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Autore: shinepaw    08/05/2017    4 recensioni
Lo sbocciare d'un meraviglioso sentimento all'ombra d'una quercia...
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiavo lungo la strada di campagna che porta alla mia fattoria. Mi faceva compagnia, dopo una lunga corsa nei campi, il mio cavallo Beau, un animale molto dolce ed obbediente.

Gli parlavo dell’affascinante sconosciuto che di tanto in tanto riuscivo ad osservare dalla finestra della mia stanza, seduto su un ramo della mia quercia preferita, quella piantata dal mio bisnonno.

Solitamente ne intravvedevo solo le lunghe gambe ciondoloni, ma sapevo che era un bel ragazzo. Viveva in una casa isolata oltre i campi e in città si diceva fosse un tipo poco raccomandabile. A me non dava alcun problema, né lo reputavo inquietante.

Arrivati alla fattoria e sistemato Beau nel box decisi, per curiosità, di salire sulla quercia. Si godeva di una bellissima vista dal ramo dove soleva sedere il mio intrigante sconosciuto. Nella mia testa e nel mio cuore, quel ragazzo già un po’ m’apparteneva.

Comunque poggiate sul ramo trovai un’infinità di lettere, tutte scritte a mano con grafia pulita ed elegante.
Non ce n’era dubbio: lui ne era l’autore.

Ne scelsi una e la lessi: sembrava indirizzata a me ed era la lettera più delicata su cui i miei occhi si fossero mai posati.

Mi persi a leggerle una per una, domandandomi come un ragazzo con tali nobili e profondi pensieri potesse essere etichettato come “poco raccomandabile”.

Intanto il cielo s’era fatto livido, colmo di nuvoloni di tempesta. Quando alzai lo sguardo, delusa di non aver altre dolci missive da leggere, era scoppiato il temporale. Qualcuno, cioè lui, salì sulla quercia, grondante d’acqua.

“Ehi” disse. “Qui è bello, ma in casa è meglio.”

Annuii.

“Sai cosa, anzi, chi è più bello?” domandai ad alta voce, per sovrastare il fragore della pioggia.

“Chi?”

“Tu.”

Mi sorrise, tendendomi una mano. Scendemmo dalla quercia e corremmo in casa, ma tanto lui era già fradicio ed io pure.

Non parlammo, dopo esserci asciugati in qualche modo. Ci guardammo a lungo e basta. Cessato il temporale se ne andò, salutandomi con un sorriso ed un cenno della mano.

Una settimana più tardi, quando risalii sulla quercia, le lettere erano scomparse. Piansi di delusione e mi rifugiai da Beau. Annusava qualcosa tra le zampe muscolose: un pacco dall’aria anonima, senza destinatario o altro. Di sicuro non l’aveva portato il postino.

Lo aprii e, con mia sorpresa (ma neanche troppa), conteneva le lettere. C’era un biglietto, anche, e recitava: alla ragazza col cavallo… dal ragazzo della quercia.
   
 
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