1) [NOTA CORRETTA IL 9/1/2020]
- Kingdom Hearts, Dragon Ball, Naruto e One Piece non sono di mia
proprietà. All'interno di essa, inoltre, vi sono personaggi
del tutto inventati da me, ed ogni riferimento a qualsiasi genere od
opera già esistente è puramente casuale... ho
modificato la storia in modo tale che possa essere letta da tutti, ma
rimangono comunque presenti scene molto forti, pertanto chi la
leggerà dovrà esserne consapevole. Ragazzo
avvisato, mezzo salvato ;-)
2) Questa è la mia seconda storia, la prima a più capitoli, perciò sicuramente farò qualche errore... mi farebbe davvero molto piacere sentire le vostre opinioni, belle o brutte che siano, pertanto recensite ;-) (l'importante è che lo si faccia con educazione e rispetto, mi raccomando);
3) [NOTA AGGIUNTA AL TERMINE DELLA SCRITTURA E PUBBLICAZIONE DELLA STORIA] In questa storia erano presenti parecchi errori grammaticali, pertanto sto cercando di correggere tutti i capitoli della storia. Tutti i capitoli con la dicitura [CORRETTO] sono sistemati, pertanto se non la trovate, vi sconsiglio di leggere il capitolo ed attendere la mia correzione, che comunque non terminerà oltre la settimana tra il 29/10/2018 e domenica 04/11/2018
4) [NOTA CORRETTA IL
9/1/2020] Ho aggiunto un pulsante, col quale raggiungere un sito
altervista da dove si possono ascoltare alcune musiche, per immergersi
ancora meglio nella storia ;-) Siete liberi di usarle o meno. Come per
le storie, anche queste non mi appartengono e le sto usando puramente a
scopo non remunerativo.
Detto
ciò... buona lettura a tutti!
KINGDOM
HEARTS: THE LEGEND OF THE EARTHLY
YILANCAR
L'arrivo
su
Glacial 02 - Benvenuti a Hollywood Prison...
Il pianeta
Kagaku era famoso per
la sua tecnologia e per le sue conoscenze scientifiche in tutti gli
ambiti del
sapere. Alcuni scienziati riuscirono a scoprire una nuova tecnica per
modificare geneticamente gli esseri viventi, e sfruttarono alcuni dei
loro
prigionieri per svolgere esperimenti a dir poco orribili. Questa
procedura
consisteva nell’iniettare, nelle arterie dei corpi scelti,
una miscela fra una
sostanza chiamata Yilar, prodotta nei loro laboratori, ed i geni da
aggiungere
nella vittima.
Solo in
pochi sopravvivevano...
il resto delle cavie moriva tra atroci sofferenze!
Questi
esperimenti, però, si
rivelarono una condanna per l’universo intero…
Il monarca
di Kagaku, infatti,
venne deposto con un colpo di stato e sul trono salì
Glacial, il capo di un
gruppo di rivoluzionari violenti, sanguinari ed avidi di potere. Si
narra che
questi fossero stati tra i primi a subire quelle atroci
sperimentazioni, ma che
quest'ultime li avessero spinti a cercare vendetta nei confronti dei
loro
scienziati e del popolo che li aveva ridotti a meri topi da
laboratorio.
Glacial,
tuttavia, invece di
interrompere quegli esperimenti, decise di diventarne uno dei
finanziatori più
accaniti, assumendo scienziati sempre più intelligenti, fino
a quando non
completarono le loro ricerche con risultati leggendari. Fu
così che nacquero
gli Yilancar, assassini geneticamente modificati, capaci di trasformare
a
comando il proprio corpo, diventando dei veri e propri mostri assetati
di carne
fresca. Cominciarono a conquistare pianeti su pianeti, sterminando
popoli
millenari.
Erano passati quasi cinquant’anni dal giorno in cui
l’Impero degli Yilancar era
nato… ormai, gran parte parte dell’universo
conosciuto era stato annesso ad
esso.
Purtroppo per noi, anche il pianeta Terra venne conquistato…
e non solo.
Anche qualche altro mondo di nostra conoscenza venne sottomesso, ed
è da qui
che partirà la nostra storia…
Atmosfera
di Glacial 02 - Astronave militare dell’Impero Kagakuriano
BEAR
Ero
di
ottimo umore. Ero riuscito a conquistare quel piccolo pianeta senza
perdere
molti uomini ed avevo, ancora una volta, dimostrato la
crudeltà e la ferocia
del nostro impero.
Ci
avevo
messo una settimana esatta…
...
no… ad essere sinceri la
battaglia vera e propria era durata soltanto un’ora.
Alla caduta dell’ultimo nemico, avevo impartito
l’ordine, ai miei cinquanta
soldati, di eliminare l’intera popolazione e di saccheggiare
tutte le città.
Uno
sterminio di massa nel giro di sette giorni… donne e bambini
che venivano
violentati, stuprati e uccisi senza pietà… uomini
e anziani torturati e
seviziati fino alla morte… case e foreste immerse nelle
fiamme che l'esercito
aveva propagato...
...
straziante ed
apocalittico per chi lo aveva vissuto sulla propria pelle, lo
ammetto… ma le
urla agonizzanti delle nostre vittime erano sempre state una sinfonia
meravigliosa
per le mie orecchie!
Ora
l’esercito dei Kagakuriani era in viaggio per Glacial 02,
dove avrei dovuto
rendere conto di tutte le mie azioni davanti al Generale Supremo,
Dragon
Oronar.
Mi
rilassai sul sedile in pelliccia della nostra lussuosa astronave,
incrociando
le mie mani dietro la mia pelata e squamosa nuca verde.
Già
mi immaginavo di ricevere gli
elogi ed i complimenti del mio imperatore, Glacial-Sama…
gongolavo al solo
pensiero della ricompensa che avrei ricevuto!
Il
viaggio durò ancora un’ora. Poi, dal parabrezza in
vetro della navicella,
cominciai ad intravedere, in lontananza, l’enorme globo sul
quale io e tutti i
soldati, in servizio attivo, vivevamo fin dal giorno del nostro
arruolamento.
Nessuno
svago su Glacial 02, solo allenamenti e scartoffie da firmare. Non vi
erano
alcol o tabacco, ed era vietato sfogare i propri piaceri sulle
prigioniere...
...ma
nessuno però rispettava le regole… nemmeno io!
Sogghignai
al solo pensiero di quello che tenevo nascosto dentro la mia cabina
privata
dell’astronave.
Il mio
succulento bottino di guerra…
…
era
da tempo che non disponevamo di giovani ed avvenenti terrestri, ed ero
stato
fortunato a trovarne una di mio gusto. Avevo già avuto il
piacere di
assaggiarla e non vedevo l’ora di poterne avere ancora un
po’…
“Solo
qualche altro minuto…”
pensai tra me e me, con il desiderio che già ribolliva nel
mio sangue “… ancora
qualche altro minuto… poi
tornerò da quella puttana e me la scoperò
un'altra volta!”
***
Glacial
02 – Aeroporto Militare dell’Esercito Kagakuriano
La
nostra astronave atterrò senza alcun intoppo
all’interno dell’aeroporto
militare. Finalmente ero tornato a ‘casa’. Dopo una
settimana di duro ‘lavoro’,
non c’era niente di meglio che tornare nella mia piccola, ma
confortevole,
casetta e farmi una bella doccia, pulendomi da tutta la terra, il
sudore ed il
sangue ancora impregnati sopra le mie squame.
Se in
più ci aggiungevo un
ennesimo stupro alla mia nuova conquista di battaglia... quella notte
me la
sarei spassata come quando ero un giovane scapestrato, non
c’era alcun dubbio!
Almeno
questo era
quello che speravo di fare una volta sceso
dall’astronave…
Invece
io ed il mio piccolo plotone ci ritrovammo circondati da centinaia di
soldati
che puntavano le armi verso di noi.
Rimasi
molto
sorpreso ed
impietrito davanti a quell’accoglienza così
intimidatoria. Chi poteva aver dato
quell’ordine?
Di
fronte a me, una figura nota si avvicinò minacciosamente.
Era un uomo terrestre
adulto, completamente calvo, dagli occhi neri come il carbone, con una
cicatrice lungo quello destro. Indossava un’armatura tipica
dell’esercito
Kagakuriano, ossia una battle-suit senza spalline con uno stemma
dell’Impero
sul petto. A differenza degli altri soldati, però, indossava
anche un mantello
rosso dietro la schiena.
Il generale
Dragon… dovevo
immaginarmela una mossa simile da parte sua!
Mi
inchinai davanti a lui come da prassi, essendo inferiore di grado, ma
non lo
rispettavo per niente.
Tutt’altro!
Lo odiavo dal giorno
in cui lo avevo conosciuto! Mi si staccavano le squame per lo stress a
causa
sua!
***
Dragon
Oronar era stato prelevato vent’anni prima da un pianeta
chiamato Terra. Non
c’era stato neanche bisogno di combattere… la
popolazione di quel pianeta, da
quello che scoprimmo, si estinse da sola a causa di conflitti interni
religiosi…
...che
idioti! Credere ancora in una divinità?! Quella razza aveva
meritato
l'estinzione!
Peccato
solo
che un sopravvissuto
c'era ancora... e ci avrebbe cambiato la vita per sempre!
Fui
proprio io, in una delle tante ricognizioni che eseguimmo, a
rintracciarlo. Mi
ricordavo quel giorno come se fosse ieri. Quel ragazzo si trovava su
una
spiaggia di fronte l'oceano, e stava mangiando una lucertola
arrostita…
…
rivoltante!
Il
terrestre, che all’epoca doveva avere una ventina di anni, mi
aveva fissato per
qualche minuto, prima di cedermi ingenuamente ciò che
rimaneva del suo pranzo.
Dopo un gesto del genere (lucertole e Kagakuriani avevano un aspetto
molto
simile), Dragon venne trascinato all'interno della nostra astronave e
trattato
come un verme miserabile, frustrato e seviziato senza alcuna
pietà.
Il
primo pianeta sul quale venne imprigionato fu Glacial 05, destinato
agli
esperimenti dello scienziato pazzo Oss Burk. Sarebbe dovuto morire
lì, secondo
le previsioni di tutti. Rimanemmo sbalorditi quando scoprimmo che fu lo
stesso
imperatore Glacial a dar l'ordine di liberare quel selvaggio,
trasferendolo
nell’esercito.
Era
stato portato su Glacial 95, il pianeta destinato alla crescita dei
soldati
Imperiali, e tutti dovettero dare credito all'intuizione del nostro
sovrano, io
compreso. Dragon divenne uno dei guerrieri più conosciuti e
potenti di Kagaku;
i pianeti che aveva conquistato, con le sue gesta straordinarie, erano
centinaia e le battaglie in prima linea in cui aveva combattuto erano
state
molte di più.
I
suoi incredibili successi portarono quel ragazzo ad entrare nelle
grazie
dell’Imperatore, del quale ora era il suo consigliere
più fidato, nonché il
guerriero più potente.
Non fu
questo, però, a rendere Dragon così famoso. Quel
terrestre fu, infatti, il
primo essere vivente oltre ai Kagakuriani ad aver subito la modifica
dei suoi
geni… e non una modifica qualsiasi!
Oss
Burk,
durante la sua
prigionia su Glacial 05, gli iniettò uno degli Yilar
più pericolosi e
leggendari… quello del mitico Drago Nero dalle Angeliche
Ali, la lucertola
alata più possente e gagliarda dell’Universo!
Fu
anche grazie a Dragon se l’Impero di Glacial
cominciò ad agire meno
barbaramente di prima; con il potere che possedevano, affermava il
generale
consigliere, il miglior modo per continuare a mantenere a lungo il
controllo delle
nostre conquiste era amministrarle a favore delle popolazioni annesse,
così da
evitare possibili rivolte o rivoluzioni.
L’impero
cominciò a prosperare, con grande sorpresa da parte nostra.
I territori vennero
spartiti in venti regioni, ognuna amministrata da un governatore,
sottoposto a
Glacial, di grande esperienza e intelligenza politica. Venne creato
anche il
Consiglio dei Venti Saggi, un assemblea nella quale
l’Imperatore riceveva
notizie riguardanti le azioni politiche attuate dai suoi governatori,
approvando
o rifiutando le loro proposte.
Al terrestre fu concesso il controllo del suo vecchio pianeta
natale, sopra
al quale venne istituita la nuova Base Militare dell’Impero
Kagakuriano, così
da poter crescere al meglio i soldati dell’esercito,
tenendoli costantemente
sotto stretto controllo...
…
a parole, s'intende!
Ora
Dragon Oronar era il Generale Supremo dell’Esercito
Imperiale, e solo Glacial
era al di sopra di lui nella piramide sociale…
…
e
per me, uno degli Yilancar appartenenti al gruppo di spodestanti
originario,
era un’umiliazione troppo pesante da sopportare…
***
Il
generale Dragon si mise di fronte a me, con un ciglio che non
prometteva nulla
di buono.
Si
capiva da
più di un miglio che era a dir poco
furibondo. Io,
però,
non ero per niente preoccupato. Tutti i soldati che erano partiti
assieme a me,
durante il viaggio di ritorno, avevano deciso di assecondare una
versione dei
fatti completamente falsa, in modo da non subire alcun castigo una
volta tornati
su Glacial 02.
Ero un
vero genio! Il mio superiore non lo avrebbe mai scoperto… ed
io sarei passato
per un eroe!
“Generale,
sono tornato dalla missione con successo! Il pianeta, di coloro che ci
hanno
attaccato due mesi fa, è stato conquistato con successo!”
Affermando
ciò, mi misi dritto gonfiando il petto con orgoglio ed
osservando con sfida gli
occhi del mio generale il quale, però, continuava a fissarmi
più arcigno che
mai.
“Primo…
tu
non sei stato mandato in nessuna missione! Sei partito da solo, con questi uomini ingenui, e
sei sparito per
un’intera settimana mancando di rispetto verso le decisioni
di Lord Glacial.
Secondo… non ti avevo dato ancora l’ordine di
parlare! E
terzo… sarà
meglio che tu abbia
delle buone motivazioni per le quali non dovrei ordinare, ai miei
soldati, di
crivellare con
un migliaio di pallottole
sia il tuo lurido e squamoso culo che quello di tutti gli
altri tuoi
compagni!”
Digrignai
i denti per la rabbia, ma non reagii impulsivamente. Ero convinto che,
dopo
aver dato la mia giustificazione, saremmo stati tutti perdonati.
Già
mi immaginavo la scena... inginocchiato davanti
all’Imperatore, su Glacial 01,
mentre venivo eletto Generale Supremo dell’Esercito Imperiale
al posto di
Dragon…
“Ho
deciso di partire con questi cinquanta soldati perché ero
contrario alla sua
decisione di agglomerare il pianeta nemico con la diplomazia. Ero sicuro che, dopo l’attacco subito
alla
sua persona, l’impero avrebbe subito un attacco a sorpresa
ancora più
massiccio. Così, infatti,
è stato non
appena siamo atterrati. Abbiamo dovuto
combattere per diversi giorni contro centinaia di guerrieri molto
forti! Siamo
stati costretti a sterminare tutta la popolazione e a bruciare tutto
quanto!
Nessuno è sopravvissuto!”
Mi
inchinai di nuovo di fronte al generale, quest’ultimo ancora
impassibile.
“I
soldati qui presenti dietro di te
confermano quanto hai detto?” domandò ad
alta voce Dragon ai miei
sottoposti, i quali confermarono la mia versione,
all’unisono, senza alcun
tentennamento.
“SIGNORSI’
SIGNORE!”
Il
generale Dragon cominciò a camminare avanti e indietro. Non
sembrava più
arrabbiato, ma pensieroso e riflessivo. Sembrava stesse decidendo il da
farsi,
ma ormai l’avevo in pugno.
Ci ero
riuscito! Lo avevo calmato
ed ero riuscito a fregarlo!
Continuai
a crederlo anche quando il terrestre mi fissò con sguardo
più tranquillo e
gentile.
Troppo
gentile…
“Perché
non mettiamo a prova la
vostra
versione?”
La
mia
sicurezza cominciò improvvisamente a vacillare.
Che
intenzioni
aveva quel bastardo del mio superiore!?
Il
generale Dragon chiamò cinque dei suoi soldati e mi
osservò con un ghigno a dir
poco diabolico.
Oh
no…
“Non
ti dispiace se faccio controllare la tua astronave dai nostri soldati,
vero?
Piccolo controllo di routine, non
dispiacertene…”
Il
generale si allontanò dal comandante e cominciò a
osservare i soldati del
plotone indagato, alla ricerca di un profilo in particolare. Lo
trovò. Un
piccolo alieno dalla carnagione biancastra, con un occhio solo in mezzo
alla
fronte. Era sicuramente il più giovane ed il più
preoccupato dalla situazione…
…
il
più facile a cui strappare le informazioni! Era
perfetto…
…
non
per me, purtroppo!
“Quale
è il tuo nome, soldato?”
“S…
soldato
Junion! Signore!”
“Bene,
soldato Junion… potresti
unirti ai miei uomini
e controllare l’astronave assieme a loro?
Mostragli ogni centimetro
ed ogni stanza... poi tornerai qui con
loro e mi farai un rapporto dettagliato su quello che troverete!”
gli
ordinò il generale Dragon.
“S…
SISSIGNORE!”
Il
giovane alieno si affrettò a seguire gli altri, entrando
all’interno del mezzo,
mentre il mio corpo iniziò a tremare per la paura quando il
generale si voltò
nuovamente verso di me.
“Cosa
ti succede, comandante Bear? Sembri
piuttosto pallido... per caso ti sei dimenticato di accennarmi
qualcos'altro?”
“N…
no signore! Le ho
già detto tutto!”
Il
terrestre si avvicinò ancora di più a me,
fissandomi dritto negli occhi. Il suo
sguardo era a dir poco spaventoso. Solo Glacial era in grado di farmi
tremare
in quel modo.
“Ne
sei sicuro, Bear?” insistette il generale
con un tono che non
prometteva nulla di buono “Perché se
c’è qualcosa che non mi hai detto… o se
mi hai mentito… tu ed i tuoi
sottoposti
sarete cibo per gli avvoltoi!”
Accidenti
a quel terrestre! Mi aveva messo sotto scacco!
Nella
mia
mente rimbombava una sola frase di speranza... ti prego... fa che non la trovino...
fa che non la trovino!
Le
mie
preghiere, però, rimasero del tutto inascoltate.
Mi
si
gelò il sangue. Abbassai lo sguardo con orrore, chiudendo
gli occhi e
stringendo i pugni davanti alla figuraccia che avevo fatto. Ero nei
guai, lo
sapevo.
Dovevo
trovare un escamotage per
evitare il peggior scenario possibile...
...
l'esecuzione capitale!
I cinque soldati dell’esercito di Dragon erano tornati dalla loro ispezione. Fra di loro vi era anche Junion, in evidente stato di shock.
[Aku
no Shinri - BOKU NO HERO ACCADEMIA]
Non
erano soli, però. Assieme a loro, infatti, vi era la ragazza
terrestre che
avevo rapito da quel pianeta, trattenuta, e strattonata con la forza,
dalle
braccia da due di loro.
Nessuno
dei miei soldati era a conoscenza di quella storia. Avevo perso, con
tutta
probabilità, anche la loro fiducia, ma in una situazione del
genere, eravamo
tutti in pericolo. Se volevano sopravvivere, dovevano continuare a
confermare
la nostra versione…
…
tutti… anche
Junion.
"Ma guarda un
po'! Scommetto che si è
intrufolata di nascosto per non essere trovata! E li avreste sterminati tutti, vero comandante Bear?”
mi schernì
sarcasticamente ad alta voce Dragon davanti a tutto
l’esercito mentre la
ragazza veniva portata con la forza davanti a lui.
DRAGON
Quella
povera ragazza venne trascinata ai miei piedi dai miei soldati. Doveva
avere
una ventina di anni, ed era anche piuttosto avvenente secondo i canoni
di
bellezza della mia razza. Aveva i capelli rossi e lunghi fino alle
spalle, e
gli
occhi erano di un blu molto profondo. Indossava una giacchetta rosa
senza
maniche, una mini gonna bianca e delle scarpe di ginnastica azzurre.
Tutto
il
suo corpo, notai, era ricoperto di sangue...
…
soprattutto tra le sue gambe…
come se...
…
brutto segno … perché avevo la
netta sensazione che il comandante Bear avesse fatto qualcosa di
totalmente disgustoso?
Se quello
che avevo intuito era
stata la realtà…
…
per tutti loro sarebbe stata la fine! Era una promessa!
"Soldato
Junion... fai rapporto!"
ordinai perentorio al giovane soldato sottoposto a Bear, obbligandolo
ad
ubbidire.
"Il
controllo... è pr... proceduto senza
alc... c... cun intoppo... fino a quando n... non abbiamo trovato q...
q...
questa ragazza!" cominciò a raccontare il povero
ciclope che tremava
come una foglia.
“Era nella stanza privata del comandante, in bella vista...” continuò uno dei soldati andati in avanscoperta, intuendo che Junion fosse ancora scosso “E’ stato lui a trovarla… ci ha detto che non ne sapeva nulla, e personalmente penso dica la verità... ma se posso permettermi, non credo si sia intrufolata da sola, mio Generale...”
[Dark
Days Are Coming - DRAGON BALL SUPER]
"Era ovvio non
si fosse nascosta come un
topolino!" affermai con crescente nervosismo, alzando una
mano per
zittire il mio soldato.
Non
ero
un’idiota. Per quanto le navicelle di guerra fossero molto
grandi, le zone
riservate agli ingranaggi erano inaccessibili senza un riconoscimento
vocale da
parte del costruttore principale. Inoltre le stanze di ogni soldato
erano
spoglie e riempite soltanto dell'essenziale, ovvero un materasso ed un
cuscino
senza rete. La Sala di Comando non possedeva nascondigli o bocchettoni
dell'aria, e quelli presenti nelle stanze avevano l'ampiezza di una
pallina da
tennis. Quella giovane non poteva essere entrata lì di
nascosto, perché i
soldati l'avrebbero scoperta all'istante, perciò vi era
stata trascinata con la
forza. Il bastardo, ovviamente, non lo aveva detto a nessuno, o solo a
pochi. Troppi
indizi schiaccianti mi suggerivano che qualcosa nel racconto del
comandante non
quadrasse affatto.
Cercai
di studiare i volti dei soldati ammutinati. Notai che alcuni di loro
indicavano
la ragazza sbalorditi e scioccati, come se non l’avessero mai
vista prima,
mentre altri erano diventati pallidi come fantasmi. Era limpido come il
sole
che mi fosse stato nascosto qualcosa di molto importante, un segreto
che
avrebbe potuto sancire il loro effettivo tradimento.
“A
quanto pare volevi fregarmi, Bear… ma
sai cosa penso? La
ragazza non è di
certo
l’unica cosa che ci hai nascosto!”
affermò deciso Dragon al
comandante colpevole, visibilmente in preda alla rabbia “Scommetto
che, tra
qualche minuto, riceveremo tutti delle nuove, brucianti,
rivelazioni… Voi due!
Andate a recuperare gli altri due detenuti
dalla zona industriale!”
"SISSIGNORE!"
Quindici
minuti dopo, due altri individui mi vennero portati al mio cospetto,
mentre la
giovane ragazza continuava a piangere disperata.
Il
primo
era un papero dalle piume bianche, mentre l’ultimo era un
cane antropomorfo
dalle lunghe orecchie nere. Indossavano un pigiama, a righe bianco
nere, ed un
berretto grigio. Entrambi avevano
qualcosa sulla fronte, ovvero un numero inciso sulle loro carni con una
puntina
incandescente, cicatrizzato da poco tempo.
Tutti e due rimasero scioccati quando riconobbero la ragazza.
[Crushing
Defeat - DRAGON BALL SUPER]
“KAIRI!”
Lei
smise all’improvviso di dimenarsi e si voltò verso
di loro, a bocca aperta.
“S…siete
voi… Paperino… Pippo…”
esclamò la ragazza pietrificata.
Come
era
prevedibile, i due prigionieri si resero conto delle ferite della loro
amica ed
iniziarono a protestare vistosamente.
“QUACK!
PERCHE’ SANGUINI?! COSA LE AVETE FATTO?!”
ci urlò furibondo il
papero, prima di beccarsi un pugno in faccia da parte di uno dei miei
soldati.
“PAPERINO!”
esclamarono Pippo e
Kairi in
coro.
L’ultima
ricominciò di nuovo a lottare strenuamente, mentre un altro
soldato mise a tacere
anche il cane con un calcio.
“NON
AZZARDATEVI A PARLARE SENZA
L’ORDINE
DEL GENERALE, DETENUTI!”
“SIETE
DEI MOSTRI!" ci urlò disgustata la giovane, in
preda alla rabbia
"PERCHE’ CI AVETE ATTACCATO? COSA VI ABBIAMO FATTO!?”
“Quindi
voi tre vi conoscete…”
C’era
una possibilità su un milione che si conoscessero tra loro,
ma ero stato fortunato.
Scossi
il capo, infastidito, e mi avvicinai a Kairi la quale provò
in tutti i modi a
liberarsi. La presa dei soldati, però, era troppo forte e
ben presto la
raggiunsi, prendendo il viso della giovane con la mano e obbligandola a
guardarmi dritto negli occhi.
Lo
sguardo della rossa era carico di odio e disperazione.
Lei
riuscii con ferocia a liberarsi dalla presa ferrea della mia mano, e mi
sputò
sul viso, letteralmente schifata.
Inviperito,
le sferrai uno schiaffo così forte e
lancinante da ammutolire tutti i soldati. Funzionò. La
ragazza, col viso gonfio
nel punto dove l’avevo colpita, rimase paralizzata per la
paura. Poi gli
sbraitai contro.
“Sappi
che i tuoi amici sono stati catturati
due mesi fa, dopo aver tentato di combattere contro il sottoscritto... perciò…”
Non
ero
contento. Vedevo ancora un barlume di resistenza nei suoi occhi.
Pertanto
decisi di sferrare un altro micidiale colpo sul corpo di Kairi, ovvero
una
ginocchiata poderosa sul suo ventre che la piegò in
ginocchio, obbligandola a sputare
sangue davanti ai miei piedi.
Bear
si
era divertito a giocare con il suo corpo, ma io non avevo tempo da
perdere con
una prigioniera. I miei pugni e calci erano senza alcuna ombra di
dubbio più
efficaci per farle capire che non aveva altra scelta se non quella di
obbedire
ad ogni mio comando.
La
presi
per i capelli tirandole la testa all’indietro, e le sussurrai
all’orecchio.
“…
se
non risponderai sinceramente alle mie domande farò subire
sia a te che ai tuoi
amici animaletti la peggiore tra le torture esistenti! Sono stato
abbastanza
chiaro?”
Alla ragazza cominciarono a tremare le gambe per la paura e mi resi anche conto che aveva urinato per la paura. Era più che sufficiente. Ora avrebbe cantato come un uccellino.
[Freezer
is Free - DRAGON BALL SUPER]
“Prima
domanda!” urlai con forza a Kairi, mollando la
presa su di lei e facendomi sentire
da tutto il suo
esercito, con la ragazza letteralmente inerme davanti a me “Cosa
è
successo sul tuo pianeta?”
La
rossa
spostò lo sguardo verso i suoi due amici, Paperino e Pippo,
e raccontò ciò che
aveva vissuto senza staccar loro gli occhi di dosso.
“Una
Gummi-Ship… era atterrata sulla nostra spiaggia… e dentro di essa c’era Re
Topolino… era morto...” la
ragazza
ricominciò a tremare vistosamente “…
poi… è atterrata anche
la vostra astronave. Eravamo troppo scioccati per
reagire, ed i vostri soldati…”
“…
ed i soldati?”
insistetti io verso la
ragazza, la quale abbassò lo sguardo senza smettere di
agitarsi a causa dei
ricordi tremendi che aveva vissuto.
“…
ci hanno
attaccato. Abbiamo provato a
combattere ma è stato tutto inutile.
Erano troppi… poi lui…” e
lei qui, con le lacrime agli occhi, indicò il comandante
Bear “… lui si
è trasformato in un mostro… e…
ha ucciso Sora e Riku...”
Paperino
e
Pippo erano orripilati. Quella
rivelazione li aveva colti alla sprovvista. Non sapevo chi fossero quei
giovani
che aveva nominato la ragazza, ma dovevano tenerci molto se iniziarono
ad
urlare disperati davanti a tutto l’esercito.
"NOOOOOOO!
GAUSH!"
"QUAAAAACK!
SORA! RIKU!"
"DOVETE
STARE ZITTI!"
gridarono loro contro i due soldati che li trattenevano, sferrando
altri calci
sui loro corpi.
“NO!
BASTA! VI SUPPLICO! NON FATE LORO DEL… OUCH!”
La
ragazza si beccò un altro calcione da parte mia, e stavolta
le spezzai
letteralmente il respiro, facendola crollare per terra, quasi priva di
sensi.
Poi feci segno ai miei soldati di interrompere la violenza, mentre io
mi
inginocchiai davanti a Kairi e la obbligai a sedersi con la forza,
tirandola su
come un fuscello semplicemente tirandole i lobi delle orecchie. La
ragazza, a causa
del dolore, urlò per protesta, ma senz’altro si
riprese dal quasi mancamento
che le era venuto.
“Quanti
di voi erano lì a combattere?”
continuai a domandare, imperterrito,
alla ragazza.
Lei
rialzò lo sguardo verso di me, e rivelò distrutta
a tutti noi.
“Eravamo
solo in tre… quei
mostri… dopo averci sconfitto… hanno incominciato
a seminare il panico… hanno
abusato
delle donne… hanno ucciso tutti gli abitanti della
città senza pietà… e lui mi
ha nascosto dentro l’astronave… e poi…
e poi…”
Kairi
non riuscì più a continuare. Il suo pianto
divenne disperato e i singhiozzi
presero il sopravvento sulla povera ragazza. Per qualche minuto gli
unici suoni
che si sentirono furono i gemiti della rossa. Paperino e Pippo
avrebbero tanto
voluto consolarla, ma i soldati glielo impedivano.
Se
c’era
qualcuno, però, che era letteralmente paralizzato dal
terrore, era il
comandante Bear. Era consapevole di essere stato colto in flagrante,
per di più
di fronte a tutta l’armata.
Alto
tradimento… ammutinamento…
crudeltà… capi di accusa che lo avrebbero portato
alla condanna a morte!
Quel
figlio di troia non aveva idea del pasticcio che aveva
combinato…
…
altro non ci eravamo imposti io
e l’imperatore!
Niente
attacchi improvvisi nei confronti di un universo completamente
sconosciuto…
…
e
quell’incompetente cosa faceva?!
Era
partito
di sua iniziativa
verso il primo pianeta che gli capitava a tiro e ne sterminava la
popolazione!
“M-mio
signore…”
mi disse
balbettando il comandante dalle squame verdi, in preda al panico
“N-non crederà
m-mica alle p-p-parole di quella m-mocciosa?”
Mi
voltai schifato verso Bear. Ero furibondo.
No…
… ero letteralmente accecato dalla rabbia!
[Itachi's
Theme - NARUTO]
“HAI
ANCORA IL CORAGGIO DI NEGARE DOPO AVERMI SPUDORATAMENTE MENTITO?!”
gli
urlai contro, con una voce talmente spaventosa da far venire i brividi
a tutti
i presenti, fossero essi soldati, traditori o prigionieri.
Il
comandante Bear si mise in ginocchio e provò a baciare i
miei piedi. Ogni forma
di odio e di mancanza di rispetto nei miei confronti era stata
cancellata dalla
paura della morte e dall’istinto di sopravvivenza. Il suo
orgoglio si era
completamente annullato.
“La
prego, mi creda! L’unica
colpa che ho
è quella di aver rapito quella ragazza per i miei piaceri!
Ma io le ho detto la
verità! Mi creda! LA SUPPLICO GENERALE!”
“Schifoso
parassita…” affermai io, allontanandomi
da quello che ormai era un essere nemmeno
paragonabile ad un verme “… il tuo gesto sconsiderato potrebbe
perfino
aver condannato a morte l’intero Impero Kagakuriano! Credevi
davvero che all’interno
di quella dimensione si trovasse un solo pianeta!? Cosa credi che ci
succederebbe se gli amici di questi prigionieri fossero tutti guerrieri
di
grande esperienza?! Sai… POTREBBE ESISTERE PERFINO QUALCUNO
PIU’ POTENTE DI
GLACIAL! NON CI HAI PENSATO A QUESTO MENTRE TI DIVERTIVI A RIEMPIRE
L’UTERO DI
QUELLA RAGAZZINA DEL TUO PUZZOLENTE SPERMA?!”
Le
mie
parole spinsero tutti i miei soldati a sussurrare, preoccupati, tra di
loro. Le
mie minacce non erano fuffa. Quando avevamo scoperto
l’apertura di quella
strana dimensione, io e l’imperatore ci avevamo pensato
più di due volte prima
di decidere il da farci. Bear aveva preso quella decisione soltanto per
ego
personale, e non per timore di attacchi improvvisi da parte di quei
guerrieri.
Fu
a
quel punto che il comandante si giocò tutte le sue
possibilità...
“COMPAGNI MIEI! VI PREGO!
VOI SAPETE
CHE LEI HA MENTITO! QUESTA PICCOLA PUTTANA CI STA CONDANNANDO A MORTE
TUTTI
QUANTI!”
Una
mia
risata, però, bastò a far gelare il sangue
a Bear…
“Buona
idea!
Perché non proviamo a richiedere di nuovo a tutti i tuoi
compagni?”
lo sfottei nuovamente, annunciando tra lo shock di tutti “Se
tutti i tuoi
compagni confermeranno la tua versione, allora ucciderò la
ragazza e i
detenuti… ma se solo uno di loro dirà qualcosa di
diverso... allora tutti
voi diventerete cibo per gli avvoltoi!”
I
prigionieri abbassarono il capo, sconfitti. Era chiaro il destino che
li
attendeva, con la mia proposta. Nessuno dei soldati che li aveva
catturati, a
loro pensiero, li avrebbe salvati ben sapendo che la loro morte avrebbe
permesso ai loro carnefici di passarla liscia. Il mio gioco, tuttavia,
era
ancora più tremendo, e nessuno lo sapeva.
Mi
voltai nuovamente verso il piccolo plotone, pronto alla mia messa in
scena.
“Soldati!
Questa ragazza ha detto il falso?!”
“SISSIGNORE!
L’urlo
si sentì forte e chiaro.
Prevedibili…
semplicemente troppo
prevedibili...
…
coraggiosi a sfidarmi ancora…
ma con questa scelta si erano condannati da
soli!
Infatti
ormai ero convinto che la ragazza terrestre avesse detto la
verità. Se loro
avessero detto la verità, nessuno ne avrebbe pagato le
conseguenze ed avrei
semplicemente trascinato i tre prigionieri nel campo di detenzione sul
monte
Lee. Invece, con quell’affermazione, avevano dimostrato di
non avere a cuore le
reali sorti del loro impero e che il loro cuore fosse marcio e schifoso.
Ma
non
era ancora finita. C’era ancora un giovane soldato da
interrogare… l’unico al
quale, forse, potevo ancora salvare la vita.
“Manchi
soltanto tu all’appello…
mio
caro Junion!”
Mi
avvicinai al giovane ciclope, il quale non riusciva a guardarmi negli
occhi,
impaurito com’era dalla situazione in cui si era andato a
ficcare.
“Tu
sei colui che farà pendere la bilancia a favore della
giustizia...”
cominciai a sussurrargli, a bassa voce, con tono mellifluo, sperando
potesse
cogliere fino in fondo il mio vero messaggio “Ciò
che dirai porterà alla
condanna a morte dei colpevoli. Scegli bene…
Junion… dì la verità!”
Junion
tenne lo sguardo fisso sotto i piedi. Non aveva il coraggio di guardare
nessuno
negli occhi. Non voleva vedere lo sguardo del suo plotone.
Bear
lo
aveva fatto salire sull’astronave con l'inganno, ne ero
certo, e lo stesso
valeva per tutti gli altri soldati. Durante il viaggio,
però, le menti e i
cuori di tutti i suoi compagni erano stati corrotti dalle parole
dell’alieno con le
squame verdi, che aveva di proposito scelto soldati alle prime armi. La verità
era che fossero
stati degli ingenui e Junion, ne fui
convinto, lo aveva capito. Il giovane ciclope non aveva ucciso
nessuno
durante quel massacro, anche di questo ne ero convinto, e non aveva
rubato né
appiccato incendi.
Ero
consapevole si trovasse di fronte a una scelta ancora più
orribile. Condannare
i suoi compagni e amici per le loro colpe… o condannare una
povera innocente
sapendo di essere nel torto più totale?
Decise
di alzare lo sguardo e di voltarsi verso i tre stranieri. Poi si
voltò verso i
suoi compagni, ma il loro sguardo era impossibile da
sostenere…
…
fu in
quel momento, però, che il giovane ciclope riuscì
a cogliermi completamente di
sorpresa, spiazzandomi con la sua decisione.
"IO, JUNION
POLFEMS, SOLDATO SEMPLICE
DELL'ESERCITO DI KAGAKU, SOTTOPOSTO DELL'IMPERO DELL'ONNIPOTENTE
GLACIAL...
MI DICHIARO IL SOLO RESPONSABILE DI
QUANTO ACCADUTO! MI DICHIARO COLPEVOLE DI ALTO TRADIMENTO VERSO
L’IMPERATORE
GLACIAL E DI AVER COMMESSO LE ATROCITA’ NARRATE DALLA
PRIGIONIERA! SONO PRONTO
AD ASSUMERMI, DA SOLO, TUTTE LE RESPONSABILITA’ E TUTTE LE
PENE CHE MI VERRANNO
ATTRIBUITE E DARO’ ANCHE LA MIA VITA PER GLI SBAGLI CHE TUTTI
NOI ABBIAMO
COMMESSO! Mio generale... NON CONDANNI ALTRE PERSONE OLTRE IL
SOTTOSCRITTO!”
Nessuno
osò proferire una sola parola. Era calato il gelo
all’interno della pista di
atterraggio.
I
più
scioccati erano sicuramente Kairi, Paperino e Pippo, che erano ormai
certi di
essere spacciati, ed ora fissavano Junion con confusione, ancora
inconsapevoli
di essere stati salvati.
Quelli
che più di tutti rimasero senza parole, però,
furono il comandante Bear ed il
plotone colpevole, che mai e poi mai si sarebbero aspettati una
reazione del
genere da parte del loro compagno.
No. Il più scioccato, tra
tutti i
presenti all’aeroporto, ero io
stesso.
Quella
scelta, anche se lui ne era completamente inconsapevole, aveva salvato
la vita
di tutti gli innocenti in questa storia.
“Spogliati…”
Junion
mi guardò stranito, non sapendo cosa aspettarsi da me.
“SPOGLIATI!”
Il
ciclope capì che era meglio obbedire. Si tolse letteralmente
ogni armatura o
vestito dal suo corpo, sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti.
Nel giro
di un minuto, Junion era completamente nudo.
“NO!
NON LO UCCIDA! LA PREGO!” mi
supplicò Kairi, prima di beccarsi un
altro calcio da parte di un soldato. Questo però non la
fermò, con nostra
grandissima sorpresa “UCCIDA
ME, PIUTTOSTO! NON FARGLI DEL MALE!”
Sia
io
che Junion ci voltammo stupefatti verso di lei. Io non avevo
più bisogno di
altre scuse.
“Da
questo momento tu, Junion, non sarai
più un soldato di Kagaku!”
sentenziai con sdegno al povero malcapitato
“Passerai il resto della
tua vita
nella prigione di Glacial 02… e da questo momento sarai solo
un detenuto
davanti agli occhi di tutti! ED ORA SPARISCI DALLA MIA VITA,
INSULSO VERME!”
Poi,
come
se fosse una bambola, lo presi per il cranio e lo gettai via,
proprio di
fronte a Kairi, la quale si portò vicino a lui per
sincerarsi delle sue condizioni.
Per
un
soldato, essere radiato dall’esercito era come essere
considerato un traditore
dell’impero. Non potevo permettere a quel giovane, dopo i
crimini compiuti da
Bear, di essere un nostro sottoposto. Per quanto fosse un bravo
ragazzo, la sua
ingenuità aveva comunque condannato un pianeta intero
all’estinzione. La
detenzione nel campo di concentramento era il minimo che potessi fare
per
punirlo.
L’intero
esercito, anche se nessuno lo mostrava, era rimasto sbalordito e
indignato
davanti a quella scelta. Chiunque, fra loro, avrebbe preferito essere
giustiziato all’istante piuttosto che passare anche solo un
secondo in quel
carcere. Tutti avevano compreso quale fosse la verità, e
sapevano che in realtà
Junion aveva deciso di sacrificarsi per il bene dei suoi compagni...
…
e
forse anche per il bene di quella ragazza, ma a loro non importava
nulla di
lei!
Ciò
che aveva fatto era un gesto
d'onore degno di un eroe... e questo era il suo trattamento?
La
mia
risposta era sì. In quell’esercito non ci volevo
alcuna persona dal cuore puro.
Se l’oscurità avesse preso anche la sua anima,
sarebbe potuto nascere un
malvagio perfino peggiore di Glacial.
Purtroppo
per i presenti, però, non era ancora finita…
“Ora
tocca a voi… luridi traditori!”
Il comandante Bear ed i soldati traditori trasalirono davanti a quella frase.
[Kakuzu
- NARUTO]
Junion
abbassò il capo, distrutto...
... si era
reso conto che il suo
gesto non era servito a niente...
Tutti
i
soldati dalla mia parte riacquistarono la loro compostezza. Non
potevano
permettersi di protestare davanti a quella scelta impopolare. Potevano
soltanto
obbedire. Ciascuno tolse la sicura dai loro fucili e si
preparò a
premere il grilletto.
La
sentenza era già scritta…
“UCCIDETE
QUEGLI IMPOSTORI!”
Il
comando venne eseguito all’istante. I traditori vennero
trapassati da centinaia
di pallottole, sotto lo sguardo scioccato di Kairi, dei suoi amici e di
Junion.
Una
cinquantina di corpi alieni erano ammassati a terra, irriconoscibili,
con il
loro sangue che si mischiava in una pozza dall’odore
nauseabondo.
Non
tutti, però, erano morti sul colpo...
“IL
COMANDANTE SI STA TRASFORMANDO!”
Era
vero. Bear, avendo una buona preparazione fisica, aveva resistito
all’esecuzione, e stava per ultimare la sua trasformazione.
Ciò
che
avvenne riportò ricordi orribili nella mente di Kairi, che
provò a fuggire in
preda al panico, assieme a Paperino e Pippo, ma vennero prontamente
minacciati
dai fucili dei miei soldati. Fu Junion stesso a rassicurarli,
indicandomi
tranquillamente. Nessuno dei quattro sarebbe fuggito davanti al mio
naso.
Davanti
a noi era insorto un vero e proprio mostro. Alto cinque metri,
assomigliava
molto a un orso. Le squame verdi erano state sostituite da una folta
peluria
marrone, e su ogni zampa vi erano enormi artigli affilati. Sul suo
manto scorreva
molto sangue, conseguenza delle ferite provocate durante l'inutile pena
capitale.
“Trasformarti
non ti servirà, traditore…”
Invece
di spaventarmi, allargai le braccia e sorrisi diabolicamente.
Povero
illuso…
…se
era una
battaglia che voleva, allora lo avrei accontentato!
I
soldati di tutto l’esercito cominciarono ad arretrare,
preoccupati, a tal punto
che Kairi, Paperino e Pippo vennero liberati e lasciati momentaneamente
liberi.
Ma nessuno dei tre provò a scappare, restando invece vicino
al giovane Junion,
nel quale avevano trovato un punto di riferimento.
Chiunque aveva
compreso che il cacciatore fossi io, e non Bear il quale, al mio
cospetto,
sembrava un agnellino in procinto di essere sgozzato dal pastore.
Bear,
in
preda al panico e al terrore, si voltò verso colui che lo
aveva incastrato, ovvero il povero Junion
che,
scioccato, non aveva
nemmeno la forza per scappare.
L’enorme orso fece un enorme balzo
e si avventò su di lui e sugli altri tre. Kairi
urlò terrorizzata, mentre
Paperino e Pippo si buttarono sopra di lei tentando di proteggerla.
Il corpo
di Junion però agì da solo.
Tutti
rimasero pietrificati nel vedere quella scena. L’assalto di
Bear si era
arrestato, a pochi centimetri di distanza da viso di Junion, che lo
guardava
tremante negli occhi ormai sicuro di fare una brutta fine.
Nessuno,
però, riuscì a notare il luccichio rosso
che lampeggiava sull’unica iride del ciclope. Tutti erano
concentrati sul
comportamento dello Yilancar. L’orso sembrava assente e
tremava da capo a piedi,
come se fosse stato incantato.
Nessuno
riuscì a notarlo... nessuno a parte me, che decisi di porre
fine a quella
scenata da circo!
Un
enorme zampa ricoperta di squame nere e dure come il metallo si erse
all’improvviso al di sopra del comandante Bear e lo
afferrò con i suoi artigli.
L’enorme mostro, che sembrò risvegliarsi dal suo
torpore, cominciò a dimenarsi
e a fare versi disperati.
Quell’arto
era solo una parte della mia agghiacciante trasformazione…
…
davanti agli occhi di tutti i presenti, incurante
dell’orrore a cui li avrei fatti assistere, alzai lentamente
per aria lo
Yilancar, i cui lamenti fecero scostare lo sguardo di molti presenti.
Cominciai
a
stringerlo sempre più forte con la mia
mastodontica zampa, e a stritolarlo come se fosse un pezzo di pane.
I gemiti
dell’orso si fecero
sempre più strazianti, sempre più acuti e
mortificanti per i presenti,
soprattutto i quattro prigionieri, i quali non riuscivano a scostare lo
sguardo
da tale atrocità. I lamenti di Bear assomigliavano a quelli
di un cane che
veniva preso a botte ripetutamente, fino a renderlo agonizzante.
Solo a quel punto decisi di farla finita.
Aumentando solo leggermente la mia stretta, spezzai ogni costola ed ogni osso di quel mostro, e l’intero corpo del mammifero venne letteralmente triturato dai miei artigli. L’ultimo gesto strozzato della creatura, l’ultimo suo istante di vita, venne seguito dallo scoppio definitivo di tutto il suo corpo, dal quale iniziarono a sprizzare sangue, pezzi di organi ed ossa sbriciolate.
[Sasuke's Ninja Way - NARUTO]
Kairi
non riuscì a resistere a quella scena, scostando lo sguardo
e vomitando
disgustata. Non fu l’unica. Anche Paperino, Pippo e Junion
per poco non si
sentirono mancare, esattamente come alcuni tra i soldati più
giovani che ancora
non erano abituati a scene simili.
Ciò
che
restava del comandante Bear era soltanto qualche pezzo di carne fra gli
unghioni della mia mano trasformata, letteralmente imbevuti nel suo
sangue,
oltre alla testa di quella carogna. Quello sguardo vitreo mi
schifò a tal punto
da afferrarla e spiaccicarla davanti ai piedi di tutti i presenti.
“E
i traditori sono sistemati...” affermai
soddisfatto del mio operato,
facendo tornare il mio braccio alla normalità.
Nessuno
rimase insensibile davanti a quella scena, prigionieri per
primi…
…
avevo fatto vedere a tutto
l’esercito il
perché fossi io il Generale Supremo dell’Impero
Kagakuriano!
“Riportate
gli animaletti ad Hollywood! E preparate la ragazza col piccolo
traditore…”
ordinai ai miei soldati “Date loro… il
benvenuto su Glacial 02!”
Il
‘benvenuto’, per Kairi e Junion, non fu affatto da
ricordare. Entrambi
passarono i momenti più traumatici della loro vita e vennero
segnati per sempre
nel loro carattere e nei loro cuori.
Glacial
02 - Hollywood Prison
KAIRI
Io
e
Junion fummo scortati per tutta la città, con i soldati
che ci prendevano a
calci con i loro pesanti stivali in cuoio, come se già non
avessimo subito
abbastanza violenze. Affianco a noi, Paperino e Pippo subivano lo
stesso
trattamento. A nulla valsero le nostre proteste. Una lamentela
equivaleva a far
arrabbiare ancora di più i nostri carnefici.
Solo
al
calar del sole, tutti e quattro raggiungemmo la cima del monte Lee. Ci
trovavamo
davanti ad un enorme complesso edificato, circondato da mura in ferro
alte una
ventina di metri, le quali recintavano quasi tutta la cima del monte.
Non
appena oltrepassammo l’enorme cancello in cemento armato,
contai quattro
casolari, grandi almeno un migliaio di metri quadri e alti una decina,
disposti
ai vertici di ogni angolo delle mura. Al centro di essi vi stava
un’enorme
spazio aperto in argilla, nel quale io e Junion venimmo gettati per
terra,
mentre Paperino e Pippo vennero trascinati con la forza dentro uno di
quei
capannoni in legno.
Le
proteste
dei due animali non servirono a nulla.
I soldati kagakuriani li allontanarono a suon di pugni e calci, davanti
ai
nostri occhi.
Hollywood,
imparai in fretta, era famoso per i suoi
metodi poco ortodossi e molto crudeli, ed entrambi lo provammo sulla
nostra
pelle e sulle nostre anime.
Per prima cosa, subii la stessa umiliazione di Junion, e mi furono
strappati i
vestiti con la forza.
A
nulla valsero le mie suppliche e le mie urla di vergogna. Qualche
secondo dopo,
ero già senza veli e, in lacrime, mostravo inerme i segni di
ciò che Bear
avesse fatto con il mio corpo.
Sapevo
già cosa stavano osservando tutti. Il comandante Bear non
solo aveva abusato
sessualmente di me, ma aveva dato sfogo anche alla sua perversa follia,
dato
che il mio corpo era ricoperto da graffi, morsi e anche pezzi di carne
strappati e ancora sanguinanti. Inutile dire che le mie parti intime
fossero
quelle più lacerate. Quando vide le mie
condizioni, il mio
compagno di sventure dalla pelle bianca rimase a corto di parole.
Voleva provare a consolarmi, ma i soldati ci tenevano a distanza e
non ci
permettevano di avvicinarci tra di noi.
Uno
dei
soldati trascinò verso di noi un’enorme tubo in
gomma, dal quale fuoriuscì
un’enorme getto d’acqua gelata che ci
colpì con forza esagerata. Sentimmo ogni
centimetro del nostro corpo congelarsi all’istante e, un
minuto dopo, entrambi
avevamo la pelle blu e stavamo tremando per il freddo.
Dei
vestiti vennero gettati sul terreno argilloso imbevuto sia di acqua che
del
mio
sangue. Erano gli stessi abiti di Paperino e Pippo, ovvero il pigiama a
righe
bianco nere ed il berretto. Entrambi fummo costretti a metterceli,
nonostante
si fossero appena sporcati. Scoprimmo, con nostro dispiacere, che non
fossero
affatto comodi e che sentivamo comunque freddo. Sembravano
letteralmente dei
veri e propri sacchi di patate, e molto probabilmente non mi ero
allontanata
dalla verità. Non avevamo ricevuto nemmeno un paio di scarpe
e compresi che, da
quel momento, avremmo camminato per sempre a piedi scalzi.
Poi
fummo
entrambi separati. Junion venne condotto all’interno di uno
dei casolari,
mentre io venni trascinata in un altro.
Quei
due capannoni erano destinati alle torture dei prigionieri.
Per
prima cosa, mi trascinarono dentro una stanza, con una sola sedia al
centro di
essa, e mi legarono lì. Poi attaccarono alla presa elettrica
uno strano
marchingegno e, nell’attesa che quello fosse pronto, quei
bastardi si
divertirono a seviziarmi ed umiliarmi ancora di più,
palpando con insistenza
il mio corpo. Come se non bastasse, mi obbligarono a mettermi un
bavaglio
strettissimo alla mia bocca, così che non potessi protestare
in alcun modo.
Solo
quando avvicinarono quel coso vicino alla mia faccia, compresi cosa
stessero
per farmi e cercai in tutti i modi di liberarmi, disperata. Fu tutto
inutile.
Quando
la procedura finì, avevo consumato la mia voce ed ero
totalmente inerrme… e si
potevano ancora vedere alcune gocce di sangue colare dalle mie
carbonizzanti
ferite.
Un
minuto dopo, una prigioniera con i miei stessi vestiti venne portata
all’interno della mia stanza. Le avevano dato una piccola
lametta.
“Mi
dispiace...”
“Meno
chiacchiere e lavora, puttana!” la
sgridò un soldato, dandole uno
schiaffo.
Quella
donna,
con lentezza immane, iniziò a rasarmi con quel piccolo
pezzetto di metallo,
lungo tre centimetri e spesso un millimetro, cercando di non farmi dei
tagli
troppo profondi. Assistetti, con orrore ed umiliazione, alla caduta di
tutti i
miei capelli, mentre i soldati lì presenti ci sbeffeggiavano
e ci insultavano,
sputandoci sul viso. Alcuni soldati la
palparono, mettendo le loro mani dentro il suo pigiama a righe, ma per
nostra
fortuna nessuno di loro provò a ripetere le gesta di Bear.
Era sempre più
difficile, però, accettare il fatto di aver perso per sempre
la nostra dignità.
Delle
urla
disumane, dal capannone affianco al mio,
fecero venire i brividi a tutti, anche ai soldati. Vidi due di loro
fare il
gesto di un paio di forbici che tagliavano qualcosa, ma non riuscivo a
capire a
cosa si stessero riferendo.
Quando mi
riunii a Junion, terminate le torture, eravamo
irriconoscibili.
Nemmeno riuscivamo a guardarci tra di noi. Ormai le nostre menti si
erano
spente, e la nostra indipendenza ci era stata strappata via.
Eravamo
ufficialmente diventati il bestiame di quei demoni.
Alla
fine,
entrambi fummo trascinati all’interno
del capannone adibito a dormitorio dei prigionieri, quello dove avevano
trascinato con la forza Paperino e Pippo, e fummo sigillati al suo
interno.
Ci
trovammo
di fronte ad una scena ancora più
opprimente. Centinaia di detenuti, come noi, erano distesi per terra,
sulla
stessa argilla che si trovava all’esterno, e si scaldavano
fra di loro rimanendo
ammassati come pecore.
... in caso contrario, penso
proprio che l'avrei fatta finita già da un po'.
[Vector to The Heavens - KINGDOM HEARTS ORCHESTRA]
“KAIRI!
JUNION!”
Le
voci di
Paperino e Pippo riuscirono a farmi
ridestare da quell’orrore. Fu come riemergere
dall’acqua dopo aver rischiato di
affogare. I due si stavano avvicinando lentamente, già
intuendo quello che ci
era successo.
“Paperino!
Pippo!” li raggiunsi con grande fatica,
gettandomi su di loro ed abbracciandoli
di slancio.
Non
erano
soli. Due figure si erano avvicinate a
noi quattro.
Il secondo era un anziano e ricurvo signore dalla pelle rugosa.
Sembrava molto
vecchio, ma si muoveva con sorprendente agilità. Li studiai
da cima a fondo, non
capendo cosa volessero da me e Junion.
“Gaush!
Non preoccupatevi! Sono due brave persone! Sono tutti prigionieri
innocenti,
qui!” mi rassicurò Pippo con
dolcezza, presentandoli “Lei
è Flame, mentre lui è il vecchio
Shiro. Abbiamo raccontato loro tutto quello che è
successo…”
“Che
mi
venga un colpo, Pippo!”
esclamò rammaricato Shiro osservandoci “Mi
avevi detto che erano molto giovani… ma
non pensavo così tanto! Ah… quali
altre atrocità dovranno vedere i miei poveri occhi?!”
“Ci
dispiace per quello che vi è capitato...”
disse invece Flame, mortificata
per quanto mi avesse fatto “Speravamo
tutti non entrasse qualcun altro a Hollywood… ed
invece…”
“Vi
hanno fatto assaggiare l’inferno, lo vedo dalle vostre
facce...”
continuò il vecchio guardandoci dritti negli occhi.
Non
appena
disse ciò, il mio cuore non riuscì più
a
sopportare tutto quel dolore, e scoppiai di nuovo a piangere. Non fui
l’unica,
però, poiché anche Junion abbandonò la
sua compostezza e ci mostrò il suo lato
più fragile.
Umiliata
e
straziata nell’anima, piansi fra le
braccia di Flame, raccontando loro tutto quello che mi avevano fatto
dal giorno
in cui mi avevano imprigionata nella navicella. Paperino e Pippo mi
sussurravano parole di conforto e speranza, che riuscirono solo in
parte a
curare i miei tormenti.
Quando
fu il turno di Junion, tuttavia, mi crollò il mondo addosso
e mi vergognai
letteralmente di me stessa. In meno di poche ore, a lui era toccata una
tortura perfino peggiore
della mia.
All’interno
del carcere di Hollywood, infatti, i detenuti erano tutti ammassati
all’interno
dello stesso capannone, sia uomini che donne, per limitare tutti gli
spazi. A
causa di ciò, era stata indotta una tortura, solo per i
prigionieri di sesso
maschile, per impedire la procreazione nel campo.
Il
ciclope si era reso conto troppo tardi di ciò che gli
avrebbero fatto, quando
ormai per lui sarebbe stato impossibile impedirlo.
Sentire
quell’esperienza fu peggio di quanto potessi immaginare. Mi
sentivo uno schifo. Io
ero la responsabile di quanto gli era successo. Se lui era stato arrestato, la colpa
era la mia.
Riuscimmo
a recuperare la nostra compostezza solo dopo aver finito le lacrime.
“Che…
che posto è questo?” domandai
io a Paperino e Pippo, i quali incominciarono
a spiegarmi.
Glacial 02 era la Base Militare dell’esercito che aveva attaccato il mio pianeta. I soldati, però, non vivevano equamente su tutto il globo; la loro unica base, difatti, era all'interno una metropoli della vecchia popolazione terrestre, un tempo chiamata Los Angeles.
L’aeroporto era la pista di
decollo e di
atterraggio delle astronavi kagakuriane. La maggior parte dei soldati
più
anziani viveva nelle case ancora in piedi, chi da solo e chi in gruppo,
e questi
erano quasi cinquanta mila.
‘Hollywood’,
un tempo, era il simbolo della città di Los
Angeles… ora rappresentava il nome
del campo di schiavitù più conosciuto ed orrendo
di quell’universo.
“Quindi,
ora, siamo
ufficialmente schiavi
dell’esercito…”
finì di spiegarmi Junion, amareggiato e distrutto
nell’orgoglio.
“So
che è dura da accettare…”
comprese Flame, prima di affermare energica “… ma
dovete andare avanti! Non avete tempo per metabolizzare quanto vi
è accaduto!”
“Flame
ha ragione!” la seguì a ruota
Shiro, indicando sia la sua fronte che le
zone più intime del suo corpo “Tutti noi
abbiamo subito le vostre stesse
torture… sappiamo
come vi sentiate… ma se non supererete il trauma
velocemente,
verrete ammazzati senza pietà!”
Junion
abbassò lo sguardo ed annuì, sconsolato. Lui, a
differenza mia, conosceva le
storie che circolavano su Hollywood, e scoprire che erano tutte vere
non era
stato bello.
“Ho
perso la mia casa… e tutte le persone
che
mi volevano bene...” dissi però io, in
preda alla depressione “... ho visto
morire Sora e Riku davanti ai
miei occhi… quell’alieno mi ha
violentato… e
ora questo… come posso superarlo?”
“Quack!
Ci siamo ancora noi, Kairi!” Paperino
affermò deciso.
“Esatto!
Yuk!” confermò Pippo
poggiandomi una mano sulla spalla “Sora
e Riku non vorrebbero che tu ti arrendessi così! Abbiamo
affrontato tante
disavventure... e insieme supereremo anche questa!”
Per
la
prima volta dopo tanto tempo, riuscii a smuovere le labbra e a formare
un
piccolo sorriso. Avevano ragione. Poteva sembrare impossibile in quel
momento,
ed ero consapevole che vivere senza Sora e Riku sarebbe stato uno
strazio per
me, soprattutto senza il primo, per il quale avevo provato un amore
incondizionato. Loro, però, non avrebbero mai voluto che io
mi arrendessi a
quei vermi…
“Ragazzi…”
Dovevo
farmi forza, reagire, e lo avrei fatto assieme ai miei amici.
“Ci
siamo anche noi, da ora in avanti!” disse
loro Flame con un sorriso a
trentadue denti “Quando
avrete bisogno di qualcosa, non esitate a chiederci una mano!”
Io
e
Junion annuimmo, confortati dalle parole dei loro amici.
“Adesso,
però, dobbiamo andare a dormire!”
disse Paperino agitato “O
domani subiremo il nostro ultimo appello!”
Io
non
capii il perché di quella frase, ma non ebbi il tempo di
fare domande.
“Domani
vi spiegheremo tutto… promesso!”
esclamò il vecchio Shiro, che ci portò
vicino a tutti gli altri detenuti.
Io
e
Junion fummo fatti stendere all’interno, mentre gli altri
quattro si misero
attorno a noi per riscaldarci. Il ciclope si era messo di spalle a me,
provando
a prendere sonno, ma io presi di nuovo la parola.
“Junion…”
gli sussurrai, sfiorandogli la spalla “…
forse non è il momento più adatto ma… per
quello che è successo con il
tuo generale… ti
voglio chiedere scusa...”
“Scusarti?”
disse stupito il giovane, voltandosi verso di me.
“Se
tu non ci
avessi protetto… se tu avessi mentito al
generale… tu ora saresti sano e
salvo...”
gli feci notare io, affranta “Nessuno
dei due avrebbe sofferto più…”
“Non
dirlo neanche per scherzo!”
mi rispose fermamente Junion
con rabbia, cogliendomi di sorpresa “Se
non gli avessi detto la verità, il generale mi
avrebbe ucciso assieme a tutti
gli altri soldati! Lui voleva soltanto una conferma per far fuori Bear
e
l'intero plotone! E poi… non
saresti
morta soltanto tu, ma anche i tuoi amici! Sono io quello che dovrebbe
scusarsi
con te per quello che è…”
“Gaush!
Ragazzi!” ci stoppò Pippo, che
si era accorto del nostro dialogo “Domani
avrete tutto il tempo per parlare, ma ora dormite… avrete
bisogno di tutte le
vostre forze da questo momento!”
Annuimmo,
scusandoci con gli altri detenuti e cercando di metterci quanto
più comodi possibile.
Questa volta, però, io e Junion stemmo uno di fronte
all’altro, guardandoci negli
occhi.
Non
c’era bisogno di altre parole… entrambi ci eravamo
detti tutto con quello
sguardo.
Eravamo
riusciti a darci un minimo di forza ciascuno.
Ora dovevamo solo
sopravvivere…
Nonostante
i mille pensieri e le mille angosce che ci attanagliavano, i nostri
occhi si
chiusero all’istante.
Eravamo
troppo stanchi per poter rimanere svegli un altro secondo di
più…
Glacial 02 - Centro abitato di Los Angeles
Unknown
Mi
ersi
innanzi a quelle strade deserte, cercando di percepire quante persone
fossero
ancora sveglie.
Solo
pochi soldati erano ancora in piedi, e si stavano divertendo con
alcool, droga
e qualche prigioniera che avevano obbligato a far rimanere nelle loro
abitazioni. Riuscivo a percepire le urla strazianti di dolore delle
innocenti
fanciulle, e quelle di goduria dei militari. Dubitavo sarebbero
sopravvissute
prima del sorgere del sole. Un maschio, qualunque fosse la sua razza
aliena, era in grado di spezzare la sua controparte opposta se
sfruttava solo la sua forza bruta.
Era
notte fonda, e la mia ombra si allungava sull’asfalto davanti
al chiaro di
luna. L’odore provocato dai gas dell’industria
bellica, in lontananza,
rendevano l’aria sporca ed inquinata. I soldati kagakuriani
non solo si
divertivano a distruggere la vita di quei detenuti, ma anche quella del
pianeta
dove soggiornavano, con la produzione in serie di armi e navicelle
spaziali di
guerra.
Sogghignai
diabolicamente… era il
luogo perfetto per far crescere e diventare più forti i miei
Heartless!
Ne
rilasciai
uno soltanto… un
piccolo Shadow, il quale si voltò verso di me con fare
confuso.
Io,
per
tutta risposta, spalancai le mie braccia e gli feci intendere che
potesse fare
tutto ciò che desiderava.
Non
ci
fu alcun bisogno di andare ancora avanti. La creatura oscura si
allontanò
allegramente, famelica di cuori e di luce.
Iniziai
a ridere, divertita dalla facilità con la quale ero riuscita
ad ingannare
tutti.
Tre dei
miei
nemici erano finiti
in quella prigione dell’inferno, altri tre erano
morti… e ne mancavano ancora
tanti altri…
…
mi sarei
sbarazzata di tutti loro, con le buone o le cattive… fosse
stato l’ultimo gesto
della mia vita!
Decisi di aprire un varco oscuro e di tornare alla mia nuova base, pronta ad ideare nuovi piani per poter attuare la mia vendetta...
... e ad accudire l'unico tesoro
di cui mi importasse adesso, in quel momento!