Con lo
sguardo accarezzava quella chioma lunga del colore dell’alba, perdendosi in
quei riflessi rossi.
Aveva sul
viso un’espressione di sofferenza, come se stesse facendo un brutto sogno, e
forse immaginava pure cosa stesse sognando. Erano mesi che sognava la morte di
suo padre e di quell’amore per suo cugino che si era infranto in mille pezzi,
come un vetro caduto per terra.
E lui non
poteva fare nulla se non starle vicino, se non farle capire a gesti che l’amava,
perché non sarebbe mai riuscito a dirglielo a voce.
Mi ami, Yona? Mi amerai mai?
Le accarezzò
il viso e le diede un breve e delicato bacio sulla guancia, portando la ragazza
a svegliarsi.
“Hak…”
La vide
allungare le braccia verso di lui e lui vi si avvicinò.
“Dormiamo
insieme.”
Non le
seppe dire di no, stendendosi accanto a lei e abbracciandola. Sentì che era
caduta di nuovo nel mondo dei sogni, ma questa volta il suo viso era disteso,
privo di quella sofferenza che aveva visto poc’anzi.
Ce la faremo, Yona.
Chiuse gli
occhi, sentendosi finalmente in pace.
Quella notte
sarebbe riuscito a dormire.