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Autore: MogeTan    07/05/2017    0 recensioni
"Il volto di Nico sorride.
Nonostante la guancia premuta contro il cemento, il rivolo di sangue che scivola giù dalla tempia, il corpo scosso da deboli tremolii.
Il suo mignolo è caldo, agganciato a quello di una ragazza, sdraiata accanto a lei.
Le sue labbra mimano una parola sottovoce, senza far uscire nessun suono.
Maki sente il liquido caldo sotto di loro espandersi, aumentare sempre di più.
E piange."
Era stato un sogno, giusto?
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Maki Nishikino, Nico Yazawa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Il volto di Nico sorride.
Nonostante la guancia premuta contro il cemento, il rivolo di sangue che scivola giù dalla tempia, il corpo scosso da deboli tremolii.
Il suo mignolo è caldo, agganciato a quello di una ragazza, sdraiata accanto a lei.
Le sue labbra mimano una parola sottovoce, senza far uscire nessun suono.
Maki sente il liquido caldo sotto di loro espandersi, aumentare sempre di più.
E piange."
 
Il primo pensiero che folgora la mente di Maki non appena apre gli occhi, è il dolore. Il suo corpo è percorso da un dolore acuto e persistente, ovunque.
Poi sopraggiunge il sollievo.
Era stato un sogno, giusto?
-Maki-chan!
La voce femminile, i capelli corti disordinati, il volto segnato da preoccupazione e dolore.
Rin quasi le si butta addosso, abbracciandola con un'insolita delicatezza, seppur senza evitare di far uscire dalle labbra della giovane donna qualche gemito dolorante, al quale l'altra si stacca di scatto.
Maki fa scorrere lo sguardo sulla stanza in cui si trova.
Il bianco predomina, prendendosi pareti, soffitto, letto. L'unica nota di colore sono dei fiori in un vaso, accanto a lei. Vicino ai fiori ci sono dei macchinari.
Lo sguardo di Maki percorre i fili legati alle macchine, e raggiunge il suo braccio.
Sgrana gli occhi, porta una mano sul petto, sente le bende. Allora guarda le ragazze di fronte a loro.
Sono in quattro.
Hanayo china lo sguardo; i suoi occhi si sono riempiti di lacrime, e nella mano stringe un lembo della maglietta di Rin, con forza.
E i ricordi invadono la mente di Maki.
Nico, il sangue, il dolore, Nico, la pistola, i soldi, Nico.
Le labbra di Nozomi si schiudono per dire qualcosa, ma si limita a mormorare il suo nome.
-Maki... tu ti ricordi...?
E' stata Eli a parlare, questa volta. La sua voce è gentile, leggermente incrinata. La ragazza dai capelli rossi annuisce, lentamente.
-Nico... lei dov'è? Come sta? Perché non siete con lei?
La voce esce roca dalla sua gola, più bassa.
Hanayo scoppia involontariamente in un singhiozzo, e a Maki basta.
Anche Nozomi sta piangendo, adesso, e forse anche le altre.
Ma Maki non sente più niente.
 
 
Ci volle meno del previsto perché Maki potesse tornare a casa. I medici avevano fatto un buon lavoro, e la pallottola non aveva nemmeno sfiorato punti vitali.
Honoka aveva proposto di accompagnarla a basa, ma Maki aveva rifiutato.
Aveva bisogno di stare da sola.
Tutto è ancora esattamente come l'avevano lasciata qualche settimana prima. La tazza sporca di Nico sul tavolo, dimenticata per il rischioso ritardo al lavoro, un po' di codini vistosamente rosa sul tavolo davanti ai divani, abbandonati anche quelli. Le ciabatte di Nico sono una sopra l'altra, disordinatamente appoggiate contro la parete, e affianco quelle di Maki, ordinate.
La donna trattiene altre lacrime, osservando la loro casa.
La loro casa terribilmente vuota.
Raggiunge zoppicando la tazza sul tavolo, e poi gli elastici, e poi le ciabatte. E anche tutto il resto, come la giacca buttata sulla sedia e i trucchi in cucina -Nico amava truccarsi dov'era Maki, e quindi portava la trousse ovunque fosse lei.-
Tutto con estrema fatica ed estremo dolore.
Posò la mano sul frigo.
Nico e Maki attaccavano tutto ciò a cui tenevano: fotografie, biglietti, calamite.
Proprio in mezzo, c'era tutto il gruppo della polizia.
Sarebbe dovuta essere una foto seria, ma Rin si era letteralmente buttata su Eli e Hanayo -che era tutta imbarazzata per la nuova divisa-, e Nozomi non si era trattenuta dal ridere.
Honoka, al centro, non aveva neanche provato a far tenere il controllo della situazione, come ogni capitano dovrebbe fare, e aveva semplicemente abbracciato Maki, che era l'unica che ancora tentava di non sembrare una sprovveduta, ed era subito stata seguita da Nico.
Alla fine la foto sembrava più un abbraccio di gruppo, ma era piaciuta talmente tanto che l'avevano tenuta così.
Maki si volta, il labbro morso fino a sangue. Raggiunge, al piano superiore, una porta che varca velocemente.
Si siede su uno sgabello, davanti all'enorme pianoforte al centro della stanza.
Non appena inizia a suonare, anche le lacrime ricominciano a scendere.
La sua Nico.
I singhiozzi accompagnano le note, forse le superano.
Ha perso la sua Nico.
La schiena si china verso il pianoforte, e le gocce bagnano i tasti.
Per sempre.
Non sa quanto ha pianto, ma le lacrime non finiranno.
Non potrà più abbracciarla, cantare con lei. Non potrà più baciarla o assaggiare i suoi piatti disastrosi. Non potrà più udire i suoi complimenti, non potrà più sgridarla.
Non potrà più fare niente.
Il dolore è più forte della musica, più forte di tutto.
Perché Nico ha cessato di vivere. 



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Spazio autrice:
Buongiorno :D Tanto per cominciare ringrazio chiunque sia arrivato fino a qui, e ringrazio ancora di più in caso di una recensione che, insomma, fa sempre piacere.
Non pubblico da un sacco di tempo, e questa ff l'ho scritta un bel po' fa. 
Mi piace l'Angst.
E nulla, non ho molto da dire, se non che il titolo non c'entra praticamente nulla. E scusatemi se è coosì corta, ew.
Ricordatevi di recensire e fare le brave persone, vi prego ;;
  
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