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Autore: Borderline28    09/05/2017    0 recensioni
Claire e Faith, il liceo e una situazione "particolare".
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Cosa c’è di più brutto di tornare a scuola il giorno dopo del proprio compleanno? E chi è che compie 18 anni di domenica?” Queste erano solo alcune delle domande che Claire si stava facendo camminando assonnata mentre entrava nell’edificio.
Il giorno prima aveva compiuto 18 anni e aveva festeggiato con un po' di gente, quella mattina sarebbe voluta sprofondare nel  letto ma proprio non poteva perché quando il dovere chiama i rappresentanti di istituto rispondono.
“Ma chi me l’ha fatto fare? Non potevo rimanere una semplice studentessa che durante le assemblee di istituto rimane a casa a dormire?”
Le era sempre piaciuto partecipare attivamente agli eventi scolastici ma quella mattina le sembrava la più lunga del secolo.
“Eccoti Claire dai muoviti che sei in ritardo, come al solito, dobbiamo presentare le attività della mattina e oggi ci sono davvero tante persone all’assemblea, sarà l’aria primaverile”.
Leila era un’altra delle rappresentanti di istituto insieme a lei ed era anche una sua grandissima amica, anche se, troppo vivace di prima mattina (gliel aveva sempre detto).
Raggiunsero in fretta e furia la palestra e cominciarono a presentare le attività una a una.
Per quel giorno erano state proposte delle attività un po' diverse dall’impostazione della scuola, complice il fatto che gli era stato concesso il giardino interno in cui si sarebbe tenuta una mostra fotografica.
Claire era particolarmente interessata all’esposizione e aveva particolarmente voglia di una sigaretta dopo le prime ore impegnative e anche se a scuola la conoscevano tutti, decise di dirigersi nel cortile per ritagliarsi uno spazio di solitudine.
Lo spazio all’aperto risplendeva di bellezza, tutto il quadrilatero era riempito sulle pareti da tantissime foto diverse e su ogni spazio era presente una piccola targhetta fatta a mano con il nome dell’artista scritto sopra.
Le era sempre piaciuta la fotografia ma non aveva mai trovato davvero un’artista capace di farla emozionare.
Proprio mentre rifletteva su questo si bloccò davanti a una foto, la sigaretta le cadde di bocca e per un momento non sentì più nulla, né il brusio delle voci né quello delle risate, nulla.
In quella foto c’era lei, seduta sulle scale anticendio, con i suoi capelli neri raccolti in uno chignon e la sua felpa preferita verde acqua, che ascoltava la musica con le sue cuffie enormi mentre una lacrima le rigava il viso.
Ricordava bene quel giorno, era tanto che non stava bene, e poi si sa l’adolescenza di per sé non è facile, quando poi hai anche una vita difficile alle spalle ancora meno.
Dopo qualche secondo si ridestò e con gli occhi cominciò subito a cercare la targhetta dell’artista per scoprire chi poteva essere.
Nella targhetta c’era solo scritto “Io (l’artista preferisce non svelare la sua vera identità, altrimenti alle foto si aggiungerebbe un volto in più che toglierebbe la magia)”.
“No io non posso non sapere chi sia, devo capire chi mi ha scattato la foto e devo affrontarlo”.
Cercando di non farsi notare cominciò a guardarsi intorno, poteva essere chiunque, all’improvviso le sembrava come se tutti la stessero fissando.
Non riusciva a capire chi poteva essere e soprattutto chi avrebbe voluto che fosse, perché a dire la verità quella foto l’aveva sia irritata perché comunque era stato catturato un suo momento personale e di vulnerabilità, sia stupita perché quel qualcuno con quella foto era riuscito davvero a trasmettere la sua vera essenza.
Durante la mattinata provò a chiedere a qualche studente se sapesse chi fosse l’artista ma nessuno sembrava saperlo.
All’ennesima risposta inefficace decise di fare l’unica cosa che avrebbe potuto aiutarla ad avere la risposta: aspettare la fine della scuola per vedere direttamente il volto dell’artista che sarebbe andato a togliere le foto.
“Magari sarà l’ultimo a toglierle perché mi avrà visto chiedere in giro chi fosse e non vorrà farmelo sapere.”
Fantasticò tutta la mattina su un eventuale volto e verso la fine aveva quasi paura a scoprirlo.
Decise di nascondersi e aspettare che tutti fossero andati via, compresi i bidelli, il/la furbetto/a avrebbe fatto lo stesso visto che in tutta mattina non era stato in grado di presentarsi.
“Ottimo il mio primo giorno da maggiorenne e sto già infrangendo la legge”.
Continuava a ripetersi e non sapeva se ridere o piangere.
Uscì dal bagno dopo aver sentito l’ultima porta sbattere, non volava una mosca, era proprio giunta l’ora.
Chiunque fosse non l’avrebbe scampata, Claire otteneva sempre le risposte che voleva in un modo o nell’altro.
Mentre si dirigeva verso il cortile il cuore le batteva all’impazzata, e se invece dentro la scuola fosse rimasta solo lei? Se le sue previsioni fossero state sbagliate? Mentre immaginava lo scenario di solitudine pensava di essere stata una stupida impulsiva, finchè la vide.
La prima cosa che vide furono i suoi capelli biondi lunghissimi, aveva una maglietta bianca e dei pantaloni beige con le tasche e ai piedi delle semplici vans.
“FERMA!” Le urlò.
Lei si girò di scatto e appena riconobbe Claire fece per scappare.
“Ci siamo solo noi qui, è inutile che tu vada via, voglio solo sapere perché hai scelto me, Per favore!”
Fu al suono gentile dell’ultima parola che si fermò e si girò e quando Claire fu vicino perdette un battito.
Era Faith Green, una sua coetanea che frequentava lo stesso anno in un’altra sezione.
Se la ricordava bene, l’aveva notata sin dai primi anni, d'altronde era impossibile non notarla.
Era molto alta rispetto quelli della loro età e aveva un fisico davvero longilineo, in mezzo alla folla spiccava in ogni caso.
Faith si girò: “No davvero non posso stare qui devo andare!”
Claire le si avvicinò e le sfiorò il braccio: “Ogni tua foto era di un paesaggio o di animali, io ero l’unica persona presente nei tuoi scatti, dimmi solo perché e ti lascerò andare.”
“Perché a me non piace fotografare le persone ma quando ti ho visto lì, ho colto qualcosa in te e dovevo assolutamente catturarlo, quindi scusami se non ti ho chiesto il permesso o ti ho rubato quel momento ma avevo bisogno di farlo.” Faith pronunciò queste parole quasi urlandole e poi si fermò per un secondo come se stesse cercando forze e inspirò a lungo:  “ Era tutta mattina che ti osservavo mentre cercavi di capire chi fosse l’autore delle foto ed è sempre da tutta la mattina che sento il bisogno di fare un’altra cosa.”
Si avvicinò e sfiorò le labbra di Claire dapprima dolcemente e poi quando si accorse che non stava opponendo resistenza più con forza.
Claire venne travolta da un vortice di sensazioni e appena si accorse di quello che stava succedendo sentì un fuoco crescere dentro di lei e appoggiando sulla schiena di Faith la trascinò continuando a baciarla, contro al muro dietro di loro.
Aveva avuto un altro paio di storie in quegli anni ma non si era mai sentita così, come se non bastasse poi erano dentro una scuola, completamente vuota, da sole.
Non riusciva a trattenersi, la sintonia tra di loro era troppo forte.
Le prese i polsi e li portò lungo il muro di fianco alla sua testa, contemporaneamente le si avvicinò al collo e lo morse piano per poi lenire la “ferita” con la lingua bollente.
A Faith sfuggì un gemito e subito ripresa un po' di lucidità si affrettò a parlare: “ Non.. pensi che… dovremmo fermarci?”
Claire la fissò intensamente continuando a stringerle i polsi ma allentando un po' la presa.
“Tu vuoi che io lo faccia?”
Faith pensò che era la voce più sensuale che avesse mai sentito nella sua vita e la sua testa smise di ragionare, si limitò a guardarla senza proferire parola.
Claire la guardò per qualche istante e lentamente le si riavvicinò sfiorandole le labbra con la lingua per poi approfondire il bacio.
Le alzò la maglia, la pancia di Faith era bollente nonostante il vento che soffiava da tutta la mattina.
Si piegò, non riusciva a resistere, doveva baciarla e voleva farlo ovunque.
Le abbassò un pezzo di pantalone di un centimetro e Faith d’istinto le mise la mano sopra la sua, si guardarono di nuovo e senza dire niente riposero fiducia una nell’altra.
Faith spostò la sua mano lasciandola fare e Claire passò la lingua appena sotto l’elastico delle mutande.
Si rialzò e baciandola appassionatamente infilò la mano all’interno dei suoi pantaloni e sotto le mutande delicatamente, Faith sussultò e sentì di non poter più stare ferma e contemporaneamente fece lo stesso.
Le gambe non reggevano per il troppo piacere ed entrambe a distanza di poco vennero facendo risuonare il gemito in tutto il quadrilatero del cortile.
Faith guardò Claire sorridendo ansimante ed esordì dicendo: “Ma lo sai che hai appena fatto sesso con una minorenne? Io faccio i 18 anni tra una settimana, potrei ancora denunciarti!”
Scoppiarono entrambe a ridere e si accasciarono lentamente per terra abbracciandosi e riflettendo su come uscire di lì. 
  
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