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Autore: nikita82roma    17/05/2017    6 recensioni
Finale alternativo della seconda stagione
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Partner in Crime. Partner in Life'
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Si era voltato a guardarla, con i suoi occhi blu scintillanti ed il suo sorriso affascinante, ancora una volta. Le aveva sorriso, prima di andare via con quella promessa. Oh sì, c’era anche lei, Gina, la sua ex moglie. Era con lei che se ne stava andando, la teneva stretta a se ed era la mano della bionda editor quella che premeva contro la schiena dello scrittore. Sarebbero anche stati una bella coppia, sarebbe anche stata felice per loro se vederli non gli avesse fatto così male.
Aveva lasciato Tom, per lui. Anche un po’ per se stessa, a dire la verità. Come se poi con Demming ci fosse mai stata veramente insieme, forse voleva illudersi che fosse così, cercare qualcuno che riempisse i suoi vuoti. Ma Tom non aveva mai riempito nulla, se non qualche serata, trascorsa con leggerezza e finita allegramente a casa da lui. Ma non era nulla di serio, non per lei, non lo era mai stato fin dall’inizio. Era un bel tipo, tutto qui, non le provocava nessun brivido quando la toccava, non c’era quella naturale chimica che allertava tutti i sensi anche se solo orbitava nella sua stanza, se le dita si sfioravano appena, su una tazza di caffè. Si sentiva bruciare e non era mai il contenitore troppo caldo, era lui ora se lo poteva dire. Il suo mondo era cambiato con lui, non lo sopportava, ora le sembrava di non poterne fare a meno. Lui era importante. Tanto, forse troppo. Lo aveva capito con Cooman, quando non aveva esitato nemmeno un istante ad ucciderlo per salvarlo, anche se sapeva cosa voleva dire, che non avrebbe mai avuto risposte a tutte le sue domande. Ma non c’era stato nemmeno un attimo di dubbio su quello che avrebbe dovuto fare per quei maledetti occhi blu. L’estate non era ancora cominciata e l’autunno era troppo lontano. Troppo. Come lui che era già quasi arrivato all’ascensore, con lei.
Eppure cosa poteva fare? Corrergli dietro? Mettersi in competizione con quella bionda mozzafiato e dirgli che ci aveva ripensato che voleva andare con lui negli Hamptons. Erano passati pochi giorni da quando glielo aveva chiesto e lei aveva stupidamente rifiutato ed aveva già trovato qualcun’altra con cui andarci. Si era illusa, quindi. Illusa che quell’invito volesse dire qualcosa. Illusa che forse lei per lui volesse dire qualcosa, non solo una partner al distretto. Invece lui era sempre il solito Castle, quello da una donna a sera, dagli autografi sul seno e la collezione di numeri di telefono di giovani disponibili, quella che se una non ci sta, poi ne trova un’altra. Che figura avrebbe fatto lì al distretto, davanti ai suoi colleghi, nel pregare un uomo che stava andando via con un’altra donna di non farlo?
Vide Gina stringersi di più al suo braccio, mentre si era fermato a salutare alcuni agenti prima di andare via e le sembrò che si fosse voltato ancora, per guardarla. Poi lo fece ancora e ne ebbe la certezza. Non sorrideva più. Possibile che si fosse accorto del suo disagio, del suo imbarazzo, che avesse sentito i suoi pensieri? Impossibile, stava cominciando a pensare come lui, non andava per niente bene.
Lo vide chiamare l’ascensore ed attendere pazientemente che arrivasse. Sentì un fuoco dentro quando la mano di lui scivolò sul fondoschiena della sua ex moglie, in una carezza innocente.
- Castle aspetta! - Lo aveva chiamato senza nemmeno rendersi conto. Li vide girarsi entrambi proprio mentre arrivava l’ascensore. Rick la guardò interdetto mentre Gina stava armeggiando nella sua borsa per recuperare il cellulare che aveva appena cominciato a suonare. Rispose e fece un cenno a Rick che lo avrebbe aspettato sotto. Kate si era avvicinata a lui, trasportata davanti a quell’ascensore da non sapeva quale forza magnetica, ignorando anche il saluto che Gina le aveva rivolto ancora una volta mentre le porte dell’ascensore si stavano chiudendo.
- Mi devi dire qualcosa Beckett? - Chiese perplesso.
- Ho lasciato Demming. 
- Perché?
- Perché non puoi stare con una persona se pensi continuamente ad un’altra. Non ci puoi passare una serata insieme, facendo finta che è quello che vuoi.
Beckett abbassò lo sguardo e si stropicciò le mani ascoltando l’insolito silenzio tra lei e Castle che la metteva ancora più a disagio. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, temeva che avrebbe potuto ridere di lei, ma ormai aveva fatto un passo, doveva continuare.
- A volte è difficile capire quello che si vuole veramente, Castle. Spesso si finisce a dire di no a delle cose solo perché le vogliamo talmente tanto che ci fa paura averle.
- Bisogna essere coraggiosi, a volte, per capire cosa si vuole. - Le disse Rick e Kate alzò lo sguardo incontrando il suo.
- Non so se lo sono abbastanza.
- Sii coraggiosa, Beckett.
- Tu sei coraggioso, Castle?
- Forse non lo sono stato abbastanza nemmeno io.
- Non partire. - Lo supplicò. - Io non sono una persona facile e non sono nemmeno capace di dirti quello che vorrei. Però so solo che l’autunno è lontano e… mi mancherai.
- Ti avrei pensato, tutta l’estate ed avrei scritto di Nikki Heat per sentirti un po’ più vicino. - Le disse allungando una mano per sfiorare la sua distesa lungo il corpo ed i brividi li sentirono entrambi.
- Non parti? - Chiese stupita mentre sentì le dita di lui stringere le proprie.
- Aspettavo solo che mi chiedessi di non farlo. Se è difficile passare una serata con qualcuno mentre pensi ad un’altra, figurati un’intera estate. 
- Dovrai dirlo a Gina… - si preoccupò Beckett mordendosi il labbro.
- Sì, immagino di sì. Anzi, credo che sia giù che mi aspetta.
- Sarà difficile…
- Le ho già detto una volta che volevo il divorzio, non sarà peggiore, almeno sarà più economico.
Riuscì a farla sorridere e sorrise anche lui. La vide mordersi il labbro inferiore, imbarazzata.
- Scendo a dirle che non posso più partire. - Mentre lui si allontanava Kate vide il suo braccio allungarsi verso di lui, fino a quando le loro dita non si sciolsero e Rick entrò in ascensore.
- Ti accompagno! - Il braccio di Kate aveva fermato la chiusura delle porte e prima che potesse dire altro era già dentro, con lui, in quello spazio piccolo riempito solo dal loro imbarazzo.
- Cosa le dirai? - Chiese Kate nervosa, realizzando che forse andare con lui non era la soluzione migliore, ma non voleva che scendesse, che la vedesse e magari ci ripensasse. Non voleva attendere invano davanti all’ascensore il suo non ritorno.
- Che c’è stato un caso importante e che avete bisogno del mio aiuto indispensabile. - Rispose serio mentre erano spalla contro spalla, vicini, entrambi a fissare la fessura tra le due porte, nel punto dove si congiungevano.
- Sì, mi sembra un’ottima idea. - Annuì Beckett.
- A me no. - La sorprese Castle - Preferisco dirle che non parto più perché non voglio stare lontano dalla donna che amo.
 
Kate sobbalzò e non fu perché Rick aveva appena bloccato l’ascensore, ma per la sua stretta, per come l’aveva avvicinata a se, per il suo respiro, così vicino e le labbra che delicatamente accarezzarono le sue prima di baciarla. 
   
 
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