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Autore: _SimoErato_    12/05/2017    4 recensioni
(Dal primo capitolo)
“Allora,Miss diffidenza,ho cercato di avvelenarti?” Domandò lui ironicamente,dopo aver assistito a tutte le mosse della ramata davanti a sé.
Lei si limitò ad alzare le spalle ed affermare “Non si è mai troppo previdenti”.
“Devi aver conosciuto persone davvero cattive per pensarla così” disse lui mentre rideva,senza neanche immaginare quanto le sue parole potessero essere reali nel caso della sua interlocutrice.
(PostOrganizzazione) (ShihoxNuovo Personaggio) (Accenni ShinRan/HeiKazu)
MODIFICATA
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I don't wanna fight alone anymore '
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Find me in the dark now

La porta di Villa Kudo si spalancò lasciando passare Shinichi,o meglio le gambe di Shinichi e poi una massa informe di sacchetti e sacchettini che il giovane,molto poco delicatamente,scaraventò sul divano del soggiorno.
“Ma insomma,Shinichi!” Lo rimbeccò Ran,entrata subito dopo di lui.
“-Insomma Shinichi- un corno! Sono ore che ti seguo per Tokyo con questa roba in braccio che cresceva sempre più ad ogni negozio in cui entravamo. Come se non bastasse continuavi ad illudermi che ognuno di quei posti fosse l’ultimo che avremmo visitato dicendomi –Tesoro tranquillo,ancora questo e basta-.
Non so se te ne fossi accorta,tesoro,ma quella montagna di sacchetti era diventata più alta di me.” Sbottò lui,lasciandosi cadere sulla poltrona.
“Quante storie per qualche busta in più” Borbottò lei,levandosi la giacca e recandosi in cucina,senza badare allo sguardo che il suo ragazzo,ops futuro marito,le aveva lanciato alla parola “qualche”.
Pur essendo molto stanca sentiva un certo languorino peranto,conscia del fatto che anche per Shinichi fosse lo stesso,si mise ai fornelli. Mentre cucinava lanciò uno sguardo al salotto,adocchiando la sua figura addormentata sulla poltrona,e si ritrovò a sorridere teneramente. Povero caro,oggi non gli ho dato tregua un secondo pensò,ripensando a quanti negozi avevano visitato durante quelle poche ore per trovare delle bomboniere che andassero bene ad entrambi.
A onor del vero Shinichi,quella mattina,non si era mostrato esattamente interessato all’argomento.
Quando alle 8.00 la sveglia era suonata,infatti,il suo commento biascicato era stato “Ran,prendi la Golden card e compra ciò che ti pare”. Per quanto l’idea di avere quella miniera d’oro tutta per sé fosse stata allettante,la karateka però non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta e permettergli di passare tutta la sua giornata libera a dormire.
L’aveva pertanto minacciato di prendersi botte un paio di volte,poi aveva perso la pazienza e aveva tirato giù dal letto l’intero materasso,Shinichi compreso.
Alle 9.00 spaccate il detective liceale di Tokyo aveva quindi varcato la soglia di casa sua e guidato fino al centro della città senza emettere un altro solo fiato,mostrandosi poi assolutamente disinteressato nei primi due negozi della lista. Al terzo,invece,aveva iniziato a mostrare un certo interesse per quelle che aveva precedentemente definito “cianfrusaglie troppo costose”.
Ran si era rallegrata di quel cambio di rotta,o almeno l’aveva fatto prima di notare cosa effettivamente avesse catturato l’attenzione del suo futuro marito. Con il suo sguardo da lince quest’ultimo aveva adocchiato una statuina color bronzo in disparte rispetto a tutte le altre,la quale rappresentava un personaggio che purtroppo conosceva troppo bene.
Ti prego,tutti ma non lui aveva pensato,avvicinandosi tremante a quell’oggetto.
Una volta afferratolo però,aveva appurato con orrore di non essersi sbagliata.
Era davvero Sherlock Holmes.
Dopo essere rimasta qualche secondo ferma a chiedersi come fosse possibile che una roba del genere esistesse davvero (insomma,nessuno sano di mente l’avrebbe mai scelta per il proprio matrimonio,o no?)aveva adocchiato lo sguardo estasiato di Shinichi e,seccata,aveva troncato tutte le sue speranze con un secco “NO”.
Il giovane Kudo,che già immaginava il suo ricevimento nuziale pieno zeppo di quelle statuine,non si era mostrato per niente felice di quella decisione che considerava tanto ingiusta. Quindi,dopo aver appurato che non c’era verso di farle cambiare idea,aveva pensato bene di renderle la giornata impossibile ostracizzando qualsiasi altra proposta avanzasse.
Dopo una stremante trafila di negozi passata a litigare,i due avevano adocchiato una bomboniera che per ironia della sorte fungeva da perfetto compromesso tra le loro idee: una piccola lente grandimento in argento,finemente lavorata ed incredibilmente brillante.
Non c’era stato bisogno di discutere ulteriormente,perciò erano entrati nel negozio e le avevano ordinate senza troppi giri di parole.
Una volta usciti di lì,tuttavia,Ran l’aveva trascinato ad accompagnarla a fare shopping con la scusa di doversi far perdonare per essere stato tanto infantile,passando altre 3 ore tra boutique varie sotto il caldo cocente.
Il risultato di quella piccola vendetta era,in quel momento,nitido davanti ai suoi occhi: Shinichi si era addormentato di botto come un bambino e sapeva che avrebbe faticato parecchio per convincerlo a svegliarsi per mangiare qualcosa.
In quei momenti avrebbe tanto voluto possedere lo stesso carisma di Shiho che,sicuramente,non si sarebbe mai fatta impietosire da una scena del genere e l’avrebbe svegliato a calci. Il pensiero del modo brutale in cui aveva svegliato Shinichi quel mattino,che quindi provava la sua capacità di agire alla stessa maniera, non le passò per la mente neanche per un secondo.
Al pensiero della ramata la sua fronte si aggrottò.
Non la sentiva da un po’ e tutte le volte che aveva provato a chiamarla le aveva risposto la segreteria.
In un primo momento si era allarmata,dato che Shiho era famosa per essere sempre reperibile. Poi,dopo che quella mattina Shinichi le aveva raccontato della discussione avuta con lei la sera prima,si era tranquillizzata e aveva pensato che la scienziata volesse semplicemente passare del tempo tranquilla con la sua nuova fiamma.
A quel punto però stava iniziando a preoccuparsi nuovamente di quel silenzio prolungato,tanto più che si era già fatta sera inoltrata e,stando a quanto aveva detto Shinichi,lei sarebbe dovuta essere tornata già da un po’.
Provò a chiamarla nuovamente,ma il risultato rimase invariato.
Afferrò quindi la cornetta del telefono fisso e digitò il numero di casa Agasa,per sapere se almeno lui avesse sue notizie. Quest’ultimo le rispose con tono altrettanto preoccupato,affermando di aver provato a mettersi in contatto con lei da tutta la giornata ma di non esserci riuscito neanche una volta. Inoltre l’uomo era allarmato dal notevole ritardo della giovane,che il giorno prima gli aveva garantito che sarebbe stata a casa nel primo pomeriggio.
Entrambi convennero che un comportamento del genere fosse molto lontano dalla personalità di Shiho ed in loro si fece ancora più forte il pensiero che le fosse successo qualcosa.
Una volta chiusa la chiamata si diresse verso Shinichi,iniziando a scuoterlo senza tanti complimenti.
“Che vuoi Ran?” Domandò lui dopo un po’,senza neanche aprire gli occhi.
“Svegliati,Shinichi. Shiho non è ancora tornata e nessuno sa dove sia” Rispose lei senza nascondere la sua preoccupazione.
“Avrà trovato traffico,hai provato a chiamarla?” Chiese nuovamente il moro,a metà tra il sonno e la veglia,senza aver capito davvero cosa stesse succedendo.
“La chiamo da stamattina ma ha la segreteria spenta”.
“Lasciala stare,sono solo le 19. Vedrai che tra un po’ tornerà”.
“In realtà sono quasi le 22” Affermò Ran guardando l’orologio,per poi sobbalzare dallo spavento alla vista di Shinichi che,inaspettatamente,si era alzato in piedi.
Adesso leggeva preoccupazione sincera anche nei suoi occhi.
“Dove diavolo è finita? Aveva promesso che sarebbe stata qui ore e ore fa! Sapevo di non dovermi fidare,lo sapevo” iniziò a dire lui,girando nervosamente in giro per la stanza senza sapere esattamente cosa fare.
“Magari si è fermata ad Osaka da Gunji-san” Ipotizzò Ran,cercando di trovare una spiegazione plausibile a quella situazione assurda. “Così da allungare il tragitto di almeno 6 ore? No, non ha senso e poi non è da lei. Se fosse stato così ci avrebbe avvisati” Ribattè lui,con il classico cipiglio che assumeva quando rifletteva attentamente su qualcosa.
“Provo a chiamare gli altri,magari l’hanno sentita” Dichiarò la karateka,digitando i numeri dei loro amici più cari.
Dopo aver fatto un giro di telefonate,tuttavia,appurarono che nessuno aveva notizie della ramata da un’intera giornata. La loro preoccupazione salì alle stelle.
“E se chiamassimo gli hotel di Miyakojima per chiedere di lei?” Propose ancora Ran.
A quelle parole Shinichi la guardò quasi folgorato,chiedendosi perché qualcosa di così semplice non gli fosse venuta in mente prima. Scattò verso l’appendiabiti,afferrò la giacca e si diresse verso la porta senza dire una parola.
“EHI!” Esclamò la ragazza,stupita da quei movimenti improvvisi.
“Vado alla centrale di polizia per far chiamare qualcuno. A noi privati non daranno mai nessuna informazione riguardo agli ospiti per motivi di privacy,ma alle forze dell’ordine non possono dire di no. Tu intanto resta qui e se c’è qualche novità avvisami subito,sono stato chiaro?”Disse in fretta il detective,prima di sparire oltre la soglia.
Una volta alla centrale spiegò brevemente la situazione a Sato e Takagi che si offrirono immediatamente di aiutarlo.
Contattarono tutti gli hotel della città,dai più abbordabili ai più costosi, ed ottennero le informazioni che cercavano solo all’ultimo della lista,un cinque stelle lusso.
La receptionist disse di ricordarsi della ragazza a causa del colore dei suoi capelli e confermò loro che la giovane aveva passato la notte lì con il suo accompagnatore,tuttavia li informò di non poter dar loro altre informazioni per ordini dall’alto e riagganciò.
“CHE DIAVOLO VUOL DIRE ORDINI DALL’ALTO?” Sbraitò Shinichi,al limite della sopportazione.
“Magari hanno deciso di passare un’altra notte lì e hanno dato ordine di non essere disturbati” Affermò Takagi,mentre Sato rimuginava tra sé e sé.
“No,non è da Shiho. Ci avrebbe avvisati,avrebbe..” Shinichi non potè finire la frase poiché sentì il suo telefono vibrare incessantemente all’interno della tasca destra dei pantaloni e si affrettò a rispondere.
“Pronto Ran,sei tu?” Chiese dopo aver aperto la chiamata.
Dall’altro lato però non sentì la voce della sua ragazza,né quella della sua migliore amica.
Fu un uomo a rispondergli.
“Parlo con Shinichi Kudo?” Domandò quest’ultimo.
“Si,chi parla?”
“Sono Rikuo Endo,e credo di doverle parlare”.


Ancor prima di aprire gli occhi Shiho avvertì di non essere al sicuro e,pur non essendo propriamente certa del motivo di quella sensazione,sapeva di potersi fidare del suo sesto senso.
Non che in quel momento potesse dirsi sicura di qualcosa d’altro canto,visto il senso di stordimento che l’aveva accolta non appena aveva ripreso i sensi. Raramente le era capitato di sentirsi in quella maniera,constatò,dato che quel tipo di sensazione o scaturiva da una sbornia,e lei non aveva mai avuto tanto modo di ubriacarsi in vita sua,oppure da una botta in testa.
Una botta.
Bastò pensare a ciò per farle tornare in mente tutti gli ultimi avvenimenti: qualcuno che la tramortiva,Ryusuke che sbraitava e lei che perdeva i sensi.
Aprì gli occhi di colpo,scoprendo di trovarsi in una specie di cantina semibuia, fredda e umida e di essere sola.
Provò a muoversi ma,com’era prevedibile,chiunque l’avesse portata lì aveva provveduto a legarle mani e piedi con delle catene belle spesse,immobilizzandola a terra.
Nonostante questo piccolo impedimento,constatò che le sarebbe potuta andare decisamente peggio dal momento che non era ferita o altro,ma solo bloccata ed infreddolita. A saperlo prima non si sarebbe sicuramente messa quei pantaloncini invisibili.
Ciò che la allarmava di più tuttavia non era affato la sua condizione,quanto l’assenza di Ryusuke,poiché sicuramente coloro che li avevano aggrediti avevano a che fare con gli avvenimenti degli ultimi mesi.
Non aveva idea di chi fossero quegli uomini,ma sapeva bene ciò che volevano e il dubbio che l’avessero già ottenuto le fece accapponare la pelle. Cercò di alzarsi più e più volte,invano,procurandosi dei tagli alle caviglie a causa dello sfregamento delle catene con la pelle che ignorò bellamente,poiché il pensiero che Ryusuke fosse ferito,o peggio,la stava letteralmente lacerando.
Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi alla porta della cantina che la costrinsero a bloccare ogni suo movimento e riassumere la stessa posizione di quando si era svegliata.
Ai passi si aggiunsero delle voci maschili che parlavano concitate e si facevano sempre più forti,fino a che la porta non si aprì mostrando le figure di due uomini.
Erano entrambi molto possenti a causa dei muscoli che sembravano riempire quasi interamente i loro corpi e,guardandoli in volto,non avevano affatto l’aria di essere gente raccomandabile.
Non che il fatto che l’avessero praticamente rapita e gettata lì le avesse dato sentore di questo,dopotutto.
Il più altro dei due aveva dei lunghi capelli castani che arrivavano fino alle spalle,mentre il più basso sfoggiava una disordinata capigliatura biondo platino ed ambedue sorrisero maliziosamente quando la videro sveglia.
“Buongiorno bambolina,dormito bene?” Le domandò il castano mentre chiudeva la porta e le si avvicinava .
Shiho non emise un solo suono in risposta ma si limitò a gelarlo con lo sguardo,tenendo d’occhio ogni suo spostamento.
“Ooh che sguardo truce” Commentò l’uomo,scoppiando poi a ridere assieme al suo collega.
“Dovresti esserci grata,ragazzina. Ti abbiamo lasciato riposare in questa stanza tanto confortevole senza torcerti un capello,quando avresti potuto ricevere lo stesso trattamento del tuo amico”.
A quelle parole Shiho sbarrò gli occhi e domandò,con voce alterata “Cosa avete fatto a Ryusuke?”.
“Allora una lingua ce l’hai!” Rispose il biondo che intanto aveva preso posto su una sedia lì vicino.
“Ho detto: cosa avete fatto a Ryusuke?” Ribattè lei,senza abbassare né lo sguardo né il tono pur essendo in netto svantaggio.
I due scoppiarono a ridere nuovamente,vivamente divertiti dall’alterazione della sua voce.
Dopodiché il moro,che fino ad allora era rimasto a qualche metro di distanza da lei,si abbassò alla sua altezza e,afferratole il mento con una mano,chiese: “E se ti dicessi che lo abbiamo fatto fuori che faresti?”.
“Vi ammazzerei con le mie mani” Fu la risposta secca della ragazza,la quale continuò a fissarlo con uno sguardo di ghiaccio che confermava le sue parole.
“Però,ne hai di fegato signorina,mi piaci. Permettimi però di farti notare che ti sarebbe alquanto difficile fare ciò che dici,dal momento che sei bloccata per terra” Ironizzò l’uomo,senza lasciare la presa sul suo volto.
Shiho,per tutta risposta,sorrise in maniera inquietante come solo Sherry sapeva fare,quasi divertita dall’affermazione di quell’energumeno senza cervello.
“Evidentemente non sai con chi hai a che fare. E levami quella mano di dosso”.
Il castano parve turbato da quel sorriso e quelle parole,perciò rafforzò la presa e dichiarò “Forse sei tu a non aver capito con chi hai a che fare. Siamo noi a decidere e,in caso tu non l’avessi ancora capito,se siamo qui è proprio per metterti le mani addosso,bambolina”. L’energumeno non ebbe però tempo di concretizzare quanto appena detto,poiché la porta si spalancò nuovamente mostrando tre figure. Le prime due erano quelle di due uomini della stessa stazza degli altri,uno corvino e l’altro biondo e riccio il quale era occupato a trattenere con entrambe le braccia Ryusuke.
Shiho ebbe un moto di contentezza nel constatare che fosse ancora vivo,ma questo si spense rapidamente quando la luce fioca della lampada che illuminava la stanza mostrò il suo stato.
Era pieno di lividi e sangue incrostato,con un labbro spaccato ed un rivolo di liquido rosso che gli scorreva sul volto.
Nonostante tutto però,non appena la vide sorrise di sollievo. Anche lui doveva aver temuto per la sua incolumità.
“Akahito,si può sapere che stai facendo?” Domandò il riccio all’indirizzo dell’uomo che ancora teneva saldo il volto della ramata,il quale si voltò a rispondere con uno sguardo seccato. “Stavo giusto per divertirmi un po’ con lei prima che arrivassi tu,Bunjiro”.
“Non provarci neanche,bastardo” Sbraitò Ryusuke,dimendandosi tra le braccia di Bunjiro con tutte le poche forze che gli erano rimaste. “Taci tu,calciatore da due soldi. Vuoi una ripassata?”.
“Akahito piantala e lasciala stare,sai che il capo non vuole”.
“Non ti ci mettere anche tu,Ebizo. Non siete in grado di farvi gli affaracci vostri per una volta?” Rispose Akahito all’indirizzo dell’uomo corvino,intervenuto nella discussione.
“Basta così” Disse una voce estranea alle 6 persone presenti nella stanza,che proveniva dalle spalle di Bunjiro ed Ebizo.
Tutti si voltarono verso di essa giusto in tempo per vedere apparire sulla scena un settimo uomo,più magro e composto rispetto agli altri. Era alto,anche se non eccessivamente,e mostrava un aspetto pulito e curato nei minimi dettagli. I capelli castani erano perfettamente ordinati,così come lo era il suo abbigliamento,composto da un tailleur vermiglio e delle scarpe laccate,in netto contrasto con i vestiti da ragazzacci di strada degli altri energumeni. Sul suo volto era stampato un ghigno perverso,la cui carica inquietante sembrava emanare radiazioni negative in tutta la stanza. I suoi occhi sembravano chiari,ma non erano ben visibile a causa delle ciocche di capelli che cadevano su di essi.
Da come tutti e 4 gli uomini si affrettarono a ricomporsi alla sua comparsa,Shiho e Ryusuke intuirono che doveva essere lui il capo di cui parlavano.
La ramata era fortemente in soggezione davanti a quell’individuo tanto inquietante che dentro di sé sentiva di conoscere,mentre il calciatore alla sua vista era sbiancato visibilmente.
“Ta-Tanaka-san”Balbettò,incredulo di avere davanti ai suoi occhi il capo della sua squadra di guardie del corpo.
Adesso capiva come avessero fatto quegli uomini ad aggredirli e rapirli nonostante i mille accorgimenti presi.
“Sorpreso di vedermi,Ryusuke Higo?”Lo canzonò Chojiro Tanaka,mentre l’energumeno platinato,che rispondeva al nome di Daisuke,provvedeva a legarlo e a posizionarlo per terra accanto a Shiho.
“Allora c’eri tu dietro tutto questo..”Affermò il calciatore,ancora sotto shock.
“Certo ragazzino,e ci sono stato fin dall’inizio. E’ stato davvero divertente vedere quanto impegno ci mettessi nell’organizzare tutto nei minimi dettagli per non far correre rischi alla tua fidanzatina. Un piano notevole il tuo,davvero,peccato che abbia affidato i tuoi uomini alla persona sbagliata senza rendertene neanche conto.
Quel branco di imbecilli si è fatto manipolare alla perfezione,non si sono neanche resi conto di averti lasciato scoperto ieri sera e hanno reso il lavoro ai miei uomini incredibilmente semplice” Spiegò Chojiro,prendendo il posto di Daisuke sull’unica sedia presente nella stanza. Ryusuke si insultò mentalmente per essere stato tanto stupido da essersi fidato di quell’uomo tanto da dargli il compito di proteggerlo,ma soprattutto si odiò profondamente per aver messo Shiho nei pericoli per colpa della sua inettitudine.
“Perché?”Domandò,dopo qualche attimo di secondo.
“I traditori come te non meritano di vivere,Ryusuke” Rispose quello,sorseggiando del vino che intanto i suoi uomini avevano provveduto a portargli.
“Non capisco”.
“Vedi Ryusuke,devi sapere che quando tu eri nei Noir Tokyo avevi gli occhi di molti investitori puntati su di te,inclusi i miei.
Mi sono subito interessato a te per le tue capacità formidabili malgrado la giovanissima età e,fin dal primo momento in cui ti ho visto in campo,ho sentito che saresti stato un investimento vincente. Ho quindi investito molto tempo e denaro su di te,sponsorizzando il tuo team sotto falso nome e le tue performances dei primi tempi hanno dato ragione alla mia intuizione e mi hanno reso molto ricco.
Poi però mi hai tradito. Sei passato ai Big Osaka senza nessun preavviso e mi hai portato sull’orlo della bancarotta senza alcun rimpianto. Ho passato mesi a vederti gioire del tuo successo mentre io lottavo per arrivare a fine mese a causa dei debiti che avevo contratto per finanziarti. Mi hai rovinato la vita,Ryusuke Higo,e quando me ne sono reso conto ho giurato di fartela pagare.
Sono riuscito a rimettermi in piedi grazie al denaro di alcune persone per cui ho fatto dei lavoretti ogni tanto,persone che hanno poi cercato di farmi fuori e da cui mi sono dovuto nascondere per un po’ di tempo,dovendo quindi accantonare momentaneamente i miei piani di vendetta. Non appena sono stato libero di muovermi di nuovo ho iniziato a progettare un piano per fartela pagare e ho assoldato questi 4 ultras dei Big Osaka che continuano a non considerarti degno della loro squadra.
Dopodiché sono riuscito a farmi assumere dai tuoi manager come capo del tuo team di guardie del corpo,e a quel punto è stato incredibilmente facile giostrare tutto affinché tu finissi nelle mie mani ”.
Dopo aver concluso il suo monologo di spiegazioni,l’uomo si sollevò e si scostò una ciocca di capelli dal volto,mostrando chiaramente il suo sguardo color ghiaccio.
A quella vista una lampadina si accese nella testa di Shiho,che,ancor prima di rendersene conto,si ritrovò ad esclamare “Io ti conosco!”. Chojiro voltò il capo verso di lei,incatenando i suoi occhi a quelli della ramata,sogghignando soddisfatto.
“E io conosco te,Shiho Miyano. O forse preferisci essere chiamata Sherry?”.
La ramata sbiancò nel sentire il suo vecchio nome in codice,avvertendo nel frattempo lo sguardo interrogativo di Ryusuke e del resto degli uomini puntato su di sé.
Sebbene l’avesse conosciuto sotto un altro nome aveva capito perfettamente chi fosse l’uomo davanti a lei.
Il loro incontro risaliva a qualche anno prima,quando era ancora minorenne. Gin l’aveva prelevata dal laboratorio in cui lavorava come ogni sera,tuttavia in quell’occasione l’aveva informata di dover fare una deviazione per incontrare una persona. Questa persona era proprio Tanaka,che li aveva aspettati in un bar. Si erano seduti e i due uomini avevano parlato a lungo di affari mentre lei sfogliava alcune riviste,senza mostrare alcun interesse per la discussione.
Al momento dei saluti,tuttavia,Tanaka le aveva allungato una mano e si era complimentato per la sua bellezza,scatenando l’ira di Gin che l’aveva allontanato in malo modo e poi aveva lasciato il bar con Shiho al seguito.
Da ciò che le aveva raccontato il suo senpai in seguito,Tanaka era scappato nel nulla portandosi via parecchi milioni di yen e tutta l’organizzazione era stata a lungo sulle sue tracce,senza però essere mai riuscita a trovarlo.
“Nel momento in cui Ryusuke mi ha parlato di te e mi ha mostrato la tua foto ho subito capito chi fossi,e ho deciso di inserire anche te nel mio piano di vendetta. Ti confesso che se non fossi stata tu mi sarei limitato a tramortirti e lasciarti in quella stanza d’albergo,ma non avrei mai potuto perdere l’occasione di vendicarmi di quel verme di Gin.
Mi ha dato la caccia per mesi,costringendomi a spostarmi di continuo e a vivere nella miseria per aver cara la pelle. Quale modo migliore di fargliela pagare se non quello di fare fuori la sua puttanella personale?” Domandò retoricamente,lanciandole un’occhiata allusiva.
Shiho abbassò lo sguardo senza avere la forza di rispondere a causa del cocente senso di umiliazione che si faceva strada dentro di lei.
La puttanella di Gin.
Era stata proprio questo.
“Ora vi lascio,la polizia mi sta aspettando per rispondere ad alcune domande sulla scomparsa di Ryusuke Higo. Sai,sono sulle tue ricerche da quasi 24 ore ormai.” Disse l’uomo,allontanandosi verso la porta e facendo cenno ai suoi uomini di seguirlo.
“Sei un bastardo,Tanaka!” Gridò Ryusuke al suo indirizzo mentre lasciava la stanza.
Chojiro si fermò un attimo,si voltò verso di lui e ghignando rispose “E non hai ancora visto niente,Ryusuke”.



Ryusuke Higo,pazzesco.
Questo era bene o male il pensiero che si ripeteva ininterrottamente nella mente di Shinichi da quando aveva scoperto l’identità dell’accompagnatore di Shiho.
Era rimasto a telefono con Rikuo Endo solo una decina di minuti,giusto il tempo necessario per avere le informazioni principali riguardo l’accaduto. Dopodiché si era trovato,senza neanche rendersene conto,in macchina con Sato e Takagi diretto a Miyakojima.
Erano giunti a destinazione alle prime luci dell’alba e subito si erano diretti al Miyakojima’s Grand Hotel,trovandolo completamente recintato e circondato da volanti della polizia. Grazie ai distintivi dei due poliziotti il trio era riuscito a varcare le transenne e ad entrare nella zona riservata alle indagini.
Una volta lì avevano parlato con l’ispettore Honzo Kimura della polizia di Miyakojima,che era a capo delle indagini e grazie a cui erano stati in grado di ricostruire in linea generale l’evolversi dei fatti.
Shiho e Ryusuke erano arrivati in hotel nel primo pomeriggio di due giorni prima ma erano andati via subito dopo il check-in,senza neanche essere entrati in stanza.
Erano poi tornati dopo il tramonto e da quel momento non erano più usciti dalla loro suite,neanche per cena quando,stando al racconto del maitre,un agente della squadra delle guardie del corpo del calciatore si era presentato in sala e aveva comunicato che la coppia non avrebbe cenato perché stanca. I due ragazzi non si erano fatti vivi neanche a colazione e il maitre,che era un amico di vecchia data del calciatore,aveva chiesto il motivo ad un’altra delle guardie che gli aveva risposto di non aver ancora avuto disposizioni,e per questo pensava che il giovane fosse ancora nel mondo dei sogni.
Verso ora di pranzo inoltre il signor Tanaka,capo del team di guardie di Higo,aveva disposto di non far avvicinare anima viva alla suite perché Ryusuke desiderava un po’ di privacy.
Nessuno si era quindi preoccupato più di tanto della loro assenza prolungata fino a metà pomeriggio,quando Rikuo Endo era arrivato alla reception chiedendo di poter vedere suo fratello.
La receptionist gli aveva detto di aver ricevuto disposizioni precise che non le permettevano di lasciarlo passare,tuttavia l’uomo aveva insistito parecchio perciò aveva desistito e aveva chiamato una delle guardie per farlo accompagnare alla suite. Avevano bussato parecchio alla porta della stanza ma senza mai ottenere risposta e,dopo svariati tentativi,la guardia aveva tirato fuori un pass par tout ed entrambi erano entrati.
Lo scenario che si era stagliato davanti ai loro occhi aveva confermato tutti i timori che Rikuo aveva covato da quando Ryusuke aveva smesso di rispondere alle sue chiamate: mobili per terra,vetri infranti e nessuna presenza dei due ragazzi.
La polizia era stata avvertita immediatamente,e con essa tutta le guardie del corpo del calciatore che,una volta arrivate,non si erano più mosse dalla stanza. Gli uomini erano stati tutti interrogati ed avevano dichiarato di trovarsi tutti al piano di sotto al momento in cui si ipotizzava fosse avvenuta l’aggressione.
Chojiro Tanaka aveva spiegato agli agenti che questa mossa aveva a che fare con un piano ben organizzato da lui stesso,che permetteva di controllare l’entrata e l’uscita di qualsiasi cliente dell’hotel e,tramite la presenza di alcuni uomini in concomitanza di ascensori e scale,il percorso di ognuno.
Ryusuke infatti,prima di partire,gli aveva personalmente chiesto di avere della privacy e con quel piano sarebbero riusciti a proteggerlo senza però intaccare i suoi spazi. Per questo nessuno si era avvicinato alla suite prima dell’arrivo di Rikuo,non volevano disturbarlo. Quando Shinichi e i poliziotti di Tokyo arrivarono, trovarono una situazione pressocché identica al giorno precedente,perché nessuno aveva idea di chi potesse aver rapito Shiho e Ryusuke e non era ancora pervenuta alcuna richiesta di riscatto.
Sia le guardie che gli agenti si mostrarono seccati all’arrivo di investigatori non appartenenti alla loro giurisdizione,tuttavia il fatto che la ramata risultasse residente a Tokyo non permetteva loro di bloccare le loro indagini.
Senza contare che Shinichi non avrebbe sentito scuse in nessun caso,niente gli avrebbe mai impedito di investigare su quel caso per salvare la sua migliore amica,e questo sia Sato che Takagi lo sapevano molto bene.
Il corvino analizzò la suite palmo a palmo,riscontrando diversi segni di collutazione lungo tutte e 5 le aree che la componevano che sicuramente erano frutto di un combattimento. Arrivato di fronte alla porta finestra tuttavia notò dei particolari che lo interessarono parecchio: numerose schegge di vetro,probabilmente provenienti dalla porta della veranda che era composta perlopiù da quel materiale,ma soprattutto delle impronte di scarpe semicircolari e dei graffi color argento sul parquet.
“Qui avete trovato un cellulare?”Domandò agli agenti,con un tono che non permetteva repliche.
“Si,glielo porto”Rispose uno di loro,sparendo per un momento dalla stanza per poi tornare con un sacchetto di plastica che conteneva il telefono di Shiho.
Come immaginavo Pensò Shinichi,afferrando l’oggetto con un guanto ed inserendo il codice di sblocco.
Rimase allibito quando si trovò davanti il registro delle chiamate con la sua in cima,e a quel punto comprese che Shiho doveva essere stata aggredita subito dopo aver finito di parlare con lui,esattamente in quel punto. A giudicare dai pochi segni che vedeva nelle immediate vicinanze,inoltre,doveva essere stata colpita con forza alle spalle per poi perdere i sensi sul pavimento.
Il resto della suite era invece un completo disastro,quindi Ryusuke doveva essersi accorto per primo dei rapitori e probabilmente aveva provato a raggiungere la ragazza con tutte le sue forze per difenderla.
Pregò vivamente che ci fosse riuscito in qualche modo e maledisse se stesso per aver lasciato che la sua amica si trovasse di nuovo in pericolo,pur avendole promesso che non sarebbe mai più successo.
Doveva trovarla,ad ogni costo.
Improvvisamente sentì una mano posarsi sulla sua spalla e,convinto che si trattasse di uno dei suoi amici,biascicò un “sto bene” non molto credibile.
“Prova di nuovo,Kudo. Non sei stato molto convincente” Disse invece una voce a lui conosciuta e,voltatosi,si trovò davanti al sorriso sornione di Heiji Hattori.
“Che diamine ci fai qui?” Gli chiese,stupito di vederlo.
“Ti pare questo il modo di accogliere un vecchio amico?” Borbottò il ragazzo dalla pelle olivastra con aria seccata.
Poi,visto lo sguardo preoccupato del suo compagno di avventure,mise da parte gli scherzi e affermò “Sono venuto appena ho saputo. A quanto pare la polizia di Osaka stava già indagando su delle lettere minatorie che Ryusuke Higo ha ricevuto negli ultimi mesi”.
Shinichi assunse un’aria perplessa. “Lettere minatorie? Shiho non mi ha mai parlato di niente del genere”.
“Beh è probabile che non lo sapesse,o magari non voleva farti preoccupare.
In ogni caso pare che il contenuto di queste lettere fosse una minaccia di morte neanche tanto velata,e in effetti non c’è da stupirsene dato che qualche tempo fa hanno cercato di conficcargli una pallottola in testa. Chiunque sia stato è ben deciso a toglierlo di mezzo,e Shiho purtroppo si è semplicemente trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.” Dedusse il ragazzo del Kansai che però si affrettò ad aggiungere “Ma vedrai che la ritroveremo sana e salva! Insomma,ha affrontato molto peggio di questo,sicuramente se la caverà”.
“Non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?” Domandò Shinichi,guardandosi intorno con aria circospetta.
“In che senso?” “Pensaci. Un’aggressione in piena regola in un hotel pieno zeppo di persone,nonostante tutte le guardie del corpo e il personale dell’hotel. Non ci sono segni di effrazione,quindi i malviventi devono essere entrati dalla porta principale anche perché altrimenti non sarebbero mai riusciti a coglierli di sospresa.
Credo infatti che Shiho sia stata colpita alle spalle senza aver avuto la possibilità di reagire,e contando la sua abilità nelle arti marziali se qualcuno fosse arrivato dalla finestra o avesse scassinato la porta avrebbe avuto tutto il tempo per sentirlo e reagire,ma non è stato così.” “Tu credi che..”
“Esatto,credo che i rapitori avessero un complice all’interno del team delle guardie” Concluse il corvino,guardando uno ad uno tutti gli uomini incriminati.
Si avvicinò loro e,senza smettere di fissarli,domandò “Nell’arco di tempo che va dalle 19 dell’altro ieri a quando la stanza è stata aperta chi di voi si è allontanato dall’hotel?”.
Gli agenti si guardarono tra di loro riflettendo su quanto accaduto il giorno prima ed iniziando a negare in maniera disordinata e caotica. “Basta così” intervenne Tanaka,stagliandosi contro il detective e guardandolo con aria saccente.
“I miei uomini non si sono mossi di qui,garantisco io per loro ma potete anche chiedere al personale dell’hotel. Gli unici ad essersi spostati di qui siamo stati io e Juno-san,che siamo andati in centro per un’oretta nel primo pomeriggio di ieri per ritirare dei documenti in comune. Potete chiedere agli addetti,vi confermeranno che ci siamo intrattenuti lì per una ventina di minuti “.
“La sede comunale dista 10 minuti da qui,cosa avete fatto nei restanti 30?” Chiese Heiji,sospettoso.
“Juno-san ha avuto un malore quindi ci siamo fermati in una farmacia non molto distante da qui e sono andato a comprare delle vitamine mentre lui riposava in macchina. Abbiamo aspettato che si sentisse meglio e siamo tornati qui. Confermi?” Domandò Chojiro all’indirizzo dell’uomo di cui aveva parlato,che in tutta risposta fece un cenno d’assenso.
I due detective si scambiarono un cenno d’intesa.
E’ lui Pensarono entrambi,prima di uscire dalla suite per fare un giro dell’hotel e cercare i tasselli mancanti del puzzle.
“Si sarà allontanato per vedere come procedesse il sequestro. Certo che deve essere stato facile organizzarlo con il capo della squadra dalla propria parte” rifletté Heiji mentre scendevano nella Hall.
“Già. Deve aver addormentato il suo agente per un breve periodo di tempo in modo da agire indisturbato e creandosi un alibi,perciò il nascondiglio dove tengono prigionieri Ryusuke e Shiho non deve essere distante da quella farmacia” Continuò Shinichi,seguendo il flusso dei suoi pensieri.
“Sembra avere un alibi di ferro però”.
“Ho imparato a diffidare di coloro che ce l’hanno. Nessun alibi costruito può essere perfetto”.
A quelle parole Heiji sorrise sornione. Con loro due insieme il piano di Chojiro Tanaka aveva i minuti contati.
Passarono tutta la mattinata a fare su e giù per l’hotel e a cercare informazioni su quel Tanaka ma,a fine mattinata,il loro duro lavoro aveva dato molti frutti.
Avevano scoperto,grazie alla testimonianza di un addetto al ritiro e alla consegna dei panni sporchi,che due giorni prima i sacchi da prendere erano misteriosamente scomparsi e che l’hotel aveva dichiarato di averli consegnati a dei suoi colleghi venuti prima di lui.
Ne dedussero che i rapitori si erano probabilmente vestiti da addetti alle pulizie e,così facendo,erano riusciti a raggiungere la suite senza nessun problema ed avevano poi nascosto i corpi dei ragazzi nei sacchi per poterli portar via indisturbati.
Dopo una lunga telefonata con l’FBI e i servizi di sicurezza giapponesi,inoltre,avevano scoperto alcune informazioni interessanti sul conto di Chojiro Tanaka.
Sembrava infatti che fosse un brillante ingegnere molto interessato al mondo del calcio che anni prima aveva investito illegalmente enormi somme su calciatori americani e giapponesi emergenti,e il suo investimento più importante sembrava essere stato proprio Ryusuke Higo quando ancora giocava nei Noir Tokyo.
Al passaggio ai Big,però,la sua ricchezza era sfumata tanto velocemente com’era venuta e si era ritrovato ben presto sul lastrico,per poi sparire dalla scena per un bel po’ di tempo e riapparirvi nuovamente ricco e sistemato.
Inutile dire che questo aveva attirato l’attenzione dei servizi segreti internazionali che pertanto avevano investigato su di lui fin da subito,senza però trovare una sola macchia nera sulla sua fedina immacolata. Di qualsiasi mezzo si fosse servito per tornare quello di un tempo,Tanaka era stato talmente abile da cancellarne ogni prova.
Ai due detective fu quindi chiaro di non avere a che fare con un semplice complice come avevano precedentemente pensato,bensì con l’effettivo mandante del sequestro.
“Adesso il quadro è completo” Esordì Heiji,quando ebbero finito di analizzare tutto il materiale a loro disposizione.
“Non proprio. Ci manca scoprire dove tiene nascosti Shiho e Ryusuke,cosa intende farne ma soprattutto ci mancano le prove per incastrarlo” Precisò Shinichi,infuriato all’idea di avere sotto mano colui che aveva rapito la sua migliore amica ma di non poter far nulla per bloccarlo a causa dell’assenza di prove.
“E se andassimo a cercare il nascondiglio?”Propose il ragazzo del Kansai. Il corvino scosse la testa.
“Non sappiamo esattamente dove cercare,potremmo incappare in qualche suo scagnozzo e così facendo metteremmo quei due ancora più in pericolo”.
“Hai ragione. Ci serve un’idea”.
“Già,ma quale?” Shinichi ed Heiji tuttavia non ebbero modo di pianificare nulla,poiché alle loro spalle sentirono una voce concitata che li chiamava e, voltatisi ,videro Rikuo Endo scendere velocemente le scale ed arrivare davanti a loro.
“Ryusuke è riuscito a mettersi in contatto con me!” Esclamò,una volta che si fu fermato.
I due sgranarono gli occhi,del tutto impreparati a quest’evenienza. “Davvero? E cosa ha detto? Come sta Shiho?” Domandò Shinichi con fare concitato,sollevato all’idea che il ragazzo stesse bene ma preoccupato per la sua migliore amica.
“Ha detto che stanno entrambi bene. Per il resto è riuscito solo a dirmi che stasera giocherà la partita contro i Noir Tokyo ad Osaka,e poi la linea è caduta”.
“La partita contro i Noir..” mormorò Heiji,seguendo un pensiero che si stava facendo strada sia nella sua testa che in quella dell’amico che annuì.
“E’ una resa dei conti” Concluse al posto suo,consapevole più che mai del pericolo che inconbeva sui due ragazzi per cui,da allora,ogni secondo sarebbe potuto essere fatale.
“Resa dei conti? Di che parlate?”Chiese Rikuo che non riusciva a stare al passo dei loro pensieri.
“Presto,andiamo ad Osaka! Endo-san,le raccontiamo tutto per strada,sbrighiamoci!” Esclamarono i liceali,uscendo di corsa dall’hotel e trascinando con loro il povero allenatore.



Shiho e Ryusuke erano soli in quella cantina da tempo incalcolabile.
Non avevano avuto il coraggio di parlare e spiegarsi a vicenda ciò che si erano tenuti nascosti perciò,pur essendo vicini,avevano preferito restare in silenzio e approfittare di quel tempo per poter pensare.
Così erano passate ore ed ore,senza che nessuno portasse loro qualcosa da bere o da mangiare e la ramata si rese conto che,tolti i pochi sorsi che venivano loro concessi ogni tanto,non mangiavano né bevevano da quando erano stati rapiti,ossia un paio di giorni.
Non a caso sentiva le forze venir meno sempre più man mano che il tempo passava,ma non esternava questa sensazione per non allarmare ulteriormente Ryusuke,tanto più che anche lui molto probabilmente stava provando la stessa cosa.
Il calciatore dal canto suo perse un po’ di tempo ad osservare la figura della ragazza al suo fianco.
Era stanca e sporca,visibilmente pallida e ferita nella zona delle caviglie e dei polsi. A giudicare dal modo in cui si rannicchiava su se stessa,inoltre,sembrava avere molto freddo e lui si dannava per non poter far nulla in grado di farla stare meglio.
Odiava quella situazione,ma soprattutto odiava l’idea di averla messa in pericolo e non si sarebbe affatto meravigliato di vederla sparire dalla sua vita,qualora tutto si fosse risolto per il meglio.
“Mi dispiace,Shiho” Affermò,dopo una quantità indefinita di tempo. Lei alzò il capo ed incatenò gli occhi con i suoi,sorpresa da quelle parole pronunciate con tanto rammarico.
“Non è stata colpa tua”Disse poi,senza rompere il contatto visivo.
Ryusuke scosse vigorosamente la testa in segno di diniego.
“Si invece. Non avrei dovuto permetterti di entrare nella mia vita pur sapendo di essere in pericolo,sono stato egoista e adesso ne stai pagando il prezzo anche tu”.
Fu la volta della ramata di negare.
“L’avrei fatto lo stesso,lo sai vero?”
“No,Shiho. Non avrei dovuto permettertelo. Sono un imbecille completo,non sono riuscito a fare a meno di legarmi a te e poi,per proteggerci,ho affidato la nostra vita in mano a colui che mi voleva morto. Sono davvero un fallimento,come ho fatto ad essere così stupido?” Esclamò il calciatore con voce rotta,voltando il capo dalla parte opposta per non farle vedere le lacrime che avevano iniziato a scorrergli sul volto.
“Ryu..” Iniziò lei,cercando dentro di sé le parole migliore per poterlo consolare,ma lui non glielo permise.
“Ho passato tutta la mia vita a desiderare qualcuno di cui essere innamorato che ricambiasse,almeno in parte,i miei sentimenti. Ho conosciuto tanta gente che pensavo fosse interessata a me ma che,invece,mirava soltanto ai miei soldi e mi ero quasi rassegnato all’ipotesi di una vita solitaria.
Poi però sei arrivata tu.
Tu che mi hai stregato fin dal primo momento,che te ne sei fregata di chi fossi e ti sei addirittura rifiutata di dirmi il tuo nome. Ho passato settimane intere a cercarti ininterrottamente e poi,quando stavo per mollare,sei intervenuta di nuovo e mi hai salvato la vita. Questi cinque mesi che ho passato con te non hanno paragone con nessun altro momento dei miei 20 anni perché mi hai fatto sentire tanto felice che potrei piangere dalla gioia.E’ un paradosso ma è così,tu mi rendi felice e mi fai credere in me stesso come nessun altro è mai riuscito a fare e io davvero non so quale merito ho per meritarmi una persona bella come te al mio fianco.
Dio,Shiho,io non sono bravo con le parole ma non so davvero come altro dirti che mi hai completamente fottuto il cervello e che ti amo. Già,sono profondamente,maledettamente ed irrimediabilmente innamorato di te”.
Shiho era rimasta zitta per tutto il corso del monologo e,malgrado fosse riuscita a mantenere gli occhi fissi nei suoi per la maggior parte di esso,alla fine aveva ceduto e li aveva puntati sul suolo.
Ryusuke la amava.
La amava davvero e lei si sentiva uno schifo perché sapeva che si era innamorato dell’immagine di lei che aveva creato.
Quando la verità sarebbe uscita fuori non sarebbe mai riuscito,neanche volendo,a pensarla alla stessa maniera e se ne sarebbe andato. D’altronde,chi avrebbe potuto mai volere al suo fianco una donna debole e sporca come lei?
“Ryusuke io sono lusingata dalle tue parole,e ti confesso di provare un sentimento davvero forte nei tuoi confronti. Ciononostante non posso permetterti di continuare ad idealizzarmi così,perché io non sono affatto ciò che tu credi. Ti ho raccontato tante bugie sulla mia vita,non sono assolutamente la persona che tu pensi che io sia. Sono stata una criminale,forse lo sono ancora,ma soprattutto sono stata la schiava di un uomo che ha brutalmente abusato di me per anni con il mio consenso.
Non sono mentalmente stabile,come puoi ben vedere,e soprattutto ho difficoltà a percepire cosa sia la normalità nella realtà che mi circonda. Sei troppo buono e puro per una persona irrimediabilmente corrotta come me,promessa del calcio. Dovresti starmi lontano”.
Il calciatore parve stupito da quella confessione e abbassò un momento lo sguardo sul pavimento per poter pensare,ma quando lo rialzò questo era tutto fuorché disgustato.
“Shiho io non potrei mai stare lontano da te,non lo capisci? Non mi interessa di chi sei stata perché so chi sei adesso. Sei la persona più intrigante che io abbia mai conosciuto,ma al tempo stesso sai essere affettuosa e soprattutto hai un coraggio spaventoso.
Ti piacciono gli animali,passi molto tempo con dei bambini che sono amici dell’uomo con cui vivi e ti preoccupi di far mangiar sano chi ti circonda. Sei una solida spalla per Shinichi,anche se spesso borbotti per i suoi modi di fare,e anche se non lo dimostri sei in grado di farti in diecimila per far star bene le persone a cui tieni,me incluso. Come posso credere che una persona così sia una criminale? Non mi interessa del tuo passato ma solo di chi sei tu oggi,ed oggi sei la ragazza che si è portata via il mio cuore e niente e nessuno potrà mai cambiare questo”.
Shiho ebbe una gran voglia di piangere a quelle parole che si erano conficcate dentro di lei e che difficilmente sarebbero andate via. Nessuno le aveva mai detto qualcosa del genere,lei stessa aveva sempre pensato di non meritare qualcuno a cui importasse a causa della sua anima nera.
Ryusuke invece aveva rimesso in discussione tutto,perché la amava nonostante sapesse di avere a che fare con una persona irrimediabilmente danneggiata come lei.
Malgrado la situazione sentì nel suo animo una sensazione di tepore del tutto nuova che la faceva stare bene.
Fu proprio in quella cantina buia e fredda,con lo stomaco vuoto da giorni,mani e polsi legati e tagli sul corpo che Shiho Miyano potè dire di essere felice per la prima volta nella sua vita e nessuno le avrebbe mai tolto questa consapevolezza.
“Ryusuke ti prometto che,se mai riusciremo ad uscire vivi di qui,metterò un punto al mio passato e ti spiegherò tutto quanto per poter costruire un futuro con te” Furono le ultime parole che la ramata potè dire,poiché subito dopo la porta venne spalancata con forza e Akahito e Daisuke entrarono nella stanza.
“Forza calciatore,adesso vieni con noi”Affermarono,afferrando Ryusuke di forza a trascinandolo verso la porta senza badare alle urla di protesta di Shiho che,spaventata,vide la porta chiudersi alle spalle dei tre uomini e si trovò di nuovo sola.
Tuttavia non rimase tale a lungo perché,una ventina di minuti dopo,il giovane fu portato nuovamente all’interno della cantina.
Questa volta,tuttavia,non era legato ma in compenso era più bianco rispetto a prima e zoppicava leggermente.
“Cos’è successo?” Gli domandò,incuriosita da quel cambio di rotta. Lui sospirò pesantemente,portandosi una mano a massaggiare la fronte con un certo vigore.
Dopodichè alzò lo sguardo su di lei e disse “Stasera ci porteranno ad Osaka”.
Shiho spalancò gli occhi,sorpresa,ma si astenne dal commentare ed lo esortò a continuare.
Ryusuke annuì.
“Vogliono che io giochi la partita contro i Noir Tokyo. Hanno detto di volermi mettere alla prova e di sottopormi ad un test e se lo passerò saremo liberi di andar via,senza che nessuno ci dia più fastidio”.
“In cosa consiste questo test?” Chiese la ramata,la quale avvertiva chiaramente una nota stonata nel discorso ed era molto allarmata dall’evidente malessere del ragazzo davanti a sé.
“Dovrò segnare da solo tre goal entro la fine dei 90 minuti. Hanno detto che se ci riuscirò mi considereranno degno di essere la punta della loro squadra e non avranno più problemi con me”.
“Ma è impossibile! Non mangi da giorni,sei ferito e pallido come un morto!".
“Lo so,ma devo farlo. Mi sono allenato per tutta la vita,sono nato per fare il calciatore. Posso farcela”.
“E se non ci riuscissi?” Incalzò la scienziata,ritenendo assurdo che un uomo spietato come Tanaka potesse placarsi con qualcosa del genere.
Ryusuke distolse lo sguardo a quella domanda,cercando invano qualsiasi modo per sviarla.
“Ryusuke,rispondimi”.
“Se io fallissi o mi rifiutassi avrei un prezzo da pagare,su questo sono stati molto chiari. Non posso in nessun modo tirarmi indietro”. “Quale prezzo?” Domandò nuovamente Shiho,pur avendo capito ciò che il ragazzo non aveva il coraggio di confessarle.
A quel punto Higo alzò lo sguardo dal pavimento,lo fissò nei suoi occhi e,con voce rotta,rispose “Tu”.



Lo stadio Nagai era pieno zeppo di gente,divisa perfettamente tra gli spalti delle tue tifoserie,che attendeva impaziente l’inizio della partita. Shinichi ed Heiji avevano viaggiato per ore a velocità folle e riuscirono ad arrivare in tempo record,appena decina di minuti prima del fischio d’inizio.
Si precipitarono nella zona degli spogliatoi dove Rikuo si era rinchiuso per parlare con il fratello,ma le guardie del corpo del ragazzonon permisero loro di accedere alla zona e li fecero attendere nel corridoio che portava all’ingresso del campo da gioco.
“Pazzesco,sappiamo chi è stato ma non possiamo far niente per fermarlo” Borbottò Shinichi,nero di rabbia di fronte a quella situazione assurda che rischiava di essere fatale per Shiho.
“Calmati Kudo,ora più che mai dobbiamo essere lucidi e ragionare. Ne va della vita di Shiho”Lo ammonì Heiji,mettendogli però una mano sulla spalla in segno di conforto.
Il corvino non fu del suo stesso avviso,perché si levò malamente quella mano di dosso e sbottò:“Lo so da solo,grazie!”.
“Ragazzi” si sentì a quel punto dalle loro spalle,e una volta voltatisi i due si trovarono davanti a Rikuo e Ryusuke.
Quest’ultimo aveva un’aria tremenda: bianco come un cadavere,pieno di ecchimosi e con un andamento zoppicante.
Ciò che preoccupò maggiormente i due,tuttavia,fu il terrore che entrambi lessero all’interno dei suoi occhi.
“Higo-san”Lo salutò Heiji,mentre Shinichi mise da parte i convenevoli e chiese con tono duro:“Dov’è Shiho?”.
Ryusuke spostò gli occhi su di lui e,senza rompere neanche una volta il contatto visivo,iniziò a raccontare ciò che i suoi aguzzini gli avevano detto di dire alla polizia.
“Non so dove sia. Quando mi sono svegliato ero da solo e degli uomini incappucciati mi hanno detto che stava bene”.
Shinichi fece per scattare contro di lui,ma Heiji lo bloccò ed esortò il calciatore a continuare.
“Mi hanno picchiato e poi,dopo non so quanto tempo,mi hanno detto che stasera avrei dovuto giocare qui,per poi narcotizzarmi e lasciarmi su una panchina appena fuori dal parcheggio dello stadio”.
“Hai avuto più notizie di Miyano-san?”Domandò il ragazzo del Kansai,vista l’evidente incapacità verbale e motoria del detective di Tokyo. “Hanno detto di aver liberato anche lei,e Tanaka-san ha mandato un uomo a riprenderla dal luogo che ci hanno indicato.
Stando alla polizia deve essersi trattato semplicemente di una banda di ultras dei Big scontenta della mia presenza,che ha deciso di liberarmi concedendomi la possibilità di riscattarmi ai loro occhi. Non so se sia effettivamente così,ma probabilmente è l’unica ipotesi plausibile”.
Tralasciando l’evidente balla messa in piedi dal ragazzo,i detective furono certi del fatto che ci fosse qualcosa di più soprattutto grazie al suo sguardo. Quegli occhi color cielo sembravano infatti gridare aiuto con tutte le loro forze,e Shinichi ed Heiji capirono che in realtà Shiho era ancora nelle mani dei loro rapitori e che la sua salvezza sarebbe dipesa dall’esito di quella partita.
“L’agente mandato da Tanaka-san è riuscito a trovarla?”Chiese Shinichi,calcando leggermente sul cognome dell’uomo per far capire a Higo di sapere,evitando però che questa informazione arrivasse alle orecchie di quello che,in disparte,osservava tutta la scena.
“Sì,gli ha telefonato tre minuti fa per dire di averla trovata in una zona a mezz’ora da qui.” Rispose Ryusuke,facendo un leggerissimo cenno affermativo con la testa per confermare ai due i loro sospetti e pregando,allo stesso tempo,che captassero il messaggio che aveva nascosto nella sua ultima affermazione.
Shinichi ed Heiji si guardarono complici,consci di avere finalmente il quadro generale della situazione,dopodichè salutarono il calciatore e si diressero negli spalti.
“Ricapitoliamo: quei pazzi,sotto gli ordini di Tanaka,hanno detto a Higo di giocare questa partita e segnare tre goal altrimenti..”
“Altrimenti ne andrà della vita di Shiho” Affermò il corvino,concludendo la frase precedentemente iniziata dal ragazzo del Kansai.
“Cosa possiamo fare?”
“Per quanto mi costi ammetterlo al momento proprio niente. Non sappiamo dove tengano Shiho,e lo stadio è troppo grande per setacciarlo palmo a palmo ora che la partita è iniziata. Rischieremmo soltanto di perdere di vista quel bastardo e questo non possiamo permettercelo. Rimaniamo qui e teniamolo d’occhio,alla minima mossa falsa lo attacchiamo e speriamo che vada tutto bene”.



"Confortevole la tua postazione,bambolina?"Chiese Akahito a Shiho,legata con delle spesse corde ad uno dei seggiolini dello stadio.
Lei si limitò a non rispondere e a voltare il capo dall'altra parte.
Divertito da quel comportamento l'uomo si abbassò al suo livello e afferrò nuovamente il suo volto con una mano.
Shiho sentì il sangue arrivarle dritto al cervello,ma cercò di star buona e non peggiorare la situazione.
"Che dici se ci divertissimo un po' finchè il tuo amichetto non segna i tre goal?" Le propose,maliziosamente.
Lei,in tutta risposta,gli morse la mano che lui le stava passando sul viso e lo fece gridare di dolore.
"Bada a fare scherzi ragazzina,oppure quel ragazzino e tutte le persone qui dentro vanno dritti all’altro mondo”. Affermò quindi,tirandole un ceffone e posizionandosi dietro il suo sedile con Daisuke.
Si trovavano in uno degli spalti più alti dello stadio che,se non fosse stato per loro,sarebbe stato completamente deserto.
“Tanto finirà così lo stesso,non è vero? Avete posizionato delle bombe e al terzo goal di Ryusuke scapperete e ci farete saltare tutti in aria. Voi in realtà non siete affatto degli ultras,ma dei sicari mercenari interessati soltanto a far soldi”Ribattè la ramata,sicura della propria tesi.
Akahito e Daisuke la guardarono,stupiti dalla sua intelligenza e dalla velocità con cui aveva appreso un piano che loro avevano studiato per mesi.
“Beh tesoro,hai capito per metà. Si,al terzo goal questo posto salterà in aria ma non saremo affatto noi ad azionare le bombe”. Rispose il moro,ridendo assieme al suo collega. Shiho impiegò qualche secondo ad assimilare quelle parole,ma quando lo fece sentì la paurafarsi strada dentro di sé.
“Avete posizionato un sensore dietro la porta..”Disse con un filo di voce,chiedendosi come avesse fatto a non capirlo prima.
Come aveva potuto credere che Tanaka li avrebbe davvero lasciati andare così? Avrebbe dovuto comprendere che la sua sete di vendetta fosse troppo grande per essere sanata senza nessuno spargimento di sangue.
Gettò un’occhiata al tabellone segnapunti ed appurò con disgusto che erano giunti ormai a metà secondo tempo,e che Ryusuke aveva già segnato due goal. Mancava solo un’altra rete alla fine di tutto,e lei non poteva fare assolutamente niente per impedirlo.
Ti prego,fermati!



“Kudo guarda,Tanaka si sta allontanando!” Sbottò improvvisamente Heiji,osservando la figura di Chojiro che camminava verso l’uscita con fare circospetto.
Cosa avrà intenzione di fare? Si domandò Shinichi,non riuscendo a dare una spiegazione plausibile a quel comportamento.
Ripensò a tutto quanto,Shiho,il rapimento,il doppio gioco di Tanaka e lo strano comportamento dei rapitori ma nulla,non riusciva proprio a trovare un filo logico che collegasse tutti quegli elementi.
“Certo che Higo è proprio una bomba!” Esclamò in quel momento una ragazza poco distante da lui,ed allora una lampadina si accese nel suo cervello.
Una bomba! Ma certo,vogliono farci saltare in aria al terzo goal!
Si voltò verso la porta dei Noir vedendo la figura di Ryusuke avvicinarsi ad essa e capì di non avere più tempo.
“HATTORI! BLOCCA TANAKA!”Gridò,prima di catapultarsi verso il campo nel tentativo di fermare il calciatore.
Riuscì a scansare tutte le guardie che cercarono di impedirgli di raggiungere il punto in cui la partita si stava svolgendo,ma proprio all’ultimo fu atterrato da una di loro ed immobilizzato per terra.
“HIGO-SAN FERMATI,NON SEGNARE O SALTIAMO IN ARIA!”Urlò con tutte le sue forze,pregando che il biondo lo sentisse.
Ripeté la stessa frase più e più volte fino a quando non vide il ragazzo bloccarsi spaesato e,libero dalla presa dalla guardia,corse verso di lui per spiegargli tutto.
“Kudo-san cosa stai facendo?”Chiese il calciatore con tono di rimprovero una volta che il detective gli fu davanti.
“Lo sai che se non segno Shiho..”
“Se segni saltiamo tutti in aria,Shiho inclusa,non lo capisci? E’ per questo che ti hanno chiesto di fare proprio tre goal,per azionare il sensore che hanno posizionato dietro la porta!”Spiegò il corvino in maniera concitata.
A quelle parole tutti quanti si bloccarono,e l’arbitro fischiò per sospendere la partita e permettere agli spettatori di evacuare lo stadio. “MALEDETTI IMPICCIONI!”Sbraitò Chojiro,tenuto fermo da Heiji e da alcuni agenti sopraggiunti sul posto.
“E’ finita,Tanaka-san. Arrenditi”Affermò il calciatore a quel punto con tono serio,ma proprio in quel momento si sentì uno sparo provenire dagli spalti superiori dello stadio.
Tutti si voltarono terrorizzati in direzione di quel suono e Ryusuke,quando tornò a guardare la sua guardia negli occhi,vide sul suo volto uno sguardo sadico e soddisfatto che lo fece rabbrividire.
“E’ finita quando lo dico io,Ryusuke” Ribattè lui,ghignando vittorioso mentre veniva portato via.
Shinichi ed Heiji iniziarono a correre verso gli spalti prima ancora che l’eco dello sparo si fosse dissolto del tutto dallo stadio mentre intanto,attorno a loro,era scoppiato il panico.
Contrariamente al resto della gente il calciatore non pareva accennare a voler muovere un solo muscolo,aveva il cervello completamente inceppato.
Non riusciva a far nulla se non a fissare il punto da cui era provenuto quello sparo,mentre dentro di sé sentiva avanzare un dubbio terribile.
Si guardò intorno,pregando di vedere la figura di Shiho da qualche parte tra la folla,ma accanto a lui c’era solo gente che scappava spaventata.
Lei non era lì accanto a lui.
E se non era lì accanto a lui poteva essere solo in un punto,ossia sugli spalti più isolati.
Proprio da dove era arrivato lo sparo.
A quel punto sentì un dolore fortissimo al petto che lo fece accasciare al suolo,mentre intanto la consapevolezza che Shiho,la sua Shiho,fosse morta per colpa sua lo faceva gridare disperato.
“SHIHOOOOOO!”
  
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