Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici
Ricorda la storia  |      
Autore: Zoey Charlotte Baston    15/05/2017    3 recensioni
-Alex!- Si irrigidì al suono del suo nome. Non poteva essere lei. Non poteva reggere un confronto con lei. Ma una mano si posò sulla sua spalla per attirare l'attenzione, mentre la ragazza a cui apparteneva gli si posizionava davanti, il volto innocente appariva sereno.
-Hannah...-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Standall, Hannah Baker
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
And Alex Standall Opened His Eyes




Quando Alex Standall aprì gli occhi la prima cosa che percepì fu un grande ed intenso dolore alla testa. Non era quel martellante fastidio che lo aveva perseguitato negli ultimi tempi insieme al suo solito mal di stomaco, era più forte, concentrato sulla tempia destra. Non sentiva altro.
Quando provò a portare le dita al punto dolente si accorse di un peso contro il palmo della sua mano. Tracciò i contorni dell'oggetto con il pollice, quando tentò di stringerlo e l'indice sfiorò un grilletto un brivido gli percorse la schiena. Era una pistola.
Si mise a sedere, con lentezza e una leggera paura di non riuscirci, era stanco, esausto; osservò l'arma, cercando di capire cos'era successo. Era una Beretta 92. Ormai la riconosceva facilmente, l'aveva vista per anni tra le mani del padre o nella fondina agganciata alla sua cintura.
Perché l'aveva lui? Quasi istintivamente portò la mano poco sotto la tempia, salendo leggermente, sangue ormai secco partiva da una ferita che lo fece gemere di dolore. Veloci e nitide immagini gli passarono davanti agli occhi azzurri.
Si era sparato. Aveva provato a suicidarsi.
Ricordava il lieve sorriso del padre mentre gli diceva che era fiero di lui, che era un bravo ragazzo.
Ricordava quanto si era sentito sporco e sbagliato, perché non era vero, non era un bravo ragazzo, i bravi ragazzi non spingono al suicidio le loro amiche.
Ricordava la scarica di adrenalina che lo aveva percorso quando aveva impugnato la pistola.
Ricordava la paura mentre caricava il colpo, con le mani tremanti e la lacrime che gli scorrevano sulle gote pallide.
Ricordava la sicurezza con cui aveva premuto il grilletto, un lieve "Mi dispiace" che gli lasciava le labbra. Si guardò attorno, per capire dove si trovasse, ma non vide nulla: Era tutto completamente bianco.
Ce l'aveva fatta? Era... Morto? Si alzò lanciando una veloce occhiata ai suoi vestiti, non erano quelli che indossava prima, bensì una semplice maglietta a maniche lunghe e dei jeans, anch'essi senza colore.
Iniziò a vagare in quel nulla, alla ricerca di qualcosa, di qualsiasi cosa, perché quel silenzio lo stava mandando fuori di testa, camminò, camminò, camminò per un tempo imprecisato, che a lui pareva infinito, potevano essere solo una manciata di minuti, ma anche ore, giorni o settimane. Da quanto si trovava lì?
-Alex!- Si irrigidì al suono del suo nome. Non poteva essere lei. Non poteva reggere un confronto con lei. Ma una mano si posò sulla sua spalla per attirare l'attenzione, mentre la ragazza a cui apparteneva gli si posizionava davanti, il volto innocente appariva sereno.
-Hannah...- Il suo fu solo un sussurro, l'aria sembrava non voler entrare nei suoi polmoni. Non era pronto a vederla, non sapeva che dire, cosa si dice ad una ragazza morta? La osservò, era vestita come lui, ma la maglietta era a maniche corte, soffermò lo sguardo sui due tagli verticali che capeggiavano sui polsi scoperti, annaspando leggermente.
I tagli che l'avevano uccisa... Morta... Deceduta... Hannah era "passata a miglior vita"... -Sono morto?- Aveva bisogno di una conferma, di sapere che ce l'aveva fatta, che alla fine qualcosa di buono l'avevo fatto. La ragazza sorrise leggermente, scuotendo la testa in segno di diniego, quindi si sedette a gambe incrociate, battè la mano a terra per fargli fare la stessa cosa, Alex ubbidì. Hannah gli prese l'oggetto che ancora stringeva tra le mani, lui non ricordava nemmeno di essersela portata dietro.
-Non ancora e spero che sia così per molto tempo. Una pistola, eh? È una ferita bella grande.- Così dicendo posò l'arma, sporgendosi in avanti. Prese il suo volto tra le dita, facendolo ruotare leggermente, per osservare la zona rossa di sangue, dispiaciuta. Il ragazzo dai capelli chiari smise di respirare per quei pochi secondi in cui i loro corpi rimasero in contatto, si dovette trattenere per non sfuggire al tocco delicato di lei.
-Volevo qualcosa che mi assicurasse la morte, ma evidentemente ho fatto male i conti...- Continuava ad osservarla, sempre più confuso, chiedendosi perché tra tante persone che poteva incontrare doveva essere proprio lei, perché anche in quell'occasione doveva soffrire, se fosse la sua punzione. -Cosa ci fai qui?- Hannah fece spallucce, andando con le mani a prendersi i piedi, poi riportò l'attenzione al ragazzo, che non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, visibilmente turbato e più pallido del solito.
-Devo far tornare in se un amico che si è piantato un proiettile nel cranio. Dopo la nostra chiacchierata potrà decidere se tornare nel mondo dei vivi o lasciarlo definitivamente.- Alex le sorrise, a quel punto toccò a lui scuotere la testa, lasciandosi sfuggire una risatina. Era assurdo che la prima a compiere quel folle atto di apparente salvezza fosse la stessa che lo rimproverava, non era giusto, non aveva diritto di dirgli cosa farne della sua vita.
-Sappi che ha già deciso. Pensa che qualcuno che porta al suicidio una sua amica non merita di vivere.-
-Lo sapevo, ho fatto proprio una stupidaggine mandando quelle cassette... Mi dispiace tanto Alex.- Hannah aveva abbassato lo sguardo, passava con lentezza le dita sull'avambraccio, verticalmente, con sempre più delicatezza, ormai erano solo le unghie coperte da quel maledettissimo smalto blu a sfiorarlo. Non voleva andasse così, non era quello il suo obiettivo. Sì, in quel momento di totale sofferenza aveva desiderato che fossero travolti da i sensi di colpa, ma alla vista di dove questi erano riusciti a portare Alex, uno dei pochi Ad esserne stato vittima, tralaltro, la facevano soltanto star peggio: Nessuno avrebbe dovuto desiderare che la vita smetta di scorrere.
Dopo quelli che sembravano secoli, udì la risposta di Alex, una voce spezzata la raggiunse.
-Ti dispiace? Sono stato io lo stronzo, non te. Merito di morire, non posso andare avanti sapendo che è anche colpa mia. Mi dispiace, cazzo. Mi dispiace, non avrei dovuto mai scrivere il nome tuo e di Jessica su quella fottutissima lista.- Non fece nulla per fermare le lacrime. Non cercò di nascondersi. -Mi dispiace, non avrei mai dovuto permettere che la vostra amicizia finisse... Mi dispiace, avrei dovuto continuare ad essere tuo amico, capire cosa ti stava succedendo... Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace...- Si aggrappò a quelle parole con le unghie e con i denti, come se fossero l'unica cosa che potessero farlo star bene, le ripeteva, e continuò, finché i singhiozzi non divennero troppo forti per essere bloccati e si costrinse a nascondere il viso tra le gambe strette al petto. Hannah lo abbracciò, stringendolo con la stessa forza con cui avrebbe voluto ricevere lei quel gesto mesi prima.
-Va tutto bene. Non possiamo cambiare ciò che è successo, almeno te hai imparato dai tuoi errori, te hai capito, è questo l'importante.- Si staccò, prendendo le mani fredde di lui tralle sue, più calde. Non erano così vicini da fin troppo tempo ed a lei dispiaceva pensare che non era neanche una situazione corporea, pensare al motivo per cui stava accendendo. Avrebbero potuto salvarsi l'un l'altra.
-Non meritavi tutto questo.- Il ragazzo si passo con vigore la mano trai capelli, sottraendola dalla presa di lei, era spaventato, nervoso, semplicemente distrutto. Tremava, ma i suoi occhi erano di nuovo puntati sulla figura ora inginocchiata di Hannah.
-Neanche te. È vero, quello che molti di voi avete fatto è sbagliato, ma non per questo vi meritate una vera punizione, tranne Bryce, ovviamente... Ancora mi chiedo perché non sono andata dalla polizia quando non avrebbe potuto negare...- Si morse il labbro, capendo di aver divagato. -Siamo ragazzi Alex, facciamo tutti degli errori, il tuo era la lista, il mio le cassette.-
-La mia vita non vale più della tua, Hannah.-
-E la mia non vale più della tua, non puoi sprecare tutto! Hai qualcuno che tiene  a te.- La ragazza scattò in piedi, i pugni stretti e il bel viso distorto da pura disperazione. Non poteva accettare un finale del genere, voleva che almeno lui avesse il suo "e visse per sempre felice e contento", o almeno quel "e visse".
-Anche te lo avevi.- La freddezza nella voce di Alex sembrava quasi surreale, così improvvisa, che stonava con la sua espressione rassegnata, Hannah si rilassò, rivolgendogli uno sguardo triste.
-Io non ho avuto una seconda possibilità. Se non vuoi vivere per te, fallo per me.- Quasi crollò sulle ginocchia, aveva uno sguardo implorante, mentre si avvicinava nuovamente all'amico, che aprì la bocca, cercando qualcosa da dire. Quella conversazione diventava sempre più difficile per entrambi.
-Io non posso...- Era solo un sussurro, mentre si torturava le mani, con l'unico desiderio di prendere quella pistola e spararsi, spararsi finché non sarebbe finito tutto, nella speranza di poter fuggire da tutto quello schifo in cui si trovava, lei sospirò, tornando a sorridere lievemente.
-Invece puoi. Non ti prometto che sarà facile, perché sarebbe una bugia, sarà difficile,tanto difficile, ma puoi farcela.- Lui rimase in silenzio, fissando il vuoto, cercando chissà quale risposta da quel bianco.
-... Va bene. Tornerò per te.- Si alzò, accennando un passo incerto verso Hannah, come se volesse salutarla ma non sapesse che fare, ritrovandosela in pochi secondi appoggiata al suo petto, mentre lo stringeva nuovamente, facendolo abbasare per sussurrargli all'orecchio, la sua figura che diventava meno nitida.
-Non dimenticatevi di me, ok?-
-Come se potessimo... Ci rivedremo, ok?-
-Spero il più tardi possibile. Ciao maschio.- Gli rivolse il sorriso più bello che potesse fare, lui cercò di ricambiare, una stretta al cuore al ricordo di quando era tutto perfetto nelle loro vite.
-Ciao femmina.-
Ed Alex Standall aprì gli occhi.



MY SPACE!

Hey :3
Mi presento, sono Zoey, è un piacere conoscervi ^-^
Ho scritto questa piccola OS per semplice ispirazione, potete considerare l'accaduto reale o solo un modo del suo cervello per mantenerlo in vita, potete pensare che sia o no collegata ad una delle mie qualsiasi future storie che scriverò.
Nel frattempo mi farebbe un eccezionale piacere sapere che qualcuno apprezza questa semplicissima storia, perciò se poteste lasciare una recensione sarei al settimo cielo!
Alla prossima!
Baci
;*
Zoey
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici / Vai alla pagina dell'autore: Zoey Charlotte Baston