..Buon sangue non mente..
Ai maturandi.
Perché l’Autocontrollo è tutto.
[…Perché i dizionari sono i
vostri migliori amici.
E internet un grande Fake…]
Sirius Black se ne
stava seduto composto sulla sua cabina,le gambe accavallate, lo sguardo rivolto
fuori dal finestrino, intento a scorgere ogni singolo particolare della
campagna londinese che scorreva ininterrottamente sotto il suo naso, era il suo
primo anno a Hogwards e sentiva dentro di sé che
tutto sarebbe cambiato.
Sirius Black non
possedeva nessuna capacità precognitiva eppure nello stesso istante in cui
aveva attraversato con sua madre la barriera del binario 9 e ¾ aveva sentito
una stretta allo stomaco e un senso di nausea pervaderlo,cattivo presagio aveva pensato ma come ogni Black
di stirpe il suo volto sembrava imperturbabile e del tutto intatto, la perfetta
maschera che a ogni figlio purosangue era insegnato adottare sin dalla tenera
età.
I Black erano una di quelle famiglie che poteva vantare il
tasso più alto di serpeverde nell’albero genealogico,
unica eccezione fin’ora era stata
Andromeda Tonks, nome accuratamente cancellato
e bruciato a fuoco da sua nonna dal
grande albero bianco che narrava le origini della sua stirpe, ma quella era
un’altra storia, ora Ninfadora non faceva più parte
della famiglia.
La porta della
cabina si aprì lentamente e una ragazzina di 11 anni fece il suo ingresso
elegantemente, non le era servito bussare, sapeva benissimo chi si trovava
all’interno di quella cabina,e appena
richiuse la porta alle sue spalle sul suo volto si dipinse un sorriso, felice.
Mira Lancaster
era una purosangue, una di quelle ragazzine cresciute con tutto, suo padre si
era assicurato di non frale mai mancare nulla, e così era cresciuta, bella e
viziata come ogni purosangue,e come ogni purosangue conosceva il significato
del tener alto il nome della famiglia, ma Mira Lancaster non era solo quello, Sirius l’aveva conosciuta all’età di 4 anni e insieme erano
cresciuti.
<< ciao Mira >> soffiò Sirius,
non gli sarebbe servito girarsi per vedere chi era, ma lo fece lo stesso,
proprio perché sapeva che era lei e non uno scocciatore, come poteva essere il
resto del treno, e sul suo volto si increspò un
sorriso.
La ragazza
allargò il sorriso poi si fece cadere di peso sul sedile di fronte a quello del
ragazzo << ciao Sirius >>
trillò entusiasta per iniziare a
squadrare il suo amico.
Erano due
settimane che non si vedevano, e l’ultima volta che si erano visti non avevano
fatto altro che parlare di Hogwards e delle possibili
magie che avrebbero imparato, eppure l’unica veramente euforica sembrava Mira,
secondo lei Sirius sarebbe stato sicuramente un serpe
verde, come lo sarebbe stata lei, buon
sangue non mente aveva concluso decisa lasciando al suo amico solo il tempo
di richiudere a guscio la sua vulnerabilità e il suo senso di angoscia.
Sirius era sempre spiccato in tutto nella sia
famiglia, dal carattere forte, dalla battuta pronta, dalla sua irrefrenabile
voglia di infrangere le regole e dal suo aspetto, troppo bello per essere un
bambino qualunque, ma lui era un Black il che
significava normalità e affermazione della regola più vera, sangue puro non mente.
Sangue puro non mente probabilmente era stata una delle prime
frasi che era stato capace di pronunciare, all’inizio senza capirne il significato
ma con lo scorrere del tempo aveva imparato a
sue spese che quella era la legge,
e se voleva vivere in pace doveva onorarla, proprio come faceva Mira, solo che
il cuor suo Sirius non la pensava proprio così.
<< a dire il vero sono in ansia pure io… >> sussurrò la ragazza concentrando
tutta la sua attenzione sulle scarpette in pelle di drago nero che calzavano i
suoi piedini.
Sirius ghignò, Mira era sempre stata una
ragazzina dal carattere vivace e con l’argento vivo nelle vene ma era sempre
stata fragile e terribilmente emotiva, anche se quel aspetto era sotto concesso
di conoscerlo solo a lui, perché per il resto del tempo Mira rimaneva sempre la
bambolina di porcellana, la perfetta maschera purosangue che aveva iniziato
a adottare all’età di cinque anni.
<< non devi preoccuparti, finirai sicuramente a
serpe verde, come vorrebbero i tuoi… >> La rassicurò il ragazzo, mentre
portava dietro all’orecchio una ciocca di capelli corvini troppo corta per
resistere nella coda.
Mira si sforzò
di emettere un mugugno di approvazione, ma il risultato non fu dei migliori
tanto che Sirius sghignazzò tanto da far alzare di
scatto la testa della sua amica che lo incenerì con lo sguardo.
<< l’unica cosa bella e che passeremo tanto tempo
insieme…sei contento Sirius? >> domandò la ragazza facendo incontrare
i suoi occhi verdi con quelli petrolio del suo amico.
Sirius ingoiò aria a vuoto, quegli occhi, così
simili a due pietre preziose aveva sempre avuto il dono di infrangere la sua
vulnerabilità, era come se quel verde smeraldo potesse guardargli dentro e scoprire tutto di lui, boccheggiò per poi
annuire, incerto.
Si, lui e Mira sarebbero stati nella
stessa casa, insieme…almeno sperava…
Un fischio acuto
strappò Sirius dai suoi pensieri, probabilmente Hogwards doveva essere vicina, sospirò e guardò la sua
divisa, impeccabile come ogni suo capo, solo anonima.
<< non preoccuparti, il verde è il tuo colore >> ridacchiò la ragazza mentre già in
piedi si dirigeva verso la porta << devo andare a indossare la divisa, ci vediamo
dopo >> era con le mani a
penzoloni quella maniglia quando decise di voltarsi e tornare sui suoi passi,
conscia di aver dimenticato qualcosa, si avvicinò al suo amico che la guardava
interrogativo e stampò un bacio sulla guancia facendolo arrossire percettibilmente,
per poi uscire e richiudere la porta dalle sua spalle.
Sirius sospirò affranto,a differenza di Mira
lui non era così sicuro del suo destino, ma di quello aveva deciso di non farne
parola con nessuno, si portò il dito indice sulle pelle nivea della guancia e
accarezzò la parte dove era stato appena baciato e si lasciò scivolare sul
sedile.
Mira aveva ragione, sarebbe andato tutto
bene…cercò di
convincersi
* * *
Il cappello
parlante, tanto elogiato da chiunque avesse varcato le porte di Hogwards, come un cappello dai magici poteri, dalla mente
fine e dalla saggezza infinita non era altro che un putrido straccetto
consumato e con tanto di macchie; nello stesso momento che lo vide Sirius non poté non pensare che a tempo debito, quando sarebbe
arrivato ai sotterranei una bella doccia con doppio shampoo non gliela avrebbe
tolta nessuno.
La sala come se
l’aspettava era gremita dagli studenti più grandi che squadravano, intenti a
individuare possibili membri della loro casata il corteo dei primini che ora stava in piedi di fronte al sudicio
straccetto in attesa di essere smistati.
Nello stesso
momento in cui la professoressa McGranitt iniziò a
leggere i nomi dall’elenco dei nuovi studenti regnò il silenzio più assoluto
interrotto solo dallo scroscio di applausi della rispettiva casa in cui si
andava a unire il nuovo arrivato.
<< Sirius Black >>
chiamò la professoressa McGranitt
Sirius si fece largo tra la folla e raggiunse
lo sgabello, si sedette cercando di essere il meno rigido possibile e aspettò
che il cappello gli venisse posato sulla nuca trattenendo il fiato.
Fu nello stesso
istante che il cappello esclamò << Grifondoro >> cha la tavolata rosso-oro esultò
mentre il tavolo, che sarebbe dovuto essere il suo tavolo da generazioni si
chiuse in un angosciante silenzio.
Sirius
aveva fallito.
Scese dallo
sgabello cercando di mantenere il controllo saldo sulle ginocchia e di
avvicinarsi al suo nuovo tavolo, alla sua nuova tavola che incontrò due pupille
verdi dilatate al massimo che lo guardavano vuote.
Il tempo
sembrava scorrere il più lento possibile, come se qualcuno con una gira tempo
si stesse divertendo a rendere il più pesante possibili quel momento, quasi
insostenibile, ma Sirius non lasciò trapelare nessuna
emozione, sul suo viso non si accese nessuna smorfia, nessun segno di
preoccupazione, Sirius era diventato una perfetta
maschera di cera.
Non si era
neppure accorto che la cerimonia di smistamento stava andando avanti, non si
era neppure reso conto che mezza tavolata Grifondoro
si era presentata o che il tavolo dei Serpeverde lo
guardava impietrito, era caduto in uno stato di trance che sembrò scomparire
solo quando la professoressa McGranitt arrivò alla
lettera l.
<< Mira Lanaster >> trillò la professoressa
Dalla folla dei primini uscì una ragazzina dai lunghi capelli castani che
le arrivavano fino alla vita che andò a sedersi sullo sgabello sgangherato e la
professoressa le posò il cappello sulla nuca che sprofondò fino al naso
facendola sussultare dalla sorpresa o semplicemente dal disgusto
<< serpe verde! >> esclamò il cappello dopo pochi
istanti
La ragazza si
alzò soddisfatta ma senza mai alzare lo sguardo dal pavimento e si diresse alla
tavolata della sua nuova casa, i serpe verde che l’acclamavano con applausi; Sirius la seguì per tutto il tragitto con lo sguardo e la
sua ansia aumentò quando per la prima volta la sua mente formulò che da quel
momento le cose sarebbero cambiate
davvero.
* * *
Aveva imparato
in fretta le poche regole che lo legavano alla casa rosso-oro, erano semplici e
tremendamente difficili allo stesso tempo; era risaputo che fin dalla creazione
della scuola Grifoni e Serpi non andavano d’accordo, ne erano la prova
tangibile Godric e Salazar, era semplice la regola da
onorare, le serpi e i grifoni si odiano.
Imparato questo
il resto era solo un susseguirsi di lealtà e coraggio, ma la prima per lui era
del tutto nuova, non era stato leale alla sua famiglia, con tutti i suoi amici,
con suo fratello Regulus e con Mira, quindi Sirius Black non poteva vantare il
titolo del leale per eccellenza, ma almeno per la seconda qualità, il coraggio
non rischiava di faci magra figura, Sirius era
coraggioso, dannatamente coraggioso da sfoggiare a testa alta la cravatta rosso-oro
mentre camminava per il corridoio del castello sotto sguardi indiscreti e
ghigni fieri.
A voce dei
Grifoni era segno, cha la società marcia e razzista che era in voga nella
famiglie purosangue stava cedendo e che piano piano i
pezzi si stavano staccando, sgretolando per non tornate mai più intatti, a voce
dei Serpeverde, Sirius Black era una perdita passabile e facilmente sostituibile,
visto che il sangue puro non bastava per essere definiti nobili, ma serviva
anche una mente brillante e una fedeltà alla legge famigliare.
Il castello di Hogwards per Sirius era sempre
stato in un certo qual modo una salvezza, aveva pensato che passare 9 mesi tra
quelle mura lontano dai suoi genitori lo avrebbe reso felice, ma non aveva mai
immaginato che il castello di Hogwards avesse il dono
di farlo sentire vuoto, da quando era stato smistato, ossia da quando il
sudicio cappello rattoppato aveva pronunciato la fatidica parola aveva sentito
che tutto sarebbe cambiato, aveva visto gli sguardi sconcertati dei suoi
‘amici’ inorridirsi e riempirsi di
disprezzo e circospezione, gli stessi amici con cui era cresciuto e con cui
aveva passato intere estati.
Ma al legge valeva
anche per loro,le serpi odiano i grifoni.
Aveva incontrato
Mira il giorno successivo allo smistamento, ovvero quando Serpeverde
e Grifondoro dividevano l’ora di pozioni nei
sotterranei e l’incontro non era stato
dei migliori ma gli era bastato per capire che la legge era uguale per tutti.
L’aveva trovata
insieme a un gruppetto di serpe verde che aspettava davanti alla porta dei sotterranei, per
tenere al sua prima ma non ultima lezione di pozioni insieme al professor Lumacorno, uomo di cui non si sapeva granché che non
consisteva nella fama di eccentrico uomo con manie di protagonismo,
coordinatore della casata dei Serpeverde e serpe
verde lui stesso, anni addietro.
L’aveva vista
lì, intenta a parlare con une sua nuova compagna del più e del meno ma poi si
era bloccata, come colpita da un sesto senso o da un solletichio
al capo si era voltata e Sirius aveva potuto
incontrare nuovamente quegli iridi verde smeraldo guardarlo; all’inizio era
stata zitta, forse non sapeva cosa dire, forse ancora scossa per quello che era
successo poi aveva disteso il viso in un sorriso che era riuscito tirato e
tremendamente triste.
<< ciao Mira
>> l’aveva salutata lui, lei sembrava essersi rilassata da quella
semplice parole e aveva girato totalmente il busto nella sua direzione dando le
spalle alla su interlocutrice che ora spiava la scena dalle sua spalle
<< ciao Sirius >> l’aveva salutato lei con la voce un po’
incerta ma tremendamente dolce, poi era calato un velo di silenzio tra i due,
come se nessuno dei due avesse nulla da dire o troppo da dire, erano rimasti immobili
a guardarsi, come a cercare di assimilare più particolari possibili l’uomo
dell’altra nel tentativo di farne un quadro perfetto nella propria mente pronto
da riesumare dai ricordi nei momenti in cui ne avessero maggior bisogno.
<< come
sta andando? >> le aveva chiesto lui per rompere il ghiaccio, lei aveva
abbassato lo sguardo un attimo per poi ritornare a fissare l’onice di lui, si
mordeva il labbro inferiore, torturandolo, cercando dentro di sé
l’autocontrollo che sembrava le fosse stato sottratto improvvisamente
lasciandola nuda e fragile
<< bene… >> aveva solo risposto, ma Sirius sapeva che non era così, lo vedeva dagli occhi rossi
che le sfregiavano il viso così perfetto e si sentì tremendamente in colpa per
aver rovinato un delle poche cose belle della sua vita; sospirò e cercò le
parole adatte per continuare la recita ma lei fu più veloce
<< te come stai invece Sirius?
>> soffiò la ragazza consapevole che gli sguardi di Grifoni e Serpi erano
tutti concentrati su di loro
Hai sentito i tuoi genitori?
Sirius ghignò, sapendo di risultare vero agli
occhi di tutti tranne che a quelli di lei << molte bene, non mi manca per
nulla casa.. >> soffiò audace premendo con insistenza lo sguardo su di
lei facendole brillare gli occhi, conscia ci quello che il suo amico stava
passando e avrebbe passato, ma si sforzò di sorridere per dargli forza o per
cercare di fare coraggio a se stessa.
Era la prima
volta che non potevano essere loro stessi, erano imparati a recitare, a mentire
o semplicemente a fare bella faccia a cattivo gioco, ma tra loro non era mai
stato così, come se si fosse sancito un accordo muto che affermava la loro
totale libertà di pensiero e parola,
perché Sirius apprezzava
Lumacorno spalancò le porte con un colpo di
bacchetta e fece segno agli studenti di entrare, Serpeverde
a sinistra, Grifondoro a destra, un segreto accordo di fazioni
rivali fin dall’antichità, Mira e Sirius erano rimasti
in mezzo al corridoio appena dentro l’aula in silenzio a fissarsi speranzosi ma
già consci del loro destino, quella divisione non sarebbe stata solo dei posti
da sedere ,ma molto di più.
Una mano si posò
sulla spalla della ragazza che piegò la testa di lato rivelando l’identità di
Stuart Grey, serpe verde di stirpe con cui i due
ragazzi avevano passato intere estati a
cavallo dei manici di scopa nella campagna del maniero dei Black, Grey non guardò nemmeno Sirius si limitò a puntare le sue iride scure su quelle
verdi della ragazza e fulminarla con lo sguardo facendola pietrificare sul
posto
<< coraggio Mira, ricordati la legge
fondamentale, Serpi e Grifoni non possono stare a più di cinque metri di
distanza >> sancì il ragazzo
indirizzando con la mano la strada la prendere alla ragazza che aveva preso a
mordersi convulsamente il labbro inferiore, Mira abbassò lo sguardo, annuì e si
diresse nella parte della classe riservata alle serpi, Grey
le fu subito dietro dopo aver fulminato Sirius con lo
sguardo.
Mira ebbe solo
il tempo di alzare lo sguardo per vedere le nocche di Sirius
farsi bianche e i pugni serrarsi in una mossa ferrea per poi portare la sua
attenzione al banco in legno d’ebano scuro intagliato dai suoi precedenti
proprietari, sotto lo sguardo attento di Stuart Grey
che le ricordava quelli erano le regole e quali erano i comportamenti adatti
a una giovane serpe verde.
Quello era semplicemente l’inizio di una
lunga convivenza.
* * *
Con lo scorrere
del tempo le cose sembravano essersi pietrificate, la routine sembrava distrarre
lo scorrere degli eventi e come per
magia le cose avevano preso un loro senso, un loro indirizzo, messa da parte la
prima amarezza, il primo dolore e la delusione Sirius
era riuscito a farsi quegli che si
potrebbero definire ‘amici’, ma questa definizione stonava radicalmente con la
definizione che lui avrebbe potuto dare agli amici che aveva avuto fino a prima di Hogwards,
eccetto di Mira, ma lei era una ragazza, quindi un caso a parte.
I Malandrini
così erano stati soprannominati dai compagni di casa, quattro ragazzini
iperattivi con l’hobby di far sottrarre punti alla loro casa, Potter, Lupin, Minus e logicamente lui, Sirius Black il ribelle per eccellenza.
Era stata una
cosa rapida e indolore, Sirius all’inizio aveva
incominciato a parlare con Potter, aveva
sentito nominare qualche volta la sua famiglia da sua madre, una purosangue di
Grifoni con le idee sbagliate, a dire il vero si era limitata a una semplice
parola babbanofili
gli aveva definiti, ma adesso che conosceva Potter aveva capito che dei babbani lui conosceva pressappoco nulla, ma gli rispettava
come forma di vita, per Potter le idee trasversali del sangue puro non erano
altro che ‘feccia’; successivamente il gruppo si era allargato a un malaticcio
Lupin e a un logorroico Minus, troppo desideroso di
vivere nell’ombra del fanatico trio, divenuto quasi per magia un
quartetto,e così come dal nulla erano
nati loro, i Malandrini, un branco di quattro ragazzini dall’eccellente
rendimento scolastico e dallo spiccato senso delle risate.
Mira sembrava
aver assimilato la vita nel castello in un modo tutto suo, le giornate
scorrevano veloci sotto il suo naso e le poche volte Sirius
riusciva a vederla il loro rapporto si presentava sempre più lastricato e
freddo, Mira era divenuta quello che ogni serpe verde doveva essere, una statua
di ghiaccio altezzosa e troppo bella per poter essere definita raggiungibile, ogni
volta che lo vedeva lo salutava con il capo o si inclinava in un debole
sorriso, di circostanza, nulla di più, nulla di meno, solo gli iridi smeraldini
continuavano a dargli une speranza, nonostante tutto, Sirius
non poteva fare a meno di notarlo, ogni volta che si incontravano i suoi occhi
sembravano brillare di luce propria, ma il suo volto rimaneva nascosto in una
maschera di cera.
Mira Lancaster
odiava le biblioteche, ma non odiava la conoscenza, fin da piccola Sirius l’aveva paragonata a un aspirapolvere, paragonandola
proprio a un oggetto bababno perché aveva la capacità
di assimilare tutto, bello o brutto che esso fosse, Mira assimilava e poi
rielaborava; il motivo per cui la ragazza snobbava altamente la biblioteca era
la polvere, sua unica dannazione, non l’aveva mai sopportata, iniziava a
starnutire come se fosse stata stregata da magie Sinister
in persona, per quello preferiva il parco dove non trovava nessun molestatore o
polvere pronta a intasarle i bronchi.
Siriu l’aveva osservata più volte dalla torre
di astronomia ma non aveva mai trovato il coraggio, né la scusa adatta per
andare a salutarla e fare conversazione, quindi si limitava a sedersi sulla
ringhiera, con le gambe a penzoloni nel vuoto a scrutare la figura minuta china
sui libri, e come ogni giovedì pomeriggio, lei era lì in riva al lago con la
sola compagnia del tomo di Difesa contro le arti oscure con la sola differenza
che ora Sirius poteva avvicinarsi.
Era difficile
per un grosso cane nero passare inosservato in un giardino totalmente verde, ma
forse per quella volta valeva la pena tentare, al massimo poteva essere
scambiato per una creatura uscita misteriosamente dalla foresta proibita, anche
se in quel caso probabilmente sarebbe stato urlato al panico.
Felpato si
avvicinò trotterellando alla ragazza che non sembrò scorgere la sua presenza,
troppo intenta a studiare quel vecchio tomo, rimase lì fermo a guardarla per un
po’, era da molto che non vedeva il vero volto di Mira Lancaster, e finalmente
poteva scorgerlo rilassato e concentrato, forse troppo pallido da come lo
ricordava, ma nei sotterranei non doveva esserci molta luce, annusò l’aria e un
dolce odore di muschio bianco gli entrò nelle narici che inevitabilmente lo
fece starnutire.
Fu una frazione
di secondo, gli occhi della ragazza si alzarono di scatto dal tomo e si
posarono sul grosso animale di fronte a lei, lo sguardo vitro, spaventato e
allo stesso tempo incuriosito, era come se il suo cervello stessa macchiando il
più velocemente possibile, una parte di lei, quella più sana le imponeva di
sfilare la bacchetta dalla tasca e schiantare il grosso animale, l’altra,
quella meno razionale di mettersi a ridere.
Mira sospirò
energicamente facendo alzare le spalle a ritmo del suo respiro ma senza
stancare gli occhi dal grosso animale a pochi metri da lei << accidenti a
te, mi hai spaventato! >> tuonò la ragazza, poi il suo sguardo si fece
più sottile intento a squadrare il suo interlocutore, mugugnò infastidita e si
portò una ciocca dietro l’orecchio,iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore,
nervosamente, poi sospirò affranta.
<< un gramo.. >> soffiò appena << bella cosa morire a 11 anni…accidentacci a te…
>> chiuse gli occhi e portò lo
sguardo davanti a sé intenta a scrutare qualcosa di inesistente << certo
che…sei buffo! >> esclamò d’un tratto riportando l’attenzione sul grosso
animale che ora la guardava con le orecchie rizzate << non s’è mai
sentito dire d’un gramo raffreddato >> esclamò sorridendo per poi
scoppiare a ridere come una pazza.
Felpato era
rimasto immobile, bloccato nella stessa posizione in cui lo sguardo di lei lo
aveva incontrato la prima volta, Mira era sempre stata strana, ma pensare che
lui fosse un gramo le sembrava assurdo, aveva avvertito malinconia nella sua
voce, come se il gramo le facesse un
favore con la sua presenza, ma aveva voluto credere di aver preso un
abbaglio,e soprattutto ora che la vedeva
non poteva che esserne felice,le era mancata.
Si avvicinò
lentamente alla ragazza, con passo docile e sottile, Mira continuava a ridere
impassibile mentre lo guardava avvicinarsi, non aveva paura della morte, aveva
imparato a riderle in faccia e a Sirius questo faceva tremendamente male, si bloccò solo
quando il suo grosso naso fu a una spanna dal viso della serpe verde che ora lo
guardava in silenzio, come a dar più significato a quel momento.
Felpato si
molleggiò sulle anche e si sedette di fronte alla ragazza in modo da poterla
fissare negli occhi, occhi neri come il petrolio si specchiavano in due
smeraldi verdi, tristi e malconci, come se la stessa padrona avesse smesso di
donargli la luce di cui si nutrivano per risplendere, due occhi verdi, spenti a
rispecchiare un’anima che sembrava essere stata sporcata.
Mira sospirò,
resistette allo sguardo per pochi minuti << se devi farlo, allora ti
chiedo di muoverti >> sussurrò appena per poi chiudere gli occhi e
incorniciare di rassegnazione la sua attesa.
Felpato rimase
sbigottito da quella affermazione, non era da Mira arrendersi senza combattere,
non era da Mira neppure passare interi pomeriggi da sola a studiare, Mira
odiava studiare, lei assimilava e basta, non lo faceva certo per passione,
eppure la ragazza che ora le stava di fronte, senza dimostrare paura era la
stessa ragazza che lo aveva fatto ridere e passare momenti felici nella sua
vita, la stessa ragazza con cui era sicuro avrebbe passato il resto della sua
vita se lui non avesse rovinato tutto.
Non c’era un
motivo per cui lo fece, lo fece e basta, avvicinò il muso peloso al viso della
ragazza e lo leccò, Mira sgranò gli occhi esterrefatti nello stesso momento che
un debole bob si scandiva dell’aria e
facendole trovare un Giovane Sirius al posto del
Gramo.
Sirius sembrava pietrificato, non gli era mai
successo di perdere il controllo in quel modo mentre era trasformato da animagus, e per la prima volta la sua trasformazione non
aveva retto, proprio davanti a Mira che ora lo fissava interrogativa ma senza
allontanarsi tanto che poteva sentire il respiro freddo di lei sulle labbra.
Sirius si sporse leggermente in avanti facendo
posare le sue labbra su quelle di lei tagliando totalmente le distanza, chiuse
gli occhi e mosse le labbra leggermente come a voler scandire un bacio appena
accennato, Mira sembrava essere pietrificata, non aveva risposto al bacio ma
non si era neppure sottratta ma proprio quando Sirius
stava per lasciar perdere le labbra di lei si mossero debolmente in risposta
mentre gli occhi si socchiudevano.
Sirius
e Mira si scambiarono il loro prima bacio.
Si staccarono
leggermente l’uno dall’altro, come a voler catturare ogni attimo prima della
loro separazione, lei con gli occhi chiusi, lui che le guardava il viso, troppo
bello da poter essere semplicemente ricordato, sapeva perfettamente quello che
sarebbe successo ora, Sirius Black
non sarebbe riuscito a fare a meno di quelle labbra.
<< animagus >> sospirò lei con lo sguardo basso, lui
annuì di risposta
* * *
Erano passati
anni dall’innocente bacio che si erano scambiati nel parco della scuola e dopo
di quello ce ne erano stati altri, sempre più belli e sempre più intensi, fino
a che i baci non erano bastati e i loro corpi avevano richiesto di più e come
per il bacio non erano rimasti delusi, Sirius Black e Mira Lancaster erano diventati dipendenti l’uno
dell’altro, l’uno bisognoso dell’altra ma questo nessuno doveva saperlo, amici
e nemici compresi.
I malandrini
erano rimasti uniti più che mai, nonostante Potter avesse trovato la ragazza,
tale Lily Evans conosciuta anche come lasotuttoiomorosadiPotter
ma al di fuori della scuola tutto
sembrava essere cambiato, l’estate aveva lasciato alle spalle l’ultimo sprizzo
di speranza per la comunità magica, la guerra era iniziata, era ormai un dato
di fatto e sopratutto era una cosa che il ministero non poteva ignorare, i
mangia morte, così si facevano chiamare, uomini incappucciati di tutti i generi
e le razze riuniti sotto l’unico blasone nero per l’odio ai babbani
e la purificazione della razza, la tanto acclamata protesta delle famiglie
purosangue più antiche sembrava farsi valere con un nuovo portatore, tale Lord Voldemort, ma nonostante tutto a detta del ministro Hogwards era sicura, per questo aveva aperto nuovamente i
battenti tra risa e acclami degli studenti.
<< mi sono
innamorato >> esclamò Peter Minus irrompendo
nella cabina dei suoi compagni, Potter alzò un sopraciglio annoiato, l’aveva
sentita tante volte quella storia e il risultato non cambiava, Lupin sembrava
l’unico in grado di dargli delle attenzioni, mentre Sirius
continuava a guardare fuori dal finestrino il paesaggio di Londra che piano piano cambiava per lasciare spazio alla campagna
<< chi è
la fortunata? >> domandò Remus, a lui la storia
non annoiava mai; succedeva pressappoco ogni due mesi dal secondo anno che
Peter piombasse tra di loro annunciando il suo amore segreto verso una
fanciulla del castello che a mala pensa conosceva della sua esistenza, ma poi
passava come sempre dopo un rifiuto
<< parlo
seriamente, almeno tu Remus amico mio, credimi..è
bellissima..ne sono innamorato.. >> sospirò Peter nel vano tentativo di
intenerire il suo amico
<<
sentiamo come si chiama, magari la conosciamo >> esclamò Sirius senza distogliere la sua attenzione dalla campagna
londinese che sfrecciava da sotto il suo naso
<< non
credo che la conosciate, si chiama Mira Lancaster..è una… >> ma non ebbe
il tempo di terminare la frase che una voce femminile la concluse al posto suo
<< serpe
verde, quinto anno, come noi >> Lily Evans si fece largo tra i compagni
di casa e si diresse verso il suo fidanzato, sedendosi sulle ginocchia e
facendolo sorridere, era un’estate che non si vedevano e le era mancata
tantissimo, non erano bastate 1000 pergamene e 3 piume d’aquila a saziare la
distanza.
Sirius a sentire pronunciare il nome di Mira
sbuffò irritato, ma il gesto parve un segno di disapprovazione per la nuova
postazione della Evans, che lo aveva obbligato a accavallare le gambe così che nessuno fece
domande, così Sirius si limitò a alzarsi e
avvicinarsi la porta e dopo essersi giustificato con << vado a
sgranchirmi le gambe >> uscì dalla cabina seguito a ruota da Peter che
sperava di un secondo incontro con la ragazza dei suoi sogni.
Il treno di Hogwards era sempre lo stesso da anni, quella locomotiva
doveva aver pressappoco cent’anni, vecchio modello e sempre uguali, perfino le
dinamiche al suo interno sembravano frutto di un deja-vu,
la signora del carrello che portava i dolci per i vari scompartimenti, sempre
presa d’assalto da tutti i generi di studenti, poi c’erano loro, i primini, gli unici senza ancora identità, tra loro c’erano
quelli terrorizzati e poi quelli sicuri di sé, consapevoli che la loro casa
sarebbe stata la stessa dei loro genitori, Sirius
sbuffo,ingenui.
<< eccola,
è lei >> la voce di Peter lo fece scuotere dai suoi pensieri, a pochi
metri di stanza, un cappello di Serpeverde stava
entrando in una cabina del treno,la riconobbe subito,non ci sarebbe voluto
molto per far sapere a Sirius che era veramente lei,
insieme suo fratello Regulus
e a alcuni suoi ex amici, era una settimana che non la vedeva, esattamente dal
giorno che l’aveva vista a Diagon Alley a fare acquisti per
la scuola, non avevano avuto granché modo di parlare per la presenza di Regulus e delle loro madri ma erano riusciti a stare
insieme seppur solo a vista e a Sirius era bastato visto che la loro relazione era segreta.
Mira Lancaster
ogni anno dopo un’estate sembrava essere sbocciata nuovamente, i lineamenti le
si erano delineati e le forme erano diventate quelle di una donna vera, le
labbra si erano fatte più piene e i capelli più lunghi, l’unica cosa di lei che
sembrava non cambiare mai erano le due pozze verdi che aveva come occhi e che
ogni volta che Sirius le vedeva non poteva fare a
meno di affogarcici dentro.
La perfetta regina delle serpi.
Mira sollevò
leggermente il capo, e per nulla stupita di trovare Sirius
poco distante da lei accennò un sorriso di circostanza, ma come Sirius ormai sapeva bene, non era il volto che parlava si
Mira ma i suoi occhi,e in quel caso come
in molti altri, brillavano, unicamente per lui.
Sirius sentì Minus
agitarsi alla sua destra facendolo sussultare, inclinò la testa leggermente in
modo da poter verificare cosa potesse aver fatto sussultare così tanto il suoi
amico
<< hai
visto? Mi ha guardato e mi ha pure sorriso >> cinguettò Peter Minus facendo roteare gli occhi a Sirius
che andò a cercare nuovamente le due
pozze verdi di Mira, ma al suo posto trovò solo una porta chiusa, ancora una
volta Minus si prese un avada
kedabra mentale.
Sirius sospirò cercando di far ricordo al suo
autocontrollo,era già difficile fingere che tra lui e Mira non ci fosse nulla
ma era ancora peggiore e dannatamente difficile sopportare qualcuno fare
apprezzamenti su di lei e ora alla lista si era unito pure Peter Minus, che se non bastava il fatto che condivideva la
stanza da letto, condivideva con lui anche gli amici, perché per Sirius era chiaro, Pete Minus era una vera e propria palla al piede, fece retro-front e seguito da un accaldato Minus
che programmava tutti i modi per chiederle di uscire ritornò in cabina dove
Potter e Lupin gli aspettavano soli, almeno
Sirius sprofondò sul suo posto, ormai erano
cinque anni che si sedeva sempre lì a guardare fuori dal finestrino e i suoi
amici avevano guardato bene da non usurparglielo, perché a Grifondoro,
la lealtà e l’amicizia erano all’ordine del giorno, mentre lui, continuava a
ignorare la prima, ma d'altronde certe cose non potevano essere dette,e non per lui, ma per lei e forse pure quella si poteva chiamare lealtà.
Si concentrò sul
paesaggio in movimento fuori dal finestrino lasciando la testa vagare i ogni
dove, ma alla fine sembrava tornare sempre nello stesso pensiero, irremovibile
e dannatamente bello, quindi sospirando affranto cercò di portare la sua
attenzione verso i suoi compagni, d'altronde erano tre mesi che non gli vedeva,
sicuramente avrebbero avuto qualche esilarante avventura da raccontargli, si
decise a voltare la testa nel momento sbagliato però perché Minus
continuava a monopolizzare la conversazione che sembrava essere finita senso
unico, a sentire Potter poi, era normale parlare della propria Lei 24 ora su 24.
<<
com’era? >> domandò Lupin approfittandone della millimetrica attenzione
che gli aveva dato.
Sirius sbuffò, ultimamente non faceva altro,
poi incontrò gli occhi di Remus di un grigio così
intenso da far paura, spostò lo sguardo e ritornò a fissare il paesaggio londinese.
<<
bellissima >> sussurrò appena udibile
<< ve
l’avevo detto! >> esclamò Peter entusiasmato per poi rilanciarsi a gamba tesa sui suoi pronostici futuri per
mettere in atto al conquista vera e propria.
* * *
Era dicembre e
come ogni sacrosanto dicembre faceva dannatamente freddo, perfino la torre di Grifondoro sembrava essere vittima delle nave e della
tempesta che infuriava al di fuori delle mura, l’infermeria era piena, come
ogni anno nello stesso periodo ma le lezioni continuavano imperterrite perfino
la mattina dell’inizio delle vacanze dove mezza scuola tornava a casa per le
vacanze, eccezione fatta per Sirius che questo ano
era riuscito a evitare casa Black per passare le
vacanze a casa Potter, un natale
normale, finalmente; poco importava se su madre avrebbe storto il naso, suo
padre ringhiato, suo fratello risposto altezzoso sottolineando la sua presenza lì, poco importava saltare
il grande cenone in casa Black, l’unica cosa che gli
sembrava pesare era il giorno della vigilia, dove ogni anno per tradizione sua
madre organizzava il grande ricevimento, invitando tutti le persone che lui odiava
ma anche l’unica persona che lui sopportava.
Per la prima
volta da quando erano nati non avrebbero passato la vigilia insieme, ma
d'altronde quello faceva parte del pacchetto,e in quel modo non avrebbe corso
il rischio di far scoprire al loro relazione come era quasi successo l’anno
prima quando sua madre era venuta a cercarlo nella sua stanza, in cui lui si
trovava ma non proprio solo.
Sirius era già da una decina di minuti che
giocava con un fetta di pancetta sul suo piatto,non sembrava aver la minima
voglia di mangiarla, forse perché ne aveva già mangiate cinque o forse perché
l’ansia di passere il suo primo natale da Grifone si stava facendo strada nella
sua mente, aveva sempre passato il natale in piena formalità, pranzi, cene,
ricevimenti, scambio di regali e chicchere tante chicchere da farlo svalvolare e per la prima volta avrebbe provato le brezze
del natale normale a casa Potter.
Potter dal canto
suo erano dieci minuti belli e buoni che era affogato nella lettura della
Gazzetta del Profeta, a cui si era abbonato circa due anni addietro e da cui
era diventato del tutto dipendente, Sirius era sicuro
a riguardo, l’interesse per Potter per gli avvenimenti del mondo esterno era
troppo, da qui ne aveva dedotto che sicuramente Potter sarebbe diventato un Auror.
<< c’è
stato un altro caso di mote di un babbano a opera di
un mago >> tuonò Ramoso facendo sussultare Sirius
a cui scivolò la pancetta fuori dal piatto rendendola del tutto inmangiabile
Sirius sbuffò << siamo in guerra,
dovresti averlo capito ormai >> esclamò Felpato dopo una breve
riflessione
Potter lasciò
scivolare
<<
sappiamo che per riconoscersi hanno un marchio nero sull’avambraccio, dovrebbe
bastare al ministero basterebbe far andare in giro tutti i maghi in canottiera
>> soffiò Peter sedendosi di fronte ai suoi due amici
<< ottima
idea Peter, credo che il problema sarebbe risolto, morirebbero tutti congelati!
>> tuonò Sirius roteando gli occhi e guardando
il soffitto come a cercare una spiegazione alle stupidità del suo amico
<< il
problema è che sono in continuo aumento, potrebbero essere perfino i genitori
dei nostri amici >> si
intromise Lupin afferrando una ciambella e addentandola
<< oppure
più semplicemente potrebbero essere i nostri amici >> evidenziò Potter portando al sua attenzione su un
gruppetto di Serpeverde del settimo anno che uscivano
dalla sala grande, i Malandrini seguirono con lo sguardo l’amico per poi
concentrarsi in silenzio sui loro piatti
<< non è
possibile che loro siano Mangiamorte >> rispose
Sirius
<< temo
non si possa escludere mio caro amico Felpato >> rispose Lupin mentre
squadrava la tavolata verde-argento
<< vuoi
dire che siamo circondati da possibili mangia morte? >> trillò Codaliscia allarmato
Lupin annuì,
Potter sospirò poi chinò il capo in segno di rassegnazione
<< tsk >> fu l’unica esclamazione di Sirius
* * *
La bacheca degli
annunci non era mai stata affollata così tanto da quando Hogwards
era stata creata;una trentina di studenti di spintonavano per raggiungere un
foglio appeso e scriverci il proprio nome, per al prima volta Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso, e Corvonero erano stipati nello stesso metro quadrato di
aria, tutti accumunati da un unico obbiettivo, ossia l’iscrizione e qualcosa
del tutto sconosciuto a Sirius Balck che guardava la
scena tra lo schifato e l’orripilato mentre scendeva
le scale diretto alla scala grande nel tentativo di fare colazione, il ritorno
a Hogwards era avvenuto solo da poche ore, giusto il
tempo di passare una nottata nel soffice letto a baldacchino di Grifondoro e di formulare che in fondo Hogwards
gli era mancata, nonostante il chiasso infernale che c’era già di prima
mattina.
Aveva già
oltrepassato il corteo dei pazziamantidellabacheca
che si sentì afferrare al braccio rivelando un Peter Minus
nel tentativo di uscire dalla calca mattutina, Sirius
sbuffò, poi afferrò l’amico per le bracci e l’aiuto a uscire dalla ressa
incamminandosi con il suo braccio ancora stretto tra le mani in sala grande.
Peter gongolava
eccitato e ringraziando Sirius per averlo salvato
dalla ressa mattutina.
<< che
cosa stavi facendo lì? >> domandò il giovane Black
mentre si sedeva sul suo posto alla
tavolata dei Grifoni
Peter ghignò
<< ho inscritto tutti e quattro al club di difesa >> cinguettò
Sirius lo guardò allibito e alzò un
sopraciglio, Potter seduto di fronte sputacchiò il succo di zucca un po’
dappertutto macchiandosi i vestiti mentre Lupin sorrideva << ottimo
lavoro Peter >> esclamò facendo voltare sia Sirius
che Potter nella sua direzione
<< dove ci
avresti inscritti?? >> domandarono perplessi in coro
<< al
corso di difesa, lo terrà il professor Silente e il Professor Lumacorno, serve per farci conoscere gli incantesimi per la
difesa, sai in caso di uno scontro >> spiegò diplomatico Lupin
<< un
corso in comune con tutta la scuola? >> domandò perplesso Potter
<< in
realtà solo dal quinto anno in su…ho visto molte adesioni soprattutto tra i serpeverde >> esclamò Lupin
<<
scommetto che è inscritta anche
Peter annuì poi
sospirò affranto << ho deciso di lasciar perdere … >> si guardò
intorno distrattamente per poi portare una mano davanti la bocca come a voler
impedire a qualcuno di poter leggere le sue labbra << non si sa mai…è pur
sempre una serpeverde..potrebbe essere una di loro…insomma una mang….>>
sussurrò
<< non
credo che miss perfettina si sporcherebbe le unghie
laccate di bianco >> si intromise una voce alla loro destra, Lily Evans
aveva ancora una volta messo il naso negli affari dei Malndrini,
ma per la prima volta Sirius non sbuffò, in fondo
Lily Evans aveva detto che Mira non
era una mangiamorte
<< ti sei
inscritta anche tu al corso, Lily?
>> chissà perché quel nome pronunciato da Potter sembrava ancora più
smielato del dovuto, Lily annuì poi si rivolse a Sirius
<< spero
che tu non ti sia offeso, se ho insultato la tua futura cognata >>
cinguettò distrattamente facendo sussultare visibilmente Sirius
<<
cognata? >> domandò Potter esterrefatto
<< esatto,
pare proprio che
<< ma lui
è più piccolo.. >> esclamò Potter con una smorfia cercando conferma in Sirius che sembrava essere finito su un altro pianeta
<< hanno
un mese di differenza, lei è nata a Dicembre, lui a Gennaio >> spiegò
quando ormai le sue nocche erano diventata colore del latte, non aveva preso in
considerazione quel dettaglio fino a quel momento, la possibilità di un
matrimonio combinato tra lei e suo fratello e la cosa gli dava tremendamente
fastidio
<< quindi
confermi? >> domandò
<< io non
ne so nulla >> esclamò Sirius per poi alzarsi
e uscire dalla sala in grande silenzio
ma con la mente che sembrava essere stata riempita da tamburi di pelle di drago,
ignorando gli sguardi interrogativi che gli lanciavano i suoi amici e
Nello stesso
momento in cui il suo piede calzante una scarpa di pelle di drago finemente
lavorata si posò sul primo gradino una voce lo chiamò alle sue spalle << Sirius >> non gli sarebbe servito voltarsi per sapere
di chi si trattasse, conosceva quella voce fin troppo bene, girò la testa in
modo da poter scorgere Mira Lancaster, al suaforsefuturacognata.
<< Mira
>> gli rispose lui educatamente
Lei lo superò e
salì un paio di gradini per poi fermarsi proprio di fronte a lui, occhi negli
occhi.
Sirius la guardò distrattamente, la divisa
verde-argento era perfettamente stirata al suo corpo, la cravatta leggermente
allentata, Mira era dimagrita, ma Sirius non si
focalizzò su quel particolare ma sul ciondolo che portava al collo, allungò una
mano distrattamente fino a accarezzare
<< lo
indossi.. >> sussurrò lui
<< non lo
toglierò mai..>> rispose lei
Sirius sospirò << è vero quello che mi
hanno detto del fidanzamento? >> domandò guardandola negli occhi, Mira
abbassò lo sguardo, incapace di reggere tale sfida e iniziò a mordersi il labbro inferiore, era
impressionante vedere come certe abitudini in lei rimanessero invariate
<< non è
ancora detto nulla…tu potresti… >> ma si fermò prima di completare la
frase per poi scattare di lato e scendere i gradini per tornare ai sotterranei,
il luogo che era divenuto la sua casa
Sirius la bloccò per i polsi e lei non cercò
neppure di divincolarsi, ma rimase semplicemente immobile con lo sguardo
abbassato in silenzio
<< io
potrei.. >> la incalzo lui, lei di tutta risposta scosse la testa in senso
di diniego poi soffiò un flebile << nulla, non potresti fare nulla
>>sospirò affranta lasciandosi sfuggire una lacrima che le discese per il
profilo della guancia per poi fermarsi lì, dove normalmente la pelle era più
rosea, ma in lei rimaneva nivea dello stesso colore del sale.
Sirius rimase immobile a guardarla, erano anni
che non la vedeva piangere, e l’ultima volta risaliva all’età di sette anni
quando era morto il suo gatto Puffola,ma quelle non
si potevano definire vere lacrime, era incredibile come il suo corpo riuscisse
a rimanere composto, aveva versato una sola lacrima ma il suo corpo era fermo,
immobile e non tremava minimamente, l’unico suo punto di debolezza erano gli
occhi, dannatamente verdi, dannatamente spenti, avvicinò le labbra al suo viso
per poi posarsi lì dove giaceva dimenticata la lacrima e la leccò via
assaporando per un attimo il dolore che poteva aver causato la sua
irrimediabile voglia di evasione, perché ormai era chiaro era colpa sua se le
cose stavano così.
Era colpa sua se
la ragazza di cui era innamorato stava piangendo tra le sue braccia perché era
costretta a sposare suo fratello, quando invece avrebbe dovuto sposare lui, era colpa sua se Regolus si trovava a affrontare il ruolo da fratello
maggiore e fratello minore allo stesso tempo, se solo non fosse stato
dannatamente Grifondoro avrebbe già afferrato la
prima scopa e avrebbe chiesto perdono al padre per pi chiedere al signor
Lancaster la mano della figlia, ma purtroppo sapeva che era impossibile.
Spostò
leggermente il viso di lato fino a fare
combaciare perfettamente le sue labbra con quelle della ragazza, in un
disperato bacio di conforto reciproco, di amore represso e di speranza che
piano piano moriva, un bacio brusco dal sapore di
sale.
* * *
Il nuovo passatempo
dei Grifoni era diventato la caccia al Mangiamorte,
non a quello armato di bacchetta che si
divertiva a far esplodere babbani ogni quattro e quattrotto ma al mangia morte come possibile recluta tra i
banchi di scuola; il gioco era semplice si prendevano le file della casa rivale
e si affermava chi poteva essere la prossima recluta, un gioco del tutto
fittizio ma che aveva fatto passare sotto cattivo occhio tutti i Serpeverde perfino da Tassorosso
e Corvonero; momentaneamente in cima alla lista dei
possibili mangia morte c’erano tre nomi Albatros Nott
al settimo anno, Stuart Grey quinto anno e Seversu Piton, quinto anno.
Nessuno si era
preso la briga di nominare Black come possibile
sospettato come forma di patriottismo nei confronti del Black
redento ora loro compagno di casa e nessuno aveva sospettato delle ragazze come
possibili candidate, nessuno dei Malandrini si era prestato al gioco nonostante
ogni sera prima di andare a dormire le reclute serpe verde sembravano essere
diventate la loro ninnananna, il problema era che la lista era così vasta e
varia di motivazioni che secondo quello che sapevano, tutti i serpeverde dovevano essere mangia
morte, nessuno escluso.
La guerra era
ormai sulla bocca di tutti,
Persino il
professor Lumacorno dal buoi delle segrete aveva
iniziato a temere qualcosa e sotto
consiglio del preside si era espresso favorevole all’uso del legimentis sui
suoi studenti, la scusa era di rendergli immuni ma il motivo reale era che il
problema delle reclute serpe verde aveva influenzato il comportamento di tutti,
insegnanti compresi, quindi l’ingrato compito di lanciare l’anatema che leggeva
la mente era toccato a lui, in quanto titolare della casata sotto indagine, ma
per par condition il legimentis sarebbe stato fatto
verso tutti gli studenti che avevano superato in quinto anno, compreso, quelli
cioè reputati in grado di utilizzare la bacchetta no solo come ornamento per i
capelli o come fonte di disastra scolastici.
All’inizio la
calca di studenti si era vista contraria a mostrare il contenuto delle loro
teste a un professore, probabilmente con il possibile rischio che quel
professore avesse potuto leggere qualcosa riguardante l’amor proprio nutrito
dagli studenti nei suoi confronti, ma alla fine avevano ceduto, in fondo la
vera lettura era destinata ai serpe verde, la loro veniva fatta solo per
circostanza.
Mira Lancaster
era tra quelle persone di serpe verde che aveva archiviato il tutto con
un’alzata di spalle, troppo altezzosa e troppo serpe verde per mettersi a
lagnare per la violazione della sua privacy mentale, e nonostante la bacchetta
puntata al centro della fronte il suo viso no tralasciava la minima emozione,
era stata lei a offrirsi per prima quando il professore ironicamente aveva
chiesto se ci fossero stati volontari la sua mano si era rizzata per mano con
una tempistica perfetta, facendo allibire i Grifoni con cui divideva la lezione
mentre sul viso dei suoi compagni di casa si era semplicemente dipinto un
ghigno.
Per attuare un legimentis come Dio comanda c’erano bisogno di due semplici
cose, un mago che conosceva l’incantesimo di lettura e un mago che non lo
conoscesse, in modo tale che nulla avrebbe potuto interferire con la lettura,
ma il preside era stato chiaro, gli studenti dovevano semplicemente imparare a
chiudere la loro mente, per nessun motivo il suo vero interesse era di scoprire
i loro pensieri, o almeno così l’aveva cantata in sala grande la mattina
stessa.
Lo scopo dello
studente era semplice, cercare di rendere inviolata la sua mente e respingere l’incantesimo
di lettura.
Il professor Lumacorno si schiarì poco elegantemente la voce facendo che
l’attenzione di tutti gli studenti dell’aula fosse concentrato su di lui e
sulla volontaria che stavano in piedi al centro dell’aula.
<< legimentis
>> esclamò il professore con la bacchetta puntata sulla tempia della
ragazza
Mira si irrigidì
colpita a pieno dall’incantesimo mentre le ragazza che assistevano alla scena
trattennero il respiro
<< ora
Mira cerca di respingermi, fammi uscire dalla tua testa >> spiegò il
professore del tutto convinto del fallimento
Mira sospirò a
aprì gli occhi che fino a quel momento aveva tenuto chiuso, sul suo viso si
dipinse un ghigno madeinserpeverde, estrasse la
bacchetta sfilandola dalla tasca della veste e guardò dritto negli occhi il
professor Lumacorno che continuava a frugare nella
sua mente
<< protego >> sussurrò la ragazza puntando
la bacchetta al costato dell’insegnante
Fu una frazione
di secondo, la bacchetta del professor Lumacorno
schizzò dalla parte opposta dell’aula atterrando indenne sul banco della Evans
che trattenne il fiato, gli occhi del professore si allargarono facendo
dilatare la pupilla il più possibile e il ghigno di Mira si allargò.
I ruoli si erano invertiti, ora era Mira
a rovistare nella testa di Lumacorno.
Lumacorno se ne stava rigido davanti alla sua
classe, mentre Mira con la bacchetta ben puntata al petto dell’uomo scavava
nella sua mente, nella classe regnava il silenzio più sovrano interrotto solo
dal borbottio dei grifondori che guardavano la scena
allibiti e indecisi se intervenire o meno mentre i serpe verde ghignavano
entusiasmati dall’ottimo risultato della ragazza.
Mira abbassò la
bacchetta un minuto dopo e si accese in un sorriso di circostanza nei confronti
del professore che ora la guardava senza proferire parola
<< credo
di esserci riuscita >> soffiò stendendo il ghigno in un sorriso
Lumacorno si resettò velocemente il panciotto e
dopo un attimo di interdizione si decise a parlare
<< ottimo
lavoro signorina Lancaster, 10…anzi no 20 punti ai serpe verde! ..direi che per
oggi abbiamo finito >> borbottò il professore umiliato da essere stato
disarmato e violato dei suoi pensieri da una ragazzina.
Mira sorrise poi
si incamminò verso il suo posto deviando all’ultimo verso il banco della Evans
che si era ritratta vedendola che andava verso di lei, Lily Evans lanciò un
mugugno disperato e allontanò la sedia dal banco andando a sbattere con il
banco di Peter Minus, Mira ghignò e afferrò la
bacchetta del professor Lumacono sul banco della
Evans e dopo aver soffiato << un grifone spaventato..che goduria >>
fece retrofront fino alla cattedra riconsegnando con
un sorriso la bacchetta al professore che imbarazzato si grattò la testa.
La lezione
terminò senza troppi convenevoli, i Serpeverde furono
i primi a uscire, visto che avevano lezione alla torre di astronomia, ossia
dalla parte opposta del castello, i
Grifoni uscirono subito dopo in perfetto silenzio, chi perché non sapeva cosa
dire, chi troppo spaventato ancora per pronunciare parola, ma si sa il dubbio è
donna e Lily Evans ne era la dimostrazione
<< come ha
fatto? >> balbettò mentre insieme ai Mialndrini
saliva le scale per tornare in sala grande, non ottenne nessuna risposta solo
un tacito silenzio segno che tutti si stavano chiedendo la stessa cosa
Mira Lancaster era una mangia morte?
<< faceva
paura, avete visto che sguardo >> borbottò una grifoncina
che stringeva convulsamente i libri al petto
<< la
domanda giusta è come faceva a conoscere il contro incantesimo >> esclamò
Potter mentre entrava nell’aula di Babbanologia
<< e
chissà quanti altri ne conosce >> sussurrò Lily sedendosi al posto vicino
a Potter
<< e
scommetto che non gli ha imparati nell’ABC dei maghi >> convenne Remus
Sirius era stato l’unico a non pronunciare parola a riguardo, era a
conoscenza che i figli dei purosangue leggevano molti libri che normalmente
sarebbero stati custoditi nella sezione proibita della biblioteca di Hogwards ma l’idea che Mira, la sua Mira potesse essere una possibile recluta non l’aveva mai
toccato.
Una cosa era
certa però le graduatorie delle possibili reclute avrebbero avuto un nuovo nome
in top ten.
* * *
Era
tremendamente bella e tremendamente dannata che non poteva non essere perfetta,
erano in pochi a sapere il vero significato di essere una serpe, la necessità
di non oltrepassare mai quei paletti così stretti era la regola fissa dei
purosangue, la segreta consapevolezza di vivere una vita non propria ma dei
suoi genitori, di non poter vivere quello che veramente volevano, perché i
serpe verde non potevano volere, loro
erano solo figli, un’appendice dei
loro genitori, troppo maniacali per rischiare di far saltare la loro bella
faccia per rendere felice un loro figlio, perché un purosangue è pur sempre un
purosangue,e quello veniva prima di tutto, poi c’era la famiglia, i doveri, e
la società e alla fine nell’angolo più buio giaceva la felicità, parola quasi sconosciuta tra i figli dei Serpeverde.
Era per questo
che i serpe verde erano ricchi da far schifo, viziati da far invidia al
ministero e all’intero Wizengarden e tremendamente
dannati da diventare l’ossessione di ragazzi e ragazzini dell’intero castello,
essere un serpe verde significava essere sulla bocca di tutti, perché era
l’unico modo per non finire dimenticato, dedicarsi alle gesta, non ai
sentimenti, l’importante per un serpe verde era essere conosciuto, nel bene o nel male, purché se ne parli,
e tra questi non c’era nessuna eccezione.
Più eri dannato
più eri conosciuto, proprio per questo Mira Lancaster il pezzo di marmo del
quinto anno era conosciuta da tutti come la
serpe per eccellenza, era salita al trono e ne portava la corona a testa
alta, nonostante ogni serpe lo sapesse, diventare la regina voleva dire
rinunciare alla già minima possibilità di provare felicità, ma questo era compreso
nel pacchetto e ogni Serpeverde il giorno in cui il
sudicio pezzetto di stoffa gli aveva smistati alla casa verde-argento aveva
capito che il loro futuro era quello, diventare strumenti di un progetto più
grande di loro, martellato da generazioni su generazioni, ossia semplici pezzi
di un puzzle iniziato millenni addietro.
Sirius Black era per
tutti il traditore di sangue, colui che aveva abbandonato la retta via, colui
che si era macchiato con la cravatta rosso-oro e che aveva tradito al famiglia,
gli amici e Salazar in persona, Sirius non era altro
che un reietto che schifava la legge con cui era nato, Sirius
Black era segretamente invidiato da tutta la casata
verde-argento perché lui, infondo aveva la
speranza.
Sirius Black se ne
stava seduto scomposto sulla poltrona al cento della stanza, il caminetto
acceso e la finestra spalancata, come a prendersi gioco l’uno dell’altro,
tamburellava con le nocche sulla sua gamba destra mentre a occhi chiusi
sembrava scandire il tempo del grosso orologio a pendolo alle sue spalle.
aveva pensato a
un luogo tranquillo ma comodo e si era trovato in una stanza che sembrava la
fusione tra la sua camera da letto a Grimound Place e la sala comune a Grifondoro,
era strabiliante pensare che potesse esistere una stanza come quella, la stanza
delle necessita non era mai stata minimamente nella sua immaginazione, aveva
visto apparire la stanza per caso mentre era nel dormitorio che si tappava le
orecchie con il cuscino per non ascoltare Potter in una delle sue serenate alla
Evans e con la cartina sotto il naso aveva fatto la strabiliante scoperta due
mesi prima, non aveva detto nulla ai suoi amici per il momento al stanza delle
necessità era una sua necessità, non loro, un altro aspetto di Sirius Black che lo riportava
alle sue origini, la poca lealtà non era mai stata il suo forte e con il tempo
la cosa non sembrava migliorare.
Il tempo
sembrava scorrere inesorabilmente troppo lento o semplicemente l’attesa era
tropo lunga per il suo stato di pazienza, lanciò un’occhiata alla mappa del
malandrino che giaceva sul tavolino poco distante e sospirò esausto, di Mira
Lancaster ancora nessun traccia, probabilmente doveva essere in ritardo o
semplicemente trattenuta.
Si alzò in piedi
e iniziò a misurare la stanza a grandi falcate, fino a arrivare al letto a
baldacchino dove si gettò sopra lasciandosi sfuggire un altro sbuffo, non era
mai stato un tipo paziente.
Era da prima
delle vacanze che non passavano del tempo insieme e ormai gennaio era giunto
alla fine, non era abituato a starle distante per così tanto tempo, l’astinenza
dalle sue labbra si era fatta sentire il primo giorno che era tornato dalle
vacanze, ma poi l’aveva baciata in corridoio e le cose erano solo peggiorate,
per fortuna non gli aveva visti nessuno ma il desiderio si abbracciarla forte,
di sentire il profumo dei suoi capelli e di poterla di nuovo stringere al suo
petto, quando nuda e stremata si
lasciava andare dopo una notte d’amore si faceva sempre più forte ora dopo ora,
le aveva chiesto di vedersi più volte ma lei aveva sempre rifiutato
spiegandogli che era sommersa di compiti o di lavoro da prefetto ma alla fine
all’ennesimo gufo aveva ricevuto risposta positiva e aveva tirato un sospiro di
sollievo.
Si era
ripromesso di chiederle spiegazioni riguardo all’episodio nei sotterranei dove
aveva facilmente represso un legimentis di un mago esperto con una facilità invidiabile a
una mago adulto e ben addestrato, ma aveva deciso di rinviare il tutto a dopo,
prima aveva altre faccende da sbrigare, o semplicemente era consapevole che il
suo istinto non avrebbe resistito un attimo di più prima di attaccarsi alle sue
labbra e di stringerla convulsamente al suo petto.
Sbuffò
nuovamente e fece per alzarsi, ma due mani lo trattennero giù, disteso, alzò lo
sguardo e si trovò specchiato in due iridi verde smeraldo che lo guardavano
divertiti.
<< avrei
potuto ucciderti >> soffiò la ragazza mentre si distese di lato sul letto
di fianco a Sirius; Sirius
ghignò
<< perché
avresti dovuto farlo? >> domandò retorico
<< tutta
la scuola pensa che io sia una mangia morte >> rispose lei sventolando
una mano in aria con noncuranza
<< io non
lo credo >> rispose lui avvicinando le labbra a quelle della ragazza e
catturandole in un bacio pieno di passione.
Le era mancata,.. diamine se le era
mancata!
<< sei un
ingenuo Sirius, ..dannatamente ingenuo! >>
soffiò Mira tra le sue labbra, una cosa era certa per le chiacchiere avrebbero
avuto tempo in un altro momento.
* * *
Regulus Black era da
sempre vissuto all’ombra del fratello maggiore, si ricordava vagamente, o
almeno fingeva di farlo, il periodo in cui il piccolo di casa Black adorava il fratello e lo elogiava per ogni cosa, dal
volo sul manico di scopa nuovo alla marachella per aver rotto il vaso antico
che loro madre custodiva gelosamente ma poi veniva prontamente rimesso a nuovo
con un colpo di bacchetta, lo aveva adorato fino al primo dicembre di cinque
anni prima, da quando il vecchio cappello parlante aveva dimostrato gli occhi
dell’intera società di maghi che suo fratello Sirius Black era un fallito, da quel giorno Regulus
era cambiato, non elogiava più il fratello e cercava di evitarlo il più
possibile.
In un certo
senso il fallimento del fratello gli aveva aperto nuove porte, porte che fino a
poco prima sarebbero state destinate a lui,
prima fra tutte tenere alto il nome della famiglia e mostrare alla società che
la famiglia Black rimaneva sempre una delle famiglie
più potenti dell’Inghilterra, ma per fare questo non sarebbe bastato essere
stato proclamato un serpe verde e aver fatto tirare un sospiro di sollievo ai
genitori che temevano un’altro figlio sciagurato, no, per Regulus
Black la strada era più difficile, essendo un Black doveva ripulire il fango che era stato gettato sulla
sua famiglia, e quale migliore occasione di seguire la legge.
Era stato
soddisfatto e fiero dell’aver soffiato Mira Lancaster al fratello,perché lui lo
sapeva e lo aveva capito che Sirius non vedeva Mira
semplicemente come un’amica, e il poter
avere la mano della regina delle serpi era stato un passo molto importante,
nonostante il loro fidanzamento non fosse stato ufficiato, il terreno era stato
sminato e ora nessuno aveva il diritto di calpestare il suo terreno ossia
prendere in considerazione la possibilità si avere Mira Lancaster, e questo in un certo senso faceva sentire Regulus migliore di Sirius,
perché ora lui poteva avere quello che l’altro desiderava da sempre.
Aveva passato
molto tempo a pensare alla sua possibile ascesa al potere e alla fine la porta
gli si era aperta inaspettatamente lo scorso natale quando sua cugina Bellatrix le aveva mostrato l’avambraccio fiera, non aveva
dovuto riflettere un secondo di più per prendere la decisione, era
semplicemente andato da suo padre, nel salone dei ricevimenti e riferirgli
testuali parole
<< io
voglio ricevere il marchio nero >> ignorando altamente il fatto che la
sala grande di Grinmound Place
fosse piena di ospiti, dapprima suo padre lo aveva guardato confuso, poi sua
madre era intervenuta, come una ventosa si era arpionata alle spalle del figlio
e lo aveva baciato sulla fronte << sei l’orgoglio dei Black
>> aveva assoldato e da lì tutto era cambiato.
Non aveva dovuto
aspettare molto, la stessa sera insieme a suo padre si era smaterializzato in
una casa nella periferia di Londra e tutto era successo, una fitta al braccio,
il senso di nausea che gli pervadeva il corpo, le vampate di calore, la paura
quando aveva incontrato lo sguardo del Suo signore la prima volta, la fierezza
quando gli aveva giurato fedeltà e lo stupore nel vedere che non era l’unico
erede che avevano deciso di marcare quella stessa notte.
Mira Lancaster
sembrava più pallida che mai, la voce ferma, gli occhi stretti in due fessure e
la mano stretta all’avambraccio destro che pulsava ininterrottamente, il dolore
era terribile ma i purosangue sono destinati a
grandi cose e come tali devono soffrire il dolore, l’aveva vista baciare
la mano al suo signore, poi lui le aveva alzato il viso con la mano e le aveva
accarezzato la guancia.
Un tocco
raggelante che aveva fatto irrigidire il padre, Lancaster senior guardava la
scena a debita distanza rinchiuso nella sua tunica nera insieme agli altri
mangia morte rinchiusi nel corteo per dare il benvenuto ai nuovi arrivati.
Regulus Black era
rimasto stupito nel vedere così tanti ragazzi di Hogwards
in attesa di ricevere il marchio, aveva visto Severus
Piton e Stuart Grey e molti
altri ragazzi del sesto e del settimo e aveva potuto constatare che lui era il
più giovane tra i nuovi mangia morte e ne era stato fiero.
Regulus
Black era diventato un mangia morte effettivo all’età
di 15 anni uscendo finalmente dall’ombra del fratello.
* * *
Potter sfogliava
attentamente
Diventare animagus ogni sera non era facile soprattutto se la mattina
seguente bisognava alzarsi alla buon’ora per andare a lezione, l’unico
vagamente sveglio sembrava Potter che con irruenza e un sopraciglio alzato
girava le pagine soffermandosi su quelle di cronaca, uccisione di babbani, marchi neri nel cielo, Aurur
morti e di rado qualche cattura erano ormai gli articoli che monopolizzavano i
giornali.
Lily Evans dal
canto suo non era certo d’aiuto, ogni volta che entrava nella sala grande il
suo occhi cadevano sempre sul tavolo verde-argento a cui lanciava tremende
occhiate della serie iosochivoisieteinrealtà
ricevendo di tutta risposta sguardi che sembravano rispondere vistochesaiticonvienestareallalarga.
Le critiche ai
mezzosangue erano aumentate non solo all’esterno delle mura, i magonò e i figli di babaani
sembravano essere le vittime migliori, poi venivano i mezzosangue, quelli ossia
con un babbano e mago come genitori e infine tutti i
traditori, gli immeritevoli, e la lista era lunga.
Mira Lancaster
sembrava dimagrire a vista d’occhio e ormai le occhiaie violacee la seguivano
ovunque, come se di notte non dormisse e non riposasse, era diventata più
schiva e più aggressiva, perfino tra i serpevede si vociferava che
L’autodistruzione
tra le Serpi sembrava andare di moda, erano già stati quattro gli studenti che
avevano abbandonato i corsi senza alcuna spiegazione e di loro si sapeva solo
che onoravano la famiglia, l’unico
serpente che sembrava mantenere l’aspetto diafano di Black
era Regulus che vagava per la scuola a testa alta e
il ghigno sul viso, ogni momento per lui era favorevole per appioppare critiche
ei mezzosangue.
<< che
lezione abbiamo adesso? >> domandò Sirius con
la faccia nascosta nella tazza
<< pozioni
temo >> sbuffò Minus di risposta, per lui
pozioni non era mai stato un bel momento e quando mancava Lupin a aiutarlo le
cose diventavano drastiche, l’unica cosa che poteva fare era sperare di non far
esplodere nulla.
Sirius di tutta risposta ringhiò falsamente, a
lui pozione era l’unica materia che non dispiaceva anche se il motivo non era
estremamente legato a Lumacorno, ma l’orgoglio da
Grifoni imponeva l’odio per lo studio, specialmente nei sotterranei.
Non fu una
novità per i Malandrini meno uno arrivare in ritardo alla lezione, quando
entrarono tuti erano già seduti ai loro posti e
mancavano solo loro, Lumacorno non si lasciò sfuggire
la cosa e sfilò 5 punti a testa ai Grifoni, suscitando l’ira della Evans che
minacciava di lasciare Potter se arrivava ancora in ritardo e le risatine dei Serpeverde dal lato opposto.
<<
allora..abbiamo due assenti oggi…Lupin Remus per i Grifondori e Lancaster Mira per i Serpeverde…deduco
che Lupin sia nuovamente ammalato, ma
I Serpeverde a
volte sono più leali dei Grifoni, perché loro sanno il significato della parola
autocontrollo.
Sirius voltò la testa in quel momento e solo
allora notò il banco vuoto della Lancaster di fianco a quello occupato da
Stuart Grey, si sentì mancare l’aria come se qualcuno
gli avesse tirato un pugno in pieno stomaco e uno stato di malessere lo
attanagliò facendolo impallidire all’istante.
<< stia
bene Sirius? >> cercò di domandargli Peter ma Siurius era già balzato in piedi correndo verso la porta
sotto gli sguardi confusi degli amici e del professore che cercava una
spiegazione logica al suo comportamento
<< gli
veniva da vomitare >> sintetizzò Potter zittendo il professore prima che
potesse togliere altri punti alla sua casa e rischiare di essere mollato dalla
sua fidanzata, ma prima di girarsi lanciò un’occhiata indagatrice a Minus che di tutta risposte alzò le spalle.
Magari a Sirius
scappava veramente da vomitare
concluse Potter.
Era come se una
deduzione gli avesse attanagliato la mente, come se tutti i puntini del un
puzzle si fossero uniti per dare una figura intera di quello che era la
soluzione, semplicemente Sirius Black
correva, come un pazzo, sotto le grida del custode, sotto gli urletti striduli delle ragazzine al suo passaggio, Sirius correva perché era riuscito a capire finalmente quello che stava
succedendo.
L’amore l’aveva
accecato o forse semplicemente lui non aveva voluto vedere, eppure era sotto
ilo suo naso, tutto così chiaro, tutto così semplice, tutto così terribile.
Mira Lancaster era una recluta.
Avrebbe potuto
scoprirlo migliaia di volte, ma con tutte le volte che avevano fatto l’amore il
suo braccio non era mai stato abbastanza visibile da poter permettergli di
vedere e ogni volta che la luce si accendeva era troppo tardi, la camicia già
copriva quel lembo di carne ma a lui non era mai passato per la mente che lei,
la sua lei poteva essere un Mangiamorte, a dire il vero stentava ancora a crederci.
A lui bastavano
i suoi occhi aveva occhi solo per loro.
Varcò la porta
del salone grande e un vento gelido lo investì in pieno viso facendolo
rabbrividire ma non fermò a sua corsa, lasciò che i piedi lo guidassero fino al
parco, e li finalmente la vede, in piedi, nello stesso luogo in cui si erano
scambiati il loro primo bacio, da dove era iniziato tutto.
<< Mira
>> sussurrò tra sé e sé, ma la ragazza come colpita da un freddo schiaffo
voltò la nuca per posare gli occhi dove si trovava lui, fermo immobile,
bellissimo come lo era sempre stato.
Sirius la raggiunse con pochi balzi per poi
fermarsi a un metro di distanza, la poteva veder bene ora, nessuna
divisa,nessuna cravatta verde argento a scaldarla, nessun segno che lei sarebbe
rimasta, il solo vestito nero a maniche a tre quarti e il mantello.
Ora lo poteva
vedere, finalmente, quel dannato marchio nero a deturparle il corpo.
Strinse i denti
e chiuse le mani a forma di pugna facendo sbiancare le nocche, tutto in lui
ribolliva, era come se qualcuno gli avesse rovesciato un pentola d’olio
addosso, e lui si era scottato, lasciando un segno che non sarebbe più andato
via.
<< mi
dispiace Sirius..non potevo dirtelo >> sussurrò
Mira guardandosi il tatuaggio dove gli occhi di lui indugiavano già da qualche
minuto e non intendevano staccarsi
Sirius Ringhiò di dolore e sentì come una lama
lacerargli la carne, quello allora era il vero dolore.
Rimasero
immobili per qualche minuto, entrambi impossibilitati a dire o fare qualcosa,
semplicemente perché c’era troppo da dire ma entrambi sapevano che erano solo
chicchere.
Mira oscillò
sulla gamba destra, lasciando che il mantello le coprisse il tatuaggio, poi
alzò lo sguardo titubante per notare che quello di Sirius
era ancora lì dove fino a un attimo fa c’era il marchio nero, sospirò affranta,
poi si fece coraggio e alzò il braccio sano fino ad arrivare a toccare il viso
del ragazzo con il palmo della mano deponendoci una breve carezza, lui alzò gli
occhi per incontrare quelli di lei e quello che vide gli fece dannatamente
male.
Nonostante tutto, i suoi occhi brillavano
per lui.
Fu una frazione
di secondo, semplice attrazione, le mani di lui che le prendono il viso, i
bracci di lei intorno al collo, i respiri lenti e un bacio, probabilmente
l’ultimo.
Dolore, passione,
speranza, rassegnazione,amore, bisogno,desiderio,tristezza,disperazione,vuoto,
e ancora dolore e dolore e dolore, perché quello che provavano era troppo da
sostenere per una solo persona, dannatamente troppo per due ragazzi di 16 anni.
Poi il vuoto
quando le loro labbra si staccano.
Le mano destra
di lui si intreccia in quella destra di lei come a sancire un’unione che c’è
sempre stata, poi le dita scivolano lentamente, il freddo della pelle di lei
sul caldo di lui scompare e il contatto finisce.
Gli occhi che si
sono sempre incontrati, si sono sempre parlati, sono sempre brillati l’uno per
l’altra, sono sempre stati sinceri tra loro si allontanano, rimangono gli occhi
di lui a guardare una figura nera che si allontana di spalle nella foresta
Proibita.
E Sirius sa che
la riconoscerebbe tra tutte anche solo
di schiena.
N/A
Un
piccolo delirio sui Malndrini e sul mio preferito Sirius Black perché io me lo sono
immaginato così il suo amore, dolce passionale ma terribilmente sofferto!
Ambientata
nel periodo in cui i nostri Malandrini infestano il castello con i loro scherzi
e Lord Voldemort sta reclutando le truppe.
Di
solito sono la prima che snobba le fiction in cui appare un personaggio nuovo,
ma questa mi è venuta così..
Un’ispirazione
improvvisa e mi sono lasciata trascinare da mouse e tastiera…
So che
non è la mia categoria per eccellenza ma spero vi sia piaciuta almeno un
pochino!
Le
recensioni sono ben gradite!!
Un
bacione a tutti!!