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Autore: Wawes    10/05/2017    0 recensioni
La pelle bagnata di Juice profumava di pulito. Le sue labbra erano morbide e la sua lingua leggera. Non c'era nessun rumore al mondo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chibs Telford, Juice Ortiz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The background noises




«Juice boy! Aprimi». 

Chibs bussò ripetutamente la mano chiusa a pugno contro la porta, provocando un rumore sordo. 

Da dentro non arrivava nessuna risposta. Il ragazzo aveva cominciato a preoccuparlo da quando gli aveva scoperto quei segni rossi sul collo, segno di un momento di debolezza che però non gli apparteneva. Il Juice che conosceva rideva e dondolava la testa di lato quando era contento, e mai l'avrebbe appesa ad un cappio. Il ragazzino pelato e tatuato che si divertiva a guardare le ragazze di Luann seduto su una poltrona non camminava in mezzo ad un campo minato, non senza alcuna paura di saltare in aria. 

Chibs batté le nocche più forte. 

«Aprimi!». 

Dopo qualche secondo sentì il rumore della serratura che si sbloccava. La porta si aprì appena, lasciando un spazio di appena cinque centimetri. La faccia di Juice fece capolino. 

«Sono in bagno» disse semplicemente. 

Aveva gli occhi gonfi e il naso arrossato. Chibs sbatté il palmo aperto contro la porta, spalancandola completamente, poi entrò all'interno del bagno senza che il ragazzo potesse fare alcuna resistenza. 

Si richiuse la porta alle spalle con uno scatto poi vi si appoggiò contro. Si guardarono per un lungo momento, poi Juice abbassò lo sguardo. 

«Che cosa sta succedendo, ragazzo?» 

«Cristo, Kozik» rispose semplicemente, prima di scoppiare a piangere. 

Senza sapere come, Chibs si ritrovò con le spalle al muro a guardare il ragazzo sbriciolarglisi davanti, ascoltandolo farneticare su morti e minacce, scoprendolo terrorizzato dall'aver appreso di avere un padre nero. Seduto sul gabinetto e con le mani in faccia Juice cercava di parlare senza strozzarsi la vocele lacrime che gli scorrevano sul volto spigoloso e tra le dita sottili.  

«Sul tuo certificato c'è scritto ispanico, e questo è quello che conta» disse alla fine Chibs, senza sapere bene da dove cominciare. «Non ti preoccupare Juice Boy, non ti possono fare niente». 

Il ragazzo annuì tirando su col naso, eppure il suo volto era terrorizzato esattamente quanto prima. C'era qualcosa che non gli stava dicendo, lo sapeva. Leggeva l’omissione nei suoi occhi nocciola e la sentiva nel tremolio della sua voce roca.  

«La prossima volta che vedi lo sceriffo digli che può prendere il cazzone nero di tuo padre e succhiarselo tutto. Va bene?». 

Juice scoppiò a ridere e annuì, asciugandosi le guance con le mani 

«Va bene» rispose dopo qualche istante, rialzandosi in piedi. 

Chibs si alzò a sua volta poi spalancò le braccia e gli afferrò le spalle, scuotendolo con forza. 

«Cerca di riprenderti» disse. 

Juice annuì di nuovo, facendo un sorriso mesto.  

«Non farlo mai più» aggiunse lo scozzese a voce più bassa. «Hai capito Juice Boy? Mai più» 

 

Fu un attimo. Chibs non seppe chi dei due aveva deviato l'abbraccio e come avevano fatto le loro guance a finire così vicine, ma la bocca del ragazzo fu sulla sua così in fretta che non ebbe nemmeno il tempo di pensare.  

I palmi aperti sulle spalle si trasformarono in pugni stretti a stringergli la felpa nera, mentre lo baciava con un urgenza che non sapeva di avere. Non gli piacevano i maschi, anzi, era certo di amare ancora sua moglie. Eppure la bocca di Juice sapeva di lacrime ed era l'unica cosa reale nel caos di quella stanza.  

Strinse più forte quel corpo magro e delicatamente avanzò facendolo indietreggiare, fino a che non sentì la schiena del ragazzo contro il muro del bagno. Continuò a baciarlo senza sentire resistenza, lasciando che ogni fibra del suo essere si abbandonasse a quell’istante.  

 

La pelle bagnata di Juice profumava di pulito. Le sue labbra erano morbide e la sua lingua leggera. Non c'era nessun rumore al mondo. 

Chibs aprì gli occhi e si scostò appena, guardando il giovane davanti a sé.  

Juice schiuse le palpebre e nello stesso istante spalancò leggermente la bocca, mentre sulla sua faccia si dipingeva un'espressione confusa. Nemmeno lui aveva idea di cos’era appena successo. 

Chibs non disse niente. Fissò per un lungo momento gli occhi umidi del ragazzo, poi la bocca, poi viceversa. Quando si allontanò dal suo corpo la stanza smise di girare e tutti i rumori di sottofondo tornarono presenti.  

 

Allungò la mano dietro di sé e aprì la porta, uscendo dal bagno in silenzio. 

   
 
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