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Autore: AlexisVictorie    08/05/2017    1 recensioni
Momenti di vita di Harry e Louis e sei volte che si sono detti "Ti amo" senza davvero dirlo chiaramente.
"Quando arrivi chiamami"
"Allacciati la cintura"
"Copriti"
"Dormi un po' "
"Lavo io i piatti"
"Sono partito, aspettami"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Gea anche se non so se leggerà questa storia.

Ti voglio bene, sis.

A Roxy perchè l'ho fatta entrare nel fandom

e mi sta ancora bestemmiando.

 

 

#Quando arrivi chiamami

 

-Mi mancherai un sacco, Loueh. Trovo orribile che ci siamo appena messi insieme e già mi abbandoni per una vacanza- si lamentò Harry con un broncio.

-Amore, mio padre mi può vedere solo due settimane d'estate e rare volte durante il resto dell'anno: non me la sentivo di non andare a trovarlo-

-Lo so, lo so ma mi mancherai un sacco. Siamo ancora nella fase della luna di miele, lo sai, come faccio io senza di te?-

-Ci scriveremo ogni giorno, tesoro, e spero vivamente Taylor non approfitti della mia momentanea lontananza per tentare di saltarti addosso. Dio, non si fa scrupoli a provarci nemmeno di fronte a me, figuriamoci ora che non ci sarò-

-Amore, vorrei ricordarti che sono gay, tanto per dire.-

-Non mi sento rassicurato, anzi, quel cavallo del tuo amico mi preoccupa quanto quella biondina rompipalle-

Harry rise divertito e baciò leggermente il ragazzo, giusto uno sfiorarsi di labbra.

-Chiamami quando arrivi, okay?-

-Harry non sto andando in guerra, santo cielo! Con l'aereo impiegherò nemmeno un'ora ad arrivare davvero, non ti preoccupare- protestò Louis, pur sapendo che il suo primo pensiero appena atterrato sarebbe comunque stato per Harry.

-Tu chiamami lo stesso, okay? Altrimenti mi farai restare con l'ansia- replicò subito il riccio.

-E va bene, va bene. Tu però promettimi di tenere alla larga tutto lo stuolo di gente che ti viene dietro.- pretese con una smorfia il liscio, spostando con un gesto abituale il ciuffo dagli occhi.

-E tu di specificare con chiunque che sei fidanzato-

-Sarà la prima cosa che dirò a chiunque. Anche prima del mio nome- alzò gli occhi al cielo Louis.

-Guarda che non sto scherzando!-

-Certo Haz-

 

 

 

 

Manchester era nuvolosa, non che Louis si aspettasse qualcosa di diverso ,a del resto viaggiare in aereo dava l'idea di starsi dirigendo verso chissà quali luoghi meravigliosi.

Mentre Manchester era solo...nuvolosa.

Aveva come l'impressione che l'assenza di Harry la rendeva più cupa di quanto non fosse davvero.

Afferrò il telefono e compose il numero del riccio.

Il quale quasi non diede modo al telefono di squillare.

-Sei arrivato?- arrivò immediatamente la domanda.

-Sì. Mi manchi.-

-Torna presto-

 

 

 

 

 

 

 

 

#Allacciati la cintura

 

 

-Louis tesoro, vado a lavoro!- gridò Harry e un rumore di pentole che sbattevano e l'eco di imprecazioni mangiate arrivò alle orecchie del riccio.

Louis apparve dalla porta con ancora il grembiule addosso e un mestolo in mano e si affrettò a baciare il fidanzato.

-Tesoro, mi raccomando allacciati la cintura. Non hai sentito dell'incidente del figlio della vicina?- si raccomandò il liscio aggiustando la cravatta del riccio.

-Amore sta tranquillo, so guidare, sai?-

-Non è di te che dubito ma di quelle bestie che si permettono di guidare quando non sono nelle condizioni di farlo e strappano persone alle loro famiglie.-

-Io metto la cintura ma tu non cucinare, tesoro. Non voglio vedere la casa in fiamme, okay?-

-Ehi! Io so cucinare!- ribatté infastidito Louis, voltando le spalle al riccio con fare offeso.

Harry gli afferrò i fianchi e se lo portò contro, baciandogli il collo.

-Torno presto, amore-

-Cinese o pizza?- chiese rassegnato il liscio.

-Pizza, lo sai che io e il cinese non andiamo d'accordo-

-Va bene. Buona giornata, Haz- Louis baciò il fidanzato di sfuggita e tornò in cucina.

Harry sorrise, sentendolo rimettere a posto pentole e suppellettili e si chiuse la porta alle spalle.

Scavò nella borsa alla ricerca delle chiavi dell'auto e mise in moto velocemente.

Stava per partire quando esitò ricordando le parole del fidanzato.

Non usava portare la cintura ma del resto Louis gli era sembrato abbastanza angosciato riguardo i pericoli della strada sebbene avesse cercato di non farglielo capire.

Del resto non gli costava niente allacciare la cintura e far felice il suo amato.

Ma sì, se rende più tranquillo Louis ne vale la pena.

Era quasi arrivato a destinazione quando venne colpito.

La vista gli si offuscò e un grido gli morì in gola.

 

 

 

 

 

-Signor Tomlinson, l'orario di visite è finito, non può restare ulteriormente.- stava dicendo una voce sconosciuta.

-E se si svegliasse mentre non ci sono? Non me lo faccia lasciare; ha bisogno di me, lo so.-

Louis.

Il suo amato Louis.

Cercò di alzarsi dal letto e attirò l'attenzione del fidanzato e dell'infermiera.

-Signor Styles cosa sta facendo?!-

-HARRY!-

Gridarono i due allo stesso tempo.

Il riccio sentì delle labbra sottili ricoprire il suo volto di baci e delle lacrime non sue bagnargli il viso.

-Signor Styles devo ammetterlo...lei ha avuto una fortuna sfacciata. Nell'impatto l'altro conducente è stato sbalzato via ed è purtroppo morto sul colpo. Probabilmente avrebbe fatto la stessa fine se non avesse avuto la cintura allacciata. Vado a chiamare il dottore per visitarla, signor Tomlinson non lo sciupi troppo mi raccomando.-

-Ci penso io a lui, Soph, tranquilla.- strizzò l'occhio Louis.

Appena la porta si chiuse dietro la donna, il liscio coinvolse il fidanzato in un bacio disperato mentre lacrime tornavano a scorrere.

-Amore, ehi, amore no, non piangere. Amore mi hai salvato la vita, lo sai?- rassicurò il riccio, asciugando le lacrime del liscio.

-Che intendi dire?- singhiozzò Louis, gli occhi azzurri gonfi e rossi.

-Non avrei mai messo la cintura se non me l'avessi detto tu, l'ho fatto solo perchè volevo farti contento.-

Il liscio sgranò gli occhi e un sorriso gli si aprì sul volto.

-Ti amo, Haz-

-Ti amo anch'io, Boo-

 

 

 

 

 

#Copriti

 

-Louissssss!-

-Che succede?- il liscio si affacciò alla porta e i capelli gli ricaddero sulla fronte, perdendo il ciuffo su cui il giovane stava faticosamente lavorando.

-Devi andare per forza?- brontolò il riccio sporgendosi dalle coperte dov'era sepolto.

-Amore...è il mio lavoro. Almeno finchè non trovo qualcosa di meglio, ovviamente.

-Uffa...però copriti okay? Fa freddo fuori e quando uscirai dalla discoteca lo sbalzo di temperatura sarà tremendo.-

-Ammettilo che sei solo preoccupato qualcuno possa provarci con me per avere i drink gratis- lo prese in giro il fidanzato.

-Mi piace pensare che il mio futuro marito sia incorruttibile-

Louis gli fece l'occhiolino e rigirò con affetto l'anello di fidanzamento che portava al dito.

Harry si sollevò dal montone di coperte e afferrò il giubbino più pesante che possedesse.

-Scordatelo amore, non metterò quel coso di lana!- gridò Louis dal bagno senza che Harry nemmeno aprisse bocca.

Quando il castano sbucò dalla toilette sorpassò con eleganza il riccio con ancora il giubbino imbottito fra le mani per afferrarne uno di pelle che Harry cercò di bruciare con lo sguardo.

-inutile che mi guardi così, tesoro. Siamo a Maggio!-

-Siamo anche in Inghilterra, il paese della pioggia, del freddo e della nebbia.-

-Sopravvivrò- ridacchiò il liscio, mordendogli il labbro inferiore.

Harry lo coinvolse in un bacio e subito dopo si assicurò di lasciare un succhiotto abbastanza evidente sul collo del fidanzato.

-Smettila di fare il possessivo, tesoro. Torno sempre da te, no?-

-Non è di te che diffido. Sei così prezioso che chiunque ti vorrebbe. Non so nemmeno io come è possibile che io fra tutti sia riuscito a conquistare una tale meravi..-

-Okay basta complimenti o non uscirò da questa casa molto presto- arrossì Louis.

-Colpevole- Harry nascose un sorriso dietro la mano inanellata.

-Vado, okay?-

-Mostra a tutti chi è il miglior barman di Londra, gioia! E copriti santo cielo! Quando torni do fuoco a quel giubbino sappilo!-

 

 

 

 

-Boo sono a casa!-

Non sentendo risposta, Harry si preoccupò e corse nella loro camera da letto.

Ciò che trovò lo rese incredibilmente soddisfatto.

Louis era sommerso sotto numerose coperte, il naso rosso e numerosi fazzoletti usati ammucchiati sui comodini.

-Indovina chi si è beccato la febbre perché non si è coperto ieri sera?- fece saputo Harry, ottenendo solo un lamento da animale morente.

-Oh suvvia amore, è solo un po' di febbre!-

-Ho 38!- fu la risposta che giunse soffocata sotto i vari strati di coperte e piumoni.

-Coccole?- propose Harry con un sorriso e la testa scombinata di Louis rispuntò immediatamente.

-E se ti ammali anche tu?-

-Passeremo il tempo a coccolarci finché non ci passa-

A quella risposta, il liscio sollevò subito le coperte per fare spazio al riccio.

-Haz?-

-Sì, Lou?-

-Domani butto quel giubbino.-

 

 

#Dormi un po'

 

 

Un pianto riempì le orecchie di Louis che strizzò gli occhi, cercando di trovare la forza per alzarsi e controllare la sua Darcy.

-Vado io- sussurrò una voce nel buio, al suo fianco -Tu dormi un po'. In questi giorni non ci ha lasciato dormire tranquilli.-

Louis sospirò di sollievo e nel dormiveglia sentì Harry canticchiare qualcosa a Darcy nel tentativo di calmarla.

Harry riposò la bimba nella culla e si rimise a letto, avvolgendo Louis fra le sue braccia, facendolo aderire al suo corpo.

-Grazie Haz.-

-Dovere, tesoro. Mi sono accorto di quanto sei stanco in questo periodo; cercherò di trovare più tempo da dedicarvi per aiutarti con Darcy, va bene?-

-Ti amo. Sei sempre così comprensivo- mugugnò nel sonno, Louis.

-Anch'io ti amo. E faccio solo il mio dovere di marito tesoro. Meriti questo e altro-

 

 

Tre anni dopo

 

-Papà? Babbo?- chiamò una vocina sottile.

-Haz, tua figlia chiama.-

-Perchè è solo figlia mia alle tre di notte?-

-Ho fatto un brutto sogno- li richiamò Darcy.

A quel punto entrambi i genitori si sollevarono di scatto.

-Vieni a dormire con noi, tesoro, vuoi?- propose Louis con un sorriso stanco.

Darcy si illuminò e saltò sul letto accoccolandosi contro il petto del liscio e tirando anche l'altro papà verso di loro.

-Vuoi raccontarci cosa hai sognato, amore?-

-Voi avete detto che sta arrivando un fratellino. Che lo state adoppando-

-Si dice adottando, tesoro- la corresse con leggerezza Harry.

-Adottando- ripetè la bimba. -Comunque ho sognato che con l'arrivo di Freddie voi non mi volevate più perchè il fratellino è più bello-

-Ma no tesoro! Non funziona affatto così. Anzi, io e papà Harry avremo bisogno di te ora più che mai quando arriverà. Ci serve qualcuno che lo protegga finché non ci riuscirà da solo. E sono sicuro che tu saresti bravissima ad aiutarci perché da soli non ce la facciamo, io e babbo.-

-Quindi non mi abbandonerete?-

-Certo che no, Darcy. Ti amiamo esattamente quanto già amiamo Freddie anche se non è ancora qui con noi- rispose con sicurezza Harry e la bimba annuì.

-Ora dormi un po' tesoro. Anche tu, Lou-

 

 

 

 

 

 

#Lavo io i piatti

 

-Tesoro, tutto bene?-

-Sì Lou, è solo che di recente a lavoro non ho avuto un attimo di tregua. Avrei quasi preferito non ricevere quella dannata promozione.-

Louis sorrise a quelle parole e si accoccolò affianco al marito sul divano.

Harry gli lasciò un bacio fra i capelli scuri e rafforzò la presa.

-Che hai cucinato?-

-Pollo ripieno di mozzarella e avvolto nel prosciutto di Parma con contorno di purea di patate-

-Sembra delizioso. Cos'è esploso mentre lo preparavi?- ridacchiò stancamente il riccio.

Louis parve infuriarsi per quello.

-Come ti permetti? So cucinare qualcosa adesso, ho imparato un po'!-

-Okay, lo devo ammettere, non è più andata a fuoco la cucina da quando ti ho costretto a seguire quel corso per casi disperati nell'ardua arte di cucinare- (N.d.a che poi io lo capisco Louis perchè io quando si tratta di cucinare non so manco quanto sale mettere nell'acqua della pasta)

-Si sfotti pure Masterchef. Ma oggi tocca a te lavare i piatti.-

-Oh Dio!- gemette Harry -Lou, ti scongiuro non farmelo fare, non mi reggo nemmeno in piedi!-

-Ci pensavi prima di sfottere il tuo amato, prezioso e delizioso marito.-

-Soprattutto delizioso- sorrise malizioso il riccio.

-Non provare a fare allusioni di nessun tipo per evitare i piatti che ti lascio in bianco per una settimana.-

-Sei una persona orribile- si lamentò Harry, portandosi Louis a cavalcioni sulle cosce.

-Ma mi ami lo stesso- fu la rapida risposta.

-Darcy?-

-In camera a leggere quelle storie assurde su quel suo sito ancora più strano-

-Errato, papà, sono proprio qui. E il sito si chiama Wattpad- intervenne Darcy, ormai quattordicenne, avanzando con il suo solito andamento traballante (aveva assorbito quel modo di camminare da Harry) e i ricci a circondarle il viso scarno.

Di viso somigliava incredibilmente tanto a Louis, occhi azzurri, zigomi pronunciati, sebbene fosse stata adottata.

Subito dalle scale scese anche Freddie, undici anni di travolgente energia.

Il piccolo aveva liscissimi capelli ambrati, occhi verdi e una pelle talmente chiara che la maggior parte delle vene più in superficie erano perfettamente visibili.

-Wattpad, Efp...sempre siti strani sono!- replicò Louis, mettendo a tavola i piatti per ognuno.

Freddie si tuffò nel piatto senza aspettare nemmeno che il padre si sedesse mentre Darcy si preoccupava di eliminare prima tutte le ossa dalla carne prima di iniziare a mangiare.

Harry sorrise alla sua famiglia e sbadigliò apertamente.

-Tesoro tutto bene? Non sei mai stanco già a quest'ora-

-Te l'ho detto, è stata una giornata davvero pesante.-

Louis fissò le occhiaie stanche sotto gli occhi del marito e sorrise comprensivo.

-Li lavo io i piatti, amore. Tu vai a letto. Non eri così stanco neppure quando questi due non ci lasciavano dormire con i loro piagnistei- ironizzò meritandosi lamentele dai figli.

Harry rise stancamente e baciò ad uno ad uno i suoi figli e il marito.

Mentre saliva sentì Darcy dire a Louis -Papà ti aiutiamo noi, tu insaponi, io sciacquo e Freddie asciuga, ci stai?-

 

 

 

 

 

#Sono partito, aspettami

 

 

-Ricordami perchè tuo padre non è qui e io non sono alle Maldive con qualche bell'isolano- sbuffò Louis facendosi aria con un quaderno afferrato a caso da un tavolino lì vicino.

Era al centro commerciale con i figli perchè Darcy veva bisogno di un vestito per il matrimonio del fratello, del quale era anche testimone.

-Perchè aveva un meeting importante che non ha potuto spostare in nessuna maniera, per quanto ci abbia provato- fu la pronta risposta di Freddie, ormai ventenne.

Darcy uscì dal camerino sfoggiando un vestito di seta azzurro, che risaltava i suoi occhi e accentuava il fisico già incredibilmente magro ma formoso.

Louis sentì le lacrime formarsi a lato dei suoi occhi.

I suoi bambini stavano crescendo.

-Papà non piangere su. Hai quarant'anni e una reputazione.- cercò di farlo ridere Freddie

L'occhiataccia che gli fu rivolta rese chiaro che non c'era riuscito.

-Vado a cercare Nolan- si dileguò allora il figlio, alla ricerca del futuro marito.

-Papà non dovresti piangere a vedermi in ghingheri. Non sono io quella che si sposa.-

-No tu hai già dato in effetti. Bear l'hai lasciato a casa?- chiese, riferendosi al consorte della ragazza e figlio di uno dei suoi più cari amici, Liam.

-Ovviamente, vedrà il vestito solo il giorno del matrimonio.-

-Pensavo che non fossi tu la sposa- ribattè Louis, richiamando le parole che la figlia aveva detto poco prima.

-Non c'entra. Non bisogna mai perdere un'occasione per lasciarlo stecchito.-

-Touchè- alzò le mani Louis.

Nolan e Freddie riapparvero, il primo coi capelli tutti arruffati e l'altro con il labbro rosso.

-Tesori quando amoreggiate non vi uccidete a vicenda grazie- li rimbeccò con aria saputa Louis.

-Disse quello che combina sempre i capelli di papà come un nido di uccelli- intervenne Darcy in difesa dei due poveretti, colti totalmente alla sprovvista dalle parole del liscio.

Louis fece per ribattere ma il telefono gli si illuminò fra le mani e una foto di Harry apparve sullo schermo.

Si affrettò a rispondere e immediatamente la voce di Harry gli riempì le orecchie mentre tutti gli altri suoni finivano in sottofondo, totalmente in secondo piano.

-Sono appena partito, aspettami, okay? Sono in treno-

-Non vedo l'ora di averti qui. I ragazzi sono esasperanti. L'unico buono è Bear.- si lamentò Louis, ottenendo sbuffi dai figli e un'occhiata triste dal futuro genero.

-Non si può dire che non abbia preso da Liam- ironizzò Harry.

-Due santi, davvero. Solo Bear potrebbe sopportare una come nostra figlia.-

-Papà guarda che sono qui-

-Lo so, cara, era tutto calcolato- fu la risposta.

Harry rise dall'altro lato del telefono e Louis sentì un familiare calore invadergli le membra.

-Non vedo l'ora di essere lì con tutti voi. Salutami tutti, okay?-

-Ragazzi, papà vi ama. Sì, anche te, Nolan, sei quasi di famiglia ormai-

Ci fu un coro dai due figli per farsi sentire dal riccio e un timido ringraziamento da Nolan prima che Louis potesse tornare a parlare con il marito.

-Ti aspettiamo-

 

   
 
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