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Autore: hibou    17/05/2017    0 recensioni
Mosse titubante un passo in direzione delle scale, sbirciando il lavoro che, un po' stropicciato, era ancora chiuso tra le sue mani tremanti.
Dalla finestra aperta uno sbuffo d'aria estiva gli scompigliò i capelli: forse era un buon auspicio.
"...Mentre io sono fuori a difendere la pace tu devi rimanere a proteggere la nostra casa."
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Satoshi Honma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Emptiness

 


"E' un bellissimo disegno Satoshi, cosa rappresenta?"
Due occhi brillanti si voltarono nella sua direzione, accentuando il sorriso della donna.



Ci aveva messo davvero molto impegno.
Con le braccia stese, reggeva il foglio ben aperto in modo da poterlo osservare meglio, gli occhi talmente concentrati da non curarsi dei vari ostacoli che avrebbero potuto intralciare il suo cammino. Più lo rimirava, più ne era soddisfatto: era uno dei disegni più belli che avesse fatto e lei ne sarebbe sicuramente stata orgogliosa. Un velo di tristezza gli offuscò lo sguardo, ma si ristabilì in fretta: aveva una missione e non avrebbe permesso alla malinconia di vincere quell'ennesima battaglia.
Arrivato a casa, spinse con slancio la porta d'entrata animato dal fervore e, frettolosamente, si tolse le scarpe lanciandole alla rinfusa.
"Sono tornato!" echeggiò la sua voce tra i lunghi corridoi. In risposta, un trambusto al piano superiore attirò la sua attenzione. Corrugò la fronte
improvvisamente incerto quando un singhiozzo e dei mormorii sommessi si unirono al coro di rumori. Mosse titubante un passo in direzione delle scale, sbirciando il lavoro che, un po' stropicciato, era ancora chiuso tra le sue mani tremanti.
Dalla finestra aperta uno sbuffo d'aria estiva gli scompigliò i capelli: forse era un buon auspicio.
"...Mentre io sono fuori a difendere la pace tu devi rimanere a proteggere la nostra casa."
Si impose un sorriso in volto e a grandi falcate raggiunse il pianerottolo soprastante, notando immediatamente la madre accucciata davanti la porta della sua camera, tra scatoloni e borse varie.
"Non puoi farmi questo..." biascicò in direzione dell'uomo che occupava la stanza, la mano davanti la bocca e le lacrime copiose sul volto.
"Lo sto facendo per il nostro bene, lo sai" mormorò il padre apparendo sull'uscio, sottobraccio un grande materasso. Si passò una mano sul viso e l'ombra della sorpresa calò sul suo sguardo alla vista del bambino. "Satoshi!"
La madre sussultò, affrettandosi ad asciugare le gote e ricomporsi, voltandosi piano verso di lui che, immobile e il foglio penzolante tra le dita, fissava la scena improvvisamente serio.
"Sei tornato presto tesoro, non ti abbiamo sentito..." sussurrò in sua direzione, accennando un sorriso che, più che materno, sembrava colpevole.
Abbassò lo sguardo sul disegno, distendendo svogliatamente il braccio verso i genitori, del tutto privo dell'entusiasmo che lo aveva accompagnato per tutta la giornata.
"Io..." mormorò, scorrendo i vari scatoloni che occupavano lo spazio circostante.


"Siamo io e mia sorella, maestra!"
L'insegnante poggiò una mano sulla sua spalla, consapevole. "Siete davvero graziosi, ma come mai indossate questi vestiti buffi?"
"Ma come, non lo sa?" la boccuccia stesa in una smorfia. "Noi siamo
supereroi!"


Giocattoli e pupazzi fuoriuscivano da quelli ancora da imballare, i vestiti colmavano le borse addossate alla parete. Il materasso venne sistemato poco distante e il movimento con cui l'uomo lo piazzò causò lo svolazzare di alcuni disegni che, tolti dalle mura, erano stati poggiati momentaneamente alla rinfusa.
"...Io avrei fatto..." sussurrò, spiando lo spazio vuoto tra la figura di suo padre e lo stipite della porta.
"Satoshi, va tutto bene?" chiese il padre notando il tremolio delle sue spalle fanciullesche.
Sentì le lacrime pungere gli occhi, fece vagare lo sguardo su un punto indefinito e si impose di colpo alla vista di un lembo bianco fuoriuscire tra i vestiti colorati.
"...difenderai la pace nella nostra casa..."
Con stizza accartocciò il foglio e lo lanciò in direzione dei genitori basiti, corse lungo il corridoio e si chiuse nella sua camera, scie luminose di stille a bagnargli le gote. Soffocò i singhiozzi contro il cuscino, la stretta delle mani spasmodiche intorno al guanciale.
Non c'era più nulla da proteggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A.:

604 parole, poco più di una flashfic. 

Ieri sera, dopo anni e con dispiacere, mi sono accorta di ricordare poco nulla di questo anime che avevo molto amato.
L'ho divorato in poche ore e pianto, nuovamente, come una cretina.
Un bacio,

hibou.

  
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