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Autore: Anown    10/05/2017    0 recensioni
Un feroce ammasso di peli scaccia Gil della sua camera che si ritroverà costretto a chiedere aiuto al suo fratellino minore.
Contesto: non troppo tempo dopo l'adozione di Gil.
Questa è la prima fanfiction che scrivo su Pandora hearts, non sono sicura del risultato quindi, a maggior ragione, se vi va di lasciare una recensione anche non positiva mi fa piacere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elliot Nightray, Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gil spense la luce e si avvicinò al suo letto credendo di poter andare a dormire, ma appoggiando le mani sul materasso sentì un rigonfiamento. Fece pressione tentando di capire di cosa si trattasse e in risposta avvertì un suono tutt’altro che rassicurante… allarmato sollevò velocemente il lenzuolo e scorse quel raccapricciante ammasso di peli. Si mise le mani davanti la bocca e cercò di trattenere un urlo… non poteva mettersi a gridare svegliando tutti, i Nightray non l’avrebbero presa bene e più nello specifico Elliot, il più piccolo dei suo fratelli adottivi e anche l’unico che sembrava non odiarlo a morte non lo avrebbe mai perdonato se avesse fatto qualcosa del genere. Il ragazzino prese un profondo respiro e cercò di rimanere lucido, dopotutto doveva semplicemente spostare quella cosa dal letto e farla uscire, no? Ancora un po’ tremante aprì la porta poi cercò di muovere il lenzuolo sotto la creatura sperando di farla scendere, ma ottenne una reazione inaspettata… la creatura sembrò gonfiarsi, si eresse sulle quattro zampe inarcando la schiena e emettendo versi insolitamente bassi e profondi lo guardò fisso con quegli occhi che sembravano essere diventati all’improvviso completamente nero pece… Il ragazzino era paralizzato dal terrore, tutto ciò che riuscì a fare fu emettere una sorta di squittio strozzato, ma approfittando che il quadrupede era sceso dal letto si tuffo sul materasso e si raggomitolò velocemente tra le lenzuola…

Tanto ora se ne andrà, si avvicinerà alla porta e andrà via!

Pensò insistentemente il poveretto, ma i versi della creatura continuavano ad essere vicini, molto vicini… sembravano provenire da dietro la sua testa… il ragazzino facendosi coraggio si girò e pian piano tirò fuori la testa dalle lenzuola. Vide le fauci della bestia spalancate che scoprivano minacciosamente i canini mentre la zampa era alzata pronta a colpirlo. Gil si alzò immediatamente e tagliò la corda.

Vuole il mio letto e cacciarmi dalla mia stanza? Ok! Glielo posso anche regalare!

Pensò mentre le lacrime scendevano sull’orgoglio ferito… ansi, proprio in pezzi…

Gil ebbe l’impressione che qualcosa gli avesse toccato la gamba, si voltò e vide che la bestia lo stava inspiegabilmente inseguendo. Era assurdo, per quanto potesse odiare quegli affari riconosceva che quel comportamento era a dir poco atipico.

Gil correndo entrò in cucina.

Magari se gli do qualcosa da mangiare….

Poi l’animale riuscì a dargli un’unghiata al polpaccio.

Non c’è tempo! Come non detto!

Fece un giro intorno al tavolo, tornò alla porta della cucina e dopo essere uscito riuscì a chiuderla giusto un attimo prima che il famelico ammasso di peli riuscisse a sua volta ad attraversarla. A quel punto Gil si ritrovò a bussare alla porta di suo fratello.

-V-Vincent? Sei sveglio?!- balbettò agitato. Dopo qualche secondo la porta si aprì, Gil entrò e finì per aggrapparsi al fratellino respirando a fatica.

-Gil… cosa sta succedendo?- domandò confuso e assonnato il biondino. Gil si lasciò cadere a terra in ginocchio e cominciò ad emettere degli strani suoni, non si capiva se stesse piangendo o ridendo… Vincent preoccupato si abbassò verso il fratello e cercò di guardarlo meglio.

-Allora, c’è qualcosa che non va?- gli domandò gentilmente accarezzandogli il viso. Gil stava effettivamente piangendo e ridendo contemporaneamente…

-Ti racconterò una cosa che ti sembrerà stupida e mi farà prendere per pazzo!- lo preparò Gil cercando di calmarsi. -Il gatto di Elliot! Lui era sul mio letto! Ho cercato di cacciarlo e mettermi a dormire, ma si è appostato per uccidermi aspettando che mi addormentassi! Poi… poi… Mi ha inseguito! Sul serio, da quando i gatti inseguono le persone?!- spiegò respirando come se stesse per avere un attacco d’asma mentre il fratellino lo guardava perplesso spalancando gli occhi. -Lo so… Lo so… Sono proprio ridicolo per essermi fatto cacciare così dalla mia stanza, vero? Il destino del mio padrone è proprio in pessime mani…- finì il discorso ridacchiando piuttosto avvilito.

-Ma no…- disse Vincent abbracciandolo. -Non c’è niente di ridicolo, tranquillo, dimmi solo cosa vuoi che faccia per aiutarti e lo farò! Vuoi dormire con me nella mia stanza mio amato Gil?- gli domandò vivacemente. Il suo fratellone che si mostrava apertamente così fragile davanti a lui e gli chiedeva aiuto in quel modo era davvero uno spettacolo di rara bellezza. Sì, questa storia del gatto in realtà era un po’ ridicolo… ma amava anche questo del suo Gil.

-Eh? N-no, non c’è bisogno!-rispose Gil dopo qualche secondo di sbigottimento deludendo il fratello… -Durante l’inseguimento sono riuscito a chiuderlo in cucina, mi serve solamente che lo prendi e lo riporti a Elliot. Se domani mattina i Nightray lo trovano chiuso lì lo porteranno via ed Elliot ci rimarrà malissimo. E non voglio nemmeno immaginarmi cosa mi faranno se il gatto dovesse rompere qualcosa…- disse rabbrividendo. -No! Non posso permettermi di essere cacciato di qui! Aiutami…- gli chiese serio Gil mettendogli le mani sulle spalle. Vincent sorrise.

-Tranquillo Gil, puoi sempre contare su di me.- lo rassicurò il biondino. Vincent si avvicinò alla porta e in automatico prima di aprire spense la luce nonostante ci fosse anche Gil nella stanza, ma prima che spalancasse completamente la porta si sentirono le urla bestiali del gatto che si lanciava contro l’apertura e la graffiava cercando di entrare. Gil per poco non sveniva, Vincent urlò, ma prontamente richiuse la porta e accese la luce.

-È entrato?!- domandò Gil guardandosi intorno.

-No…- sospirò Vincent ancora incredulo riprendendo a respirare… -Gil, non stavi affatto esagerando! Quel coso è davvero indemoniato!- Gil non poté fare a meno di sentirsi sollevato in un primo momento poi si rese conto della situazione.

-E adesso? Cosa facciamo?! Come ha fatto della cosa a uscire della cucina?! Ora come esco di qua?!- cominciò a domandarsi agitato andando avanti e indietro, Vincent lo fermò abbracciandolo da dietro.

-Mi sa che dovrai dormire con me.- gli suggerì all’orecchio il fratellino tutto giulivo…

-N-no.- rispose Gil togliendoselo di dosso. -Non posso rimanere qui… E se non riportiamo il gatto a Elliot, loro lo scopriranno e…- disse cercando di capire cosa doveva fare, perché non ne aveva proprio la minima idea…

-Ok, allora vado a riprenderlo.- disse con poco entusiasmo Vincent.

-No!- questa volta fu Gil ad aggrapparsi a lui, tramava un po’… era una situazione molto insolita, ma Vincent non credeva di poter essere più contento che in quel momento. -E-e se mentre apri la porta entra e mi sbrana?- balbettò il ragazzino. Non era una delusione sapere che non temeva per lui… decisamente se lo aspettava…

-Allora dormi con me!- concluse allegro l’altro, ma Gil scosse la testa immediatamente. -Allora vado…- ripeté sospirando Vincent. Vedendo che Gil era ancora spaventato prese un bastone e glielo diede. -Così se entra puoi agitarglielo davanti per spaventarlo.- suggerirgli direttamente di colpire il gatto gli sembrava una pessima idea, non sapeva che reazione avrebbe potuto avere Gil e non voleva urtarlo… Vincent si appoggiò alla porta e il gatto ricominciò a fare il pazzo, sì, era ancora appostato lì… Gil si preparò al peggio, ma il fratello uscì senza problemi. Si vergognava molto in quel momento… anche se credeva che il gatto ce l’avesse con lui e quindi non avrebbe fatto del male a Vincent era comunque un pessimo fratello maggiore. Lo aveva lasciato da solo in una situazione simile e si era comportato come un bambino piccolo, senza contare che nonostante non riuscisse a fare a meno di trascurare più o meno consapevolmente Vincent, lui si era sempre dimostrato più che disponibile nei suoi confronti e lo aveva confortato senza prenderlo in giro neanche un secondo… Si sentiva davvero in colpa, ma nonostante tutto non riusciva a fare nulla a riguardo e questo lo faceva sentire ancora più piccolo e inutile. Si diceva che crescendo sarebbe migliorato… che avrebbe potuto diventare più forte, ma nel frattempo? In realtà non si cresceva certo di punto in bianco, ma gradualmente e Gil non aveva nemmeno tutto questo tempo… sarebbe dovuto rimanere nella sua debolezza aspettando la crescita mentre il suo padroncino era solo senza poter contare su nessuno? Doveva sbrigarsi a crescere! E tanto valeva cominciare dalle piccole cose... Gil si stancò di aspettare il ritorno del fratello e si decise ad uscire per aiutarlo in qualche modo, ma in corridoio incontrò Vincent, tutto intero per fortuna, e Elliot che teneva imbraccio il gatto che stranamente era tornato mansueto e si era addirittura appisolato fra le braccia del padroncino.

-Assurdo… tutto questo casino per un gatto…- sentenziò il bimbetto abbastanza infastidito. Gil arrossì, era imbarazzatissimo… Elliot lo osservò con curiosità, non conosceva da molto tempo quel fratello adottivo, lo aveva visto spesso triste o pensieroso, qualche volta lo aveva visto anche sorridergli, ma non gli era mai capitato di vederlo con un’espressione così imbarazzata.

-Guarda che ha evitato di mettersi a urlare proprio per non farlo scoprire ai tuoi genitori o ai tuoi fratelli.- disse severo Vincent. -Dovresti essergli grato. La prossima che decidi di nascondere un gattino di strada dentro casa assicurati di non perderlo di vista.- lo richiamò, Elliot era infastidito, ma abbassò il capo. Era proprio una fortuna che a trovarlo fossero stati loro due…

-Ok… grazie Gil…- disse a bassa voce il bambino.

-D-di niente…- balbettò ancora scoraggiato. Prima che Elliot se ne andasse il gatto spalcò gli occhi e dilatò le pupille osservando Gil minaccioso, ma non scese dalle braccia del bambino.

-Ma cos’ha quel gatto che non va?- si chiese perplesso Vincent, poi guardò Gil, era talmente abbattuto da non essersi accorto nemmeno di quell’occhiataccia… -Gil, stai bene?-

-Ehm… si…- rispose poco convincente. -Scusa se ti ho disturbato Vince…- continuò.

-Ma che dici? Non devi pensarci. Mi hai fatto solo preoccupare, sembravi davvero terrorizzato.- rispose il biondino con tranquillità. -E poi mi ha fatto piacere. Sei sempre così distante quindi sono davvero felice che tu ti sia affidato a me.- solitamente c’era qualcosa in Vincent che lo inquietava e gli faceva sentire il bisogno di allontanarsi, ma in quel momento il solito sorrisetto del fratello gli sembrava davvero rassicurante, in qualche modo si sentiva quasi felice… -Ed eri veramente adorabile…- aggiunse infine…

  
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