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Autore: Keyra    08/06/2009    3 recensioni
Colpisce, colpisce e mi fa male. Un calcio, un altro calcio e uno ancora. Sento la mia coscia scoppiare di fuoco, mi brucia, si gonfia. Stringo forte le coperte, impaurita dal suo sguardo. Ho ancora il suo odore sulla pelle e quelle mani che poco prima mi facevano sentire in paradiso ora mi stanno distruggendo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ho scritta tre anni fa... Ispirata da una storia che veramente stavo vivendo. Non sulla mia pelle, ma su quella di una mia cara, carissima amica. Che per fortuna, ora, è uscita da tutto questo, e anche se non la sento più, anche se le nostre strade si sono completamente divise... so che è felice, a modo suo, e questo mi basta.

Un bacio, Keyra
Colpisce, colpisce e mi fa male. Un calcio, un altro calcio e uno ancora. Sento la mia coscia scoppiare di fuoco, mi brucia, si gonfia.
Stringo forte le coperte, impaurita dal suo sguardo. Ho ancora il suo odore sulla pelle e quelle mani che poco prima mi facevano sentire in paradiso ora mi stanno distruggendo.
Perché? Perché? Perché lo amo così tanto? Così tanto da non poterlo odiare?
<< Forza, fammi male >> mi grida disperato. Piange, ma è pieno d’odio dentro di sé. E riesce a scorgere la frustrazione nei miei occhi. Fargli male? Non potrei mai. Non riuscirei a ribellarmi per nessun motivo al mondo.
Mi scaraventa giù dal letto e continua a riempirmi di calci. Questa volta comincio a sanguinare, ma a lui non gliene importa niente.
Vuole che parli, ma non parlerò. Non parlerò perché lo amo.
 
 
 
 
 
<< Ho paura... >>
<< Non ti sfiorerò mai, non ti farò mai del male, bimba. Tu sei la mia bimba, come potrei fare del male alla mia bimba, eh? Come potrei? >>
 
 
 
 

Quelle parole ormai sembrano lontane. Quelle promesse mancate sono sparite. Eppure la nostra è una storia fatta di “te l’avevo detto”. La nostra è una storia già stata scritta che abbiamo continuato a leggere e ripassare, nonostante sapessimo già come sarebbe finita.
Mi vuole bene, è per questo che mi picchia. E’ per questo che sfoga tutta la sua rabbia su di me.
Ma perché proprio io? Perché dovevo innamorarmi di un ragazzo così? Ho paura, mamma. Ho paura. Paura che lui mi uccida. Se dovesse farlo, sparirei da questo mondo. Non vivrei più, mamma.
Se dovesse succedere... Se dovesse succedere amalo. Continua ad amarlo come fai ora, mamma. Continua a volerlo, continua ad ascoltarlo. Amalo e fai qualcosa per lui, ti prego.
 
 
 
 
 
<< Forse se mio padre fosse ancora qui sarei diverso, non sarei io >>
<< Credi saresti migliore, o peggiore? >>
<< Probabilmente... migliore >>
<< Però io ti amo come sei ora >>
 
 
 
 
 
Ti amo come sei ora, però non posso continuare così. Autodistruggo la mia vita, standoti accanto.
Ho così tanto da imparare, così tanti di quei posti da vedere, non ho vissuto neanche metà della mia vita... Lasciami vivere, lasciami respirare.
Chi sono? Non sono più nessuno, se non la tua ragazza. Sono un tuo oggetto che non può ribellarsi alla tua sottrazione. Sono di tua proprietà.
 
 
 
 
 
<< Nana, t’immagini la nostra vita quando saremo al liceo? Sarà tutto bellissimo, ci pensi? >>
<< Incontreremo il ragazzo dei nostri sogni... >>
<< Il principe azzurro >>
<< Io mi innamorerò di lui... Follemente... E sarà gentile, premuroso e non mi sfiorerà con un dito. Non sarà capace di farlo, e anche se lo facesse... io non glielo permetterei >>
<< Ma anche se avremo entrambe il ragazzo... Saremo ancora amiche, vero? >>
<< Certo Tutù, saremo ancora amiche >>
 
 
 
 
Tutù, che fine ti ho fatto fare? Perché sei così lontana, ora? Perché ho lasciato che questo pazzo prendesse il tuo posto? Il tuo, quello dei miei genitori, delle mie sorelle, dei miei parenti. Perché ho soltanto più lui nella mia vita?
Non riesco a pensare che qualcun altro possa vivere accanto a me, tra qualche anno, così come fa lui. Non riesco a pensare che qualcun altro possa guardarmi e sfiorare il mio corpo così come fa lui. Così o meglio. Nella mia vita c’è soltanto lui.
Ma perché allora mi fa male?
Amami, amore, continua ad amarmi. Anche se sono la tua bimba distrutta. Amami ma non farmi male.
Non piango, non voglio dargli soddisfazione. Ora i miei occhi sono piedi d’odio.
Anche se lo amo.
Ma perché sono arrivata a questa situazione? Perché non ho vissuto la mia vita lasciandomi allo spalle quel bacio rubato? Perché ho continuato a inseguire un incubo? Sapevo che sarei andata incontro a qualcosa di nuovo, eppure non l’ho evitato.
<< Io ti amo, è per questo che lo faccio, amore, ti amo, ti amo, ti amo >>
Si avvicina a me, strofina la sua fronte contro la mia.
<< Perdonami, bimba, perché ti amo... sul serio... credimi. E’ più forte di me >> urla tra le lacrime disperate. Mi prende il viso tra le mani, cerca di baciarmi ma io mi sottraggo.
Mi ama, mi ama davvero. Il mio amore mi ama.
Ma allora perché mi fa male?
Finalmente tiro fuori il mio coraggio. << Tu mi odi, non mi ami >>
<< No, sei tu quella che mi odi! Mi odi, vero? Mi odi, bimba? Dimmelo! E’ vero che mi odi, è vero?! >> il tono della sua voce si alza sempre di più.
Qualcosa di pungente mi tocca la gola. Cos’è? Oddio, Mamma. Cazzo, cos’è?
Piange, e adesso anche io piango. Piango guardando i suoi occhi lucidi e impauriti.
Ho paura, voglio scappare da questo incubo.
Guardo la foto sul comodino, c’è suo padre. “Perché lo hai abbandonato? Perché lo hai lasciato solo?”
Lo supplico di non farmi male, di lasciarmi stare, di non uccidermi.
Poi sento la lama tagliarmi la pelle, sempre più giù, lentamente. E’ un dolore lancinante.
Urlo. Grido dalla paura. Piango.
Gli chiedo perché, ma le lacrime sono troppe e non mi lasciano parlare in modo chiaro.
Perché, amore, perché?
Perché ho lasciato da parte tutte le mie amicizie, la mia vita, i miei affetti, per stare con te?
Te che ora mi stai uccidendo.
<< Io ti amo, bimba, ricordati che ti amo.... Scusami, ti prego, scusami >> mi prende di nuovo il viso tra le sue mani, e io piango su di lui, come una fontana.
Forse lo sto perdonando, forse lo odio. Non lo so neanche io. So solo che sto morendo. 
<< FABIO! FABIO! >> è l’ultima voce che sento. E’ la voce della madre. La voce della madre che grida, impaurita, sconvolta. Arrivata d’improvviso. << FABIO! >> lui si allontana di scatto da me, e l’ultima immagine che riesco a distinguere è il mio amore che piange, con il volto tra le sue stesse mani.
<< FABIO! FABIO! >> è l’ultima voce che sento e il mio amore in piedi è l’ultima immagine che vedo. In piedi, con il volto nascosto tra le sue mani. Quelle mani... Quelle mani che tanto mi hanno fatta sentire in paradiso, mi hanno toccata, mi hanno sfiorata, mi hanno abbracciata. Quelle mani a cui ho dato tutto il mio corpo per la prima volta. Quelle mani che da quattordicenne mi facevano sentire una donna. Quelle mani, queste mani.
Queste mani che mi hanno ucciso.
 
 
  
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