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Autore: LilyOok_    14/05/2017    4 recensioni
Estratto dal capitolo 6:
Si alzò e fece scorrere lo sguardo sulla Compagnia finché non si rese conto della sua assenza.
Se ne era andata chissà dove, portandosi via la coperta che gli aveva messo sulle spalle la sera precedente.
L’aveva trovata a tremare dal freddo, nel sonno, e non aveva resistito. Il suo corpicino minuto, velato da quella vestaglia bianca e tutto rannicchiato su se stesso gli aveva fatto una tale tenerezza, così come anche il suo viso disteso e addormentato.
Un sorriso gli nacque sulle labbra al ricordo di lei, ma dopo un attimo si rabbuiò ricordandosi di come gli aveva risposto a tavola, con quel tono spaventosamente incolore e gli occhi che sembravano lame affilate.
Si chiese come avrebbe reagito quando si sarebbero incontrati quella mattina, se gli avrebbe parlato, se si fosse mostrata arrabbiata o offesa da lui e si scoprì terrorizzato a quell’idea.
Non voleva affatto che lei provasse tali sentimenti nei suoi confronti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dwalin, Fili, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22 – Benvenuta in famiglia, Larya.
 
L’eco delle grida le riempiva le orecchie; erano insopportabili, urla strazianti, di sofferenza.
Il clangore delle spade e delle asce, il sibilo delle frecce che fendevano l’aria, la pioggia che le bagnava il viso.
Gli occhi di Fràin che si spegnevano e la stretta sulla sua mano che veniva meno.
 
“Ehi, tutto okay? Ti senti male?” La voce di Fili la destò dal suo sonno travagliato.
Annuì, mettendosi a sedere.
Si asciugò gli occhi con la manica della veste, non si era nemmeno resa conto che stava piangendo.
“Stavo solo sognando.” Cercò di sorridere al biondo, ma non ci riuscì proprio del tutto e lui l’abbracciò, baciandole la fronte.
“Larya, se non te la senti-”
“Io ci sarò. Era mio fratello, Fili. Glielo devo, è morto per salvare me.” Larya lo guardò negli occhi e gli sorrise, poi lo baciò. “Non preoccuparti. Un giorno staremo bene, tutti quanti.”
 
Il cielo era nuvoloso, un ottimo scenario per un funerale.
Il vento ululava dal bosco e portava la sua eco fino alla Montagna; la pira era stata disposta ai suoi piedi, e il corpo di Fràin vi era stato adagiato sopra. Le sue mani erano incrociate e in pugno teneva la sua spada.
Vi si erano radunati tutti intorno, con la testa alta e gli sguardi su di lui.
Quando arrivò Larya, la Compagnia le annuì e lei cercò di sorrider loro, ma riusciva solo a guardare suo fratello steso sulla tavola di legno privo di vita.
Le iniziò a tremare il labbro, ma cercò di trattenere le lacrime il più a lungo che poté.
Indossava degli abiti pesanti e sulle spalle aveva una mantella bianca, con il cappuccio calato sul capo. In mano, teneva una torcia la cui fiamma ballava al ritmo del vento.
Si fermò accanto al corpo di suo fratello e prese un bel respiro.
“Fràin, era un Nano coraggioso. Era leale e orgoglioso. Era un ottimo combattente e un tenace avversario. Ma... prima di tutto questo, Fràin era mio fratello. È grazie a lui se sono viva, gli devo tutto. Ed è per questo che ora lo libererò da questa forma terrena e renderò il suo spirito libero di varcare la soglia delle Sale dei nostri Antenati. Riposa in pace, fratello.”
Con le lacrime che le rigavano le guance, Larya diede alle fiamme l’esca e la pira funeraria prese fuoco.
La giovane strinse la mano di Fili e rimase a guardare il fuoco divorare ogni cosa, restituendo Fràin alle ceneri e rendendolo finalmente libero.
 
Quella sera, al rientro nell’accampamento, un Nano li stava aspettando.
Si diresse subito da Fili e Kili dopo che apprese della morte di Thorin e consegnò loro una pergamena sigillata con lo stampo reale.
Quando la aprirono, un sorriso si stampò sulle loro labbra: il popolo degli Ered Lûin si stava dirigendo verso Erebor dopo aver avuto da Röac la notizia della morte del Drago. Avrebbero rivisto la loro madre.
 
 
~ Due mesi dopo ~
 
 
“Ne sei sicuro, figliolo?” Balin guardò Fili con sguardo dubbioso.
“Più che sicuro. Non voglio fare nulla al riguardo prima dell’arrivo di mia madre.” Rispose il biondo.
Dwalin sospirò e fece un passo avanti: “Allora che si fa? Piediferro ci sta col fiato sul collo.”
“Ci parlerò io.” E così dicendo, Fili uscì dalla tenda e si diresse verso l’ala dell’accampamento dove si era stabilito l’esercito dai Colli Ferrosi.
Dàin era voluto rimanere, premeva per il trono di Erebor, ma Fili non aveva alcuna intenzione di essere incoronato senza sua madre.
Erebor era comunque da ricostruire, in quei due mesi erano state tolte tutte le macerie e iniziato a riorganizzare quasi tutto il Tesoro, ma ancora il più del lavoro era da fare. Potevano permettersi di stare senza un Re ancora per un po’, con tutto ciò a tenerli occupati.
 
Nel frattempo, Larya sgattaiolò fuori dalla sua tenda e si guardò intorno.
Nessuno pareva averla vista e si inoltrò fra i corridoi dell’accampamento in cerca del Nano con il quale doveva incontrarsi.
Si tirò su il cappuccio della mantella e accelerò il passo quando vide in lontananza Nori e Dori andarle incontro.
Senza dare nell’occhio, svoltò al primo angolo e poi di nuovo nella direzione opposta e si guardò indietro: nessuno l’aveva seguita.
Non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo, però, che andò a sbattere contro qualcuno.
“Larya, dove stai andando così di fretta?” Kili le sorrise sornione e lei si sentì il cuore arrivarle in gola.
“Oh... Ciao Kili... Come va?” Rise istericamente e indietreggiò di un passo.
“Tutto okay? Sei strana e anche un po’ pallida... Ti senti male?” Subito il moro le si avvicinò di nuovo e la afferrò per le spalle.
Lei lo guardò negli occhi e sorrise nervosa. “Sto bene, davvero, stavo solo... facendo una passeggiata!”
“A me sembrava più una maratona... Comunque, posso accompagnarti?” Si offrì lui, gentile.
“Ma no, no, Kili, sicuramente avrai da fare, non c’è bisogno che tu-”
“Ma cosa dici, non ho proprio nulla da fare, dai dov’è che stavi andando?” Kili la prese sottobraccio e Larya, sconsolata, non poté far a meno di portarlo con sé al suo appuntamento misterioso.
 
***
 
“Ehi, Larya, ti va se...?” La frase di Fili rimase in sospeso quando, entrando nella tenda, non vide la sua donna.
Si guardò intorno ma non notò nessun biglietto o qualsiasi altra cosa gli potesse dire dove fosse andata.
Insomma, non che ci fossero grandi posti dove poteva essere, all’accampamento, ma erano un gran numero di tende che coprivano un vasto territorio e lei era l’unica donna presente. Dove poteva mai essere andata?
 
***
 
“Ecco, siamo arrivati...” Disse Larya, fermandosi davanti ad una delle tende che Kili conosceva bene.
“Ma... Oin?” Le chiese lui, poi il suo sguardo si illuminò come se avesse capito ogni cosa e a Larya iniziarono a sudare le mani. “Allora avevo ragione, sei malata!” Disse quasi contendo di averci azzeccato. Poi si rese conto che non avrebbe dovuto gioire di una cosa del genere e si ricompose. “Scusa, cioè, volevo dire... Allooooooora, stai male?” Ora la su voce era più preoccupata.
“No, non sto male. Non credo almeno. Ma tu, ora, devi aspettare fuori.” E così dicendo lo piantò sulla soglia per sparire all’interno.
 
***
 
“Hai visto Larya?”
Fili pensò che quella doveva essere la centesima volta che lo chiedeva a qualcuno.
Nessuno sembrava averla vista, né i membri della Compagnia né nessun altro.
Aveva girato l’accampamento in lungo e in largo, non sapeva più dove cercare.
“Fratello, di qua!” La voce di Kili attirò la sua attenzione e si diresse verso di lui.
“Ciao, Kili, hai visto Larya? Non riesco a trovarla da nessuna parte. Inizio a preoccuparmi.” Negli occhi di Fili era tangibile l’apprensione.
“È qui dentro, con Oin.” Lo rassicurò suo fratello.
“Oin? Ma certo! Non l’ho trovato da nessuna parte. Ma perché non me lo ha detto?” Gli chiese poi, ma ottenne solo un’alzata di spalle da parte dell’altro.
 
Passò ancora un bel po’ di tempo prima che Larya uscì dalla tenda.
Nel frangente, Fili non aveva fatto altro che camminare avanti e indietro, sospirando e chiedendosi cosa potesse avere, se era grave, se non lo era...
“Fili, metti ansia, lo sai? Vedrai che non ha niente.” Cercò di rassicurarlo Kili, ma invano, come temeva.
Quando Larya varcò la soglia, Fili le andò in contro e le prese le mani, accarezzandole il viso.
“Ehi, stai bene? Mi hai fatto preoccupare.” L’abbracciò di slancio e Larya rimase senza parole per un momento.
“Fili, sto bene...” Disse, allontanandolo per guardarlo negli occhi. Con un po’ di imbarazzo, continuò la frase: “...stiamo bene.” Sorrise, con gli occhi lucidi.
Il tempo si fermò per un istante.
“Stiamo? Tu e chi?” Chiese Kili, guardando i due con aria interrogativa, ma venne del tutto ignorato.
“Oh Mahal... Vuoi... È... quello che penso?” Il biondo non riusciva a mettere due parole in fila per la sorpresa, aveva gli occhi sgranati e un sorriso che arrivava alle orecchie.
“Sì, Fili!” Esclamò lei, iniziando a ridere felice. Trascinò nella sua risata anche il Nano che la abbracciò e la sollevò da terra, facendole fare una giravolta.
“Qualcuno mi vuole spiegare?” Fece Kili, finto offeso.
“Davvero non ci sei arrivato?” Domandò Fili, rimettendo giù la sua amata.
Kili scosse il capo e Larya fece un passo avanti. “Sono incinta.”
 
 
~ Cinque mesi dopo ~
 
 
“Non ce ne è uno che mi stia bene!” Gridò la giovane, in preda ad una crisi isterica.
Dìs era in arrivo, la principessa di Erebor, la madre del suo futuro sposo e lei non aveva alcunché da mettersi.
Tutti i vestiti che le erano stati regalati dagli Elfi e dagli Uomini non le entravano più ma non poteva certo presentarsi al suo cospetto nuda!
“Larya, non c’è bisogno che tu ti vesta diversamente da come sei di solito. Mia madre capirà.” Le disse Fili, facendole segno di sedersi accanto a lui sul letto.
Erebor era stata quasi del tutto ristrutturata e le stanze erano state ripulite dalla polvere e dalle ragnatele, rimesse completamente a nuovo ed erano stati rimesse in funzione le cucine e le fornaci. Presto, Erebor sarebbe tornata al suo splendore originario.
“Volevo essere carina per tua madre... Non voglio che pensi che suo figlio sposerà un Nano.” Sconsolata, si lasciò cadere sul materasso accanto a lui.
“Non un Nano qualunque, ma un Nano dai bellissimi e luminosi capelli biondi, un sorriso che fa impazzire e che porta in grembo suo nipote. Penso che non baderà al tuo aspetto.” Rise Fili.
“Ah-ha, molto divertente!” Larya sospirò “Sul serio, credi che le piacerò? E se non mi sopportasse? Se non mi ritenesse alla tua altezza? Sono nervosa e stressata...”
Fili le prese la mano e con l’altra le accarezzò una guancia. “Andrà tutto benissimo, vedrai. Non devi preoccuparti.”
Si scambiarono un profondo bacio carico di amore e lei si sentì subito meglio.
“Ti amo, Fili. Tantissimo!”
“Ti amo anche io. Vi amo entrambi.” Rispose lui, accarezzandole la pancia.
 
 
 
Qualche giorno dopo arrivarono le carovane dagli Ered Lûin.
Quando la gente di Erebor mise piede nuovamente nella Montagna, vi furono grida di gioia e pianti di felicità e tristezza, nel ricordo di chi non era sopravvissuto alla furia del Drago.
Tra la folla, due occhi azzurri come il ghiaccio spiccarono, infondibili, posandosi sulla Compagnia.
Salutarono Dìs con gran rispetto e si dispiacquero tutti per la sua più recente perdita.
Quando fu la volta di Dwalin, i due si guardarono per qualche istante, poi lui abbassò lo sguardo. “Mi dispiace, Dìs. Ho fallito.” Disse il guerriero, stringendo i pugni.
Ma la Nana, con una dolcezza infinita, gli prese il volto fra le mani e gli sorrise. “Tu non hai alcuna colpa. Sono certa che hai fatto tutto il possibile per proteggerlo. È il volere di Mahal, nessuno può opporsi.” E così dicendo, i due si abbracciarono, stringendosi forte.
Fili, Kili e Larya arrivarono in quel momento e i due fratelli si guardarono con aria sospetta. Kili diede una gomitata eloquente al biondo e poi indicò i due Nani con sguardo di chi la sapeva lunga.
Larya sorrise nel vederli così, ma durò un istante poiché poi il nervosismo tornò ad avvolgerla.
Quando Dìs e Dwalin si divisero, la Nana si voltò verso i suoi figli e senza esitare andò loro incontro e li abbracciò strettissimo, lasciandosi andare ad un pianto di sollievo.
“Non azzardatevi mai più a farmi una cosa del genere!” Gli disse, baciando le fronti ad entrambi.
Quando si staccò da loro per guardarli meglio, notò la presenza della giovane.
“E lei chi è?” Domandò, curiosa, ai suoi figli.
“Mamma, lei è Larya.” Fili andò da lei e le prese la mano, conducendola di fronte a sua madre.
“Larya, che bel nome che hai.” Le sorrise Dìs.
“Ehm... G-grazie. È un piacere fare la vostra conoscenza, principessa.” Larya simulò un inchino ma le venne solo un goffo movimento a causa del pancione ingombrante.
“Non c’è alcun bisogno di inchinarti a me. E non darmi del voi, chiamami Dìs, semplicemente.” Poi, Dìs si voltò verso Fili. “Allora, vuoi dirmi chi è lei?”
“Larya fa parte della Compagnia. Noi... ci siamo innamorati e ci sposeremo il giorno dell’incoronazione. E tra non molto, darà alla luce nostro figlio, il tuo primo nipote.” Fili sorrise alla sua amata e le accarezzò la pancia. Poi guardò di nuovo sua madre che aveva gli occhi lucidi e un dolce sorriso sulle labbra.
Larya aveva avuto paura di un rifiuto, ma non avvenne niente del genere: Dìs iniziò a singhiozzare e abbracciò entrambi con entusiasmo.
Larya sorrise e la abbracciò di rimando.
“Sono felice, per entrambi. Anzi, per tutti e tre.” Disse la Nana, baciando suo figlio sulla fronte, poi prese Larya per le spalle e la fissò dritta negli occhi: “Mio figlio non poteva cogliere fiore più bello. Benvenuta in famiglia, Larya.” E così dicendo, le due Nane si scambiarono un lungo e intenso abbraccio.
Tutte le paure erano scomparse.




































-Angolino autrice-


MI DISPIACE.
Sono sparita da più di un mese, lo so, ma l'università mi sta risucchiando hahaha
Spero solo di essermi fatta perdonare con questo capitolo...
Ho tanto sonno, quindi non dico altro, ma fatemi sapere. Nell'ultimo siete spariti tutti ç_ç
Vi voglio bene, lettori :3
Alla prossima, con
l'EPILOGO ç_ç

Juls!
   
 
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