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Autore: DanieldervUniverse    15/05/2017    2 recensioni
Luna tenta di lasciare Tenebrae.
Nel frattempo Gentiana, rimasta sola nella stanza della giovane, invita un ospite ad adempiere ad una semplice richiesta.
Prequel di "Sex Scene Ahead" e Sequel di "La decisione del re"
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gentiana\Shiva, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dietro le scene'
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Luna fece pressione sugli abiti che aveva già messo in valigia, cercando di costiparli il più possibile.
-Sei sicura che partire così in fretta sia una buona idea?- chiese nuovamente Gentiana.
-Devo farlo- rispose, afferrando gli ultimi effetti personali, disposti sul letto, per infilarli nella valigia -La chiamata è stata fatta.
-Scappare da Niflheim tuttavia non è un’impresa facile- continuò la donna, senza alterare il proprio tono neutro.
-Tra pochi giorni sarà firmato il trattato di pace. Devo arrivare da Noctis prima.
-Non ce la farai da sola.
-Devo tentare, Gentiana- disse Luna, chiudendo la valigia, che fece uno scatto secco -Se lui non riuscirà a realizzare il suo destino, non ci sarà una seconda chance.
La giovane donna si diresse decisa, ma calma e regale, verso la porta della sua camera.
-Io non dubito di te- le disse Gentiana, quando stava per varcare la soglia-Voglio solo sapere se sarai in grado di pagare il prezzo.
Luna si limitò a sospirare, scostando i battenti.
-Per Tenebrae, Lucis, ed Eos, devo fare la mia parte. Sono la Sciamana, io sono l’unica che può guidare il Re e fargli realizzare il suo destino.
Si volse per un breve istante in direzione della sua tutrice, e vide la donna chinare il capo in segno di buon augurio.
Con quel saluto, Luna imboccò i corridoi del palazzo di Tenebrae, e la sua strada.


-Puoi uscire adesso- disse, mantenendo il proprio distacco.
Le sue vesti umane erano comode, la rendevano invisibile a molti, ma quando si trattava di lui erano fin troppo vistose.
Nolum comparve attraverso lo specchio nella camera di Luna, con il pacco di cartelli sulla spalla.
Appoggiò il suo bagaglio sul letto, tirando un sospiro.
Evitò di guardarla direttamente, probabilmente volendo celare i sentimenti contrastanti che provava in quel momento.
-La principessa ha un grande cuore, più di quanto non ci si aspetti- osservò lei, cercando di iniziare una conversazione, ma lui non sembrò molto contento di risponderle.
-Un sacrificio è comunque un sacrificio, anche se mascherato da un atto di volontà- disse, con distacco.
-Vorrei poter fare qualcosa…- aggiunse poco dopo, scuotendo il capo.
“Per impedirlo”.
Lei non aveva bisogno di sentirglielo dire per sapere cosa stava pensando in quel momento.
-La profezia non può essere cambiata, ma molti risvolti restano oscuri- disse, mantenendosi a distanza per non infastidire Nolum -Non siamo mai del tutto certi di cosa ci troveremo davvero davanti.
-Questo lo sappiamo entrambi molto bene- ammise l’uomo, posando le mani sui fianchi e alzando lo sguardo verso la porta della camera -Ah, che situazione complicata.
-Pensi ancora a quello che ti ha detto il re?
-Non mi piace che tu sappia quello che penso- replicò, lanciandole uno sguardo diretto -E non mi piace quando ti mostri con la sua faccia.
-Preferirei non congelare tutto in queste circostanze- lei resse l’offesa senza problemi, ma sapeva che era un gioco pericoloso.
Con Nolum, apparire sotto le spoglie di Gentiana non era mai una scelta saggia, ma poteva anche volgersi a suo vantaggio.
Inoltre, lei non poteva mostrarsi apertamente a Niflheim in tutta la sua gelida gloria, era ancora troppo pericoloso.
L’uomo sbuffò, e si arruffò i capelli scomposti con una mano, rimirandosi allo specchio per controllare il suo lavoro.
-Nolum- provò a chiedere -Perché hai accettato di venire?
Lui rimase in silenzio, continuando a guardare lo specchio, prima abbassare lo sguardo sui suoi piedi.
-C’era qualcosa che volevi chiedermi- rispose, sedendosi sul letto con fare abbattuto.
Lei era un Sidereo, non giudicava il creato con gli stessi… parametri che usavano gli umani.
Ma, osservando più attentamente l’aspetto del proprio interlocutore, notò che gli abiti erano in buona parte stirati, e persino i capelli, pur disposti selvaggiamente sulla testa, nel loro complesso erano in qualche modo… eleganti.
-Credo tu sappia già cosa voglio chiederti- disse, azzardando un passo verso di lui, ma ricevendo solo uno sguardo scocciato.
Meglio del solito, almeno.
-Il destino del mondo dipende dal Re e dalla Sciamana, e se non riusciranno a realizzare la loro missione potremmo dover aspettare altri secoli perché la Profezia possa realizzarsi. E se la stirpe dei Re di Lucis si estinguerà, potrebbe non avvenire mai.
Percorse la breve distanza dal letto mentre parlava, e si sedette affianco a Nolum.
I loro sguardi si incontrarono, e lei vide il suo freddo disprezzo, ma meno intenso di quanto si aspettasse, o di quanto ricordasse dall’ultima volta che l’aveva visto.
-Io non interferisco con i grandi fatti, Sidereo- replicò lui, distogliendo lo sguardo -Lo sai bene che mi limito alle mie competenze.
-Hai accettato di andare dal re per dargli consiglio.
-Era comunque il mio lavoro.
-Non dovremo aspettare molto perché lei sia per strada- insisté, sempre neutra.
Abbassò il volume della propria voce per assumere un tono più accomodante: l’ultima cosa che cercava era l’ostilità di Nolum.
Sapeva perché odiava lei e gli altri Siderei, e se avesse potuto non l’avrebbe costretto a trattare, ma era una questione più importante del suo risentimento.
Lei azzardò gesto amichevole, posandogli una mano sulla spalla.
Avvertì uno strano brivido al tocco, qualcosa che come Sidereo non aveva mai compreso.
Nolum si volse di scatto, guardando prima la mano e poi lei.
Quindi la scostò con una piccola spinta delle dita, scuotendo il capo.
-Non farlo- le disse, chinandosi in avanti.
Poi si alzò deciso.
-Voglio solo scongiurare che accada il peggio- continuò lei, senza muoversi -Per favore.
-Farò quello che potrò, fintanto che non dovrò spingermi oltre i miei doveri- rispose, freddo, accennando uno sguardo nella sua direzione.
Lei piegò la testa di lato, rivolgendogli un lieve sorriso di gratitudine.
Nolum quasi ricambiò, prima di scuotere il capo e irrigidirsi, tornando a guardare davanti a sé.
-Il mio dovere chiama. È tutto- disse, con una nota affrettata.
Si volse a raccogliere i cartelli, e si diresse di nuovo verso lo specchio, ma lei non aveva finito.
Rilasciò un leggero soffio gelido nell’aria, e una patina di ghiaccio si diffuse rapidamente sul vetro, tagliando all’altro la via d’uscita.
-Non farlo- la pregò lui, serio, voltandosi a guardarla -Non di nuovo.
-Non chiedo di più- insisté, alzandosi elegantemente e camminando verso di lui con passo tranquillo.
-Per favore…
Non la respinse, ma lei poteva leggere la tristezza nei suoi occhi, e anche un vago senso di smarrimento.
Mantenne lo sguardo fisso sul suo volto, osservandolo aprire e chiudere la bocca nervosamente, inumidendo le labbra piegandole in una smorfia.
-Un’ultima volta- chiese, sussurrando lieve.
Gli posò le mani sugli avambracci, mantenendo sempre contegno nei gesti e nel volto, ma non poté trattenere quei piacevoli brividi provocati dalla sensazione del corpo di lui.
In quanto Sidereo, non rientrava nei parametri degli umani, né in considerazione della bellezza, né in altri canoni, ma non comprendeva nemmeno molti dei loro sentimenti, per quanto si fosse avvicinata ad essi molto spesso.
Orgoglio, Onore, Rispetto, Ambizione, erano tratti che poteva dedurre, ma altri, come la Passione o l’Amore, erano un vero mistero.
Come faceva l’essere umano a provare un simile intreccio di… di…?
Qualunque cosa fossero, gli altri Siderei ne avevano, ne mai le avrebbero avute, ma lui…
Non si era nemmeno accorta di aver chiuso gli occhi quando lo baciò.
In secoli, era successo altre volte, ma così rare che si potevano contare sulla punta delle dita.
Invece con lui…
La prima, era stata un suo errore, così aveva detto Nolum, ma l’aveva sorpresa così tanto che aveva voluto riprovare.
E poi di nuovo.
Alla quinta volta, l’aveva allontanata, ma era successo ancora.
Non sapeva neanche spiegare perché lo facesse, ne tanto meno se… in realtà lei “provasse” veramente qualcosa per Nolum, ma di certo riconosceva di essere curiosa.
Perché lui era diverso?
Cioè, sapeva benissimo perché l’uomo era unico, ma non sapeva perché era unico anche per lei.
Non essendo umana, non era capace di capire comportamenti e reazioni “uniche” degli umani, ma si lasciava guidare dalla curiosità.
-Basta- la interruppe seccamente lui.
In un attimo erano separati, e lui le teneva i polsi sollevati in aria.
-Basta- supplicò, deglutendo rumorosamente.
Lei inspirò, delusa, ma acconsentì senza battere ciglio, abbassando lentamente le braccia mentre lui la lasciava andare.
-Non continuare a farmi questo.
-Mi dispiace Nolum- rispose, sincera, mentre il ghiaccio che copriva lo specchio scompariva -Non lo faccio per torturati.
-Ma che ne vuoi sapere?- la interruppe, velenoso -TU sei una di LORO, non hai niente da condividere con noi.
-Forse… O forse no- ammise, distogliendo lo sguardo.
Simpatizzava con la razza umana, sapeva quanto duramente soffrissero ancora per ciò che era successo secoli prima, ma in quel momento non era sicura del vero perché, perché era così legata agli uomini e alle donne.
-Non sei lei- le soffiò nell’orecchio Nolum -Non lo sarai mai.
Strinse inconsciamente i denti, rabbrividendo di fronte alla sua rabbia, ma si ricompose in pochi attimi.
-Non voglio essere lei.
La sua frase doveva aver colto Nolum alla sprovvista, perché la sua espressione aggressiva si tramutò in sorpresa, lasciandolo basito di fronte ai suoi occhi.
-Vai dove ti porta la strada, Nolum Cassio Feri. È probabile che le nostre non si incontreranno di nuovo- lo salutò, indietreggiando regalmente.
Durante il loro bacio probabilmente aveva lasciato il proprio autocontrollo sfuggirle di mano, a giudicare dal leggero strato di ghiaccio e brina che copriva tutti i mobili e i soprammobili.
Nolum batté le palpebre, senza toglierle gli occhi di dosso, prima di sorridere.
Non era una faccia, l’uomo le stava rivolgendo un sorriso sincero, risplendente di benevolenza.
Stavolta fu il suo turno di restare sorpresa, di fronte a quel gesto di apertura.
-I tuoi baci prima o poi mi faranno impazzire- commentò, prima di avviarsi dentro lo specchio -Ad ogni modo, ho vissuto troppo a lungo per non apprezzare l’onestà.
“Gli umani sono seriamente imprevedibili” pensò lei, osservando la silhouette dell’altro scomparire oltre la superficie di vetro, provocando delle onde sinuose.
Quando anche quelle si esaurirono, e lo specchio tornò ad essere un normale specchio, sospirò, e si rese contro che il cuore umano che teneva nel suo petto, stava battendo più in fretta della normale.

  
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