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Autore: teotode    03/05/2017    1 recensioni
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Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sentiva così infelice, quel piccolo ragazzo disteso sul proprio letto. La spiegazzata camicia bianca a quadri blu, appoggiata sul copriletto verde, proprio accanto al giovane corpo del ragazzo, coperto solo da un paio di jeans attillati, abbandonato a se stesso e alla sua tristezza estiva, gli conferivano un'aria di malinconia assoluta. Quella fantastica stagione non sarebbe andato in vacanza da nessuna parte, o almeno niente era in programma, se non l'idea rintuzzata all'ultimo di animare il camposcuola dell'oratorio in montagna, anche se il solo pensiero della compagnia di quelle schifose persone, che all'interno di quelle quattro sacre mura si comportavano da santi e all'esterno ne combinavano una più del diavolo, lo disgustava non poco. Gli sarebbe piaciuto andare al mare, come tutti gli altri anni, ma sua madre si era imposta e lui la capiva, d'altronde se suo padre stesse per morire, probabilmente non si allontanerebbe da casa per lungo tempo. D'un tratto uno squillo, una vibrazione telefonica improvvisa ruppe quella stancante e malinconica pigrizia: un messaggio dalla sua amica trentenne Alessandra, colei che era considerata dall'adolescente al pari di una zia per affetto.

“Ciao Matteino, allora sta sera che fai? Ci vieni al Lua Nua? Dai che dobbiamo dirti una cosa importantissima”.

“Dobbiamo chi?”

“Io, Alessio, Claudia, Paola e Federico”

“Visto che ci siete tutti verrò”.

La conversazione si chiuse con una marea di emoticon d'affetto e con altrettanti dubbi nella mente del ragazzo. Dobbiamo dirti una cosa? Magari un invito di compleanno, o una serata al sushi, al cinema, non so...

Si abbottonò la camicia e mentre si stava allacciando le scarpe entrò in camera sua sorella maggiorenne che sarebbe dovuta andare, come al solito, con lui al locale di ballo latino-americano nominato prima dagli amici. Si scambiarono subito un'occhiata complice e si diressero insieme alla macchina parcheggiata nel garage accanto al giardino di casa. Il viaggio durò più di mezz'ora, come di norma, e per tutta la durata di esso, la mente del ragazzo era tormentata da dubbi, domande, risposte immediate, e ancora dubbi, desideri, sogni... finché si ritrovò senza accorgersene nell'immenso parcheggio sterrato del Lua Nua. Pagarono, entrarono ed in men che non si dica si ritrovarono al chiaro di una splendida luna che risplendeva placida riflessa sul laghetto artificiale sul quale si affacciava la piccola pista da ballo ed era inutile dirlo che tra tutta la folla lì presente, Teo riconobbe subito i suoi amici trentenni, fiondandosi subito da loro. Dopo calorosi saluti, baci, abbracci e strette energiche di mano, la compagnia decise di passare subito alla questione segreta, mentre la sorella di Teo si trovava in pista a ballare tra le dolci braccia del suo ragazzo. I sei si sedettero al tavolo rettangolare di legno che il loro amico dj riservava sempre per loro, su quelle sedie ballerine anche loro, con una gamba sistematicamente più corta delle altre tre che non si sapeva se fosse un enorme errore di produzione o fosse un accorgimento apposito per incutere costantemente il terrore di ruzzolare giù nel laghetto blu notte, il cui movimento metteva in moto quel chiaro cerchio come fosse il cuore pulsante delle notte riflessa sulla terra.

“Dunque...”, attaccò il discorso la “zia” Ale, “siamo qui per dirti che noi andiamo tutti e cinque al Bachata-Beach congress nelle Marche e ci saranno tutti i migliori maestri mondiali: Daniel y Desiree, Ataca y la Alemana, Josè y Elena, Luìs y Andrea...”.

“Ma è fantastico!!”, rispose il ragazzo, “Ma Carlos y Chloe ci saranno?”.

“Beh, è ovvio! Pensi che sarei andata se non ci fossero stati loro e Daniel y Desiree!”, disse scherzando la più piccola dei cinque che aveva la bellezza di ventiquattro anni.

“Allora volete davvero farmi morire d'invidia, lo sapete che Carlos y Chloe sono i miei ballerini preferiti! Perché mi state dicendo questo?”, obiettò Teo.

“Perché sarebbero dovuti venire anche Maura e Anto, ma come tu ben sai Maura non sta proprio benissimo e dovrà sostenere un'operazione a breve, perciò...”, disse con un fare misterioso la Ale. Il ragazzo era sempre più perplesso e tutti i dubbi prima repressi vennero a galla sul suo viso.

“E basta tediare questo povero ragazzo con tutti questi giri di parole!” interruppe ironicamente Federico, “ il succo è che Maura e Anto avevano comprato due biglietti per il congresso, ma a causa dell'operazione imminente non potranno andarci”.

“Ok, va bene, mai dispiace per loro, ma cosa vorreste dire con questo, non capisco”

“Lasciami finire”, riprese Ale, “visto che loro non potranno andarci, vogliono sapere se ti andrebbe di andare tu al posto loro. Verresti una settimana giù al Bachata-Beach congress insieme a noi?”

“Sarebbe magnifico, grazie... ma dovrei dirlo ai miei genitori se approvano...”

“Ecco, riguardo a quello, non ti devi preoccupare, abbiamo già parlato noi con loro e hanno approvato”, disse dolcemente Paola.

“Così semplicemente?”, riprese incredulo Teo.

“Beh, i tuoi ci conoscono da anni, abbiamo tutti trentanni, o quasi tutti, e tu ormai sei già grandicello... quanti sono quest'anno?”, disse Ale.

“Diciassette compiuti. Per il costo? Ho messo da parte alcuni soldi con l'animazione di alcune serate, ma non so se riesco, dato che dovrei pagare anche il soggiorno in hotel”, disse Teo preoccupato.

“Anto ha detto che non importa loro guadagnare, ma dare il biglietto a qualcuno che se lo possa godere e hanno pensato subito a te, quindi hanno detto che lo avrebbero venduto a metà prezzo”.

“Dite sul serio?”, rispose Teo spiazzato dall'ultima affermazione. Sapeva di essere nelle loro grazie, tanto da essere paragonato da Maura e Anto a un figlio che non hanno mai potuto avere, ma non fino a quel punto. Sapeva che avrebbe dovuto a quella coppia ben più di un grazie quando sarebbe ritornato. “Quando si parte?”

“Tra tre giorni”, rispose deciso Alessio.

“Ancora stento a crederci, mi sembra di vivere un bellissimo sogno: in vacanza, a ballare, con i miei migliori amici per una settimana, cosa potrei chiedere di meglio!”, esclamò entusiasta il ragazzo.

“Sì ma, prepara bene la valigia, mi raccomando”, aggiunse spiritosa Claudia.

“Sono talmente contento che andrei direttamente a casa a prepararla senza neanche fare un ballo”, ribatté Teo

“Ehi!”, interruppe la Ale, “Non se ne parla, Matteino. Adoro questa canzone, perciò adesso vieni con me a ballare!”, disse prendendo il ragazzo per mano e conducendolo a strattoni in pista.

“Sei felice?”, gli chiese sussurrandogli all'orecchio, non appena furono a quattrocchi.

“Tantissimo, non potrei davvero desiderare di meglio, siete fantastici, come sempre, sapete stupirmi come nessuno riesce farlo. Semplicemente vi adoro!” esclamò Teo, mentre abbracciava la sua “zia” e affondava il viso nei suoi lisci e morbidi capelli neri trattenendo lucide lacrime che raramente apparivano sul suo volto nel verificarsi di una grande letizia.


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Intervengo prima che vi facciate un'idea sbagliatissima sul tema principale della storia: il BALLO, ma non uno qualunque: le danze caraibiche. Con questo termine mi riferisco esclusivamente a Salsa e Bachata (niente Rumba, Paso Doble ecc...), perciò non balli da sala, ma da pista, cioè non si balla a coreografie, ma a figure, ovvero in base alla canzone ci si crea una propria coreografia mentre si balla, in base agli strumenti, alla melodia, agli stacchi della voce ecc...
Invito tutti a non postare commenti negativi contenti luoghi comuni sul ballo, perchè potrebbero venire immediatamente cancellati.
Non preoccupatevi se non riuscite a ricordare bene i nomi, perchè più avanti ognuno avrà una propria descrizione.
Detto questo concludo.
teotode

 

   
 
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