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Autore: momoko89    06/05/2017    2 recensioni
Raccolta di OS scritte in occasione della RinHaru Week.
Rin torna in Giappone dopo anni di assenza per chiarirsi le idee sulla sua vita. Haruka lo aiuterà a trovare le risposte che cercava alle sue domande.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A Familiar Sight

 
Title: A Familiar Sight
Rating: Arancione
Words: 561
Pairing: RinHaru (belli gna <3)
Beta: SognatriceNotturna
Prompt: Sakura (Day 1)
Warnings: Nessuno >.<

Momoko's notes: Mhhh ehilà! Ebbene, benvenuti nel primo capitolo di questa raccolta che ho scritto in occasione della RinHaruWeek. Lo so che è passata una settimana dalla sua conclusione, ma per varie questioni/impegni sono riuscita a pubblicare in tempo solo su tumblr. Mi spiace arrivare su efp solo ora, ma alla fine eccomi qua >.<
Allora, la settimana prevedeva un prompt diverso al giorno, quindi ogni capitolo tratterà un tema in particolare. C'è una trama, comunque, perciò i capitoli sono tutti collegati. E nulla....spero vi piaccia >.< Scrivere una os al giorno è stato uno sclero (sì, sono tonta e non ho pensato a prepararmi prima) però mi sono divertita tantissimo. E' stata una piccola sfida che ho proposto a me stessa e sono molto contenta dei risultati che ho ottenuto *____* Un grazie immenso va soprattutto alla mia beta, che ha avuto la pazienza di seguirmi e aiutarmi nella traduzione. Senza di lei non sarei sopravvissuta <3 <3 <3
Dato che i capitoli sono già pronti, aggiornerò due volte a settimana (ovvero, il sabato e il martedì).
Buona lettura! >.<

 

 

Day 1- Sakura

 

I paesaggi gli scorrevano davanti agli occhi come ricordi fugaci. A Rin piaceva viaggiare in treno. Era una delle poche cose che veramente amava, del viaggio. Volare in aereo era spesso una noia: le file erano snervanti, i tempi lunghi - troppo lunghi. E la valigia? L’avranno imbarcata nell’aereo giusto? Dovrò aspettare settimane prima di riaverla? E se qualcuno la ruba? – Ma il treno… Il treno era diverso. La valigia si poteva tranquillamente sistemare nello scomparto sopra il posto assegnato, e sedersi accanto al finestrino era un continuo viaggiare con la mente, tornare ai tempi che furono, vivere di ricordi, di cose mai dette, di sogni destinati a concretizzarsi, un giorno, quando l’occasione si fosse presentata.

Il paesaggio di un Giappone anonimo correva fuori dal finestrino. Rin lo osservava assorto, il mento appoggiato al palmo della mano sinistra – le campagne sono sempre state così vaste? – si chiese, aggrottando le sopracciglia, - non mi ero mai accorto che gli alberi fossero così alti – Non era nemmeno sceso dal treno che già si sentiva uno straniero in casa propria. Ma forse in sei anni che era stato via era normale, sentirsi un po’ straniero. Rin decise di non dar peso a quelle sensazioni. Era abituato a sentirsi diverso dagli altri, a doversi adattare al mondo che lo circondava. Ormai non era più un peso, per lui. Aveva imparato a vedere la positività anche nei periodi più bui. – Mi farà bene riscoprire il Giappone – pensò. In fondo, non era proprio questo lo scopo del suo ritorno?

Qualcosa lo destò dai suoi pensieri. Le immagini di un luogo sconosciuto stavano iniziando a richiamare nei suoi ricordi qualcosa di familiare: si stava finalmente avvicinando ad Iwatobi. Rin sentì il suo stomaco smuoversi, come se avesse avuto delle piccole farfalle. Si sorprese: non pensava che tornare a casa gli avrebbe fatto questo effetto.

Si mise in testa il cappellino, si alzò e prese la valigia. Si appostò davanti alle porte scorrevoli insieme ad altri due o tre passeggeri, in attesa anche loro di scendere alla fermata. Il treno si fermò dopo pochi minuti. Non appena sceso dalla carrozza, venne subito investito dall’odore di mare. Il caldo era leggero, tipico di una giornata primaverile di aprile, e la gente in attesa di salire sul treno era tanta, ma non gl’importò. Chiuse gli occhi, inspirò a fondo, e si lasciò trasportare dai brividi della pelle d’oca.

-Sono a casa

Risvegliato da una spallata, decise di mettersi in moto e finalmente uscire dalla stazione. Doveva chiamare sua sorella e avvisarla del suo arrivo, ma decise di farlo non appena avesse trovato un posto più tranquillo dove appoggiare la valigia e prendere il cellulare in santa pace. Attraversò il corridoio con fatica, cercando di superare gli ultimi ritardatari ansiosi di salire sul treno in partenza. Nemmeno si rese conto di essere uscito. Fu un odore familiare a colpirlo. Alzò il viso, ed eccolo lì, l’albero di ciliegio ergersi imperioso al centro della piazza.

-Ai tempi delle elementari mi avevi detto di voler nuotare in una piscina di fiori di ciliegio-

Il pensiero lo investì insieme al profumo dolce dei petali. Improvvisamente il viso di Haruka riemerse dai suoi ricordi, il suo cuore perse un battito. L’ombra di un sorriso gli comparì sulle labbra.

Lo aspettava una settimana interessante.

 


 
 
  
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