Mi presento sono Elisa e questa era la storia di una ragazza, di cui la vita non era per niente perfetta anzi tutto il contrario, uno schifo. Ero una di quelle ragazze che riusciva ad essere se stessa solo con un foglio ed una penna in mano. Ero capace anche di dialogare e di scherzare con gli altri, malgrado avevo grosse difficoltá a istaurare rapporti. Cercavo sempre di dialogare ma in realtá non sempre ci riuscivo perché volevo nascondere qualcosa: me stessa. Quando tornavo a casa, o magari anche da scuola affogavo sempre in un mare di lacrime, cercando di non farmi scoprire dai miei genitori in modo da evitargli eventuali problemi, dato che magari avevano giá il loro da farsi. Questa ragazza, non riusciva a guardare qualcuno negli occhi, aveva paura che l'altro potesse scoprire qualcosa di lei, questa ragazza era sempre la seconda scelta di tutti, veniva presa in considerazione dagli altri solo quando qualcuno aveva bisogno, sennó veniva lasciata in disparte. Quella ragazza tutti i giorni se ne stava per conto suo, nel suo banco, rannicchiata nel suo angolino, come se sembrasse un tipo solitario invece guardava fuori dalla finestra in quanto non capace di relazionarsi con gli altri. Il paesaggio era quel suo meraviglioso compagno di quelle giornate che lei passa a fantasticare, e di mille viaggi, sperando che vi finissero presto, e le ore passassero im fretta. Ormai quei tratti li conosceva a memoria, avrebbe potuto dipingerli persino a occhi chiusi. Questa ragazza era diventata talmente esperta nel nascondere ció che avea dentro che non ce la faceva piú, da un momento all' altro avrebbe potuto scoppiare. Ancora non sapete che quella ragazza ero io, la descrizione mi raffigurava e mi descriveva perfettamente. ----------------------------------- Non chiamiamola "adolescenza" non credo che sia il termine piú corretto per definire un periodo molto difficile della nostra vita, io ritengo piú opportuno il termine "trappole del mondo" in quanto il mondo ci fa cadere in queste fosse.