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Autore: Sakkaku    06/05/2017    3 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Ciao a tutti ^^
finalmente sono riuscita a terminare la revisione di questa storia! 
Grazie mille a chiunque abbia letto questa storia dall'inizio alla fine, o anche solo un paio di capitoli per curiosità, se volete sentitevi liberi di scrivere la vostra opinione, se il finale è stato di vostro gradimento oppure no, se avete critiche costruttive o consigli sono sempre ben accetti. Un ringraziamento speciale a Sagas, non solo per aver recensito ogni singolo capitolo, ma per aver apprezzato la storia e i suoi personaggi, questo mi ha reso molto felice, grazie di cuore, davvero <3
Prossimamente (potranno volerci due, sei o forse più mesi), pubblicherò un sequel di questa storia, perché sono particolarmente affezionata a questi personaggi e ho già qualche idea in mente, quindi se volete sapere qualcosa in particolare su un personaggio, scrivetemelo pure con un commento o con un messaggio privato e vedrò di inserirlo :3
Ora finisco di scrivere e vi lascio alla lettura, spero che il finale sia di vostro gradimento! ^-^

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Capitolo 20

 

Caroline fu colta alla sprovvista quando Lynn e Zack le chiesero di spezzare la possessione sugli umani. La Delfine non riusciva a credere che per due razze del loro calibro fosse impossibile sciogliere quel legame, quando per entrare in simbiosi con gli umani ci volevano giusto pochi secondi. Decise di acconsentire alla loro richiesta quando Chimera e Arpia le spiegarono che l'unica soluzione per dividersi dagli umani era la morte di uno dei due. Alla fine anche Zack aveva preso la decisione di separarsi da Dirk. La ferita di Lynn causata dal Cerbero si era rimarginata e questo aveva confortato la Delfine.
Quello che accadde in seguito fu particolarmente strano. Caroline iniziò a parlare nella lingua delle Delfine, pronunciò le parole in un sussurrò, con voce cristallina e leggiadra. Mentre parlava alcune scintille d'acqua apparvero intorno a lei, in seguito si sparpagliarono nell'area circostante, cerchiando Lynn e Zack. Si crearono anche diverse bolle in grado di riflettere le immagini intorno come specchi. Tutto accadde velocemente. Le due creature mitologiche si ritrovarono a essere di fianco agli umani, che per la prima volta videro il vero aspetto delle fiere, non solo, scoprirono di essere diversi da come si erano visti allo specchio fino a quel momento.
Lynn aveva gli occhi di un colore marrone arancio e lunghi capelli mossi rossi, mentre Zack aveva i capelli color grigio e gli occhi verdi con alcune sfumature grigie.
La cosa che colpì Elisabeth e Dirk fu il proprio riflesso nelle bolle d'acqua. Lei scoprì di avere dei lunghi capelli biondi con boccoli, cosa che collegava alla gioventù e che con la crescita erano cambiati forse a causa del troppo sole, e occhi marroni, mentre lui si accorse di avere degli occhi neri molto profondi e dei capelli color cenere.
Per i due umani il riflesso della loro immagine fu qualcosa di sconvolgente.
Quando il Cerbero aveva rivelato che erano sotto la possessione di due creature mitologiche, i loro pensieri erano andati alle azioni che avevano compiuto senza accorgersene. Al loro aspetto fisico non avevano minimamente pensato, anche perché non credevano fosse diverso a causa della possessione. Fatta eccezione per quelle due differenze, fiere e umani erano identici, quasi fossero gemelli mancati.
Chimera e Arpia presero da parte il proprio umano, così da poter parlare senza essere ascoltati dagli altri.

 

Lynn parlò per prima - Ti ho causato tanti problemi. Per questo motivo intendo scusarmi con te. Senza che tu lo sapessi, ti suggerivo o meglio ti obbligavo a compiere alcune azioni, fin dai tempi del villaggio. Sebbene in quel periodo non prendevo ancora possesso del tuo corpo, perché non ne avevo il completo controllo, riuscivo a manovrarti ugualmente con facilità - abbassò il volto - Sono stata io a farti scoccare la freccia contro lo sciamano e ucciderlo. Togliere la vita a qualcuno era un segnale per far capire a Zack che il mio risveglio era completato - finita quella frase rimase in silenzio.
Quando l'Arpia aveva spiegato a grandi linee in cosa consisteva la faida tra la sua razza e quella delle Chimere, aveva omesso di svelare alcuni dettagli importanti come quello. Elisabeth rimase immobile a fissarla, assimilando la notizia appena ricevuta.
La donna scosse la testa - Tu puoi avermi condizionato a scoccare quella freccia, ma io desideravo farlo... tremavo al pensiero di prendere una decisione così importante, eppure sentivo che era la cosa giusta da fare se volevo salvare mia sorella. Dovrei ringraziarti per essere stata lì ad aiutarmi a compiere quel gesto, anzi ti sono grata per avermi dato la spinta per realizzare un desiderio che da sola mai sarei stata in grado di concretizzare.
- Perché non ce l'hai con me? - le chiese Lynn sorpresa.
- Te l'ho appena spiegato. Hai affermato di essere sei stata tu a darmi l'ordine, per così dire, di uccidere lo sciamano, secondo me ti sbagli. Io volevo ucciderlo per un mio egoismo, perché volevo salvare mia sorella, purtroppo mi mancava il coraggio. Di quel gesto non ho rimorsi. Anzi, a essere sincera mi sento sollevata - la guardò sorridendole - Ora so che quando ho preso quella decisione non ero da sola, ma c'eri tu al mio fianco.
L'Arpia rimase colpita da quelle parole - Elisabeth - pronunciò solo il suo nome, poi si abbracciarono.

 

Zack era indeciso con quale argomento iniziare il discorso che aveva in mente. Era dubbioso sulle parole da utilizzare, pensava a quali fossero le più adatte in quella circostanza che, se tutto sarebbe andato secondo i piani, nulla di tutto ciò sarebbe successo. Lui avrebbe lasciato il corpo di Dirk senza rivelarsi per tornare al suo villaggio e la storia sarebbe morta lì.
Aaah, ci sto pensando troppo! Perché mi sto incasinando la testa? Al diavolo le buone maniere! Meglio dire chiaramente le cose come stanno in modo schietto” così senza pensarci ulteriormente, decise per prima cosa di scusarsi.
- Ti ho fatto commettere diversi omicidi, solo per una sete di sangue di noi Chimere. Mi dispiace, ma era necessario per cercare di farmi notare dall'Arpia in modo che mi localizzasse più facilmente, la nostra battaglia sarebbe iniziata solo con questo genere di comunicazione di sangue. Sarei un bugiardo se negassi che si è trattato anche di un piacere personale - sorrise tra sé e sé - Devi sapere che a noi Chimere, anzi, è più corretto dire a me, lo scorrere del sangue aiuta ad alimentare il mio potere, a rendermi più forte. Sono a conoscenza dei sensi di colpa che senti nei confronti delle vittime. Ti voglio dire questo: addossa tutta la colpa a me, liberati da questa angoscia che ti turba l'anima. Il responsabile di aver tolto la vita a quelle persone sono io. Sono le mie mani ad essersi sporcate del loro sangue. L'assassino sono io, non tu - Zack lo fissava in quegli occhi neri, erano passati anni dall'ultima volta che li aveva visti, eppure con stupore notò che quella scintilla determinata era ancora viva, sebbene in quel momento regnava la confusione.
- Dovresti smetterla di addossarti tutta la colpa - disse Dirk dopo diversi minuti - Mi hai condizionato la vita e ne sono consapevole, hai compiuto azioni e scelte che appartenevano a te per raggiungere il tuo scopo. Questo non cancella che, seppur in modo indiretto, sono responsabile di tutte quelle morti. Se ho capito bene quando me l'hai spiegato l'ultima volta, senza il consenso da parte dell'umano per voi creature mitologiche è impossibile prendere possesso di un tramite. Ciò vuol dire che ti ho accettato, non ricordo in quale circostanza, ma l'ho fatto. Avrò analizzato i rischi a cui sarei andato incontro e, visto l'esito, ero d'accordo. Per cui siamo entrambi responsabili di quelle vittime.
- Sono azioni che tu non avresti mai compiuto se non fosse stato per una mia possessione! - cercò di fargli notare Zack.
- Sicuramente - concordò Dirk - Eppure anche se prendevi il mio posto, in alcune situazioni avrei agito esattamente come te.
Zack rimase spiazzato da quelle parole.
Dirk sembrava pronto a contrastarlo, voleva impedirgli di assumersi tutta la responsabilità degli eventi accaduti in passato.
- Ti svelo un segreto - disse la Chimera – Una volta senza rendertene conto, mi hai fermato. Quella volta avrei ucciso Lynn, ero accecato dalla furia e avrei spezzato l'accordo tra Arpie e Chimere. Tu hai fatto sì che dell'accaduto rimanesse soltanto una cicatrice su entrambi - fece una pausa scuotendo la testa. - Per fortuna la tua amica ti ha fermato, avresti ucciso entrambi se ti fossi trafitto il cuore. Invece ci ritroviamo con una cicatrice sulla parte sinistra del torace.
- Il senso di colpa in quel momento era... non riesco neanche a descriverlo - Dirk aveva lo sguardo perso nel vuoto. Ripensare a quel momento era ancora doloroso per lui.
Zack lo notò, per cambiare discorso disse - Certo che il destino è strano, se ci pensi. In quel villaggio ti chiamavano figlio dell'Echidna a causa dei capelli grigi. In realtà eri posseduto da una Chimera, e guarda caso io sono proprio il figlio dell'Echidna, in fondo erano molto vicini alla verità.
Quell'affermazione strappò un sorriso a Dirk.
- Sì, hai ragione a questo non ci avevo pensato! - fece una pausa e aggiunse - Comunque sono lieto di esserti stato d'aiuto quella volta. Se Elisabeth fosse morta tutto sarebbe diverso ora. Come vedi tu hai fatto un favore a me, difendendomi ed io ho evitato di farti commettere un errore. In questo momento non saremmo nemmeno qui, ed io, probabilmente, sarei vittima di qualche sacrificio architettato da Gina e Benjamin.
- Te ne saresti accorto che erano soltanto due esseri viscidi. Sei un umano in gamba - cercò di rincuorarlo Zack - Se eri uno stolto non ti avrei mai scelto come mio contenitore.
- Questa frase dovrebbe consolarmi?
- Sì - rispose la Chimera annuendo - Affermo soltanto il mio pensiero ad alta voce. Se credi che dichiarerei qualcosa solo per tirarti su di morale ti sbagli. Sono una creatura mitologica non un umano, cose come consolare nel mio vocabolario non esiste.
Dirk lo fissò. Zack stava parlando in tono terribilmente serio, eppure non poté fare a meno di ridere. La loro discussione l'aveva trovata troppo esilarante per rimanere composto e continuare a parlare normalmente.

 

Flyppi emise un suono acuto, girò un paio di volte in cerchio, per poi scendere in picchiata, puntando verso Lynn. Elisabeth si preoccupò, pensò che volesse attaccarla. Si calmò appena vide l'aquila adagiarsi sulla spalla e strofinare la faccia sulla guancia dell'Arpia.
- Cosa... - iniziò a dire Elisabeth.
Lynn prese ad accarezzare la testa del rapace e spiegò - Lui ha sempre saputo cosa fossi. Nella mia forma originale ho le ali e gli artigli di un'aquila e lui ha percepito questo legame tra di noi. Per questo ti, anzi ci ha sempre seguito - fece una pausa, sorrise e continuò - Il fatto che ti portasse lettere di pergamena scritte da tua sorella però non me lo so spiegare. E' davvero strano, penso sia un segnale che ti rispetta e che sia molto affezionato a te.
- Un saluto del genere non l'ha mai fatto - obiettò la donna scuotendo la testa incredula.
Lynn distorse lo sguardo da Fyppi e osservò Elisabeth.
La donna si stava guardando, notando di essere fissata disse - Sai, faccio fatica a vedermi in questo modo, sono completamente diversa!
- Qualcosa è rimasto - la corresse l'Arpia – La cicatrice. Nemmeno con la mia magia sono in grado di eliminarla. Lo stesso vale per me, Zack e Dirk, è un segno indelebile che ci porteremo dietro per sempre.
- Tutti quanti abbiamo un legame indissolubile, che bello! - esclamò felice Elisabeth – Oltretutto sono abituata a vederla, se sparisse all'improvviso sarebbe strano. Lo considero un ricordo di quanto avvenuto negli ultimi anni.
Lynn faticava a capire il motivo di questa sua felicità.
Una cicatrice simile nessuno la vorrebbe... è rimasta un'umana interessante, alla fine non è cambiata. A questo punto mi sembra inutile ammettere che si è ferita perché in quel momento non potevo prendere il controllo del suo corpo, poiché la mia aura magia non aveva interamente circondato la sua anima.”
Prendendo nuovamente parola l'Arpia disse - E' stato un piacere conoscerti Elisabeth, non mi dimenticherò di te.
- Perché dici questo? Dove hai intenzione di andare? - le domandò la donna.
- Farò un viaggio, voglio vendicarmi del Cerbero e devo trovare altre fiere che hanno subito un torto da lui - Lynn conosceva l'umana e sapeva che la discussione non sarebbe finita tanto presto, così si affrettò ad aggiungere - Spero mi perdonerai, Elisabeth.
La donna non fece in tempo a muoversi o a rispondere che si accasciò tra le braccia dell'Arpia, in un sonno profondo.

 

Nel medesimo istante Zack riprese a parlare.
- Dirk, mi raccomando, prenditi cura di te ed evita di bere troppo idromele.
- Te ne andrai? Si sta bene qui.
- Sì, concorderai con me: due Falco Nero sarebbero troppo per il villaggio - scherzò la Chimera - Cambiare aria mi farà bene e tranquillo, tornerò a trovarti.
- Scordatelo! - esclamò l'umano - Mi oppongo!
Mentre Dirk si esprimeva contrariato, Zack si mise mentalmente in contatto con Lynn. Lei subito gli rispose bruscamente.
Io farò addormentare Elisabeth, voglio evitare discussioni, almeno posso allontanarmi senza drammi.”
Sei crudele a usare un metodo così spietato, neanche sai dare un addio come si deve”
Zack mi hai posto una domanda ed io ti ho detto come agirò io. Tu sei libero di scegliere la via migliore, se riesci a trovarla.
Non mi tiro mai indietro a una sfida lanciata da un'Arpia. Ho già trovato un modo migliore del tuo.”
Dirk non si accorse di nulla. Zack lo fece addormentare subito dopo aver deciso di imitare le azione dell'Arpia, impedendo quindi all'umano di continuare a dimostrare il suo disappunto alla loro imminente separazione. A differenza di Lynn però, la Chimera apparve nella mente di Dirk, come in un sogno, ma l'umano avrebbe creduto che fosse accaduto realmente.
Per quanto riguarda la collana d'ambra, le fiere decisero di lasciarla agli umani. In fondo oltre a essere una protezione, rappresentava un legame con loro e privargliene sarebbe stato come spezzarlo. Entrambe le creature mitologiche duplicarono la collana, almeno anche loro avrebbero avuto un ricordo del legame con i due umani. Oltretutto lasciarsi alle spalle un ambra macchiata con il proprio sangue, poteva creare delle ripercussioni sconosciute e le due fiere ci tenevano a evitare che ciò accadesse.
Zack vide l'espressione accigliata e preoccupata di Lynn, così spiegò - Alla fine un duplicato vale esattamente come l'originale, perché grazie alla nostra magia riusciamo a mantenere l'esatta consistenza della pietra. Senza dimenticare che ha del nostro sangue, ciò vuol dire che è legata anche a noi e non solo a loro - la spiegazione della Chimera convinse l'Arpia, che si apprestò a creare un duplicato della collana di Elisabeth.

 

Caroline fino a quel momento era rimasta in disparte, si avvicinò alle due fiere e abbracciò Lynn.
- Mi raccomando abbi cura di te! Se dovessi aver bisogno di aiuto, mandami la tua aquila o un messaggio mentale e vedrò di raggiungerti il più velocemente possibile. Ricordati: sono un drago e posso usare il vento come te per volare.
- Cercherò di farlo. Dovresti fare attenzione anche tu - le disse Lynn ricambiando l'abbraccio - Ora che il Cerbero sa dove sei dubito ti lascerà in pace. Considerando che l'hai truffato in modo così astuto, escogiterà un modo per vendicarsi. Probabilmente prenderà di mira Charlie. Se dovessi aver bisogno, fammelo sapere e in un attimo verrò a darti man forte.
All'Arpia dispiaceva lasciare la sua nuova amica, avrebbe preferito rimanere vicino a lei, in modo da aiutarla, ma la vendetta contro il Cerbero aveva la precedenza.
Se riesco a farlo fuori in poco tempo, potrei impedirgli di vendicarsi con Caroline.
Zack interruppe i saluti in modo brusco - Dobbiamo muoverci, se rimaniamo ancora qui a chiacchierare, quei due potrebbero svegliarsi.
- Perché mi dovresti aspettare?
- Andiamo nella stessa direzione, per cui tanto vale fare il viaggio assieme.
Per tutta risposta Lynn alzò gli occhi al cielo e Caroline si mise una mano davanti alla bocca per trattenne una risata. Dopo un ulteriore saluto le due fiere si avviarono. L'Arpia era molto seria mentre la Chimera si divertiva a punzecchiarla, pareva quasi che i ruoli si fossero invertiti.
Rimasta sola la Delfine si preoccupò di spostare i corpi esanimi di Dirk e Elisabeth, facendoli accomodare nei letti della locanda. Lei si avviò con calma verso il villaggio, aveva usato abbastanza magia per spostare i due umani e voleva risparmiare energie per annullare la pietrificazione del Cerbero e sistemare i tre villaggi.
Una volta tornata nella propria fazione Caroline si impegnò a far sparire le persone uccise dal Cerbero. Era il primo passo per rimettere ordine. Nessuno aveva il potere di riportare in vita i morti, l'unica cosa che si potesse fare era concedere loro di non essere visti in quelle condizioni dai loro cari. Il corpo della Delfine fu percorso da brividi di orrore e rabbia.
Devo rimanere concentrata” si disse scuotendo il capo “Solo quando avrò cancellato questo scenario raccapricciante, potrò andare a svegliare Charlie.”
Passarono diverse ore prima che tutti e tre i villaggi furono ripuliti e tornati al loro aspetto naturale. Caroline ansimava, il sudore gocciolava dalla fronte al mento per poi precipitare sul terreno.
Andiamo, ancora un po' e ho finito” si disse la Delfine “Devo solo annullare la pietrificazione e tutto sarà tornato esattamente come era prima dell'arrivo del Cerbero” una mano le toccò la spalla e sconvolta si voltò.
Charlie stava scuotendo la testa - Dovresti riposarti, ti stai stancando troppo, guardati! I lenzuoli bianchi hanno più colore del tuo viso!
- Devo finire... - la frase si fermò a mezz'aria, le gambe di Caroline cedettero e cozzarono sul terreno compatto. Le ginocchia graffate dal colpo iniziarono a sanguinare.
A quella vista Charlie iniziò a parlare in tono severo - Adesso mi seguirai fino alla locanda, senza obiettare. Ti riposerai e solo dopo ti concederò di far tornare tutti come prima. Ho capito che ci tieni a riportare tutto alla normalità, però devi pensare anche a te stessa, non puoi affaticarti tanto da star male. Sei esausta - le cinse la vita con un braccio e l'aiutò ad alzarsi in piedi.
- Sei davvero testardo - commentò la Delfine - Per stavolta seguirò il tuo consiglio. Devo essere in forza per annullare un sortilegio lanciato dal Cerbero - si sentiva stanca e debole.
Aveva usato un immane quantità di magia, non era più abituata e ora il suo corpo era indebolito, fino a quel momento aveva ignorato i segnali, perché concentrata a risolvere la questione il prima possibile.
Charlie stava aiutando Caroline a salire le scale.
- Mi metto un attimo a dormire. Appena avrò abbastanza energia magica, libererò tutti gli abitanti - disse la Delfine – Giusto, devo informarti di una cosa: Elisabeth e Falco Nero stanno dormendo nell'altra stanza, tra l'altro il suo vero nome è Dirk. Hanno un aspetto un po' diverso rispetto a prima, perché le fiere che li possedevano si sono separate da loro. Ho preferito avvisarti, almeno quando li vedrai non ti spaventerai.
Il locandiere annuì, solo quando fu seduta sul letto lasciò la presa.
- Grazie per avermi aiutato.
- Non scherzare, con tutto quello che hai fatto per me in questi anni, questo è il minimo - Charlie sorrise - Ora pensa a riposare - senza aggiungere altro uscì dalla stanza e tornò al piano inferiore.
Elisabeth e Dirk continuavano a dormire profondamente. Entrambi stavano facendo lo stesso sogno. Si trattava di un ricordo perduto e nascosto dalle fiere.

 

FLASHBACK

Ai bordi dei marciapiedi, nei vicoli più bui della città non è facile vivere. La vita più cruda e spietata ti appare davanti agli occhi appena li apri al mattino o nel cuore della notte, nulla cambia è sempre tutto uguale e triste. Le giornate di sole sembrano grigie come quelle di pioggia, perché nulla di piacevole può accadere, è sempre tutto identico. L'unica cosa che ti può aiutare a sopravvivere è coalizzarti, fare gruppo, almeno in quel modo sei in grado di difenderti o tenere occupato il tuo giaciglio, evitando così che i pochi averi racimolati non ti vengano rubati. La vita è spietata: non guarda in faccia a nessuno, se sei una bocca di troppo da sfamare, bastano pochi secondi per passare dal caldo fuoco del camino a stare in mezzo a una strada con pochi stracci addosso. E' difficile, ma questa condizione ti rinforza l'anima e il desiderio che presto o tardi la tua vita migliorerà, ti fa resistere a tutto, ti fa continuare a vivere.
 

Un ragazzino stava scappando inseguito da delle guardie, per sfuggirvi si infilò in un vicolo e scomparve.
- Dovresti fare più attenzione - lo rimproverò una ragazzina scuotendo la testa.
- Ho preso un pezzo di pane anche per te - disse lui sorridendo senza dar caso al rimprovero.
I due avevano subito lo stesso torto, per questo aveva fatto immediatamente amicizia e questa somiglianza li aveva uniti e ben presto erano diventati inseparabili. I due ragazzini intorno ai loro polsi avevano un amuleto. Con della corda raccolta in giro, avevano circondato il coccio dal colore resina, in quel modo avevano un braccialetto speciale. Lo consideravano un simbolo della loro amicizia e un portafortuna.
In quella giornata d'inverno c'era una nebbia fitta che circondava le strade, a malapena si riusciva a vedere qualcosa da un palmo dal naso. Era quel tipo di nebbia sottile che creava o dava la sensazione, che vi fosse una leggerissima e impercettibile pioggerellina invisibile. Di certo non era la prima volta che il tempo atmosferico fosse così, sembrava uno dei tanti giorni d'inverno. Eppure proprio quel giorno, un incontro avrebbe cambiato le vite di due persone per sempre, avrebbero riscritto la loro storia… chissà se il destino questa volta sarebbe stato più clemente?

 

Due creature mitologiche erano partite dai loro villaggi e si erano incontrati a metà strada, il resto del viaggio lo avrebbero intrapreso insieme, perché dovevano entrare in simbiosi con un umano nello stesso momento, altrimenti la battaglia sarebbe iniziata in modo impari. La ricerca era ardua: non tutti gli umani erano in grado di sopportare un ospite della loro importanza, e se un tramite fosse morto, la ricerca doveva ripartire da zero. Per questo era difficile trovare qualcuno di appropriato. Il genere d'umano che cercavano era lo stesso, il problema era trovarne due equivalenti e che avessero una morale, di quei tempi era raro almeno quanto un amico fidato che per niente al mondo ti avrebbe pugnalato come un qualsiasi mercenario.
– Sono stufa di cercare! Gli umani sono solo corrotti e non hanno un anima degna di sopportare il peso della nostra faida.
- Arpia, smettila di lamentarti e cerca, non voglio passare troppo tempo appiccicato a te.
- Zack dovresti rilassarti di più – Lynn scostò un ciuffo di capelli, vide una figura interessante in un vicolo. – Che ne dici di due ragazzini? Alla fine non importa che siano adulti, la loro aura umana è forte.
Le due creature mitologiche percepivano che entrambi i ragazzini desideravano un cambiamento, erano determinati e decisi più di qualsiasi adulto a uscire da quello squallido vicolo. Fu questo a colpire la Chimera e l'Arpia, tanto da farli discutere su quale fosse il miglior modo per approcciarsi ai due e raggiungere un riscontro positivo.
- Io prendo la ragazzina – disse Zack– Vedrai, lei accetterà sicuramente e il suo amico la seguirà, così anche il tuo tramite è assicurato.
- Perché devo prendere il moccioso?
- Semplice, credi davvero che cadrebbe ai piedi del mio fascino? Certo, potrebbe…
- Sei un narcisista nauseante! Poco importa chi dei due mi toccherà come tramite, potrò lavorarlo per bene nel corso della crescita e renderlo un guerriero degno per noi Arpie.

 

Entrambi i ragazzini sobbalzarono quando due figure apparvero alle loro spalle.
- Siete perfetti - commentò la donna dai capelli rossi, pareva quasi che annusasse l'aria.
- Sì, hai ragione. Prima devono accettare le condizioni, sai bene come funziona, altrimenti siamo a punto a capo.
- Lo so, conosco le regole - sbuffò lei scocciata - Lascio a te la trattativa, signor so tutto io.
Lui sorrise e guardò la ragazzina dritta negli occhi - Fate fatica a sopravvivere in questo modo vero?
Lei annuì senza rendersene conto, di solito rispondeva in modo sgarbato, ma quello sguardo aveva qualcosa che la incantava. Forse era a causa di quegli occhi verdi con sfumature grigie, sembrava nascondessero chissà quale mistero.
Sempre continuando a sorridere, nonostante le occhiatacce del ragazzino, la Chimera spiegò - Sarà difficile per voi credere a quanto sto per dire, ma io e quella signora dai capelli rossi siamo due creature mitologiche e siamo nemici. Le nostre razze si combattono da anni e per poter finire la nostra faida, dobbiamo trovare dei tramiti umani. Loro devono accettarci, in quel modo possiamo entrare in simbiosi con loro e successivamente combatterci.
- Uno di voi due morirà? - chiese il ragazzino.
- Esatto, ma pensateci bene. Vi stiamo offrendo la possibilità di cambiare la vostra vita. Siete due vagabondi reietti della società. A malapena riuscite ad avere del cibo per mangiare e dormite nei vicoli rischiando di morire congelati ogni inverno... credetemi, la vostra vita cambierà! Rinascerete una seconda volta, senza ricordi di tutto questo schifo e potrete vivere meglio. Solo quando sarà giunto il momento, noi due riappariremo e prenderemo il controllo del vostro corpo, giusto il tempo per scontrarci. Per il resto la vostra nuova vita sarà sempre decisa da voi.
- A me piacerebbe! - affermò la ragazzina.
- Elisabeth non parlare a sproposito! - la rimproverò il ragazzino.
- Dirk fatti gli affari tuoi! - sbraitò lei, distogliendo per un attimo i propri occhi marroni da quelli della Chimera.
Tra i due Dirk era il più diffidente, Elisabeth era istintiva, nonostante nelle situazioni rifletteva in modo razionale, quel giorno pareva averla messa da parte e avrebbe lasciato vincere l'istinto, perché sentiva di potersi fidare di quelle due creature mitologiche. L'amico però non era d'accordo a lasciarla andare via insieme a uno sconosciuto. Quello che l'uomo aveva raccontato poteva essere soltanto una bugia e avrebbe potuto mangiare la sua amica per cena, insieme a quella donna dai capelli rossi. Lui sapeva che esistevano persone del genere, ne aveva incontrati una volta e lui era scappato appena in tempo, prima di essere catturato e mangiato a sua volta.
- Prendi me piuttosto! - nei suoi occhi neri si poteva scorgere quanto fosse determinato - Ma Elisabeth lasciala stare, è una ragazza non è adatta al combattimento!
- Perché continui a intrometti Dirk? Ho preso la mia decisione!
- Lo capisci che è pericoloso?
Lei allontanò una ciocca di capelli biondi dietro la spalla, era un gesto che faceva quando era irritata, l'amico lo sapeva bene.
- Lo sarebbe anche per te! Dimmi cosa cambia dal vivere qui con il rischio di morire a causa del freddo, per la fame o per colpa di qualche ubriaco che ti picchia a morte? Nulla!
L'Arpia fino a quel momento era rimasta in silenzio ad ascoltare, a quel punto parlò - Allora è deciso, tu prendi il ragazzo e io lei. Ha un buon animo combattente mi piace! - senza attendere ulteriori scambi di battute, sparì unendosi con l'umana.
- Maledetta! - inveì Zack - A causa tua ho perso il tramite che preferivo, me la stavo lavorando così bene, sicuramente mi avrebbe accettato! Tu stesso ti sei proposto di prendere il suo posto ed ora sarai sotto il mio controllo.
Dopo alcuni secondi i due ragazzini erano in simbiosi con le creature mitologiche. Entrambi sfilarono dai polsi il braccialetto con l'ambra.
- Ora arriva il lavoraccio - sbuffò Lynn
- Smettila di lamentarti e ricordati di andare nel villaggio giusto - la riprese Zack - Se sarai da un'altra parte, sarà difficile mettere in atto l'accordo e sai che nulla ha la precedenza per poter svolgere la nostra missione.
L'Arpia fece una smorfia - Come se potessi sbagliare. Ci si vede tra qualche anno.
- A presto, goditi la vita, finché ne avrai ancora una - la salutò la Chimera.
Probabilmente nessuno dei due ragazzini sapeva che questa è una pietra speciale, sopratutto se si macchia con il sangue” pensò Lynn mentre usciva dal vicolo, lasciandosi alle spalle la Chimera.
Chissà come mai questi due avevano un coccio d'ambra... potrebbe non essere un caso” pensò Zack “E' una pietra molto potente. E' in grado di creare un legame speciale e indelebile tra due persone, perché è in grado di far condividere lo stesso destino. Niente è più forte di un legame del genere. Si può considerale indistruttibile” con quei pensieri si allontanò indisturbato, senza essere visto da nessuno.
Quel giorno stesso Dirk e Elisabeth sparirono dal vicolo. Nessuno dei barboni che vivevano vicino a loro riuscì a dire chiaramente quando erano andati via. Si presero cura dei loro averi per alcuni giorni, poi fecero razzia. Qualcuno trovò i loro amuleti e quanto cercarono di afferrarli, questi si dissolsero.

FINE FLASHBACK
 

Dirk e Elisabeth si svegliarono di soprassalto. Respiravano velocemente, la loro gabbia toracica si gonfiava e si restringeva rapidamente. Entrambi avevano dei forti giramenti. Quel sogno sembrava troppo vero per trattarsi solo di un delirio dovuto al sonno. Quando uscirono dalla stanza si ritrovarono faccia a faccia.
- Ho fatto un sogno... - iniziò a dire Elisabeth.
- Lo so - annuì Dirk - Penso si tratti dello stesso che ho fatto io.
A quell'affermazione la donna sentì stranamente freddo, avvertiva la propria pelle rabbrividire.
Dirk se ne accorse, si tolse il mantello e lo appoggiò sulle sue spalle - Avanti scendiamo giù. Ne discutiamo una volta seduti tranquillamente davanti a qualche boccale di idromele.
- Preferirei qualcosa di caldo, invece - disse lei - Se bevo idromele succede sempre qualcosa di strano... - fece una pausa, la sua espressione si rattristò. - O forse dovrei dire che è questo che accadeva quando Lynn prendeva il controllo del mio corpo a mia insaputa.
Dirk voleva dire qualcosa che potesse essere di supporto all'amica, ma non riuscì a trovare una singola parola che andasse bene per quella situazione. Lui si sentiva allo stesso modo. Era come se fossero stati abbandonati al loro destino. Di nuovo.
Quando raggiunsero il piano inferiore, videro Charlie dietro il bancone, intento a fare l'inventario. Il locandiere si girò di scatto udendo dei passi. Il suo stupore fu immenso, nel vedere due sconosciuti davanti a sé.
- Ehm... perdonate la scortesia, ma al momento la locanda è chiusa. Vorrei chiedervi come avete fatto a entrare.
- Siamo scesi dal piano di sopra, Charlie - gli rispose Dirk - Forse non ci riconosci, in effetti il nostro aspetto è cambiato. Io sarei Falco Nero, anche se il mio vero nome è Dirk.
- Accidenti a me! - esclamò Charlie - Non vi avevo proprio riconosciuti! E pensare che mia sorella mi aveva avvertito, ma ero talmente concentrato che mi è proprio passato di mente! Quindi tu saresti Elisabeth giusto?! - domandò rivolto alla donna.
Lei annuì.
Il locandiere si accorse che stava tremando, nonostante il mantello sopra le spalle.
- Ti preparo subito del latte caldo con della cioccolata - disse Charlie mobilitandosi subito - Lei cosa desidera Master Falco Nero?
- Un boccale di idromele e chiamami pure Dirk - sorrise - Credo smetterò di essere il Master di questo villaggio, d'altronde non mi ci vedo proprio in questo ruolo ora che ho recuperato la memoria.
A causa di quell'affermazione per poco il locandiere non versò l'idromele fuori dal boccale.
- Coooooosa!?! Mica dirai sul serio spero! Sei il miglior Master che abbiamo mai avuto! Senza di te diventeremmo gli zimbelli dei tre villaggi - dichiarò mentre porgeva ai due le rispettive ordinazioni.
Dirk scosse la testa - Sai Charlie, tra tutti credo che tu saresti un Master adatto. Sei il più rispettato e stimato, non solo dal nostro villaggio, ma anche da quelli che abitano nelle altre due fazioni. Dovresti candidarti.
- Assolutamente no! Sono capace di dialogare con le persone finché si tratta di far compagnia a dei clienti. Dare ordini e controllare la gente è del tutto diverso!
- Secondo me ha ragione - Elisabeth parlò dopo aver bevuto metà della bevanda calda - Sei molto cordiale e riesci a risollevare il morale di una persona anche quando è triste. Un buon Master deve saper portare positività e tu ne hai da vendere.
Charlie arrossì e senza rendersene conto urlò - Ero un pirata non posso essere una persona di riferimento o da cui prendere esempio.
- Stai gridando come un pazzo - lo rimproverò Caroline raggiungendo il gruppo - Mi hai spaventato, pensavo fosse tornato il Cerbero.
- Scusami. Mi stavano dicendo di propormi come Master, siccome Falco Nero ha detto che intende andarsene.
La Delfine guardò incuriosita i due umani, con una sola occhiata capì cosa fosse successo.
- Avete ricordato la vostra vita precedente, vero?
Entrambi sgranarono gli occhi.
Elisabeth le domandò - E tu come fai a saperlo?
- Era inevitabile - Caroline sospirò - Sono dei ricordi incatenati all'anima. Possono essere rinchiusi e tenuti sotto controllo dalla fiera, ma appena questa abbandona il tramite, l'incantesimo che tiene chiuso il ricordo si spezza. E' questione di tempo e questo si ripresenta sotto forma di sogno, rivelando ricordi che si credevano perduti e dimenticati a causa della rinascita - la sua spiegazione fu chiara e tutti e tre gli umani capirono.
Per evitare ulteriori domande, Caroline si apprestò a dire - Vado a liberare gli abitanti del villaggio.
- Sicura di aver recuperato le forze necessarie? - la domanda partì immediata da Charlie, la stava scrutando con uno sguardo preoccupato.
La Delfine cercò le parole giuste per rincuorarlo - Puoi starne certo. In caso contrario non mi sarei neanche alzata dal letto - senza aggiungere altro, uscì dalla taverna.
Raggiunse il centro del villaggio, si concentrò ed estese la propria aura magica. Una volta ricoperto i tre villaggi, iniziò a recitare l'incantesimo. Quanto tutti furono liberati dalla pietrificazione, Caroline tirò un sospiro di sollievo. Non fece in tempo a fare due passi che le mancarono le forze e svenne.
Josh in quel momento era di turno sulla torretta, assistette alla scena dello svenimento della capo cameriera. Si precipitò a soccorrere la donna, la prese in braccio e la portò alla locanda.
- Charlie, tua sorella è svenuta in mezzo alla piazza, non so per quale motivo. Forse è dovuto a un colpo di caldo - il soldato parlava in tono pacato, ciò che era accaduto solo poche ore prima era stato completamente rimosso dalla sua memoria.
- Potresti portarla di sopra Josh? - gli domandò il locandiere, quando la guardia annuì, avviandosi al piano di sopra Charlie aggiunse - Te ne sono grato.
Per tutta risposta il soldato ribatté - Con tutti i pranzi che ci porti quando siamo di turno, questo è il minimo!
L'uomo depose Caroline sul letto di una stanza, chiuse delicatamente la porta per evitare di svegliarla, tornò nuovamente al piano inferiore, uscì e velocemente raggiunse il suo posto sulla torretta. Josh non fece caso alle due persone sedute al bancone della locanda, troppo impegnato a pensare ai propri obblighi nei confronti degli abitanti del villaggio per farci caso.
Una volta di nuovo soli, Charlie sbottò - Sapevo che avrebbe esagerato!! - la sua espressione era preoccupata, nonostante cercasse di rimanere calmo.
Elisabeth lo guardò dolcemente dicendogli- Vai da lei.
- Non posso lasciare la locanda incustodita.
- Ci siamo io e Dirk. Stai al suo fianco, potrebbe negarlo, ma ha bisogno di supporto e aiuto.
Il locandiere la fissò, un sorriso di gratitudine apparve sul suo volto e annuì, avviandosi a gran carriera su per le scale.
La donna scosse la testa, un lieve sorriso le piegò gli angoli della bocca.
- E' davvero incredibile. Mi domando come qualcuno con il suo cuore potesse essere uno spietato pirata.
Dirk si sentì sollevato nel notare quel piccolo miglioramento.
Starà elaborando in modo logico, le ci vuole tempo” pensò spostandosi dietro il bancone.
Entrambi rimasero in silenzio. Tutto pareva diverso. Elisabeth sapeva che niente era cambiato rispetto a prima, ciononostante era consapevole di aver sempre avuto al suo fianco Lynn e ora si sentiva sola. Prima non ci aveva mai fatto caso, Flyppi e Rina erano i suoi compagni di viaggio e con loro si sentiva a casa. Tuttavia adesso si sentiva smarrita, perché fino a pochi giorni prima aveva qualcuno che le guardava le spalle, seppur a sua insaputa. Quel pensiero la turbava.
Dirk aveva le sue stesse sensazioni. Nulla sembrava come prima, la consapevolezza lo rendeva irrequieto, era indeciso su come comportarsi. Se tornare ad essere Master Falco Nero oppure abbandonare quel luogo come aveva precedentemente pensato quando si era ricordato il suo nome, ma aveva accantonato l'idea dato l'inizio imminente del torneo. A Charlie aveva dichiarato di non voler tornare ad essere il Master, però non era certo che fosse la scelta migliore.
Le loro riflessioni furono interrotte da dei passi pesanti che scendevano le scale, inseguiti da delle urla femminili. Il locandiere corse fuori dalla taverna senza rivolgere la parola ai due che rimasero sbigottiti. Solo quando videro Caroline capirono.
- Razza di screanzato! Se ti prendo ti... devo ancora pensare a cosa ti farò - il suo tono era furioso.
Elisabeth cercò di capire come mai la Delfine avesse il viso e i capelli zuppi d'acqua.
- Cosa ti è successo? - domandò la donna.
- Quel cretino! - commentò Caroline. - Voleva bagnarmi la fronte con un fazzoletto, peccato che mi abbia rovesciato in faccia la bacinella d'acqua gelata.
Dirk si immaginò la scena e non riuscì a trattenere le risate - Ahahahah, avrà cercato di fare tutto in maniera silenziosa per evitare di svegliarti e deve essere inciampato ahahaah
- Smettila di ridere! - gli ordinò Elisabeth.
- Ti consiglio di ascoltare il suggerimento della tua amica - aggiunse la Delfine, scosse la testa e i suoi capelli si asciugarono.
L'uomo continuò a ridere - Avanti, dovete ammettere che è divertente! Charlie si impegna sempre al massimo, eppure nonostante questo, a volte si ritrova a combinare disastri.
Quell'affermazione fece effetto, perché Caroline sorrise - In effetti hai ragione - lo guardò con i suoi occhi dorati - Ciò non toglie il fatto che non è una cosa piacevole.
- Concordo con te - annuì Elisabeth - Dirk faceva spesso scherzi del genere quando eravamo al villaggio, per questo lo trova divertente. Lui lo faceva di proposito, Charlie era in buona fede.
La Delfine notò le anime degli umani oscillare, sembravano indecisi se domandarle qualcosa o era meglio evitare.
Sono proprio curiosa di sapere cosa hanno intenzione di chiedermi” pensò divertita.
Ad alta voce propose - Andiamo in cima alla collina e chiudiamo la locanda. Un po' d'aria farà bene anche a voi.
I due amici non obiettarono e la seguirono in silenzio. Elisabeth era determinata a parlare, il suo problema era trovare il momento adatto per esporre la sua richiesta alla delfine, senza saperlo, anche Dirk aveva lo stesso desiderio. Quando raggiunsero la cima della collina, gli umani dovettero proteggersi gli occhi con una mano, perché i raggi del sole erano molto forti. Caroline si sedette su una roccia, chiuse gli occhi e iniziò a cantare. Piano piano, intorno a lei si avvicinarono alcune lepri, sull'albero alle sue spalle si riunì uno stormo di passeri. La sua voce melodiosa, risultava cristallina ai timpani dei due umani. Dirk e Elisabeth rimasero incantati, quasi ammaliati, erano senza parole, a entrambi parve che il tempo rallentasse il suo corso. Per la donna non era la prima volta che udiva la Delfine cantare, ma le sembrò diverso, forse l'assenza dell'Arpia la rendeva più sensibile al suo canto.
Caroline cantava con un espressione serena, le labbra erano piegate in un sorriso che dava l'impressione di spensieratezza.
Appena finì di cantare fissò i due umani con i suoi occhi dorati - Spero che questa canzone vi abbia aiutato a prendere coraggio. Avanti, esprimente i vostri pensieri - quella frase sembrò risvegliarli e riportarli alla realtà.
Fu Dirk a parlare per primo - Sai dove sono andati?
- Perché? - domandò Caroline - Ora siete finalmente liberi di vivere una vita normale. Per quale motivo volete cercarli?
- Semplice - stavolta fu Elisabeth a parlare - Sono stati con noi tutto questo tempo! Ci hanno protetto, ora siamo consapevoli del fatto che ci facevano compagnia e non eravamo mai del tutto soli. Ora la loro faida è giunta al termine, non hanno un posto dove fare ritorno e sono gli unici della loro razza rimasti in vita. Sono soli. Per questo noi vogliamo esserci per loro, così come loro ci sono stati per noi tutti questi anni.
Dirk annuì per confermare che le parole espresse dall'amica valevano anche per lui.
La Delfine non poté fare a meno di trovare quella situazione divertente, sorridendo disse - Siete davvero onesti, mi ricordate molto Charlie. Le vostre intenzioni sono davvero onorevoli. Per questo vi darò un semplice indizio, il resto dipenderà da voi - chiuse gli occhi per localizzare con più precisione l'aura magica della Chimera e dell'Arpia, una volta riaperti rivelò - Con un cavallo li potreste raggiungere in poco tempo, stanno litigando nei pressi di un torrente, quindi dubito che riprenderanno presto il loro cammino. Non intendo aggiungere altro, sarà il destino a ricongiungervi se così dev'essere.
- Grazie mille, ti siamo debitori! - risposero in coro i due umani piegandosi in un inchino.
- Tutti questi convenevoli sono superflui. Lynn è una cara amica, se posso renderla meno sola e più felice, questo è il minimo che posso fare - Caroline fece una pausa, poi continuò - Se posso darvi un consiglio, fatevi preparare qualche spuntino da Charlie e riempite le borracce d'acqua.
- Hai detto che li raggiungeremo facilmente perché dici questo adesso? - domandò Dirk.
- Perché Lynn ha avvertito la mia presenza e ha capito che li stavo localizzando. Se la conosco bene, aumenterà il passo per evitare di essere raggiunta e di mettere a rischio la tua incolumità.
Elisabeth capì che la Delfine doveva conoscere Lynn molto bene, così decise di seguire il suo consiglio.
- Dirk vai a cercare Charlie e aiutalo a preparare le provviste. Io intanto vado a preparare Rina.
- Fai preparare anche Titan, è il mio cavallo, lo riconosci è quello dal manto nero - le disse l'amico mentre scendeva dalla collina in cerca del locandiere.

 

Era passata poco più di mezza giornata e avevano percorso già diverse miglia, quando Lynn si fermò di colpo, alzò lo sguardo al cielo e notò un incantesimo di localizzazione.
– Caroline ci sta rintracciando - mantenendo lo sguardo verso l'alto aggiunse – Elisabeth e Dirk vorranno saperlo e lei li sta accontentando, probabilmente vogliono raggiungerci.
- Cosa vuoi fare adesso? - le chiese Zack.
- Vedremo cosa succede. Se la conosco bene non svelerà la nostra esatta posizione. Vorrà mettere alla prova il destino, se sarà favorevole alla ricongiunzione con noi oppure no - Lynn emise un sospiro - La mia intenzione era sparire dopo l'addio, dopotutto in passato ci sono stati troppi saluti. Credevo che questo sarebbe stato l'ultimo e che sarebbe rimasto tale, invece con la loro iniziativa, hanno ribaltato questa decisione.
La Chimera si mise a osservare il cielo - Forse dovremmo nascondere le nostre tracce quando ci fermeremo al prossimo villaggio.
- Sarebbe scorretto - l'Arpia scosse la testa - Inoltre quei due non si abbattono e combattono per ciò che vogliono. Questo nel loro animo non è cambiato. Dopotutto sono i nostri prescelti, se non avessero avuto carisma avremmo optato per qualche altro candidato.
Zack era dubbioso, non sapeva se Lynn lo stesse prendendo in giro oppure aveva iniziato quella discussione per parlarne in modo serio.
Si può sapere cosa mi sta prendendo? Io sono il grande Zack! La prima Chimera apparsa in questo mondo!” quel pensiero aumentò la sua autostima.
– Se ci pensi è assurdo: ce ne siamo andati per concedergli l'opportunità di vivere le loro vite in libertà e invece loro vogliono unirsi di nuovo a noi.
- Sono d'accordo con te! Questa situazione è assurda! - Lynn annuì e tornando a guardare davanti a sé aggiunse - Dopotutto non è sicuro che ci raggiungeranno. Noi continuiamo per la nostra strada, cercando di trovare altri sostenitori per questa nuova missione.
- Siamo un duo invincibili! - affermò lui circondandole il collo con un braccio.
Lynn gli afferrò il polso e spostò con forza il braccio della Chimera.
- Tieni le tue zampacce al loro posto, Zack! - lo avvertì - Anche se la faida tra di noi è finita, non vuol dire che non possa squartarti.
- Come siamo aggressivi, dovresti avere più autocontrollo - la rimproverò Zack - Vuoi per caso farci ammazzare? Se qualcuno dovesse sentirti parlare in modo violento metteresti nei guai anche me.
L'Arpia lo fulminò con lo sguardo, senza rispondergli continuò a camminare.
Fino a qualche tempo fa era più divertente, adesso sembra così noiosa” pensò la Chimera aumentando il passo per raggiungerla.
Una volta di nuovo al suo fianco, riprese a parlare - E' incredibile che i nostri villaggi siano scomparsi e nessuno ci abbia informato.
La sua compagna di viaggio rimase in silenzio.
Zack sbuffò – Posso localizzare mio fratello quando è sulla terra, ma non so quando deciderà di apparire di nuovo. Andare negli Inferi è sconsigliato: è un posto noioso e ci sono troppi suoi sottoposti da incrociare prima di arrivare a lui, inoltre conoscendolo appena si accorgerà della nostra presenza si dileguerà. Il viaggio sarà lungo e noioso. Se Dirk ed Elisabeth ci raggiungeranno, potrebbe diventare più divertente. Quando sarà il momento di agire e combattere contro il Cerbero, li faremo allontanare in modo che non corrano dei pericoli.
- Se si oppongono, potremmo sempre obbligarli.
- Hai una mente diabolica, sono felice che ora siamo compari.
- Cosa diamine dici! Solo perché condividiamo un obiettivo e camminiamo a fianco non vuol dire che siamo amici!
Zack sorrise - Andiamo Lynn! Tu hai sempre parlato di chiamarci per nome e essere amici. Ora che finalmente agisco come vuoi, ti tiri indietro?
- Fai un altro passo verso di me e ti ritroverai con il volto sfregiato! - lo avvertì l'Arpia - Inoltre è irritante il fatto che usi a tuo piacimento le mie affermazioni - sbuffò “Spero che quei due si sbrighino a raggiungerci o potrei ucciderlo.”
Spero che Dirk sbagli sentiero, così potrò stuzzicare Lynn, senza che abbia Elisabeth a dargli una mano come spalla ” Zack iniziò a fischiettare.
Le due fiere speravano in qualcosa di opposto, ma entrambi avevano un desiderio in comune: ricongiungersi con i loro amici umani, possibilmente dopo l'annientamento del Cerbero. O forse i due desideri si sarebbero intrecciati, dopotutto sebbene fossero delle creature mitologiche, erano nelle mani del destino, esattamente come gli esseri umani.
La pietra d'ambra iniziò a luccicare, ma nessuno se ne accorse. O forse, sia fiere che umani, pensarono si trattasse di un riflesso dovuto ai raggi del sole, che splendeva alto in cielo. Le sue volontà sono fortuite dovute al caso, eppure le repliche sono di certo opera sua. Quello che stava accadendo era colpa della sua influenza. In quel momento era in corso una replica di ciò che era accaduto anni prima. Forse si trattava dell'ironia del fato. L'ambra macchiata di sangue stava mutando nuovamente gli avvenimenti, facendoli apparire sotto altre spoglie. Questo era il suo modo per far rivivere ai propri proprietari una vita di repliche. Stava mostrando il suo potere nascosto, eppure nessuno ci fece caso. Sicuramente poteva essere un caso che gli umani avessero deciso di ricongiungersi con le creature mitologiche, in qualche modo però, sembrava la ricerca delle fiere svolta al contrario.
Di certo Elisabeth, Dirk, Lynn e Zack avrebbero intrapreso il loro viaggio, impegnandosi per arrivare alla loro meta e, solo quando si sarebbero ritrovati, la replica si sarebbe conclusa.
Forse.

  
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