Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: irYsblackeyes    07/05/2017    0 recensioni
Vi è mai capitato di fare un sogno talmente reale da svegliarvi completamente nel panico? Sognare una persona che hai frequentato mentre soffre, piange, si dispera e svegliarti con la tachicardia sperando sia quello un sogno premonitore? La vita non è un libro o un film. La maggior parte dei trentenni belli e ricchi che si mostrano all'inizio anche educati e cortesi, in realtà sono delle persone bipolari, egoiste ed irrispettose degli altri che pensano di poter manipolare le donne a loro piacimento solo facendo loro sentire il profumo dei soldi. Ho avuto a che fare con una persona del genere. Forse data la mia insicurezza e la mia bassa stima di me stessa, mi ha vista come un bersaglio molto facile.
Mi sono bastate 6 uscite e dopo due volte che si apriva davanti a me ed in un luogo pubblico la giacca mostrandomi fiero mazzette da € 500,00 tenute nascoste nella tasca interna del costosissimo capo di abbigliamento, (solo per dirmi: io ho i soldi, se vuoi stare con me fai quello che ti dico io e sarai ben ricompensata) ho capito che non avrei fatto alcun male a scaricarlo di punto in bianco.
Non potevo concedere il mio
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Esco dal ristorante con il solito ghigno da stronzo soddisfatto che da qualche giorno a questa parte non riesco a togliermi dal volto. Prima era l'attesa. Ora è la soddisfazione di averli fra le mani. 

Ho appena venduto un Rolex intascando 20.000€ in contanti. Mi sento addosso il loro profumo e mi sento ancora più potente di quanto già lo sia. Domani chiamerò Nataliya in Romania e le dirò di chiudere lo studio per ferie e di fare immediatamente i bagagli. La raggiungerò e partiremo per una o più destinazioni a caso che lascerò scegliere a lei. Per noi ricchi il lavoro può anche aspettare.

 Mi piace portarmela dietro, fa scena: é alta, magra, ha i capelli lunghi, le tette grosse e stranamente è anche abbastanza intelligente. Non parla neanche troppo. A differenza di quell'altra. Rossana era una piaga sociale. Mi ero lasciato  inizialmente intenerire da quel suo bel visino innocente e pallido, illuminato dai suoi enormi occhioni verdi e da quell'impacciata insicurezza che sembrava dirmi: non troverò mai uno come te, resta per sempre con me. La cosa mi lusingava alquanto. Per non essere laureata non era neanche stupida ma per il resto, le aveva tutte contro: parlava troppo, aveva i capelli corti, le tette piccole e fisicamente non era un gran chè. Il suo ex ragazzo me la aveva decantata come una divinità... si vede che era un uomo che si accontentava di poco. E' pur vero che un disperato di 44 anni, ad avere a fianco una ragazzina di trent'anni si sente un Dio...e lei diventa automaticamente la sua Dea. 

Come la maggior parte delle donne, Rossana ad un certo punto ha iniziato a volere di più da me tentando anche di fregarmi. Ma cosa poteva pretendere una come lei da uno come me? Era già tanto che avevo acconsentito a tenermela a casa nei weekend. L'ho fatto solo perchè stava simpatica al mio esemplare di gatta siamese e anche perchè così non dovevo cucinarmi i pranzi o le cene. Le piaceva stare in cucina e cucinava anche discretamente. 

Andava tutto bene fra noi fino a che una sera, dopo  una mediocre sveltina, aveva iniziato con i soliti discorsi che da qualche tempo a quella parte erano i suoi unici argomenti di conversazione: desiderava che mi facessi sentire tutti i giorni, voleva sapere sempre come stavo, cosa facevo, dove andavo...voleva fare "cose normali " che fanno i fidanzati: le gite, il cinema. A me invece importava andare a ballare e a bere con gli amici facendo tardi dal giovedì sera alla domenica notte. Quante volte l'ho lasciata a casa mia a badare al gatto mentre io invece passavo la notte a bere ( e non solo ) nei locali più INN di Milano.

Nonostante le sue lamentele, obbediva ciecamente ad ogni mio ordine, come se le avessi fatto un incantesimo. Chi avrebbe mai pensato che invece questo suo comportamento era tutto un piano per fregarmi. Non la avrei mai fatta così furba. Ma ci vuole ben altro per farmi fesso. IO, ci posso cascare ma ne so uscire sempre vincitore. Tante multe ho preso per colpa mia, quante sono riuscito a sgravare per intero.

Con Rossana ero quasi riuscito a fare un buon lavoro. Ultimamente sospetto dello zampino di qualcuno per ciò che riguarda la "marachella" che mi ha combinato quella pallida ragazza insipida. Me la stavo lavorando come volevo: all'inizio mi sono mostrato dolce, gentile, galante...insomma un uomo di altri tempi.  Non appena ho visto la "scintilla" nei suoi occhi l'ho fatta mentalmente la mia schiava. 

Potevo averne di più carine ma con quelle carine generalmente un pò c'è da lottare. Hanno la puzza sotto il naso e di italiane purtroppo non ne ho ancora conosciute molte che si fanno attrarre dall'olezzo del pezzo viola. Quelle che ho avuto poi sono finite come Rossana: volevano di più ma io non ho tempo da perdere con loro.

Nataliya invece mi piace perchè è fatta della mia stessa pasta. Quando mi scopa bene le sgancio il pezzo viola o le faccio un bel regalo. La vado a trovare in Romania, una o due volte al mese e a lei va bene così. 

Tre settimane fa, nonostante la sua eccellente prestazione non le ho dato nulla. Conoscendola, appenami vedrà me li chiederà con gli interessi. Ma so come farmi perdonare.

Salgo in sella alla mia Ducati Diavel color argento e sfreccio nella notte verso il mio studio. Devo controllare immediatamente se i soldi che mi ha dato Giorgio sono tutti veri. Se non è così , ha finito di vivere ed è quindi meglio che stasera si dia alla pazza gioia.

Mi sta andando davvero bene la vita. Non che possa lamentarmi. I miei genitori sono tutti e due dirigenti di grandi aziende. Io , figlio unico, ho sempre vissuto nel lusso. 

Da ragazzino ero invidiato da tutti i miei amichetti per avere la casa con la piscina. Da adolescente ci facevo le festa quando i miei erano al mare o ci portavo le ragazze. Non mi è mai mancato nulla e mai sarà così.

Sono il 34 enne più fortunato della Brianza.

La superstrada è parecchio trafficata per essere le 2.00 del mattino, decido quindi di prendere una strada alternativa. 

Il mio dannato navigatore perde continuamente il segnale. L'ho fatto aggiornare dal mio amico Marco due giorni fa e già non funziona. Quando lo vedrò, mi sentirà.

Percorro velocemente quelle strade sconosciute e passata una mezz'ora inizio finalmente  a riconoscere le zone dove mi trovo; non sono molto lontano da casa. Stasera sono particolarmente distratto. 

Passo a tutta velocità su un inquietante  ponte dove sotto scorre un fiume.

Non c'è nessuno davanti a me ma non so come, perdo il controllo del veicolo e mi ritrovo a fare innumerevoli capriole per aria. Mentre volo, inerme come un sacchetto vuoto di plastica in balia del vento, la mia giacca si apre e vedo i miei soldi volare come coriandoli il giorno di carnevale.

Vivo tutta la scena a rallentatore: io che cerco invano di chiudere la giacca mentre volteggio in aria come una ballerina classica alla Scala, (solo che lo faccio con meno grazia), la moto che girando genera mille scintille quasi come fossero fuochi d'artificio, il cielo nero che piano piano si allontana da me.

Cado per terra come un sacco della pattumiera pieno di mattoni. 

"POMF". Un rumore buffo per la circostanza. Il casco mi si rompe in testa e la schiena a contatto con l'asfalto produce un "Crak " molto sospetto.

Mi si blocca il respiro. tento invano di alzare e abbassare la cassa toracica per immagazzinare ed espellere aria ma mi sembra un'operazione difficilissima da eseguire in questo momento. 

Con il respiro strozzato ed il corpo insensibile, guardo gli innumerevoli pezzi viola che si appoggiano su di me come petali di fiori di ciliegio sull'asfalto.

Chiudo gli occhi e tremo. Ho paura di morire. Sono immobile in mezzo alla strada. L'unica cosa cosciente è il cervello. Il resto del mio corpo sembra morto. Anche il cuore sembra mi stia abbandonando.

Se dovesse passare una macchina a tutta velocità, non farebbe neanche in tempo a frenare. Mi investirebbe riducendomi in brandelli. Mi scende una lacrima. 

Inutile gridare aiuto...fatico già a respirare. L'unico rumore che sento è quello del mio Rolex, quello che non venderò mai, quello che mi regalò mio padre il giorno che conseguii la laurea in Economia.

Tic-Tac. Scandisce ogni secondo che mi avvicina alla morte. 

Perchè ho voluto fare proprio questa strada?

 

                                                                Capitolo 2 - Un giorno di festa-
 

Oggi mi sono vestita di festa. E' domenica, ma l' occasione non è la "Festa del Signore". Mi guardo allo specchio mentre tengo una  forbice argentata in mano.  

Afferro una grossa ciocca dei miei lunghi capelli neri finti, e la trancio di netto. Le extencion cadono a terra ed io mi sento immediatamente più leggera. Odio i capelli lunghi, mi rendono ancora più pallida e smorta di quello che già sono. Ma a lui piacevano. Come gli piacevano le ragazze magre. 

Non sono mai stata di costituzione esile. Non sono mai stata neanche grassa. Stavo bene. Stavo, appunto.  Ma per lui ero grassa. Le mie gambe lui le voleva vedere sottili come dei grissini. Così ho smesso di mangiare. Mi nutrivo solo di un frutto una volta al giorno, anche nei weekend. Cucinavo per lui ma non per me e se andavamo fuori a mangiare per via di qualche cena o compleanno,  i seguenti quattro giorni ingurgitavo solo tè verde qualche galletta di riso. Presto persi dieci chili. In vita mia non ero mai arrivata a pesare 40 chili. 

Lui mi guardava soddisfatto mentre io mi vedevo e mi sentivo un mostro per quello che stavo facendo al mio corpo. Mi contava le costole mentre eravamo a letto insieme ed era contento. Io invece no. Non ero più io. La Rossana allegra e in salute che tutti, io per prima, conoscevano aveva cominciato  a scomparire un mese dopo aver iniziato a frequentare Francesco. 

Mi taglio l'altra ciocca di capelli finti e sorrido. Piano piano sto tornando "IO". La Rossana con le guance rosa e paffute e  con i capelli corti  e sbarazzini. 

Quando stavo con Francesco ero talmente magra che per un periodo mi scomparve il ciclo. Spaventata da ciò, ripresi a mangiare ed a mettere su peso. Lì iniziarono le prime litigate ed io, stanca ma succube di lui, iniziai a ribellarmi a quel feroce "Padrone " ed a lottare per riprendere in mano la mia vita. 

                                                            Capitolo 3 - BENTORNATA ROSSANA!-

 

Indosso le mie ballerine colo tortora CHE LUI ODIAVA

Volteggio nella mia stanza quasi vuota con il mio vestitino di seta blu con manica a tre quarti (che finalmente non mi sta più largo) CHE LUI ODIAVA

Carico le labbra con il mio rossetto color ciliegia CHE LUI ODIAVA

Prendo la borsa di cuoio marrone chiaro CHE LUI ODIAVA e me la metto a tracolla.

Sorrido allo specchio "Ben tornata Rossana" e mi dirigo verso l'uscita.

Mentre cammino lungo la strada per raggiungere la mia destinazione, due cose mi chiedo:

"Dove diavolo ho parcheggiato la macchina?"

"Perchè mio padre ha quasi svuotato la mia stanza mentre ero via? Bastano una vacanza ed una litigata di tre settimane per sparire dalla vita del tuo genitore? " Poco importa. Sono tornata ieri mattina e l'ho visto solo due ore. Due ore in cui entrambi ci siamo ignorati come al solito.

"Parto per il Texas. Sto via un mese." questo è stato il biglietto che ho trovato stamattina sul tavolo." Spero non gli succeda nulla. Nel bene e nel male, ho solo lui.

Arrivo sudata davanti alla grande porta a vetri. Si apre in automatico e mi accoglie quel solito odore di disinfettante misto a pastina misto a sentore di morto.

Mi dirigo alla Reception dove una mora di mezza età mi accoglie guardandomi stranita. Forse mi sono truccata troppo.

"Il Sig. Francesco Cattaneo è ricoverato presso di voi?" chiedo sorridendo cercando di non mostrare troppa euforia.

"Controllo subito. Lei è una parente? "

Sorrido beffarda mentre le rispondo "Sono un' amica"

"Reparto rianimazione stanza 235" mi guarda di nuovo abbassandosi gli occhiali "Non siamo nell'orario di visita signorina..."

"Poco importa, volevo solo sapere se era qui. Tornerò nell'orario di visita serale. Grazie."

Senza aspettare l'eventuale risposta, le giro le spalle e vado verso il bar. Voglio festeggiare con un aperitivo.

 

 Capitolo 4 - CI VEDIAMO DOMANI-

Non ho bevuto l'aperitivo. Non voglio più rovinare il mio corpo per colpa sua. Sono semplicemente tornata a casa ed ho aspettato  e sperato, sdraiata sul letto, che arrivassero presto le 19.00.

Sono le 19,30. Un dottore con la barba folta e grigia e con gli occhi verdi come i miei, gentilmente mi istruisce sulla procedura da adottare per poter far visita a Francesco. Indosso il camice, la mascherina, mi disinfetto le mani ed entro in stanza. 

Francesco giace supino, nudo suppongo, nel letto, collegato ad almeno tre monitor che tengono sotto controllo le sue quasi nulle funzioni vitali.

Il respiratore emette dei rumori quasi inquietanti mentre cerca di pompare aria nei suoi polmoni. Il mio primo istinto è quello di staccarlo. Ma non sono lì per questo.

In piedi alla sua sinistra lo osservo impotente nelle mani di Dio. Strano, visto che è sempre stato convinto di essere lui DIO. 

La mia mano sinistra prende la sua. E' fredda e molle. In confronto alla mia è comunque enorme. Con la mano destra mi appoggio al cuscino e piano piano scendo verso il suo orecchio. Con le mie labbra rosse e sottili gli sussurro le seguenti calde parole : IL-MALE-CHE-MI-HAI-FATTO-TI-E'-TORNATO-INDIETRO.

Senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi chiusi, mi alzo mi dirigo verso l'uscita.

"Ci vediamo domani" sussurro.

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: irYsblackeyes