The Heir from the
Darkness
- La tempesta sembrava
essersi raccolta in quella stanza, circondando il suo signore come un
manto,
pensò confusamente Bellatrix. A stento realizzò
dov'era. Sdraiata su un letto a
lei estraneo, nuda, il corpo celato da un lenzuolo che nulla poteva
nascondere
veramente. Un rivolo di sangue le uscì da un angolo della
bocca. Una tosse
convulsa la costrinse ad inclinare la testa su di lato ma Voldemort non
mostrò
alcuna pietà. Le afferrò il capo e la costrinse a
guardarlo. La sua mano sembrava
sul punto di spaccare la bacchetta, tanto fremeva di collera. I suoi
occhi
rossi come il sangue sembrarono incupirsi ancor di più e la
sua veste oscura
fluttuò come satura della sua forza.
- «Tu che giuravi di
essermi fedele hai osato credere di potermi ingannare?»
sibilò a denti stretti.
- Seppur debolmente, a
stento capace di respirare, Bellatrix scosse il capo. «Sul
mio… onore di
purosangue, giuro…» esordì con voce
rauca.
- «Cosa vorresti
giurare?!» tuonò il suo padrone.
- Bellatrix si passò la
lingua fra le labbra. Era giunta lì, portando con
sé un dono. Un vino speciale
per brindare al futuro che li aspettava. Un omaggio e nulla di
più. Avevano
condiviso così la coppa e contro ogni aspettativa una magia
oscura li aveva
legati l'uno all'altra. Avevano giaciuto l'uno fra le braccia
dell'altra, come
due avidi animali, finché l'effetto non era passato.
- Su un stregone così
potente, uno squallido incantesimo d'amore non aveva effetto di solito,
ma chi
aveva preparato il filtro doveva aver aggiunto un tocco segreto.
Sentiva ancora
l'effetto di quel potere sul suo corpo.
- «Non vi… farei
mai…
questo.»
- «In tal caso…»
- Senza aggiungere altro,
Bellatrix sentì il suo signore invaderle la mente. I ricordi
che le erano stati
cancellati emersero con violenza…
- Stava camminando lungo
il corridoio quando una figura era emersa fra le ombre. Una donna
avvenente,
dai lunghi fluenti capelli biondi, le si era avvicinata. Aideen
Mòr. L'aveva
invitata nella stanza con la scusa di volerle parlare. Le aveva
sorriso,
offrendole una tazza di the. Tuttavia, era bastato un sorso…
uno soltanto
perché si sentisse male. La tazza era caduta a terra,
frantumandosi in mille
pezzi. Quella maledetta serpe l'aveva colta impreparata…
- Si era ritrovata a
giacere sul tappetto, con lei che si ergeva continuando ad osservarla
con
quell'irritante sorriso.
- «Perché dovrei essere
una semplice Mangiamorte quando potrei essere una regina?» le
aveva detto con
letizia. «Voi Mangiamorte non siete altro che piccoli schiavi
parassiti. Lui
ordina, voi obbedite. Così patetico!»
- Aveva inclinato il capo
su di lato, socchiudendo gli occhi. «Voglio di più
e tu mi aiuterai ad
ottenerlo! Lui ti osserva.» aveva commentato. «Lui
crede nella tua fedeltà.
Ecco perché io la distruggerò.»
- A quel punto le aveva
sventolato una fialetta davanti agli occhi. «Un filtro
d'amore unico nel suo
genere, un segreto custodito dalla mia famiglia per generazioni.
Sfortunatamente,
ignoro se può funzionare su di lui ecco perché tu
lo testerai per me. Se
morirai, avrò la prova che ne è immune. In caso
contrario… questo mondo avrà
una regina degna di tal nome!»
- I ricordi svanirono,
riportando Bellatrix nella realtà. Se possibile, il suo
sguardo era diventato
ancora più feroce!
- Quella sventurata
sciocca donna aveva osato sottovalutarlo fino a quel punto? Ma non
più di lei
per non averlo previsto…
- «Cadere in una simile
trappola… proprio tu…»
osservò disgustato.
- Voldemort ruggì in
tutto il suo furore e, artigliandole i capelli, le scagliò
contro il suo
potere, gettandola a terra!
- Prima che potesse
realizzare cosa stava accadendo, usò nuovamente il suo
potere, paralizzandola. In
un istante le fu accanto, guardandola con livore. «Lo sento
scorrere in te.»
- Sì, anche lei lo
sentiva. Il suo seme aveva generato una creatura. Un essere di tal
forza da
esser seconda solo al suo genitore.
- «Sbarazzatene o te ne
pentirai!» sibilò. E con quella sentenza di morte
uscì dalla stanza,
abbandonandola a se stessa.
- Tutto ad un tratto si
sentì bene. Bellatrix respirò a fondo, con
sollievo. Sì, aveva perso il suo
rispetto ma era ancora viva. Il suo signore… non poteva
godersi da solo la sua
vendetta. Era ingiusto, pensò.
- Digrignando i denti, si
alzò e, afferrata la sua bacchetta che giaceva fra le sue
vesti, con un colpo
secco della sua bacchetta fu di nuovo vestita e, seppur tremando, si
aggrappò
alla sua rabbia e uscì a sua volta. Il pensiero della
sofferenza che aspettava Aideen
la inebriò al punto che il suo corpo si eccitò
terribilmente. Un sorriso sadico
le curvò le labbra. Un sorriso che l'accompagnò
finché non intravide finalmente
il suo signore. Era fermo, sulla soglia di una stanza. Mentre si
avvicinava,
notò che una donna giaceva a terra in una pozza di sangue ed
un uomo le stava
accanto. Markus Delgyanes. Il compagno di Aideen. Un vecchio bruto dai
folti
capelli d'argento e lo sguardo freddo come il cielo del nord.
- «L'ho uccisa con le mie
stesse mani, mio signore.» gli sentì dire in tono
inflessibile.
- Bellatrix si fermò. Il
sorriso diventò una smorfia colma di odio. La puttana era
già morta? Troppo
rapida era stata la sua morte.
- Avvertendo la sua
presenza, Voldemort si voltò di scatto. Afferrandola per il
collo la sbatté
contro il muro. «Semmai dovessi scoprire che dietro a tutto
questo ci sei tu…
pregherai perché ti uccida!»
- Per un attimo Bellatrix
rimase immobile. Più che vederlo, lo sentì
allontanarsi. Per il suo bene,
nessuno avrebbe dovuto scoprire cos'era successo, realizzò.
- Si voltò lentamente a
guardare Markus e dietro quella maschera di freddezza vi lesse la
morte. Voldemort
non lo aveva risparmiato… il nobile Markus così
dedito alla purezza, vedendosi
macchiato l'onore, aveva deciso di porre fine alla sua vita con le sue
stesse
mani. L'aria in quella stanza era satura di veleno. Quale
ironia… senza
rivolgergli una parola, Bellatrix si allontanò cercando
rifugio nella sua
stanza. Un lampo di luce illuminò lo specchio, riflettendo
la sua immagine. Ne
fu catturata. Bellatrix non riuscì più a
muoversi. Il suo corpo fu scosso e si
sentì come se fosse vittima del pensatoio... la sua mente fu
trascinata via
lontano…
- Fin dall'inizio aveva notato
lo sguardo avido di Aideen. Il modo in cui si vestiva, le provocanti
vesti,
ogni cosa con un fine… Voldemort!
- Fremente di rabbia,
consapevole di quanto fosse indegna di essere lì, aveva
fatto sorvegliare ogni
sua mossa, scoprendone il piano…
- Bellatrix sorrise. Sul
punto di ucciderla con le sue stesse mani aveva deciso di sfruttarlo a
suo
favore… aveva fatto in modo che Markus lo scoprisse, certa
che l'avrebbe uccisa
con le sue mani e aveva momentaneamente cancellato dalla memoria ogni
traccia
di quanto era accaduto, così che Voldemort la credesse
innocente.
- Aveva rischiato… ma ora
portava in grembo l'erede del più grande stregone oscuro che
quel mondo avesse
mai conosciuto!
- Giorno dopo giorno il
comportamento della sua famiglia aveva allontanato il suo signore.
Giorno dopo
giorno aveva visto crescere la sua insoddisfazione… e lei,
Bellatrix, che aveva
dato la sua vita per il suo signore, lei che aveva trascorso anni
interi ad
Azkaban pur di non rinnegarlo, non meritava un simile onore
più di qualsiasi
altro? Non meritava forse di essere al suo fianco?
- Un figlio… nella vita
del suo padrone e signore non significava nulla. Non ora,
così concentrato
com'era alla ricerca di Potter. Ma una volta consolidato il suo
regno… forse
avrebbe cambiato idea. Il bambino che stava crescendo dentro di lei era
troppo
potente perché potesse ucciderlo. Avrebbe visto in lui una
parte di sé…
- Si portò una mano sul
ventre, ghignando piano. Naturalmente, non poteva permettere che
crescesse nel
suo ventre.
- Un'altra donna avrebbe
ospitato la sua creatura. Grazie alle arti oscure questo era possibile.
- Una risata nacque in
lei. Dapprima lenta, bassa, si innalzò superando la
tempesta, diffondendosi
ovunque.
Fine
- Era già da un po' che
volevo scrivere questa storia. È solo una pura coincidenza
che sia venuta fuori
il giorno della festa della mamma. ^^'''
- Una delle più grandi
contestazioni di Cursed Child è il famoso erede di
Voldemort. Ma ragazzi… non
c'è bisogno di amore per fare sesso. Sono molto cinica su
questo punto. Non pretendo
che questa sia la storia più coinvolgente del mondo,
anzi… l'ho scritta
abbastanza maluccio ma ci tenevo a ribadire il concetto: quello che
è accaduto
fra Bellatrix e Voldemort può avere moltissime varianti ma
non certo
romantiche.