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Autore: Signorina Granger    14/05/2017    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Sequel di "History" e di "Magisterium"]
Siamo appena prima dell’arrivo dei Malandrini ad Hogwarts, alla fine degli anni ’60.
Tutti parlano del decennio successivo, ma chi dice che anche prima non sia successo qualcosa di interessante dentro le mura di Hogwarts?
Sono passati più di vent’anni dalle vicissitudini dei protagonisti di History e di Magisterium… ma forse ci penseranno i loro figli a tenere vivo il loro ricordo.
[Per leggere e/o partecipare non è necessario aver letto le due storie sopracitate]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Buonasera! Vi sono mancata? *balla di fieno rotola davanti a lei* 
Si, ok, lasciamo perdere...  In ogni caso scusate per l'attesa, ma non sono proprio riuscita ad aggiornare prima di partire. 

Buona lettura! 





Capitolo 8: Hogsmeade 
 
Sabato 2 Novembre 


"Per fortuna ha smesso di diluviare, detesto passeggiare sotto la pioggia." 

Berenike sorrise, parlando con un tono quasi sollevato mentre si riempiva allegramente il piatto, con accanto a lei una Veronica impegnata a spalmare un considerevole strato di crema al cioccolato su una fetta di pane. 

"Già, anche io... ad Halloween non ha mai smesso di piovere, è stato piuttosto tetro. Sam, pensi per caso di mangiare tutto ciò che è presente su questa tavola?" 

La bionda inarcò un sopracciglio, osservando il ragazzo che le stava seduto di fronte con aria vagamente scettica: in effetti il piatto del ragazzo, così come quello di Jonathan, aveva praticamente preso la forma di una collina. 
Il rosso si strinse nelle spalle mentre masticava un pezzo di pane tostato, parlando poco dopo con tono vago:

"No, ma alla mattina ho fame. E poi sarà una lunga giornata, meglio approfittarne." 
"Ma come fai a non ingrassare mai?"  

Eltanin inarcò un sopracciglio, guardandolo con cipiglio torvo mentre Sam faceva nuovamente spallucce, sorridendo all'amica con aria quasi canzonatoria:

"Beh El, ti ricordo che io passo un sacco di tempo all'aria aperta a fare esercizio fisico..."

"Stai per caso insinuando che noi siamo pigre, che non facciamo niente dalla mattina alla sera e che siamo grasse?" 

"Io avrei fatto a meno di dirlo..." Jonathan si affrettò a nascondere la faccia dietro alla sua tazza di thè mentre tutte e tre le Corvonero puntavano gli occhi su Sam, che sbuffò di fronte a quelle occhiate torve:

"Ma io non l'ho mai detto! Perché vi fate sempre tutti questi viaggi mentali!" 

"Sarà... comunque sia Sam... che cosa hai intenzione di fare oggi?" 

Eltanin sorrise dolcemente, parlando con lo stesso tono canzonatorio dell'amico e facendolo sbuffare, abbassando lo sguardo sul suo piatto prima di borbottare un nome a mezza voce. 

"Ti prego, dimmi che hai intenzione di parlare con lei. E quando dico parlare con lei intendo lasciarla." 
"Si può sapere che voi tre siete diventate così interessate alla questione?" 

"Che domande, ci sentiamo prese in causa. Se qualcuno dovesse farmi una cosa simile prima lo squarterei e poi lo metterei davanti a mio padre. Anzi, vado a dirlo ad Aiden già che ci siamo." 

Eltanin si alzò e, preso il suo piatto, si diresse verso il tavolo dei Serpeverde con un gran sorriso stampato in faccia, mentre Berenike tratteneva a stento una risatina. 

"Ho paura che lo farebbe per davvero... ma seriamente Sam, prima lo fai è meglio sara." 
"Lo so..."  

Sam annuì con aria quasi sconsolata mentre Jonathan invece sorrise, quasi a voler smorzare la tensione:

"In ogni caso... non vedo l'ora di tornare in paese, voi no?" 
"Ovviamente Jonny... la mia scorta di Cioccorane sta terminando e la cosa non va affatto bene."


                                                                *


"Ciao! Contenti di passare la giornata ad Hogsmeade?" 

Eltanin Black sfoggiò un sorriso a trentadue denti mentre prendeva posto accanto ad Aiden, appoggiando il proprio piatto sul tavolo mentre Nathaniel, seduto davanti all'amico, sbuffava leggermente:

"Da impazzire Eltanin. Specialmente da quando il tuo fidanzato ha pensato bene di incastrarmi e uscire con lui." 
"La colpa è di El, lei ha incastrato me e io incastro te." 

Aiden fece spallucce con noncuranza mentre El sorrise a Nate con aria divertita:

"Non sei felice di passare la giornata con noi, Nate?" 
"Non siete certo voi il problema... ma da quel che ho potuto capire si è trattato di una specie di effetto a catena." 
"Già, Markus ha chiesto a mia cugina di uscire con lui, Jonny, James, Kathleen e Astrea, così lei l'ha chiesto a Veronica e a me e io ho gentilmente proposto ad Aiden di unirsi a noi." 

"Se per gentilmente proposto tu intendi costretto..." 
"Va bene, non venire, vorrà dire che passerò la giornata in compagnia di Jonathan, James e Markus..." 

"Non ho detto che non verrò!"  
"Mi fa piacere sentirlo... anche se, in effetti, sono venuta qui per dirti qualcos'altro. Terrei a precisare che se per caso dovessi stare con me per una specie di scommessa o cose del genere, come far ingelosire qualcun'altra, sappi che il pugno che mia madre diede a mio padre non sarà niente in confronto a quello che ti farei io. Ci siamo intesi?" 

Eltanin sorrise angelicamente, sbattendo le lunghe ciglia scure mentre sfiorava i capelli del ragazzo con le dita e Nathaniel soffocava una risata, immaginandosi chiaramente la scena. 

"Ehm... certo. Ma perché improvvisamente tiri fuori questo discorso?"  Aiden inarcò un sopracciglio, rivolgendo alla ragazza un'occhiata vagamente preoccupata prima che Eltanin si stringesse nelle spalle, riprendendo a fare colazione come se niente fosse:

"Oh, nessun motivo in particolare... volevo solo fartelo sapere. Nate, mi passi il succo?" 

    
                                                           *


"Che cosa stai scrivendo?" 

Kristal Jackson sorrise mentre prendeva posto di fronte a Lucas Kroll, trovandolo stranamente già seduto al tavolo dei Tassorosso e impegnato a scarabocchiare qualcosa su un foglio di pergamena. Probabilmente, si ritrovò a pensare la ragazza, l'amico non si era svegliato in ritardo come suo solito solo perché non voleva perdersi neanche un minuto dell'imminente gita.

"Solo una lista di quello che devo comprare oggi." 
"Immagino che tu ti stia riferendo a Zonko." 

Lucas annuì mentre alzava gli occhi chiari per posarli sull'amica, sfoggiando un sorriso allegro che, Kris lo sapeva, prometteva esplosioni dentro tutta la scuola. 
"Certo! Ti va di accompagnarmi?"  
"Va bene, ma solo perché dovrò impedirti di comprare qualcosa che potrebbe fare saltare in aria i sotterranei... e poi non ho altri programmi visto che Emily esce con Sam." 

La Tassorosso fece spallucce mentre Lucas invece sgranò gli occhi, guardandola con sincero interesse:

"... Esiste qualcosa di simile? Potrei piazzarlo nei Sotterranei prima della partita Tassorosso-Serpeverde..." 
"Dicevo per dire! Ecco, vedi? DEVO accompagnarti. Ma tu in cambio accompagnerai me a fare compere." 

Kristal sorrise, guardando l'espressione gioiosa dell'amico sparire per cedere il posto ad una mezza smorfia contrariata: 

"Dovrò reggere una gran quantità di borsette, immagino." 
"Temo di sì... ma quelle braccia da Battitore a cosa ti servono, se non per aiutare la tua amica Kristal con gli acquisti?" 


                                                         *


"James, smettila di abbuffarti! Voglio assaggiare anche io i dolcetti di tua madre!" 

Kathleen sbuffò, sporgendosi verso l'amico per prendergli la scatola dalle mani e facendolo così protestare di conseguenza, sostenendo che fosse una gran scroccona. 

Astrea invece si limitò a roteare gli occhi chiari, decidendo saggiamente di non intromettersi nell'ennesima discussione tra i due e rivolgendosi invece a Markus:

"Mark, mi ricordi con chi usciremo oggi?" 
"Disgraziatamente anche con questi due... più Jonathan, Veronica, Eltanin e Berenike... tuo fratello viene?" 
"Penso di sì." 
 
"Allora credo che ci saranno tutti i Corvonero del nostro anno, eccetto per Sam... immagino esca con la sua ragazza." 

Il Grifondoro fece spallucce e Astrea annuì, abbassando lo sguardo sul suo piatto mezzo vuoto senza ascoltare la conclusione del discorso, quasi non sentendo l'amico dire che disgraziatamente avrebbe dovuto sopportare anche Aiden Burke e Nathaniel Travers. 

"Ho chiesto a Lucas se volesse venire in realtà, ma ha detto qualcosa come "devo accompagnare una rompiscatole a fare shopping". Chissà a chi si riferiva..." 

"Probabilmente a Kristal Jackson visto che Emily uscirà con Sam." 

Astrea si costrinse a mantenere un tono di voce piuttosto piatto, stringendosi debolmente nelle spalle mentre riprendeva a giocherellare distrattamente con il contenuto del suo piatto. 

"Stai bene As? In genere quando si prospetta un'uscita sei molto allegra." 
"Sono solo stanca, tutto qui. Tu invece Mark... immagino che muori dalla voglia di passare la giornata insieme ai tuoi catastrofici amici. E Berenike Black, certo..." 

"La finisci una buona volta?"   Il ragazzo sbuffò e le lanciò un'occhiataccia, facendola sorridere per la prima volta da quando si era svegliata: buffo, lei continuava a prenderlo in giro... chissà, probabilmente anche lui avrebbe fatto lo stesso sapendo di non essere l'unico ad essere interessato ad un Corvonero. 

"Come siamo irritabili quando ci si avvicina a quell'argomento..." 


                                                              *
 

"Sai, sono felice che tu mi abbia chiesto di passare insieme la giornata... mia cugina mi ha chiesto lo stesso in realtà, ma l'idea di un gruppo di Grifondoro, Corvonero e Serpeverde insieme mi fa rabbrividire... quasi quanto le nostre riunioni di famiglia." 

Delilah sorrise, voltandosi verso Andromeda mentre camminavano una accanto all'altra, tenendosi a braccetto:

"Davvero? Che cosa succede, liti e piatti che volano da una parte all'altra della stanza?" 
"No, questo no... certo si discute, ma mai quando siamo tutti insieme. I panni sporchi li laviamo dentro i singoli nuclei, di solito.... si può dire che tutti sorridono, ma certe volte si rasenta una falsità impressionante. A volte li odio proprio."

Andromeda sbuffò, continuando a camminare e tenere gli occhi fissi davanti a sè mentre Delilah, accanto a lei, sollevò leggermente un sopracciglio:

"Disgraziatamente non ci si sceglie la famiglia... ma vai d'accordo con le tue sorelle, giusto?" 
"Si, quasi sempre... e anche con i miei cugini, sono la parte migliore della famiglia. Il problema sono i miei genitori, per non parlare di mio nonno... mio padre ha passato anni a rimproverare mia madre perché siamo femmine. Non aver mai avuto un maschio è forse la sua più grande croce... anche perché tutti i suoi cugini ne hanno avuti, persino mia zia Lyra ora aspetta un maschio." 

"Beh, guarda il lato positivo: tu sei la sorella di mezzo, quindi vivi molto più tranquillamente rispetto a tua sorella Bellatrix. Non deve sposarsi con quel viscido di Lestrange?" 
"Già... e credo che mio padre stia stringendo accordi con Abraxas Malfoy per accasare Cissy." 

Andromeda annuì e la smorfia quasi disgustata di Delilah la fece ridacchiare, mentre l'amica scosse il capo:
 
"Non invidiarle, anzi, ritieniti fortunata... uno peggio dell'altro, praticamente." 
"Già, per fortuna Lucius è più vicino a Cissy per età, quindi mio padre ha pensato bene di pensare a lei... ma mi chiedo quanto ci metteranno a cercare di sistemare anche me." 

Andromeda sbuffò, certa che entro il suo Diploma, un anno e mezzo più tardi, suo padre avrebbe già trovato qualcuno da costringerla a sposare. Poi però si voltò nuovamente verso l'amica, costringendosi a sorridere e ad accelerare il passo per raggiungere Mielandia:

"Forse dovremmo smetterla di parlare delle abitudini pessime dei Purosangue... e anche di matrimonio. Andiamo a svaligiare Mielandia piuttosto, sbaglio o hai promesso ad Erica che le avresti preso qualcosa?" 

Delilah annuì, seguendo l'amica senza opporre la minima resistenza: probabilmente aveva ragione, non era un argomento piacevole per nessuna delle due. 


                                                             *


Astrea camminava sul marciapiede lungo la via principale del paese, appena un paio di passi dietro a Kathleen e a James... i due stavano parlottando ininterrottamente da quando avevamo lasciato il castello e, anche se di per sè trattandosi di loro non c'era niente di strano, la Cercatrice stava iniziando a preoccuparsi viste le occhiate che ogni tanto le rivolgevano i due amici. 

Fortunatamente il suo flusso di dubbi sempre più ingombranti venne interrotto da qualcuno che comparve accanto a lei, sorridendole prima di appoggiarle un braccio sulle spalle:

"Ciao As... come mai quella faccia?"  
"Mi chiedo perché oggi mi facciano tutti la stessa domanda... che cos'ha la mia faccia che non va?" 

"Niente, è sempre tremenda come al solito, ma in genere sei di ottimo umore, specialmente quando siamo qui... hai le tue cose per caso?" 

Daniel inarcò un sopracciglio e per tutta risposta la gemella gli assestò due sonore gomitate all'altezza dello stomaco visto che, disgraziatamente, la differenza di altezza considerevole le impediva di colpirlo in testa. 

"Idiota! Io non ho una faccia tremenda e non ho nemmeno le mie cose!" 

"Scusa, chiedevo solo..."

Daniel sfoggiò una smorfia, massaggiandosi lo stomaco dolorante mentre la sorella sbuffava, incrociando le braccia al petto e puntando gli occhi davanti a sè.

"A volte mi chiedo perché sei finito a Corvonero..." 
"Smettila di borbottare, stavo solo scherzando. Davvero va tutto bene?" 
"Certo. Comunque sia, ti perdono solo se mi regali qualcosa da Mielandia..." 

Astrea sbuffò ma si lasció comunque abbracciare di nuovo dal fratello, che le rivolse un'occhiata in tralice ma non disse niente: entrambi sapevano che la conosceva meglio di chiunque altro... se c'era qualcosa che la turbava, Daniel lo intuiva sempre. 
Conoscendolo, non ci avrebbe messo molto a capire che cosa la disturbasse quel giorno.


Per fortuna Kathleen si voltò verso di loro, sorridendo all'amica e interrompendo così sul nascere un possibile interrogatorio:
 
"Qualcuno ha detto Mielandia? In effetti dovrei prendere un po' di cioccolata... e prendila anche tu James, altrimenti poi procederai a scrocco fino a Natale." 
"Ma sentila, quella che stamattina mi ha rubato tutti i biscotti alla cannella di mia madre!" 


                                                                 *


"Cavolo, quanto chiacchierano... mi sta venendo un mal di testa peggiore di quello che mi scaturiscono le cene con Lumacorno." 

Nathaniel sfoggiò una smorfia, massaggiandosi leggermente le tempie mentre accanto a lui Aiden sospirò, annuendo con fare quasi rassegnato mentre alle loro spalle Veronica, Berenike ed Eltanin erano impegnate a chiacchierare senza sosta.

"Secondo te perché cerco sempre di svignarmela quando Eltanin vuole uscire con le sue cugine e con Veronica? Ma come fanno a parlare così velocemente?" 
"Non ne ho idea, sarà una caratteristica genetica femminile... pronunceranno circa 100 parole al minuto."

Nathaniel roteò gli occhi chiari, ritrovandosi a sperare che sua sorella minore Esme non diventasse così una volta cresciuta... anche se in effetti, già a 6 anni, c'erano tutte le basi. 

"Potremmo sempre darci alla fuga." 
"Per favore, Eltanin se ne accorgerebbe nell'arco di un secondo..." 

"Non so di che cosa stiate parlando, ma confermo che me ne accorgerei in ogni caso. Aiden, vieni da Mielandia?" 

Eltanin comparve improvvisamente accanto ai due, prendendo il ragazzo sottobraccio e facendo sobbalzare entrambi.

"Certo... magari lì dentro tu e le tue amiche smetterete di parlare alla velocità della luce... anche se probabilmente ci penserebbero Julius e Miller a rimpiazzarvi."


Aiden annuì e la Corvonero gli sorrise, trascinandolo verso l'entrata del negozio mentre Kathleen li seguì quasi di corsa, sostenendo di dover prendere qualcosa di dolce da dare ad Astrea per toglierle quell'espressione tetra dalla faccia. 


James, che camminava accanto a Jonathan con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni neri della divisa, fece per seguirle dentro il negozio ma qualcosa attirò la sua attenzione, facendolo voltare di 180º:

"Un momento. Quella non è mia sorella?" 
Jonathan si voltò di riflesso, annuendo:

"Si, credo che sia Phoebe. O forse Cecily..." 
"È Phoebe. MA CHI È QUELLO CON LEI?" 

"Ehm... presumo un suo compagno di classe." 
"Grazie tante Capitan Ovvio. Da Mielandia ci andiamo dopo Miller, ora gambe in spalla." 

Jonathan aprì la bocca per ribattere e informare l'amico che non aveva intenzione di accompagnarlo in una delle sue folli idee... ma non ne ebbe il tempo, James lo stava già trascinando verso l'altro capo della strada. 

"Ma dove stanno andando?" 

Berenike inarcò un sopracciglio, seguendo i due ragazzi con lo sguardo mentre accanto a lei Markus si limitò a roteare gli occhi chiari:

"Ho un'idea, in effetti... ma meglio lasciar perdere. Ora però è meglio entrare Berenike, altrimenti finiranno tutte le scorte di Mielandia." 

"Con mia cugina e Vee nei paraggi non lo escluderei."


                                                             *


"Ma quante cose stai comprando?"  Kristal sgranò gli occhi quasi con orrore, guardando il cestino che Lucas stava riempiendo... e non prometteva nulla di buono, né quello che il ragazzo aveva intenzione di comprare né il suo sorriso fin troppo allegro:

"Non fare la guastafeste Kris, vengo qui solo tre volte l'anno... e siamo all'ultimo anno, quindi devo approfittarne. Ora mi farai la predica da Prefetta Perfetta?" 
"No, ma se pensi che ti coprirò quando combinerai qualche macello con tutta questa roba ti sbagli di grosso... ora vai a pagare, voglio andare ai Tre Manici di Scopa." 

"Per me va bene, il problema è ciò che mi costringerai a sorbire dopo la nostra Burrobirra di rito." 

Il Tassorosso sbuffò mentre l'amica invece sorrise con lieve soddisfazione... o almeno finché non colse l'espressione allarmata del ragazzo:

"Che c'è? Hai visto la McGranitt?" 
"No... ehm, Kris... non è che mi faresti un favore visto che sono il tuo migliore amico, vero?" 

Lucas sfoggiò un sorriso a trentadue denti ma Kristal non ricambiò neanche lentamente, limitandosi ad osservare con aria sospettosa prima di parlare:

"Hai dimenticato i soldi ad Hogwarts, vero Luke?" 
"Non è colpa mia, mi sono svegliato in orario per una volta ma ho... scordato i soldi sul letto, temo. Per favore!" 

Lucas la guardò quasi con aria implorante, facendola sbuffare:

"Va bene, ma la prossima volta controllerò personalmente che tu prenda tutto quanto... possibile che tu sia così sbadato?" 
"Ma mi vuoi bene lo stesso, vero?" 

"No, per niente."

Kristal sbuffò, mettendogli i soldi in mano e guardandolo sorriderle con sincera gratitudine prima di avviarsi felicemente alla cassa. Il tutto mentre la ragazza malediceva mentalmente il giorno in cui il Cappello li aveva Smistati entrambi a Tassorosso. 


                                                               *


"Non vedo niente! Perché non vedo niente?" 

"Perché davanti alla finestra si è piazzato un tizio, ecco perché. Potremmo andarcene? Mi sento vagamente a disagio..." 

Jonathan sbuffò, continuando a spostare nervosamente il peso del corpo da un piede all'altro: continuava a pensare a quanto Sam lo avrebbe preso in giro trovandolo in quella situazione... anche se, in effetti, forse in quel momento il suo amico aveva ben altro a cui pensare. 
Si voltò nuovamente verso il suo migliore amico e fece per chiedergli per l'ennesima volta di smetterla di giocare all'agente segreto e di lasciar perdere, ma un paio di voci decisamente note lo fecero quasi raggelare:

"Che cosa state facendo?" 

Sia il Corvonero che il Grifondoro si voltarono di scatto, trovandosi davanti a due ragazze che li stavano scrutando attentamente, una bionda abbastanza alta e una mora più minuta. 

"Ehm... niente. Giravamo da queste parti..." 

"Oh, certo, lo immagino... andate insieme da Madama Piediburro. VOI DUE." 

Lucille Miller inarcò un sopracciglio, osservando il fratello maggiore con lieve esasperazione mentre accanto a lei Cecily faceva altrettanto con James, che sfoggiò un sorriso vagamente nervoso:

"Non lo direte a Bibi, vedo ragazze?" 
"Certo che sì, così ci penserà lei ad ucciderti." 
"Perché solo me? C'è anche Jonny mi sembra." 

"Non provarci neanche, l'idea è stata tua."   Jonathan sbuffò, fulminando l'amico con lo sguardo mentre Cecily invece sospirò, suggerendo ai due di levare le tende in fretta. 

"Phoebe ti ucciderebbe se dovesse trovarti qui fuori Jimmy, lo sai... e non ti dirò niente su con chi è uscita, scordatelo." 
"Ma non è giusto, perché a te dice sempre tutto e io non posso mai sapere nulla? E poi aveva la divisa di Serpeverde, ERGO non mi piace." 

"A te non piacerebbe a prescindere, anche se fosse Grifondoro... e poi anche Phoebe è Serpeverde, ti ricordo." 
La Grifondoro roteò gli occhi e James sbuffò, avvicinandosi di malavoglia alla sorella minore e a Lucille. 

"Sarà... ma dopo le parlo comunque." 
"E io scriverò a mamma, così si farà qualche bella risata a leggere delle avventure di James Julius e Jonathan Miller..." 


"Non dispiacerebbe nemmeno a me, in effetti... che cosa state facendo qui? Andate insieme da Madama Piediburro?" 

Sia Jonathan che James sollevarono lo sguardo, ritrovandosi a guardare il voltò piuttosto sorridente di Veronica Zabini, che li stava guardando con aria piuttosto divertita:

"Certo che no! Che ci fai qui, Vee?" 
"Niente, passavo di qua... voi invece? Spiate tua sorella?" 

Entrambi sbuffarono e Veronica sorrise, trattenendosi dal ridere e limitandosi a fare un cenno ai due:

"Finitela di fare gli idioti e venite con me... Magari potrei anche regalarti una scatola di Cioccorane Julius." 
"Va bene, allora vengo... ma dopo voglio un resoconto dettagliatissimo sul tipo che è lì dentro con mia sorella." 


                                                                      *


"Hai più avuto... notizie di Chase?" 

Delilah per poco non si strozzò con la Burrobirra che stava bevendo di fronte a quella domanda, mentre Andromeda rimase perfettamente impassibile e si limitò a guardarla, in attesa. 

"No. Perché me lo chiedi?" 
"Non ne parliamo da parecchio... ma mi fa piacere sentirlo." 

Andromeda abbozzò un sorriso e Delilah annuì, abbassando lo sguardo sul boccale che le stava davanti mentre un volto fastidiosamente familiare le compariva davanti agli occhi. La Serpeverde si sforzò di scacciarlo in fretta prima di riportare l'attenzione sull'amica, parlando con un tono quasi sbrigativo:

"Non ho avuto sue notizie e non intendo neanche averne. Tu invece Andromeda?" 
"A che ti riferisci?" 

"Per favore, lo sai benissimo."   Deilah abbozzò un sorriso, sollevata di aver cambiato argomento tanto in fretta mentre davanti a lei Andromeda sbuffò leggermente, borbottando che doveva smetterla con quella storia.

"Ho ragione, vero?" 
"No, proprio per niente."   L'amica le rivolse un'occhiataccia ma la Serpeverde continuò a sorridere, spostando gli occhi oltre la spalla di Andromeda prima di sollevare leggermente una mano:

"Ciao Ted!" 

Andromeda quasi sobbalzò e si voltò di scatto, sospirando quando non vide traccia del compagno di scuola mentre Delilah aveva cominciato a ridacchiare:

"Ti ho mai detto che sei insopportabile, Moody?" 
"Dici così solo perché sai che ho ragione, Black." 


                                                                         *


"Ma dove sono finiti quei due imbecilli? Dio, passano gli anni e io continuo a fare la baby-sitter!" 

Kathleen sbuffò, continuando a guardare fuori dalla finestra per cercare tracce dei due amici, mentre davanti a lei Astrea era seduta accanto a Daniel. 

"Ti capisco Kathleen, anche io faccio sempre il baby-sitter ad Astrea..." 
"Non è affatto vero, me la cavo benissimo da sola." 

Astrea rivolse al fratello un'occhiata torva, facendolo sorridere mentre accanto a loro c'erano Berenike, Markus, Eltanin, Aiden e un Nathaniel vagamente silenzioso che si limitava ad osservare il suo boccale con aria pensierosa. 


Pochi minuti dopo il suono della campanella posta all'entrata annunciò l'ingresso di qualcuno e James, Veronica e Jonathan fecero finalmente la loro comparsa, facendo sbuffare leggermente Kathleen:

"Era ora. Dove eravate finiti?" 
"Li ho trovati davanti a Madama Piediburro." 

Veronica fece spallucce e prese di nuovo posto davanti a Berenike, mentre James sedeva accanto a Kathleen con tra le braccia un'enorme confezione di Cioccorane. 
Kathleen si accigliò leggermente e rivolse un'occhiata in tralice ai due amici, mentre sia Daniel che Markus scoppiavano a ridere:

"... chi stavate spiando? Lucille?" 
"No. Phoebe..." 

"Ci avrei giurato. E vi ha visto?" 
"Non credo, ma in compenso siamo stati beccati dalle nostre care sorelline... quelle tre fanno fin troppa comunella, a mio parere." 

James sbuffò e, giusto per consolarsi, aprì la confezione che teneva in mano con un gesto secco per prendere una Cioccorana, intimando con lo sguardo sia a Markus che a Daniel di smettere di ridere. 



                                                             *


"Come mai prima tu e Eltanin avete chiesto a Jonathan se ci fossero "notizie di Sam"?" 

"Mi spiace, non te lo posso dire..."  Berenike si strinse nelle spalle mentre Markus invece sbuffò, guardandola con curiosità:

"Credo che oggi uscisse con Emily, giusto? Perché siete così curiose?" 
"Markus, siamo ragazze. Siamo curiose per antonomasia... e poi te l'ho detto, non te lo posso dire... non per ora, almeno." 

"Ora sono curioso anche io... che sta combinando il nostro Sam?" 
"Non saprei, ma spero che oggi si sia... dato una mossa, diciamo. Abbiamo tempo per un'ultima tappa, ti va di accompagnarmi all'ufficio postale?" 

Berenike sorrise, prendendo il ragazzo sottobraccio prima che Markus annuisse, sbuffando leggermente:

"Certo... come se non sapessi che stai svicolando di proposito." 
"Che vuoi farci, ormai sono una vera maestra." 


Alle loro spalle, intanto, Eltanin stava camminando tra Nathaniel e Aiden, tenendo quest'ultimo a braccetto:

"La volete finire di fare gli orsi poco socievoli, voi due?" 
"Io? È Travers che non ha quasi parlato per tutto il giorno... insomma, un po' silenzioso lo è sempre, ma che ti succede oggi?" 

Aiden si rivolse all'amico ma non ottenne alcuna risposta, Nate si limitò a stringersi nelle spalle e a borbottare qualcosa di poco comprensibile, mentre Eltanin roteò gli occhi scuri con lieve esasperazione:

"Sia come sia, il fatto che siate Serpeverde non vuol dire che dobbiate fare i musoni quando ci sono studenti di altre Case... dovete imparare a socializzare." 
"Beh, tu sei Corvonero, quindi tecnicamente quello che hai detto non vale... e poi io cercavo di parlare, sei tu che mi zittivi!" 

Aiden sfoggiò una smorfia nel ripensare ai vari calci che la ragazza gli aveva rifilato sotto al tavolo solo poco prima, mentre Eltanin gli rivolse un'occhiata piuttosto eloquente:

"Certo, ti impedivo di uscirtene con una delle tue tremende battutine sarcastiche e poco carine." 
"Che vuoi farci, proprio non riesco a farne a meno..." 

Aiden sfoggiò un sorrisetto che fece scuotere il capo alla ragazza, che decise di lasciar perdere e si limitò a borbottare qualcosa a mezza voce:

"Ma proprio di te mi dovevo innamorare..." 
"Scusa El, hai detto qualcosa?" 

"Io? No, nulla, solo che ti adoro." 


                                                                *


Jonathan alzò gli occhi dal libro che stava leggendo per guardare il ragazzo che era appena entrato nella stanza, trovandolo per niente sorridente com'era invece abituato a vederlo.

"Che faccia... che cosa è successo?" 
Sam si limitò a sbuffare, avvicinandosi al suo letto e lasciandocisi cadere sopra, fissando lo sguardo sul baldacchino.

Jonathan sospirò e lasciò il libro sul letto per alzarsi e avvicinarsi all'amico, sedendosi sul letto di Daniel per poterlo guardare in faccia:

"Allora? Le hai parlato?"
"Diciamo di sì." 
"E... l'hai lasciata?" 
"Diciamo di sì." 
"Che cosa vuol dire "diciamo di sì"?"    

Jonathan inarcò un sopracciglio e, di fronte al silenzio dell'amico, ebbe quasi la tentazione di iniziare a sbattere la testa sulle assi del letto. 

"Non lo so... insomma, mi dispiace. Mi sono fatto schifo da solo." 

Sam sbuffò, rigirandosi per far sprofondare il viso nel suo cuscino mentre Jonathan continuava ad osservarlo, lasciandogli una pacca consolatoria sulla spalla:

"Beh, probabilmente se ci fossero qui le ragazze ti direbbero "fai bene", io invece non so che dirti... ma le hai fatto capire che non ti piace?" 

"Lo spero vivamente, anche se sono stato il più gentile possibile... mi sento sollevato, in realtà." 
"Lo immagino... ora potrai fare gli occhi dolci ad Astrea senza problemi. Forse potrei parlare con Kathleen e sondare il terreno... sai, oggi non era particolarmente allegra, specialmente quando abbiamo brevemente nominato te ed Emily." 

Jonathan sorrise quasi con aria incoraggiante mentre Sam sollevò leggermente il capo per poterlo guardare in faccia, parlando con un tono vagamente sorpreso:

"Davvero?" 
"Sì... credo. Forse per queste cose dovresti parlarne con le ragazze, non con me... ma datti una mossa amico, non ne posso più di vederti fissare Astrea a colazione, pranzo e cena!" 

"Parla piano imbecille, se ci sente Daniel posso dire addio ai miei connotati!" 


                                                             *


Ripiegò la lettera lentamente, continuando a tenerla in mano mentre teneva gli occhi fissi sul pavimento di legno della stanza. 

"Credo che tu l'abbia riletta per circa quattro volte ormai... è a questo che pensavi oggi?" 

Sentendo la voce di Aiden Nate sollevò lo sguardo, posandolo sull'amica prima di annuire con un lieve cenno del capo:

"Diciamo di sì..." 
"Cattive notizie?" 

Aiden, comodamente seduto sul suo letto, osservò attentamente l'amico sbuffare e lasciare la lettera sul comodino, prima di parlare con un tono quasi amareggiato:

"È di Esme. Mi chiede se quando tornerò a casa per Natale anche Robert lo farà. Che cosa dovrei dirle?" 

"Non ti ha mai scritto?" 
"No. E non ho ancora avuto il coraggio di dirle che molto probabilmente non lo vedrà più a casa. Mia madre pensa che smettendo di parlarne finiremo col dimenticarcene, ma Esme continua a chiedermi di lui." 


Nathaniel sbuffò, chiedendosi ancora una volta a come avrebbe risposto alla sorella minore... forse avrebbe continuato a restare sul vago, come faceva ormai da mesi. Se non altro mentirle in via epistolare era molto più semplice. 

"Non puoi saperlo... magari tornerà." 
"A questo punto non so più se ne sarei felice o se lo odierei per essersene andato in questo modo." 


                                                                     *


Sollevò lo sguardo dal suo piatto per posare gli occhi eterocromatici sulla fonte delle risatine che sentiva da qualche minuto, seduta di fronte a lui. 

Inarcò un sopracciglio, ma di fronte al suo sorriso riportò gli occhi sulla cena... ma durò solo per pochi istanti, di fronte all'ennesimo risata sbuffò, appoggiando le posate sul piatto quasi con esasperazione:

"Ti sarei grato se condividessi con me la fonte del tuo divertimento, tesoro." 

Jane distolse gli occhi cerulei dalla lettera che teneva in mano per posarli su di lui, trattenendo a stento una risata:

"Scusa... mi ha scritto Cecily." 
"Stanno bene?" 
"Sì, non preoccuparti... solo... tieni, dovresti leggerla." 

Jane passò la lettera al marito, che la prese con cipiglio leggermente confuso:

"D'accordo... perché ridi, comunque?" 
"Non saprei... hai presente un fratello maggiore che vede la sua preziosa sorellina alle prese con un appuntamento? Oserei dire che la storia si ripete." 

Jane scoppio definitivamente a ridere, ripensando a quando si era ritrovata a seguire l'allora fidanzato a destra e a sinistra per Hogsmeade. Dante capì e iniziò subito a leggere la lettera della figlia ritrovandosi, suo malgrado, a ridere poco dopo. 




   
 
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