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Autore: cool_stuff    06/05/2017    2 recensioni
[Monsta X]
[Monsta X]"Per tre mesi dopo la comparsa dei soldati, i sette ragazzi si erano organizzati formando “il Clan”; avevano imparato a conoscersi meglio e a fidarsi gli uni degli altri.
Avevano voglia di vivere, di ricominciare, insieme."
-Tratto dal primo capitolo-
[Quando ho provato a dare un senso al video di All In che mi è piaciuto da impazzire...
Aggiornerò ogni venerdì per mantenere una certa continuità (?) BUONA LETTURA e fatemi sapere cosa ne pensate~]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Ebbene si, siamo arrivati al penultimo capitolo di questa storia... La settimana prossima vi aggiornerò sulle novità ma per ora vi posso solo chiedere scusa per il ritardo e augurarvi buona lettura~
Baci, Ara]

DONE

I.M e Wonho, al suono autoritario della voce del loro Leader, rientrarono velocemente nella casa del più piccolo oltrepassandola tutta in lunghezza fino ad arrivare alla vecchia cantinola nel quale il proprietario della casa teneva armi ed arnesi vari. Nell’angolo sulla destra c’era una tanica bianca di benzina con il tappo rosso; in poco più di un minuto furono di nuovo fuori e consegnarono il serbatoio a Minhyuk che fece segno di seguirlo ed andare con lui.
-Lo ha picchiato di nuovo?- disse sbalordito Wonho, dopo aver ascoltato tutto il racconto dell'amico, schiudendo le labbra.
-Non posso aspettare chelo uccida. Non posso più aspettare- ripeté il platino girandosi verso la strada principale, ma prima di mettersi a camminare cacciò dalle tasche del gilet due passamontagna bianchi, uguali a quelli di Hyungwon e li porse agli altri due.
-Mettete questi. Quel bastardo deve sapere per chi stiamo facendo tutto questo. Dovrá pentirsi di essere nato.-
Detto questo incominciarono a camminare: Minhyuk al centro, leggermente più avanti degli altri due vista l'andatura più veloce, Wonho alla sua sinistra e I.M sul lato opposto; una camminata decisa, pronta a smuovere la terra, mossa solo ed esclusivamente dalla rabbia e dalla voglia di vendetta.
Oltrepassarono il ponte dove erano soliti divertirsi e dopo poco meno di un’oretta erano già arrivati a destinazione: un altro dei cinque negozi più ricchi della cittadella, era del padre di Hyungwon dove vendeva stoffe delle più pregiate al mondo.
-Dobbiamo fare un lavoro veloce e preciso. Non deve rimanere più nulla lì dentro-
-La benzina è poca, come facciamo?- chiese Wonho.
-I tessuti prendono facilmente fuoco, così come il resto del fabbricato visto che è di legno. Ci basterà quella che abbiamo, fidati.- gli rispose I.M facendogli un occhiolino.
Alla fine fu fin troppo facile ridurre in cenere l’edificio. Dopo essere stati attenti ad aver ricoperto quanto più possibile gli interni di benzina, Minhyuk, con l’aiuto di un fiammifero, fece salire al cielo una fiamma ardente fatta di fuoco e fumo, assieme ad un boato terrificante. 
L’enorme "X" dipinta sulla finestra più alta era ben visibile da lunghe distanze, simbolo che i tre ragazzi erano stati lì.
In men che non si dica il posto fu circondato da Guardie dell’Armata e nonostante fossero vestiti come la notte attorno a loro, le loro sagome si distinguevano perfettamente, così come quella del padre di Hyungwon, evidentemente nei paraggi ed incuriosito da quella strana luce che le fiamme rossicce emanavano. Quell’uomo che tanto aveva tormentato il figlio entrambi, psicologicamente e soprattutto fisicamente, era ora in preda al panico, osservando senza che potesse fare qualcosa, l’ultimo poco della sua vita che andava in frantumi.
Intanto, Minhyuk, Wonho ed I.M erano ad una cinquantina di metri di distanza a volti scoperti e nascosti dal buio, fissando la scena. Nonostante avessero compiuto la loro tanto bramata missione con successo, nessuno dei tre aveva accennato ad un sorriso, così come nessuno aveva osato proferire parola nel viaggio di ritorno. Avevano contribuito a distruggere una vita, e la voglia di credere di averlo fatto per un’ottima ragione automaticamente non annullava del tutto il pensiero di avere molto più in comune con le Guardie di quanto credessero. Ci avevano fatto l’abitudine a quei pensieri, ma non potevano negare che il mondo fosse cambiato e loro con esso. Quei sette ragazzi facevano parte del Clan e come tali avrebbero fatto di tutto per eliminare le ingiustizie che vedevano sopprimere la loro, una volta grande, nazione.
Minhyuk, arrivati alla casa del più piccolo salutò i due con la mano, ringraziandoli con uno sguardo sincero e se ne andò percorrendo la via da cui era venuto in precedenza.
-Rimani qui per sta sera- disse I.M guardando il biondo. 
-Non mi va di rimanere da solo per oggi.-
Wonho sorrise e varcò la porta, la maglietta sporca di cenere.
-Il bambino ha paura?- disse scherzosamente, ma non appena vide la faccia seria di I.M incominciò a dubitare che l’altro l’avesse presa bene.
-Si, ho paura che ci vengano a prendere questa notte, ci ucciderebbero, o peggio ci torturerebbero o imprigionerebbero e questa forse sarebbe l’ultima occasione per poterti guardare negli occhi.-
Wonho fece un paio di passi verso di lui, senza neanche pensarci, e gli posò una mano dietro la nuca attirandolo in un bacio.
Entrambi chiusero gli occhi cullati dalla morbidezza delle loro labbra e dal loro odore che si mescolava in uno mai sentito prima. Passarono i minuti e I.M, mosso da una voglia irrefrenabile di stringersi ancora di più al biondo, lo incominciò a spingere verso l’interno della casa ma senza mai interrompere il contatto tra le loro bocche. Arrivarono alla sua camera da letto evitando miracolosamente sedie, scarpe ed oggetti vari che ostruivano loro il passaggio. 
Il più piccolino con un’ultima spinta fece cadere Wonho sul materasso e lui sopra, al centro tra le sue due gambe.
-Ogni volta che parli mi deprimo- disse col fiatone Changkyun facendo scorrere le sue mani sul corpo del più alto fino ad arrivare ai lembi della sua maglietta che tirò in su per levargliela del tutto e fermarsi per un secondo ad ammirare la pelle nuda e lattea che pareva urlargli di martoriarla dolcemente con morsi e baci 
–Forse ti dovrei far stare zitto per una buona volta… prima che sia troppo tardi-
Wonho si alzò quel poco che bastava per arrivare a premere le proprie labbra sul collo dell’altro lasciando delle piccole scie di baci che fece arrivare fino al lobo dell’orecchio, lì si staccò di qualche millimetro per poi sussurrare: -Ti supplico Changkyun, fallo.-
-Accontentato.-

Jooheon arrivò all’appartamento di Kihyun verso le sette della stessa sera in cui aveva ricevuto la telefonata e con un paio di stampelle sotto il braccio, la porta era aperta quindi non ebbe problemi ad entrare. Trovò l’amico seduto sul divano dietro al tavolino di vetro e con il piede destro fasciato su di esso.
-Amico, grazie di essere venuto!-
-E di che- rispose Jooheon sorridendogli e dandogli il cinque a mo’ di saluto –Poi casomai dopo mi racconti come diamine hai fatto, mh?-
Kihyun rise e si spostò di poco per fare spazio all’altro che poggiò prima le stampelle affianco al divanetto.
Passarono tutta la notte a parlare del più e del meno, ridendo e scherzando per qualsiasi cosa per la prima volta dopo tanto, senza pensarci troppo, ignari di quello che fosse successo quella notte agli altri
  
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