Sentiva su di sé gli sguardi indagatori dei presenti che dovevano essere all’incirca venticinque, escludendo Osene e Kimigiku, se i suoi calcoli erano corretti: dieci alla sua destra, dieci alla sua sinistra, quattro davanti a lei e l’oni alle sue spalle.

«Puoi alzarti ed avvicinarti» le disse una voce maschile, profonda e autoritaria.

Si alzò lentamente, senza il bisogno di usare la mani, e piano si avvicinò al luogo dove la famiglia Chikage l’attendeva.

«Alza pure lo sguardo» le disse la voce di prima e Miyako ubbidì.

Si trovò davanti un uomo che non dimostrava più di quarant’anni umani con i capelli argento e gli occhi dorati. Indossava un kimono prezioso dai colori chiari, sul dorato.

Lo sguardo era indagatore e osservava la sua ospite con malcelata curiosità.

Alla destra dell’uomo vi era una donna dall’immensa bellezza con lunghi capelli scuri e occhi rossi come il fuoco. Indossava un kimono rosso dai disegni bianchi come l’obi che le circondava la vita stretta: Miyako non aveva mai visto una donna così bella in tutta la sua vita.

Alla sinistra di Takeshi Kazama vi era Yuichi che la guardava sbalordito: non era cambiato poi molti in quei tre anni a parte la lunghezza dei capelli che ora gli sfioravano le spalle. Indossava un kimono dai toni verdi e dai disegni bianchi.

Andando per esclusione l’uomo seduto alla destra di quella che era presumibilmente la moglie di Takeshi vi era Chikage.

Non riusciva a guardare nella sua direzione e quindi non poté dire se era cambiato o meno: sentiva solo il suo sguardo arderle sulla pelle.

«Presentati» le ordinò la voce profonda di Takeshi.

«Sono Miyako Fujita. Onorata di fare la vostra conoscenza» rispose con voce ferma e sicura la ragazza, inchinandosi con rispetto davanti agli oni.

«Non avrei mai pensato» disse Takeshi « che una ragazza così giovane potesse meritare il soprannome di Morte Nera».

«È un soprannome che non ho richiesto».

«Ma che pare, secondo le notizie raccolte su di te, ti calzi a pennello» disse l’oni.

Miyako non seppe cosa rispondere: sapeva che le sue abilità non erano comuni, ma un soprannome di quella grandezza non le si addiceva.

Ci fu un lungo silenzio, rotto dalla voce di Yuichi.

«Padre. Io e Chikage conosciamo questa donna» disse l’oni, facendo voltare il padre verso di lui.

«Come?».

«È stata lei, con l’aiuto di altre due donne umane, ad aiutare Chikage a riprendersi dallo scontro con quell’uomo di cui ti abbiamo parlato».

Takeshi rivolse di nuovo l’attenzione verso Miyako e disse:

«Quindi ti sono debitore della vita di uno dei miei preziosi figli?»

«Non mi siete debitore di nulla Takeshi Kazama-dono. Ho agito secondo la mia morale» rispose Miyako.

«Ne hai finalmente sviluppata una?» disse la voce di Chikage, facendo voltare tutti verso di lui.

Miyako deviò lo sguardo verso l’oni e lo trovò identico a tre anni prima: stessi capelli biondi e occhi rossi come l’inferno. Indossava un kimono blu scuro con ricami dorati, che faceva contrasto con i suoi capelli chiari

«Mi pare di aver sempre avuto una morale, Chikage-sama».

«Ah già. Era l’educazione che ti mancava» rispose l’oni, attirando su di sé le attenzioni curiose dei presenti.

Il figlio del loro signore non aveva mai mostrato interesse per nessuno in quel modo: qualunque ospite venisse in visita a palazzo non riusciva ad attirare le attenzioni del figlio minore di Takeshi, non come quell’umana.

«Chikage. Devo chiederti di portare rispetto alla nostra ospite» lo riprese il padre.

«Chiedo perdono» disse l’oni inchinando il capo verso il genitore che si alzò, avvicinandosi a Miyako.

Le girò intorno, osservandola con attenzione dalla testa ai piedi.

La ragazza non muoveva un muscolo, ma con l’udito ascoltava i movimenti dell’oni e lo sentì arrivare: un colpo diretto alla sua nuca, che la ragazza schivò abbassandosi velocemente in avanti e voltandosi verso l’oni.

«Takeshi-dono!» s’intromise Osen « Perché questo attacco?».

«Volevo testare i suoi riflessi e devo dire che sono ottimi per un essere umano femmina. Anche la sua velocità non è da sottovalutare, così come la sua attenzione ai dettagli. Quando è entrata ha contato in un attimo quanti erano i presenti e le armi che indossavano, vero Miyako-san?».

«Non sbagliate Takeshi Kazama-dono» rispose la ragazza senza però distogliere lo sguardo dall’oni di fronte a lei «Così come non sbaglio nel dire che avete usato solo una minima parte della vostra velocità in quel colpo».

«Ovviamente, Miyako-san, o non lo avresti mai schivato. Ora rilassati, non ho intenzione di attaccarti ancora» le disse, vedendo che la ragazza era ancora in tensione « È un vero piacere averti qui e poter usufruire dei tuoi servigi dei quali parleremo domani, però. Ora lascia che i miei figli ti mostrino il palazzo».

Yuichi e Chikage si alzarono avvicinandosi a Miyako. La ragazza vide che Osen e Kimigiku non muovevano un muscolo: loro conoscevano già il palazzo quindi doveva girare da sola in compagnia dei due fratelli.

Prese un bel respiro e con un profondo inchino uscì dalla sala, a seguito dei due oni.

Takeshi sorrise divertito e disse ad Osen: «Donna interessante. Non ho mai visto Chikage scaldarsi così tanto alla vista di un essere umano».

«Hanno avuto qualche problema in passato, Takeshi-dono. Non ve ne ho parlato prima poiché non sapevo se Miyako-chan avrebbe accettato la missione e non potevo rivelare la sua identità» spiegò l’oni.

«Non c’è nessun problema, Osen-san. Sarà divertente vedere come si comporta Chikage con quella donna in giro» rispose Takeshi, sorridendo.

«Devo confessarvi anche un’altra questione che lega Miyako-chan a uno dei suoi figli».

«Sentiamo».

«Yuichi-san le aveva proposto, tre anni or sono, di seguirlo, ma lei ha rifiutato» disse Osen, vedendo per la prima volta lo stupore sulle facce di solito impassibili dei Chikage e dei presenti.

 

Miyako si ritrovò a vagare per i corridoi del palazzo alle spalle dei due Chikage , mentre Yuichi le indicava cosa fosse questa o quell’altra stanza.

Mentre le spiegava la funzione di una stanza adibita agli allenamenti vennero raggiunti da una persona che Miyako conosceva: Kyuuju e la sua imponente stazza apparvero alla fine del corridoio.

Miyako sorrise all’oni dai capelli rossi il quale ricambiò con un inchino.

«Sono felice di trovarti in salute, Miyako-san».

«Altrettanto, Kyuuju-san» rispose la ragazza inchinandosi davanti all’oni.

«Avevi bisogno di qualcosa?» chiese Yuichi all’oni.

«Sono solo venuto a porgere i miei saluti a Miyako-san» rispose, inchinandosi di nuovo e procedendo lungo il corridoio da solo.

«Kyō-san non è qui?»

«No, dopo che ha trovato la compagna è andato a vivere in un bella casa non molto lontana da qui. Se vorrai ti accompagnerò a salutarlo».

«Non è qui per una visita di piacere» s’intromise Chikage.

«Come se fosse un piacere rivederti» sbottò Miyako, tappandosi la bocca subito dopo.

«Vedo che il tuo temperamento non è cambiato, Miyako-chan» le disse Yuichi, sorridendo divertito dagli sguardi che Chikage rivolgeva alla donna « E non posso che esserne felice. Sarebbe stato un peccato se gli insulti di mio fratello ti avessero cambiata».

«Yuichi, chiudi la bocca» lo riprese Chikage, voltando le spalle ai due e proseguendo nel giro del palazzo, fino a quando una delle serve non disse loro che il te era stato servito in una delle sale ed erano attesi.

I tre ripercorsero a ritroso il percorso, ma non si fermarono nella stessa sala di prima: quella nella quale entrarono era più piccola e accogliente.

Miyako si ritrovò seduta tra i due fratelli Chikage e la tensione che si era stemperata mentre erano in giro per il palazzo tornò a farsi sentire: non poteva fingere di non vedere gli sguardi che sia Takeshi che la moglie le lanciavano, soprattutto quando Yuichi le si rivolse con un suffisso così confidenziale.

«Miyako-chan abbiamo disposto tre camere per voi, così non dovrete alloggiare in una locanda» le disse, ricevendo un sorriso e un inchino in ringraziamento.

Takeshi era sorpreso nel vedere con quanta confidenza la donna e suo figlio maggiore si rapportavano, parimenti non comprendeva come mai l’altro suo figlio non potesse sopportarne la vista.

Se per sbaglio Miyako lo sfiorava nel sollevare la tazza con il te o perché cambiava posizione, Chikage le lanciava uno sguardo talmente freddo che avrebbe gelato l’inferno.

Osen e Kimigiku la accompagnarono nelle terme che i Chikage avevano nell’immenso giardino: vi erano due conche naturali, grandi abbastanza da contenere almeno una ventina di persone.

Tra le due vasche era stata eretta una barricata in bambù e Miyako capì che serviva per garantire la privacy, poiché una vasca era per le donne e una per gli uomini.

Le tre donne s’immersero nelle acque calde, trovando sollievo dal freddo di novembre e sentirono che qualcuno faceva lo stesso dall’altro lato del muro di bambù.

«Vedo che ricordate la via per le terme» disse loro la bassa voce di Chikage, mentre Miyako alzava gli occhi al cielo, evidentemente infastidita dalla presenza dell’oni anche mentre cercava di rilassarsi.

Sentirono poi un altro corpo immergersi nell’acqua calda e la voce di Yuichi che le salutava.

«Miyako-chan ci sei anche tu?» chiese l’oni.

«Sì, sono qui».

«Sarebbe un piacere condividere una sola vasca…» disse Yuichi, che venne colpito da un catino in piena testa.

«Ehi! Come mi avete preso?»

«È bastato capire da dove provenisse la tua voce» rispose Miyako, facendo ridere le donne che si rilassavano con lei.

«Sei migliorata parecchio, Miyako-chan!».

«Ovvio. Sono passati tre anni e non ho mai smesso di allenarmi».

«Ed è per questo che sei ancora da sola...» disse la voce divertita di Chikage.

«Meglio sola che male accompagnata» ribatté la ragazza.

«Voi due dovreste piantarla ed iniziare a comportarvi civilmente…Sono passati tre anni dall’ultimo incontro e siete ancora in guerra!».

«Mi pare sia stato lui ad iniziare, proprio di fronte ai suoi genitori. Io ho solo risposto alle provocazioni o sarei sembrata una debole» rispose Miyako.

Dall’altra parte vi era silenzio, ma le donne non sapevano che era così semplicemente perché Yuichi aveva infilato la testa di un recalcitrante Chikage sott’acqua per farlo stare zitto.

Lo tenne immerso fino a quando non sentì le donne salutare ed andarsene.

Quando il biondo oni riemerse diede un pugno in faccia al fratello.

«Avevi intenzione di eliminarmi?».

«Ci vuole ben altro per eliminare un’erba cattiva come te, Chikage» le prese in giro Yuichi « Ti avviso: ora che Miyako-chan è qui farò di tutto per cambiare la risposta che mi ha dato tre anni or sono, quindi non metterti in mezzo. Se ha rifiutato è solo colpa tua».

«Sei sicuro? Non hai mai pensato che magari non è interessata a te?».

«Oh, certo che non è interessata a me, ma le farò cambiare idea» rispose Yuichi.

«Come ne sei sicuro?».

«Tre anni fa Miyako-chan mi ha confessato che, forse, era innamorata di te» disse al fratello, sorridendo divertito dallo sguardo perso che Chikage gli riservò.

Lasciò il suo fratellino da solo nella conca e tornò a palazzo.

 

 

 

Dopo un enorme ritardo, sono tornata! Spero che ci sia ancora qualcuno che leggerà!

Alla prossima.

Lena

   
 
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