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Autore: FuckTheJosuYasu    02/05/2017    0 recensioni
- L'ho sognato di nuovo, stanotte. Ripeteva quelle dannate parole.-
-Andrea... sei sicura siano solamente sogni?-
In un mondo dove ormai la tecnologia ha preso il sopravvento, anche l'Italia è ormai stravolta. Andrea Ferrara, giovane provetta in questo nuovo mondo, si ritroverà ad affrontare misteri che continuano a perseguitarla da anni.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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PROLOGO

- Sei sicura andrà tutto bene? –

Le parole riecheggiavano nella sua testa, come un martellare tremendo; voleva urlare, dimenarsi, ma non riusciva a far nulla se non sentire quelle dannate parole di molti, troppi anni fa.
Si svegliò di soprassalto, il petto che sussultava ad ogni respiro, gli occhi sgranati; vide solamente bianco. Le ci volle qualche istante per rendersi conto di non trovarsi nella propria camera, ma in una stanza dalle candide pareti color latte dove aleggiava un piacevole odore di detersivo. Cercò di alzarsi, ma non ci riuscì. Strattonò i polsi, mosse le gambe, nulla. Provò quindi ad abbassare la testa, nel tentativo di vedere cosa la trattenesse, con scarsi risultati; qualcuno l’aveva bloccata lì, incatenata a quello che Andrea credesse fosse un letto, ma non ne era più tanto sicura. Rimase a guardarsi intorno per un tempo che le sembrò immenso, quella stanza la mandava all’esasperazione; non sapeva spiegarsi come fosse finita lì, perché proprio dopo quel dannato sogno.
 ‘’Non l’ho voluto io, dannazione’’ pensò, disperata.
‘’Non potevo sapere quel che sarebbe successo.’’ La camera dalle pallide pareti era inquietantemente silenziosa, la ragazza poteva udire solamente il proprio respiro, trovò la cosa ironica; tutto quello che aveva sempre cercato era la solitudine e, adesso che l’aveva ottenuta, non ne poteva più. Si lasciò scappare una risata isterica. Si ritrovò a pensare ai suoi amici, per un attimo le passò per la mente un qualche scherzo idiota organizzato da Adrian. ‘’Se è davvero così, l’ammazzo!’’ ma era pressochè impossibile; il ragazzo era solito farle scherzi, ma non avrebbe mai potuto organizzare una cosa del genere, non con la semplice mente che si ritrovava. Rimase a lungo a pensarci quando, tutto d’un tratto, sentì una porta aprirsi; a quel punto le prese il panico. Non poteva muoversi ed aveva la testa bloccata, lo sguardo alto sul soffitto, non poteva sapere se la persona che fosse entrata potesse salvarla o meno. Sentì il rumore dei passi avvicinarsi a lei, e si rese conto che erano ben più di uno ma, solo quando quelle misteriose figure l’accerchiarono capì il vero pericolo. Dovevano essere almeno una decina, alti, coperti da un’unica tunica nera da capo a piedi e, sul viso, una lunga maschera del medesimo colore della parete che Andrea era stata costretta a guardare fino a poco fa, con due solchi oscuri che stavano ad indicare gli occhi ed un lungo, grande becco. Iniziò a respirare affannosamente e guardarsi intorno, cercando inutilmente una via d’uscita; nel panico rivolse gli occhi verso l’alto, e fu lì che vide un’undicesima figura, più grande delle altre, piegata su di lei. Aprì la bocca e cercò di gridare, ma non emise alcun suono; in tutta la sua vita, Andrea Ferrara non si era mai sentita così. L’enorme figura allungò le mani su di lei, i suoi pollici andarono a posarsi sulle sue tempie, il resto delle dita premevano sui suoi zigomi. Con voce gutturale e distorta, l’essere misterioso sibilò.

- Benvenuta, figliola. Benvenuta alla Macchina. Dove sei stata? Non preoccuparti, va bene così. Sappiamo dove sei stata. –

Le sue parole non avevano senso, eppure le sembravano così familiari. La Macchina, dove poteva averlo già sentito? Forse…
I suoi pensieri vennero interrotti da un lancinante dolore al braccio. Questa volta gridò, in preda al panico, riuscendo a vedere una delle pallide maschere allontanarsi da lei, con una siringa ormai vuota stretta nella mano. Tutto d’un tratto le bianche pareti iniziarono a girare di fronte a lei. Singhiozzò e cercò di guardarsi intorno, scrutando le strane figure allontanarsi prima che le tenebre cadessero su di lei.

Riprese conoscenza nel proprio letto, sudata e scoperta, il pigiama aperto sul seno; era stato solamente un sogno, si sentiva così stupida ad essersi spaventata per così poco. Non aveva ragione di aver paura, non alla sua età, non lei. A vent’anni non si dovrebbe lasciar influenzare da certe sciocchezze. Tirò un sospiro di sollievo e si mise a sedere ma, in quel momento, sentì qualcosa afferrarle un piede. Sgranò gli occhi e vide una figura nera  strisciare fuori dal suo letto, prendere forma di fronte a lei e afferrarla tra le sue molteplici braccia; no, non poteva essere. Non era vero. Doveva essere solo un sogno, le figure mascherate non potevano esistere davvero… eppure, il dolore che Andrea provò nel sentire le fauci della bestia affondarle nella carne, le sembrò così reale. Gridò mentre il becco di quel mostruoso essere si faceva strada tra la carne, tra le ossa, strappandone via un pezzo ad ogni boccone. La ragazza riuscì solamente a vedere la maschera pallida ormai piena di sangue, del suo sangue. Si lasciò andare sul materasso, con la mente offuscata, e le parole tornarono a ripetersi.

-    Sei sicura andrà tutto bene? Ho paura, non farmi del male. –
‘’Non volevo farlo. Non potevo saperlo, perdonami.’’
Le forze la stavano lentamente abbandonando, la ragazza chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da un dolce sonno, mentre l’essere si nutriva delle sue calde interiora.


La sveglia suonò, le tende si aprirono. Andrea Ferrara fu svegliata dalla luce penetrata attraverso le finestre. Si alzò di scatto a sedere e si guardò intorno; era tutto come il solito. Si tastò quindi il corpo, si alzò le maniche del pigiama, si toccò le tempie; nessun dolore, nessun segno, nessun morso. Non era mai successo nulla. Arrancò verso il comodino al suo fianco e prese i suoi occhiali, infilandoseli e spegnendo la sveglia sulla lente digitale, che smise di lampeggiare. Rimase a guardarsi intorno mentre, intorno a lei, il mondo si svegliava. Un’altra giornata aveva inizio.


- - -

Ciao a tutti! Questo è il prologo della mia prima serie originale, qualcosa che avevo in mente da più di un anno. Non sono ancora sicura se continuarla ma oggi, spinta da un momento di follia e dal troppo powerade blu bevuto, ho scritto e pubblicato questo! Spero possa interessarvi!

 
   
 
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