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Autore: gingergirl_13    03/05/2017    1 recensioni
"Credevo di conoscerti,o meglio, credevo che fossi esattamente come ti presentavi agli altri: una ragazza sicura di sè,dagli occhi vivi e la risata facile."(..)
(..)"Non eri forte fuori come davi a vedere, ridevi sempre,mentre dentro di te tutto cadeva a pezzi. Ho capito i tuoi occhi, che erano vivi ma allo stesso tempo stanchi. "
Avevi la bellezza di una farfalla e la forza di un uragano.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Credevo di conoscerti,o meglio, credevo che fossi esattamente come ti presentavi agli altri: una ragazza sicura di sè,dagli occhi vivi e la risata facile. 

Ci eravamo conosciuti a settembre della terza liceo,quando tu e le tue amiche carine avete cambiato classe.Ma ovviamente io ti conoscevo già.

Eri la migliore amica di un mio compagno di classe e t'avevo vista diverse volte,negli anni precedenti alla terza, durante l'intervallo appartarti con lui per raccontargli non so quale storia della tua "monotona vita da liceale" come ti piaceva definirla, e a tutti gli altri del mio gruppetto era subito saltata agli occhi quella ragazzina timida e impacciata con l'apparecchio che non smetteva mai di ridere.

Avevi un ragazzo più grande di noi di due anni,ma non lo avevo mai visto prima della quinta liceo.

Avevi un sacco di amiche e conoscevi praticamente tutta la scuola.

Quell'anno anche tu hai conosciuto me,anche se non credo che mi avessi mai visto prima di allora.

Ti sei presentata semplicemente stringendomi la mano e sorridendomi;io ti ho sorriso di rimando.

Quello fu l'anno in cui mi innamorai. Io ed Erika eravamo nella stessa classe dalla prima liceo,ed ero sempre stato attratto da lei. Aveva i capelli biondi e lunghi e due grandi occhi neri,stava sempre insieme alla sua amica ballerina e al suo amico simpatico. Nell'estate tra la quarta e la quinta liceo mi sono dichiarato. Dire che è stato inutile è dir poco. Eravamo al compleanno di Scott,io l'ho presa da parte e le ho detto la verità. Le ho detto che mi piaceva da morire,perchè dirle che l'amavo sarebbe stato troppo pericoloso o forse perchè in realtà avevo paura. Lei mi ha detto che mi vedeva solo come un grande amico,ma che non voleva perdermi. E così,mi sono ritrovato nel baratro della friendzone. 

Una settimana dopo, in spiaggia,in una calda sera di luglio,durante l'ennesimo diciottesimo del mese,sconsolato e seduto su un divanetto,ho visto con la coda dell'occhio un mare di capelli rossi. Ho alzato lo sguardo e tu eri lì. 
Avevi un vestito rosa e i tuoi capelli mossi erano raccolti in una treccia disordinata. Mi hai chiesto se andava tutto bene e io ti ho detto di si. 
Sono ancora fermamente convinto che tu non ci abbia creduto,perchè mi hai guardato e dopo aver arricciato le labbra mi hai detto "Si tratta di lei vero?" e hai indicato con la testa Erika che stava ballando con le sue amiche,io ho annuito e ti ho ripetuto che stavo bene,poi la tua amica mora ti ha chiamata e tu ti sei alzata,dicendomi che se avessi avuto bisogno ci saresti stata in qualsiasi momento.

Poi è iniziata la quinta. 

Eri ancora fidanzata con quel ragazzo di due anni più grande di noi e io non lo avevo ancora mai visto.
Io era ancora innamorato di Erika.
Tutto è successo dopo la gita di quinta,perchè a metà novembre ha compiuto diciotto anni anche il mio amico stupido con cui in prima e seconda liceo condividevi la classe. Quella sera hai bevuto un pò troppo, il nostro compagno alto ti riempiva il bicchiere e tu ridevi sempre più forte. Ricordo ancora come eri vestita,avevi la gonna nera che mettevi sempre e il maglioncino corto a cui rigiravi le maniche. Lo ricordo perchè dopo il dolce sei venuta da me e mi hai abbracciato e sei rimasta abbracciata a me per almeno quindici minuti perchè ti piaceva il mio profumo.

Il giorno dopo ti ho chiamata al cellulare per sapere se ti fossi ripresa, e tu insieme ad una grande risata mi hai risposto che stavi molto meglio.

Da quel giorno abbiamo iniziato a parlare quotidianamente e allora ti ho conosciuta davvero. 

Non eri forte fuori come davi a vedere, ridevi sempre,mentre dentro di te tutto cadeva a pezzi. Ho capito i tuoi occhi, che erano vivi ma allo stesso tempo stanchi. Ho imparato a conoscerti,ho imparato a capire quando hai qualcosa che non va. Tu mi hai rivelato cose di te che non avevi mai detto a nessuno. Mi hai insegnato a non giudicare mai al primo sguardo, e mi hai raccontato delle tue amiche false e del modo in cui ti sei sentita sola anche in un pullman pieno di persone. Mi hai aperto il tuo mondo di debolezze ed insicurezze,ma intanto restavi sempre bellissima;sia la mattina quando arrivavi in classe sempre in ritardo con gli occhi stanchi e le guancie arrossate dal freddo;sia il sabato sera in centro per la mano al tuo ragazzo che ridevi con il rossetto rosa sulle labbra e gli orecchini a cerchio.

Avevi la bellezza di una farfalla e la forza di un uragano.

Ma non ti sentivi forte e nemmeno bella.

Una sera siamo usciti con i nostri compagni di classe per giocare a bowling,poi ti ho portata a vedere le stelle.
Avevo la tua testa appoggiata al mio petto e i tuoi capelli mi cadevano in faccia,mi piaceva cosi tanto il loro odore.
Poi ti sei girata,le nostre teste erano appoggiate per terra e scommetto che quando sei arrivata a casa la sabbia ti usciva anche dalle orecchie. Profumavi di buono e i nostri nasi erano vicinissimi. Scherzando ti ho detto "lo so che vuoi baciarmi" e tu hai riso. Le nostre labbra erano vicine meno di un palmo,ma lo sapevamo entrambi che era sbagliato.
Infatti tu hai chiuso gli occhi e ti sei allontanata.

Poi il tuo telefono ha iniziato a squillare e tua mamma arrabbiata ti ha urlato di tornare a casa perchè erano le due di notte. Allora io mi sono alzato e ti ho preso le mani per aiutarti ad alzarti,poi ti ho abbracciata,ma sinceramente,non volevo andarmene.

Volevo rapirti e portarti via con me. Volevo portarti via con me perchè mi fai stare bene,ma tu hai lasciato la mia mano e sei corsa verso la macchina.
E mentre tu ridevi io ti guardavo allontanarti da me per sempre,e forse non ho mai amato Erika quanto ho amato te,e vederti andar via mi ha distrutto molto più di una stupida friendzone.

Poi ti ho persa veramente.

Quella mattina faceva freddo.
Scott mi ha chiamato in lacrime. 

Hai preso delle strane pasticche dallo sportello del tuo bagno rosa e ad un tratto il tuo grande cuore ha smesso di battere. Il tuo piccolo corpo ha smesso di ballare. Il tuo meraviglioso sorriso ha smesso di brillare.

Sei rimasta in coma per una settimana,poi hai deciso di smettere di combattere.

Sei arrivata rumorosa come un tuono e bella come un fulmine. 
Ma te ne sei andata in silenzio come il sole al tramonto.

Spero che perdonerai le tue amiche per non essere state abbastanza vere. Spero che perdonerai il tuo ragazzo per non essere stato abbastanza degno di te. Spero che riuscirai a perdonare anche tua mamma e tuo papà perchè non sono riusciti a capire che qualcosa non andava. Spero che tu riesca a perdonare anche me, perchè non ti ho mai detto che ti amavo alla follia e perchè non sono riuscito a salvarti dal male che portavi dentro.

   
 
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