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Autore: Ghillyam    04/05/2017    6 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amico o nemico

 

Erin non riusciva a smettere di muoversi sotto le coperte, continuava a girarsi e rigirarsi senza sosta e l'espressione sul suo volto non era affatto serena. Non era la prima volta che le capitava di avere un sonno agitato, ma mai prima di allora si era trovata a sudare freddo nel bel mezzo della notte per colpa di un sogno.
Era da più di un'ora che tentava di riaddormentarsi, ma, a quanto pareva, era fuori discussione: il suo cervello non ne voleva sapere di andare in stand-by per permetterle di tornare a dormire, continuava, invece, a riportarla alle immagini che avevano simpaticamente deciso di venire a farle visita proprio la notte prima del suo appuntamento con Aaron, lo specialista che aveva conosciuto al ballo di Alfea.
In qualche modo il ragazzo aveva rintracciato il suo numero ed era riuscito a convincerla ad uscire con lui; in quel momento Erin non era sicura di volere o di avere il tempo per una relazione, ma quella era solo un'uscita e non era scritto da nessuna parte che dovesse trasformarsi per forza in qualcosa di serio, inoltre se non le fosse piaciuto passare del tempo con il principe avrebbe sempre potuto dirgli che non le interessava e finirla lì.
La terrestre cambiò posizione per l'ennesima volta e si premette il cuscino sul viso, forse in quel modo sarebbe riuscita a non pensare.
Quell'incubo le aveva lasciato addosso una brutta sensazione e non riusciva a togliersi dalla testa quello che aveva visto: era stato così reale che per un momento Erin aveva dubitato di trovarsi in un sogno, non ne aveva mai avuti di così vividi. Le scene di distruzione a cui aveva assistito erano riuscite a sconvolgerla ed era questa la parte peggiore: era stato tutto molto veloce, ma aveva sentito chiaramente il dolore e la paura provati dalle persone che aveva visto correre ed urlare disperate per sfuggire al crollo di quelle che aveva intuito essere le loro case.
Aveva sentito dei bambini piangere e le grida di un uomo rimasto intrappolato sotto un cumulo di macerie, era stato orribile.
Erin si alzò di scatto, gettando le coperte di lato. Aveva i capelli arruffati e la maglia larga che usava per pigiama le aveva lasciata scoperta la pancia; senza pensarci più di tanto, la sistemò e indossò la felpa e i pantaloncini della tuta che aveva appoggiato sulla sedia accanto al letto, poi, cercando di non svegliare Arya e Fanny, uscì dalla stanza.
Il contatto con il marmo freddo le provocò dei brividi lungo la schiena, ma non si preoccupò di munirsi di un paio di pantofole. Le piaceva camminare a piedi nudi e a differenza di quanto si potesse pensare i pavimenti di Torrenuvola erano mantenuti costantemente lindi e lustri tramite un incantesimo perciò non c'era motivo di preoccuparsi del possibile sporco.
Senza rifletterci prese la direzione che portava alla caffetteria, che a quell'ora sarebbe stata sicuramente deserta, e mentre vi si dirigeva strofinò il suo anello. Puntuale come un orologio, Sir Morgan fece la sua comparsa, immancabilmente elegante anche nel suo completo da notte: pantaloni e vestaglia di seta e un bizzarro berretto con ricamate delle piccole lune.
Erin trattenne un sorriso di fronte a quella scena e cercò di mostrarsi dispiaciuta per averlo disturbato nel bel mezzo del suo sonno di bellezza.
«Non pensare di ingannarmi con quell'espressione contrita, so che pensieri stanno attraversando la tua testolina.» disse subito il Guardiano, fingendosi offeso.
La ragazza rise «Beh, devi ammettere che sei piuttosto... ridicolo, ecco.»
«Come se tu con quel cappuccio sulla testa e senza scarpe non lo fossi più di me.»
«Possiamo essere ridicoli insieme, no problem
Lo spettro sospirò poi chiese «E per quale motivo, di grazia, mi hai chiamato?»
«Ho avuto un incubo e sono piuttosto sicura che non si tratti solo di questo, è stato così reale. E non provare a dirmi che mi sto sbagliando – esclamò, notando che lui stava per replicare – Tutti i personaggi principali di ogni storia fanno sogni che hanno a che fare con fatti accaduti realmente: Harry, Percy, Tris e...»
«E chi dice che tu sia una protoganista, oltre al fatto che tu esisti e loro no?» la interruppe Sir Morgan.
Erin si portò una mano al cuore e si piegò in due, fingendo di non riuscire più a respirare poi esclamò, dando una pacca sul braccio del Guardiano «Quando mi verrà un infarto sarai contento? Ti pare di poter dire una cosa del genere? Io mi trovo nella Dimensione Magica e faccio incantesimi, ma Hogwarts è un'invenzione... Io non me la bevo, proprio no. E comunque, anche senza essere una protagonista, cosa a cui, tra parentesi, non ho mai pensato, so per certo che quello non era solo un incubo.»
Sir Morgan non disse niente e precedette Erin nella caffetteria, prendendo posto ad uno dei tavoli e invitandola a fare lo stesso. La rossa non contestò e gli si sedette di fronte, incrociando le gambe sulla sedia per stare più comoda; concentrandosi per pochi istanti, fece comparire una tazza di cioccolata calda davanti a lei e, dopo averci soffiato sopra, ne bevve un sorso.
«Hai visto? Sto migliorando, mi ci vuole sempre meno per...»
«Hai ragione sul sogno.» la interruppe lui.«Lo sapevo! Dimmi tutto.»
Lo spettro prese un profondo sospiro e spiegò «Non so cosa tu abbia visto di preciso, ma da quello che mi hai detto posso affermare che quelli erano dei ricordi, mi aspettavo che cominciassero a riaffiorare.
Si trattava certamente di Lunaris, non può essere altrimenti. Come sai, è quello il tuo vero pianeta di origine ed è stato attaccato nello stesso periodo in cui sei nata tu e, anche se avevi solo due anni, il tuo subconscio ha metabolizzato ciò che è successo e a causa di tutte le tue ricerche stai iniziando a ricordare.»
«Certo, avrei dovuto immaginarlo. Ci sarei arrivata da sola, ma questa storia mi sa sempre più di Bloom. Non mi sto lamentando, sia chiaro. Io amo essere qui, con la A maiuscola, ma mi sento una 2.0, non so se mi spiego.»
«Capisco, e non so quanto questo possa farti piacere, ma a guardarla da vicino la vostra è davvero una storia simile.
Pensaci, entrambe siete custodi di un potere molto grande e in ogni Universo conosciuto avere una responsabilità tale è fonte di problemi. Anche se tu non ne hai ancora avuti non significa che sarà così per sempre e il fatto che il tuo destino sia stato segnato da una profezia è un chiaro avvertimento su ciò che ti aspetta.»
«Fermati un attimo – disse Erin, aveva bisogno di ricapitolare e di vederci chiaro definitivamente. Era partito tutto come una fantasia diventata realtà, ma da quando era lì non aveva mai pienamente realizzato che potesse esserci un percorso disegnato apposta per lei e, per quanto elettrizzante come idea, un po' di paura l'aveva – Per riassumere: sono stata spedita con tanto di bollo da Lunaris alla Terra, ho vissuto per quasi diciassette anni senza saperne niente con la convinzione che questo fosse un semplice cartone animato e, per una qualche strana ragione, un giorno è comparsa una profezia che ha fatto sì che le Trix mi trovassero e mi portassero qui in modo che il mio destino potesse compiersi con tanto di casini incorporati, dico bene?»
«In sintesi è cosi.» confermò Morgan.
«Quello che non torna è che A- la Terra è stata nominata e vista più volte, tuttavia non è stata diffusa l'ombra di una notizia che parlasse di fate che svolazzavano in giro, B- il parallelismo tra Lunaris e Domino non mi è chiaro, se proprio dovrebbe essere Solaria ad essere presa in considerazione, e C- chi si è preso la briga di raccontare la storia che io conosco?»
«La prima è piuttosto facile: gli Stregoni del Cerchio Nero, quando hanno seguito le Winx sulla Terra alla ricerca di Roxy, per portare a termine la loro missione senza avere problemi aggiuntivi hanno lanciato un incantesimo che schermasse Gardenia e hanno fatto sì che venisse isolata dal resto del mondo. E' per questo che non sono trapelate notizie sul ritorno delle Fate, ma nel momento in cui sono stati sconfitti la barriera è crollata ed è stato allora che i tuoi poteri si sono mostrati, stimolati dall'afflusso di energia positiva e negativa che si è liberato.»
«Okay, ha senso.» concesse Erin.
«Per quanto riguarda il resto... le tre Streghe Antenate non sono state le uniche ad andare alla ricerca di un potere supremo che permettesse loro di conquistare la Dimensione Magica: altri prima, dopo e anche nello stesso momento ci hanno provato, ma la Fiamma del Drago non era l'unico obbiettivo.
I poteri che la Gemma Azzurra possiede non li immagini neanche, se imparassi ad usarla non hai idea dei danni che potresti causare. E' per questo che non ti ho detto niente, non voglio che tu ti spinga oltre, non ancora almeno. Inoltre nessuno sa niente di certo per quanto riguarda lo scettro della famiglia reale di Solaria, potrebbe addirittura essere un anello normalissimo...»
Sir Morgan interruppe il suo racconto, lo sguardo perso nel vuoto. Non poteva proseguire, i ricordi erano ancora troppo vividi per poter affrontare la verità su quanto era successo, e di certo Erin non era ancora pronta per sentirla.
Prima o poi gliel'avrebbe rivelata, ma farlo in quel momento sarebbe stato un salto nel vuoto e non poteva permetterlo. No, molto meglio farla continuare con le sue ricerche e prepararla a quello che avrebbe dovuto affrontare.
«Ehi, Sir, ci sei?» lo richiamò Erin, a cui non era passato inosservato il cambio d'umore del Guardiano.
«Certamente, stavo pensando alla tua ultima domanda e la verità è che non ne sono sicuro. Immagino che dovremo continuare a cercare.»
«E per il resto? Ho capito, questo anello è una bomba ad orologeria, ma chi è che lo voleva... o vuole? Un pianeta è stato distrutto per questo e nessuno ne ha più parlato, perchè? E soprattutto chi è stato? Tu parli, ma non mi dai mai delle vere risposte. Io voglio sapere!»
Tra i due calò il silenzio. Un silenzio carico di tensione che venne rotto da un secco colpo di tosse.
Erin sobbalzò, rovesciando la tazza di cioccolata ormai fredda.
In piedi, davanti all'entrata della caffetteria, si trovava la preside Griffin, sempre impeccabile e dal cipiglio severo.
La terrestre si alzò e affrontò lo sguardo di rimprovero della strega, che le intimò di scendere le scale che le separavano. Irene si strinse nella sua felpa, mentre si avvicinava alla direttrice.
«Buonasera, signora.» la salutò Erin, sperando con tutta se stessa che non avesse assistito alla sua conversazione, mentre Sir Morgan rientrava nell'anello. Ci mancava solo che la credesse pazza.
«Tu sei Erin, dico bene?» domandò la Griffin, sebbene avesse l'aria di conoscere già la risposta.
«Sì, signora.»
«Mi ricordo di te. Hai combattuto bene contro quel Leòtribus.»
Erin ci mise un attimo a capire «Oh, il Pantigrone! Grazie.»
La preside inarcò un sopracciglio nel sentire il soprannome che Fanny aveva attribuito a quell'orribile mostro a tre teste, ma non fece commenti. Invece disse «Da regolamento tu dovresti essere in camera tua, signorina, e non qui.»
«Non riuscivo a dormire, signora.» si giustificò la ragazza, rigirandosi l'anello tra le dita.
«E passeggiare per il castello è un buon sonnifero? Per questa volta lascerò correre, ma che non capiti più.»
«Ci proverò. Buonanotte, preside Griffin.»
La direttrice lasciò passare la sua studentessa e la osservò allontanarsi, notando lo sfarfallio azzurro che per un momento illuminò il corridoio.
«Forse è il caso di contattare Faragonda.» disse tra sé la strega prima di tornare, con uno schiocco di dita, nel suo ufficio.

 

*

 

Stazione centrale di Magix.
Quando udì la voce metallica, Erin si alzò dal suo posto accanto al finestrino e scese dall'autobus, facendosi largo tra il resto dei passeggeri in cerca dell'insegna che indicasse il cinema pricipale della città. Aaron le aveva dato appuntamento lì e la terrestre non vedeva l'ora di sapere che genere di film venissero girati nella Dimensione Magica.
Aveva sentito le sue compagne di stanza spettegolare su qualche attore famoso che spopolava tra le adolescenti dei vari pianeti e lei era stata al gioco, grazie ad un piccolo aiuto magico, unendosi ai loro discorsi, ma era molto curiosa di vedere da vicino di chi si trattasse. Sulla Terra al cinema ci andava spesso, di solito accompagnata da Anna, e di film ne aveva visti parecchi, ma quella sarebbe stata sicuramente un'esperienza interessante. Si parlava pur sempre di qualcosa di magico.
Una scritta al neon a caratteri cubitali dall'altra parte della strada attirò la sua attenzione: Il ritorno di Airmed, recitava.
«In quanto a titoli siamo sullo stesso livello.» commentò Erin a mezza voce, mentre il semaforo diventava verde.
La strega si avvicinò all'entrata, cercando con lo sguardo lo specialista. A seconda del messaggio che le aveva mandato poco prima doveva già trovarsi lì.
Dove sei? digitò sulla tastiera dopo qualche minuto.
Aveva tenuto lo stesso cellulare che usava sulla Terra, ma aveva dovuto apportare alcune modifiche affinchè non sembrasse troppo diverso da quelli utilizzati su Magix. La loro tecnologia era decisamente più avanzata.
Girati.
Erin si voltò e vide Aaron salutarla da dietro il bancone della biglietteria; gli rivolse un cenno con la mano e lo raggiunse.
«Quando mi hai invitata al cinema pensavo fosse per vedere il film non per vendere i biglietti.» scherzò la rossa, appoggiandosi alla cassa.
«Ciao anche te. Come stai? Bene, grazie, tu che mi dici? Non c'è male, ma ho un appuntamento con una streghetta che ha dimenticato le buone maniere, tu...»
«Okay, okay, ho afferrato il concetto. Tutto bene?»
Il ragazzo rise di fronte all'espressione di Erin «Sto alla grande, grazie.»
«Allora me lo dici che ci fai lì dietro?»
«Sto facendo un favore a mia sorella, mi ha chiesto di stare al suo posto un attimo finchè lei andava in bagno. Deve sistemarsi il trucco, non potevo certo dire di no.»
«Sarebbe stato sicuramente traumatico per lei – rise la terrestre – Ma non mi avevi detto di avere una sorella, pensavo foste solo due.»
«E invece c'è anche quella combinaguai.» rispose Aaron, indicando un punto dietro di lei.
Erin si girò e riconobbe immediatamente la cosiddetta combinaguai che stava venendo verso di loro, i capelli rosa inconfondibili anche sotto il cappello della divisa.
Carina sorrise quando li vide insieme e con una veloce corsetta riprese il suo ruolo di bigliettaia, assolvendo Aaron da quell'arduo compito.
«Quindi devo dedurre che sia stata tu a dargli il mio numero. Questa si chiama violazione della privacy, sappilo.» disse Erin con una finta aria minacciosa.
«Smettila, lo so di averti fatto un favore.» esclamò la strega dell'elettricità, strizzandole l'occhio.
«A me di sicuro.» confermò lo specialista.
«Certo che sì, fratellone, non ti faccio pagare i biglietti.»
«Cosa siete? Una famiglia di reali in bancarotta per caso?»
«Oh no, ci hai scoperti – sospirò Aaron scherzosamente – Nah, semplicemente questa signorina mi deve numerosi favori e in questo modo posso spendere di più in popcorn e bibite. I nostri regali genitori sono un po' tirchi sulla paghetta.»
«Se no perché lavorerei qui?» gli fece eco Carina.
«Mai conosciuto dei principi che dipendessero dalla paghetta.»
«Ci farai l'abitudine, ma ora sarà meglio che andiate. Il film sta per cominciare – li avvisò la strega – Poi fammi sapere come è andata.!»
Comprati popcorn e due lattine di una bevanda chiamata Fruits'Bomb, Erin e il suo accompagnatore presero posto in sala. Carina gli aveva procurato due posti centrali da cui la visuale sullo schermo era perfetta.
«Di cosa parla il film?» chiese la strega prima che si spegnessero le luci.
«Ma come... non hai visto il primo? Sono impazziti tutti quando è uscito.»
«Ovvio che l'ho visto, volevo metterti alla prova.»
Erin si stupì della disinvoltura con cui pronunciò quella piccola bugia e in un battito di ciglia desiderò che quello che aveva affermato fosse vero. Subito le parve di aver sempre conosciuto storia e personaggi: due cugine in lotta per il potere di un regno e un giovane licantropo destinato a porre fine al conflitto. Niente che non avesse già visto anche sulla Terra.
Chissà se guardandolo qualcuno abbia desiderato di poterne fare parte.
Era un'ipotesi che le sembrava improbabile viste le cose fantastiche che già esistevano in quel posto, ma forse quella era una normalità noiosa per chi ci aveva sempre vissuto.
L'improvvisa musica della colonna sonora la riscosse dai suoi pensieri e solo in quel momento Erin si accorse di star stringendo la mano di Aaron.

*

Le luci si riaccesero mentre i titoli di coda scorrevano sullo schermo e i primi spettatori iniziavano a lasciare la sala. Erin trattenne uno sbadiglio: ad un certo punto aveva quasi rischiato di addormentarsi a causa della notte insonne e per poco Aaron non l'aveva notato. Per fortuna un colpo di scena improvviso aveva riattirato l'attenzione di tutti e due.
«Ti dispiace se restiamo dentro finchè non spengono? Mi piace ascoltare le canzoni che mettono alla fine.»
«Di solito lo faccio anche io, ma...»
La ragazza non riuscì a trattanere una risata «Tranquillo, ho capito, vai pure. Ti raggiungo fuori.»
«E' assolutamente imbarazzante, ma grazie.»
Lo specialista uscì quasi di corsa, seguito dalla risata della strega.
Erin aspettò che lo schermo diventasse nero poi prese la sua borsa e lasciò che le maschere, con un paio di veloci incantesimi, pulissero la sala.
L'atrio del cinema era pieno di persone intente a commentare allegramente il film appena visto, ma riuscì comunque ad individuare la chioma scura di Aaron vicino alle porte dei bagni. Spinta da un coraggio che di solito non le apparteneva – perlomeno per quanto riguardava quelle situazioni – fece intrecciare le loro dita e... per poco non le venne un colpo.
«Oh mio dio, scusa, ti ho scambiato per un altro!» esclamò, coprendosi il viso con le mani per la vergogna, mentre gli occhi azzurri di un ragazzo, che non era Aaron, la squadravano da capo a piedi.
«Scusami tanto – ripetè Erin, sforzandosi di guardarlo in faccia – E' che ti ho preso per un altro, vi assomigliate parecchio e, oh dio, scusa.»
«Non devi scusarti, direi che mi è andata bene: di solito è più difficile rimorchiare una bella ragazza.» disse quello, sorridendole.
La strega notò che aveva un piercing sul labbro inferiore, mentre pensava ad una risposta da dare.
«Sono Erin, comunque.» disse alla fine, pensando che presentarsi fosse un valido espediente per cambiare argomento.
«Piacere, Adrian. E penso che tu mi abbia scambiato per mio fratello, mi ha parlato di una certa Erin con cui doveva uscire.»
«Caspita, siete dappertutto oggi.! Ti prego non dirlo ad Aaron, è stato troppo strano.»
«Sono qui per vedere mia sorella e, tranquilla, so mantenere un segreto.» la rassicurò lui, facendole l'occhiolino.
Erin avvampò e, causa la vergogna, pensò Vorrei che la situazione si facesse meno imbarazzante.
In quel momento il telefono della terrestre squillò.
«Ehi, dove sei scappato?»
«Mi dispiace, ma mi hanno appena chiamato da Fonterossa per un'esercitazione speciale con i draghi, non posso proprio mancare.»
«Non c'è problema, va' tranquillo. Non vorrei che Codatorta venisse qui di persona.»
«Grazie, ti chiamo io. Okay?»
«Perfetto, ci sentiamo.»
Quando riattaccò notò che Adrian la stava fissando.
Non doveva essere meno imbarazzante? pensò, ma non riuscì a distogliere gli occhi da quelli del principe. Doveva avere qualche anno in più del fratello ed era più alto di alcuni centimetri, i capelli però erano dello stesso nero ebano e aveva il fisico tipico dello specialista. Aveva un non so che di selvaggio che ad Erin piacque e dal modo in cui stava appoggiato alla parete sembrava che non avesse paura di niente.
«Io devo andare, adesso – disse la terrestre, passandosi una mano tra i capelli – E' stato un piacere.»
«Anche per me. Spero di rivederti.»
Erin sorrise, poi si dileguò il più in fretta possibile, fermandosi solo pochi secondi per salutare Carina.
Non aveva ancora messo piede fuori dal cinema che il suo cellulare vibrò di nuovo.
Ci servi qui, vieni ora. Darcy.

 

*


Le Trix erano sedute nel loro salotto, circondate da volumi polverosi e pergamene volanti. Quella che tra le tre finiva di esaminarne una subito la passava all'altra in modo da non tralasciare neanche una parola. Volevano essere il più meticolose possibile.
Erin si era unita a loro ormai da un paio d'ore, ma ancora non riusciva a capire come poter evocare il Guardiano dell'anello di Solaria... se davvero ce n'era uno.
A rigor di logica, come il suo, anche lo scettro di Stella avrebbe dovuto avere uno spettro che lo sorvegliasse, erano pur sempre due manufatti speculari per capacità e avrebbero dovuto possedere le stesse caratteristiche.
Era stata tentata di evocare Sir Morgan e chiedere consiglio a lui, ma era ancora arrabbiata per la loro conversazione di quella notte e non era sicura che sarebbe riuscita a trattanersi dall'urlargli contro di nuovo. Ormai si trovava nella Dimensione Magica da alcuni mesi e a cosa era servita? Con la profezia non c'erano stati risvolti e sia lei che le Trix brancolavano ancora nel buio, riguardo a Lunaris i dubbi erano anche maggiori e la persona che si presupponeva dover essere lì per aiutarla non voleva parlarle di niente. Per di più non aveva nemmeno ben capito quali fossero le intenzioni di Icy, Darcy e Stormy: vendicarsi delle Winx, su questo erano state chiare, ma quello che Erin continuava a chiedersi era cosa volessero fare dopo. Di sicuro non sarebbero potute tornare ad una vita normale e, a meno che non volessero conquistare l'intero pianeta di Magix, ma da quanto le avevano detto non era così, ciò che le aspettava era una vita da latitanti e niente di più. Senza contare il fatto che tra la maggiore e la più piccola c'era ancora aria di guerra e nessuna delle due sembrava voler fare un passo in direzione dell'altra; anche Darcy iniziava a stancarsi di quel loro atteggiamento.
«Sentite – sbottò ad un certo punto la terrestre, stanca di tenere per sé i suoi dubbi – Io non ne posso più di andare avanti così e sono del parere che dovremmo fermarci tutte un attimo e ricominciare da capo.»
«Ragazzina, abbiamo letto e riletto tutto centinaia di volte, è impossibile che ci sia sfuggito qualcosa.» replicò secca Stormy senza sollevare gli occhi dal libro che aveva tra le mani.
«E' questo il punto ed è colpa mia. Mi sono adeguata al vostro metodo e al vostro modo di agire, ma quello che non ho tenuto in conto fino ad ora è che io ho sempre visto come vi muovete e devo ammetterlo, a malincuore ma devo farlo, che non ha mai funzionato granchè come cosa.»
«Ehi! Non siamo sempre andate così male.» si difese subito la strega delle Illusioni, leggermente offesa da quel commento.
«No, è vero, non sempre, ma resta il fatto che in un modo o nell'altro avete perso e mi ero ripromessa che se avessi avuto la possibilità di aiutarvi non sarei incappata negli stessi errori. Non sapete quante volte ho pensato che se avessi potuto parlarvi sarebbe finito tutto alla seconda puntata della prima stagione, in effetti... Sì, scusate, sto divagando – si interruppe nel vedere le occhiate sbieche delle tre sorelle – Dunque, da quello che so posso affermare che qui i fatti si sono sempre svolti in una maniera semplice: i buoni che trovano un aiuto in ogni dove e i cattivi che perdono per uno stupido errore.
Il problema è che per noi non si è verificata né una cosa né l'altra o, meglio, ci troviamo piuttosto in una zona intermedia.»
«E questo cosa significa? Che siamo diventate improvvisamente le sante della situazione?» chiese Icy, che non si sentiva ancora pienamente a suo agio sapendo che ogni sua mossa era stata analizzata da vicino.
«Non credo, ma sono convinta che questa missione non sia così mal vista altrimenti i guai sarebbero già arrivati.»
«Quindi cosa suggerisci di fare?»
«Di ripartire dall'inizio. Appena arrivata ho dato un'interpretazione della profezia, così come avete fatto voi, ma non avevamo in mano tutti gli elementi, mentre ora ne sappiamo molto di più e sono certa che questo cambi qualcosa.»
«Sono d'accordo, non ci farà male tornare sui nostri passi.» concordò Darcy, facendo comparire con uno schiocco di dita la pergamena della profezia originale.

Il potere che state cercando
è sulla Terra,
dovete trovarlo.
Una ragazza
il potere vi darà
e insieme a voi
combatterà.

Fuoco e ghiaccio
si scontreranno:
la pace o la guerra
riporteranno.
Chi è

amico
o
nemico
ancora non si sa;

bisogna scoprirlo
per aver la libertà.

Erin la lesse ad alta voce, soffermandosi più volte sui vari versi e appuntando su un foglio delle considerazioni di tanto in tanto.
Quando fu sul punto di ricominciare fu Stormy a fermarla «Va bene gettare al vento mesi di ricerche, ma io qui sto invecchiando.»
«Chiudi la bocca e lasciala fare.» la zittì Icy.
«Devi smetterla di trattarmi così. Quando tu e Darcy ve la siete fatta con Valtor e Riven sono stata zitta quindi, visto che non è morto nessuno e, anzi, ne abbiamo ricavato qualcosa, dovresti solo ringraziarmi.»
«Noi non siamo andate a letto col nemico e...»
«Nemico! - esclamò la terrestre, vittoriosa – Ecco cosa potrebbe significare.»
«Come scusa?»
Erin non badò alla domanda della strega delle Tempeste e, dimentica della loro discussione, chiamò Sir Morgan. Le Trix la guardarono stranite mentre dialogava concitatamente con il vuoto davanti a lei.
«Bene, e allora voglio che ti vedano anche loro.»
A quelle parole davanti alle tre streghe comparve il Guardiano, che non sembrava particolarmente contento.
Ci pensò la rossa a fare le presentazioni, mentre i quattro si scrutavano diffidenti.
«Allora era vera la leggenda sul presunto custode della Gemma – commentò Darcy, affascinata – Di cosa sei fatto esattamente?»
«Sono una persona vera se è questo che intende, signorina.» replicò Morgan con tono tagliente.
«E tu vivi lì dentro? Un po' stretto.» rise la minore.
«Mi ci trovo benissimo, grazie, e a tal proposito ci ritornerò volentieri.»
«Desidero che tu non lo faccia – lo bloccò Erin con rapidità – Almeno finchè non te lo dirò io.»
Lo spettro la guardò torvo, non si aspettava che la sua protetta lo convocasse, non così presto. Sapeva che Erin era testarda e che non avrebbe desistito dal chiedergli di nuovo cosa fosse accaduto al suo pianeta, ma era anche consapevole che le ci volesse un po' per smaltire la rabbia.
Mentre la ragazza illustrava alle Trix il suo compito e ciò che lui le aveva raccontato – almeno quella minima parte – lo sguardo di Morgan cadde sull'anello di Solaria, lasciato sul tavolo.
Uno strano brivido lo percorse e i suoi occhi si riempirono di lacrime, ma dovette scacciarle quando sentì Erin chiamare il suo nome.
«Hai seguito quello che ho detto, mentre eri nella Gemma? - chiese la rossa. Lo spettro annuì – Bene perché mi è venuta in mente una cosa: il testo parla di unamico o nemico e dice che serve scoprire quale sia dei due per liberare qualcuno e qui arriva il bello... Tu sei intrappolato nell'anello, giusto?»
«Sì, ma...»
«E noi non siamo ancora state ostacolate dalle Winx anche se di solito intervengono quasi subito per sventare i vostri piani, dico bene?» chiese Erin, rivolta alle Trix.
Tutte e tre confermarono.
«E se volesse dire che per liberarti dalla Gemma quello che serve sia una collaborazione tra, ehm, buoni e cattivi?»
«Oh no, non se ne parla nemmeno. Questo è assolutamente...»
«Geniale.»
La strega guardò con stupore Sir Morgan, non si aspettava un commento simile da parte sua, ma ne fu contenta. Lo conosceva da poco tempo, ma si era affezionata a quello spettro scorbutico e altezzoso, e la sua opinione per lei contava molto.
«In effetti – cominciò Icy, che non aveva ancora smesso di guardare con fare dubbioso lo spirito – Ha senso come ragionamento, anche se non capisco a cosa potrebbe servire.»
«Ma poi cosa dovremmo fare? Collaborare con le Winx per liberarlo e dopo distruggerle? Sicuramente non potremo fare il contrario.» obbiettò Darcy, che in tutto quello non trovava alcuna logica.
«Vedete, c'è una piccola clausola che nessuno conosce riguardo la mia prigionia.» disse Morgan, che iniziava finalmente a vedere una svolta in quel piano, partito con l'intenzione sbagliata e destinato a cambiare ancora.
«E cioè?» chiese Erin, colta alla sprovvista.
«Chi mi ha chiuso dentro l'anello si è assicurato che i suoi poteri e miei si annullassero reciprocamente perciò finchè io sarò legato alla Gemma non potrò usare i miei poteri, ma non potranno nemmeno essere sfruttati quelli del manufatto stesso. Di conseguenza il vostro piano non avrebbe potuto funzionare fin dall'inizio.»
«E questo quando avevi intenzione di dirmelo?!»
«Quando ci siamo incontrati la prima volta ti ho avvisata: so molte più cose di quello che credi, ma non posso dirtele. Non posso
«E allora perché sei qui?»
«Perchè sono la tua unica salvezza.»

 


NdA: et voilà!
Lo so, anche questa volta ho fatto passare un po' di tempo, ma spero di essermi fatta perdonare.
Allora, in questo capitolo ci sono parti di cui sono soddisfatta e altre che non mi convincono del tutto, ma non potevo aspettare ancora per pubblicare quindi ho vinto i miei dubbi e l'ho fatto. Diciamo che è un capitolo in cui per avere una risposta devi formulare altre dieci domande e ho paura di essermi incasinata da sola, ahah.!
Era ora che tornassi a parlare di questa benedetta profezia, l'ho lasciata da parte troppo a lungo, ed ecco che un primo tassello va al suo posto; lo ammetto, non so come mi sia venuta questa idea della collaborazione tra fate e streghe, ma mi è piaciuta non appena l'ho pensata perciò eccola qua.
Nel complesso spero che vi sia piaciuto e come sempre aspetto i vostri pareri e consigli :-)
Ringrazio:
-NatalieRiver182 per aver recensito il primo capitolo
-Aven90 per aver recensito il primo capitolo
-Sayuri_92 per aver recensito il primo capitolo

   
 
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