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Autore: Fonissa    10/05/2017    3 recensioni
[Seguito di Yulia Plisetsky]
[Genderfluid!Yurio]
Di come Yuri, o meglio, Yulia, si ritrovò a dire tutto a Otabek.
[Dal testo]
Yuri sapeva che poteva succedere, lo aveva sperimentato sulla propria pelle varie volte. Non gli era mai importato, lo prendeva alla leggera, spesso ci scherzava sopra insieme a Mila. Ma quello non era affatto il momento giusto.
Un momento prima era Yuri, il momento dopo Yulia.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yulia Plisetsky- The moment.
(Storia collegata a ‘Yulia Plisetsky’)
Yuri sapeva che poteva succedere, lo aveva sperimentato sulla propria pelle varie volte. Non gli era mai importato, lo prendeva alla leggera, spesso ci scherzava sopra insieme a Mila. Ma quello non era affatto il momento giusto. Era accaduto durante gli allenamenti, mentre passeggiava, quando parlava con altri pattinatori o addirittura nel bel mezzo di un’esibizione, e mai gli era sembrato sbagliato come quel pomeriggio, seduto a un tavolino di un locale con Otabek, mentre si condividevano le cuffie per ascoltare insieme una canzone che aveva consigliato il più grande. Non poteva trattenerlo, ci aveva provato molte volte all’inizio. Perfino il suo riflesso tremolante sulla finestra a fianco a lui gli dava fastidio. Un momento prima era Yuri, il momento dopo Yulia.
‘Non adesso. Yulia, no.’
Pensò, come se si rivolgesse a un’altra persona. Probabilmente, Yulia sarebbe stata più facile da cacciare se fosse stata veramente un’altra persona. Ma lei lo sapeva che era impossibile.
“Yuri? Stai bene?”
La voce del maggiore la riportò alla realtà. Yulia annuì, nonostante quel ‘Yuri’ le bruciasse in mente. Era abituata a doversi nascondere, ma si sentiva talmente a suo agio con Otabek che non voleva che ciò rovinasse quel pomeriggio. Non voleva rattristarsi ogni volta che Otabek la chiamava con quel nome, o stare attenta e pensare a non usare il femminile, voleva solo godersi quel pomeriggio in pace. Fu una delle poche volte in cui odiò il suo essere genderfluid.
E poi li vide. Non sapeva nemmeno come era riuscita a riconoscerli in mezzo a tutta quella folla che si vedeva dalla finestra del locale. Viktor e Yuuri camminavano per la strada, le buste della spesa in mano, mentre chiacchieravano sorridendo, e un’idea, che lei stessa reputò folle, le balzò in mente. Già le tremavano le mani, non riusciva ad affrontare ciò da sola. Certo, avrebbe preferito parlare con Mila, ma lei aveva gli allenamenti e non avrebbe mai risposto al telefono. In più, un contatto diretto forse sarebbe stato migliore. Si morse il labbro, prima di dire:
“Vado un attimo in bagno.”
Si tolse la cuffietta, poi andò dritta verso il bagno, alzando gli occhi al cielo quando entrò in quello maschile. Si chiuse in una delle toilette, prendendo il telefono e cercando il contatto di Viktor.
‘Non ci posso credere, lo sto facendo davvero.’
“Yurio?” disse la voce di Viktor dopo un paio di squilli.
“Yulia.” Rispose quella sospirando.
“Oh… è successo qualcosa?”
“No…cioè, in realtà si. Senti, vi ho visti dalla finestra del locale. Vi devo dire una cosa, adesso. Sono nel bagno, quello dei maschi. Solo… non fatevi vedere da Otabek.”
“Adesso?!”
“Cos’è, la vecchiaia ti sta facendo diventare sordo? Si, in questo momento.”
“Va bene, arriviamo.”
La chiamata si chiuse. Pochi minuti dopo, Yulia sentì qualcuno entrare nel bagno.
“Yulia?” stava sussurrando. Yulia uscì, trovando però non Viktor, ma Yuuri.
“Tu? Dov’è Viktor?” chiese a occhi sbarrati.
“E’ fuori che aspetta. Non potevamo entrare con tutte quelle buste… Yulia, cos’è successo?”
Yulia non sapeva che dire. Chiedere un aiuto al cotoletto su quell’argomento? Era l’ultima cosa che avrebbe mai fatto in tutta la sua vita. Eppure, sapeva di non avere scelta. Aveva passato già troppo tempo chiuso lì dentro, che le poteva assicurare che Otabek fosse ancora la ad aspettarla?
“Yulia… -Yuuri le si avvicinò, lo sguardo addolcito e la bocca piegata in un mezzo sorriso- questa mattina ti sentivi maschio, vero? E’ questo che ti ha creato fastidio? Il cambiamento improvviso, mentre eri con Otabek?”
Yulia arrossì, mentre sul suo viso si dipinse un’espressione di stupore. Lo aveva capito che Yuuri era molto empatico, ma non credeva fino a quel punto. Fece un segno di assenso con la testa, abbassando lo sguardo.
“Sto odiando questa situazione. Perché proprio oggi? Perché proprio adesso? Se fossi rimasto maschio, avrei potuto godermi la giornata in tranquillità. E invece no, porterò il peso del nome sbagliato…”
Le parole uscirono come un fiume in piena. Cercava di non guardare il giapponese davanti a sé, facendo finta di non sapere con chi stesse parlando.
“Non è la stessa cosa ogni volta che ti senti femmina? Cosa cambia oggi?” chiese Yuuri, anche se sapeva benissimo cosa era cambiato. Voleva che fosse Yulia a dirlo, altrimenti non lo avrebbe mai ascoltato.
“Non lo so… semplicemente, detto da Otabek mi fa ancora più male che detto da qualcun altro.”
‘Non ha capito di essere innamorata’ pensò Yuuri intenerito.
“La soluzione più semplice sarebbe dirgli la verità. Yulia, tutto ciò non è colpa del tuo lato femminile, tu non ne hai colpa. La responsabilità è della paura che ti porti dietro. So che abbiamo avuto scontri e che probabilmente mi stai parlando di ciò solo perché non hai scelta, ma non voglio che tu pensi nemmeno per un momento che a farti stare male è il tuo essere genderfluid.”
Yulia sgranò gli occhi, ormai lucidi, puntandoli in quelli di Yuuri che la fissavano sicuri. Aveva sempre pensato tutto ciò, e non glielo aveva mai detto? O gli era venuto al momento? Ma la cosa che la colpì di più, era che aveva ragione. Era stanca dell’intera situazione, di doversi nascondere. Non lo aveva mai detto a nessuno, ma da quando si era confessata con Yuuri e Viktor, tutto le era sembrato un minimo più leggero. Non le era mai importato del parere degli altri, perché farlo ora? E poi, doveva solo parlarne con Otabek. Mila aveva ripetuto fino alla nausea che sarebbe giunto il momento prima o poi, ma Yulia aveva sempre cercato di ignorarla, e si sorprese nello scoprire che in realtà, non aveva paura. Stranamente, ora parlare con Otabek le sembrava la cosa più naturale da fare.
“Lo farò, glielo dirò. Solo… non in questo locale pieno di persone. E cotolet- cioè, Yuuri… tu e Viktor, non è che potreste…”
“Starti vicino? Come fece Mila quando parlasti con noi?”
Yulia sussurrò un ‘si’ flebile. Non riusciva a credere che lo stava davvero chiedendo. Ma dopo quel discorso, era come se si sentisse un briciolo più sicura, e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, più aperta verso Yuuri. E poi, per quanto si sentisse ormai sicura, era sempre piacevole avere qualcuno a fianco a sostenerti.
Fu così che dieci minuti dopo si ritrovarono in una piccola piazzetta isolata tutti e quattro. Quando Yulia aveva detto a Otabek di seguirla lì poiché doveva dirgli una cosa importante, questo non aveva fatto nessuna domanda, e nemmeno quando aveva visto Yuuri e Viktor.
“Puoi farcela.” sussurrò Viktor, mentre Yuuri le faceva gesto di iniziare a parlare. Yulia guardò Otabek dritto negli occhi, deglutendo a vuoto. Aveva lo stomaco sottosopra e le mani che tremavano, eppure si sentiva più decisa dell’ultima volta. Più forte.
“Io, ecco… -sospirò, chiudendo gli occhi per un paio di secondi, prima di continuare a parlare- sono genderfluid.”
Era fatta, non poteva tornare più in dietro. Non aveva nemmeno detto il suo solito discorso, era stata semplice, diretta, ma vedendo lo sguardo confuso di Otabek, capì che avrebbe dovuto spiegare il tutto.
“Vuol dire che ci sono dei periodi in cui mi sento maschio, altri in cui mi sento femmina. Io, ora…ehm… mi sento femmina. Quindi, ecco, gradirei che ti rivolgessi a me con il femminile e chiamandomi… Yulia.”
Otabek restò lì in mobile per qualche minuto, facendo vacillare Yulia. Aveva per caso sbagliato a dirlo? Era forse stata troppo sicura di quel rapporto giovane e ancora sottile che aveva con l’altro? Sentì gli occhi inumidirsi, ma si impose di non piangere. Non fece nemmeno caso a Yuuri e Viktor, entrambi con le mani poggiate sulle sue spalle. Ma poi Otabek si mosse verso di lei, azzerando la distanza.
“Mi dispiace se ti ho fatto sentire a disagio, Yulia.”
La ragazza spalancò la bocca in un’espressione di stupore, prima di ridacchiare come a volersi finalmente liberare di quel peso.
“Non lo sapevi, tranquillo.”
Yulia, finalmente, sorrise. Lo aveva detto a Mila, a Yuuri e Viktor, e ora anche a Otabek. Chi le impediva di dirlo al mondo intero? Lo avrebbe fatto, al costo di abbattere da sola ogni ostacolo che le si presentasse davanti. Ma le bastò guardarsi intorno, per capire che non sarebbe stata sola.
 
Dopo un po', Otabek e Yulia salutarono Viktor e Yuuri, che ripresero la strada verso casa, mentre gli altri due continuarono con la loro uscita.
“Sai Yulia, c’è una cosa che devo dirti.”
“Cosa?”
Otabek le sorrise, poggiandole una mano sulla guancia.
“Hai gli occhi di una soldatessa.”
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Io avrei dovuto scrivere solo una storia su questo argomento, e invece è uscito anche questo. E almeno un’altra OS uscirà sicuramente. Che vi devo dire, mi sono affezionata ❤
P.S.= ho preso sputo da una delle immagini ufficiali, nella quale si vedono Otabek e Yurio a un tavolino insieme e Yuuri e Viktor dalla finestra. Lo so che avete capito di quale parlo :D
-Fonissa
  
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