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Autore: RickyChance98    06/05/2017    1 recensioni
Un'epoca lontana, un regno dimenticato. Vivi la storia di amore e coraggio di Celia alla ricerca del suo posto del mondo, al confine tra il bene e il male, fra luce e oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPISODE V – In cerca di risposte

Misero della paglia e dei sassi sotto il lenzuolo per simulare che stessero dormendo, poi uscirono di soppiatto dal corridoio delle prigioni. Prima o poi le guardie avrebbero scoperto che erano fuggiti, ma almeno per quella notte sarebbero stati tranquilli.
“Dove andiamo, Celia? Potrebbero esserci uomini cattivi ovunque!” – si preoccupò Theo, tenendo per mano l’amica.
“Conosco un passaggio segreto che percorre quasi tutto il castello! Nessuno ci vedrà, saremo come dei fantasmi!”
Theo sorrise e i due ripresero a correre. I due si ritrovarono davanti a una buia e stretta scalinata che portava al piano terra del castello. Dovevano per forza salire se volevano raggiungere quel passaggio segreto, e il dubbio di Celia a quel punto riguardava come distrarre le sentinelle che avrebbero incontrato una volta saliti. Non se ne preoccupò troppo. Avrebbe agito d’istinto, ogni secondo era prezioso e poteva essere fatale per il piccolo Piffy.
Percorsi quei tetri scalini, il nuovo ostacolo era il grosso portone di legno che collegava i sotterranei delle prigioni al castello. Celia prese il grosso mazzo di chiavi e cominciò a cercare quella giusta.
“Celia, ti prego sbrigati! Sento dei passi!” – sussurrò Theo. Due guardie infatti stavano facendo un giro di controllo proprio in quel momento.
“Ci sono quasi!” – in realtà mancavano ancora numerose chiavi da provare, ma la ragazza cercò di non farsi prendere dal panico.
“Stanno arrivando!”
TLAC! La porta era finalmente aperta, Theo così si fece in avanti per proseguire ma Celia lo bloccò. “Che succede?” – le chiese. “Ci serve un modo per distrarre chiunque troveremo al di là.” Theo prese un sassolino che trovò proprio sotto la sua scarpa e la passò all’amica. “Sarà perfetto!” – in quello stesso istante Celia aprì la porta e lanciò quella pietra il più lontano possibile. Proprio al lato del portone vi erano due sentinelle appostate. Non appena sentirono il rumore, corsero subito per andare a controllare. A quel punto Celia prese il braccio di Theo e corsero il più velocemente possibile senza emettere nemmeno un respiro. Si nascosero dietro a una parete, assicurandosi che nessuno li avesse visti o sentiti.
“E’ stato pazzesco! E adesso dove andiamo?” – chiese sorridendo di euforia Theo, che stava quasi cominciando a divertirsi.
“Ssshh! Possono sentirci! Ascolta… adesso correremo verso quella pianta all’angolo del salone. Lì dietro c’è una piccola porticina, è quello il nostro passaggio segreto!”
“Perfetto, andiamo!” – Theo cominciò a correre verso la pianta, senza nemmeno  assicurarsi di non essere visto.
“Fai piano!” – Celia gli corse dietro. La ragazza, per quanto corresse velocemente senza emettere rumore, sembrava fluttuasse sul pavimento.
 
“Sparita!” – La demone Kavira si era nel frattempo materializzata nella prigione di Celia. Non ci mise tanto a scoprire che sotto quel lenzuolo polveroso vi erano solo terra e rocce. Tra le mani stringeva quel misterioso scrigno. Qualunque cosa fosse, aveva una grande importante per lei e Balzeff. Cercò di fiutare qualche indizio su dove potesse essersi cacciata, riuscì quindi a intercettare il suo odore ancora fresco e iniziò a seguirlo.
 
Theo e Celia erano nascosti. Dentro quel piccolo tunnel segreto nessuno poteva vederli, potevano girare liberamente in quasi tutte le ali di castello senza rischiare di essere scoperti.
“Mi raccomando, fai piano!”
“Dove andiamo, Celia?”
“Ci dirigiamo verso le cucine, Piffy sarà lì!”
La galleria diventava ad ogni metro più piccola e stretta e Celia era cresciuta troppo dall’ultima volta che aveva attraversato quel condotto.
“Non ci passo, qui si fa più stretto! Le cucine sono in fondo al condotto!”
“Non preoccuparti, io ci passo benissimo! Posso salvarlo!”
“Pensi di farcela?”
“Te lo prometto, ci riuscirò!”
Celia sorrise all’amico: “Grazie! Finirai direttamente nel magazzino dei viveri, da piccola mi ci nascondevo per mangiare le ciambelle!”
“Tutto chiaro, tu che farai?”
“Devo controllare una cosa… ti spiegherò tutto dopo! Ti raggiungerò io, tu non farti scoprire!”.
Celia e Theo si erano appena trovati e dovevano già separarsi. Theo avrebbe cercato di salvare Piffy, Celia sarebbe andata in cerca di risposte. La ragazza fece dietrofront, facendo un ultimo cenno di saluto all’amico.
 
Celia conosceva quei condotti come il palmo della sua mano. Era ancora notte, ma quella notte le avrebbe dato delle importanti risposte sul suo passato e sul suo futuro, cercò dunque di distogliere per un attimo i pensieri dal povero Piffy che ormai era certa fosse in buone mani, concentrandosi totalmente sulla sua ricerca. Sulle pareti polverose c’erano ancora i suoi disegni realizzati col gesso che le permettevano di orientarsi. Una lacrima malinconica scese dal viso della ragazza. Era stata Juanita a confidarle di questi passaggi segreti. Era stata lei anche a darle quel gessetto, consigliandole di mettere delle indicazioni per non rischiare di perdesi in quel labirinto. Immersa nei pensieri, non si era neanche resa conto che era già arrivata a destinazione. Aprì una piccola porticina e, uscendo da essa, si ritrovò sepolta da decine e decine di eleganti abiti da cerimonia. Diede un ulteriore spintone e uscì da un maestoso armadio. Celia sapeva bene dove si trovava. Quella era la camera della sua mamma; amava entrarci spesso per sentirne il profumo dai suoi abiti, ammirare le sue grandi doti artistiche nei suoi disegni. Alcune notti dormiva anche nel suo letto, certa che nessuno sarebbe mai potuto entrare. Il re l’aveva vietato.
Passò ancora qualche minuto senza agire, poi prese da un tavolino al centro della stanza una grossa candela e l’accese. Le parole di Juanita dovevano per forza c’entrare con sua madre, la risposta era in quella stanza, Celia ne era sicura. Fece un giro completo della camera, poi alzò gli occhi e d’un tratto tutto ebbe senso…..
   
 
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