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Autore: bik90    04/05/2017    3 recensioni
Natsuki guardò attraverso le sbarre del cancello lo stuolo di bambini che uscivano da scuola. appoggiò la fronte contro la fredda superficie del ferro battuto e sorrise non appena vide una bambina dai lunghi capelli neri camminare insieme agli altri. La vide voltarsi verso di lei e fissarla con aria vagamente incerta. Non poteva sbagliarsi, era davvero lei. Sua figlia
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yukino teneva per mano Will e con gli occhi cercava una persona in particolare.
<< E così la tua amica lavora qui? >>.
La ragazza annuì.
<< E’ la direttrice >>.
Will emise un lungo fischio.
<< Caspita, complimenti. Vorrei che anche nostro figlio frequentasse un istituto privato >>.
La sua fidanzata gli sorrise pensando a quanto fosse proiettato avanti nel tempo.
<< Eccola! >> esclamò subito dopo indicando la figura di Haruka.
Lasciò la mano dell’uomo e si diresse verso di lei. Will le andò dietro contento di vederla così raggiante. La mattina avevano portato i suoi fratelli in stazione e si erano raccomandati di andare da loro col bimbo prima di tornare a New York. Una promessa che entrambi erano intenzionati a mantenere.
<< Haruka! >>.
La direttrice si voltò in direzione e guardò la coppia avvicinarsi. Ci mise poco a comprendere chi fosse l’uomo accanto a Yukino e si sforzò di sorridere.
<< Ciao Yukino >> disse aspettandoli.
<< Sono contenta di rivederti >> disse l’amica << Ti presento William, il mio compagno >>.
L’uomo tese una mano in segno di saluto.
<< E’ un piacere conoscerti, finalmente. Yukino mi ha raccontato cose fantastiche su di te >>.
<< Piacere mio >> rispose Haruka << Davvero? Beh, sono tutte vere >>.
Risero tutti e tre mentre Will si proponeva di offrire il pranzo.
 
Izumi non riusciva a credere ai suoi occhi. Quando Shizuru aveva annullato la riunione all’ultimo momento, aveva creduto che volesse prendere Saori per pranzare insieme. E invece aveva provato a chiamarla diverse volte senza riuscire mai a mettersi in contatto con lei. Così si era diretta prima a casa sua ma, non vedendo l’auto, aveva scelto come seconda meta la scuola della mocciosa. Aveva appena parcheggiato quando intravide, tra i genitori che attendevano i bambini, il profilo di Shizuru. Scese dalla macchina dirigendosi verso di lei mentre un lieve sorriso le increspava le labbra. Sperò di poter avere Shizuru tutta per lei fino alla fine del pomeriggio, magari la bambina sarebbe rimasta buona a giocare con quel sacco di pulci che chiamavano cane. Quello stesso sorriso le morì sulle labbra quando notò che la trentatreenne teneva per mano un bambino.
Non è possibile!, esclamò avvicinandosi sempre di più.
<< Buon pomeriggio, Shizuru-san >> disse tenendo a stento a bada le sue emozioni.
La donna si voltò verso di lei e le sorrise nel vederla.
<< Izumi, ho notato le innumerevoli chiamate. Spero che non sia accaduto nulla di grave in mia assenza >>.
La ragazza avrebbe voluto mettersi a urlare.
<< Coraggio Shin-chan, saluta Takako-san >>.
Il bambino guardò la nuova arrivata con quegli immensi occhi azzurri che avrebbero potuto togliere il fiato a chiunque.
<< Buon pomeriggio Takako-san >> disse << Shizuru-san, quando arriva Saori? >>.
<< Presto, non preoccuparti >> rispose la donna poggiandogli una mano sulla testa.
Se la rabbia di Izumi non avesse raggiunto livelli preoccupanti, si sarebbe accorta che il bambino era più pallido e meno rumoroso del solito.
<< Posso sapere come mai hai…lui? >>.
<< Natsuki ha avuto un impegno >> rispose Shizuru voltandosi verso la scuola nel sentire il suono della campanella.
Impegno? Quella donna aveva un impegno e mollava alla sua Shizuru-san anche l’altro moccioso? Non era possibile.
<< Cosa? >> esclamò << E l’hai accontentata? Come hai potuto farlo? >>.
La più grande la guardò con aria dura. Non le erano mai piaciute le scenate in mezzo alla folla, questa volta più che mai.
<< Izumi, per favore, non urlare >>.
<< Non urlare? >> ripeté sconvolta la segretaria.
Natsuki non poteva continuare a fare tutto quello che le pareva, c’era in ballo anche la sua felicità.
<< Mamma! >> urlò Saori vedendo la donna e correndo verso il trio.
Si fermò leggermente confusa nel vedere il bambino. Era lo stesso che quella sera giocava con Miyu-chan.
<< Ciao >> salutò rivolgendosi a Shinobu.
<< Ciao Saori-chan! >> disse il bambino contento di avere finalmente una compagna di giochi.
<< Perché sei con la mia mamma? >>.
<< Amore, Natsuki ha avuto un impegno importante e Shinobu starà con noi tutto il pomeriggio >> rispose Shizuru prendendole lo zainetto e spostandosi verso la macchina. Guardò Izumi << Ci raggiungi a casa? >>.
La segretaria annuì fumando ancora di rabbia e si allontanò.
Shizuru fece scattare la serratura della macchina per permettere ai bambini di prendere posto sui sedili posteriori.
<< Saori-chan, possiamo giocare quando arriviamo? >>.
<< Non lo so se mi va di giocare con te, Shin-chan >>.
Il bambino ci rimase visibilmente male per quella frase.
<< Saori, non si dicono queste cose >> la richiamò sua madre prendendo posto e mettendo in moto << Chiedi scusa >>.
<< No! >> esclamò la bambina quasi con le lacrime agli occhi << Non ci voglio giocare con lui! >>.
<< Ma perché? >>.
Shizuru non si era aspettata una reazione del genere da parte di Saori, credeva che le avrebbe fatto piacere stare in compagnia tutto il pomeriggio. Invece si era sbagliata. Adesso Shinobu piangeva e lei non sapeva come comportarsi. Natsuki si era raccomandata di non far stancare o sudare il bambino poiché era di salute cagionevole e lei stessa lo aveva notato.
<< Perché Natsuki è la sua mamma? Ha detto che voleva bene a me! A me e non a lui! >>.
<< Sei cattiva Saori-chan! >> piangeva Shinobu.
Per la prima volta nella mente di Shizuru apparve un aggettivo per descrivere la figlia che mai aveva pensato. Egoista. Saori non era mai stata quel tipo di bambina ma quando si trattava di Natsuki diventava improvvisamente gelosa. E questa cosa non era per niente positiva nel rapporto che avrebbe dovuto costruire con Shinobu. Parcheggiò fuori casa mentre l’abbaiare di Duran si faceva sempre più vicino. Il bambino continuava a piangere mentre Saori pareva non farci caso.
<< Saori, Natsuki è la mamma di Shin-chan. Esattamente come io sono la tua >>.
La figlia non le rispose scendendo dall’auto dopo che la donna le ebbe aperto lo sportello. Prese poi in braccio Shinobu per provare a calmarlo e aspettò che Izumi la raggiungesse con la sua macchina. L’odore del bambino la raggiunse inaspettatamente. Era familiare; sapeva di buono, di casa, di felicità. Era lo stesso odore di Natsuki. E ancora una volta Shizuru non potè fare a meno di domandarsi chi fosse il padre del piccolo.
<< Shin-chan, non piangere più. Adesso andiamo a casa a fare merenda >>.
Il bambino annuì iniziando a calmarsi.
Quando Izumi parcheggiò accanto alla sua auto, entrarono in casa.
Saori non parlò con nessuno preferendo mettersi in un angolo a colorare e Shizuru la lasciò in pace comprendendo che avesse bisogno di trarre da sola le sue considerazioni da bambina. Izumi si sedette sul divano facendo finta di leggere una rivista ma in realtà aspettava il momento giusto per esplodere. Shizuru stette accanto a Shinobu e si immaginò la sua vita se Natsuki non li avesse mai abbandonati. Probabilmente avrebbero pensato ad un altro bambino, le possibilità economiche non mancavano e magari quello scenario che guardava non sarebbe stato poi così diverso. Rimase sorpresa nello scoprire che il bambino parlava perfettamente il Kyoto-ben come se fosse sempre vissuto lì. Chiederglielo non sarebbe stato attendibile, dopotutto aveva solo quattro anni, eppure non poteva sbagliarsi sulla sua pronuncia. Natsuki era andata a vivere a Kyoto? E perché proprio in quella città che era la sua natale? Perché le mandava tutti quei segnali contrastanti?
<< Mamma io ho fame >>.
Shizuru si alzò in piedi per recarsi in cucina. Con la coda dell’occhio vide Izumi fare lo stesso. Aprì la dispensa pensando a cosa preparare ai bambini quando la ragazza sbattè entrambe le mani sulla penisola.
<< Izumi i bambini sono di là >> disse non volendo che si spaventassero nel sentirla urlare.
<< Io vorrei capire cosa sta succedendo! Perché quella si può permettere di entrare e uscire dalle nostre vite come le pare? >>.
Shizuru avrebbe voluto risponderle che lo faceva solo con la sua vita e che lei in quella situazione non c’entrava niente ma si trattenne puntualizzandole che la sua ex compagna aveva un nome. Lo aveva già fatto e odivava ripetersi.
<< Te l’ho già spiegato, Natsuki aveva un impegno e non sapeva a chi lasciare il bambino >>.
<< E non poteva prendersi una baby-sitter? >>.
Questa volta la più grande perse la pazienza.
<< Quel bambino è il fratello di Saori e per quanto io abbia dato addosso a Natsuki non le avrei mai permesso di lasciarlo in mani estranee! >>.
Izumi rimase in silenzio di fronte a quelle parole riflettendo su cosa significassero veramente. Era vero che Shinobu era il fratello di Saori ma Shizuru avrebbe dovuto provare odio per quel bambino nato da una relazione della sua ex compagna. Tuttavia non ci riusciva perché era Natsuki ad averlo fatto. Tutto si poteva riassumere in un’unica persona, Natsuki. Non importa cosa facesse o cosa sbagliasse, Shizuru non sarebbe mai riuscita a odiarla davvero. Almeno finché ci sarebbero stati quei due bambini a ricordargliela. Visto che non poteva competere onestamente con lei, doveva battere Natsuki in un altro modo, tutt’altro che lecito.
<< Forse è meglio ch’io vada via. Mi sembra d’aver compreso di essere di troppo >>.
<< Izumi tu non sei… >>.
Troppo tardi, Izumi era gia corsa fuori attraverso la porta secondaria. Shizuru scosse il capo. Era abbastanza sicura che sarebbe tornata presto e chiedendo scusa. Finì di preparare la merenda per i bambini e tornò in salone.
La scena che le si prospettò davanti era totalmente diversa da quella che aveva lasciato. Saori era seduta vicino a Shinobu e coloravano insieme. Il bambino sorrideva e anche Saori era molto più rilassata.
<< Vedi Shin-chan >> disse la bambina << Si colora sempre nello stesso verso. Così viene meglio >>.
Shizuru sorrise di fronte a quella scena. Aveva sbagliato a giudicare così presto sua figlia, era solo una bambina e come tale poteva ancora permettersi il lusso di qualche capriccio. Dopo qualche minuto passato a osservarli, li richiamò entrambi affinché facessero merenda. Era come se avessero trovato un equilibrio e a Shizuru non dispiacque affatto guardarli mangiare e sporcarsi mentre ridevano l’uno dell’altro. A Saori la compagnia di Shinobu stava facendo bene, a casa non aveva mai avuto un suo coetaneo con cui confrontarsi; invece, il bambino pareva perfettamente a suo agio. Di certo non aveva ereditato il carattere di Natsuki. Era allegro, vivace, curioso, per nulla intimorito verso ciò che non conosceva. Si alzò per sistemarsi a capotavola e sistemare del lavoro che aveva arretrato.
<< Shizuru-san? >>.
La donna scostò lo sguardo dal computer.
<< Quando torna la mia mamma? >>.
Shizuru guardò l’orologio e tornò a fissare Shinobu.
<< Presto, Shin-chan. C’è qualcosa che non va? >>.
Il bambino scosse il capo sorridendo prima di tornare al suo disegno.
 
Erano oltre le otto di sera quando Natsuki bussò alla porta di Shizuru. La donna le aprì mentre Duran le andava incontro felice di vederla.
<< Scusa, lo so che è tardissimo ma… >>.
Shizuru scosse il capo.
<< Tranquilla, immagino che Nao ti abbia tenuta occupata. Shin-chan ha già cenato, spero che non ti dispiaccia >>.
<< Cosa? No… ti ha dato fastidio? Certe volte è un po’ troppo curioso e allora… >>.
<< E’ stato buonissimo >>.
Entrarono in cucina dove i bambini stavano guardando la televisione seduti per terra. Appena videro Natsuki, entrambi le corsero incontro.
<< Mamma! >>.
<< Natsuki-san! >>.
<< Ehi, ciao piccoli. Siete stati bravi? >>.
<< Mamma, Shizuru-san cucina così bene! Ho mangiato tutto! Perché non cucini anche tu cose così buone? >>.
Shizuru scoppiò in una involontaria risata di fronte a quel complimento e posò una mano sulla testa del bambino.
<< Natsuki-san, guarda i disegni che abbiamo fatto! Guarda! Questi siamo io e Shin-chan. Poi c’è Duran e… >>.
<< Meravigliosi, siete stati bravissimi >> disse Natsuki che per poco non si commuoveva di fronte a quella scena.
Improvvisamente il suo stomaco brontolò.
<< Hai fame? >> le chiese Shizuru che era già vicino ai fornelli.
<< Sì, non ho mangiato niente. Vedrò di mangiare qualcosa per strada, prima di tornare in albergo. Shin-chan, le scarpe. Dobbiamo andare… >>.
<< Puoi cenare qui, se vuoi >>.
La frase fu così spontanea da cogliere entrambe impreparate. Si guardarono negli occhi arrossendo involontariamente.
<< Non credo che… >> iniziò Natsuki incerta.
<< Oh sì, mamma! Ti prego, restiamo ancora! >> esclamò Shinobu strattonandole la manica del giubbotto.
La mora guardò la sua ex compagnia che annuì sorridendo e alla fine cedette.
<< Grazie per l’invito Shizuru >> disse.
L’altra donna accese il fuoco voltandosi. Non sapeva se quella fosse stata la cosa giusta ma avere Natsuki per casa la riempiva di gioia, una gioia che non provava da quando era andata via. Quella scena che stavano vivendo in quel momento, l’aveva immaginata così tante volte che quasi stentava a credere che fosse vero e non solo la sua fantasia.
<< Allora >> disse per interrompere il flusso dei suoi pensieri << Raccontami di Nao. Com’è andata? >>.
<< Una cosa che Nao non ha perso è il suo bel caratterino >> fece Natsuki sgranocchiando una carota che Shizuru aveva appena pulito << Io non so come faccia a gestire un night! Cioè, è pieno di ballerine succinte che…e poi è incinta, ma perché non dedicarsi a una attività più tranquilla? >>.
<< Ballerine succinte, eh Natsuki? Hai forse voglia di un balletto provocatorio? >>.
<< Io… Shizuru, ma cosa dici! >> esclamò la più piccola diventando rossa di fronte alle frasi apparentemente innocenti dell’altra << E’ sicuramente un’attività remunerativa, i clienti non mancano mai e poi è enorme… >>.
<< Come lo hai trovato? >> chiese Shiruzu interrompendola.
Natsuki per qualche secondo non seppe cosa rispondere poi scelse di dire semplicemente la verità.
<< Cercavo un bar notturno e fu il primo che trovai la sera che… >>.
<< Ho capito >> fece l’altra credendo che fosse meglio non rivangare ciò che era accaduto quella notte. Ci pensò un attimo << Credo che Nao stia facendo esattamente ciò per cui è brava >>.
<< Sfruttare le persone? >>.
<< I loro desideri >>.
 
Shinobu dormiva sul divano mentre Saori cercava di rimanere sveglia per finire di guardare il film che Shizuru aveva selezionato per entrambi. Natsuki guardò la scena e si voltò verso la sua ex compagna.
<< Tutto questo sembra così perfetto >> mormorò appena.
Shizuru rivolse un sorriso triste ai due bambini. Avevano finito da poco di cenare ed entrambi erano stati tranquilli e buoni da permettere alle due adulte di intavolare una conversazione. Non avevano osato toccare tasti ancora troppo dolorosi ma era stato piacevole per qualche ora isolarsi dal resto del mondo. C’erano solo loro due e le loro vite, così lontane per tanti anni eppure così vicine in quel momento. Natsuki si era alzata per provare a sparecchiare ma Shizuru l’aveva bloccata con la mano. Era tornata a sedersi e si erano guardate negli occhi. Il tempo pareva non essere trascorso per lei che era rimasta così bella.
<< Quasi mi spiace svegliarlo >>.
Shizuru si alzò e si avvicinò a Saori per sistemarla. Ormai era crollata e per non dare fastidio a Shinobu si era messa in un angolo del divano. Nell’avvicinarsi al bambino, gli accarezzò una ciocca di capelli. Shinobu si mosse appena e la cosa la fece sorridere. Anche Saori si muoveva non appena la si sfiorava. Coprì la figlia con un plaid e notò che Natsuki era dietro di lei. Era china ad accarezzare Duran che dormiva placidamente sul tappeto. Si guardarono di nuovo e la mora le sorrise così sinceramente da farle sentire lo stomaco sobbalzare.
<< Non credi che sentirà freddo sulla moto? >> chiese premurosamente Shizuru.
Natsuki scosse leggermente il capo quasi avesse paura di parlare per rompere la magia di quel momento. Si alzò avvicinandosi al figlio e gli sfiorò la guancia. Shizuru era a pochi centimetri da lei.
<< Shin-chan >> disse sottovoce << Dobbiamo andare >>.
Gli diede un bacio sulla guancia e gli accarezzò la piccola mano chiusa a pugno.
<< Andiamo, piccolo >> continuò con lo stesso tono.
Shinobu aprì gli occhi per un attimo prima di richiuderli. Natsuki stava per chiamarlo di nuovo quando il contatto della mano di Shizuru la fece bloccare mentre veniva investita dai brividi. Si guardarono ancora una volta negli occhi prima che la più grande la abbracciasse inaspettatamente. Fu come tornare a essere ragazze, a quando erano Hime e Natsuki ancora non aveva compreso quale vero sentimento si agitasse nell’animo di Shizuru. Si irrigidì a quel contatto comprendendo quanto reale fosse il bisogno di entrambe di sentirsi a vicenda. La più grande la abbracciava spesso quando erano ragazze, quando ancora non riusciva a contraccambiare il suo amore e quel gesto aveva sempre infuso a entrambe sicurezza e tranquillità. Senza dire niente, Shizuru si staccò da lei e le sorrise appena con un vago rossore sulle guance. Subito dopo si chinò sul bambino svegliandolo. Lo prese in braccio stringendolo e in lui sentì lo stesso odore di Natsuki.
<< Ookini Shizuru-san >> disse il bambino con voce assonnata cercando la madre.
Natsuki gli infilò il giubbotto tirando la zip fino sopra e gli mise il cappuccio della felpa sulla testa. Shizuru, invece, era rimasta immobile mentre le parole di Shinobu le rimbombavano nelle orecchie. Quel bambino sapeva parlare il Kyoto-ben, qualcuno glielo aveva insegnato. E la cosa più normale era che fosse stata sua madre a farlo.
Perché avresti fatto una cosa del genere, Natsuki?
<< Noi andiamo >> disse l’altra interropendo i suoi pensieri col piccolo in braccio << Grazie, Shizuru. Davvero. Sei… >>.
E Shizuru non sentì altro. Con una mano le prese il bavero del giubbotto e la baciò. La baciò come se quegli anni non fossero mai trascorsi, come se fosse la cosa più normale farlo ma anche la più sbagliata. Perché Natsuki era l’enigma più grande della sua vita, il suo unico amore, l’unica persona che aveva giurato di proteggere sempre, anche senza essere amata da lei. Ma Natsuki invece si era innamorata e avevano costruito qualcosa insieme, un qualcosa che aveva visto andare in mille pezzi. Per un solo istante si pentì di quello che aveva fatto, l’attimo dopo tutti i suoi pensieri furono spazzati via dalle sensazioni che provava. Aveva lo stesso sapore che ricordava; sapeva di casa, di luogo sicuro e lei tremò per il forte amore che invano aveva tentato di reprimere. Natsuki all’iniziò rimase sbalordita dal suo gesto, poi contraccambiò incapace di resistere. Shizuru era davanti a lei e forse non avrebbe più avuto l’occasione di poterla baciare. Perché lei l’amava come non avrebbe mai potuto amare nessun altro. Sarebbe stata sempre l’unica della sua vita. E con una fitta che le fece male, pensò che Shinobu sarebbe vissuto meglio con lei.
 
  
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