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Autore: melloficent    13/05/2017    2 recensioni
-Renè, pensi che l'eternità ti stancherà mai?- chiese Lacus guardando verso i tetti dorati della città perennemente al buio.
La verità era che ormai Renè non aveva più nessun interesse nel vivere, e se lo faceva era solo per Lacus.
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[ Lacus/Renè | kinda what if? più o meno mie teorie sull'evolversi della trama del manga | deathfic ]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Lacus Welt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the Sun didn’t shine anymore
 
 
Lacus era il Sole, Renè la Luna che si nutriva della sua luce riflessa.
Era impossibile non pensarlo, quando li si vedeva vicini.
Lacus brillava nel buio di Sanguinem e aveva brillato quando la sua vita mortale non si era ancora conclusa, con l'intensità di un astro pronto a implodere e autodistruggersi, annientando con sé ciò che aveva intorno.
Renè era quanto di più vicino avesse sin dalla sua vita mortale, tanto che le prime parole di Lacus erano rivolte a lui, che era l'unico altro essere umano che aveva trovato interessante sin da quando era troppo piccolo per metabolizzarlo.
Poi ne aveva dette tante altre, e Renè pochissime, sempre soppesate e spesso rivolte unicamente all'altro.
Erano agli opposti, l'avevano detto tutte le anime del villaggio della loro infanzia e anche il loro creatore, il giorno in cui quel villaggio venne messo a ferro e fuoco.
Lo dissero anche innumerevoli vampiri, dopo, ma Lacus e Renè rimanevano uniti come due parti di una stessa anima, speculari e complementari.
Si completavano, e come il Sole e la Luna vivevano insieme, fratelli e amanti.
E Renè non poteva fare a meno di pensare che se Lacus non ci fosse stato, la sua vita sarebbe stata senza significato.
In fondo cos'è la Luna senza il Sole a illuminarla?
-Renè, pensi che l'eternità ti stancherà mai?- chiese Lacus guardando verso i tetti dorati della città perennemente al buio.
La verità era che ormai Renè non aveva più nessun interesse nel vivere, e se lo faceva era solo per Lacus.
In fondo non era mai stato abituato a una vita senza l'altro, e pensarla per lui sarebbe stato come dire un'eresia.
-Con te? Sicuramente.- soffiò ripulendogli la guancia da uno sbuffo di sangue.
Lacus era caotico, irrazionale e luminoso. Amava quello di lui, insieme a tutto il resto.
Il ragazzo dai capelli violetti gonfiò le guance e mise su un broncio infantile, incrociando le braccia al petto.
-Ma come? La mia presenza dovrebbe rischiarare la tua vita!- esclamò, in piena coerenza con il suo egocentrisml disarmante.
Renè evitò accuratamente di dirgli quanto avesse ragione.
 
-Mi ami, Renè?- gli chiese Lacus tra le lenzuola sfatte del loro letto a coprirgli la pelle diafana.
Renè alzò gli occhi al cielo perchè l'altro glielo chiedeva ogni volta, un po' per crogiolarsi in quella consapevolezza, un po' perchè Lacus era alla continua ricerca di conferme.
Rise guardando la smorfia di attesa che arricciava le labbra dell'altro.
-Fino all'ultimo dei miei giorni.- rispose alla fine, facendo apparire un sorriso luminoso all'altro.
Nessuno dei due sapeva quanto immensamente fosse vero.
-E non ti stancherai mai di me, Renè?- chiese ancora, intrecciando le mani gelide e candide con quelle dell'altro, più grandi e forti, ma di egual calore e pallore.
Era cosi facile dimenticarsi di essere più morti che vivi, ed era altrettanto facile ricordarlo ogni volta che le loro mani si sfioravano.
Lacus diceva che c'era un che di poetico in tutto quello.
Renè invece lo trovava solo macabro, ma in effetti era compito dell'altro trovare il bello in ogni cosa.
Per questo il castano sosteneva che fosse Lacus il più umano tra loro due.
-Non mi stancherò mai di amarti, penso che tu lo sappia.- rispose regalandogli un raro mezzo sorriso, di quelli timidi e fragili come foglie primule che riservava solo a lui.
Allora il sorriso di Lacus si allargò sul suo volto, e Renè pensò che splendesse di luce propria.
Era l'astro che gli permetteva di vivere e brillare a sua volta, senza di lui non c'era senso nella sua esistenza.
-E tu invece? Ti stancherai mai di me?- chiese Renè, lasciando che l'altro trovasse rifugio sul suo petto, gelido anche quello come tutto il resto.
Lacus scosse la testa e lo guardò come se avesse detto una blasfemia.
-Oh, come potrei? Sei l'unica persona che amerò mai.- disse con leggerezza, socchiudendo gli occhi scarlatti.
E stavano bene insieme, il Sole e la Luna, l'uno dipendente dall'altro, in un equilibrio idilliaco e perfetto.
 
La freccia di Yoichi nel petto di Renè bruciava a entrambi, come se fossero la stessa persona.
Forse era quello che succedeva quando la propria anima gemella moriva, pensò Lacus cercando invano di fare qualsiasi cosa per cercare di salvare l'altro.
Sentiva però il suo sangue scuro bagnargli le mani pallide e creare un contrasto che, in un'altra situazione, avrebbe trovato bellissimo.
Non sentì invece le proprie lacrime bagnargli le guance e cadere sul viso di Renè, asciutto e contratto in una smorfia di dolore.
Lacus aveva sempre pensato che, se uno dei due fosse morto, lui sarebbe stato il primo, perchè non avrebbe sopportato un'eternità senza Renè.
E invece stava succedendo, lo stava perdendo come sabbia che scivolava dalle sue dita e vedeva gli occhi scarlatti spegnersi e farsi meno vividi ogni secondo che passava, mentre la freccia non faceva altro che bruciare le carni e prolungare quell'agonia.
E allora Renè allungò la mano verso di lui, con uno sforzo immane, e gli fece uno di quei sorrisi che rivolgeva a lui solo, provato e tremolante per via del dolore e della morte che lo stava avvolgendo.
-...mi dispiace.- rantolò il corvino con grande sforzo, la voce graffiata e trascinata.
Lacus scosse la testa, cercando con le mani tremanti di tamponare la ferita e sperando invano che per Renè ci fosse ancora una possibilità.
Ma la freccia era maledetta e gli bruciava le mani ogni volta che la sfiorava.
Sarebbe dovuto morire lui, non Renè.
-...mi va bene morire, Lacus. Non avrei mai voluto sopravvivere a te...- continuò l'altro accarezzandogli debolmente con il pollice la guancia diafana e sporcandola di sangue scarlatto.
-E pensi che per me sia tanto diverso?- chiese lui con la voce frantumata come un coccio di vetro.
-...il Sole brilla sempre.- mormorò il corvino sentendo le forze venirgli sempre meno.
Era una bella morte, però, nonostante la freccia che sembrava corroderlo dall'interno. L'ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stata Lacus.
-Non dire cazzate e riprenditi, Renè!- . Era disperato, disperato e patetico, in lacrime di fronte all'unica persona di cui gli fosse mai importato qualcosa che stava morendo, ucciso da del bestiame a cui non ricordava nemmeno di aver fatto un torto.
-...ti amo, Lacus.- rantolò un'ultima volta Renè, prima di chiudere gli occhi e spirare.
-Ti amo anch'io, Renè...- rispose Lacus.
Ma l'altro era già morto.
E il Sole non brillò più.
 
 
 
 
 
melloficent says (aka l’angolino delle ammissioni di colpa)
e oggi a “io e la mia ossessione” ritroviamo Akemi e i paring malcagati con personaggi malcagati.
ma perché ancora mi convinco a pubblicare qualcosa? Non voglio proprio risparmiarmi il pubblico ludibrio?
evidentemente no.
a mia discolpa potrei dire che soffro tanto per la mancanza di storie con Lacus e Renè nella sezione –anche per il fatto che il personaggio di Renè nemmeno c’è grr-, perché li amo con l’intensità di milioni di soli.
soprattutto Lacus, che è una drama queen del cazzo come me, quindi sento una connessione particolare.
poi abbiamo pure lo stesso segno zodiacale, era proprio destino.
vi dirò, in origine doveva morire lui, ma ho pensato che la decisione di uccidere Lacus non avrebbe deposto a favore della causa di quel ciccino di Yoichi di farlo soffrire.
ergo, è morto Renè.
non so, avevo bisogno di uccidere qualche personaggio –che poi questa è la mia prima deathfic dopo esattamente un anno e sei mesi- e di sperimentare una teoria che ho per il seguito canonico del manga, dopo che Yoichi ha confessato a Gekkoin che vuole far soffrire Lacus perché aveva ammazzato sua sorella.
(sono l’unica a pensare che Yoichi e Gekkoin chiavino costantemente nella testa di Yoichi? Si? E vbb, tanto ci scrivo sicuramente qualcosa sopra)
l’ultima parte non mi convince proprio per nulla, nonostante l’abbia rivista tantissime volte –sempre a orari poco decenti, quindi non so quanto fossi lucida mentre lo facevo.
per questo gradirei moltissimo dei pareri, non mangio nessuno anche per delle critiche (me le merito tutte).
bacini baciotti,
-Akemi
  
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