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Autore: TremorChrist    14/05/2017    0 recensioni
“Ho visto capacità e prodigi sorprendenti dietro alla sua timida maschera d’insicurezza. Will potrebbe essere molto di più: va solo innaffiato e accudito adeguatamente”.
Will Graham, profiler dell’FBI, dopo un attacco d’ira, all’apparenza immotivato, viene affidato alle cure del dottor Hannibal Lecter. A fare da sfondo alla vicenda, una raccapricciante serie di delitti: un intreccio difficile da districare addirittura per l’esperto Will, che si troverà a dover fare i conti con un assassino infallibile.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Nuovo personaggio, Will Graham
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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N.d.A:
Eccomi, dopo tanto tempo, con una long. Spero di non essermi, per così dire, arruginita, e che la storia possa piacervi. 

Buona lettura.





SANGUE E PIUME
Allodola


 

"Aloulette du souvenir
oiseau mort jolì
tu n’aurais pas du venir
manger dans ma main
les graines de l’oublì"1

 

  «Perché non hai ucciso Saul Twin quando ne hai avuto l’occasione?» Will avrebbe voluto dirgli che sognava il signor Twin ogni notte: ora lo squartava, ora gli sparava cinque volte in più di quelle che sarebbero state necessarie per ucciderlo, solo per il gusto di sapere che stava soffrendo; osservare il suo corpo che rispondeva agli impulsi della pallottole in una danza conclusiva. 
  
Ma nella sua esistenza era tutto un immaginare, anelare, fantasticare e ritrovarsi poi a bocca asciutta, pieno di rimorsi ed insoddisfazioni: non aveva ucciso il signor Twin, né aveva risposto al dottor Masson. Gli era invece montata una rabbia cieca ed incontrollabile, come se qualcuno lo avesse colpito all’improvviso; tradito e pugnalato.  In un gesto veloce il suo pugno penetrava nel tavolino d’antiquariato: un gran bel pezzo d’arredamento, con le gambe in legno intagliate a mano e il vetro di fattura italiana, Murano forse. Una scheggia gli aveva sfiorato delicatamente il volto, aprendo una ferita da cui il sangue sgorgava lento, bagnandogli la palpebra socchiusa. Poi Gauthier, colto alla sprovvista, aveva tentato una debole difesa, finendo a gambe all’aria come un tartaruga. 
 
 Il pugno di Will era arrivato veloce: impossibile da fermare o prevedere. Si erano azzuffati in modo impacciato e, in fine, Masson era riuscito a prevalere con la sua corporatura da nuotatore agonista, bloccandogli le mani dietro alla schiena: faccia schiacciata contro la moquette lavata da poco e gli occhiali che correvano il rischio di rompersi, esercitando una pressione sgradevole sulla tempia del ragazzo.
 
Will si affannava in una disperata corsa all’interno del suo petto, su e giù per la gola, scivolando poi fino allo stomaco e rannicchiandosi, dopo una lunga scalata, nelle pieghe del lobo frontale. Avrebbe voluto la testa di Saul Twin appesa in salotto, ma quando al suo istinto, malamente represso, era stata concessa una breve boccata d’aria, l’unico corpo che Graham aveva avuto per le mani era stato quello dello psichiatra. 
 
Non gli importava poi tanto chi, quando e come: doveva uccidere o sarebbe impazzito.

 

***

 

Entrando nella stanza, Hannibal lo riconobbe subito. Era in una tensione palpabile, che gli inumidiva i boccoli neri e gli appannava gli occhiali. Una ferita sopra il sopracciglio destro, che si sarebbe rimarginata nel giro di tre giorni e il labbro inferiore gonfio. Le nocche della mano sinistra arrossate e il viso stravolto. Ma, incredibilmente, il tutto denotava in lui un’ ingenuità quasi fanciullesca e quella paura per le conseguenze di un gesto impulsivo tipica dei bambini. Stava lì ad agitarsi in silenzio sulla sedia, ritto davanti a Jack Crawford ed al terzo elemento che doveva essere Gauthier Masson, spaventato con tutta probabilità dalla violenza con cui aveva colpito prima il tavolino di vetro dello psichiatra, e dopo lo psichiatra stesso.  Hannibal avrebbe voluto posargli una dolce carezza sul capo fradicio di ansia; sussurrare un “non temere”; gridare a Gauthier - già classificato come incompetente dalla conferenza del sette maggio duemila e nove quando fece quel suo exploit, etichettando alcuni metodi psichiatrici, largamente condivisi ed utilizzati da Hannibal, come giochi di prestigio - che la sua mancanza di tatto verso William gli sarebbe costata almeno tre dita. Ma si limitò a chiudersi la porta alle spalle e a contare fino a dieci: dalla pazienza sarebbe nata un’opera culinaria decisamente più creativa rispetto a nove volgari falangi condite in tutta fretta con olio e sale.
   «Dottor Lecter». Maledetto Jack Crawford e la sua fortuna nel trovare sempre casi così interessanti come quello di Will Graham.
  «Jack», rispose Hannibal, accompagnando un leggero cenno del capo al saluto. Poi si volse a guardare Gauthier con una superiorità celata, che non necessitava di essere messa in mostra: Lecter in cuor suo sapeva di essere meglio e questo gli bastava.
   «Tu devi essere William, se non vado errando», tentò un primo approccio che, come già aveva immaginato, non diede risultati.
  «È sotto shock, abbiamo provato a comunicare con lui, senza ricevere alcun segno», Masson continuava a scavarsi inconsciamente la fossa. Will avrebbe dovuto spaccargli la testa a pugni e lasciarlo morire lentamente sul tappeto rosso acquistato in Arabia due inverni prima. Invece era stato decisamente troppo generoso.
  «Qualcosa ha causato lo stato catatonico in cui ora si trova il suo paziente, e da quanto ho potuto capire la scintilla è stata proprio lei», Hannibal era la quiete prima della tempesta. Gauthier si tocco involontariamente il pungo serrato, e contrasse la mascella. Lecter gli incuteva un timore che in primo luogo aveva reputato come infondato, ma che, davanti ad una seconda analisi, aveva scoperto derivare dal contrasto tra la sua voce ed i tratti del volto. Parlava con una calma che appariva spesso forzata o fuori contesto, mentre gli zigomi affilati ricordavano il muso di un predatore acquattato dietro ad un cespuglio, in attesa del momento perfetto per porre fine alla vita della sua preda. Confondeva, spaventava.
  Will ebbe un sussulto e il suo respiro si fece ansante. Gli sembrò di essersi risvegliato da un lungo incubo, ma l’indolenzimento della mano sinistra lo riporto alla realtà.
  «Non voglio più vederla», Hannibal si voltò di scatto, come un leone che sente all’improvviso il passo leggero di una gazzella.
  «Will», si azzardò a dire Gauthier, e Lecter represse l’istinto di allungare una mano verso il viso contratto di Graham. Avrebbe voluto metterlo al sicuro e allo stesso tempo essere colui da cui doveva proteggerlo. Assassino e Salvatore.
 «Jack», esalò Will, cambiando con fatica posizione, «devo scendere a patti». Crawford annuì, comprensivo.
 «Quello che è successo con il dottor Masson è stato davvero uno spiacevole inconveniente», e mentre lo diceva rivolse un’occhiata d’accusa allo psichiatra, «ed ho già provveduto, dato che ritengo che la terapia possa aiutarti, a contattare un altro medico», concluse Jack.
 «Questo è il dottor Hannibal Lecter». Si strinsero la mano con forza, e Will non lo guardò negli occhi a causa del suo timore reverenziale verso tutto ciò che era umano. Sarebbe potuto essere di più ma si limitava a nascondersi, studiando in silenzio.
 Hannibal si ripromise di cavare quegli occhi tremanti a mani nude, con delicatezza e cura, e di incorniciarli poi in un quadro da appendere sopra al camino. Senza paura l’avrebbero osservato, gridando a grand voce: “Sei il mio Creatore”.




N.d.A:
1. Sia i versi che il titolo della storia appartengono alla poesia "Sang et Plumes" di Jacques Prévert. Questa è la traduzione:
"Allodola del ricordo
uccello morto grazioso
non dovevi venire
a mangiare dalla mia mano
i chicchi dell’oblio".






 

   
 
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