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Autore: KuromiAkira    09/06/2009    2 recensioni
Quello era un giorno speciale. Lo sentiva perchè lui non era un uomo normale.
Perchè, semplicemente, lui sapeva.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì la porta ed entrò stancamente dentro casa sua, sospirando, chiedendosi, come già aveva fatto tante volte in passato, se valeva davvero la pena diventare così forte e così grande se poi doveva lottare giorno e notte senza poter riposare mai.

Cercò di scacciare quei pensieri. Non era il caso di pensare a cose spiacevoli ora.
Quello era un giorno speciale. Lo sentiva perchè lui non era un uomo normale.

E quando vide una giovane donna correre ansiosa verso di lui, sorrise.

Perchè, semplicemente, lui sapeva.

- Roma-sama! - esclamò la donna - Roma-sama, è nato! -
- Bene. - Si limitò a rispondere con gli occhi che gli brillavano e che lo facevano sembrare il ragazzino che, forse, non era mai potuto essere.
- Però... - continuò la donna, portandosi una mano vicino alla bocca, inquieta.



Nella stanza, grande e luminosa, erano presenti persone importanti, in silenzio, agitati e forse stupiti.
Un forte pianto riecheggiava nell'aria, incessantemente.

Quando Roma entrò tutti si voltarono verso di lui.

Molti avevano un'espressione preoccupata, altri una smorfia insofferente.

L'uomo, ancora sulla porta, sorrise di nuovo.

Loro non potevano certo sapere.

- Piange da quando si è svegliato. - spiegò la donna che l’aveva accompagnato fino alla stanza - Forse non sta bene... Non era mai successa una cosa del genere. -

'Dite bene' pensò Roma ancora immobile 'Seppur possibile è raro che accada una cosa del genere. Che sia un segno positivo o negativo non si sa. Ma non è il caso di chiederselo ora.'

- Ci penso io. - li rassicurò infine. Molti dei presenti sembrarono sollevati. D'altronde lui era l'Impero Romano. Una persona affidabile.
Si avvicinò al centro della stanza dove, avvolto nelle fasce e poggiato su un lettino, un piccolo bambino piangeva senza sosta.

- Questa... è l'Italia. – Mormorò un uomo tra i presenti. Per un attimo sembrò che il bambino l'avesse guardato male mentre cominciava a piangere ancora più forte di prima.

Roma ridacchiò e lo prese in braccio. L'infante sembrò calmarsi.

- Buongiorno, Italia. -

Il bambino smise di piangere e fece una smorfia, sembrava di disapprovazione.

- Tranquillo, tranquillo. - rise l'uomo accarezzandogli la testa.
- Oh, ha smesso. In fondo è col nonno, ora. - commentò qualcuno. - Allora, festeggiamo la nascita della nuova Nazione? -

Le ultime parole dell'uomo vennero coperte dal pianto del bambino. Roma sorrise divertito.

- Comprensibile. - affermò poi, come per giustificare quel comportamento - Lui non vuole essere festeggiato, non ancora. -

Senza dire nulla uscì dalla stanza, innumerevoli paia di occhi lo seguivano, sconcertati, con lo sguardo per poi seguirlo per i corridoi, fino al cortile.

-Ma... cosa fa? -

Roma ignorò la domanda, prestando invece attenzione a due bambini, più grandi del neonato che teneva in braccio e che, intanto, guardava chiunque quasi con odio.
Si accovacciò.

I due ragazzini si avvicinarono incuriositi.

- Guardate, Spagna, Francia. Lui è Italia. Passerete molto tempo insieme a lui. Prendetevene cura. -

Quando il primo tentò di fargli una carezza il bimbo lo allontanò con la manina.
Appena nato, ma già precoce.

- È un po' insolente. - commentò il biondo, deluso. Era troppo piccolo e tenero per avere già quel caratterino.
- È solo di cattivo umore. - rispose l'uomo rialzandosi - È triste perchè sente che gli manca qualcosa, ma nessuno riesce a capirlo. -
- Qualcosa? - ripeterono all'unisono.
- Voi siete Nazioni come lui. Ma in effetti siete troppo piccoli per poter comprendere. Bhè, io esco un momento. Fate i bravi, ok?-

- Aspetti, Roma-sama! - sì intromise una delle persone che erano, poco prima, nella stanza, ignorato, così come il resto degli altri visitatori. - Italia è appena nato, dove vuole andare? -

Roma lo guardò con un'espressione indecifrabile. Poi guardò il bambino che si agitava. Sembrava impaziente.

- Bella domanda! - rispose poi. Tutti i presenti lo fissarono a occhi spalancati.

Roma era un uomo affidabile, un Impero forte, imbattibile. Però a volte se ne usciva con delle frasi, idee o comportamenti incomprensibili.

- Dove dobbiamo andare? - chiese al bimbo, stupendo nuovamente tutti.

Il neonato sorrise, per la prima volta da quando si era svegliato, e puntò un punto in apparenza imprecisato.

- Nord, eh? - commentò l'altro poggiando delicatamente la fronte su quella del bimbo - Bravo, sei appena nato e già sai con precisione dove si trova.-
- A nord? Vuole andare a nord con quel bambino? -
- Devo andarci. Ita-chan vuole raggiungerlo prima che si svegli, vero? -
- 'Svegli'? - ripeterono tutti.
- Sì. Tra un po' si sveglierà anche lui. Tu lo sai, vero piccolo? Dove si trova la tua metà, l'altro te stesso... -

Al sorriso del nonno il bimbo sembrò annuire. Gli altri rinunciarono a capire.

- Coraggio, saluta tutti! - cantilenò poi. Il piccolo fece la linguaccia, nascondendo poi il visino appoggiandolo al petto del nonno. Sembrava di buon umore.



L'Impero Romano si fermò ai piedi di un albero, guardando di fronte a sé. Lasciò andare il nipote, che in pochi giorni era cresciuto tantissimo e aveva imparato a camminare e lo vide correre verso ciò che cercava da quando si era svegliato.
Anzi, probabilmente, lo cercava già da molto prima.

Quando il bimbo arrivò a destinazione si voltò verso il nonno con aria interrogativa e preoccupata.
L'uomo avanzò.

- Per fortuna non si è ancora svegliato. È piccolo in confronto a te eppure siete nati nello stesso momento.- gli disse accovacciandosi e accarezzandogli i capelli mentre i suoi occhi fissavano un altro bimbo, identico al nipote ma piccolo com'era fino a pochi giorni prima quest’ultimo.

In quel momento, però, il neonato addormentato aprì gli occhi e sollevò la testolina incontrando lo sguardo prima dell'uomo, poi del bambino.

Sorrise.

- Buongiorno, Ita-chan. - esordì Roma. - Finalmente ci sei anche tu. -

Prese in braccio il più piccolo, rimanendo accovacciato, in modo che i due bambini fossero l'uno di fronte all'altro.

- Nessuno lo poteva capire. Sapevano che l'Italia stava per nascere a Roma ma solo noi sapevamo che ne sarebbe nato un altro a Venezia. - commentò guardando i nipoti fissarsi a vicenda - Ora possiamo finalmente tornare a Roma e festeggiare la nascita dell'Italia con gli altri, giusto Romano? - Concluse voltandosi verso il maggiore dei due bambini.

Romano annuì, soddisfatto. Ora era di ottimo umore.

- Tu che sei nato a Roma e ti sei svegliato per primo sei Italia Romano e sei il maggiore. Mentre tu, piccolo... - si voltò verso il neonato che continuava a sorridere - ... che sei nato a Venezia da questo momento sei Italia Veneziano. -

Veneziano allungò la manina verso il fratello che l'afferrò immediatamente con la sua.

- Benvenuta al mondo, Italia. - concluse poi Roma, con tono solenne.



'Non so cosa significhi esattamente...' Riflettè l'uomo mentre tornava a casa con Veneziano in braccio e Romano sulle spalle, entrambi profondamente addormentati '...ma alla nascita della nuova Nazione sono nati due fratelli. Forse è un segno funesto, o forse, al contrario, sarà la loro fortuna. Ma non ha senso pensarci ora.'

Guardò velocemente prima il piccolo che aveva in braccio, poi si voltò leggermente per osservare il visino del più grande.

- Ma sì, sono sicuro che andrà tutto bene! – Esclamò poi, incurante della possibilità di poter svegliare i nipotini. - Di certo l'Italia non sarà una Nazione che soffrirà di solitudine. - affermò infine divertito. – Diventerò ancora più forte per farvi vivere sempre felici, parola di nonno Roma! -



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Per la serie 'Le ultime parole famose' XD
E direi che Romano il cattivo umore alla fine se l'è tenuto XD
E io mi sa che finirò per diventare monotona perchè è un cattivo segno essere già alla terza fiction sugli stessi personaggi.
L'ho già detto che adoro i due fratelli Vargas? XD
Non so quanto sia 'canon' ciò che ho scritto, o quanto sia 'storicamente' giusto.
Ho evitato di mettere troppi particolari apposta, compresa l'identità delle persone che erano andate a vedere Romano appena nato.
E non se se è corretto che Francia e Spagna siano già lì, probabilmente no, ma volevo farli comparire assolutamente.
Non so nemmeno come nascano le persone che rappresentano le Nazioni.

In realtà penso che le Nazioni possano avere dei genitori (nelle schede del personaggi si dice che Roma ha incontrato la madre di Grecia ed Egitto) però nelle strip si vede America bambino completamente solo come se non avesse genitori ho pensato che magari le Nazioni 'nascano' dal nulla.

Questa fiction è un po' il mio pensiero sul perchè Romano è considerato il maggiore del due fratelli e perchè sono chiamati proprio 'Romano' e 'Veneziano'.
Questa fiction probabilmente è scritta male, nel caso la correggerò dopo, purtroppo non ho dormito quindi non ci sono molto con la testa.
Però mi è venuta l'ispirazione e DOVEVO scrivere!
Spero mi capiate XD

Chiaramente, se leggendo trovate errori di qualcunque tipo, vi prego di dirmelo, correggerò immediatamente!
  
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