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Autore: momoko89    14/05/2017    0 recensioni
Raccolta di OS scritte in occasione della RinHaru Week.
Rin torna in Giappone dopo anni di assenza per chiarirsi le idee sulla sua vita. Haruka lo aiuterà a trovare le risposte che cercava alle sue domande.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Familiar Sight

Rating: Arancione
Words: 1557
Pairing: RinHaru (belli gna <3)
Beta: SognatriceNotturna
Prompt: Free (Day 3)
Warnings: Anche se non fanno nulla, questi due insieme sono sempre un po' porno <3

Momoko's notes: A fine capitolo >.<
 


 

Day 3 - Free

 

“Non vedevo una pioggia simile da mesi”

“Non piove in Australia?”

“Sì, ma lì è autunno adesso, e le giornate sono ancora calde.”

Haruka annuì, guardando la pioggia scendere copiosa di fronte a sé. Erano usciti per un gelato nella tenue speranza che il tempo lo permettesse, ma evidentemente il destino aveva voluto giocare un’altra carta. Rin non si sorprese; gli sfortunati eventi facevano parte della norma nella sua vita, ormai. Non appena s’incontrarono, il cielo iniziò ad annuvolarsi e poco dopo cominciò a diluviare. Rin si era coperto la testa con la felpa nel tentativo di ridurre il più possibile i danni della pioggia. Incredibilmente, però, Haruka aveva tirato fuori un ombrello tascabile e lo aveva aperto, intenzionato a coprire entrambi. Il tutto avvenne sotto l’espressione sorpresa di Rin, dimentico del lato prevenuto del moro. Un senso di amarezza lo avvolse non appena la vaghezza dei ricordi lo colpì. Com’era solito fare, nascose il suo umore dietro una battuta, a cui il moro aveva risposto con una smorfia annoiata, e si misero a correre in cerca di un luogo dove ripararsi. Dopo aver superato vari locali ancora chiusi, si ritrovarono davanti alle piscine comunali. Il cancello era aperto, sebbene non ci fosse anima viva nei dintorni. Rin propose di entrare. Haruka ostentò il suo disaccordo, ma l’insistenza del rosso ebbe ancora una volta la meglio. Si sedettero su una panchina riparata che dava sul giardinetto. L’odore di pioggia primaverile era forte, intenso; richiamò alla mente del rosso vecchi ricordi, sensazioni vissute una volta, forse in un’altra vita. Haruka sedeva accanto a lui, assorto forse negli stessi pensieri del rosso. La sua presenza era forte, incisiva, e subito il - mi manca, tutto questo - lo investì. Temeva che tornare in quel luogo gli avrebbe invaso la mente di momenti passati, attimi che non avrebbe più vissuto. Sapeva che non sarebbe stato facile. E forse, inconsciamente, aveva deciso di intraprendere quel viaggio proprio per questo.

- Mi farà bene riscoprire il Giappone, mi farà bene riscoprire il Giappone, mi farà be... -

“Come stai, Rin?”

La voce di Haruka lo risvegliò come uno schiaffo. Il rosso si volse verso di lui, ma l’altro continuava ad osservare imperterrito la pioggia scendere.

- Come sto? Uno schifo -

“Bene” disse, invece.

Il silenzio si fece opprimente. Rin si lasciò sfuggire una smorfia: come pensava di poter dargliela a bere?

“Mi hanno proposto di ritirarmi.”

Improvvisamente, Haruka sembrò risvegliarsi dal suo mondo. Si voltò verso Rin, gli occhi sgranati, incapace di credere alle parole che aveva appena udito.

“Sul serio?”

- Che razza di domanda è? -

“Ti sembra una cosa su cui scherzerei?”

Il moro rimase un po’ perplesso dalla reazione dell’altro. Si limitò ad osservarlo, cercando di analizzare ogni minimo movimento facciale.

- Jeez… Non è cambiato per nulla - pensò il rosso, strofinandosi la faccia con le mani. Non sapeva se sorridere o sentirsi frustrato a quel pensiero.

“Sì, sul serio” ripeté allora, levando via ogni dubbio.

Rin continuava a guardare di fronte a sé, i gomiti appoggiati sulle ginocchia - La pioggia è sempre stata così grigia in questo paese? - si sentiva lo sguardo dell’altro addosso, ma non osava ricambiarlo.

“Mi dispiace” ammise Haruka, sopra il rumore incessante della pioggia.

“Già.”

“Cosa farai?”

“Non lo so” rispose, strofinandosi i capelli con le mani. “Mi hanno proposto di allenare le stelle emergenti.”

Lo sguardo di Haruka sembrò essere risvegliato da un pizzico di speranza, al che un “Non è una cattiva idea” uscì dalle sue labbra, ma a Rin venne solo una risata amara.

“Sì, certo. Come no.”

Haruka si limitò ad osservarlo, e subito un brivido percorse la schiena del rosso.

“La smetti di giudicarmi?” esclamò.

“Non sto scherzando.”

“Beh, nemmeno io.”

“È un’idea che dovresti prendere in considerazione. Sei un ottimo atleta, potresti offrire tanto.”

- Io voglio nuotare, non voglio guardare gli altri farlo al posto mio -

“È da anni che non insegno.”

“Posso consigliarti io. Insegno ai bambini a nuotare, a Tokyo. Sono tornato qua per le vacanze, ma non mi dispiacerebbe farmi una nuotata.”

La proposta non attizzava molto il rosso, ma al solo pensiero di stare in acqua insieme ad Haruka, trattenne a malapena un sorriso.

“Ok.” accettò. Si alzò e si diresse verso l’entrata principale.

“Che stai facendo?”

“Sto entrando in piscina” rispose, con una certa ovvietà.

“Ma è chiusa.”

Rin allora spinse la porta, e quella si aprì.

“Tu dici?” commentò.

Entrò nell’edificio, con Haruka al seguito. Si diressero verso i camerini e si tolsero i vestiti. A vedere il moro indossare il costume da bagno sotto i pantaloni, Rin accennò un sorriso.

-È sempre il solito -

Non appena entrarono in sala, l’umidità della piscina avvolse Rin. Subito un senso di completezza lo riempì, e per un attimo tutti i suoi dubbi e i suoi problemi sparirono. Si mise la cuffietta, sistemò gli occhialini pizzicando l’elastico dietro la testa e si tuffò. L’acqua fredda graffiò il suo corpo senza alcuna pietà, pervadendolo di un senso di benessere. Non appena arrivò alla superficie, iniziò a nuotare a stile libero. Fece quattro vasche per riscaldarsi, e solo dopo essersi fermato si accorse che, invece, Haruka non era ancora entrato in acqua.

“Che fai, non entri?”

Quello per tutta risposta, lo osservò con uno sguardo curioso. Poi sistemò gli occhialini, salì sulla pedana e si tuffò. Rin lo seguì subito dopo, d’impulso. Si diede la spinta con le gambe e partì, scivolando sull’acqua. Raggiunse Haruka poco dopo, e non appena fatta la virata si ritrovò già davanti a lui. Il pensiero che il moro si fosse rammollito negli ultimi anni sfiorò la sua mente per un attimo, ma si dovette ricredere: a metà vasca l’aveva quasi raggiunto sebbene, Rin poteva giurarlo, con una certa fatica.

Il rosso arrivò per primo, ma la differenza tra i due risultò molto poca.

“Che talento sprecato” commentò Rin, sotto il fiato della fatica.

Haruka si tolse gli occhialini e si appoggiò al muretto. Non disse nulla, ma Rin poteva giurare di aver visto delle scintille d’energia in quelle iridi blu.

Il rosso si appoggiò alla corsia, così da scrutarlo meglio.

“Ammettilo.”

L’altro gli rivolse il suo solito sguardo vuoto, ma non disse nulla.

“Ti sono mancato.”

Al che, Haruka virò lo sguardo dall’altra parte e con un gesto annoiato aggiunse “Finiscila.”

Rin accennò una risata, la prima risata - spensierata dopo tanto tempo. Mi era mancato, nuotare con lui -

“Ti va di farci altri 100 metri?” propose, allora.

“Non siamo qui per questo” rispose l’altro, con una certa serietà.

Rin corrucciò lo sguardo. Nel frattempo l’altro passò sotto la corsia e lo raggiunse. Senza perdere altro tempo, Haruka iniziò a dargli alcune nozioni sull’insegnamento che aveva imparato negli ultimi anni. Gli spiegò come approcciarsi, su quali aspetti focalizzarsi di più, i tempi di apprendimento, e via discorrendo. Rin lo ascoltava con attenzione, interessato soprattutto agli accenni della sua vita che faceva, ogni tanto. Alcune cose che il moro gli spiegava le sapeva già. Ogni tanto gli tornavano sprazzi di ricordi di quando era diventato capitano della Samezuka. Alcuni metodi e strategie le aveva già messe in pratica anche con Rei, quando gli aveva chiesto il favore di aiutarlo ad imparare a nuotare. Non era per nulla intenzionato ad interrompere la lezione, però. Era come catturato dalla voce di Haruka, così calma, lineare, che lo accompagnava in ogni ragionamento che faceva. Sembrava un po’ come -  osservarlo nuotare, e io non posso fare a meno di seguirlo -

“...capisci quello che voglio dire?” gli venne chiesto, improvvisamente.

“Sì.”

“I ragazzi non capiscono che per nuotare a stile libero la mano deve essere rigida, con le dita ben unite, così da dare una spinta maggiore. Se invece li aiuti accompagnandoli nel gesto, riescono a comprendere anche quale intensità devono dargli.”

Rin non riuscì ad ignorare la piccola scintilla comparsa negli occhi del moro.

“Tu ami quello che fai.”

Haruka lo osservò perplesso, non capendo bene se quella di Rin fosse una domanda o una semplice affermazione.

“Intendo, ti piace insegnare.”

L’altro virò ancora una volta lo sguardo verso il basso e timidamente annuì.

“Sono contento che tu abbia trovato la tua libertà.”

Haruka si limitò ad osservarlo, ed un - figurati se parla - fulminò i pensieri di Rin.

“Voglio dire, non era questo il significato che davi al sentirsi liberi? Fare ciò che ti fa stare bene?”

Haruka annuì, solenne. Il suo sguardo impassibile dava spazio a mille interpretazioni, ma Rin non si premurò di valutarne nemmeno una. Il suo umore scese drasticamente, pensando alle scelte che era obbligato a prendere. Si lasciò andare dietro di sé, ben sapendo che avrebbe incontrato il muretto. Si levò cuffia e occhialini mentre il suo sguardo si perdeva in un punto imprecisato, di fronte a sé.

“Non penso che l’insegnamento sia la mia strada, Haru” rivelò poi, con voce flebile, “non mi sento libero.”

Fu un istante. Un’ombra coprì la visuale del rosso, e improvvisamente il moro era a pochi centimetri da lui, cuffia e occhialini giù.

“Tu non hai mai capito cosa significasse veramente sentirsi libero.”

Rin non seppe bene cosa fu a confonderlo di più, se l’affermazione di Haruka o il bacio che venne subito dopo. Sapeva solo che aveva le labbra dell’altro sulle sue, ansiose di trovare qualcosa che forse cercavano da tempo. E per quel momento decise di non porsi altre domande.

Chiuse gli occhi e ricambiò il bacio.

 


Momoko's notes

Hey <3  Eccomi col terzo capitolo, anche se con un giorno di ritardo >.< Chiedo perdono, ma tra una cosa e l'altra ieri non sono riuscita ad aggiornare .____.  Come quello precedente, anche questo prompt è stato abbastanza difficile da sviluppare. Le probabilità di scrivere qualcosa di banale erano molto alte. Ho provato a tirare fuori qualcosa di particolare ma vabbé, mi sto rendendo conto che, se si rimane nel mondo canon, i temi alla fine ruotano sempre allo stesso modo >.< Spero comunque che sia stato di vostro gradimento.
Un grazie infinite a _nOa_, che ogni volta mi riempie di parole bellissime <3
A martedì prossimo <3

Momoko

 

  
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