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Autore: ElFa_89    09/06/2009    2 recensioni
Felpato si avvicinò trotterellando alla ragazza che non sembrò scorgere la sua presenza, troppo intenta a studiare quel vecchio tomo, rimase lì fermo a guardarla per un po’,[..] annusò l’aria e un dolce odore di muschio bianco gli entrò nelle narici che inevitabilmente lo fece starnutire.
Fu una frazione di secondo, gli occhi della ragazza si alzarono di scatto dal tomo e si posarono sul grosso animale di fronte a lei, lo sguardo vitro, spaventato e allo stesso tempo incuriosito, era come se il suo cervello stesse macchiando il più velocemente possibile, una parte di lei, quella più sana le imponeva di sfilare la bacchetta dalla tasca e schiantare il grosso animale, l’altra, quella meno razionale di mettersi a ridere.
-un gramo- soffiò appena -bella cosa morire a 11 anni..accidentacci a te-
[..] Non c’era un motivo per cui lo fece, lo fece e basta, avvicinò il muso peloso al viso della ragazza e lo leccò, Mira sgranò gli occhi esterrefatti nello stesso momento che un debole 'bob' si scandiva dell’aria e facendole trovare un giovane Sirius al posto del Gramo.

***
-perdonami- sillabò Mira con le labbra in un sussurro inudibile mentre sul suo perfetto viso di porcellana si faceva strada una lacrima solitaria
Sirius sussultò alzando una mano a mezz’aria verso la ragazza mentre i suoi occhi si facevano sempre più lucidi, Mira singhiozzò alzando la mano a sua volta all’interno della gabbia, poi sentì solamente il cigolio della botola aprirsi sotto di lei e la fitta all’ombelico la colpì di nuovo facendola piombare nella stanza dove aveva atteso prima dell’udienza.

***
Sirius centric
Perchè me lo sono immaginato così il suo amore,dolce passionale ma terribilmente sofferto!
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Regulus Black, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Sirius Black se ne stava seduto composto sulla sua cabina,le gambe accavallate, lo sguardo rivolto fuori dal finestrino, intento a scorgere ogni singolo particolare della campagna londinese che scorreva ininterrottamente sotto il suo naso, era il suo pri

..Buon sangue non mente..

 

 

 

Ai maturandi.

Perché l’Autocontrollo è tutto.

[…Perché i dizionari sono i vostri migliori amici.

E internet un grande Fake…]

 

 

 

 

 

Sirius Black se ne stava seduto composto sulla sua cabina,le gambe accavallate, lo sguardo rivolto fuori dal finestrino, intento a scorgere ogni singolo particolare della campagna londinese che scorreva ininterrottamente sotto il suo naso, era il suo primo anno a Hogwards e sentiva dentro di sé che tutto sarebbe cambiato.

Sirius Black non possedeva nessuna capacità precognitiva eppure nello stesso istante in cui aveva attraversato con sua madre la barriera del binario 9 e ¾ aveva sentito una stretta allo stomaco e un senso di nausea pervaderlo,cattivo presagio aveva pensato ma come ogni Black di stirpe il suo volto sembrava imperturbabile e del tutto intatto, la perfetta maschera che a ogni figlio purosangue era insegnato adottare sin dalla tenera età.

I Black erano una di quelle famiglie che poteva vantare il tasso più alto di serpeverde nell’albero genealogico, unica eccezione fin’ora era stata  Andromeda Tonks, nome accuratamente cancellato e bruciato a  fuoco da sua nonna dal grande albero bianco che narrava le origini della sua stirpe, ma quella era un’altra storia, ora Ninfadora non faceva più parte della famiglia.

La porta della cabina si aprì lentamente e una ragazzina di 11 anni fece il suo ingresso elegantemente, non le era servito bussare, sapeva benissimo chi si trovava all’interno di quella cabina,e  appena richiuse la porta alle sue spalle sul suo volto si dipinse un sorriso, felice.

Mira Lancaster era una purosangue, una di quelle ragazzine cresciute con tutto, suo padre si era assicurato di non frale mai mancare nulla, e così era cresciuta, bella e viziata come ogni purosangue,e come ogni purosangue conosceva il significato del tener alto il nome della famiglia, ma Mira Lancaster non era solo quello, Sirius l’aveva conosciuta all’età di 4 anni e insieme erano cresciuti.

<<  ciao Mira  >> soffiò Sirius, non gli sarebbe servito girarsi per vedere chi era, ma lo fece lo stesso, proprio perché sapeva che era lei e non uno scocciatore, come poteva essere il resto del treno, e sul suo volto si increspò un  sorriso.

La ragazza allargò il sorriso poi si fece cadere di peso sul sedile di fronte a quello del ragazzo <<  ciao Sirius  >> trillò entusiasta  per iniziare a squadrare il suo amico.

Erano due settimane che non si vedevano, e l’ultima volta che si erano visti non avevano fatto altro che parlare di Hogwards e delle possibili magie che avrebbero imparato, eppure l’unica veramente euforica sembrava Mira, secondo lei Sirius sarebbe stato sicuramente un serpe verde, come lo sarebbe stata lei, buon sangue non mente aveva concluso decisa lasciando al suo amico solo il tempo di richiudere a guscio la sua vulnerabilità e il suo senso di angoscia.

Sirius era sempre spiccato in tutto nella sia famiglia, dal carattere forte, dalla battuta pronta, dalla sua irrefrenabile voglia di infrangere le regole e dal suo aspetto, troppo bello per essere un bambino qualunque, ma lui era un Black il che significava normalità e affermazione della regola più vera, sangue puro non mente.

Sangue puro non mente probabilmente era stata una delle prime frasi che era stato capace di pronunciare, all’inizio senza capirne il significato ma con lo scorrere del tempo aveva imparato a  sue spese che quella era la legge, e se voleva vivere in pace doveva onorarla, proprio come faceva Mira, solo che il cuor suo Sirius non la pensava proprio così.

<<  a dire il vero sono in ansia pure io…  >> sussurrò la ragazza concentrando tutta la sua attenzione sulle scarpette in pelle di drago nero che calzavano i suoi piedini.

Sirius ghignò, Mira era sempre stata una ragazzina dal carattere vivace e con l’argento vivo nelle vene ma era sempre stata fragile e terribilmente emotiva, anche se quel aspetto era sotto concesso di conoscerlo solo a lui, perché per il resto del tempo Mira rimaneva sempre la bambolina di porcellana, la perfetta maschera purosangue che aveva iniziato a  adottare all’età di cinque anni.

<<  non devi preoccuparti, finirai sicuramente a serpe verde, come vorrebbero i tuoi… >> La rassicurò il ragazzo, mentre portava dietro all’orecchio una ciocca di capelli corvini troppo corta per resistere nella coda.

Mira si sforzò di emettere un mugugno di approvazione, ma il risultato non fu dei migliori tanto che Sirius sghignazzò tanto da far alzare di scatto la testa della sua amica che lo incenerì con lo sguardo.

<<  l’unica cosa bella e che passeremo tanto tempo insieme…sei contento Sirius?  >> domandò la ragazza facendo incontrare i suoi occhi verdi con quelli petrolio del suo amico.

Sirius ingoiò aria a vuoto, quegli occhi, così simili a due pietre preziose aveva sempre avuto il dono di infrangere la sua vulnerabilità, era come se quel verde smeraldo potesse guardargli dentro e  scoprire tutto di lui, boccheggiò per poi annuire, incerto.

Si, lui e Mira sarebbero stati nella stessa casa, insieme…almeno sperava…

Un fischio acuto strappò Sirius dai suoi pensieri, probabilmente Hogwards doveva essere vicina, sospirò e guardò la sua divisa, impeccabile come ogni suo capo, solo anonima.

<<  non preoccuparti, il verde è il tuo colore  >> ridacchiò la ragazza mentre già in piedi si dirigeva verso la porta <<  devo andare a indossare la divisa, ci vediamo dopo  >> era con le mani a penzoloni quella maniglia quando decise di voltarsi e tornare sui suoi passi, conscia di aver dimenticato qualcosa, si avvicinò al suo amico che la guardava interrogativo e stampò un bacio sulla guancia facendolo arrossire percettibilmente, per poi uscire e richiudere la porta dalle sua spalle.

Sirius sospirò affranto,a differenza di Mira lui non era così sicuro del suo destino, ma di quello aveva deciso di non farne parola con nessuno, si portò il dito indice sulle pelle nivea della guancia e accarezzò la parte dove era stato appena baciato e si lasciò scivolare sul sedile.

Mira aveva ragione, sarebbe andato tutto bene…cercò di convincersi

 

 

 

* * *

 

 

Il cappello parlante, tanto elogiato da chiunque avesse varcato le porte di Hogwards, come un cappello dai magici poteri, dalla mente fine e dalla saggezza infinita non era altro che un putrido straccetto consumato e con tanto di macchie; nello stesso momento che lo vide Sirius non poté non pensare che a tempo debito, quando sarebbe arrivato ai sotterranei una bella doccia con doppio shampoo non gliela avrebbe tolta nessuno.

La sala come se l’aspettava era gremita dagli studenti più grandi che squadravano, intenti a individuare possibili membri della loro casata il corteo dei primini che ora stava in piedi di fronte al sudicio straccetto in attesa di essere smistati.

Nello stesso momento in cui la professoressa McGranitt iniziò a leggere i nomi dall’elenco dei nuovi studenti regnò il silenzio più assoluto interrotto solo dallo scroscio di applausi della rispettiva casa in cui si andava a unire il nuovo arrivato.

<<  Sirius Black  >> chiamò la professoressa McGranitt

Sirius si fece largo tra la folla e raggiunse lo sgabello, si sedette cercando di essere il meno rigido possibile e aspettò che il cappello gli venisse posato sulla nuca trattenendo il fiato.

Fu nello stesso istante che il cappello esclamò <<  Grifondoro  >> cha la tavolata rosso-oro esultò mentre il tavolo, che sarebbe dovuto essere il suo tavolo da generazioni si chiuse in un angosciante silenzio.

Sirius aveva fallito.

Scese dallo sgabello cercando di mantenere il controllo saldo sulle ginocchia e di avvicinarsi al suo nuovo tavolo, alla sua nuova tavola che incontrò due pupille verdi dilatate al massimo che lo guardavano vuote.

Il tempo sembrava scorrere il più lento possibile, come se qualcuno con una gira tempo si stesse divertendo a rendere il più pesante possibili quel momento, quasi insostenibile, ma Sirius non lasciò trapelare nessuna emozione, sul suo viso non si accese nessuna smorfia, nessun segno di preoccupazione, Sirius era diventato una perfetta maschera di cera.

Non si era neppure accorto che la cerimonia di smistamento stava andando avanti, non si era neppure reso conto che mezza tavolata Grifondoro si era presentata o che il tavolo dei Serpeverde lo guardava impietrito, era caduto in uno stato di trance che sembrò scomparire solo quando la professoressa McGranitt arrivò alla lettera l.

<<  Mira Lanaster  >> trillò la professoressa

Dalla folla dei primini uscì una ragazzina dai lunghi capelli castani che le arrivavano fino alla vita che andò a sedersi sullo sgabello sgangherato e la professoressa le posò il cappello sulla nuca che sprofondò fino al naso facendola sussultare dalla sorpresa o semplicemente dal disgusto

<<  serpe verde!  >> esclamò il cappello dopo pochi istanti

La ragazza si alzò soddisfatta ma senza mai alzare lo sguardo dal pavimento e si diresse alla tavolata della sua nuova casa, i serpe verde che l’acclamavano con applausi; Sirius la seguì per tutto il tragitto con lo sguardo e la sua ansia aumentò quando per la prima volta la sua mente formulò che da quel momento le cose sarebbero cambiate davvero.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

Aveva imparato in fretta le poche regole che lo legavano alla casa rosso-oro, erano semplici e tremendamente difficili allo stesso tempo; era risaputo che fin dalla creazione della scuola Grifoni e Serpi non andavano d’accordo, ne erano la prova tangibile Godric e Salazar, era semplice la regola da onorare, le serpi e i grifoni si odiano.

Imparato questo il resto era solo un susseguirsi di lealtà e coraggio, ma la prima per lui era del tutto nuova, non era stato leale alla sua famiglia, con tutti i suoi amici, con suo fratello Regulus e con Mira, quindi Sirius Black non poteva vantare il titolo del leale per eccellenza, ma almeno per la seconda qualità, il coraggio non rischiava di faci magra figura, Sirius era coraggioso, dannatamente coraggioso da sfoggiare a testa alta la cravatta rosso-oro mentre camminava per il corridoio del castello sotto sguardi indiscreti e ghigni fieri.

A voce dei Grifoni era segno, cha la società marcia e razzista che era in voga nella famiglie purosangue stava cedendo e che piano piano i pezzi si stavano staccando, sgretolando per non tornate mai più intatti, a voce dei Serpeverde, Sirius Black era una perdita passabile e facilmente sostituibile, visto che il sangue puro non bastava per essere definiti nobili, ma serviva anche una mente brillante e una fedeltà alla legge famigliare.

Il castello di Hogwards per Sirius era sempre stato in un certo qual modo una salvezza, aveva pensato che passare 9 mesi tra quelle mura lontano dai suoi genitori lo avrebbe reso felice, ma non aveva mai immaginato che il castello di Hogwards avesse il dono di farlo sentire vuoto, da quando era stato smistato, ossia da quando il sudicio cappello rattoppato aveva pronunciato la fatidica parola aveva sentito che tutto sarebbe cambiato, aveva visto gli sguardi sconcertati dei suoi ‘amici’  inorridirsi e riempirsi di disprezzo e circospezione, gli stessi amici con cui era cresciuto e con cui aveva passato intere estati.

Ma al legge valeva anche per loro,le serpi odiano i grifoni.

Aveva incontrato Mira il giorno successivo allo smistamento, ovvero quando Serpeverde e Grifondoro dividevano l’ora di pozioni nei sotterranei  e l’incontro non era stato dei migliori ma gli era bastato per capire che la legge era uguale per tutti.

L’aveva trovata insieme a un gruppetto di serpe verde che aspettava  davanti alla porta dei sotterranei, per tenere al sua prima ma non ultima lezione di pozioni insieme al professor Lumacorno, uomo di cui non si sapeva granché che non consisteva nella fama di eccentrico uomo con manie di protagonismo, coordinatore della casata dei Serpeverde e serpe verde lui stesso, anni addietro.

L’aveva vista lì, intenta a parlare con une sua nuova compagna del più e del meno ma poi si era bloccata, come colpita da un sesto senso o da un solletichio al capo si era voltata e Sirius aveva potuto incontrare nuovamente quegli iridi verde smeraldo guardarlo; all’inizio era stata zitta, forse non sapeva cosa dire, forse ancora scossa per quello che era successo poi aveva disteso il viso in un sorriso che era riuscito tirato e tremendamente triste.

<< ciao Mira >> l’aveva salutata lui, lei sembrava essersi rilassata da quella semplice parole e aveva girato totalmente il busto nella sua direzione dando le spalle alla su interlocutrice che ora spiava la scena dalle sua spalle

<< ciao Sirius >> l’aveva salutato lei con la voce un po’ incerta ma tremendamente dolce, poi era calato un velo di silenzio tra i due, come se nessuno dei due avesse nulla da dire o troppo da dire, erano rimasti immobili a guardarsi, come a cercare di assimilare più particolari possibili l’uomo dell’altra nel tentativo di farne un quadro perfetto nella propria mente pronto da riesumare dai ricordi nei momenti in cui ne avessero maggior bisogno.

<< come sta andando? >> le aveva chiesto lui per rompere il ghiaccio, lei aveva abbassato lo sguardo un attimo per poi ritornare a fissare l’onice di lui, si mordeva il labbro inferiore, torturandolo, cercando dentro di sé l’autocontrollo che sembrava le fosse stato sottratto improvvisamente lasciandola nuda e fragile

<<  bene…  >> aveva solo risposto, ma Sirius sapeva che non era così, lo vedeva dagli occhi rossi che le sfregiavano il viso così perfetto e si sentì tremendamente in colpa per aver rovinato un delle poche cose belle della sua vita; sospirò e cercò le parole adatte per continuare la recita ma lei fu più veloce

<<  te come stai invece Sirius? >> soffiò la ragazza consapevole che gli sguardi di Grifoni e Serpi erano tutti concentrati su di loro

Hai sentito i tuoi genitori?

Sirius ghignò, sapendo di risultare vero agli occhi di tutti tranne che a quelli di lei << molte bene, non mi manca per nulla casa.. >> soffiò audace premendo con insistenza lo sguardo su di lei facendole brillare gli occhi, conscia ci quello che il suo amico stava passando e avrebbe passato, ma si sforzò di sorridere per dargli forza o per cercare di fare coraggio a se stessa.

Era la prima volta che non potevano essere loro stessi, erano imparati a recitare, a mentire o semplicemente a fare bella faccia a cattivo gioco, ma tra loro non era mai stato così, come se si fosse sancito un accordo muto che affermava la loro totale libertà di pensiero e  parola, perché Sirius apprezzava la Mira che rimaneva nascosta e Mira ammirava il Sirius evasivo, solo che adesso una delle due personalità era venuta a galla e Sirius era apparso a tutti come il Sirius effettivo.

Lumacorno spalancò le porte con un colpo di bacchetta e fece segno agli studenti di entrare, Serpeverde a sinistra, Grifondoro  a destra, un segreto accordo di fazioni rivali fin dall’antichità, Mira e Sirius erano rimasti in mezzo al corridoio appena dentro l’aula in silenzio a fissarsi speranzosi ma già consci del loro destino, quella divisione non sarebbe stata solo dei posti da sedere ,ma molto di più.

Una mano si posò sulla spalla della ragazza che piegò la testa di lato rivelando l’identità di Stuart Grey, serpe verde di stirpe con cui i due ragazzi avevano passato intere estati a  cavallo dei manici di scopa nella campagna del maniero dei Black, Grey non guardò nemmeno Sirius si limitò a puntare le sue iride scure su quelle verdi della ragazza e fulminarla con lo sguardo facendola pietrificare sul posto

<<  coraggio Mira, ricordati la legge fondamentale, Serpi e Grifoni non possono stare a più di cinque metri di distanza  >> sancì il ragazzo indirizzando con la mano la strada la prendere alla ragazza che aveva preso a mordersi convulsamente il labbro inferiore, Mira abbassò lo sguardo, annuì e si diresse nella parte della classe riservata alle serpi, Grey le fu subito dietro dopo aver fulminato Sirius con lo sguardo.

Mira ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo per vedere le nocche di Sirius farsi bianche e i pugni serrarsi in una mossa ferrea per poi portare la sua attenzione al banco in legno d’ebano scuro intagliato dai suoi precedenti proprietari, sotto lo sguardo attento di Stuart Grey che le ricordava quelli erano le regole e quali erano i comportamenti adatti a  una giovane serpe verde.

Quello era semplicemente l’inizio di una lunga convivenza.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

Con lo scorrere del tempo le cose sembravano essersi pietrificate, la routine sembrava distrarre lo scorrere degli eventi e  come per magia le cose avevano preso un loro senso, un loro indirizzo, messa da parte la prima amarezza, il primo dolore e la delusione Sirius era riuscito a  farsi quegli che si potrebbero definire ‘amici’, ma questa definizione stonava radicalmente con la definizione che lui avrebbe potuto dare agli amici che aveva avuto fino a  prima di Hogwards, eccetto di Mira, ma lei era una ragazza, quindi un caso a parte.

I Malandrini così erano stati soprannominati dai compagni di casa, quattro ragazzini iperattivi con l’hobby di far sottrarre punti alla loro casa, Potter, Lupin, Minus e logicamente lui, Sirius Black il ribelle per eccellenza.

Era stata una cosa rapida e indolore, Sirius all’inizio aveva incominciato a  parlare con Potter, aveva sentito nominare qualche volta la sua famiglia da sua madre, una purosangue di Grifoni con le idee sbagliate, a dire il vero si era limitata a una semplice parola babbanofili gli aveva definiti, ma adesso che conosceva Potter aveva capito che dei babbani lui conosceva pressappoco nulla, ma gli rispettava come forma di vita, per Potter le idee trasversali del sangue puro non erano altro che ‘feccia’; successivamente il gruppo si era allargato a un malaticcio Lupin e a un logorroico Minus, troppo desideroso di vivere nell’ombra del fanatico trio, divenuto quasi per magia un quartetto,e  così come dal nulla erano nati loro, i Malandrini, un branco di quattro ragazzini dall’eccellente rendimento scolastico e dallo spiccato senso delle risate.

Mira sembrava aver assimilato la vita nel castello in un modo tutto suo, le giornate scorrevano veloci sotto il suo naso e le poche volte Sirius riusciva a vederla il loro rapporto si presentava sempre più lastricato e freddo, Mira era divenuta quello che ogni serpe verde doveva essere, una statua di ghiaccio altezzosa e troppo bella per poter essere definita raggiungibile, ogni volta che lo vedeva lo salutava con il capo o si inclinava in un debole sorriso, di circostanza, nulla di più, nulla di meno, solo gli iridi smeraldini continuavano a dargli une speranza, nonostante tutto, Sirius non poteva fare a meno di notarlo, ogni volta che si incontravano i suoi occhi sembravano brillare di luce propria, ma il suo volto rimaneva nascosto in una maschera di cera.

Mira Lancaster odiava le biblioteche, ma non odiava la conoscenza, fin da piccola Sirius l’aveva paragonata a un aspirapolvere, paragonandola proprio a un oggetto bababno perché aveva la capacità di assimilare tutto, bello o brutto che esso fosse, Mira assimilava e poi rielaborava; il motivo per cui la ragazza snobbava altamente la biblioteca era la polvere, sua unica dannazione, non l’aveva mai sopportata, iniziava a starnutire come se fosse stata stregata da magie Sinister in persona, per quello preferiva il parco dove non trovava nessun molestatore o polvere pronta a intasarle i bronchi.

Siriu l’aveva osservata più volte dalla torre di astronomia ma non aveva mai trovato il coraggio, né la scusa adatta per andare a salutarla e fare conversazione, quindi si limitava a sedersi sulla ringhiera, con le gambe a penzoloni nel vuoto a scrutare la figura minuta china sui libri, e come ogni giovedì pomeriggio, lei era lì in riva al lago con la sola compagnia del tomo di Difesa contro le arti oscure con la sola differenza che ora Sirius poteva avvicinarsi.

Era difficile per un grosso cane nero passare inosservato in un giardino totalmente verde, ma forse per quella volta valeva la pena tentare, al massimo poteva essere scambiato per una creatura uscita misteriosamente dalla foresta proibita, anche se in quel caso probabilmente sarebbe stato urlato al panico.

Felpato si avvicinò trotterellando alla ragazza che non sembrò scorgere la sua presenza, troppo intenta a studiare quel vecchio tomo, rimase lì fermo a guardarla per un po’, era da molto che non vedeva il vero volto di Mira Lancaster, e finalmente poteva scorgerlo rilassato e concentrato, forse troppo pallido da come lo ricordava, ma nei sotterranei non doveva esserci molta luce, annusò l’aria e un dolce odore di muschio bianco gli entrò nelle narici che inevitabilmente lo fece starnutire.

Fu una frazione di secondo, gli occhi della ragazza si alzarono di scatto dal tomo e si posarono sul grosso animale di fronte a lei, lo sguardo vitro, spaventato e allo stesso tempo incuriosito, era come se il suo cervello stessa macchiando il più velocemente possibile, una parte di lei, quella più sana le imponeva di sfilare la bacchetta dalla tasca e schiantare il grosso animale, l’altra, quella meno razionale di mettersi a ridere.

Mira sospirò energicamente facendo alzare le spalle a ritmo del suo respiro ma senza stancare gli occhi dal grosso animale a pochi metri da lei << accidenti a te, mi hai spaventato! >> tuonò la ragazza, poi il suo sguardo si fece più sottile intento a squadrare il suo interlocutore, mugugnò infastidita e si portò una ciocca dietro l’orecchio,iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore, nervosamente, poi sospirò affranta.

<<  un gramo..  >> soffiò appena <<  bella cosa morire a 11 anni…accidentacci a te…  >> chiuse gli occhi e portò lo sguardo davanti a sé intenta a scrutare qualcosa di inesistente << certo che…sei buffo! >> esclamò d’un tratto riportando l’attenzione sul grosso animale che ora la guardava con le orecchie rizzate << non s’è mai sentito dire d’un gramo raffreddato >> esclamò sorridendo per poi scoppiare a ridere come una pazza.

Felpato era rimasto immobile, bloccato nella stessa posizione in cui lo sguardo di lei lo aveva incontrato la prima volta, Mira era sempre stata strana, ma pensare che lui fosse un gramo le sembrava assurdo, aveva avvertito malinconia nella sua voce, come se il gramo le facesse un favore con la sua presenza, ma aveva voluto credere di aver preso un abbaglio,e  soprattutto ora che la vedeva non poteva che esserne felice,le era mancata.

Si avvicinò lentamente alla ragazza, con passo docile e sottile, Mira continuava a ridere impassibile mentre lo guardava avvicinarsi, non aveva paura della morte, aveva imparato a  riderle in faccia e a Sirius questo faceva tremendamente male, si bloccò solo quando il suo grosso naso fu a una spanna dal viso della serpe verde che ora lo guardava in silenzio, come a dar più significato a quel momento.

Felpato si molleggiò sulle anche e si sedette di fronte alla ragazza in modo da poterla fissare negli occhi, occhi neri come il petrolio si specchiavano in due smeraldi verdi, tristi e malconci, come se la stessa padrona avesse smesso di donargli la luce di cui si nutrivano per risplendere, due occhi verdi, spenti a rispecchiare un’anima che sembrava essere stata sporcata.

Mira sospirò, resistette allo sguardo per pochi minuti << se devi farlo, allora ti chiedo di muoverti >> sussurrò appena per poi chiudere gli occhi e incorniciare di rassegnazione la sua attesa.

Felpato rimase sbigottito da quella affermazione, non era da Mira arrendersi senza combattere, non era da Mira neppure passare interi pomeriggi da sola a studiare, Mira odiava studiare, lei assimilava e basta, non lo faceva certo per passione, eppure la ragazza che ora le stava di fronte, senza dimostrare paura era la stessa ragazza che lo aveva fatto ridere e passare momenti felici nella sua vita, la stessa ragazza con cui era sicuro avrebbe passato il resto della sua vita se lui non avesse rovinato tutto.

Non c’era un motivo per cui lo fece, lo fece e basta, avvicinò il muso peloso al viso della ragazza e lo leccò, Mira sgranò gli occhi esterrefatti nello stesso momento che un debole bob si scandiva dell’aria e facendole trovare un Giovane Sirius al posto del Gramo.

Sirius sembrava pietrificato, non gli era mai successo di perdere il controllo in quel modo mentre era trasformato da animagus, e per la prima volta la sua trasformazione non aveva retto, proprio davanti a Mira che ora lo fissava interrogativa ma senza allontanarsi tanto che poteva sentire il respiro freddo di lei sulle labbra.

Sirius si sporse leggermente in avanti facendo posare le sue labbra su quelle di lei tagliando totalmente le distanza, chiuse gli occhi e mosse le labbra leggermente come a voler scandire un bacio appena accennato, Mira sembrava essere pietrificata, non aveva risposto al bacio ma non si era neppure sottratta ma proprio quando Sirius stava per lasciar perdere le labbra di lei si mossero debolmente in risposta mentre gli occhi si socchiudevano.

Sirius e Mira si scambiarono il loro prima bacio.

Si staccarono leggermente l’uno dall’altro, come a voler catturare ogni attimo prima della loro separazione, lei con gli occhi chiusi, lui che le guardava il viso, troppo bello da poter essere semplicemente ricordato, sapeva perfettamente quello che sarebbe successo ora, Sirius Black non sarebbe riuscito a fare a meno di quelle labbra.

<< animagus >> sospirò lei con lo sguardo basso, lui annuì di risposta

 

 

 

 

* * *

 

 

 

Erano passati anni dall’innocente bacio che si erano scambiati nel parco della scuola e dopo di quello ce ne erano stati altri, sempre più belli e sempre più intensi, fino a che i baci non erano bastati e i loro corpi avevano richiesto di più e come per il bacio non erano rimasti delusi, Sirius Black e Mira Lancaster erano diventati dipendenti l’uno dell’altro, l’uno bisognoso dell’altra ma questo nessuno doveva saperlo, amici e nemici compresi.

I malandrini erano rimasti uniti più che mai, nonostante Potter avesse trovato la ragazza, tale Lily Evans conosciuta anche come lasotuttoiomorosadiPotter  ma al di fuori della scuola tutto sembrava essere cambiato, l’estate aveva lasciato alle spalle l’ultimo sprizzo di speranza per la comunità magica, la guerra era iniziata, era ormai un dato di fatto e sopratutto era una cosa che il ministero non poteva ignorare, i mangia morte, così si facevano chiamare, uomini incappucciati di tutti i generi e le razze riuniti sotto l’unico blasone nero per l’odio ai babbani e la purificazione della razza, la tanto acclamata protesta delle famiglie purosangue più antiche sembrava farsi valere con un nuovo portatore, tale Lord Voldemort, ma nonostante tutto a detta del ministro Hogwards era sicura, per questo aveva aperto nuovamente i battenti tra risa e acclami degli studenti.

<< mi sono innamorato >> esclamò Peter Minus irrompendo nella cabina dei suoi compagni, Potter alzò un sopraciglio annoiato, l’aveva sentita tante volte quella storia e il risultato non cambiava, Lupin sembrava l’unico in grado di dargli delle attenzioni, mentre Sirius continuava a guardare fuori dal finestrino il paesaggio di Londra che piano piano cambiava per lasciare spazio alla campagna

<< chi è la fortunata? >> domandò Remus, a lui la storia non annoiava mai; succedeva pressappoco ogni due mesi dal secondo anno che Peter piombasse tra di loro annunciando il suo amore segreto verso una fanciulla del castello che a mala pensa conosceva della sua esistenza, ma poi passava come  sempre dopo un rifiuto

<< parlo seriamente, almeno tu Remus amico mio, credimi..è bellissima..ne sono innamorato.. >> sospirò Peter nel vano tentativo di intenerire il suo amico

<< sentiamo come si chiama, magari la conosciamo >> esclamò Sirius senza distogliere la sua attenzione dalla campagna londinese che sfrecciava da sotto il suo naso

<< non credo che la conosciate, si chiama Mira Lancaster..è una… >> ma non ebbe il tempo di terminare la frase che una voce femminile la concluse al posto suo

<< serpe verde, quinto anno, come noi >> Lily Evans si fece largo tra i compagni di casa e si diresse verso il suo fidanzato, sedendosi sulle ginocchia e facendolo sorridere, era un’estate che non si vedevano e le era mancata tantissimo, non erano bastate 1000 pergamene e 3 piume d’aquila a saziare la distanza.

Sirius a sentire pronunciare il nome di Mira sbuffò irritato, ma il gesto parve un segno di disapprovazione per la nuova postazione della Evans, che lo aveva obbligato a  accavallare le gambe così che nessuno fece domande, così Sirius si limitò a alzarsi e avvicinarsi la porta e dopo essersi giustificato con << vado a sgranchirmi le gambe >> uscì dalla cabina seguito a ruota da Peter che sperava di un secondo incontro con la ragazza dei suoi sogni.

Il treno di Hogwards era sempre lo stesso da anni, quella locomotiva doveva aver pressappoco cent’anni, vecchio modello e sempre uguali, perfino le dinamiche al suo interno sembravano frutto di un deja-vu, la signora del carrello che portava i dolci per i vari scompartimenti, sempre presa d’assalto da tutti i generi di studenti, poi c’erano loro, i primini, gli unici senza ancora identità, tra loro c’erano quelli terrorizzati e poi quelli sicuri di sé, consapevoli che la loro casa sarebbe stata la stessa dei loro genitori, Sirius sbuffo,ingenui.

<< eccola, è lei >> la voce di Peter lo fece scuotere dai suoi pensieri, a pochi metri di stanza, un cappello di Serpeverde stava entrando in una cabina del treno,la riconobbe subito,non ci sarebbe voluto molto per far sapere a Sirius che era veramente lei, insieme  suo fratello Regulus e a alcuni suoi ex amici, era una settimana che non la vedeva, esattamente dal giorno che l’aveva vista  a Diagon Alley a fare acquisti per la scuola, non avevano avuto granché modo di parlare per la presenza di Regulus e delle loro madri ma erano riusciti a stare insieme seppur solo a  vista e a Sirius era bastato visto che la loro relazione era segreta.

Mira Lancaster ogni anno dopo un’estate sembrava essere sbocciata nuovamente, i lineamenti le si erano delineati e le forme erano diventate quelle di una donna vera, le labbra si erano fatte più piene e i capelli più lunghi, l’unica cosa di lei che sembrava non cambiare mai erano le due pozze verdi che aveva come occhi e che ogni volta che Sirius le vedeva non poteva fare a meno di affogarcici dentro.

La perfetta regina delle serpi.

Mira sollevò leggermente il capo, e per nulla stupita di trovare Sirius poco distante da lei accennò un sorriso di circostanza, ma come Sirius ormai sapeva bene, non era il volto che parlava si Mira ma i suoi occhi,e  in quel caso come in molti altri, brillavano, unicamente per lui.

Sirius sentì Minus agitarsi alla sua destra facendolo sussultare, inclinò la testa leggermente in modo da poter verificare cosa potesse aver fatto sussultare così tanto il suoi amico

<< hai visto? Mi ha guardato e mi ha pure sorriso >> cinguettò Peter Minus facendo roteare gli occhi a Sirius che andò a  cercare nuovamente le due pozze verdi di Mira, ma al suo posto trovò solo una porta chiusa, ancora una volta Minus si prese un avada kedabra mentale.

Sirius sospirò cercando di far ricordo al suo autocontrollo,era già difficile fingere che tra lui e Mira non ci fosse nulla ma era ancora peggiore e dannatamente difficile sopportare qualcuno fare apprezzamenti su di lei e ora alla lista si era unito pure Peter Minus, che se non bastava il fatto che condivideva la stanza da letto, condivideva con lui anche gli amici, perché per Sirius era chiaro, Pete Minus era una vera e propria palla al piede, fece retro-front e seguito da un accaldato Minus che programmava tutti i modi per chiederle di uscire ritornò in cabina dove Potter e Lupin gli aspettavano soli, almeno la Evans aveva guardato bene di alzare le tende.

Sirius sprofondò sul suo posto, ormai erano cinque anni che si sedeva sempre lì a guardare fuori dal finestrino e i suoi amici avevano guardato bene da non usurparglielo, perché a Grifondoro, la lealtà e l’amicizia erano all’ordine del giorno, mentre lui, continuava a ignorare la prima, ma d'altronde certe cose non potevano essere dette,e  non per lui, ma per lei e forse pure quella si poteva chiamare lealtà.

Si concentrò sul paesaggio in movimento fuori dal finestrino lasciando la testa vagare i ogni dove, ma alla fine sembrava tornare sempre nello stesso pensiero, irremovibile e dannatamente bello, quindi sospirando affranto cercò di portare la sua attenzione verso i suoi compagni, d'altronde erano tre mesi che non gli vedeva, sicuramente avrebbero avuto qualche esilarante avventura da raccontargli, si decise a voltare la testa nel momento sbagliato però perché Minus continuava a monopolizzare la conversazione che sembrava essere finita senso unico, a sentire Potter poi, era normale parlare della propria Lei 24 ora su 24.

<< com’era? >> domandò Lupin approfittandone della millimetrica attenzione che gli aveva dato.

Sirius sbuffò, ultimamente non faceva altro, poi incontrò gli occhi di Remus di un grigio così intenso da far paura, spostò lo sguardo e ritornò a  fissare il paesaggio londinese.

<< bellissima >> sussurrò appena udibile

<< ve l’avevo detto! >> esclamò Peter entusiasmato per poi rilanciarsi a  gamba tesa sui suoi pronostici futuri per mettere in atto al conquista vera e propria.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

Era dicembre e come ogni sacrosanto dicembre faceva dannatamente freddo, perfino la torre di Grifondoro sembrava essere vittima delle nave e della tempesta che infuriava al di fuori delle mura, l’infermeria era piena, come ogni anno nello stesso periodo ma le lezioni continuavano imperterrite perfino la mattina dell’inizio delle vacanze dove mezza scuola tornava a casa per le vacanze, eccezione fatta per Sirius che questo ano era riuscito a evitare casa Black per passare le vacanze  a casa Potter, un natale normale, finalmente; poco importava se su madre avrebbe storto il naso, suo padre ringhiato, suo fratello risposto altezzoso sottolineando la sua presenza lì, poco importava saltare il grande cenone in casa Black, l’unica cosa che gli sembrava pesare era il giorno della vigilia, dove ogni anno per tradizione sua madre organizzava il grande ricevimento, invitando tutti le persone che lui odiava ma anche l’unica persona che lui sopportava.

Per la prima volta da quando erano nati non avrebbero passato la vigilia insieme, ma d'altronde quello faceva parte del pacchetto,e in quel modo non avrebbe corso il rischio di far scoprire al loro relazione come era quasi successo l’anno prima quando sua madre era venuta a cercarlo nella sua stanza, in cui lui si trovava ma non proprio solo.

Sirius era già da una decina di minuti che giocava con un fetta di pancetta sul suo piatto,non sembrava aver la minima voglia di mangiarla, forse perché ne aveva già mangiate cinque o forse perché l’ansia di passere il suo primo natale da Grifone si stava facendo strada nella sua mente, aveva sempre passato il natale in piena formalità, pranzi, cene, ricevimenti, scambio di regali e chicchere tante chicchere da farlo svalvolare e per la prima volta avrebbe provato le brezze del natale normale a casa Potter.

Potter dal canto suo erano dieci minuti belli e buoni che era affogato nella lettura della Gazzetta del Profeta, a cui si era abbonato circa due anni addietro e da cui era diventato del tutto dipendente, Sirius era sicuro a riguardo, l’interesse per Potter per gli avvenimenti del mondo esterno era troppo, da qui ne aveva dedotto che sicuramente Potter sarebbe diventato un Auror.

<< c’è stato un altro caso di mote di un babbano a opera di un mago >> tuonò Ramoso facendo sussultare Sirius a cui scivolò la pancetta fuori dal piatto rendendola del tutto inmangiabile

Sirius sbuffò << siamo in guerra, dovresti averlo capito ormai >> esclamò Felpato dopo una breve riflessione

Potter lasciò scivolare la Gazzetta sul tavolo e imprecò sottovoce << peccato che nessuno sa contro chi >>  tuonò

<< sappiamo che per riconoscersi hanno un marchio nero sull’avambraccio, dovrebbe bastare al ministero basterebbe far andare in giro tutti i maghi in canottiera >> soffiò Peter sedendosi di fronte ai suoi due amici

<< ottima idea Peter, credo che il problema sarebbe risolto, morirebbero tutti congelati! >> tuonò Sirius roteando gli occhi e guardando il soffitto come a cercare una spiegazione alle stupidità del suo amico

<< il problema è che sono in continuo aumento, potrebbero essere perfino i genitori dei nostri amici >> si intromise Lupin afferrando una ciambella e addentandola

<< oppure più semplicemente potrebbero essere i nostri amici >> evidenziò Potter portando al sua attenzione su un gruppetto di Serpeverde del settimo anno che uscivano dalla sala grande, i Malandrini seguirono con lo sguardo l’amico per poi concentrarsi in silenzio sui loro piatti

<< non è possibile che loro siano Mangiamorte >> rispose Sirius

<< temo non si possa escludere mio caro amico Felpato >> rispose Lupin mentre squadrava la tavolata verde-argento

<< vuoi dire che siamo circondati da possibili mangia morte? >> trillò Codaliscia allarmato

Lupin annuì, Potter sospirò poi chinò il capo in segno di rassegnazione

<< tsk >> fu l’unica esclamazione di Sirius

 

 

 

* * *

 

 

 

La bacheca degli annunci non era mai stata affollata così tanto da quando Hogwards era stata creata;una trentina di studenti di spintonavano per raggiungere un foglio appeso e scriverci il proprio nome, per al prima volta Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso,  e Corvonero erano stipati nello stesso metro quadrato di aria, tutti accumunati da un unico obbiettivo, ossia l’iscrizione e qualcosa del tutto sconosciuto a  Sirius Balck che guardava la scena tra lo schifato e l’orripilato mentre scendeva le scale diretto alla scala grande nel tentativo di fare colazione, il ritorno a Hogwards era avvenuto solo da poche ore, giusto il tempo di passare una nottata nel soffice letto a baldacchino di Grifondoro e di formulare che in fondo Hogwards gli era mancata, nonostante il chiasso infernale che c’era già di prima mattina.

Aveva già oltrepassato il corteo dei pazziamantidellabacheca che si sentì afferrare al braccio rivelando un Peter Minus nel tentativo di uscire dalla calca mattutina, Sirius sbuffò, poi afferrò l’amico per le bracci e l’aiuto a uscire dalla ressa incamminandosi con il suo braccio ancora stretto tra le mani in sala grande.

Peter gongolava eccitato e ringraziando Sirius per averlo salvato dalla ressa mattutina.

<< che cosa stavi facendo lì? >> domandò il giovane Black mentre si sedeva sul suo posto alla tavolata dei Grifoni

Peter ghignò << ho inscritto tutti e quattro al club di difesa >> cinguettò

Sirius lo guardò allibito e alzò un sopraciglio, Potter seduto di fronte sputacchiò il succo di zucca un po’ dappertutto macchiandosi i vestiti mentre Lupin sorrideva << ottimo lavoro Peter >> esclamò facendo voltare sia Sirius che Potter nella sua direzione

<< dove ci avresti inscritti?? >> domandarono perplessi in coro

<< al corso di difesa, lo terrà il professor Silente e il Professor Lumacorno, serve per farci conoscere gli incantesimi per la difesa, sai in caso di uno scontro >> spiegò diplomatico Lupin

<< un corso in comune con tutta la scuola? >> domandò perplesso Potter

<< in realtà solo dal quinto anno in su…ho visto molte adesioni soprattutto tra i serpeverde >> esclamò Lupin

<< scommetto che è inscritta anche la Lancaster, giusto Peter? >> gongolò Potter

Peter annuì poi sospirò affranto << ho deciso di lasciar perdere … >> si guardò intorno distrattamente per poi portare una mano davanti la bocca come a voler impedire a qualcuno di poter leggere le sue labbra << non si sa mai…è pur sempre una serpeverde..potrebbe essere una di loro…insomma una mang….>> sussurrò

<< non credo che miss perfettina si sporcherebbe le unghie laccate di bianco >> si intromise una voce alla loro destra, Lily Evans aveva ancora una volta messo il naso negli affari dei Malndrini, ma per la prima volta Sirius non sbuffò, in fondo Lily Evans aveva detto che Mira non era una mangiamorte

<< ti sei inscritta anche tu al corso, Lily? >> chissà perché quel nome pronunciato da Potter sembrava ancora più smielato del dovuto, Lily annuì poi si rivolse a Sirius

<< spero che tu non ti sia offeso, se ho insultato la tua futura cognata >> cinguettò distrattamente facendo sussultare visibilmente Sirius

<< cognata? >> domandò Potter esterrefatto

<< esatto, pare proprio che la Lancaster se la faccia con Black, lui non fa altro che vantarsi in giro del loro prossimo fidanzamento >> spiegò distrattamente sventolando una mano per aria

<< ma lui è più piccolo.. >> esclamò Potter con una smorfia cercando conferma in Sirius che sembrava essere finito su un altro pianeta

<< hanno un mese di differenza, lei è nata a Dicembre, lui a Gennaio >> spiegò quando ormai le sue nocche erano diventata colore del latte, non aveva preso in considerazione quel dettaglio fino a quel momento, la possibilità di un matrimonio combinato tra lei e suo fratello e la cosa gli dava tremendamente fastidio

<< quindi confermi? >> domandò la Evans sporgendosi dal braccio che Potter le teneva intorno al collo

<< io non ne so nulla >> esclamò Sirius per poi alzarsi e  uscire dalla sala in grande silenzio ma con la mente che sembrava essere stata riempita da tamburi di pelle di drago, ignorando gli sguardi interrogativi che gli lanciavano i suoi amici e la Evans che si portava una mano alla bocca rimpiangendo di aver parlato nuovamente troppo.

Nello stesso momento in cui il suo piede calzante una scarpa di pelle di drago finemente lavorata si posò sul primo gradino una voce lo chiamò alle sue spalle << Sirius >> non gli sarebbe servito voltarsi per sapere di chi si trattasse, conosceva quella voce fin troppo bene, girò la testa in modo da poter scorgere Mira Lancaster, al suaforsefuturacognata.

<< Mira >> gli rispose lui educatamente

Lei lo superò e salì un paio di gradini per poi fermarsi proprio di fronte a lui, occhi negli occhi.

Sirius la guardò distrattamente, la divisa verde-argento era perfettamente stirata al suo corpo, la cravatta leggermente allentata, Mira era dimagrita, ma Sirius non si focalizzò su quel particolare ma sul ciondolo che portava al collo, allungò una mano distrattamente fino a accarezzare la S d’oro che le pendeva al collo, tracciò la curva della S con l’indice, poi alzò lo sguardo verso la ragazza che stupita da quel gesto era rimasta con la fronte leggermente corrugata

<< lo indossi.. >> sussurrò lui

<< non lo toglierò mai..>> rispose lei

Sirius sospirò << è vero quello che mi hanno detto del fidanzamento? >> domandò guardandola negli occhi, Mira abbassò lo sguardo, incapace di reggere tale sfida e iniziò a  mordersi il labbro inferiore, era impressionante vedere come certe abitudini in lei rimanessero invariate

<< non è ancora detto nulla…tu potresti… >> ma si fermò prima di completare la frase per poi scattare di lato e scendere i gradini per tornare ai sotterranei, il luogo che era divenuto la sua casa

Sirius la bloccò per i polsi e lei non cercò neppure di divincolarsi, ma rimase semplicemente immobile con lo sguardo abbassato in silenzio

<< io potrei.. >> la incalzo lui, lei di tutta risposta scosse la testa in senso di diniego poi soffiò un flebile << nulla, non potresti fare nulla >>sospirò affranta lasciandosi sfuggire una lacrima che le discese per il profilo della guancia per poi fermarsi lì, dove normalmente la pelle era più rosea, ma in lei rimaneva nivea dello stesso colore del sale.

Sirius rimase immobile a guardarla, erano anni che non la vedeva piangere, e l’ultima volta risaliva all’età di sette anni quando era morto il suo gatto Puffola,ma quelle non si potevano definire vere lacrime, era incredibile come il suo corpo riuscisse a rimanere composto, aveva versato una sola lacrima ma il suo corpo era fermo, immobile e non tremava minimamente, l’unico suo punto di debolezza erano gli occhi, dannatamente verdi, dannatamente spenti, avvicinò le labbra al suo viso per poi posarsi lì dove giaceva dimenticata la lacrima e la leccò via assaporando per un attimo il dolore che poteva aver causato la sua irrimediabile voglia di evasione, perché ormai era chiaro era colpa sua se le cose stavano così.

Era colpa sua se la ragazza di cui era innamorato stava piangendo tra le sue braccia perché era costretta a sposare suo fratello, quando invece avrebbe dovuto sposare lui, era colpa sua se Regolus si trovava a affrontare il ruolo da fratello maggiore e fratello minore allo stesso tempo, se solo non fosse stato dannatamente Grifondoro avrebbe già afferrato la prima scopa e avrebbe chiesto perdono al padre per pi chiedere al signor Lancaster la mano della figlia, ma purtroppo sapeva che era impossibile.

Spostò leggermente il viso di lato fino a  fare combaciare perfettamente le sue labbra con quelle della ragazza, in un disperato bacio di conforto reciproco, di amore represso e di speranza che piano piano moriva, un bacio brusco dal sapore di sale.

 

 

 

* * *

 

 

 

Il nuovo passatempo dei Grifoni era diventato la caccia al Mangiamorte, non a quello armato di bacchetta che  si divertiva a far esplodere babbani ogni quattro e quattrotto ma al mangia morte come possibile recluta tra i banchi di scuola; il gioco era semplice si prendevano le file della casa rivale e si affermava chi poteva essere la prossima recluta, un gioco del tutto fittizio ma che aveva fatto passare sotto cattivo occhio tutti i Serpeverde perfino da Tassorosso e Corvonero; momentaneamente in cima alla lista dei possibili mangia morte c’erano tre nomi Albatros Nott al settimo anno, Stuart Grey quinto anno e Seversu Piton, quinto anno.

Nessuno si era preso la briga di nominare Black come possibile sospettato come forma di patriottismo nei confronti del Black redento ora loro compagno di casa e nessuno aveva sospettato delle ragazze come possibili candidate, nessuno dei Malandrini si era prestato al gioco nonostante ogni sera prima di andare a dormire le reclute serpe verde sembravano essere diventate la loro ninnananna, il problema era che la lista era così vasta e varia di motivazioni che secondo quello che sapevano, tutti i serpeverde dovevano essere mangia morte, nessuno escluso.

La guerra era ormai sulla bocca di tutti, la Gazzetta del Profeta non faceva altro che pubblicare necrologi di babbani e di maghi che si erano opposti definiti dalla critica come babbanofili e agli omicidi di massa firmati con il marchio nero si univano casi isolati, come a voler dar sfogo alla loro opinione favorevole alla guerra e al loro schieramento pro mangia morte, il problema che gli esaltati che emulavano Lord Voldemort erano in tantissimi e di tutte le età, e Sirius era sicuro che tra questi la famiglia Black era pronta a dare battagli in prima linea.

Persino il professor Lumacorno dal buoi delle segrete aveva iniziato a  temere qualcosa e sotto consiglio del preside si era espresso favorevole all’uso del legimentis sui suoi studenti, la scusa era di rendergli immuni ma il motivo reale era che il problema delle reclute serpe verde aveva influenzato il comportamento di tutti, insegnanti compresi, quindi l’ingrato compito di lanciare l’anatema che leggeva la mente era toccato a lui, in quanto titolare della casata sotto indagine, ma per par condition il legimentis sarebbe stato fatto verso tutti gli studenti che avevano superato in quinto anno, compreso, quelli cioè reputati in grado di utilizzare la bacchetta no solo come ornamento per i capelli o come fonte di disastra scolastici.

All’inizio la calca di studenti si era vista contraria a mostrare il contenuto delle loro teste a un professore, probabilmente con il possibile rischio che quel professore avesse potuto leggere qualcosa riguardante l’amor proprio nutrito dagli studenti nei suoi confronti, ma alla fine avevano ceduto, in fondo la vera lettura era destinata ai serpe verde, la loro veniva fatta solo per circostanza.

Mira Lancaster era tra quelle persone di serpe verde che aveva archiviato il tutto con un’alzata di spalle, troppo altezzosa e troppo serpe verde per mettersi a lagnare per la violazione della sua privacy mentale, e nonostante la bacchetta puntata al centro della fronte il suo viso no tralasciava la minima emozione, era stata lei a offrirsi per prima quando il professore ironicamente aveva chiesto se ci fossero stati volontari la sua mano si era rizzata per mano con una tempistica perfetta, facendo allibire i Grifoni con cui divideva la lezione mentre sul viso dei suoi compagni di casa si era semplicemente dipinto un ghigno.

Per attuare un legimentis come Dio comanda c’erano bisogno di due semplici cose, un mago che conosceva l’incantesimo di lettura e un mago che non lo conoscesse, in modo tale che nulla avrebbe potuto interferire con la lettura, ma il preside era stato chiaro, gli studenti dovevano semplicemente imparare a chiudere la loro mente, per nessun motivo il suo vero interesse era di scoprire i loro pensieri, o almeno così l’aveva cantata in sala grande la mattina stessa.

Lo scopo dello studente era semplice, cercare di rendere inviolata la sua mente e respingere l’incantesimo di lettura.

Il professor Lumacorno si schiarì poco elegantemente la voce facendo che l’attenzione di tutti gli studenti dell’aula fosse concentrato su di lui e sulla volontaria che stavano in piedi al centro dell’aula.

<< legimentis >> esclamò il professore con la bacchetta puntata sulla tempia della ragazza

Mira si irrigidì colpita a pieno dall’incantesimo mentre le ragazza che assistevano alla scena trattennero il respiro

<< ora Mira cerca di respingermi, fammi uscire dalla tua testa >> spiegò il professore del tutto convinto del fallimento

Mira sospirò a aprì gli occhi che fino a quel momento aveva tenuto chiuso, sul suo viso si dipinse un ghigno madeinserpeverde, estrasse la bacchetta sfilandola dalla tasca della veste e guardò dritto negli occhi il professor Lumacorno che continuava a frugare nella sua mente

<< protego >> sussurrò la ragazza puntando la bacchetta al costato dell’insegnante

Fu una frazione di secondo, la bacchetta del professor Lumacorno schizzò dalla parte opposta dell’aula atterrando indenne sul banco della Evans che trattenne il fiato, gli occhi del professore si allargarono facendo dilatare la pupilla il più possibile e il ghigno di Mira si allargò.

I ruoli si erano invertiti, ora era Mira a rovistare nella testa di Lumacorno.

Lumacorno se ne stava rigido davanti alla sua classe, mentre Mira con la bacchetta ben puntata al petto dell’uomo scavava nella sua mente, nella classe regnava il silenzio più sovrano interrotto solo dal borbottio dei grifondori che guardavano la scena allibiti e indecisi se intervenire o meno mentre i serpe verde ghignavano entusiasmati dall’ottimo risultato della ragazza.

Mira abbassò la bacchetta un minuto dopo e si accese in un sorriso di circostanza nei confronti del professore che ora la guardava senza proferire parola

<< credo di esserci riuscita >> soffiò stendendo il ghigno in un sorriso

Lumacorno si resettò velocemente il panciotto e dopo un attimo di interdizione si decise a parlare

<< ottimo lavoro signorina Lancaster, 10…anzi no 20 punti ai serpe verde! ..direi che per oggi abbiamo finito >> borbottò il professore umiliato da essere stato disarmato e violato dei suoi pensieri da una ragazzina.

Mira sorrise poi si incamminò verso il suo posto deviando all’ultimo verso il banco della Evans che si era ritratta vedendola che andava verso di lei, Lily Evans lanciò un mugugno disperato e allontanò la sedia dal banco andando a sbattere con il banco di Peter Minus, Mira ghignò e afferrò la bacchetta del professor Lumacono sul banco della Evans e dopo aver soffiato << un grifone spaventato..che goduria >> fece retrofront fino alla cattedra riconsegnando con un sorriso la bacchetta al professore che imbarazzato si grattò la testa.

La lezione terminò senza troppi convenevoli, i Serpeverde furono i primi a uscire, visto che avevano lezione alla torre di astronomia, ossia dalla parte opposta del castello,  i Grifoni uscirono subito dopo in perfetto silenzio, chi perché non sapeva cosa dire, chi troppo spaventato ancora per pronunciare parola, ma si sa il dubbio è donna e Lily Evans ne era la dimostrazione

<< come ha fatto? >> balbettò mentre insieme ai Mialndrini saliva le scale per tornare in sala grande, non ottenne nessuna risposta solo un tacito silenzio segno che tutti si stavano chiedendo la stessa cosa

Mira Lancaster era una mangia morte?

<< faceva paura, avete visto che sguardo >> borbottò una grifoncina che stringeva convulsamente i libri al petto

<< la domanda giusta è come faceva a conoscere il contro incantesimo >> esclamò Potter mentre entrava nell’aula di Babbanologia

<< e chissà quanti altri ne conosce >> sussurrò Lily sedendosi al posto vicino a Potter

<< e scommetto che non gli ha imparati nell’ABC dei maghi >> convenne Remus

Sirius era stato l’unico a  non pronunciare parola a riguardo, era a conoscenza che i figli dei purosangue leggevano molti libri che normalmente sarebbero stati custoditi nella sezione proibita della biblioteca di Hogwards ma l’idea che Mira, la sua Mira potesse essere una possibile recluta non l’aveva mai toccato.

Una cosa era certa però le graduatorie delle possibili reclute avrebbero avuto un nuovo nome in top ten.

 

 

 

* * *

 

 

 

Era tremendamente bella e tremendamente dannata che non poteva non essere perfetta, erano in pochi a sapere il vero significato di essere una serpe, la necessità di non oltrepassare mai quei paletti così stretti era la regola fissa dei purosangue, la segreta consapevolezza di vivere una vita non propria ma dei suoi genitori, di non poter vivere quello che veramente volevano, perché i serpe verde non potevano volere, loro erano solo figli, un’appendice dei loro genitori, troppo maniacali per rischiare di far saltare la loro bella faccia per rendere felice un loro figlio, perché un purosangue è pur sempre un purosangue,e quello veniva prima di tutto, poi c’era la famiglia, i doveri, e la società e alla fine nell’angolo più buio giaceva la felicità, parola quasi sconosciuta tra i figli dei Serpeverde.

Era per questo che i serpe verde erano ricchi da far schifo, viziati da far invidia al ministero e all’intero Wizengarden e tremendamente dannati da diventare l’ossessione di ragazzi e ragazzini dell’intero castello, essere un serpe verde significava essere sulla bocca di tutti, perché era l’unico modo per non finire dimenticato, dedicarsi alle gesta, non ai sentimenti, l’importante per un serpe verde era essere conosciuto, nel bene o nel male, purché se ne parli, e tra questi non c’era nessuna eccezione.

Più eri dannato più eri conosciuto, proprio per questo Mira Lancaster il pezzo di marmo del quinto anno era conosciuta da tutti come la serpe per eccellenza, era salita al trono e ne portava la corona a testa alta, nonostante ogni serpe lo sapesse, diventare la regina voleva dire rinunciare alla già minima possibilità di provare felicità, ma questo era compreso nel pacchetto e ogni Serpeverde il giorno in cui il sudicio pezzetto di stoffa gli aveva smistati alla casa verde-argento aveva capito che il loro futuro era quello, diventare strumenti di un progetto più grande di loro, martellato da generazioni su generazioni, ossia semplici pezzi di un  puzzle iniziato millenni addietro.

Sirius Black era per tutti il traditore di sangue, colui che aveva abbandonato la retta via, colui che si era macchiato con la cravatta rosso-oro e che aveva tradito al famiglia, gli amici e Salazar in persona, Sirius non era altro che un reietto che schifava la legge con cui era nato, Sirius Black era segretamente invidiato da tutta la casata verde-argento perché lui, infondo aveva la speranza.

Sirius Black se ne stava seduto scomposto sulla poltrona al cento della stanza, il caminetto acceso e la finestra spalancata, come a prendersi gioco l’uno dell’altro, tamburellava con le nocche sulla sua gamba destra mentre a occhi chiusi sembrava scandire il tempo del grosso orologio a  pendolo alle sue spalle.

aveva pensato a un luogo tranquillo ma comodo e si era trovato in una stanza che sembrava la fusione tra la sua camera da letto a Grimound Place e la sala comune a Grifondoro, era strabiliante pensare che potesse esistere una stanza come quella, la stanza delle necessita non era mai stata minimamente nella sua immaginazione, aveva visto apparire la stanza per caso mentre era nel dormitorio che si tappava le orecchie con il cuscino per non ascoltare Potter in una delle sue serenate alla Evans e con la cartina sotto il naso aveva fatto la strabiliante scoperta due mesi prima, non aveva detto nulla ai suoi amici per il momento al stanza delle necessità era una sua necessità, non loro, un altro aspetto di Sirius Black che lo riportava alle sue origini, la poca lealtà non era mai stata il suo forte e con il tempo la cosa non sembrava migliorare.

Il tempo sembrava scorrere inesorabilmente troppo lento o semplicemente l’attesa era tropo lunga per il suo stato di pazienza, lanciò un’occhiata alla mappa del malandrino che giaceva sul tavolino poco distante e sospirò esausto, di Mira Lancaster ancora nessun traccia, probabilmente doveva essere in ritardo o semplicemente trattenuta.

Si alzò in piedi e iniziò a misurare la stanza a grandi falcate, fino a arrivare al letto a baldacchino dove si gettò sopra lasciandosi sfuggire un altro sbuffo, non era mai stato un tipo paziente.

Era da prima delle vacanze che non passavano del tempo insieme e ormai gennaio era giunto alla fine, non era abituato a starle distante per così tanto tempo, l’astinenza dalle sue labbra si era fatta sentire il primo giorno che era tornato dalle vacanze, ma poi l’aveva baciata in corridoio e le cose erano solo peggiorate, per fortuna non gli aveva visti nessuno ma il desiderio si abbracciarla forte, di sentire il profumo dei suoi capelli e di poterla di nuovo stringere al suo petto, quando nuda  e stremata si lasciava andare dopo una notte d’amore si faceva sempre più forte ora dopo ora, le aveva chiesto di vedersi più volte ma lei aveva sempre rifiutato spiegandogli che era sommersa di compiti o di lavoro da prefetto ma alla fine all’ennesimo gufo aveva ricevuto risposta positiva e aveva tirato un sospiro di sollievo.

Si era ripromesso di chiederle spiegazioni riguardo all’episodio nei sotterranei dove aveva facilmente represso un legimentis di un mago esperto con una facilità invidiabile a una mago adulto e ben addestrato, ma aveva deciso di rinviare il tutto a dopo, prima aveva altre faccende da sbrigare, o semplicemente era consapevole che il suo istinto non avrebbe resistito un attimo di più prima di attaccarsi alle sue labbra e di stringerla convulsamente al suo petto.

Sbuffò nuovamente e fece per alzarsi, ma due mani lo trattennero giù, disteso, alzò lo sguardo e si trovò specchiato in due iridi verde smeraldo che lo guardavano divertiti.

<< avrei potuto ucciderti >> soffiò la ragazza mentre si distese di lato sul letto di fianco a Sirius; Sirius ghignò

<< perché avresti dovuto farlo? >> domandò retorico

<< tutta la scuola pensa che io sia una mangia morte >> rispose lei sventolando una mano in aria con noncuranza

<< io non lo credo >> rispose lui avvicinando le labbra a quelle della ragazza e catturandole in un bacio pieno di passione.

Le era mancata,.. diamine se le era mancata!

<< sei un ingenuo Sirius, ..dannatamente ingenuo! >> soffiò Mira tra le sue labbra, una cosa era certa per le chiacchiere avrebbero avuto tempo in un altro momento.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

Regulus Black era da sempre vissuto all’ombra del fratello maggiore, si ricordava vagamente, o almeno fingeva di farlo, il periodo in cui il piccolo di casa Black adorava il fratello e lo elogiava per ogni cosa, dal volo sul manico di scopa nuovo alla marachella per aver rotto il vaso antico che loro madre custodiva gelosamente ma poi veniva prontamente rimesso a nuovo con un colpo di bacchetta, lo aveva adorato fino al primo dicembre di cinque anni prima, da quando il vecchio cappello parlante aveva dimostrato gli occhi dell’intera società di maghi che suo fratello Sirius Black era un fallito, da quel giorno Regulus era cambiato, non elogiava più il fratello e cercava di evitarlo il più possibile.

In un certo senso il fallimento del fratello gli aveva aperto nuove porte, porte che fino a poco prima sarebbero state destinate a lui, prima fra tutte tenere alto il nome della famiglia e mostrare alla società che la famiglia Black rimaneva sempre una delle famiglie più potenti dell’Inghilterra, ma per fare questo non sarebbe bastato essere stato proclamato un serpe verde e aver fatto tirare un sospiro di sollievo ai genitori che temevano un’altro figlio sciagurato, no, per Regulus Black la strada era più difficile, essendo un Black doveva ripulire il fango che era stato gettato sulla sua famiglia, e quale migliore occasione di seguire la legge.

Era stato soddisfatto e fiero dell’aver soffiato Mira Lancaster al fratello,perché lui lo sapeva e lo aveva capito che Sirius non vedeva Mira semplicemente come un’amica, e  il poter avere la mano della regina delle serpi era stato un passo molto importante, nonostante il loro fidanzamento non fosse stato ufficiato, il terreno era stato sminato e ora nessuno aveva il diritto di calpestare il suo terreno ossia prendere in considerazione la possibilità si avere Mira Lancaster, e questo in un certo senso faceva sentire Regulus migliore di Sirius, perché ora lui poteva avere quello che l’altro desiderava da sempre.

Aveva passato molto tempo a pensare alla sua possibile ascesa al potere e alla fine la porta gli si era aperta inaspettatamente lo scorso natale quando sua cugina Bellatrix le aveva mostrato l’avambraccio fiera, non aveva dovuto riflettere un secondo di più per prendere la decisione, era semplicemente andato da suo padre, nel salone dei ricevimenti e riferirgli testuali parole

<< io voglio ricevere il marchio nero >> ignorando altamente il fatto che la sala grande di Grinmound Place fosse piena di ospiti, dapprima suo padre lo aveva guardato confuso, poi sua madre era intervenuta, come una ventosa si era arpionata alle spalle del figlio e lo aveva baciato sulla fronte << sei l’orgoglio dei Black >> aveva assoldato e da lì tutto era cambiato.

Non aveva dovuto aspettare molto, la stessa sera insieme a suo padre si era smaterializzato in una casa nella periferia di Londra e tutto era successo, una fitta al braccio, il senso di nausea che gli pervadeva il corpo, le vampate di calore, la paura quando aveva incontrato lo sguardo del Suo signore la prima volta, la fierezza quando gli aveva giurato fedeltà e lo stupore nel vedere che non era l’unico erede che avevano deciso di marcare quella stessa notte.

Mira Lancaster sembrava più pallida che mai, la voce ferma, gli occhi stretti in due fessure e la mano stretta all’avambraccio destro che pulsava ininterrottamente, il dolore era terribile ma i purosangue sono destinati a  grandi cose e come tali devono soffrire il dolore, l’aveva vista baciare la mano al suo signore, poi lui le aveva alzato il viso con la mano e le aveva accarezzato la guancia.

Un tocco raggelante che aveva fatto irrigidire il padre, Lancaster senior guardava la scena a debita distanza rinchiuso nella sua tunica nera insieme agli altri mangia morte rinchiusi nel corteo per dare il benvenuto ai nuovi arrivati.

Regulus Black era rimasto stupito nel vedere così tanti ragazzi di Hogwards in attesa di ricevere il marchio, aveva visto Severus Piton e Stuart Grey e molti altri ragazzi del sesto e del settimo e aveva potuto constatare che lui era il più giovane tra i nuovi mangia morte e ne era stato fiero.

Regulus Black era diventato un mangia morte effettivo all’età di 15 anni uscendo finalmente dall’ombra del fratello.

 

 

 

 

* * *

 

 

Potter sfogliava attentamente la Gazzetta del Profeta mentre con la mano libera riempiva il piatto di uova strapazzate e Bacon, di fianco a lui Sirius sorseggiava una tazza di succo di zucca appena versato, dall’altra parte della tavola Minus sbadigliava sincronicamente con lo sfogliare delle pagina di Potter, di Lupin nessuna traccia.

Diventare animagus ogni sera non era facile soprattutto se la mattina seguente bisognava alzarsi alla buon’ora per andare a lezione, l’unico vagamente sveglio sembrava Potter che con irruenza e un sopraciglio alzato girava le pagine soffermandosi su quelle di cronaca, uccisione di babbani, marchi neri nel cielo, Aurur morti e di rado qualche cattura erano ormai gli articoli che monopolizzavano i giornali.

Lily Evans dal canto suo non era certo d’aiuto, ogni volta che entrava nella sala grande il suo occhi cadevano sempre sul tavolo verde-argento a cui lanciava tremende occhiate della serie iosochivoisieteinrealtà ricevendo di tutta risposta sguardi che sembravano rispondere vistochesaiticonvienestareallalarga.

Le critiche ai mezzosangue erano aumentate non solo all’esterno delle mura, i magonò e i figli di babaani sembravano essere le vittime migliori, poi venivano i mezzosangue, quelli ossia con un babbano e mago come genitori e infine tutti i traditori, gli immeritevoli, e la lista era lunga.

Mira Lancaster sembrava dimagrire a vista d’occhio e ormai le occhiaie violacee la seguivano ovunque, come se di notte non dormisse e non riposasse, era diventata più schiva e più  aggressiva, perfino tra i serpevede si vociferava che la Lancaster fosse in fase full, ossia cha da un momento al’altro poteva scoppiare e dare il meglio di sé.

L’autodistruzione tra le Serpi sembrava andare di moda, erano già stati quattro gli studenti che avevano abbandonato i corsi senza alcuna spiegazione e di loro si sapeva solo che onoravano la famiglia, l’unico serpente che sembrava mantenere l’aspetto diafano di Black era Regulus che vagava per la scuola a testa alta e il ghigno sul viso, ogni momento per lui era favorevole per appioppare critiche ei mezzosangue.

<< che lezione abbiamo adesso? >> domandò Sirius con la faccia nascosta nella tazza

<< pozioni temo >> sbuffò Minus di risposta, per lui pozioni non era mai stato un bel momento e quando mancava Lupin a aiutarlo le cose diventavano drastiche, l’unica cosa che poteva fare era sperare di non far esplodere nulla.

Sirius di tutta risposta ringhiò falsamente, a lui pozione era l’unica materia che non dispiaceva anche se il motivo non era estremamente legato a Lumacorno, ma l’orgoglio da Grifoni imponeva l’odio per lo studio, specialmente nei sotterranei.

Non fu una novità per i Malandrini meno uno arrivare in ritardo alla lezione, quando entrarono tuti erano già seduti ai loro posti e mancavano solo loro, Lumacorno non si lasciò sfuggire la cosa e sfilò 5 punti a testa ai Grifoni, suscitando l’ira della Evans che minacciava di lasciare Potter se arrivava ancora in ritardo e le risatine dei Serpeverde dal lato opposto.

<< allora..abbiamo due assenti oggi…Lupin Remus per i Grifondori e Lancaster Mira per i Serpeverde…deduco che Lupin sia nuovamente ammalato, ma la Lancaster?qualcuno sa perché non è venuta a lezione? >> domandò Lumacorno scrutando i volti dei suoi alunni che lo guardavano seri senza rispondere.

I Serpeverde a volte sono più leali dei Grifoni, perché loro sanno il significato della parola autocontrollo.

Sirius voltò la testa in quel momento e solo allora notò il banco vuoto della Lancaster di fianco a quello occupato da Stuart Grey, si sentì mancare l’aria come se qualcuno gli avesse tirato un pugno in pieno stomaco e uno stato di malessere lo attanagliò facendolo impallidire all’istante.

<< stia bene Sirius? >> cercò di domandargli Peter ma Siurius era già balzato in piedi correndo verso la porta sotto gli sguardi confusi degli amici e del professore che cercava una spiegazione logica al suo comportamento

<< gli veniva da vomitare >> sintetizzò Potter zittendo il professore prima che potesse togliere altri punti alla sua casa e rischiare di essere mollato dalla sua fidanzata, ma prima di girarsi lanciò un’occhiata indagatrice a Minus che di tutta risposte alzò le spalle.

Magari a Sirius scappava veramente da vomitare concluse Potter.

Era come se una deduzione gli avesse attanagliato la mente, come se tutti i puntini del un puzzle si fossero uniti per dare una figura intera di quello che era la soluzione, semplicemente Sirius Black correva, come un pazzo, sotto le grida del custode, sotto gli urletti striduli delle ragazzine al suo passaggio, Sirius correva perché era riuscito a  capire finalmente quello che stava succedendo.

L’amore l’aveva accecato o forse semplicemente lui non aveva voluto vedere, eppure era sotto ilo suo naso, tutto così chiaro, tutto così semplice, tutto così terribile.

Mira Lancaster era una recluta.

Avrebbe potuto scoprirlo migliaia di volte, ma con tutte le volte che avevano fatto l’amore il suo braccio non era mai stato abbastanza visibile da poter permettergli di vedere e ogni volta che la luce si accendeva era troppo tardi, la camicia già copriva quel lembo di carne ma a lui non era mai passato per la mente che lei, la sua lei poteva essere un Mangiamorte, a  dire il vero stentava ancora a crederci.

A lui bastavano i suoi occhi aveva occhi solo per loro.

Varcò la porta del salone grande e un vento gelido lo investì in pieno viso facendolo rabbrividire ma non fermò a sua corsa, lasciò che i piedi lo guidassero fino al parco, e li finalmente la vede, in piedi, nello stesso luogo in cui si erano scambiati il loro primo bacio, da dove era iniziato tutto.

<< Mira >> sussurrò tra sé e sé, ma la ragazza come colpita da un freddo schiaffo voltò la nuca per posare gli occhi dove si trovava lui, fermo immobile, bellissimo come lo era sempre stato.

Sirius la raggiunse con pochi balzi per poi fermarsi a un metro di distanza, la poteva veder bene ora, nessuna divisa,nessuna cravatta verde argento a scaldarla, nessun segno che lei sarebbe rimasta, il solo vestito nero a maniche a tre quarti e il mantello.

Ora lo poteva vedere, finalmente, quel dannato marchio nero a deturparle il corpo.

Strinse i denti e chiuse le mani a forma di pugna facendo sbiancare le nocche, tutto in lui ribolliva, era come se qualcuno gli avesse rovesciato un pentola d’olio addosso, e lui si era scottato, lasciando un segno che non sarebbe più andato via.

 

<< mi dispiace Sirius..non potevo dirtelo >> sussurrò Mira guardandosi il tatuaggio dove gli occhi di lui indugiavano già da qualche minuto e non intendevano staccarsi

Sirius Ringhiò di dolore e sentì come una lama lacerargli la carne, quello allora era il vero dolore.

Rimasero immobili per qualche minuto, entrambi impossibilitati a dire o fare qualcosa, semplicemente perché c’era troppo da dire ma entrambi sapevano che erano solo chicchere.

Mira oscillò sulla gamba destra, lasciando che il mantello le coprisse il tatuaggio, poi alzò lo sguardo titubante per notare che quello di Sirius era ancora lì dove fino a un attimo fa c’era il marchio nero, sospirò affranta, poi si fece coraggio e alzò il braccio sano fino ad arrivare a toccare il viso del ragazzo con il palmo della mano deponendoci una breve carezza, lui alzò gli occhi per incontrare quelli di lei e quello che vide gli fece dannatamente male.

Nonostante tutto, i suoi occhi brillavano per lui.

Fu una frazione di secondo, semplice attrazione, le mani di lui che le prendono il viso, i bracci di lei intorno al collo, i respiri lenti e un bacio, probabilmente l’ultimo.

Dolore, passione, speranza, rassegnazione,amore, bisogno,desiderio,tristezza,disperazione,vuoto, e ancora dolore e dolore e dolore, perché quello che provavano era troppo da sostenere per una solo persona, dannatamente troppo per due ragazzi di 16 anni.

Poi il vuoto quando le loro labbra si staccano.

Le mano destra di lui si intreccia in quella destra di lei come a sancire un’unione che c’è sempre stata, poi le dita scivolano lentamente, il freddo della pelle di lei sul caldo di lui scompare e il contatto finisce.

Gli occhi che si sono sempre incontrati, si sono sempre parlati, sono sempre brillati l’uno per l’altra, sono sempre stati sinceri tra loro si allontanano, rimangono gli occhi di lui a guardare una figura nera che si allontana di spalle nella foresta Proibita.

E Sirius sa che  la riconoscerebbe tra tutte anche solo di schiena.

 

 

 

 

 

 

 

 

N/A

Un piccolo delirio sui Malndrini e sul mio preferito Sirius Black perché io me lo sono immaginato così il suo amore, dolce passionale ma terribilmente sofferto!

Ambientata nel periodo in cui i nostri Malandrini infestano il castello con i loro scherzi e Lord Voldemort sta reclutando le truppe.

Di solito sono la prima che snobba le fiction in cui appare un personaggio nuovo, ma questa mi è venuta così..

Un’ispirazione improvvisa e mi sono lasciata trascinare da mouse e tastiera…

So che non è la mia categoria per eccellenza ma spero vi sia piaciuta almeno un pochino!

Le recensioni sono ben gradite!!

 

 

Un bacione a tutti!!

 

 

  
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