Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Xenebe    09/05/2017    1 recensioni
Alla fine di Phantom (Fantasmi) Bonnie si rende conto che nonostante tutto Damon amerà sempre e solo Elena, lei non sarà mai importante quando la sua amica, ma se c'è qualcosa che ha imparato è la pericolosità della gelosia. Proprio per non rischiare di essere ancora vittima di quell'orribile sentimento e per non soffrire più Bonnie decide di fare un incantesimo, ma quando i suoi amici si accorgono che c'è qualcosa che non va, Bonnie dovrà cercare di rimediare ... è allora che succede la cosa più assurda di tutte... scompare.
Bonnie riuscirà a tornare a casa?
(Spoiler generici su Moonsoong)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Klaus, Quasi tutti, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Lo so, sono imperdonabile. Davvero. Vi lascio al capitolo, che è meglio.





Capitolo 15


Sulla nostra terra noi possiamo amare in realtà solo col tormento e solo per mezzo del tormento.
(F. Dostoevskij)








Damon era rimasto paralizzato ai piedi del letto. Aveva solo in parte registrato che lo avessero seguito tutti in quella camera.
Bonnie sembrava quasi aver ripreso corporeità e con le labbra ancora socchiuse per l'urlo agghiacciante che aveva squarciato il suo silenzio e le guance rosse piangeva, silenziosa.
- Che le è successo?-
- Non lo so, Matt...- si affrettò a rispondere Stefan, lentamente, come se avesse paura di infrangere chissà quale tabù. Ma Damon non riusciva a registrare nulla di quello che accadeva intorno a lui, sembrava che per un attimo fosse tornato umano, con i sensi annebbiati. Per un attimo avrebbe potuto giurare di aver sentito il suo cuore battere per una volta.
Senza neanche pensare a quello che stava facendo, al fatto che fosse ancora arrabbiato con la Streghetta, iniziò a girare intorno al letto per poi sedersi ad un soffio dalla mano della rossa.
Poteva quasi sentire il calore del suo corpo, come mai era stato negli scorsi quattro mesi e mezzo, neanche nei momenti in cui lei era lì materialmente.
Allungò la mano a sfiorarle delicatamente il polpastrello dell'indice. Era certo che non l'avrebbe potuta toccare. Invece sentì quella pelle calda e morbida, sentì che stava tremando leggermente e si concentrò sul respiro della ragazza rendendosi conto che stava singhiozzando lievemente.
- Andate a chiamare il Cane.-, aveva provato a parlare normalmente, con nonchalance, anche con deliberato menefreghismo, invece il suono era uscito strozzato è un po' stridulo, come se non parlasse da giorni.
Elena e Stefan corsero via, dopo aver lanciato uno sguardo preoccupato prima a Bonnie e poi a Damon.
La signora Flowers si allontanò per preparare le erbe per un decotto per chissà quale motivo arcano. Erano rimasti solo Damon, Meredith e Matt.
Il vampiro si schiarì la voce.
- Potreste lasciarmi da solo?-
- Ma...- provò il biondo.
- Per favore...- sussurrò lievemente Damon.
Matt, sorpreso da quel tono malinconico, sbarrò gli occhi e si lasciò spingere in cucina da Meredith, che si chiuse la porta alle spalle.

Gli umani lo avevano lasciato solo su sua richiesta. Odiava essersi mostrato così debole, ma aveva bisogno di stare da solo, guardarla da solo, essere certo che non stava sognando.
Spostò la mano che ancora sfiorava la sua e si allungò a scostarle i capelli dal volto. Prima di ritirare la mano catturò una delle lacrime, che continuavano a caderle sulle guance, e se la portò alle labbra.
Era strano: le lacrime erano solo acqua e sale, non avevano sapore, né odore, perlomeno non particolari... Eppure Damon fu certo che quello era il sapore esclusivo di Bonnie, come era certo che lo fosse l'odore di fiori di campo e vaniglia.
- Bonnie...- si ritrovò a dire. Prima di ricordare che era arrabbiato con lei.
Si tirò su e iniziò a camminare, freneticamente, nella stanza. Le diceva che non era giusto, che non si sarebbe dovuta dimenticare di lui, né si sarebbe dovuta legare al Cagnaccio... Tanto meno avrebbe dovuto arrossire davanti a qualcun altro in un modo così adorabile e pericoloso. Pericoloso per lei e per gli altri: ogni volta che arrossiva in modo così spontaneo era sin troppo trasparente, sin troppo vulnerabile e chi la guardava rischiava di inn... Di affezionarsi a lei.
Sbuffò dopo essersi corretto mentalmente: perché, per una volta, non poteva infatuarsi di una persona, di una sciocca ochetta, e dimenticarla nel tempo di uno stupido bacio? Sussurrò tra sé e sé un "Maledizione" prima di sentire una voce che conosceva bene. Era debole e roca, probabilmente per il lungo silenzio, ed accompagnata da quei deboli singhiozzi, eppure quel suono sembrò lacerare il silenzio come un tuono in piena notte, il suono del suo nome ripetuto più e più volte, nel sonno.
La guardò per qualche secondo poi, mentre sentiva il suo respiro divenire più profondo e il suo cuore aumentare i battiti, uscì dalla finestra non prima di aver inviato un messaggio telepatico a suo fratello.
“Bonnie si sta svegliando”.








Nel prossimo capitolo torneremo a Firenze e capiremo cosa sta succedendo a Bonnie, finalmente; per avere un'anticipazione passate dal mio profilo FB (Serena Ebe Efp)  la settimana prossima.



Un bacio!
   
 
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